La Settimana n. 4 del 26 gennaio 2014

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IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo

di mons. Alberto Ablondi

una fame quella di amore, è un analfabetismo quello di sapere È amare che forse accomuna l’uomo delle capanne a quello del grattacielo. E ovunque il cristiano offre la sua vera identità quando, con il Vangelo in mano, insegna ad amare non solo Dio, ma dal modo di amare Dio insegna ad amare la moglie, il vicino, la società in cui vive, i figli propri e i figli di nessuno. Ed è consolanto l’avere constatato tante volte che il cristiano, in questa società di amore così povera, si distingue per un amore che riconosce la parità tra uomo e donna e tra gli uomini questa parità provoca rispetto e aiuto reciproco. (Impressioni dopo il viaggio in Tanzania)

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

26 gennaio 2014

SPECIALE ANNO GIUBILARE MARIANO

Maria protegga Livorno ontenero,collina deliziosa che fu un giorno folta di ilici nere,bosco selvaggio ospitale a fiere irsute, ora è un molle tappeto che scende giù dal Santuario verso il mare, un tappeto verde di campi coltivati, argenteo per le chiome degli olivi; e le ville bianche fra superstiti pini e querce maestose paiono fiori primaverili caduti dall’Altare che spende lassù. Salendo i fianchi del colle con la funicolare è come seguire il volo di una rondine che rasentando la terra si alzi con larga curva verso il cielo. Ecco apparire il mare, l’orizzonte si fa più ampio, la visione si dispiega d’attimo in attimo sempre più solenne,sempre più incantevole. Livorno è là, diffusa nell’azzurro; un mosaico incastonato nello zaffiro. E il cerchio del Tirreno si allarga, compaiono le isole come nuvole lontane. Il convoglio è passato tra uliveti e giardini, tra ville nascoste nell’ombra dei parchi, fra siepi che protendono come per un’offerta rami di biancospino; ma la grandiosità del panorama assorbe ed incanta”. Già prima del medioevo è attestata la presenza di un villaggio sparso per la collina di Montenero e la presenza di un presidio nel sovrastante Castello a difesa delle scorrerie delle soldatesche al tempo dei guelfi e ghibellini pisani; inoltre gli antichi documenti attestano la presenza di quattro chiese, oggi distrutte, nel territorio di Montenero: San Lino, Santa Broccaia, San Salvatore, San Fele o Felice e la presenza di un ospedaletto per i viandanti; inoltre vi erano i possessi delle antiche famiglie pisane, di dantesca memoria, come i Gualandi, i Sismondi, i Lanfranchi» (Gino Galletti 1937)

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Che differenza dalla Montenero di oggi!! La formazione del villaggio di Montenero dovette essere lenta. Ma il 15 maggio del 1345 avvenne un fatto straordinario, che avrebbe cambiato la storia di

quell’ameno colle: un pastore storpio, da un pascolo lungo il torrente Ardenza, portava a Montenero un quadro raffigurante una Madonna con un Bambino! Non importa sapere che tipo di relazione ebbe il pastore con l’Icona della Madonna; una cosa è certa il pastore sentì questa voce interiore che gli diceva: “portami sul monte”! In quel momento, solo l’intervento della fede, poteva smuovere il pastore a fare un simile viaggio e poi in quella sua situazione fisica! Ma la fede fece superare ogni ostacolo e il quadro fu traslato sul colle. Il pastore fu premiato perché venne sanato e dietro a lui la storia avrebbe fatto vedere lungo i secoli le turbe dei fedeli litanianti, salmodianti,osannanti al miracolo. Dopo la traslazione della Sacra Icona i frati del Terz’Ordine di San Francesco mantennero il primo oratorio della Vergine; nel 1442 la sacra Immagine venne affidata all’Ordine dei Gesuati, che già abitavano presso il vicino romitaggio della Sambuca, i quali edificarono una bella chiesa che venne consacrata da Jacopo Bourbon dei Marchesi del Monte, Arcivescovo di Pisa, il 23 ottobre 1575. Ma Papa Clemente IX, nel 1668, soppresse l’Ordine dei Gesuati, ed il Santuario venne affidato fino al 1783 ai Padri Teatini che riedificarono un nuovo Santuario, come lo vediamo oggi. Sotto i Padri Teatini,il 17 novembre 1782, venne costituita la Parrocchia di S.Maria di Montenero.Soppressi i Teatini in Toscana dal Granduca Pietro Leopoldo il 1 aprile 1792 il Santuario veniva affidato ai Monaci Benedettini di Vallombrosa! “I pellegrinaggi al Santuario di Montenero cominciarono subito dopo la traslazione della Sacra Immagine sul colle benedetto”. Le cronache attestano, come avvenne il 17 maggio 1592 o nel 1605, la grande affluenza di pellegrini provenienti dalla Lunigiana e dall’Emilia e dal

Dal 27 Gennaio all’8 Dicembre 2014: la Diocesi indice un anno giubilare mariano. Eventi, iniziative, pellegrinaggi, preghiere, all’insegna della devozione a Maria di Montenero, patrona principale della città. golfo della Spezia. Anche le Confraternite toscane salivano a Montenero e provenivano da: Empoli, Pisa, Lucca, Buti, S.Maria a Monte, Fucecchio, Castelfranco, Pietrasanta, Camaiore, Sarzana. Però furono i Livornesi che per primi, nel 1564, a queste pubbliche manifestazioni, diedero una forma organizzata e solenne con pellegrinaggi annuali così disciplinati e devoti,da meritarsi il nome di processioni, le quali diedero origine alle prime relazioni ufficiali tra il Santuario e Livorno”.(D.Emiliano Lucchesi) Infatti, proprio nel 1564, per intercessione della Madonna di Montenero, la città di Livorno fu preservata dalla pestilenza, che fece strage in

tutta l’Italia e così il Comune e gli Anziani proclamarono Maria Santissima di Montenero a Patrona Principale di Livorno e la Confraternita del SS.mo Sacramento e di S.Giulia fece voto di venire, ogni anno,processionalmente al Santuario ed offrire un cero del valore di 10 scudi. “ L’antica degli avi/ Pietà sempre ardente/ Livorno credente/ Cambiata non è” (inno dei Livornesi composto nel 1885) Carissimi quest’anno ricorre il 450° anniversario della proclamazione di Maria Santissima di Montenero a Patrona Pricipale della città di Livorno. “Laus Deo” a cura di don Luca Bernardo Giustarini osb vall, Curato di Montenero

LINEA di Pensiero di Luca Lischi

Pane da moltiplicare avoro,casa e famiglia: tre priorità per assicurare futuro Lla famiglia alle nostre comunità. Il lavoro, bene fondamentale per e la società. «Il lavoro che unge di dignità». Almeno un lavoro che assicuri un reddito di inserimento sociale per non lasciare le persone «nulla facenti». E poi una casa. Almeno un tetto per tutti. Superando quella situazione di paura e di timore che impediscono di innescare una benefica politica della casa. A Livorno al censimento 2011 risultano 70.044 abitazioni per una popolazione di 156.914 persone! Con 2371 case vuote. Credere nella famiglia e nel futuro delle nostre città significa operare e osare con più vigore e decisione per favorire le condizioni di «moltiplicare il pane» e poi saperlo dividere: «questo pane è per tutti».

Un anno dedicato a Maria di Montenero icorre quest’anno il 450° anniversario della proclamazione della Madonna di Montenero patrona principale della città di Livorno (come storicamente racconta don Giustarini nell’articolo in pagina ndr). La Diocesi intende festeggiare questa data indicendo un anno giubilare mariano che partirà dal prossimo 27 Gennaio festa del Voto e si concluderà l’8 Dicembre 2014. In questo anno tutte le feste mariane saranno celebrate con grande solennità a Montenero o nelle chiese cittadine dedicata a Maria. In queste stesse chiese, per concessione della Penitenzieria Apostolica del Vaticano, sarà possibile lucrare l’indulgenza plenaria (per se e per i propri defunti) accostandosi al sacramento della confessione, prendendo l’eucaristia e pregando secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, inoltre dovranno partecipare almeno ad una celebrazione giubilare in onore della Vergine e recarsi in pellegrinaggio a Montenero. Le chiese giubilari sono: la Cattedrale; La Madonna (via della Madonna); S. Sebastiano (con la cappellina dedicata alla Madonna di Loreto); N.Signora di Fatima; S. Giuseppe (con la venerazione alla Madonna della Pietà); N.Signora del Rosario; S. Maria del Soccorso; SS. Annunziata dei Greci; N. Signora di Lourdes; S. Maria di Montenero; Immacolata Concezione (Castiglioncello); S. Teresa a Rosignano Solvay; S. Maria Assunta a Castellanselmo.

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GLI EVENTI PRINCIPALI Gli eventi principali di questo anno saranno: la festa del Voto (27 Gennaio), in cui si ricorda la promessa che i livornesi fecero alla Vergine di Montenero nel 1742, dopo il tremendo terremoto che distrusse la città ma risparmiò gli abitanti (vedi locandina pag. VIII), promessa di non iniziare il carnevale se non dopo questa data e di recarsi a

Messa e offrire 10 libbre di cera votiva all’immagine sacra; l’11 Febbraio festa della Madonna di Lourdes; il 15 Maggio in cui si celebrerà la Giornata del malato al Santuario; il 24 Maggio con il pellegrinaggio dei bambini a Montenero; il 31 Maggio in cui si svolgerà la processione della Madonna del Buon Rimedio; l’8 Settembre, nella Natività della Vergine, con la celebrazione di inizio anno pastorale a Montenero; l’8 Dicembre festa dell’Immacolata con la solenne chiusura dell’anno giubilare. A questi si andranno ad aggiungere altri eventi che saranno organizzati e comunicati durante l’arco dell’anno. Nel mese di Settembre si svolgerà poi un convegno diocesano sul tema: “Livorno e la Vergine Maria” in cui si parlerà delle apparizioni mariane, del caso Livorno e la sua singolarità; dell’iconografia della Vergine, con una meditazione con l’arte e poi delle grandi conversioni avvenute a Montenero e delle grandi vocazioni nate a Montenero. ALTRI EVENTI Ci saranno poi altri eventi come un concorso fotografico mariano ed un concorso nelle scuole di Livorno su Montenero. Durante l’anno infine avrà luogo una Peregrinatio Mariae in carcere e in ospedale. Particolarmente curati quest’anno saranno i pellegrinaggi mensili al Santuario nel terzo Sabato del mese, ogni parrocchia farà poi il proprio pellegrinaggio a Montenero, inoltre sarà distribuita una cartina con tutte le principali edicole mariane presenti in città, cosicché si possa fare una sorta di percorso mariano lungo le strade di Livorno. Su queste pagine ogni settimana sarà presente un articolo di approfondimento sulla Madonna di Montenero e sul suo Santuario. c.d.


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TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

26 gennaio 2014

La giornata dell’amicizia ebraico cristiana

La memoria della deportazione GLI EBREI DI LIVORNO

DIALOGO SUL COMANDAMENTO: NON RUBERAI nticipata a giovedì 16 gennaio perA ché quest’anno il 17 sarebbe stato il giorno in cui il “popolo eletto” accoglie il sabato, la XVIII giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo fra cattolici ed ebrei promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana ha posto al centro della riflessione l’ottava Parola “non ruberai” (Esodo 20,1,15). Ebrei e Cristiani di Livorno, insieme al Rabbino capo Yair Didi e al Vescovo monsignor Simone Giusti, si sono ritrovati prima a pregare nel piazzale antistante la Sinagoga dove durante l’accensione della Menorah hanno recitato i salmi, quindi processionalmente tutti insieme si sono recati al Centro culturale diocesano di via delle Galere dove si sono tenute le riflessioni sul Decalogo. Il Rabbino Yair Didi presentando la tradizione rabbinica che vede una prevaricazione che comporta una sentenza di condanna a morte, benché il verbo ebraico ganab, possa essere interpretato con significati diversi secondo il contesto, fa riferimento alla proibizione del rapimento di persone. Questo risale a tempi antichissimi e si spiega bene in una società dove la riduzione in schiavitù costituiva una prassi non rara. Inoltre nell’esperienza dell’Alleanza tra Dio e Israele, il ricordo della schiavitù evocava immediatamente l’intervento liberatore di Dio dall’oppressione dell’Egitto per chiamare il popolo ad un patto di amore e di salvezza, di pace e di giustizia. Questi aspetti sono ancora adesso attuali, in una società globalizzata, dove purtroppo sono sempre presenti forme sia antiche che moderne di sfruttamento di persone, di asservimento e umiliazione fisica e psicologica. Rav Yair Didi ha ricordato infine come i Comandamenti non debbano essere letti dividendo fra quelli che riguardano Dio (i primi 3) e il prossimo, ma il rapporto Dio-uomo deve essere collegato sempre in quanto l’uomo essendo “immagine e somiglianza di Dio”, ha una dignità che va rispettata nella sua integrità. La Dottoressa Caterina Meucci, del Movimento dei Focolari, ha spostato lo sguardo sull’altro aspetto del rapporto degli uomini con i beni materiali e anche degli uomini tra loro in vista e a causa dei beni materiali. Nel Vangelo Gesù è molto chiaro: la ricchezza-denaro o possesso non è la ricchezza desiderabile; solo Dio è oggetto degno della nostra ricerca e del nostro desiderio e Matteo presenta questa espressione: “Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e il resto vi sarà dato per giunta”. Quindi più che rubare, c’è da considerare il fatto che se i beni vengono visti come un valore in sé, ecco che cadiamo in una forma di idolatria che ci porta a peccare di avidità, avarizia; questi beni non vengono più usati come strumenti di servizio al prossimo. Il furto nella odierna società ha poi acquisito nuove forme, tra cui la speculazione, la corruzione, l’evasione fiscale. Se poi consideriamo tutti quei comportamenti lesivi della persona cui aveva già fatto cenno il Rabbino, dove è la dignità in primis ad essere messa in pericolo. A tal proposito si fa sempre più insistente il richiamo della dottrina sociale della Chiesa che dal Concilio Vaticano II in poi continuamente richiama ai due criteri fondamentali perché vi sia il giusto orientamento in ambito sociale, economico e politico. Il primo criterio è la giustizia che da sola non basta a costruire la città dell’uomo: ci vuole pure la carità. Igino Giordani diceva: “La giustizia fonda la società, la carità la nutre. La giustizia è il cervello; la carità è il cuore. La giustizia è lo scheletro; la carità è il sangue: una è umana, l’altra è divina”. Il secondo criterio è la fraternità basata sul principio del bene comune. Senza una prospettiva di fraternità nella giustizia, lo sviluppo non sarà mai integrale. Don Piotr Kownacki direttore del CeDoMEI, nel ricordare l’importanza del Decalogo non come insieme di precetti negativi, ma come indicazione per uscire dal nostro egoismo, ha invitato a proseguire in questo dialogo dove condividendo gli stessi sentimenti di gratitudine al Signore uniamo la corresponsabilità e la volontà di impegnarci sempre di più, perché trovino attuazione la giustizia e la fraternità tra gli uomini. Monica Cuzzocrea

In città sono state impiantate altre due pietre d’inciampo, a ricordo degli ebrei deportati on c’è futuro senza memoria» e «Memoria della deportazione degli ebrei di Livorno» sono state queste le parole riportate sullo striscione che è stato srotolato nella Piazza del Comune, realizzato dalla Comunità di S. Egidio e dalla Comunità Ebraica Livornese, in collaborazione con la Diocesi, il Comune e alcune scuole cittadine. Dietro lo striscione, sorretto dai membri delle due Comunità e da alcuni cittadini stranieri, venivano esposti da bambini e ragazzi dei cartelli che ricordavano i nomi tristemente noti dei campi di sterminio nazisti, da Treblinka a Sobibor, da Bergen Belsen a Dachau, da Mathausen a Auschwitz Birkenau, non tralasciando purtroppo anche la Risiera di San Sabba. A nome della Comunità di Sant’Egidio, Sabatino Caso, ha aperto la manifestazione ricordando le vittime della Shoah e ha dato la parola al presidente della Provincia Giorgio Kutufà. In particolare -ha detto il presidente- oggi vogliamo ricordare Frida Misul e Isacco Baiona, «due persone che ho potuto conoscere personalmente», negli ultimi colloqui con Baiona, egli mi ricordava con gran commozione gli orrori che aveva dovuto subire. Kutufà ha poi evidenziato che il razzismo e la violenza sono ancora ben presenti nella nostra società ed è necessario ancora combattere la logica dell’uomo che si fa carnefice di un altro uomo. La nostra società -ha aggiunto- fa fatica ad accogliere coloro che fuggono dai paesi in guerra, va allora dato un ringraziamento alla Comunità di Sant’Egidio che opera perché lo spirito di accoglienza sia sempre presente e attivo, Livorno deve molto alla Comunità Ebraica e proprio in questo spirito di accoglienza che ha caratterizzato da sempre la nostra città dobbiamo guardare al futuro.

Perché non si ripetano mai più gli orrori della Shoah

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Mario Tredici, assessore alle Culture del Comune, ha detto di partecipare con grande emozione alla manifestazione che ricordava due persone che avevano lasciato un grande rimpianto nella città. La memoria è un fatto importante e per questo motivo il prossimo 28 Gennaio sulla facciata del Comune sarà collocata una lapide con una frase di Primo Levi per solennizzare questo drammatico avvenimento. Tredici ha poi ricordato la figura di Baiona che dei 17 ebrei arrestati al Gabbro è stato l’unico a ritornare vivo, e quella di Frida Misul, per la quale il Comune aveva ristampato il Diario (che è stato distribuito ai presenti alla manifestazione), «una persona che è viva sempre nei nostri cuori» e ha letto alcune frasi del suo Diario, tra cui questa: «Mi auguro che specialmente i giovani, leggendo queste mie righe, sentano la responsabilità di

vigilare ed impedire in ogni modo che certi errori ed orrori non siano più ripetuti». Il corteo si è poi snodato per le vie del centro e lo scultore Gunter Demnig, autore delle “pietre d’inciampo” che furono oggetto della

manifestazione dello scorso anno, ha collocato due nuove “pietre” in Via della Posta e in Via Chiarini, in vicinanza delle abitazioni in cui avevano dimorato Isacco Baiona e Frida Misul. Il corteo si è poi spostato nel cortile antistante la Sinagoga e nel ricordo dei sei milioni di ebrei periti nella Shoa sono stati accesi i bracci del candelabro da parte delle autorità presenti: il Capo di Gabinetto della Prefettura, seguito dall’Ammiraglio della Accademia navale, dall’Assessore alla Cultura, dal Presidente della Provincia, dal Vicario generale della Diocesi, da un rappresentante della Comunità di Sant’Egidio e da quello della Comunità Ebraica e per finire dal Rabbino della Comunità. Don Ivano Costa a nome della Diocesi ha poi espresso «la convinta partecipazione della comunità cattolica» all’iniziativa, la terribile tragedia della Shoah è una ferita per

la cultura occidentale, una ferita per il suo cuore, e da questo cuore squarciato ha auspicato che possano sgorgare «sentimenti di amore, di rinascita, di senso profondo di umanità». Anna Aiello della Comunità di Sant’Egidio ha ricordato una frase di Baiona: «la mia vita è memoria» e da quella memoria -ha aggiuntoriceviamo un grande incoraggiamento ad andare avanti, con scelte concrete, per costruire la vita del futuro, una vita migliore per tutti. Il presidente della Comunità Ebraica, Vittorio Mosseri, ha ricordato la frase di Primo Levi: «si deve sopravvivere per poter testimoniare», perché tanti saranno coloro che non crederanno allo sterminio e negheranno la Shoah. Fare memoria dunque «significa soprattutto combattere l’indifferenza», e ha poi lamentato come ancora oggi nelle scuole l’insegnamento della Seconda Guerra mondiale e le vicissitudini degli ebrei siano poco studiate e conosciute. La cerimonia è terminata con le parole del Rabbino Yari Didi che ha evidenziato come la Shoah sia stata «la tragedia più grande per il nostro popolo» e in lingua ebraica ha recitato un Salmo e la preghiera in memoria di Frida Misul e Isacco Baiona. Gianni Giovangiacomo

Nelle foto: in alto l’accensione della Menorah davanti alla Sinagoga e il corteo nel giorno del ricordo della deportazione a cui hanno partecipato i ragazzi delle scuole; più sotto i bambini che lasciano i loro biglietti sulla pietra d’inciampo di Frida Misul e sotto ancora la preghiera con don Kownacki, il vescovo Giusti e il rabbino Didi.


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

26 gennaio 2014

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TESTIMONI: Francesca Pedrazzini

L’INTERVISTA ALL’INGEGNER Alessandro Franzoni

IO NON HO PAURA o non ho paura – La storia di Francesca «Paolo,IPedrazzini» è un volume edito dalla San scritto da Davide Perillo, direttore della

Una sfida per crescere Nel nostro viaggio attraverso le eccellenze del territorio, siamo andati a scoprire una delle aziende «gioiello» di Livorno: la WASS DI

MARTINA BONGINI

pesso quando percorriamo le strade della nostra città non ci accorgiamo che intorno a noi esistono realtà che neanche potevamo immaginare, grandi fiori all’occhiello del nostro territorio che rimangono sconosciute. L’azienda Wass è una di queste, un’impresa che dal 1995 è entrata a far parte del Gruppo Finmeccanica, operante nel settore dei sistemi avanzati subacquei che ha la sede principale a Livorno ed un distaccamento a Napoli. Per conoscere quest’eccellenza del territorio, abbiamo incontrato l’amministratore delegato della Wass, l’ingegner AlessandroFranzoni, livornese doc, al quale abbiamo rivolto qualche domanda sul mondo delle imprese.

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Come nasce la WASS (Whitehead Sistemi Subacquei)? «La storia della Wass inizia nel 1878 a Fiume; per una serie di eventi fu acquistata dalla famiglia Orlando di Livorno nel 1924 che decise di mantenere comunque la produzione di siluri nell’allora città dell’Impero AustroUngarico. Nel frattempo, grazie anche alla spinta della classe politica di allora e degli altri azionisti, a Livorno nasce la Motofides, sempre del gruppo Orlando, che si occupa di produzione di motori per autotrazione. Successivamente, la crescente crisi e l’esigenza di portare a Livorno "qualcosa di strategico" darà vita alla prima fabbrica sul territorio che porta ancora il nome dell’ingegnere inglese Robert Whitehead». Quanti impiegati ci sono alla Wass? «La nostra azienda conta circa 450 dipendenti di cui 80 sono nella sede di Napoli. L’età media, è circa di quarant’anni: una realtà piuttosto giovane e con una scolarità elevata, se si pensa che circa il cinquanta per cento è in possesso del titolo di laurea. La presenza di operai è inferiore anche perché la parte dell’assemblaggio della prova e della consegna è a carico nostro mentre per la costruzione ci avvaliamo di imprese esterne». Di che cosa si occupa l’azienda? «La funzione principale è quella della progettazione. La caratteristica peculiare della Wass è quella dell’innovazione: essere

sempre un passo avanti. Certo, le radici, la tradizione e la storia sono ingredienti fondamentali per realizzare un buon progetto di azienda ma la grande risorsa è la grande capacità di innovazione, di rinnovo e ricerca che continuamente deve essere alimentata. Abbiamo a disposizione ingegneri qualificati e preparati, basti pensare alla grande fucina di talenti che la stessa università di Pisa e la Scuola Superiore Sant’Anna ci regala, grazie agli ambienti stimolanti e divertenti, che mettono a disposizione». Ma… «Devo riconoscere che dal punto di vista culturale spesso il livornese è piuttosto provinciale e per fare questo tipo di lavoro è necessario essere pronti ad aver un approccio variegato; fare delle esperienze all’estero senza alcun dubbio è un elemento che valorizza, in un lavoro come questo che ha interlocutori soprattutto internazionali è fondamentale, in particolar modo per capire non soltanto le culture che si incontrano ma anche la mentalità degli altri paesi che spesso differisce dalla nostra. Noi ad esempio diamo la possibilità, tramite alcune aziende partecipate all’estero, di fare questo tipo di esperienza: ad oggi abbiamo dieci persone che stanno lavorando in Francia». Che cosa consiglierebbe ad un giovane laureato? «Innanzitutto di accettare

qualsiasi tipo di sfida gli venga proposta; perché soltanto così si può fare esperienza e si può crescere. Senza dubbio poi l’amore per le altre culture, la passione per il lavoro ed una grande curiosità che possa fare da motore che alimenta il tutto». Lei è livornese ma ha lavorato in altre città per poi tornare nella sua città natale. Che cosa è cambiato e in che cosa Livorno dovrebbe cambiare? «Andare via da Livorno senz’altro è stata un’esperienza di crescita e tornare a lavorare nella mia città è stata una sorpresa, non lo avevo programmato ma la vivo come una sfida per cercare di fare qualcosa di utile per la mia città, anche se devo confessare, non è facile. I livornesi dicono di voler bene a Livorno ma in realtà ben pochi fanno qualcosa di concreto e tangibile per la città. Credo che sia necessario cambiare l’atteggiamento, solo così sarà possibile costruire qualcosa, non solo a livello industriale ed economico ma anche sociale e culturale. L’intento della Wass è quello di continuare a far crescere l’azienda e il territorio

cercando di coinvolgere altre aziende che vogliono sposare il nostro modo di fare ovvero rispondendo alle esigenze dei nostri clienti grazie alla buona qualità dei nostri prodotti». La Wass opera soprattutto per la difesa ma esistono progetti di carattere civile? «Oggi l’innovazione e le nuove tecnologie nascono magari con uno scopo che però può essere utile anche per altro. L’ingegneristica si occupa di risolvere problemi di qualsiasi tipo. L’attenzione della nostra azienda si è nel tempo spostata sulla produzione di tecnologie per risolvere problemi in ambito subacqueo, di sicurezza, di protezione ambientale. Il progetto V-Fides, ad esempio, co-finanziato dalla Regione Toscana, ha visto la realizzazione di un veicolo subacqueo capace di monitorare la presenza di agenti inquinanti nei fondali; uno strumento dunque nato non solo per la sorveglianza e la raccolta di informazioni per la sicurezza e la manutenzione delle istallazioni industriali ma anche per il monitoraggio ambientale».

Alcune INFORMAZIONI CHE COS’È LA WASS? Whitehead Sistemi Subacquei (WASS) è riconosciuta come una delle principali aziende operanti nel settore dei Sistemi Avanzati Subacquei. L’AZIENDA PRODUCE: Siluri pesanti e leggeri Sistemi di contromisura anti siluro per sommergibili e navi di superficie Sistemi sonar per la sorveglianza subacquea La WASS, che prende il nome dall’ingegnere Robert Whitehead, inventore del 1° siluro al mondo nel 1875, entra a far parte del Gruppo Finmeccanica nel 1995. I prodotti WASS sono stati selezionati e messi in servizio da diverse Marine Militari di tutto il mondo. In particolare, l’ultimo Siluro Pesante sviluppato, il Black-Shark, è attualmente in produzione ed è già stato integrato con successo a bordo di sommergibili di tutti i principali produttori mondiali. Inoltre, WASS si distingue sul mercato per il servizio di supporto tecnico fornito all’acquirente per tutta la durata operativa dei propri sistemi. WASS, con stabilimenti a Livorno e Napoli, impiega ingegneri altamente qualificati che sono responsabili della progettazione, sviluppo, produzione e vendita di tutti i prodotti. L’azienda è presente in più di ventisette paesi in tutto il mondo.

rivista Tracce, periodico di Comunione e Liberazione. Proprio su questa rivista Perrillo aveva pubblicato uno spaccato della vita di Francesca (Franci per i tantissimi amici, Chicca per i famigliari) che di Comunione e Liberazione era stata una attiva esponente. Nella prefazione Padre Lepori, Abate Generale Cistercense e amico di famiglia, nel dare un giudizio sulla storia luminosa e coraggiosa della vita di Francesca, dice: «Solo un “io”abbracciato da Cristo può dominare e vincere la paura della morte e il dolore del distacco». Il libro delinea dunque il percorso umano e spirituale di Francesca fino all’incontro con una presenza reale: Cristo. Dopo aver percorso una vita abbastanza comune, come quella di tante persone, quando aveva capito di essere alla fine aveva detto al marito Vincenzo di non preoccuparsi «perché io sono in pace, sono certa di Gesù e curiosa di vedere quello che mi aspetta». Aveva salutato i fratelli, i genitori e gli amici più cari, uno ad uno, dicendo: «Sono tranquilla, perché il tempo è servito ad affidarmi». Aveva baciato i suoi tre bambini, accarezzandoli: «Vado in un posto bellissimo, da Gesù. E quando sarò lì, dovete fare una festa». Ed era morta dicendo: «Io non ho paura». Perillo descrive la vita di Franci da quando entra alla Zolla, una scuola elementare milanese nata da un gruppo di genitori cattolici legati a Comunione e Liberazione e da lì iniziano per lei alcune amicizie che dureranno per tutta la vita. Nel settembre 1989 Francesca entra all’VIII Liceo Scientifico Piero Bottoni e lì incontra don Mario Peretti che le fa scoprire ex novo il cristianesimo e inizia a collaborare con Gioventù Studentesca e alla stesura del giornalino degli studenti. Fa moltissime amicizie, anche fra chi non crede, tra queste c’è Barbara che si era fatta esonerare dall’ora di religione e che in seguito dirà: la Franci è stato il modo di Gesù per entrare nella mia vita. All’amica Sara scrive: Quello che abbiamo incontrato è Gesù. Non lo perderai mai. Non dipende da quello che fai o non fai. La felicità nella vita è incontrare Lui. Dopo la maturità con CL fa il pellegrinaggio a Czestochowa, poi decide di scegliere come università la Cattolica dove i giovani di CL emergono per “l’impegno negli organi studenteschi. Le iniziative culturali. L’appoggio agli studenti. Soprattutto e dentro tutto, l’educazione alla fede”. Nel 1995 Francesca si fidanza con un altro giovane di GS della Cattolica,Vincenzo Casella, che poi sposerà nel 2000. Nel 1998 si laurea in Legge e nel 1999 inizia uno stage alla Hewlett Packard dove viene poi assunta e inizia a far parte di un «gruppo di fraternità» che la spinge a «vivere l’amicizia con le persone più vicine come aiuto reciproco alla crescita nella fede e alla santità». Dopo due anni di matrimonio nasce Cecilia poi arriveranno Carlo e Sofia, entrambi a distanza di tre anni uno dall’altra. Con l’arrivo di Cecilia l’impegno di lavoro si fa più faticoso, la HP si ristruttura e Franci accetta la buonuscita e si cerca un nuovo lavoro. Nella scuola Francesca scopre la sua vera vocazione lavorativa. Ha un rapporto entusiasmante con i suoi allievi che segue anche quando vanno all’università. Nel febbraio 2010 tutta la famiglia va a passare un fine settimana in Val d’Aosta, al ritorno sente sotto il seno destro un “nocciolino”. Il nodulo va operato, l’intervento è per il 17 marzo, il giorno prima le dicono che deve subire una mastectomia e l’operazione va bene, il decorso non ha problemi tanto che i medici decidono che non servono chemio o radioterapia e all’inizio della primavera le dicono che è guarita. A settembre dell’anno seguente i risultati degli esami sono invece sballati e i controlli successivi danno un esito terribile: metastasi alle ossa e al fegato. Da lì comincia il calvario. Radio e chemioterapia da ottobre a marzo.Tra ricoveri e periodi passati a casa spesso tra letto e divano, perché i dolori arrivano in fretta – e mordono – e le ossa sono fragili, a cominciare dalla spina dorsale. E poi il cortisone, i gonfiori. Le complicazioni, quando ci si mette di mezzo anche un’embolia polmonare. Francesca non si da per vinta, l’amica Maddalena racconta: Lei vedeva tutto in positivo. Certo, diceva di doverlo fare anche perché un atteggiamento così aiutava le cure. Ma credeva molto nella guarigione.Tu andavi a trovarla con un macigno sul cuore e ne uscivi leggera.Ti parlava della situazione, ma ti sollevava. C’era letizia: la battuta, l’autoironia … un fondo gioioso. Alla fine uscivi che avevi passato un bel pomeriggio.Ti dicevi: ma non ha un tumore? Francesca muore a 38 anni lasciando il marito e tre bambini, poco tempo prima aveva detto all’amica «Non c’è mai stato un momento in cui Gesù mi ha lasciata disperata. Anche nei momenti più brutti io ho trovato sempre una persona che mi ha ridato la speranza». Gianni Giovangiacomo


IV

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LA SETTIMANA DI LIVORNO

Agenda del VESCOVO

VENERDÌ 24 GENNAIO Nella mattina, udienze laici in vescovado 12.00 S. Messa in ricordo del dr.Massimo Ceccarini alla chiesa di S. Giuseppe in ospedale 15.30 a Pistoia, convegno catechistico regionale SABATO 25 GENNAIO 9.00 a Pistoia, convegno catechistico regionale DOMENICA 26 GENNAIO 10.00 S. Messa e ingresso di don Rosario Esposito a nuovo parroco della chiesa di S. Maria Assunta a Castell’Anselmo 16.00 incontro con la comunità figli di Dio alla chiesa dei Sette Santi LUNEDÌ 27 GENNAIO 11.00 in prefettura, cerimonia in ricordo della "Giornata della Memoria" 17.30 Festa del Voto. Omaggio floreale in piazza Grande e a seguire S. Messa in cattedrale. Apertura dell’anno giubilare mariano (vedi locandina pag. VIII) MARTEDÌ 28 GENNAIO 9.00 consiglio d’amministrazione della Fondazione Caritas 11.00 Udienze clero in vescovado Nel pomeriggio il Vescovo è a Roma per la commissione Beni Culturali della CEI MERCOLEDÌ 29 GENNAIO Il Vescovo è a Roma per la commissione Beni Culturali della CEI GIOVEDÌ 30 GENNAIO Nella mattina, udienze clero in vescovado 15.30 incontro con la segreteria della pastorale giovanile in vescovado 19.00 Lectio Divina in Seminario 21.15 incontro con il consiglio pastorale diocesano in vescovado VENERDÌ 31 GENNAIO 9.00 in occasione della festa di San Giovanni Boasco, S. Messa per le scuole Salesiane in cattedrale Nella mattina, udienze laici in vescovado 18.00 apertura della Settimana per la vita nel salone parrocchiale della chiesa di S. Rosa 21.15 a Casciana Terme, incontro con i catechisti, animatori e genitori dal titolo: "Insieme per un ambizioso progetto" SABATO 1 FEBBRAIO 9.30 in vescovado, incontro con i consigli pastorali affari economici di tutte le parrocchie 16.00 S.Messa e visita alle suore anziane di Via dell’Ambrogiana, in occasione della Giornata della Vita consacrata DOMENICA 2 FEBBRAIO 9.30 saluto all’assemblea nazionale di Azione Cattolica in vescovado 10.30 S. Messa per la Festa di San Giovanni Bosco alla chiesa del Sacro Cuore (Salesiani) 17.30 procesisone e S. Messa per la Giornata della Vita Consacrata e l’inizio della Settimana per la Vita

BREVI DALLA DIOCESI

Settimana di preghiera VENERDÌ 24 GENNAIO ALLE 18.00 Presso la chiesa Battista a Villa Corridi, in collaborazione con l’Unità pastorale dei Tre Arcangeli, preghiera e conclusione della Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani

Incontro Consigli Affari Economici delle parrocchie SABATO 1 FEBBRAIO ALLE 9.30 In vescovado, incontro con i responsabili dei consigli pastorali affari economici di tutte le parrocchie della Diocesi

Diocesi informa PROGRAMMA SETTIMANA PER LA VITA 2014

“GENERARE FUTURO” 31 venerdì, ore 18.00, Sala parrocchiale S. Rosa: “Lui e l’aborto” di Antonello Vanni, presenta Maurizio Shoepflin (filosofo, giornalista) e tratterà l’aspetto psicologico ed esperienziale Padre Maurizio De Sanctis. Sabato 1 febbraio, ore 21.00, Sala parrocchiale S. Ferdinando: “Il miracolo della vita” cortometraggio di Gianni Minoli, presenta Monica Cuzzocrea e Daniela Musumeci. Domenica 2 febbraio, Giornata della “Vita consacrata” e “Giornata per la Vita”, ore 17.30: Chiesa della Purificazione (via della Madonna), ore 18.00 S. Messa in Cattedrale; a seguire cortometraggio (15 minuti) “Gianna Jessen, la bambina di Dio” testimonianza di una sopravvissuta all’aborto. Venerdì 7 febbraio, ore 21.00, Sala parrocchiale S. Croce, Rosignano Solvay: “I nostri bambini visti da Jerome Lejeune”, presenta Lucia Gelli. Martedì 11 febbraio, “Giornata del malato” S. Messa in ospedale alle ore 16.00, a seguire incontro: ”Tra accanimento terapeutico ed eutanasia” Laura Guerrini (neonatologa AOPU Pisa). Venerdì 21 febbraio ore 21.00, Teatro Salesiani: “Bene comune” atto unico di Mimmo Muolo con la compagnia Spes on stage, a seguire incontro tra attori e pubblico.

Libri da LEGGERE

di Mo.C.

Fratel Michael David – Etty Hillesum, umanità radicata in dio- Ed. Paoline, pp. 138, euro 15,00 Ricorrono cento anni dalla nascita di una delle figure più brillanti e profonde della spiritualità che non possiamo etichettare in quanto senza confini. Si tratta di Etty Hillesum nata in Olanda, da una famiglia della borghesia intellettuale ebraica, morta ad Auschwitz il 30 novembre 1943. Appassionata di letteratura e filosofia, pur essendo ebrea, non era praticante e neppure si faceva domande sulla fede; è durante la guerra, quando già la persecuzione verso i suoi correligionari aveva assunto connotazioni drammatiche, inizia un percorso umano e spirituale che la porta coscientemente a voler condividere pienamente le sorti del suo popolo, fino al sacrificio estremo. Negli anni ottanta i suoi manoscritti, fino ad allora nascosti, vengono pubblicati e la sua spiritualità si spande a macchia d’olio con quanti ne vengono a conoscenza. Fratel David autore di questo bellissimo saggio, è fra coloro che avendola studiata più nel profondo ritengono quanto mai opportuno proporla come modello spirituale anche alle giovani generazioni. Giovanni Reale, uno dei più grandi filosofi contemporanei, nella prefazione, pone anche l’accento sulla sua attenzione al dolore e alla sofferenza, che gli uomini di oggi tendono ad allontanare e rimuovere, perché è proprio il dolore che amplia gli orizzonti di conoscenza dell’uomo e gli fa comprendere cose che in altro modo non si capiscono e di conseguenza è una via che porta a Dio. Nei suoi scritti infatti Etty dice: “Se tutto questo dolore non allarga i nostri orizzonti e non ci rende più umani liberandoci dalle piccolezze e dalle cose superflue di questa vita, è stato inutile”


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L’amore cristiano è concreto e generoso, non è quello delle telenovele

“Noi in Dio e Dio in noi: questa è la vita cristiana. Non rimanere nello spirito del mondo, non rimanere nella superficialità, non rimanere nella idolatria, non rimanere nella vanità. No, no: rimanere nel Signore. E Lui contraccambia questo: Lui rimane in noi. Ma, primo, rimane Lui in noi. Tante volte lo cacciamo via e noi non possiamo rimanere in Lui. E’ lo Spirito quello che rimane”. Chiarita la dinamica dello spirito che muove l’amore cristiano, Papa Francesco passa a esaminare la carne. “Rimanere nell’amore” di Dio, afferma, non è tanto un’estasi del cuore, "una cosa bella da sentire": “Guardate che l’amore di cui parla Giovanni non è l’amore delle telenovele! No, è un’altra cosa. L’amore cristiano ha sempre una qualità: la concretezza. L’amore cristiano è concreto. Lo stesso Gesù, quando parla dell’amore, ci parla di cose concrete: dare da mangiare agli affamati, visitare gli ammalati e tante cose concrete. L’amore è concreto. La concretezza cristiana. E quando non c’è questa concretezza, si può vivere un cristianesimo di illusioni, perché non si capisce bene dove è il centro del messaggio di Gesù. Non arriva questo amore ad essere concreto: è un amore di illusioni, come queste illusioni che avevano i discepoli quando, guardando Gesù, credevano che fosse un fantasma”. Il “fantasma” è quello che appunto – nell’episodio del Vangelo di oggi – i discepoli scorgono meravigliati e timorosi venire verso di loro camminando sul mare. Ma il loro stupore nasce da una durezza di cuore, perché – dice lo stesso il Vangelo – “non avevano compreso” la moltiplicazione dei pani avvenuta poco prima. “Se tu hai il cuore indurito – commenta Papa Francesco – tu non puoi amare e pensi che

«Lo stesso Gesù, quando parla dell’amore, ci parla di cose concrete: dare da mangiare agli affamati, visitare gli ammalati e tante cose concrete. L’amore è concreto. La concretezza cristiana. E quando non c’è questa concretezza, si può vivere un cristianesimo di illusioni, perché non si capisce bene dove è il centro del messaggio di Gesù. Non arriva questo amore ad essere concreto: è un amore di illusioni, come queste illusioni che avevano i discepoli quando, guardando Gesù, credevano che fosse un fantasma»

bene, Lui si immischia nella storia e arrangia la situazione e va avanti con noi. Ma pensiamo alla genealogia di Gesù Cristo, a quella lista: questo genera questo, questo genera questo, questo genera questo… In quella lista di storia ci sono peccatori e peccatrici. Ma come ha fatto il Signore? Si è immischiato, ha corretto la strada, ha regolato le cose. Pensiamo al grande Davide, un grande peccatore e poi un grande santo. Il Signore sa! Quando il Signore ci dice ‘Con amore eterno, Io ti ho amato’ si riferisce a questo. Da tante generazioni il Signore ha pensato a noi, a ognuno di noi!”.

il Signore vuole preparare i suoi discepoli alla loro nuova missione. “E’ proprio di Dio, dell’amore di Dio” – afferma Papa Francesco – “preparare le strade … preparare le nostre vite, per ognuno di noi. Lui non ci fa cristiani per generazione spontanea: Lui prepara! Prepara la nostra strada, prepara la nostra vita, da tempo”:

“Mi piace pensare – afferma Papa Francesco - che il Signore abbia i sentimenti della coppia che è in attesa di un figlio: lo aspetta. Ci aspetta sempre in questa storia e poi ci accompagna durante la storia. Questo è l’amore eterno del Signore; eterno, ma concreto! Anche un amore artigianale, perché Lui va facendo la storia, va preparando la strada a ognuno di noi. E questo è l’amore di Dio” che “ci ama da sempre e mai ci abbandona! Preghiamo il Signore di conoscere questa tenerezza del suo cuore”. E questo – osserva - è “un atto di fede” e non è facile credere questo:

l’amore sia quello di figurarsi cose. No, l’amore è concreto”. E questa concretezza, soggiunge, si fonda su due criteri: “Primo criterio: amare con le opere, non con le parole. Le parole le porta via il vento! Oggi sono, domani non sono. Secondo criterio di concretezza è: nell’amore è più importante dare che ricevere. Quello che ama dà, dà ... Dà cose, dà vita, dà se stesso a Dio e agli altri. Invece chi non ama, chi è egoista, sempre cerca di ricevere, sempre cerca di avere cose, avere vantaggi. Rimanere col cuore aperto, non come era quello dei discepoli, che era chiuso, che non capivano niente: rimanere in Dio e Dio rimane in noi; rimanere nell’amore”.

L’amore di Dio aggiusta le nostre storie storte L’amore di Dio aggiusta i nostri sbagli, le nostre storie di peccatori, perché il Signore non ci abbandona mai, anche se noi non capiamo il suo amore. Gesù chiama Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni: stanno pescando, ma lasciano subito le reti e lo seguono. Commentando il Vangelo del giorno, il Papa sottolinea che

“Sembra che Simone, Andrea, Giacomo, Giovanni siano stati qui definitivamente eletti, sì sono stati eletti! Ma loro in questo momento non sono stati definitivamente fedeli! Dopo questa elezione hanno sbagliato, hanno fatto proposte non cristiane al Signore: hanno rinnegato il Signore! Pietro in grado superlativo, gli altri per timore: sono spaventati e sono andati vita. Hanno abbandonato il Signore. Il Signore prepara. E poi, dopo la Resurrezione, il Signore ha dovuto continuare questo cammino di preparazione fino al giorno di Pentecoste. E dopo Pentecoste anche qualcuno di questi - Pietro, per esempio - ha sbagliato e Paolo ha dovuto correggerlo. Ma il Signore prepara”. Così – prosegue il Papa - il Signore “ci prepara da tante generazioni”: “E quando le cose non vanno

“Perché il nostro razionalismo dice: ‘Ma come il Signore, con tante persone che ha, pensa a me? Ma ha preparato la strada a me!’. Con le nostre mamme, le nostre nonne, i nostri padri, i nostri nonni e bisnonni… Il Signore fa così. E’ questo il suo amore: concreto, eterno e anche artigianale. Preghiamo, chiedendo questa grazia di capire l’amore di Dio. Ma non si capisce mai! Si sente, si piange, ma capirlo di qua, non si capisce. Anche questo ci dice quanto grande è questo amore. Il Signore che ci prepara da tempo, cammina con noi, preparando gli altri. E’ sempre con noi! Chiediamo la grazia di capire col cuore questo grande amore”.

S. MARTA

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«Noi in Dio e Dio in noi» L’amore cristiano ha sempre la caratteristica di essere “concreto”. Quindi, è un amore che “è più nelle opere che nelle parole”, è “più nel dare che nel ricevere”. Lo ha riaffermato Papa Francesco, in una delle sue omelie alla Messa presieduta in Casa Santa Marta. Nessuna romanticheria: o è un amore altruista e sollecito, che si rimbocca le maniche e guarda ai poveri, che preferisce dare piuttosto che ricevere, o non ha niente a che vedere con l’amore cristiano. Papa Francesco è netto sulla questione e si lascia guidare, nella riflessione, anzitutto dalle parole della prima Lettera di Giovanni, in cui l’Apostolo insiste nel ripetere: “Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi”. L’esperienza della fede, osserva il Papa, sta proprio in questo “doppio rimanere”:

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dalla CASA

LE OMELIE DI PAPA FRANCESCO.....

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TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

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PARROCCHIE & Co. di Giulia Sarti

UN SITO MULTILINGUE PER LA PARROCCHIA DI SAN SEBASTIANO

La parrocchia dei CAPPUCCINI

Un’iniziativa della Caritas parrocchiale per i più bisognosi

Sosteniamo le passioni, sosteniamo le persone onvento dei Cappuccini della Parrocchia della Santissima Trinità. Ore 10 circa. Suonano alla porta, Padre Mario va ad aprire, saluta, dice di attendere un momento e va a pescare dal cestino degli spiccioli. 1 Euro è “l’accordo” che ormai c’è tra di loro. Una scena che in una mattinata può ripetersi anche più di una volta soltanto. «Devo dire che da quando sono diventato parroco qui a Livorno, un anno e mezzo fa, non ho trovato tanti di questi “abitudinari”. La maggior parte di chi viene a chiedere aiuto, data la situazione familiare può accedere al pacco alimentare mensile della Caritas parrocchiale e si è abituato a farlo». Un lavoro portato avanti da un gruppetto di circa 6 persone che richiede tanta pazienza e fiducia nella provvidenza. Ogni mese vengono confezionati circa 60 pacchi che raggiungono cioè almeno il doppio delle persone. «Carlo, il responsabile principale, li conosce uno per uno, parla con loro e poi si consulta con me per poter dare un aiuto specifico. Da quando gli aiuti della CEE sono diminuiti, così come quelli provenienti da altri tipi di organizzazione, ci siamo dovuti attivare per riempire (letteralmente) il vuoto lasciato sugli scaffali del magazzino». Infatti, anche se circa i due terzi del necessario per i pacchi alimentari proviene dalla comunità, è venuta meno una buona parte di prodotti. “Ci sono quelli che preferiscono portare il pacco di pasta piuttosto che di biscotti, ma anche chi magari non ce la fa ad andare al supermercato e lascia un’offerta in denaro”. Sono stati gli stessi parrocchiani a suggerire a Padre Mario l’iniziativa del supermercato Conad “Sosteniamo le passioni” a cui già altre parrocchie della città hanno aderito. «Si tratta di una cosa molto semplice: fino al 31 maggio i titolari di “Carta insieme Conad” che fanno la spesa alla Conad

C

Il sito della Parrocchia di San Sebastiano si arricchisce con la "Funzionalità multilingue". Da alcuni giorni, oltre che in italiano, è possibile navigare all’interno delle pagine con la traduzione in altre nove lingue. Per accedere alla versione tradotta basterà cliccare sulla bandierina corrispondente alla lingua prescelta posta nella sezione alta della pagina. Per chi desiderasse la traduzione in una lingua diversa, potrà comunicarlo tramite l’apposito modulo. Potete visitare il sito e scoprire le attività della Parrocchia all’indirizzo http://www.sebastianodicatum.it/. CROWDFUNDING: FUNZIONA DAVVERO?

Webinar gratuito organizzato dal MLAC (Movimento Lavoratori di Azione Cattolica) Il crowdfunding o è popolo, o non è. Dobbiamo farne anche una questione di linguaggio: la vostra vicina di casa sa cos’è, ma magari ancora lo chiama colletta" (Angelo Rindoni, Produzioni dal basso) Crescono l’interesse e le attese verso il crowdfunding, ma che cos’è esattamente? Cosa lo differenzia dal fundraising? Qual è la sua diffusione in Italia? Funziona davvero? A queste e a molte altre domande hanno cercato di rispondere durante un webinar gratuito a cui parteciperanno ospiti d’eccezione e chi il crowdfunding l’ha sperimentato di persona per finanziare il proprio progetto. In poco più di tre anni il crowdfunding è riuscito a stimolare una grandissima attenzione, anche in Italia. Nel mondo esistono quasi 500 piattaforme che si occupano di fare raccolta fondi “dal basso”, oltre il 50% delle quali è nato in Europa (fonte: www.crowdsourcing.org); in Italia se ne contano una quarantina, 27 attive ad ottobre 2013 e 14 in fase di lancio. Il giro d’affari è notevole: si stima che nel 2012 siano stati raccolti 2,8 miliardi di dollari (erano 1,5 nel 2011) per un totale di 1,1 milioni di progetti finanziati e che nel 2013 i capitali potrebbero arrivare a 6 miliardi di dollari (fonte: Massolution 2013). Stiamo parlando di cifre da capogiro, corrispondenti a un concetto in trasformazione che i media italiani hanno definito così: “rivoluzione dal basso”, “social trend” che sta cambiando il nostro modo di lavoro, “democratizzazione della finanza”, “innovazione virale”. Insomma, dalle associazioni non profit alle start-up, è oggi imperativo (come minimo) informarsi sulle opportunità offerte dal crowdfunding. Il webinar gratuito organizzato targato MLAC, Focsiv e Ong 2.0 va proprio in questa direzione: offrire una panoramica delle piattaforme esistenti, dare suggerimenti su come lanciare una campagna di crowdfunding e trovare ispirazione dalle esperienze di successo. Tratto dal sito http://mlac.azionecattolica.it/ dove è possibile trovare ogni altra informazione.

City di Borgo San Iacopo, ricevono un “Punto cuore” ogni 10 Euro di spesa. 50 punti corrispondono a un “Buono cuore” del valore di 5 Euro che verrà convertito dopo l’estate in un bonifico bancario a favore della Parrocchia». La cosa da sottolineare è che per il consumatore l’iniziativa è a costo zero e non lo priva di niente, dato che i Punti cuore non vanno ad intaccare la raccolta punti che gli permette di accaparrarsi i premi messi a disposizione dal supermercato. Ma come si può sensibilizzare una comunità? «Una delle cose che cerco di trasmettere per avvicinarli alla carità avviene durante la processione offertoriale della messa domenicale. Portando i generi alimentari all’altare, si offre al Signore il frutto del proprio lavoro, condiviso anche con chi da solo non ce la fa. Rendere

gloria a Dio anche tramite questo gesto diventa parte della liturgia». Proprio in questi giorni il “magazzino” della Caritas parrocchiale sta traslocando in un locale più grande per permettere non solo una meglio distribuzione dei pacchi, ma anche dare vita a un nuovo centro di ascolto. «Il 3 febbraio io e i miei confratelli Padre Fedele e Padre Alessandro inizieremo la benedizione delle famiglie. Come sempre sarà l’occasione per conoscere nuove situazioni di difficoltà e cercare di dare loro una mano. Il centro di ascolto si occuperà della parte meno concreta della carità, ma forse ben più importante, rendendosi disponibile per tutte quelle persone sole o disperate che hanno bisogno prima di tutto di sentirsi accolti». Giulia Sarti

Al via la seconda edizione della «Junior TIM Cup il calcio negli oratori»

aranno gli "Angel’s", Sbianco la nuova squadra azzurra rappresentativa del CSI livornese, a competere nella nuova edizione del campionato fortemente voluto dagli organi dello storico Ente di promozione sportiva. La sfida coinvolgerà più di 8000 ragazzi (circa 800 solo in Toscana) nati tra il 2000 e 2002, pronti a giocare all’insegna del puro divertimento, dell’amicizia e del rispetto reciproco, per tentare di giungere così alle finali che si terranno allo Stadio Olimpico, a Roma, tra il 1° al 3 maggio 2014, con gara conclusiva e premiazione in anteprima alla Finale TIM Cup. Le fasi del campionato si svolgeranno, come nello scorso anno, nelle città la cui propria squadra

Anche quest’anno parte la JuniorTim Cup, il torneo nazionale di calcio a sette organizzato dalla Lega Calcio, dal Csi e dal noto gestore di telefonia, che riguarderà le squadre rappresentative di numerose parrocchie di tutto il territorio professionista milita nel campionato di serie A: retrocessa così la squadra di Siena, tocca a Livorno, insieme a Firenze, ospitare le gare. Gli "Angeli" livornesi sono un gruppo di ragazzi provenienti dagli oratori di Nugola, Parrana S. Martino e Collesalvetti, nato da poco come squadra ma già ben affiatato sotto la guida del giovanissimo capitano Samuele Vajani e dell’allenatore Francesco Baldaccini. Ogni giovedì sera si allenano nel campo adiacente alla scuola primaria di Nugola.

"Sono molto orgoglioso di questo gruppo spiega Francesco - una squadra nata solo tra ottobre e novembre grazie a un semplice passaparola tra ragazzi. E continuano ad arrivare nuovi "calciatori", magari già facenti parte di squadre delle zone di Livorno e Pisa, spinti dalla voglia di giocare e dall’ambiente accogliente che è venuto creandosi in questi pochi mesi. Il rispetto è alla base di tutto, e l’unico fine è il divertimento, con precise e semplici regole, senza insulti, risse,

parolacce e bestemmie, comportamenti che purtroppo dilagano nel mondo sportivo professionistico e amatoriale. Un atteggiamento contrario a questi principi causa l’espulsione immediata dalla squadra. E prima di ogni allenamento o di ogni partita tutti recitano una preghiera in comune." Un primo incontro di preparazione si terrà domenica 19 gennaio in Collinaia. La presentazione ufficiale del torneo nella nostra città avverrà nei prossimi mesi con la presenza di

un giocatore del Livorno. Come già avvenuto lo scorso anno, alcuni oratori verranno coinvolti in "pre-gara di Serie A TIM", partite che si svolgeranno prima di alcune gare della Serie A TIM, permettendo così ai ragazzi di vivere il sogno di giocare sullo stesso campo dei professionisti: per Livorno è ancora da decidersi quale sarà la partita. "Purtroppo è difficile, nel nostro territorio, formare delle squadre provenienti dagli oratori - continua Francesco pur avendo il CSI una lunga tradizione alle spalle, che vedeva le attività sportive ruotare proprio intorno alle parrocchie. Tuttavia ciò rende ancor più prezioso il contributo di questi ragazzi, volendo competere per uno sport con valori importanti." Proprio per i principi a cui si ispira la Junior Tim Cup è stata insignita del riconoscimento del "Best Practice Award" nella categoria Social Responsibility, assegnato dall’EPFL (l’associazione che riunisce tutte le leghe calcio d’Europa). Dopo il torneo, i ragazzi parteciperanno all’incontro nazionale con il Papa, previsto per il 7 giugno. Per seguire l’andamento delle gare è possibile visionare il sito www.csilivorno.net; per "condividere" lo spirito, i valori e le emozioni della Junior TIM Cup si può invece seguire sui social network l’hashtag #ilbulloèunapalla Fabio Figara


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26 gennaio 2014

■ UN GIORNALE A FUMETTI dedicato a Papa Francesco

L’iniziativa del CTT

Uno strumento prezioso per far conoscere il Vangelo ai più piccoli a nostra diocesi aveva avuto l’idea già da tempo. Prima con la storia della festa del Voto “Un Voto per dire Grazie”, poi con quella di Santa Giulia “Santa Giulia: debole da confondere i forti” e ultimamente con Pio Alberto Del Corona “Da Livorno a San Miniato: un cammino di santità”. Se le omelie del parroco sono noiose da ascoltare, se giocare a un videogame è più divertente che leggere un libro, il fumetto resta forse un intramontabile “attirabambini”. Magari anche Lorenzo Bernardini, l’autore dei fumetti “made in” Ufficio Comunicazioni Sociali, farà fortuna in edicola, così come sta succedendo alla casa editrice Edizioni Master di Milano con il lancio della nuova rivista lo scorso novembre. Il titolo è il più immediato e semplice possibile: “Papa Francesco a fumetti”. A sfogliarla torna in mente il mitico "Il Giornalino" delle edizioni San Paolo con i giochi enigmistici e i fumetti da leggere. Al centro di questa nuova

L

produzione Papa Francesco, abito bianco, occhi color nocciola, gli occhiali squadrati e la faccia sempre sorridente. In ogni numero un episodio tratto dagli eventi del nuovo cittadino del Vaticano che ha affascinato il mondo, come quello del secondo numero dove il papa nascosto da un “mantellino e una sciarpetta” vorrebbe tanto accompagnare l’elemosiniere per le strade notturne romane e incontrare i poveri. L’obiettivo, si legge sul sito della casa editrice, è quello di «spiegare ai più piccoli il messaggio del Santo Padre con l’ausilio di contenuti che favoriscono l’apprendimento e la partecipazione dei bambini» che in questo modo possono «comprendere con estrema semplicità la grandezza dell’insegnamento di Sua Santità, ispirato al Vangelo, e metterlo in pratica nella loro vita di ogni giorno, in famiglia, a scuola e con i compagni di gioco». Adesivi da attaccare e pagine da colorare completano la rivista che può essere acquistata in edicola al prezzo di 2,99 Euro. Giulia Sarti

arlare o scrivere di Eco«plicemente Pnomia non significa semriportare una serie di numeri e di tabelle - spiega Adriano Fabris, professore ordinario di Filosofia Morale nell’Ateneo pisano, nella videointervista curata dal presidente Ucsi Toscana Antonello Riccelli (Granducato Tv) - ma dovrebbe essere un argomento trattato con le dovute cautele. E reso accessibile a chi legge o ascolta. L’Economia incide fortemente sulla nostra mentalità, e proprio per questo è grande la responsabilità del giornalista che ne tratta». Non è solo un gioco delle Borse e della grande Finanza, ma un aspetto che ci tocca da vicino. Purtroppo non sempre l’operatore della comunicazione è sufficientemente preparato sull’argomento, creando così un’informazione sbagliata o incompleta e alimentando un distacco con l’utente. In questo neoliberismo, in

cui sembra «che tutto si possa comprare», occorre un «nuovo Umanesimo», cioè riportare al centro dell’Economia l’Uomo, «"l’Essere che non può e non deve essere manipolato per denaro e per gli interessi di singoli operatori, perché è creato libero, con la capacità di poter dire di no al consumismo e allo sfruttamento, e che deve ritrovare il significato di coltivare buone relazioni per il raggiungimento della propria felicità». Il dibattitto è proseguito con Mauro Banchini (giornalista, garante nazionale Ucsi), moderatore della giornata, con Cristiano Lucchi, che ha riportato la sua interessante esperienza nell’ambito del microcredito, e con Francesco Paletti (giornalista, redattore Dossier Immigrazione), che ha parlato dell’informazione relativa alle cosiddette "nuove povertà", aspetti a cui i media dovrebbero dare il dovuto ri-

Il messaggio cristiano sui vetri degli autobus Natale si fa il presepe con le pecore A e con Giuseppe, Maria e Gesù. Faccio l’albero con il mio fratello e ci metto tanti addobbi, è proprio una festa a tutto tondo. (3A - Natali) Gesù è nato a Natale, di notte, con tutte le stelle e una con la coda. (2ª - Fondazione Sacro Cuore, Livorno) Natale è bello per il messaggio di pace e amore che Gesù, nascendo, ci porta. (3A – D’Azeglio) Gesù ti ringrazio di avermi dato un fratellino così bellino … e ora che la nonna è morta, dal cielo ci sorride perché sa che noi ci vogliamo bene. (2A – Stagno)

I numeri non bastano per descrivere la realtà! Crisi economica, finanza e comunicazione: questi i grandi temi del primo incontro annuale dell’UCSIToscana, tenutosi a Firenze sabato 18 gennaio, con interventi da parte di molti esperti del settore dell’economia

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salto. Secondo Andrea Pittaluga (professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese, Scuola Sant’Anna di Pisa), invece, la qualità dell’informazione economica, allo stato attuale, è buona per quanto riguarda le specializzazioni dei vari giornalisti, ma ciò che bisognerebbe domandarsi è se il fruitore di quel tipo di informazione è disposto realmente a comprendere quanto viene comunicato. Anche Pittaluga è d’accordo sul fatto che il giornalista dovrebbe essere eticamente corretto nell’uso delle proprio fonti, perché i dati e i commenti che espone condizionano fortemente la mentalità di chi legge o ascolta. A tal proposito don Andrea Bigalli, più conosciuto come responsabile regionale dell’Associazione Libera, ha commentato l’ultimo film di Paolo Virzì, «Il Capitale Umano», fortemente incentrato sulla crisi dei valori attuali. «C’è un disagio etico e culturale - afferma - chi vuole arricchirsi forza profondamente le dinamiche dei valori umani». Infine l’invito a tutti i giornalisti ad occuparsi maggiormente di mafia, considerando come gli interessi delle cosche si stiano

annidando nei circuiti economici toscani. Ma problemi economici e mancanza di profondi valori sono causati anche da una mancanza d’intervento politico: da qui l’occasione di uno sguardo al recente passato con l’esempio del sindaco fiorentino Giorgio La Pira, riportato da Mario Agostino e Riccardo Clementi (gruppo Giovani Ucsi Toscana), che nel 1953 intervenne attivamente per salvare la Pignone e i suoi 1700 lavoratori, interagendo con Enrico Mattei, allora presidente dell’ENI, a rilevare l’azienda, agendo come "collante" tra i cittadini e la classe imprenditoriale. Crisi economica corrisponde a mancanza di lavoro e precariato, problema che colpisce anche i giornalisti professionisti e migliaia di collaboratori. Ma non sono soltanto questi i problemi, è necessario anche discutere sulla formazione dei comunicatori e sull’adeguatezza dell’informazione: proprio per Luigi questo Cobisi, (Ordine nazionale dei Giornalisti) è intervenuto esponendo le ultime novità dell’Ordine, e Luca Lischi (Capo di Gabinetto Provincia di Livorno), presentando il prossimo incontro livornese di Settembre, ha parlato di internet e dei rischi che portano l’eccesso d’informazioni e la mancanza di approfondimento. A conclusione il saluto di Sara Bessi (responsabile nazionale Ucsi Giovani, La Nazione) e di Antonello Riccelli, con Santa Messa celebrata da don Alessandro Andreini (consulente ecclesiastico Ucsi Toscana). Per ogni informazione sulle novità dell’UCSI è possibile visitare il sito, costantemente aggiornato, www.ucsi.it Fabio Figara

E’ Natale quando c’è il sorriso di un bambino. E’ Natale quando c’è un abete illuminato. E’ Natale quando siamo tutti insieme. E’ Natale quando diciamo grazie al piccolo Gesù per averci dato il dono della vita. E’ Natale quando uniamo i nostri cuori e speriamo in un mondo migliore. (2ª internaz. – Santo Spirito) Queste sono solo alcune delle tante frasi scritte dai bambini delle scuole di Livorno in occasione dell’iniziativa natalizia realizzata da CTT NORD (consorzio trasporti toscani), con il contributo di alcuni sponsor, in collaborazione con gli uffici scolastici di Livorno, Pisa e Lucca e con il Cred del Comune di Livorno e la partecipazione del Tirreno. L’iniziativa rivolta alle classi seconde e terze della scuola primaria che dallo scorso anno coinvolge anche le provincie di Pisa e Lucca, mentre a Livorno è giunta alla quinta edizione, ha richiamato la partecipazione di 156 scuole, 411 classi, per un totale di 8462 alunni - (partecipazione per Livorno del 99%). Le semplici frasi dei più piccoli, molte delle quali richiamano l’aspetto religioso e la figura di Gesù sono state poi scritte sui bus che circolavano in città e la sensibilizzazione all’utilizzo del mezzo pubblico si è trasformata un veicolo di diffusione del messaggio cristiano. Il premio per tutti è stato un viaggio gratuito in bus per l’intera classe.


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LA SETTIMANA DI LIVORNO


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