IL GRANELLO di senape per gli sposi Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
5 febbraio 2012
di monsignor Ezio Morosi
ome disse Dio al re David, che voleva costruire una bella casa per l’arC ca dell’alleanza: “Io non ho bisogno di una casa, voglio fare di te una casa, cioè un popolo, una discendenza che mi ami e che io proteggerò sempre”. Sposarsi significa anche prepararsi una casa per vivere insieme: bella, accogliente, necessaria. Ma non basta. Il Signore chiama gli sposi a costruirsi un’altra casa ben più importante, non fatti di mattoni, di mura, di finestre, ma costruita con il calore dell’amore, la luminosità delle virtù umane e cristiane, la generosità del servizio, del sacrificio, dell’accoglienza… Una costrizione che durerà tutta la vita e formerà il vero successo dell’unione matrimoniale, la più bella soddisfazione. È la casa della famiglia, un vero tesoro anche per i figli che arriveranno.
Speciale Festa del Voto
La supplica a Maria
Un omaggio che emoziona DI
GIULIA SARTI
o vediamo salire piano piano con la scala, ma è come se su quel cestello portasse vicino alla Madonna anche tutti noi che stiamo lì sotto, per ringraziarla di quella grazia ricevuta quasi 300 anni fa. Ormai da più di quindici anni i Vigili del fuoco di Livorno omaggiano a nome di tutta la cittadinanza il quadro della Madonna in Piazza Grande con una corona di fiori, nel ricordo del voto del 27 gennaio 1742. Abbiamo chiesto ad Antonio Cucè, Capoturno provinciale del Comando, che lassù ci è salito già diverse volte, che cosa significhi per loro questo servizio alla e per la cittadinanza.
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Perché e come vi siete presi in carico questo compito come Corpo? «Fino a qualche tempo fa la corona intorno al quadro non veniva cambiata ogni anno. Poi quando i fari che lo illuminavano si ruppero, fummo noi a salire per controllare cosa fosse successo e decidemmo che era arrivato il momento di cambiare i fiori che lo adornavano e restaurare la cornice. Da quel momento ogni anno la corona floreale viene sostituita da uno di noi». Ma il pompiere che sale è un volontario che si propone? «Il servizio viene fatto da una delle due squadre in turno in quel momento, per cui non c’è dietro una scelta del tutto volontaria, chi fa parte della squadra può andare». Quindi può capitare che salga anche qualcuno che non è credente… «Sì. Se poi c’è un collega che desidera partecipare, fa in modo di esserci, magari con un cambio turno».
Tu che credi e sei praticante cosa provi mentre sali e sei lassù? «Per me è un po’ come andare incontro alla mamma. Sono sorridente e sereno. Prego e sento il contatto diretto con la Madonna, un’esperienza bellissima».
incontro nel 2003 con Giovanni Paolo II in Cappella Sistina per il battesimo del figlio di un collega che già lo colpì. Poi, dopo uno di quei 27 gennaio, sentì come l’ispirazione di dare vita a un busto di un Cristo che adesso si trova insieme ad altre sue opere nell’aula mariana del Santuario di Montenero. Mi confidò che durante la lavorazione, gli capitava di sentirsi senza ispirazione. Stava qualche giorno senza lavorare e poi, di notte, sentiva come se qualcuno gliela suggerisse».
È mai successo che qualcuno sia stato “folgorato” dalla Madonna dopo l’omaggio floreale? «È capitato qualcosa del genere, sì. Calarsi nel ruolo di “omaggiatore” ha fatto tante volte cambiare l’atteggiamento di alcuni colleghi. Qualcuno che ha avuto una “scossa” in più è stato Mauro Busoni, pompiere e artista. Ci fu un
Anche quest’anno il popolo livornese ha mantenuto la promessa, presente come sempre durante la cerimonia. Chissà se qualcuno ha deciso all’ultimo momento di aggiungersi, magari dopo la scossa di terremoto del pomeriggio che, come ha detto il Vescovo nella sua omelia, è stato un ricordo provvidenziale che dovrebbe scuotere le coscienze di tutti.
La testimonianza di Antonio Cucè, dei Vigili del Fuoco che ogni anno salgono sul palazzo dove si trova l’immagine della Madonna per mettere la corona di fiori Crede che senta comunque addosso la responsabilità di essere in quel momento il rappresentante della città? «Sicuramente. Salire lassù, anche se non hai la fede, è un’esperienza psicologicamente forte. Mentre la scala va in alto, vedi gli occhi di tutta quella gente che ti guarda e ti rendi conto di quanto i livornesi siano coinvolti. È inevitabile che questo ti coinvolga personalmente. Devo aggiungere che non manca mai una partecipazione rispettosa da parte di tutta la squadra anche quando la cerimonia è finita». Potrebbe anche accadere che non possiate essere presenti… «Come dicevo, ogni turno prevede due squadre in servizio. Se capitano due emergenze contemporaneamente, dobbiamo correre via». È mai successo? «Fino ad ora no. Però una volta c’è stato il rischio di non salire: la scala aveva un problema e non riuscivamo ad alzarla. I presenti già iniziavano a preoccuparsi e con un po’ di bonaria superstizione borbottavano che forse la Madonna volesse dirci qualcosa. Dopo la recita di un rosario in più nell’attesa, finalmente il problema fu risolto tra i “menomale” e i “Per fortuna” dei fedeli».
Al termine dell’omelia della festa del Voto il Vescovo ha letto una supplica alla Madonna, che da sempre protegge gli uomini e le donne nelle difficoltà della vita. La richiesta di aiuto a Maria anche nei “terremoti” che il nostro paese sta vivendo aria hai trovato in un umile livornese un cuore che hai amato, gli hai chiesto uno sforzo, per lui molto impegnativo ed egli ha accettato, ha provato a salire il colle ed ha visto che il cammino che gli sembrava impossibile era divenuto fattibile e la meta raggiugibile. Egli ha avuto fiducia e ha superato difficoltà che sembravano insuperabili. Anche noi oggi viviamo difficoltà che sembrano insormontabili, abbiamo bisogno del tuo aiuto, del tuo consiglio, della tua forza: dobbiamo salire il monte portandoti con noi. Dobbiamo salire con te. Più ti porteremo in alto più facile sarà il nostro cammino e certa la nostra guarigione. Tu Maria ci hai insegnato a confidare in te in ogni situazione, ti abbiamo chiesto di tutto, salute, figli, guarigioni prodigiose, conforto, pace e tu sempre ci hai ascoltato e quante volte esaudito. Oggi siamo di nuovo raccolti: popolo e autorità a supplicarti. Cosa ti chiediamo? Finisca questo terremoto finanziario! I governanti illumina affinché sappiano guidare la Nazione verso un porto sicuro al riparo dalla tempesta. Converti i cuori dei ricchi a saper condividere con i poveri, fa che essi cerchino di farsi un tesoro in cielo e non nei paradisi fiscali. Dona il giusto pentimento a chi si è approfittato del prossimo, nella casa come nell’accaparramento di ingiuste ricchezze. Dona l’ardire e la saggezza agli imprenditori affinché nella eccellenza e nella innovazione dei loro prodotti diano lavoro a molti e successo alle loro imprese. Dona a ciascuno, amore al proprio lavoro e nessuno viva più alle spalle altrui, siano i genitori, i nonni o il proprio datore si lavoro. Il lavoro è la nostra ricchezza. Aiutaci a saper ricercare l’essenziale: la vita, gioia, l’amore e a saper fare a meno del superfluo. Dai concordia a tutti noi, affinché nella stima reciproca si arrivi ai risultati che i poveri attendono ed esigono. Maria, Madre nostra noi ben sappiamo che il tuo cuore di Madre non può rimanere insensibile al grido dei tuoi figli specie quando essi sono nel dolore. Madre nostra, Vergine di Montenero ascoltaci e soccorrici. + Simone, Vescovo
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