La Settimana n. 1 del 6 gennaio 2013

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IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

di mons. Alberto Ablondi

Un augurio per il nuovo anno? A chi? Ai popoli? Ai politici? Ai poveri? Ai giovani? Agli emarginati? Tutti ne hanno bisogno. Ma non vi pare che, di fronte a tanti problemi di oggi, solo un augurio possa suonare insufficiente? Ed allora, proprio per raggiungere tutti, proprio per non trascurare, né dimenticare nessuno, proprio per fare un vero augurio al mondo, vorrei, per il nuovo anno, fare piuttosto “invito” alla famiglia. Quale invito allora alla famiglia?: “aprite le porte”. E “aprite le porte” vuol dire: accogliere dentro, vuol dire offrirsi al di fuori. Messaggio per l’Anno 1979

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Con umiltà a servizio del bene comune

Il Progetto Culturale diocesano

Il Vescovo ha incontrato prima di Natale i cattolici impegnati in politica. Un forte impegno per realizzare insieme i valori condivisi. Per il futuro far emergere una nuova classe dirigente DI

NICOLA SANGIACOMO

a riscoperta del valore della riflessione politica del documento conciliare Gaudium et Spes ha caratterizzato la meditazione che il Vescovo ha offerto ai cattolici impegnati in politica che si sono ritrovati intorno a lui nei giorni precedenti il Natale. In un periodo in cui la politica è al centro dell’attenzione generale per le elezioni ormai imminenti, monsignor Giusti ha ricordato ai presenti il valore di servizio dell’attività che svolgono, utilizzando le parole illuminate di papa Paolo VI, l’interprete più autorevole della Gaudium et Spes, il documento fondamentale del Concilio Vaticano II sul ruolo della Chiesa nel mondo contemporaneo. Nella Messa che ha aperto la giornata monsignor Giusti ha invitato i presenti a coltivare, sull’esempio di Maria, la virtù cristiana dell’umiltà. «Anche nell’agire politico dovete ricordare - ha detto - che prima viene il credente e poi il politico: su temi essenziali per la nostra fede non possono essere trascurati gli insegnamenti del Magistero che indicano i valori che non possono essere oggetto di compromesso». Tra questi il Vescovo ha indicato espressamente la tutela della vita, della famiglia e della libertà religiosa. Alla meditazione è seguito un dibattito molto vivace tra i presenti che hanno sottolineato l’importanza di simili momenti di riflessione spirituale. Il tempo di crisi impone anche ai politici di

IN RICORDO DI Carla Giovangiacomo

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arla ce la vogliamo ricordare così, come la vedete in C questa immagine: mentre ride per la foto che siamo riusciti a “rubarle” durante la processione alla festa di S.

affrontare situazioni sempre più complesse che richiedono anche una profonda preparazione spirituale. Per questo da alcuni è arrivata la proposta di affrontare insieme, in sedi e modalità simili,

questioni fondamentali per il bene comune della città. Tra queste è stata individuata in particolare la necessità di impegnarsi per far emergere una nuova classe dirigente, partendo dalla formazione politica

dei giovani. Tra i numerosi partecipanti c’erano anche il presidente della Provincia Kutufà, gli assessori comunali Nebbiai e Majidi e diversi consiglieri comunali, appartenenti a vari partiti.

Giulia di qualche anno fa, a lei che non amava stare al centro della scena. E poi vogliamo ricordarla insieme al suo Gianni, anzi al “nostro” collaboratore Gianni, perché è così che l’abbiamo conosciuta noi della redazione, insieme a lui, insieme sempre, nelle celebrazioni, nelle feste, nell’impegno, come nella vita di tutti giorni in famiglia. Non la conoscevamo bene da farne un profilo, ma sicuramente anche per noi della redazione è stata un esempio di donna forte e coraggiosa, una bella figura di moglie e di madre e siamo sicuri che anche da lassù continuerà a seguire le nostre pagine da attenta lettrice come faceva anche qui tra noi. La redazione

IL DOCUMENTO DELLA COMMISSIONE DEL PROGETTO CULTURALE

Per Livorno, amica della famiglia l termine dell’incontro è stato consegnaA to un documento, elaborato dalla commissione politica del Progetto Culturale diocesano, su cui lavorare nelle prossime settimane per dare concretezza a politiche locali condivise a favore della famiglia. In questo documento sono state individuate quattro piste concrete di realizzazione di politiche a favore della famiglia; si tratta della prima conclusione di un percorso durato un anno a partire dall’incontro che si è svolto nella sala del Consiglio Comunale alla presenza del professor Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari e del sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi. Le quattro aree di proposta sono state indi-

cate nella tutela della vita umana, nella promozione di politiche abitative per la famiglia, nella possibile introduzione di misure di equità familiare nella fiscalità comunale e nella progettazione di interventi a favore dell’integrazione di famiglie provenienti da altre culture. Su queste aree proseguirà la riflessione per arrivare poi a verificare la possibilità di promuovere scelte condivise che possano rendere Livorno una città più amica della famiglia. I presenti hanno concordato di ritrovarsi per approfondire questo documento il prossimo 12 gennaio ancora presso il Vescovado. L’incontro si aprirà alle 9.00 con la celebrazione della Messa presieduta da monsignor Giusti.

Livorno, S.Stefano 2012 ggi abbiamo dato l’ultimo saluto a Carla Genta Giovangiacomo, moglie di Gianni, in una Messa partecipata, ricca di testimonianze. Carla, insegnante di professione è stata per lungo tempo anche collaboratrice intelligente ed attenta di Natalia Marchi nella conduzione della Biblioteca. Molti frequentatori la ricordano per il suo tratto signorile e per la sua affabilità. Da molto tempo ammalata, non ha mai smesso di combattere con coraggio contro il male inesorabile, così come non ha mai smesso di spendersi generosamente per gli altri nelle opere di carità. È stata una cara amica il cui esempio non dimenticherò mai. Non posso fare a meno di pensare per lei la frase di S.Paolo “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede”. Maria Luisa Fogolari, Archivio diocesano

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Anniversari da non dimenticare

La parola alla... CARITAS

Il Giubileo dei Padri Trinitari

DOSSIER: uno strumento che osserva le povertà della nostra diocesi

er i padri Trinitari della chiesa di San Ferdinando è un anno particolare infatti, oltre all’anno della Fede apertosi il 4 novembre, alla presenza del Cardinale Ruini , il 17 dicembre è iniziato l’ Anno Giubilare del loro Ordine, istituito da San Giovanni De Matha. Era il 17 dicembre 1198 quando con la Bolla ’’ Operante divinae dispositionis clementia ’’ di Papa Innocenzo III, venne riconosciuta la Regola dei padri Trinitari fondati da Giovanni De Matha, ma il 17 dicembre è legato anche alla morte di De Matha, avvenuta nel 1213. Oggi, ad ottocento anni dalla scomparsa del loro fondatore, i monaci della Crocetta, come sono anche chiamati i Trinitari di tutto il mondo, per la croce rossa e blu che portano sulla loro bianca tunica, si apprestano ad aprire il Giubileo. La famiglia Trinitaria di Livorno ha iniziato i festeggiamenti a dicembre con concerti con musiche di Mozart e Mascagni eseguite, dall’orchestra Ensemble Bacchelli e dalle Corali Rodolfo Del Corona e Domenico Savio, che hanno fatto da preludio alla Santa Messa pomeridiana di lunedì 17 dicembre, giorno dell’apertura ufficiale del Giubileo Trinitario, celebrata dal parroco padre Lorenzo, allietata dai canti natalizi della Corale Diapason, diretta dal maestro Giorgio Gianetti. Fu a seguito della visione di un angelo che teneva per le mani due uomini con le catene ai piedi, che De Matha, colpito da tale apparizione, fondò

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ai dati del Dossier povertà della Toscana 2011 abbiamo estrapolato quelli specifici della nostra diocesi e li abbiamo aggiornati con quelli del 2012 (definitivi a novembre, previsti per il mese di dicembre). Questo ha permesso di allungare i tempi di osservazione, verificarne l’andamento e faqre un primo esame della situazione povertà del nostro territorio.

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L’ASCOLTO L’andamento del triennio 2010-12 riguardante le persone ascoltate prospetta una situazione molto difficile. La prima constatazione riguarda le persone ascoltate nel 2012: cinque volte superiori a quelle del 2010. Una differenza da vertigine, frutto evidente della crisi che stiamo vivendo e della incapacità della società a trovare nuovi modi per far fronte comune alla situazione. Preoccupa in particolare la forte difficoltà che notiamo nelle Istituzioni, a tutti i livelli, a cambiare radicalmente le politiche sociali, prendendo atto che le situazioni precedenti non sono più un metro di paragone valido. È necessario rivedere i criteri di scelta della destinazione dei fondi partendo dal dato reale e non da quello storico. Da notare anche l’aumento del numero degli stranieri rispetto agli italiani. I SERVIZI MENSA Se l’ascolto indica le diverse situazioni di disagio, l’affluenza ai servizi legati al Centro di Prima Accoglienza testimoniano l‘aumento delle persone cadute nel livello di povertà. Il numero delle docce effettuate al nostro Centro passano da 1.941 del 2011 a 2.550 circa del 2012 (+31%) e i pasti distribuiti da 18.545 del 2011 a 23250 circa del 2012 (+25%); se a questi si aggiungono i circa 13.500 pasti sovvenzionati dal Comune, si arriva ad un numero di pasti erogati nel 2012 di quasi 37.000, una quantità mai raggiunta dalla Caritas. La stessa situazione la ritroviamo nella zona di RosignanoCastiglioncello-Vada, dove agisce la Caritas del 5° Vicariato.

l’Ordine. L’angelo, che gli apparve mentre celebrava la sua prima Messa, gli disse di liberare le creature schiave per motivi di fede e De Matha comprese, che la sua missione sacerdotale sarebbe stata quella di emancipare gli schiavi cristiani in Nordafrica. Sono passati ottocento anni dalla morte di De Matha e quattrocento da quella di san Giovanni Battista della Concezione, riformatore dell’Ordine, ma ancora oggi dopo otto secoli, la comunità trinitaria facendo tesoro del carisma originario, è impegnata nella liberazione dalle schiavitù contemporanee: quella della droga, dell’ abbandono, della solitudine, del dolore, della malattia, della povertà, nel rispetto del suo motto che da secoli l’ accompagna: ’’Gloria tibi Trinitas et captivis libertas’’ (gloria a te, Trinità, e ai captivi (schiavi) libertà). (Nelle foto San Giovanni De Matha e San Giovanni Battista della Concezione e l’altare della chiesa di S. Ferdinando con la statua dell’angelo) Roberto Olivato

I DATI DELLE CARITAS PARROCCHIALI Un’altra considerazione va fatta sulle richieste di aiuto che ricevono le Caritas parrocchiali. Tutte, indistintamente, comunicano l’aumento della richiesta di pacchi viveri da parte di persone e famiglie che, per la prima volta si avvicinano alla parrocchia. Lamentano, per questo, una forte difficoltà a corrispondere nell’aiuto richiesto; sono molto impegnate a coinvolgere le loro comunità, in raccolte di generi alimentari e denaro, ma non riuscono a dare tutte le risposte necessarie. LE AZIONI DELLA CARITAS DIOCESANA Questa lunghissima emergenza sociale impegna tutti noi a limitare per quanto possibile i danni, le conseguenze devastanti per la nostra gente. Vediamo alcune iniziative poste in essere. IL CENTRO ASCOLTO FAMIGLIE È stato rilevato che l’aumento significativo delle presenze al Centro di ascolto è

determinato, per la maggior parte, da esigenze familiari legate in particolare: ai molti sfratti già eseguiti; all’indebitamento delle famiglie anche per le difficoltà di accesso al credito; alla necessità di aiuti economici determinata dalla perdita di lavoro. In queste situazioni sono coinvolte, in numero maggioritario, famiglie livornesi, ma anche famiglie di stranieri che tornano a chiedere aiuto alla Caritas dopo che erano riusciti a costruirsi, negli anni, un loro equilibrio economico. È emerso poi un altro fenomeno di notevoli proporzioni, almeno per la nostra diocesi: quello legato alle separazioni familiari che, in tantissimi casi mandano in povertà entrambi i coniugi. I motivi sono abbastanza evidenti, il risultato è, comunque, il medesimo problema di sostentamento e di alloggio. DALL’ASCOLTO ALL’INTERVENTO La quantità e la drammaticità delle situazioni hanno richiesto, e richiedono, interventi straordinari. Straordinari e, dunque, limitati nel tempo, d’altra parte è impossibile prolungarli nel tempo non avendo disponibilità illimitate; senza contare che i compiti della Caritas sono sul versante della sensibilizzazione e attenzione alle povertà. Certo, là dove le persone non hanno alcuna risposta dalla società, diventano necessari interventi sussidiari; in situazione normale dovremmo limitarci ad opere segno che indichino sia il bisogno che la risposta e che rimangono nel tempo per la loro esemplarità, sino a quando risulta necessario. Con queste premesse abbiamo comunque, e dobbiamo dire grazie al sostegno diocesano e a quello della Fondazione Cassa Risparmi di Livorno, potuto creare un Fondo Famiglie e Lavoro a sostegno delle famiglie per aiutarle a mantenere la loro abitazione, pagando qualche bolletta dei servizi, qualche affitto per impedire che venissero tagliati i servizi essenziali e che le pratiche di sfratto proseguissero il loro iter burocratico, e cose simili. Si è poi incrementata la erogazione di pacchi alimentari. A questo

proposito (sempre con il contributo della Fondazione Cassa Risparmi di Livorno, nei prossimi giorni inizierà il temporaneo progetto denominato Il Pane quotidiano che prevede l’acquisto di circa 25.000 euro di generi alimentari da ridistribuire alle parrocchie per il sostegno delle famiglie che seguono nel loro territorio. FARE DI PIÙ La gravità della situazione del nostro territorio richiede comunque uno sforzo corale, superiore a quello messo in campo finora. Per questo ci permettiamo di invitare tutta la gente della nostra città, della nostra diocesi, a mobilitarsi per trovare soluzioni nuove. In tempi come questi non è il proprio il caso di scoraggiarsi ma, al contrario, di spremere ogni nostra energia per metterla a disposizione di tutti. Uno scatto di fantasia che, siamo sicuri è presente nella nostra gente. Chiediamo in particolare alle Istituzioni di fare di più. Non ci possiamo trincerare dietro la mancanza di denaro. Le nostre famiglie stanno rivedendo il loro modo di spendere, badando al necessario; un po’ tutti dunque siamo costretti a vivere con maggiore sobrietà. Questa è la nuova realtà, e per questo chiediamo, ad esempio, al Comune, istituzione preposta allo scopo, di verificare se i notevoli finanziamenti destinati al sociale sono indirizzati secondo le esigenze attuali. Va fatta la revisione delle spese ma non su basi storiche, perché la storia è cambiata. Le spese vanno rianalizzate e verificata la loro necessità oggi: probabilmente certi finanziamenti vanno cambiati di destinazione. Sarebbe anche il caso che i cittadini, organizzati per la partecipano alla vita sociale, non si accontentino di ottenere finanziamenti ma di chiedere una chiarezza nel bilancio tale che permetta di partecipare alle scelte, suggerendo le opportune correzioni. L’esempio del Comune è ovviamente trasferibile alle altre realtà istituzionali, ma anche alle diverse associazioni perché guardino al loro interno, a come spendono i loro denari.

Questo, per la Carita diocesana, è un impegno costante, affinché i finanziamenti ricevuti vadano, nella più alta percentuale possibile (95%), a favore dei soggetti svantaggiati, per i quali la gente li ha destinati. Alcune notazioni ad uso ecclesiale DOSSIER STRUMENTO DI DIALOGO NELLA CHIESA Il dossier è uno degli strumenti con cui la Caritas parla alla Chiesa nel suo complesso. Dovremmo trovare i modi per sentirci stimolati a usare questo rapporto periodico per approfondire la relazione con tutte le dimensioni, caritative e non, della diocesi. Dialogare e, in prospettiva, definire azioni e strategie comuni non solo con le altre realtà caritative dalla diocesi ma anche con le altre attenzioni pastorali (liturgia, catechesi, pastorale sociale e del lavoro, pastorale familiare …). DOSSIER STRUMENTO DI DIALOGO CON IL TERRITORIO Il dossier si rivolge da sempre alla cittadinanza in generale e alle Istituzioni in particolare. Vuole rappresentare un contributo di lettura dei fenomeni sociali dei nostri territori e costituire uno strumento di presa di coscienza critica nei confronti della società in cui viviamo. Per questo dovremmo essere più incisivi nell’opera di denuncia della situazione propositivi nella ricerca di collaborazione con i soggetti pubblici e con gli altri del privato sociale. L’AUMENTO DELLA FREQUENZA AI CENTRI DI ASCOLTO Anno dopo anno assistiamo ad una frequenza crescente delle persone ai CdA. Il certo c’è l’effetto della crisi; ma è anche opportuno chiedersi se non sia anche un rilevatore di una crescita dello assistenzialismo in seno alle Caritas, a scapito della dimensione di accoglienza globale della persona, di presa in carico, di promozione umana nel suo complesso. In certi casi sembra configurarsi una vera e propria dipendenza dal CdA delle persone. diacono Enrico Sassano


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Gli Istituti di pena del territorio diocesano

PIANETA carcere Un incremento delle misure alternative potrebbe aiutare a risolvere molti problemi legati all’aumentare della popolazione detenuta, ma anche alla rieducazione

Casa Circondariale Livorno e attività messe in atto all’interno «in Lcorso dell’Istituto di Livorno nell’anno hanno subito un arresto in

Misure alternative: una soluzione non solo al sovraffollamento delle carceri DI FABIO FIGARA

l problema del sovraffollamento delle carceri torna continuamente sulle prime pagine dei giornali: Marco Pannella è dovuto ricorrere - per l’ennesima volta - allo sciopero della fame e della sete per portare l’attenzione sulle condizioni disumane in cui versano i detenuti negli istituti di pena italiani, situazione contraria ad ogni principio umano e cristiano. Secondo la nostra Costituzione "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato (art. 27)". Ma le problematiche sono molto profonde e complesse, e una delle soluzioni sarebbe l’applicazione, in misura maggiore, delle cosiddette "misure alternative", cioè di progetti atti al recupero o al reintegro nella società civile di coloro che hanno a carico una condanna penale. Per fare un punto sulla situazione delle carceri abbiamo intervistato Salvatore Nasca, responsabile dell’Ufficio Esecuzioni Penali Esterne (UEPE) presso il Tribunale livornese.

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«Proprio con i problemi attuali delle carceri - spiega Nasca sarebbe opportuno pensare ad un rafforzamento delle politiche di recupero e di reinserimento. A questo proposito, non scorderò mai le parole di Giovanni Paolo II nel giorno della visita ufficiale in Parlamento: egli non propose, come molti politici continuano a sostenere strumentalmente, l’amnistia ma, anzi, sottolineò "l’inutilità di provvedimenti di clemenza che "lasciano le cose come stanno" e sollecitò le istituzioni a predisporre "percorsi di recupero improntati alla responsabilità". Proprio su questo principio la legge ha da anni previsto l’istituzione dell’UEPE, il cui compito è quello di organizzare e seguire le diverse persone sottoposte a varie tipologie di misure alternative sul nostro territorio, per il loro reintegro all’interno della società civile. I detenuti possono essere ammessi al programma sia inoltrando richiesta dal carcere sia

Nella foto Salvatore Nasca, responsabile dell’Ufficio Esecuzioni Penali Esterne (UEPE) di Livorno

Non scorderò mai le parole di Giovanni Paolo II in visita al Parlamento: egli non propose, come molti politici continuano a sostenere strumentalmente, l’amnistia ma, anzi, sottolineò "l’inutilità di provvedimenti di clemenza che "lasciano le cose come stanno" e sollecitò le istituzioni a predisporre "percorsi di recupero improntati alla responsabilità" successivamente alla condanna e prima di essere arrestati: la maggior parte di coloro che sono in misura alternativa, e che pertanto hanno rapporti solo con l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna, "non passa" dal carcere». Secondo quanto previsto dall’attuale ordinamento giuridico, più di duecento persone sono attualmente affidate in prova presso i servizi sociali, inviate a svolgere lavori di pubblica utilità oppure poste agli arresti domiciliari o in libertà vigilata, tutte seguite da Nasca e dai suoi collaboratori. Per le persone già detenute esistono invece due tipi di misure alternative indicate e seguite dall’UEPE, di comune accordo con le singole organizzazioni penitenziarie di appartenenza: sono la "semilibertà" ed il "lavoro all’esterno". I soggetti che rientrano in questi programmi, per buona parte della giornata, sono impegnati fuori dal carcere per lavorare o per altri servizi e rientrano giornalmente nell’istituto carcerario.

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«In realtà - continua Nasca seguiamo anche gli altri detenuti, o meglio collaboriamo con il carcere per le attività di osservazione e trattamento interno, per la preparazione delle misure alternative, per le indagini che ci chiede la magistratura, e per molti altri casi. Sotto questo punto di vista la situazione che si delinea all’interno delle carceri livornesi è ben monitorata: attualmente abbiamo 89 lavoratori esterni e

12 in semi-libertà, la maggior parte provenienti dal carcere di Porto Azzurro, in cui il sovraffollamento ha raggiunto livelli incredibili, dovendo ospitare anche una certa parte dei detenuti delle Sughere, i cui reparti sono in ristrutturazione». Anche per gli Uffici Esecuzione Penale Esterna uno dei problemi principali è oggi la mancanza di risorse. «I nostri sono ormai "uffici ad esaurimento", nel senso che da anni molti operatori sono andati e stanno andando in pensione senza che siano previste assunzioni o sostituzioni, e così già oggi alcuni uffici toscani hanno un numero sempre più limitato di unità. È chiaro, perciò, che qualsiasi protocollo, qualsiasi convenzione, possa risultare difficilmente concretizzabile con una tale carenza di risorse».

I DATI DEGLI ULTIMI DUE ANNI n Italia al 31.12.2010: 19.000 (15.824 misure alternative + 3.511 Iutilità); misure sostitutive o di sicurezza, compresi i lavori di pubblica 32.000 misure eseguite nel 2010; In Toscana e a Livorno, dati a fine maggio 2011: quasi duemila (1794) in Toscana - quasi duecento (196) nella provincia di Livorno. Aumento del 27% nel solo 2010 per gli affidamenti, del 103% per le Detenzione Domiciliare. Revoca delle misure: 6% in Italia - 5,7% in Toscana - 4,5% nella provincia. Revoca: quasi assente revoca per commissione di nuovi reati . Minore tendenza alla recidiva tra coloro che hanno scontato una condanna fuori dal carcere. Recidiva 68% per i detenuti e dal 15 al 35%. per le persone in misure alternative.

quanto tra il dicembre 2011 e il febbraio 2012 vi è stato il trasferimento di oltre il 70% della popolazione detenuta dovuto a problemi di stabilità dei due padiglioni principali del carcere. E ciò ha comportato il fermo di vari progetti». A spiegare la situazione è Lucia Vetere, collaboratrice di Salvatore Nasca e responsabile dei contatti tra l’UEPE e le Sughere. «La popolazione detenuta è calata dalle 450 unità iniziali a circa 163 presenze complessive, di cui 95 stranieri. In media nell’anno vi sono stati solo circa 30 definitivi, per cui l’attività di osservazione si è molto limitata. Sono spariti inoltre i circuiti dell’alta sicurezza e la sezione femminile." Attualmente i detenuti sono stati concentrati in tre reparti: il transito, comprendente la maggioranza dei detenuti in attesa di giudizio e di transitanti, l’ex femminile, diviso in due sezioni di cui una destinata ai detenuti in osservazione e perizia psichiatrica, e la sezione "semiliberi". "L’UEPE ha continuato ad assicurare la propria attività in collaborazione con l’area educativa, anche se certamente vi è stato un netto calo, rispetto all’anno precedente, degli interventi complessivi. La Direzione dell’istituto ha inoltre chiesto la partecipazione dell’UEPE anche agli incontri relativi alla creazione di uno staff professionale integrato con l’area sanitaria per la presa in carico dei soggetti in crisi o a rischio. La programmazione per il 2013 dipenderà da come evolverà la situazione della Casa Circondariale di Livorno con la consegna del nuovo Padiglione e la sua messa a regime». E’ previsto il rientro di una popolazione detenuta che dovrebbe fare ammontare a 450 unità il totale delle presenze. Sulla base delle previsioni è stato ipotizzato un percorso trattamentale che si svilupperà con il passaggio di ogni detenuto per i vari padiglioni a partire dalla "Sezione ACCOLGO", dove inizierà l’attività di osservazione preliminare: sulla base di questo "primo approccio", il soggetto verrà indirizzato verso il percorso (reparto o istituto, secondo lo schema previsto dal circuito regionale) a lui più adatto.

Istituto di pena di GORGONA «La crisi economica minaccia seriamente la sopravvivenza dell’isola penale e di conseguenza della peculiarità dell’Istituto». A parlare è Eleonora Franza, responsabile dei contatti tra l’UEPE e il penitenziario dell’isola. «Al fine di non perdere una risorsa ed un’esperienza come quella della colonia agricola è stato elaborato il progetto "Granducato" con l’obiettivo di mantenere gli attuali livelli occupazionali e la valenza di trattamento unici dell’isola. L’obiettivo primario del progetto è quindi quello di esternalizzare le attività presenti sull’isola a soggetti privati, al fine di raggiungere una sostanziale condizione d’equilibrio tra costi e ricavi, per garantire la sopravvivenza dell’esperienza penitenziaria e la specificità dell’offerta di trattamento. Nel progetto sono coinvolti tutti i soggetti pubblici quali Provveditorato Regionale, Amministrazione Penitenziaria, Comune di Livorno, Provincia di Livorno, Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e il nostro Ufficio». Oltre al progetto "Granducato", sono stati riorganizzati la biblioteca del carcere e creato il "Progetto Verde" per la sistemazione delle aree verdi dell’isola; invece, con il Progetto d’Istituto 2012 sono state svolte altre attività realizzate durante l’anno, quali l’attivazione di corsi sportivi, di apicoltura, di sicurezza sul lavoro, di muratura della Cassa Edile di Livorno, di Lingua Inglese e molti altri «L’UEPE ha impegnato in Gorgona, due assistenti sociali, che assicurano una regolare presenza sull’Isola; nel 2011 hanno effettuato ben 50 missioni, 397 colloqui e 15 incontri per confronti d’equipe». F.F.


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Agenda del VESCOVO

DOMENICA 6 GENNAIO 9.00 il Vescovo saluta i bambini al reparto di pediatria dell’Ospedale in occasione della festa dell’Epifania 10.30 S. Messa dell’Epifania del Signore in cattedrale LUNEDÌ 7 GENNAIO 10.00 saluto all’Ammiraglio Ilarione Dell’Anna in partenza da Livorno e accoglienza del nuovo Ammiraglio della Capitaneria di Porto

Diocesi informa

MARTEDÌ 8 GENNAIO Nella mattina, udienze clero in vescovado 21.00 incontro con i responsabili del centro di pastorale per l’evangelizzazione MERCOLEDÌ 9 GENNAIO 9.30 Udienze laici 11.00 incontro con i responsabili del centro di pastorale per la formazione 21.15 incontro con gli animatori dei gruppi giovanili alla chiesa della Seton GIOVEDÌ 10 GENNAIO 9.30 alla chiesa di S. Teresa a Rosignano Solvay, ritiro del clero 14.30 a Roma, il Vescovo partecipa al seminario sulla catechesi VENERDÌ 11 GENNAIO Nella mattina, a Roma per il seminario sulla catechesi 21.15 incontro con le aggregazioni laicali in vescovado DOMENICA 13 GENNAIO 9.30 premiazione all’Uisp della gara di pattinaggio

BREVI DALLA DIOCESI

Incontro Diaconi GIOVEDÌ 10 GENNAIO ALLE 9.30 Alla parrocchia di S. Teresa a Rosignano Solvay, ritiro del clero

USMI

A LIVORNO DAL 1998 GLI SCOUT ACCOLGONO LA LUCE DELLA PACE

DOMENICA 13 GENNAIO ALLE 16.00 Presso la casa di cura Villa Tirrena, incontro con la dott.ssa Rosanna Virgili su "Le parabole in Luca, aspetti generali e analisi di una in particolare"

La luce di Betlemme

Cooperatori Paolini MARTEDÌ 15 GENNAIO ALLE 17.00 Presso il vescovado,incontro dal titolo " Dire la fede con l’arte". Messa commemorativa per don Franco Patruno al VI anno dalla sua morte. Presentazione del trattato sull’Estetica di don Patruno.

libri da LEGGERE

di Mo.C.

Argento I. - Il Natale degli angioletti- Ed. Paoline, euro 15,00. L’autore, fumettista e illustratore ci presenta cinque brevi racconti, tutti sul Natale per i bambini della prima infanzia. I protagonisti dei racconti sono angioletti curiosi, pasticcioni, buffi e coccoloni. Figure positive, in cui i bambini possono facilmente immedesimarsi, anche perché vengono contrapposte agli angeli grandi, dipinti come bravi, maturi e responsabili. In un racconto viene presentata anche la figura di Maria. Positiva l’immagine di Dio che si delinea: e’un Padre che affida compiti importanti anche ai piccoli, che non si arrabbia se combinano guai, ma dagli errori trae sempre un’onda di bene che ricarica i piccoli maldestri, perché lui sa trasformare in perfezione anche i nostri sbagli. In questo modo i bambini lettori possono trovare un valido aiuto per la propria crescita ed autostima.

Dal Libro della GENESI : 1: 1-5 In principio Dio creò il cielo e la terra, La terra era informe e deserta E le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: Sia la Luce ! E la Luce fu. Dio vide che la Luce era cosa buona e separò la Luce dalle tenebre e chiamò la Luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattino: primo giorno Gli scout dei Gruppi AGESCI (associazione guide e scout cattolici italiani) del Livorno 10° e del Guasticce 1°, insieme al MASCI

(Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) di Livorno hanno accolto presso la Stazione di Livorno portata in treno, la Luce della Pace di Betlemme; nella Chiesa di Betlemme nella Cappella della Natività, infatti, c’è una lampada ad olio che arde perennemente da moltissimi secoli, alimentata dall’olio donato da tutte le nazioni cristiane della terra. L’iniziativa nasce dagli scout Austriaci che ogni anno prima di Natale si recano a Betlemme nella grotta della natività e accendono alla luce una lampada ad olio che porteranno in aereo in Austria. Da qui la luce viene distribuita in tutta Europa ; La distribuzione in Italia è curata dagli scout di Trieste con la collaborazione delle ferrovie dello stato e raggiunge tutte le Regioni Italiane. A Livorno la Luce della Pace giunge dal 1998 e da allora gli scout partecipano attivamente ogni anno a questa importante iniziativa. La Luce della Pace è

simbolo di pace e fraternità per chi la riceve . La luce, come la Pace, racchiude in sé valori etici, morali e civili, condivisi universalmente. Questa iniziativa è stata preceduta da una preparazione con attività sulla Pace e sulla Legalità. Come Cristiani ci sentiamo operatori di Pace e la lampada in questo terzo millennio ci ricorda come la luce di Dio deve rimanere sempre accesa nei nostri cuori e guidare le nostre azioni e le nostre scelte. GIOVANNI 1: 4-5; La LUCE splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno sopraffatta In lui era la vita e la vita era LUCE degli uomini;. Veniva nel mondo la LUCE vera , quella che illumina ogni uomo


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Si prostrarono e lo adorarono ALZATI, RIVESTITI DI LUCE La luce del Dio che si manifesta accende Gerusalemme del suo splendore e vince la tenebra dei popoli. Una doppia sfida all’incredulità è lanciata dal brano profetico: viene annunciato infatti il ritorno degli esuli a Gerusalemme e in aggiunta anche il convergere di genti numerose, che portano le loro ricchezze nella città santa. Colui che vede con lo sguardo della fede, illuminato dalla luce di Dio, vede più lontano dei suoi contemporanei, al di là della nebbia del dolore e del fallimento. Abbiamo molto bisogno di un simile sguardo in questi tempi di crisi. CREDERE NELL’IMPOSSIBILE Il profeta crede in ciò che sembra impossibile; e la stessa fede tenace è condivisa dai Magi, che si lasciano guidare dal segno che hanno ricevuto, e non si arrestano fino a quando Dio non si fa trovare. Paradossalmente, la maschera dell’incredulità e della sfiducia è come incollata sul volto del re, dei capi dei sacerdoti, degli scribi: coloro che conoscono la Scrittura, non vedono la stella della presenza di Dio, non si mettono alla ricerca del bambino; al contrario, restano sconcertati dai segnali che indicano il compimento delle promesse: come se fossero più attaccati alle loro false sicurezze, che all’attesa della novità che Dio vuole portare. E noi, oggi, siamo dalla parte dei Magi, o siamo simili ai timorosi abitanti di Gerusalemme? TUTTE LE GENTI SONO CHIAMATE Ogni anno ricordiamo che tutti i popoli sono chiamati a partecipare alla stessa eredità del Regno inaugurato da Cristo. E tuttavia di anno in anno registriamo una crescente difficoltà a vivere una reale accoglienza e integrazione. Solo a parole infatti il mondo globalizzato è accogliente e policentrico: nei fatti tende all’appiattimento e alla massificazione. Alla sempre più ampia disponibilità di mezzi di comunicazione e di trasporto, fa da contraltare una sempre più diffusa pigrizia nell’atteggiamento fondamentale della comunicazione, dell’attenzione all’altro, della coesione. Alla

La preghiera in famiglia I magi che provengono dall’Oriente sono i capofila dei popoli che giungono alla fede e che dopo approfondite ricerche di vario genere (le Scritture e la stella) si prostrano in adorazione davanti al Bambino. È la natura della fede che domanda di essere vissuta come culto e adorazione prima ancora di essere analizzata, divulgata o spiegata.

Per la preghiera prima dei pasti Signore benedici questo cibo, e sia segno di quanto il nostro cuore trabocca di gratitudine per il tuo Amore,mentre Ti adoriamo nel piccolo bimbo di Betlemme e ti riconosciamo in ogni piccolo che incontreremo. Solo un cuore liberato può adorarTi. Donaci come genitori di essere epifania delle tue meraviglie per i nostri figli. Dona ai nostri figli un cuore adorante dell’unico Salvatore che può dar senso alla vita. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen

sempre più ampia disponibilità di mezzi tecnici, che potrebbero migliorare le condizioni di vita, fa da contraltare la crescente concentrazione delle competenze e dei diritti di sfruttamento nelle mani di pochi. Alla sempre più ampia capacità di controllare il mondo

e di creare ricchezza, fa da contraltare la concentrazione del potere economico nelle mani di pochi. L’unificazione economica non può sostituire la comunione dei cuori; ed è un pensiero illusorio che la sete di guadagno possa davvero unificare le sorti dell’umanità.

Le parole della FEDE

...creatore di tutte le cose, visibili ed invisibili... Proseguiamo la spiegazione del Credo, attraverso la riflessione offerta da mons. Pietro Basci Quando recitiamo il Credo, subito all’inizio diciamo “creatore di tutte le cose visibili e invisibili” e subito ci poniamo la domanda, perché Dio ci ha creato? La risposta è che Dio ci ha creato perché ci ha amato e ci ama, io stesso sono la prova, il mio essere è in se stesso dono. Il salmo dice: “Quanto sono grandi Signore le tue opere, tutto hai fatto con saggezza, la terra è piena di tutte le creature, cielo e terra, angeli e uomini, esseri viventi e cose”.

Tutto è creazione di Dio , voluta ed attuata con intelligenza e amore per la realizzazione alla beatitudine di ogni creatura. La fede, non è un abito da indossare in determinate occasioni ma una luce, una forza, che permea tutta la vita, trasforma il nostro modo di pensare, di agire, di sentire e di essere. Così vogliamo vivere e dimostrare il nostro impegno al Signore in questo anno della Fede mons. Pietro Basci

LA FORZA DEL DESIDERIO Il bambino attira i Magi con la forza del desiderio; e una volta raggiunto il suo oggetto, il desiderio genera adorazione e dono. Tutte le genti sono chiamate a riscoprire la profondità dei loro desideri e delle loro aspirazioni; tutte le genti sono chiamate a riscoprire la bellezza del dono. La celebrazione dell’Epifania ci ricorda dunque che il desiderio di Dio è nascostamente presente in ogni uomo, in ogni popolo, in ogni cultura, e invita tutti, senza nessuna esclusione, a mettersi in viaggio per entrare a far parte del suo regno disarmato e pacifico, dove ognuno può trovare il suo posto e la sua identità. LA STESSA EREDITÀ La lettera agli Efesini disegna con tre immagini il destino dell’umanità riunita: “condividere l’eredità, formare lo stesso corpo, essere partecipi della stessa promessa”. Si tratta di due immagini bibliche (eredità e promessa) ben familiari a chi conosce l’Antico Testamento, ed una immagine nuova, tipicamente cristiana: quella del corpo di Cristo, in cui ognuno può inserirsi mantenendo la propria identità, e venendo ricondotto all’unico capo, che resta al servizio di tutti. Il corpo di Cristo è già presente nella storia, non è solo una prospettiva del futuro. Ma noi che abbiamo già accolto la chiamata a farne parte, sapremo essere accoglienti con tutti coloro che oggi sono attirati dal Padre? dal sussidio CEI per l’Avvento

Speciale NATALE

LA RIFLESSIONE SULLE SCRITTURE DELL’EPIFANIA.........


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

6 gennaio 2013

AUGURI DI NATALE IN VESCOVADO n Vescovado insieme al Vescovo per il conImunità sueto scambio di auguri natalizi tra le cocristiane erano presenti: La pastora Lidia Giorgi della Chiesa Cristiana Evangelica Battista; il pastore Klaus Langeneck e il pastore Marco Fornerone della Chiesa Evangelica Valdese; Stefano Bottosso, rappresentante della Chiesa Avventista; un rappresentante della Chiesa Ortodossa Romena; Lorenza Litrico della Comunità di S. Egidio; Annamaria Sammartano e Mirella Raugi del SAE di Livorno; Monica Cuzzocrea e Mauro Pacchiani dei Cooperatori Paolini.

ella cappellina del Vescovado è stata celebrata la Messa per i giornalisti cattolici e N gli studenti della Scuola di Formazione Teologica diocesana.

La Messa del Vescovo in carcere

L’EVENTO CHE RIDONA SPERANZA ome consuetudine anche queC st’anno, monsignor Giusti ha concelebrato col cappellano frate Michele Siggillino, la Messa al carcere Le Sughere. La crisi economica si fa sentire duramente in questo luogo di sofferenza e di pena e sia il personale di sorveglianza, che i detenuti, vivono con molte difficoltà e carenze. Monsignor Giusti, durante l’omelia ha ricordato come il Natale rappresenti un evento che può donare speranza anche a coloro che soffrono e che sono ultimi. Dio infatti pur avendo parlato all’uomo in vari modi e per mezzo dei profeti e degli angeli, decide di “incarnarsi, di impastarsi con l’umanità, di farsi carne nella carne di Maria”. Avviene dunque che nasce un bambino che è il volto di Dio, che ispira tenerezza e vuole essere abbracciato e cullato teneramente da una donna. San Paolo che aveva ben compreso questo meraviglioso mistero arriverà a dire: “non son più io che vivo, ma Cristo vive in me. Per me vivere è Cristo e morire un guadagno”. La morte di cui parla Paolo, non è la morte di Paul Sartre che riteneva l’uomo simile ad una macchina che va incontro alla morte che è il nulla, l’annientamento, ma è invece la trasformazione in Cristo iniziata con l’Eucarestia. Quanto più mangiamo e beviamo il suo Corpo e il suo Sangue, tanto più diventiamo come Lui. Ecco che nella misura in cui il mistero del Natale si incarna in noi, tanto più diventiamo immortali, Corpo Mistico e vinciamo la morte, non solo in futuro ma già nell’oggi e sperimentiamo la beatitudine, la contentezza. Anche nelle carceri questo avviene se si accoglie questo Bimbo e si lascia che entri nella vita di ciascuno per lasciarsi trasformare e salvare; Dio è l’unico che può parlarci della salvezza perché è il solo che può donarcela. Mo.C.

A tutto NATALE!

La festa delle feste vicino ai più fragili a Caritas diocesana durante il tempo delle feste ha intensificato la sua presenza e il suo impegno accanto alle persone in difficoltà.

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CON I BAMBINI Il primo grande appuntamento è stato con le famiglie e i loro bambini con un pomeriggio di festa e di consegna di doni. Nell’iniziativa, “UN GIOCATTOLO PER UN SORRISO” organizzato dalla parrocchia Sacra di famiglia di Shangay insieme al Baby Bazar di Stagno, alcuni operatori e volontari Caritas si sono vestiti da Babbo Natale ed hanno portato in dono giocattoli ai tanti bambini delle famiglie che si rivolgono per diversi motivi al Centro ascolto diocesano a loro dedicato ogni mercoledì. L’evento, che ha ricevuto il patrocinio di Provincia e Comune ha visto due momenti: una prima fase di raccolta di doni a partire dal 20 novembre durante la quale clienti del negozio, Caritas parrocchiali e cittadini che normalmente si rivolgono al Porto di Fraternità hanno voluto regalare giocattoli a favore dei bambini meno fortunati. Nel pomeriggio del 20 dicembre si è svolta la manifestazione conclusiva, presso il salone multifunzionale nel quale da qualche tempo si svolgono le attività della parrocchia di Shangay. Sono state invitate le famiglie seguite dal centro ascolto diocesano ed alcune segnalate dalle Caritas parrocchiali ed hanno partecipato circa cinquanta bambini. Nei giorni precedenti, alcune volontarie si sono recate in negozio per incartare i regali e suddividerli in base all’età e al sesso dei bambini, e durante la festa, animata con musica e giochi, ci hanno aiutati nella distribuzione. E non

è mancata neanche la merenda! È stata una bella occasione per vivere un momento di festa insieme e riflettere sul senso del Natale. LA VIGILIA Il giorno 24 dicembre a Torretta si è celebrato e festeggiato il grande Natale, alla presenza del Vescovo con la preghiera e lo scambio degli auguri, a seguire abbiamo vissuto la festa insieme. E’ stato un momento semplice ma anche intenso, nel tentativo di creare per quanto è possibile uno spazio accogliente e un clima di casa.

IL PRANZO DI NATALE A VILLA SERENA nche quest’anno l’Associazione PAV (Presenza Amica Volontaria), in collaborazione con la Caritas diocesana e il Comune di Livorno, ha organizzato il pranzo natalizio presso la struttura della Casa di riposo per anziani "Villa Serena" di Montenero, un’occasione per trascorrere alcune ore insieme, coinvolgendo operatori ed utenti del centro di Torretta e non solo, per condividere il pasto e soprattutto esperienze ed idee per il nuovo anno. Presenti al pranzo Gabriele Cantù, assessore all’integrazione sociale del Comune di Livorno, Mauro Matteini, Funzionario Responsabile dell’Ufficio Direzione RSA, Paola Carletti, Responsabile dell’Ufficio "Marginalità e famiglia", Giovanni Bencini, dirigente dell’U.O.va Servizi Sociali e don Gustavo Riveiro, parroco di S. Lucia ad Antignano. A metà pranzo visita del sindaco Alessandro Cosimi. F.F.

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GLI «ESERCIZI» DEI GIOVANI Dal 27 dicembre al 1 gennaio, si sono svolti gli esercizi della carità, alcuni giovani hanno scelto di vivere il tempo delle vacanze nel servizio ai più poveri presso la caritas. Gli esercizi sono terminati nel passare un capodanno alternativo in Caritas animando e attendendo insieme il nuovo anno. Il desiderio è di essere accanto a chi vive momenti difficili ed aprire le porte al nuovo anno nella speranza e nella solidarietà. R.S.; V.V.

Presepe vivente a Quercianella

Rivivere insieme la magia del Natale er iniziativa delle suore Vincenziane, della Pla,Parrocchia e della Pro-loco di Quercianelin prossimità del Natale è stato organizzato il Presepe Vivente. Tutti gli abitanti di Quercianella e gli animali della famiglia Pasquini, si sono dati appuntamento nella piazzetta del paese, per poi in processione riconfluire all’ingresso dell’Istituto delle suore vincenziane alla casa S. Giuseppe per rivivere le varie fasi della Natività; questo grazie anche alla precisa e puntuale regia di suor Giusi e suor Raffaella. Monsignor Pietro Basci Parroco di Quercianella, ha espresso parole di commozione e di gratitudine per il grande impegno dei parrocchiani con molti bambini e delle suore che con la preghiera e la meditazione della Parola di Dio hanno fatto rivivere il mistero del Natale. Infine ha rivolto un messaggio alle famiglie affinchè come Maria e Giuseppe siano sempre unite e capaci di educare i figli, con quell’amore e quella tenerezza che fa superare tutte le difficoltà e hanno in Cristo la guida e la forza per crescere e testimoniare la propria fede. Mo.C.


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

6 gennaio 2013

Presentata agli auguri di Natale L’OPERA SEGNO DELL’ANNO DELLA FEDE Il centro polifunzionale di via Donnini è una realtà: il progetto che a giorni si appresta ad aprire il cantiere è stato presentato ufficialmente dalla Fondazione Caritas e dalla Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, impegnate nella ristrutturazione del complesso con la collaborazione dei Lions

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La giornata mondiale dei Migranti e il congresso dell’Apostolato del Mare

CONSAPEVOLI DELLE NOSTRE DIFFERENZE... n vista del 13 gennaio prossimo Giornata Idocumento Mondiale dei Migranti pubblichiamo il Finale redatto dai Vescovi Promotori, i cappellani di porto e i volontari dell’Apostolato del Mare (A.M.) che in Vaticano si sono riuniti per il XXIII Congresso Mondiale, novant’anni dopo l’approvazione e la benedizione delle prime Costituzioni da parte di Papa Pio XI. Tema era «La nuova evangelizzazione nel mondo marittimo (Nuovi mezzi e strumenti per la proclamazione della Buona Novella)».

La fede senza le opere è morta DI

Nelle foto: in alto il centro come sarà una volta ristrutturato (la sala di aggregazione); i progetti dei due piani dove ci sarà anche la casa dei mestieri e il disegno della facciata

GIULIA SARTI

obbiamo adoprarci concretamente anche in questo che è l’anno della fede perchè la fede senza opere è morta". E l’idea su come farlo, Monsignor Giusti già ce l’ha. La presenta insieme a Suor Raffaella Spiezio, presidente della Fondazione Caritas, durante lo scambio di auguri con le autorità cittadine lo scorso 20 dicembre in vescovado: una nuova struttura in Via Donnini gestita dalla Caritas. "Sarà- spiega suor Raffaella - una struttura polifunzionale. Al piano terra ospiterà un consultorio familiare per e tra famiglie, di sostegno per padri e madri soli con figli. Una zona sarà adibita a centro diurno con laboratori di cucina, arte, musica per ri-motivare le persone in difficoltà lavorative che ci affluiranno, e far sì che la scuola di mestieri, alla cui realizzazione ha collaborato il Lions Club Livorno Host, SVS e Misericordia, col recupero di mestieri che stiamo perdendo come l’elettricista, il riparatore di biciclette, il calzolaio, possa essere l’avvio a un lavoro". Al primo piano sarà invece adibito un dormitorio per persone senza fissa dimora e padri separati con figli. Per i tempi di realizzazione, partirà in questi giorni l’apertura delle offerte per le ditte edili, che andrà avanti fino alla fine di gennaio per poter partire con i lavori agli inizi di febbraio e terminare entro l’anno. Il tutto, circa un milione di Euro, cofinanziato al 50% dalla Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno. È proprio il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmi, l’ Avv. Luciano Barsotti, che parla di un’altra bella iniziativa che si spera possa partire nel nuovo anno in collaborazione con la Diocesi. Si tratta del "microcredito", prestiti di centinaia di Euro in favore di famiglie che difficilmente riescono ad avvicinarsi al sistema bancario tradizionale e che possano permettere loro di "respirare". L’altra bella notizia è il bilancio del primo anno di attività della casa di accoglienza Villa Benedetta sulla via per il Castellaccio, inaugurata proprio in occasione dello scambio di auguri 2011. Oggi in quella casa sono accolte due ragazze madri con un bambino piccolo, una donna vittima di violenza e a breve un’altra mamma col suo bambino, che quotidianamente vengono seguite dalle suore e dai volontari anche nel loro reinserimento lavorativo e nello studio. Una piccola "tirata d’orecchi" il Vescovo la fa invece all’amministrazione cittadina: "Bisogna rivedere la spesa sociale per dare più attenzione ai poveri e lavorare con coerenza e solidarietà per

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fare diventare ricca la nostra città". Se si ha, continua, si può dividere con chi ha meno, ma per dividere occorre fare e creare una cultura del lavoro. "I recenti restauri alla chiesa della Madonna, quelli in partenza a San Ferdinando e quelli in programma alla chiesa Santa Maria del Soccorso per ridare i colori di inizi ’800, vogliono "fare bella Livorno perchè serve anche una rinascita culturale che metta al centro l’uomo e non l’impresa". Dopo la fine della campagna elettorale, il suo intento è di organizzare una serie di incontri su "La Livorno che vogliamo"."Serve un progetto per i prossimi cinque anni-affermaperchè una cosa è certa: così non si va avanti". Prima dei saluti, il vescovo Simone conferma che entro la primavera la Madonna dei Popoli, arrivata alla fase finale con i suoi circa 8 metri di altezza, sarà posizionata alla banchina 76 e parla di un nuovo accordo con una banca toscana per ampliare gli spazi dell’OAMI (Opera Assistenza Malati Impediti) di Borgo San Iacopo in una struttura di via La Pira dove sarà possibile anche l’ippoterapia. L’augurio finale è che i saluti di Natale 2013 possano essere fatti in Via Donnini, nella ormai conclusa nuova struttura.

Riuniti nel nome di Cristo come famiglia dell’A.M., consapevoli delle nostre differenze sociali, culturali e nazionali, noi partecipanti abbiamo assistito al più grande Congresso Mondiale mai organizzato nella storia dell’A.M., a cui hanno preso parte oltre 400 delegati provenienti da 70 Paesi. Questo Congresso si è svolto all’inizio dell’Anno della Fede e dopo la conclusione del Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione, iniziativa della Chiesa volta a portare nuovamente la Buona Novella a tutti gli esseri umani. Nel corso del Congresso gli oratori e il dibattito in Aula ci hanno incoraggiati a trovare risposte creative ai problemi ricorrenti; di profonda ispirazione è stato l’incontro con il Santo Padre Benedetto XVI, che ha rinnovato il nostro mandato: “Desidero oggi rinnovare il mandato ecclesiale che, in comunione con le vostre Chiese locali di appartenenza, vi pone in prima linea nell’evangelizzazione di tanti uomini e donne di diverse nazionalità che transitano nei vostri porti. Siate apostoli fedeli alla missione di annunciare il Vangelo, manifestate il volto premuroso della Chiesa che accoglie e si fa vicina anche a questa porzione del Popolo di Dio, rispondete senza esitare alla gente di mare, che vi attende a bordo per colmare le profonde nostalgie dell’anima e sentirsi parte attiva della comunità”. Torniamo ai nostri porti con il cuore riconfermato e dopo aver vissuto con gioia questo tempo di comunione fraterna, per continuare il nostro ministero di servizio. Invochiamo la grazia di Dio affinché ci aiuti a: * essere strumenti della Nuova Evangelizzazione nel mondo marittimo attraverso un cammino di conversione personale e di formazione del cuore, guidati dalla Dottrina Sociale della Chiesa con l’impiego di tutti i mezzi e gli strumenti della comunicazione, compresi i social media. * Essere strenui difensori della gente di mare nelle assisi politiche e legislative a livello internazionale e locale, cooperando con gli interlocutori sociali per garantire una adeguata applicazione della Convenzione sul Lavoro Marittimo (MLC 2006) e la ratifica di quella sul Lavoro nel Settore della Pesca ILO 188, senza alcun indugio. * Rafforzare la solidarietà tra l’Apostolato del Mare delle diverse nazioni, condividendo le risorse, le buone pratiche e sviluppando competenze nei diversi settori dell’industria marittima, in particolare in quello della pesca. * Aiutare e sostenere le famiglie di marittimi e pescatori, specialmente quelle che vivono difficoltà a causa della criminalizzazione, dell’abbandono o del sequestro dei loro cari. * Sviluppare corsi di formazione al fine di preparare cappellani e volontari qualificati per il ministero e dare ai marittimi la possibilità di diventare apostoli dell’evangelizzazione. * Preparare la celebrazione del centenario dell’Apostolato del Mare nell’ottobre 2020, attraverso un programma di rinnovamento individuale e collettivo. * Accrescere la nostra testimonianza di Cristo mediante un’efficace collaborazione ecumenica, di fronte alle sfide che dobbiamo affrontare, e promuovere il dialogo nella carità con persone di ogni ambiente, cultura e religione. * Sviluppare un ministero di presenza a tutti i livelli dell’industria marittima al fine di approfondire la consapevolezza dell’importanza del benessere dei marittimi. Riponiamo la nostra fiducia nella Vergine Maria, Stella del Mare, affinché ci accompagni in questa navigazione.


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TOSCANA OGGI 6 gennaio 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNO


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