IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi di monsignor Ezio Morosi
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217
Celebrare il matrimonio è come affrontare una grande giornata, lunga come una vita. ome ogni giornata ha un mattino, un pomeriggio e un tramonto. Chiedete C al Signore la grazia di saper vivere in pienezza questi tre momenti, ognuno dei quali ha un suo profondo valore.
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Il mattino è carico di speranza, di energia, di luce, di entusiasmo. Tutte cose che servono per una buona partenza, per mettere buone fondamenta, per accumulare energia. Il pomeriggio è il tempo della pienezza dell’amore, orami consolidato, dove si affrontano le difficoltà, gli impegni, nell’aiuto reciproco; dove si accettano limiti e si comprendono le differenze. Il tramonto è la terza età: un momento speciale dove si è raggiunta la saggezza, dove si raccolgono le fatiche e si testimonia agli altri la missione di una vita vissuta nell’amore vicendevole.
Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
12 febbraio 2012
Nei giorni più freddi vicini ai più poveri
Emergenza freddo e neve
NELLA SALA DELLA PROVINCIA
Il 17 febbraio il professor Semplici ne discuterà con i Primari
CHI SEI UOMO? FILOSOFIA E MEDICINA SI CONFRONTANO In questi giorni di freddo intenso che ha colpito la città, il Porto di Fraternità ha aperto i suoi locali per accogliere i poveri anche durante le ore notturne. 24 ore su 24 a sostegno di chi vive in difficoltà. La testimonianza di un’operatrice Caritas na situazione fuori dall’ordinario e la volontà di esserci per tutelare la vita di coloro che non hanno una dimora. L’emergenza freddo che si è abbattuta sulla nostra città ha visto l’impegno dell’amministrazione comunale con l’allestimento tra il resto di posti letto e pasti caldi presso la Rsa Pascoli, ma parte delle persone che frequentano abitualmente il Porto di Fraternità in via delle Cateratte appartengono alla categoria senzatetto, sono fuori dai circuiti di supporto sociale e non hanno in alcuni casi neanche la volontà di raggiungere un’altra struttura. Già da qualche tempo la sala d’attesa del Centro Caritas Diocesana è un rifugio per molti, per poter stare un po’ al coperto, bere una bevanda calda ed intrattenersi con qualcuno a parlare o magari con una partita a scacchi. Per questo nella condizione straordinaria del freddo di questi giorni gli operatori e volontari Caritas hanno deciso di mettersi alla prova ed è così che il salone della mensa dalla notte di mercoledì 1 febbraio dopo la cena e la visione di un film, è stato adibito per il
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riposo notturno. L’esperienza è partita con la permanenza di 5 ospiti che nelle notti successive sono diventati 25 e anche di più. La Misericordia e la Croce Rossa hanno pensato a fornire le brandine, ma che con nostra grande sorpresa non sono state utilizzate da tutti. Alcuni hanno scelto di non cullarsi troppo in comodità che passata l’emergenza non faranno più parte della loro quotidianità e hanno preferito dormire in terra. C’è chi quasi si è lamentato per il salone troppo caldo, perché al ritorno alla normalità avrebbe corso il rischio di ammalarsi. Considerazioni dettate dall’esperienza di chi vive sempre all’aperto e che
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abbiamo accettato con rispetto, ma quello che più abbiamo sentito e visto in modo nitido e lampante è stata la felicità di queste persone, che hanno davvero apprezzato quello che, anche per gli operatori rappresentava un esperimento. Gli ospiti che in questa emergenza sono stati con noi hanno espresso anche la loro gratitudine, soprattutto con una forte voglia di collaborare con i volontari, di essere protagonisti attivi dell’esperimento e di dare una mano per quanto potevano. In questi giorni una delle carenze più significative riscontrate è stata quella di scarpe: la disponibilità era limitata ed in molti avevano
i piedi bagnati o delle calzature inadatte a neve e ghiaccio. Personalmente sono stata molto colpita da questa necessità: un’immagine che porterò sempre con me è quella dei piedi scalzi nei letti improvvisati, una visione intima che mi ha avvicinato una volta di più a queste esistenze così fragili. La Caritas ha prolungato l’esperimento dell’apertura notturna finché durerà questo freddo pungente e si è attivata per cercare di recuperare quante più scarpe possibile, ma anche giubbotti, coperte e sacchi a pelo. Mentre si cercano altre persone disposte a dare il turno ai volontari per assistere gli ospiti. Valentina Vaccari
NEL PROSSIMO NUMERO UNO SPECIALE SULLA SETTIMANA PER LA VITA
Un consultorio diocesano per la famiglia n occasione della giornata per la vita è stata presentata l’idea di realizzare un nuovo IUnConsultorio per la promozione della maternità e della famiglia. vero e proprio centro diocesano di sostegno, che collabori con i consultori Asl già esistenti e si ponga come fine quello di rafforzare quegli aspetti della 194 che prevedono la tutela sociale della maternità. Una struttura di ascolto e di accoglienza prima di tutto, che segua le madri e i padri che si presentano e individui per loro un percorso diversificato in base ai bisogni e alla difficoltà che si presentano. Del progetto ne parleremo più ampiamente nel prossimo numero de «La Settimana» in cui dedicheremo uno speciale alle iniziative della Settimana per la vita.
NICOLA SANGIACOMO
n esperto internazionale di Bioetica si confronta con i U primari dell’ospedale di Livorno sull’essere dell’uomo, il Progetto Culturale livornese apre un’altra strada interessante per il dibattito culturale cittadino. Dopo le belle esperienze vissute in occasione della presentazione del rapporto proposta sulla demografia con l’intervento di Dino Boffo e del dibattito su un nuovo welfare per la famiglia che si è realizzato nella sala del Consiglio Comunale con l’intervento del professor Belletti e del Sindaco Cosimi, questa volta al centro dell’attenzione sarà la grande questione antropologica, ovvero la domanda “Chi sei uomo ?”. Una domanda fondamentale da sempre, ma particolarmente rilevante in questo tempo di relativismo culturale in cui alcune teorie filosofiche cominciano a diffondere l’idea che non ci sia differenza genetica tra un bambino e un pollo o un maiale. Su questo interrogativo interverrà il prossimo 17 febbraio il professor Stefano Semplici, docente di Etica presso l’università Tor Vergata di Roma e membro del comitato internazionale di Bioetica dell’Unesco; un grande esperto di questi temi la cui competenza è riconosciuta a livello mondiale visto nell’ultimo semestre del 2011 è stato anche presidente di questo Comitato dell’Unesco. Dopo la relazione principale, il dibattito sarà animato dalle riflessioni dei primari dell’ospedale di Livorno che, su questo tema, hanno svolto il loro confronto all’interno del tavolo dell’Oggettività, quel gruppo di studio che, da qualche anno, realizzano insieme con il vescovo monsignor Giusti. Sarà interessante confrontare le più recenti teorie filosofiche con il pensiero e la prassi di coloro che sono i più autorevoli responsabili della scienza medica nella nostra città. Un percorso di riflessione interessante ed originale che il progetto culturale diocesano propone alla città ancora una volta in una sede pubblica ed istituzionale come la sala consiliare della Provincia. Infine una curiosità: per il professor Stefano Semplici sarà l’occasione di ritornare nella città dove è cresciuto e ha compiuto i suoi studi liceali, per i suoi tanti amici livornesi l’occasione di incontrare una persona cara che, in questi anni, ha compiuto un percorso scientifico davvero straordinario.