La Settimana n. 6 del 12 febbraio 2012

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IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi di monsignor Ezio Morosi

Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217

Celebrare il matrimonio è come affrontare una grande giornata, lunga come una vita. ome ogni giornata ha un mattino, un pomeriggio e un tramonto. Chiedete C al Signore la grazia di saper vivere in pienezza questi tre momenti, ognuno dei quali ha un suo profondo valore.

lasettimana.livorno@tiscali.it

Il mattino è carico di speranza, di energia, di luce, di entusiasmo. Tutte cose che servono per una buona partenza, per mettere buone fondamenta, per accumulare energia. Il pomeriggio è il tempo della pienezza dell’amore, orami consolidato, dove si affrontano le difficoltà, gli impegni, nell’aiuto reciproco; dove si accettano limiti e si comprendono le differenze. Il tramonto è la terza età: un momento speciale dove si è raggiunta la saggezza, dove si raccolgono le fatiche e si testimonia agli altri la missione di una vita vissuta nell’amore vicendevole.

Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

12 febbraio 2012

Nei giorni più freddi vicini ai più poveri

Emergenza freddo e neve

NELLA SALA DELLA PROVINCIA

Il 17 febbraio il professor Semplici ne discuterà con i Primari

CHI SEI UOMO? FILOSOFIA E MEDICINA SI CONFRONTANO In questi giorni di freddo intenso che ha colpito la città, il Porto di Fraternità ha aperto i suoi locali per accogliere i poveri anche durante le ore notturne. 24 ore su 24 a sostegno di chi vive in difficoltà. La testimonianza di un’operatrice Caritas na situazione fuori dall’ordinario e la volontà di esserci per tutelare la vita di coloro che non hanno una dimora. L’emergenza freddo che si è abbattuta sulla nostra città ha visto l’impegno dell’amministrazione comunale con l’allestimento tra il resto di posti letto e pasti caldi presso la Rsa Pascoli, ma parte delle persone che frequentano abitualmente il Porto di Fraternità in via delle Cateratte appartengono alla categoria senzatetto, sono fuori dai circuiti di supporto sociale e non hanno in alcuni casi neanche la volontà di raggiungere un’altra struttura. Già da qualche tempo la sala d’attesa del Centro Caritas Diocesana è un rifugio per molti, per poter stare un po’ al coperto, bere una bevanda calda ed intrattenersi con qualcuno a parlare o magari con una partita a scacchi. Per questo nella condizione straordinaria del freddo di questi giorni gli operatori e volontari Caritas hanno deciso di mettersi alla prova ed è così che il salone della mensa dalla notte di mercoledì 1 febbraio dopo la cena e la visione di un film, è stato adibito per il

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riposo notturno. L’esperienza è partita con la permanenza di 5 ospiti che nelle notti successive sono diventati 25 e anche di più. La Misericordia e la Croce Rossa hanno pensato a fornire le brandine, ma che con nostra grande sorpresa non sono state utilizzate da tutti. Alcuni hanno scelto di non cullarsi troppo in comodità che passata l’emergenza non faranno più parte della loro quotidianità e hanno preferito dormire in terra. C’è chi quasi si è lamentato per il salone troppo caldo, perché al ritorno alla normalità avrebbe corso il rischio di ammalarsi. Considerazioni dettate dall’esperienza di chi vive sempre all’aperto e che

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abbiamo accettato con rispetto, ma quello che più abbiamo sentito e visto in modo nitido e lampante è stata la felicità di queste persone, che hanno davvero apprezzato quello che, anche per gli operatori rappresentava un esperimento. Gli ospiti che in questa emergenza sono stati con noi hanno espresso anche la loro gratitudine, soprattutto con una forte voglia di collaborare con i volontari, di essere protagonisti attivi dell’esperimento e di dare una mano per quanto potevano. In questi giorni una delle carenze più significative riscontrate è stata quella di scarpe: la disponibilità era limitata ed in molti avevano

i piedi bagnati o delle calzature inadatte a neve e ghiaccio. Personalmente sono stata molto colpita da questa necessità: un’immagine che porterò sempre con me è quella dei piedi scalzi nei letti improvvisati, una visione intima che mi ha avvicinato una volta di più a queste esistenze così fragili. La Caritas ha prolungato l’esperimento dell’apertura notturna finché durerà questo freddo pungente e si è attivata per cercare di recuperare quante più scarpe possibile, ma anche giubbotti, coperte e sacchi a pelo. Mentre si cercano altre persone disposte a dare il turno ai volontari per assistere gli ospiti. Valentina Vaccari

NEL PROSSIMO NUMERO UNO SPECIALE SULLA SETTIMANA PER LA VITA

Un consultorio diocesano per la famiglia n occasione della giornata per la vita è stata presentata l’idea di realizzare un nuovo IUnConsultorio per la promozione della maternità e della famiglia. vero e proprio centro diocesano di sostegno, che collabori con i consultori Asl già esistenti e si ponga come fine quello di rafforzare quegli aspetti della 194 che prevedono la tutela sociale della maternità. Una struttura di ascolto e di accoglienza prima di tutto, che segua le madri e i padri che si presentano e individui per loro un percorso diversificato in base ai bisogni e alla difficoltà che si presentano. Del progetto ne parleremo più ampiamente nel prossimo numero de «La Settimana» in cui dedicheremo uno speciale alle iniziative della Settimana per la vita.

NICOLA SANGIACOMO

n esperto internazionale di Bioetica si confronta con i U primari dell’ospedale di Livorno sull’essere dell’uomo, il Progetto Culturale livornese apre un’altra strada interessante per il dibattito culturale cittadino. Dopo le belle esperienze vissute in occasione della presentazione del rapporto proposta sulla demografia con l’intervento di Dino Boffo e del dibattito su un nuovo welfare per la famiglia che si è realizzato nella sala del Consiglio Comunale con l’intervento del professor Belletti e del Sindaco Cosimi, questa volta al centro dell’attenzione sarà la grande questione antropologica, ovvero la domanda “Chi sei uomo ?”. Una domanda fondamentale da sempre, ma particolarmente rilevante in questo tempo di relativismo culturale in cui alcune teorie filosofiche cominciano a diffondere l’idea che non ci sia differenza genetica tra un bambino e un pollo o un maiale. Su questo interrogativo interverrà il prossimo 17 febbraio il professor Stefano Semplici, docente di Etica presso l’università Tor Vergata di Roma e membro del comitato internazionale di Bioetica dell’Unesco; un grande esperto di questi temi la cui competenza è riconosciuta a livello mondiale visto nell’ultimo semestre del 2011 è stato anche presidente di questo Comitato dell’Unesco. Dopo la relazione principale, il dibattito sarà animato dalle riflessioni dei primari dell’ospedale di Livorno che, su questo tema, hanno svolto il loro confronto all’interno del tavolo dell’Oggettività, quel gruppo di studio che, da qualche anno, realizzano insieme con il vescovo monsignor Giusti. Sarà interessante confrontare le più recenti teorie filosofiche con il pensiero e la prassi di coloro che sono i più autorevoli responsabili della scienza medica nella nostra città. Un percorso di riflessione interessante ed originale che il progetto culturale diocesano propone alla città ancora una volta in una sede pubblica ed istituzionale come la sala consiliare della Provincia. Infine una curiosità: per il professor Stefano Semplici sarà l’occasione di ritornare nella città dove è cresciuto e ha compiuto i suoi studi liceali, per i suoi tanti amici livornesi l’occasione di incontrare una persona cara che, in questi anni, ha compiuto un percorso scientifico davvero straordinario.


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TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

12 febbraio 2012

I ritiri spirituali mensili continuano

Andarono e si fermarono presso di Lui Prossimo appuntamento sabato 3 marzo ncora una volta, quest’anno, A sono stati organizzati in diocesi dei ritiri spirituali mensili, secondo una tradizione iniziata anni fa con i Gesuiti, e raccolta l’anno scorso da don Andrea Brutto: si deve a padre Domenico Moriconi S.J. – che ha passato alcuni anni a Livorno e che attualmente viene da Milano - se questo tempo prezioso di raccoglimento e di preghiera può continuare. L’accoglienza e la larga partecipazione dei livornesi hanno confermato il valore di questa esperienza: è una proposta semplice ma incisiva, che offre il silenzio pur nella città, è “lontana” dalla vita di tutti i giorni, ma è anche “vicina” e facilmente raggiungibile. Gli incontri si svolgono il primo sabato di ogni mese (ad eccezione dell’aprile) presso le Suore Carmelitane di Santa Teresa, ad Antignano, in una casa ridente e tranquilla, ben organizzata e calda, che spalanca le sue porte e il suo cuore per accogliere le persone, che giungono dalle diverse parrocchie della diocesi. Alcune ormai abituate a questi appuntamenti, altre incerte per la prima scoperta, tutte coinvolte dalla voce chiara e penetrante di padre Moriconi, che nella sua parola unisce la profonda conoscenza biblica ad un vivo ardore spirituale e che introduce gli ascoltatori alla preghiera per quanto possibile “solitaria” come dialogo diretto con Dio. Il centro dei suoi ricchi interventi è l’incontro personale col Risorto, nel concreto della vita di ognuno, la consapevolezza dei doni di Dio e la risposta generosa a Lui. Con la sua lunga esperienza degli Esercizi Spirituali di S. Ignazio, riesce a improntare anche questi tempi così brevi al metodo e allo spirito degli Esercizi propriamente detti. Il tempo infatti è breve, condotto con ordine e in assoluto silenzio: le ore scivolano veloci dal primo mattino all’ora di pranzo. Prima della recita delle Lodi qualche sistemazione organizzativa, dopo le Lodi una meditazione, nella tarda mattinata una seconda meditazione e successivamente l’Eucarestia. Questa è il culmine della mattinata, raccoglie come offerta al Signore quanto è stato seminato nelle ore precedenti, e quanto è stato vissuto individualmente diventa espressione comunitaria. Durante il tempo libero padre Moriconi incontra e confessa molte persone, che riescono in un pur breve colloquio a trovare serenità, incoraggiamento, chiarificazione. Dopo la Messa alcuni si fermano per il pranzo e una verifica: sono i momenti più cordiali, in cui nasce spontanea l’amicizia e la comunicazione fraterna. Alcuni hanno trovato il calendario dei ritiri nella parrocchia, altri sono legati al padre Moriconi da antica amicizia, altri sono stati invitati da un conoscente, ma tutti hanno la stessa sete di preghiera, sia pure con linguaggi diversi, con un vissuto diverso, con età ed esperienze diverse. Accomuna tutti la ricerca sincera di vivere in modo più autentico l’amicizia col Signore e la fraternità nella Chiesa. Questi incontri testimoniano come l’impegno nella preghiera faccia nascere il calore dell’amicizia e la gioia che nasce spontanea, quasi inattesa, dal dimenticare se stessi e mettersi in ascolto di Dio. Prossimi appuntamenti: sabato 3 marzo, sabato 31 marzo, sabato 5 maggio, ore 8,30. Presso le Suore Carmelitane di S. Teresa, Via del Litorale 27 – Antignano. Maria Zalum

La mensa Caritas ALLA PARROCCHIA DI S. LUCIA

Da 12 anni al servizio dei bisognosi DI SIMONE

Nella foto la chiesa di S. Lucia, sotto tre volontari della mensa: Gabriele Cuchel, Chiara Mangini e Daniela Serangeli

MARCIS

«Dio su questa terra ha fame e sete nella persona di tutti i poveri, come ha detto egli stesso. Ogni volta che avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me (Mt 25,42)». eve, gelo, pioggia non bastano per fermare i volontari della parrocchia di S.Lucia di Antignano che da oltre 12 anni offrono 365 giorni l’anno, senza interruzioni, un pasto caldo a persone in difficoltà, che non possono essere dimenticate dalla gente. Alla fine degli anni novanta venne costruita la nuova chiesa del quartiere di Antignano, a sud della città, perchè la vecchia pieve non era più sufficiente ad accogliere una comunità in forte aumento demografico. L’abbondanza di spazi interni della nuova costruzione, doveva essere sfruttata al meglio e soprattutto accogliere i fratelli più bisognosi, così il parroco, all’epoca don Paolo Razzauti, grazie alla generosità della comunità parrocchiale, fece partire un progetto che sarebbe stato una delle colonne portanti della diocesi, caritas e cittadinanza livornese. Il cuore e la grande disponibilità di forze ed impegno di molti parrocchiani di S.Lucia , con l’appoggio dei Servizi Sociali del Comune di Livorno che convenziona un massimo di 22 pasti giornalieri, oltre alla Coop del quartiere La Rosa con il Progetto del Buon Samaritano, la mensa dell’Istituto Villa Serena di Montenero, guidano una grande macchina di solidarietà che richiede un impegno forte, continuo e mette in campo molte persone che offrono tempo, amore, passione, per coloro che si trovano in situazioni talvolta disperate, ma che possono trovare un posto dove sedersi e mangiare a tavola, in locali chiusi e puliti, tutti i giorni , assaporando un pasto completo, dal primo al dolce, bevande incluse, naturalmente. Il Progetto del Buon Samaritano, al quale aderiscono molti supermercati ed ipermercati come la Coop del quartiere La Rosa, prevede che alimenti non più commercializzabili ma ancora commestibili, non scaduti, possono essere recuperati e consegnati ad enti assistenziali per indigenti (legge 155/03). Scuole, mense aziendali, supermercati possono essere potenzialmente delle risorse per molte persone in difficoltà; pane, frutta, latticini, generi vari, scatolame sono solo alcuni degli alimenti recuperabili, anche se invenduti al pubblico, sui banchi dei negozi. La logica della legge è quella di incoraggiare e facilitare il recupero di cibo e prodotti alimentari ancora perfettamente commestibili, il cui unico svantaggio è quello di avere perso valore commerciale e di essere quindi esclusi dal mercato tradizionale. Allo stesso tempo essa vuole promuovere l’autoresponsabilizzazione dei soggetti che decidono di farsi coinvolgere nell’attività di recupero, con la consapevolezza dell’elevata deperibilità del cibo ritirato e

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della delicatezza dei rapporti con i destinatari ultimi della filiera: soggetti spesso indeboliti e dalla salute precaria. La mensa della Caritas Parrocchiale di S.Lucia ospita una media di 25/28 persone al giorno, tutte conosciute da chi le accoglie, a cominciare dagli "stewart" , che la mattina dalle 10,30, davanti al cancello dei locali al piano inferiore della parrocchia stessa.: Franz e Raphael, sono le due persone che si occupano dell’accoglienza di chi viene a pranzo tutti i giorni; la loro storia è un messaggio che va ricordato perchè rappresenta una testimonianza vera da raccontare al mondo intero. Questi due uomini sono stati due ospiti della mensa e adesso ne sono i custodi; a loro è stata data una casetta nel giardino della parrocchia e oltre alla mensa sono state affidate loro altre mansioni. I clienti abituali vengono selezionati in base ai buoni pasto parrocchiali, ai nominativi inviati dal Comune, ma c’è anche chi non appartiene ad alcuna lista, ma alla mensa di Antignano si cerca di accontentare tutti; l’orario però va rispettato

perchè dalle 11,30 inizia il servizio tavoli ed alle 12,15 chiude il cancello esterno. Non sono tutti stranieri ma vi sono anche italiani che usufruiscono di questa opportunità, come del resto anche nelle altre due realtà caritas di Torretta e Castiglioncello, con dati di affluenza comunque diversi. Tre volontari al giorno sono presenti in cucina: di questi uno va a prelevare i contenitori con le vivande calde dalle 11,30 alle 11,45 presso la

UNA DOVEROSA PRECISAZIONE

Antignano: molto più che una mensa! ualche tempo fa sulle pagine del Tirreno il Sindaco rendiQ contò su quanto il Comune spendeva per i poveri in termini di milioni di euro. Tra le strutture che venivano sovvenzionate dai fondi comunali, appariva anche la parrocchia S. Lucia, a cui si diceva che erano affidati annualmente 26.00 euro per la mensa per gli indigenti. In realtà la parrocchia non percepisce questo contributo in termini monetari, né mai l’ha fatto. I 26.000 euro destinati alla mensa di Antignano in realtà vengono dati dal Comune ad una cooperativa livornese che prepara i pasti per la rsa Villa Serena: la stessa cooperativa è stata incaricata di prepararne 22 in più ogni giorno (365 in un anno pari ad un costo di 3,23 euro a pasto) per servire anche la mensa di Antignano. Questa precisazione ci è sembrata doverosa, innanzitutto per rendere noto che i 26.000 non vengono gestiti direttamente dalla parrocchia, inoltre che il loro utilizzo è finalizzato esclusivamente alla preparazione di 22 pasti, mentre la mensa di Antignano dà cibo ogni giorno ad un numero maggiore di persone. Oltretutto la mensa in realtà è molto più che una semplice mensa, visto che sostiene gli indigenti anche nel vestiario, nei medicinali e consegna ogni giorno numerosi pacchi a diverse famiglie che non vanno alla mensa, ma che non saprebbero come mangiare. Il contributo comunale è senz’altro generoso per questo servizio, ci chiediamo se da quegli stessi 26.000 euro si potesse ricavare un sostegno ancora più grande, al momento in cui venissero destinati direttamente al servizio stesso, dove forse si è maggiormente abituati a fare economie e a beneficiare della grande risorsa del volontariato. c.d.

mensa della Villa Serena (alla quale restituirà i vuoti e lavati dopo pranzo), che prepara pasti anche per altre destinazioni, tramite una cooperativa specializzata da anni; poi ci sono 24 persone della parrocchia, divise in due turni (mattina e sera) per andare alla Coop La Rosa a prelevare alimenti grazie alla catena del Buon Samaritano. Banco alimentare e farmaceutico a rotazione, arricchiscono i magazzini della parrocchia dove altri volontari depongono o preparano le necessità richieste dai bisognosi. Tutto questocostituisce l’anima della grande realtà che molti forse non conoscono o forse ne hanno sentito parlare poco. La signora Lucchesi, parrocchiana, si occupa da 11 anni della gestione e della raccolta degli alimenti e del vestiario (anche oggettistica) che viene raccolto in parrocchia il giovedì dalle 15,30 alle 17,30. Gli alimenti e le offerte per la mensa vengono raccolte la seconda domenica del mese durante la Messa, nelle apposite ceste, comunque sempre in chiesa per chi volesse portare durante la settimana qualcosa. Molta oggettistica e vestiario, sempre selezionati con cura, vengono distribuiti anche ad istituti religiosi ed al CEIS di Livorno. Il parroco, don Gustavo è responsabile della mensa e segue molto in prima persona il servizio diurno nei locali adibiti all’accoglienza dei bisognosi. Un aspetto che mi ha colpito è stata l’assoluta compostezza degli ospiti, l’educazione ed il rispetto anche tra persone di diverse etnie, viste le numerose nazionalità rappresentate nel refettorio tutti i giorni. Qualcuno si alza a fine pranzo e spazza in terra, chi aiuta a riordinare, collaborando a suo modo, perchè la grande famiglia è qui!


TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

12 febbraio 2012

Le conferenze al Serra club di Livorno

L’NTERVISTA A... don Giuseppe Coperchini, ex-cappellano delle navi Costa

Un nuovo libro sul Vaticano II

«La faccenda dell’“inchino”? Una montatura»

enedetto XVI, l’11 ottobre prossimo, B aprirà l’Anno della Fede, in occasione delle celebrazioni del 50° anno del-

Per tre anni a bordo delle navi da crociera Costa, don Giuseppe ha incontrato molti comandanti e uomini degli equipaggi: un mondo particolare dove c’è molta libertà e pochi limiti n seguito al naufragio della Costa Concordia, sulle cui cause ancora non c’è chiarezza, abbiamo pensato di intervistare don Giuseppe Coperchini, prete livornese impegnato in numerosi incarichi nella nostra Diocesi, che dal 2003 al 2005 è stato anche cappellano proprio sulle navi da crociera della Costa.

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diverse nazionalità e con diverse abitudini: la nave è come un paese di 4000 abitanti. Le persone venivano spesso a parlare con me, a confessarsi… sapevano che non mi avrebbero più rivisto perciò erano più disposte ad aprirsi».

Ha mai viaggiato sulla Concordia? Come mai ha svolto questo «No perché è stata varata più o servizio sulle navi? meno l’anno nel quale ho «Il vescovo Coletti mi disse che terminato il mio servizio. Sono c’era bisogno di un cappellano stato sulle navi Allegra, per le navi da crociera, io Classica e Atlantica con la accettai, feci un quale sono arrivato corso di fino alla Terra del Non ho mai preparazione e fuoco». conosciuto salpai. Fu un’esperienza il Comandante Ha mai incontrato il bellissima che fui Comandante Schettino, costretto ad Schettino? Che ma lo sentivo interrompere per impressione ha motivi di salute». avuto dei nominare che ha dagli altri, però Comandanti Com’è la vita di un conosciuto? ho conosciuto cappellano delle «Non ho mai navi? conosciuto il il comandante «Anzitutto il Comandante in seconda cappellano è un Schettino, lo ufficiale di primo sentivo nominare Dimitri grado quindi cena dagli altri Christidis sempre con il Comandanti ma Comandante, veste non l’ho mai visto. come gli ufficiali ed è sempre Al di là di questo comunque, in servizio: mi alzavo alle 6 tutti i comandanti che ho della mattina e andavo a conosciuto sono persone dormire alle 2 della notte! Il eccellenti, competenti nel loro cappellano, poi, è l’unica mestiere e brave dal punto di persona con cui il vista umano. Quando siamo Comandante può parlare, arrivati alla Terra del fuoco raccontarsi perché gli altri sono abbiamo dovuto affrontare un tutti suoi sottoposti per cui ho mare forza 10 ed il potuto conoscere bene, anche comandante se l’è cavata dal punto di vista umano, benissimo. tutto l’equipaggio». Ho conosciuto però il comandante in seconda Quali persone incontra e Dimitri Christidis: quando “cura” un cappellano di nave? navigava con me era «Le più svariate e soprattutto di responsabile della sicurezza ed

era un ottimo ufficiale che anche nel caso della Concordia ha “smascherato” la negligenza di Schettino». Che cosa mi dice del resto dell’equipaggio? «Sicuramente per quanto riguarda i sotto-ufficiali posso esprimere alcune critiche o meglio, sono ragazzi appena usciti dalle scuole e non hanno ancora molta esperienza. Inoltre l’equipaggio “basso” lavora per soldi, non sente molto l’onore e la responsabilità di condurre una città galleggiante. Una curiosità: l’equipaggio è sempre tutto di religione cristiana questo per non creare motivi di contese e di disordine interno». La tragedia della Costa Concordia sembra essere iniziata con un inchino. Era una pratica diffusa? «Io non ne ho mai sentito parlare e non ho mai visto un avvicinamento alla costa a quella velocità. Credo che la faccenda dell’inchino sia una montatura per coprire responsabilità ben più gravi». A questo proposito si parla di una donna che accompagnava il comandante. Com’ è, da questo punto di vista,

l’ambiente della nave? «Dal punto di vista etico e morale la nave lascia molto a desiderare. Per mare la gente si sente più libera, abbandona sulla terra ferma molti limiti e posso dire che effettivamente c’era molta promiscuità». Si è parlato di clandestini a bordo della Concordia. Che ne pensa? «È probabile. Ogni ufficiale aveva la possibilità di far imbarcare una persona: potevano essere membri della sua famiglia… oppure no». Come si spiega il naufragio della Concordia? «Fin dal primo momento nel quale ho appreso della tragedia ho sospettato che il Comandante non fosse nella plancia di comando o che, comunque non fosse intento a seguire la rotta della nave anche perché quando è sceso era vestito in abiti civili: se fosse stato in plancia avrebbe dovuto essere vestito con la divisa. Al di là di questa terribile negligenza ha poi abbandonato la nave con estrema codardia. Questo naufragio è dovuto, secondo me, esclusivamente all’irresponsabilità del comandante». Flavia Marco

ESPERIENZE SALESIANE A LIVORNO

Tre percorsi di frontiera nella nostra città onostante i tempi di crisi i credenti sanno con san Paolo che forse proprio per questo vivono un tempo di grazia. La Chiesa è aperta più che mai ad ogni umanità sofferente, ora e qui, nelle strade di Livorno. Così Alessandro Latorraca ha introdotto l’incontro che la Famiglia Salesiana livornese ha dedicato ai tre percorsi di frontiera presenti nella nostra città, punte avanzate di un cammino che prende le mosse da una presenza pastorale e formativa antica, quella salesiana, da sempre con uno sguardo molto attento all’universo giovanile.

manifestavano nuove emergenze. Per cui se l’inizio il disagio era la tossicodipendenza, dopo è stata la sieropositività e la malattia emarginante, oggi ’ultimo’ porta il nome di extracomunitario, di famiglie da ricongiungere, senza casa, prive di tutele legali e di sostentamento economico…Una presenza costante e continua nel tempo a Livorno, nella riservatezza e nel rispettoso nascondimento, ma attraverso una appassionata testimonianza reciproca (non ’io’ contrapposto a un ’tu’, ma ’noi insieme’ sottolinea Fabrizia Marsiglia) che rende ’conosciuti’ in mezzo alla gente.

CASA TRE PONTI: oltre, dove c’è nuova emergenza. Fin dalla prima casetta a Salviano trent’anni fa, l’accoglienza degli ultimi, degli ’oltre’ che tutti rimuovono o rifiutano, è stato lo snodo portante di un progetto nato dall’entusiasmo di un salesiano e condiviso da un gruppo di laici volontari che negli anni hanno saputo inserirsi anche istituzionalmente nel territorio. Anticipando però le menti e i cuori della comunità, superando sempre i precedenti ’servizi’ per andare dove si

I RAGAZZI DI STRADA: UN ORATORIO LAICO Dopo il Sinodo dei Giovani, come dialogare con i giovani lontani dal mondo ecclesiale e, spesso, dal contesto civile? Nacque il Progetto Strada per incontrarci, ’noi che frequentavamo la chiesa con chi la chiesa spesso non la conosceva neppure’ sintetizza il responsabile Giovanni La Sala. Da lì sorse una piccola strutura e il Cantiere Giovani sugli Scali Manzoni: una sorta di oratorio laico in cui uno psicologo (don Paolo Gambini)formò

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gruppi di mutuo aiuto. Oggi accoglie, come sempre, gli ultimi: giovani, anche extracomunitari, lontani dalle loro origini di provenienza e lontani (ancora) dal mondo in cui sono arrivati. Per gli operatori la passione del loro impegno non può staccarsi da un sentirsi ’salesiani’ nella formazione e nello stile, pensando che Don Bosco faceva altrettanto nellaTorino dell’800. La chiave di lettura sta nel fatto che il servizio sociale non può dissociarsi da quello pastorale e religioso. CON I GIOVANI ROM: INTERCULTURALITÀ E RECIPROCITÀ Tutto è partito da un semplice sostegno scolastico, come accompagnare a scuola in auto alcuni bambini di un campo nomadi. Poi il rapporto, consolidandosi, si è esteso alla partecipazione ad ’estate ragazzi’ ed alcuni hanno seguito il catechismo ed hanno ricevuto la prima comunione. Luca Santoni insiste però sulla reciprocità: "noi viviamo con loro la condivisione. Sono loro che hanno fatto accoglienza nelle loro abitazioni, nei loro gruppi. I giovani hanno fatto da ponte tra noi (la città) ed i loro genitori, le loro

famiglie. In primo luogo sono loro ad accogliere noi". UNA COMUNITÀ IN MEZZO AL GUADO Don Gigi Zoppi, iniziatore della prima di queste storie di frontiera, ricorda che là dove non c’è nessuno a fare argine ad un disagio, noi dobbiamo andare, anche oggi, come abbiamo fatto fin dai tempi di monsignor Ablondi o del cardinal Pellegrino aTorino. Lì dove c’è un naufrago, noi dobbiamo essere in mezzo al guado, per portalo all’altra riva. Una comunità pastorale e parrocchiale, più è radicata in mezzo alla gente ed è seguita e vissuta, più deve sorreggere, motivare e promuovere questi richiami di aiuto, di carità che vengono da lontano e dal profondo. E domani, come sempre, sarà la strada (meglio, la vita) ad indicarci le nuove mete, i nuovi passi incerti su cui incamminarci con passione, quelle nuove emergenze che ancora nessuno ha scorto o ha assunto come proprie.Viene alla mente il passo di Matteo: il discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche.(Mt 13,52) Paolo Della Nina

l’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II e del 20° anno della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, perché sente la necessità di porre al centro dell’attenzione della Chiesa la virtù teologale della Fede. Il presidente del Serra, Marco Creatini, riproponendo una frase del Papa, ha fatto presente come la Chiesa stia attraversando un momento difficile paragonabile all’epoca dei Concili dei primi secoli: «San Basilio nel suo libro sullo Spirito Santo, paragona la situazione della Chiesa dopo il Concilio di Nicea ad una battaglia navale di notte, dove nessuno più conosce l’altro, ma tutti sono contro tutti». Benedetto XVI ha proposto queste parole perchè non vuole che all’interno della Chiesa si viva una contrapposizione drammatica che porti a delle fratture, ma che il passato prezioso non venga abbandonato e che il Vangelo risplenda con tutta la sua forza e vigore. Don Giovanni Poggiali sacerdote di Milano che vive a Pontremoli nella comunità di don Pietro Cantoni, autore del libro che è stato da lui presentato alla conferenza del Serra, ha quindi premesso la necessità di rispondere all’invito del Pontefice e il testo da poco edito serve proprio a cercare di dirimere le controversie circa le errate interpretazioni del Concilio Vaticano II. Infatti quasi tutti oggi siamo figli del Concilio, ma la crisi che sempre si verifica dopo ogni grande concilio ancora non ha spento le contrapposizioni al suo interno. È quanto mai necessario dare una giusta interpretazione di esso e stemperare le due posizioni estreme del «progressismo» e dell’ «anticonciliarismo radicale» entrambe sbagliate. La prima infatti vede nel passato come se tutto fosse stato sbagliato e nell’oggi la nuova Pentecoste; ma il termine progressismo è errato in quanto non tiene conto invece che è la parola “progresso” che dà dinamicità alla Chiesa senza per questo rompere con la tradizione. La seconda posizione è quella anticonciliare che ha in Marcel Lefebre l’esponente più in vista, e insieme ad altri movimenti similari che rinnegano il Concilio, il cammino ecumenico della Chiesa; vedono positivo solo il periodo prima del Concilio, accusando anche di eresia alcuni documenti conciliari. Una giusta riflessione ci porta come prima cosa a dover guardare alla storia e al perché Giovanni XXIII aveva sentito la necessità di celebrare questo Concilio. Lo aveva fatto in quanto vedeva come la Chiesa fosse ormai relegata in un angolo, senza più energia e nessuna possibilità di influire realmente nelle dinamiche della cultura e della vita; con il Concilio voleva riannunciare il Vangelo al mondo; cambiando se necessario il linguaggio, il modo di proporre il messaggio, ma conservando scrupolosamente il messaggio di sempre. Si trattava dunque di «togliere la polvere, che a causa del tempo e anche dell’incuria degli uomini, si era accumulata su un tesoro e che impediva ad esso di brillare in tutta la sua forza e interezza». Aveva percepito la necessità di una nuova evangelizzazione, e questa provvidenziale operazione avvenne alla vigilia di un rivolgimento delle coscienze, della cultura e della vita dell’uomo di cui dobbiamo ancora finire di comprendere: il famoso ’68. Tutti questi avvenimenti hanno dato luogo a varie interpretazioni con conseguenti crisi anche all’interno della Chiesa stessa. Questo saggio vuole dunque mettersi al fianco di chiunque voglia cercare di fare luce e comprendere il valore del Vaticano II che non volle «cambiare tutto» o dare origine ad una nuova Chiesa, ma nella sua concretezza volle realizzare una «riforma nella continuità». Monica Cuzzocrea Il libro: P. Cantoni. «Riforma nella continuità: Vaticano II e anticonciliarismo». Ed. Sugarco


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TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

12 febbraio 2012

Agenda del VESCOVO

Da giovedì 9 febbraio a sabato 11 febbraio il Vescovo è a Roma per il convegno del Progetto Culturale Nazionale dal titolo “Gesù nostro contemporaneo” DOMENICA 12 FEBBRAIO 10.30 S. Messa per il 50° della fondazione della parrocchia di N.S. di Fatima nel quartiere di Corea LUNEDÌ 13 FEBBRAIO 10.00 incontro con il centro pastorale per la formazione cristiana in vescovado Nella mattina, udienze del clero in vescovado 17.00 a Roma per il comitato per i progetti dei beni culturali della CEI MARTEDÌ 14 FEBBRAIO A Roma, comitato per i progetti dei beni culturali della CEI MERCOLEDÌ 15 FEBBRAIO 9.30 udienze sacerdoti in vescovado 11.00 incontro con i vicari episcopali in vescovado 21.00 incontro con il centro di pastorale per l’evangelizzazione in vescovado GIOVEDÌ 16 FEBBRAIO 9.30 ritiro spirituale del clero alla parrocchia della SS. Trinità guidato dall’arcivescovo di Pisa, mons. Giovanni Paolo Benotto VENERDÌ 17 FEBBRAIO Nella mattina, udienze laici in vescovado 17.30 nella sala consiliare della Provincia di Livorno, in occasione della Settimana per la vita, incontro con il prof. Stefano Semplici dal titolo "Uomo chi sei?" SABATO 18 FEBBRAIO 8.00 pellegrinaggio mensile a Montenero guidato dalla Comunità di Sant’Egidio, a seguire S. Messa al Santuario 11.00 incontro con i responsabili diocesani dell’Agesci 18.00 S. Messa in occasione dell’anniversario della Comunità di Sant’Egidio alla chiesa di San Giovanni DOMENICA 19 FEBBRAIO 10.00 S. Messa e cresime alla parrocchia della SS. Trinità 16.30 il Vescovo partecipa alla prima messa del nuovo cardinale Giuseppe Betori

Diocesi informa L’esperienza di una COPPIA

Al convegno regionale della pastorale familiare

Verso le nozze: comunità cristiana e accompagnamento dei fidanzati avanti il mare che era una tavola, alle spalle le vette delle Apuane ammantate di candida neve: questa la cornice ove si è svolta la due giorni di Marina di Massa, in un susseguirsi di relazioni, dibattiti e lavori di gruppo. Una vera e propria boccata di ossigeno che ha ritemprato cuore ed intelletto! Relatori, coordinatori, esperti, laici, sacerdoti, religiosi, tutti di alto livello, ma con i piedi ben piantati a terra, coscienti della realtà delle comunità

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cristiane e testimoni credibili della necessità di avere un ideale, perché esso ci serve per andare avanti. È necessaria un’educazione ad ampio raggio, l’educazione al matrimonio non si deve collocare in un momento specifico, dovrebbe essere parte del bagaglio educativo di ciascuno, poiché dovrebbe essere educazione all’Amore, in quanto solo l’Amore salva. Abbiamo vissuto un bel momento di Chiesa regionale, nella consapevolezza che esiste una

Ufficio per la PASTORALE FAMILIARE 3° INCONTRO DELLA CONSULTA DELLA PASTORALE PER LA FAMIGLIA E PER GLI OPERATORI DI PASTORALE FAMILIARE

LA PASTORALE DEI SEPARATI, DIVORZIATI O RISPOSATI L’ACCOGLIENZA 2ª PARTE (Incontro interattivo…) Interverrà la dott.ssa Anna Cei Paggini 18 FEBBRAIO 2012 dalle 15,45 alle 18,30 al vescovado Via del Seminario, 61 - LIVORNO (posteggio auto all’interno del cortile) PROGRAMMA ore 15.45 Ritrovo ore 16.00 Riflessione ore 17,00 Lavori di gruppo ore 18,30 Conclusione

dimensione comunionale tra la Chiesa e le famiglie. Questo convegno ha aperto piste, ha illuminato strade, ha suscitato domande; ha aperto ad impegni nuovi da radicare nelle singole Diocesi, nelle singole Parrocchie, nei singoli operatori, in tutti i cristiani! L’Amore, secondo il piano di Dio, è fatto per durare, se mi impegno nell’Amore, se mi apro all’Amore, mi apro a qualcosa di divino……. O e MT

BREVI DALLA DIOCESI

Mendicanti di Luce GIOVEDÌ 9 FEBBRAIO ALLE 21.00 Don Luigi Verdi della fraternità romena offrirà un momento di riflessione alla parrocchia di Sant’Agostino dal tema della veglia è "Mendicanti di luce"

Convegno diocesano dei catechisti GIOVEDÌ 9 FEBBRAIO ALLE 21.15 chiesa di S. Andrea, riunione per tutto il II Vicariato

S. Messa in ricordo del diacono Scarpelli VENERDÌ 10 FEBBRAIO ALLE 18.00 Presso la Parrocchia di S. Andrea S. Messa in ricordo della famiglia del diacono Franco Scarpelli in occasione dell’undicesimo anno dal suo ritorno alla casa del Padre.

Per i bambini è previsto il servizio di baby-sitter

Libri da LEGGERE

di Mo.C.

Scaraffia L. - Custodi e interpreti della vita. Attualità dell’enciclica “Humanae Vitae”.- Ed. Lateran University Press, pp. 253, € 35,00. Questo saggio raccoglie le relazioni degli interventi al Convegno tenutosi al Laterano per ricordare il 50° dall’enciclica Humanae Vitae che trovò molti ostacoli anche all’interno della Chiesa stessa. Dalle relazioni emerge quanto il messaggio di PaoloVI non solo sia sempre attuale, ma anche più comprensibile di quaranta anni fa. Infatti paradossalmente, dopo che le società occidentali hanno per quarant’anni trasgredito le norme morali proposte dall’Enciclica, oggi è più facile far capire il loro valore e la loro necessità. Il fallimento clamoroso della rivoluzione sessuale, che non ha portato la felicità sperata, ma al contrario disperazione e solitudine, oltre il proliferare di malattie sessuali, e la delusione davanti al crollo dell’utopia del figlio desiderato, rende la società più sensibile ad un discorso diverso, pronunciato da chi, come la Chiesa, conosce bene l’essere umano e per questo non ha mai creduto alle utopie moderne.

PER INFORMAZIONI: - Antonio e Rita Domenici tel. 335 354216 – 0586 501418 - Giuseppe e Monica Ciampaglia tel. 339 3972116 – 0586 890185

SAE MARTEDÌ 14 FEBBRAIO, ALLE 17,45 Presso la parrocchia di N.S. del Rosario (via Mangini, 30) ci sarà l’incontro organizzato dal SAE, con il vespro ortodosso e la commemorazione dei santi Cirillo e Metodio, celebrati da padre Ciprian, parroco ortodosso romeno.

Incontri Pastorale vincenziana Il tema di quest’incontro sarà: "L’arte di Amare" crescere oggi nella relazione d’amore, quali ostacoli e quali opportunità? " A QUERCIANELLA DAL 24 AL 26 FEBBRAIO, con arrivi previsti il venerdì sera, per cena (h 19.00) e partenze la domenica dopo pranzo. per informazioni sr Raffaella FdC, p Francesco e p Nicola

Cooperatori Paolini L’incontro biblico del 4 febbraio dalle Figlie di san Paolo con don Alessandro Castegnaro di Roma è stato rinviato a causa della neve a SABATO 18 FEBBRAIO ALLE 15.45


TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO L’INTERVISTA AD UNA GIOVANE VOLONTARIA...

12 febbraio 2012

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GIULIA SARTI

lla luce del messaggio del papa “Educare i giovani alla giustizia e alla pace“, per la giornata della pace 2012, abbiamo provato a riflettere insieme a Flavia Marco su alcuni punti di esso, non solo perché lei appartiene alla categoria “giovane”, ma anche perchè il suo servizio civile si svolge in una scuola, primo centro educativo dopo la famiglia dove si aiutano a crescere i bambini, che saranno i giovani di domani. I giovani“con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possono offrire una nuova speranza al mondo”.

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QUALE È LA SPERANZA DI UN GIOVANE DI OGGI? «La speranza di un giovane, come di chiunque altro, oggi come di ieri, è quella di trovare la felicità e, per me, vi si arriva soltanto attraverso la verità». IL PAPA CHIEDE A TUTTE LE COMPONENTI EDUCATIVE DI “Essere attenti al mondo giovanile, saperlo ascoltare e valorizzare”. PENSI CHE NELLA SCUOLA QUESTO AVVENGA? «Credo, per quello che ne conosco, che la maggior parte degli insegnanti metta tutto il suo impegno nella sfida educativa sempre più ardua, ma che piuttosto il resto della società sia distante dal considerarsi in prima linea nell’educazione dei giovani. La scuola intesa come struttura e come istituzione costringe sempre più gli insegnanti stessi a vivere il loro importantissimo mestiere come un lavoro tecnico, senza aver più la possibilità di formare gli alunni, ma limitandosi ad informali». “Sono molti gli aspetti che essi vivono con apprensione: il desiderio di ricevere una formazione che li prepari in modo più profondo ad affrontare la realtà”. PENSI CHE LA LORO RICHIESTA DI ESSERE FORMATI SIA ASCOLTATA DALLA CHIESA? «E’ evidente che esiste un problema di approccio ai giovani: credo, basandomi sulla mia esperienza, che laddove la parrocchia “ammorbidisce” il messaggio cristiano per paura di scandalizzare troppo, sperimenta lo stesso fallimento della società. Dove invece mantiene forte e chiaro il messaggio di Cristo, e sa testimoniarlo con cristiani credibili, i giovani, certo dopo un periodo di aspri rifiuti e contestazioni, riescono a

Flavia Marco, impegnata nel servizio civile nelle scuole, risponde ad alcune domande sulla condizione giovanile, che prendono spunto dal messaggio del Papa come me, ho capito essere assetati di vita vera, mentre ho trovato spesso contrarietà, disillusione e scoraggiamento dagli adulti».

vedere la novità attualissima del Vangelo e se ne innamorino». “La Chiesa guarda ai giovani con speranza, ha fiducia in loro e li incoraggia a ricercare la verità, a difendere il bene comune” TI SENTI INCORAGGIATA E SPRONATA DALLA CHIESA IN QUESTO COMPITO? «L’esperienza che ho io, è quella del Cammino neocatecumenale. Attraverso questo ho sentito e la sento come madre e trovo sempre la capacità di guardare davvero con occhi nuovi, prima di tutto a me stessa. Credo che la Chiesa sia l’unica àncora di salvezza di questo tempo forse più che di altri tempi». “Educare richiede la responsabilità del discepolo, che deve essere aperto a lasciarsi guidare alla conoscenza della realtà, e quella dell’educatore, che deve essere disposto a donare se stesso. Per questo sono più che mai necessari autentici testimoni, e non meri dispensatori di regole e di informazioni”. SECONDO TE I GIOVANI DI OGGI SONO DISPOSTI A FARSI EDUCARE? «Secondo me i giovani di oggi stanno implorando che qualcuno mostri loro la via. Come dice il Santo Padre, però, hanno bisogno di testimoni che li conducano al Maestro, non di falsi maestri che li obblighino ad adorarli». “L’educazione, riguarda la formazione integrale della persona, inclusa la dimensione morale e spirituale dell’essere, in vista del suo fine ultimo e del bene della società di cui è membro”. NELLA TUA ESPERIENZA DI STUDENTESSA E ADESSO DI EDUCATRICE, PENSI CHE SI FACCIA ATTENZIONE A QUESTI ASPETTI O CHE SI PENSI A DARE UN’EDUCAZIONE DI TIPO NOZIONISTICO? «Questo è l’aspetto della scuola più carente che rispecchia però la crisi di valori che è in atto nella nostra società. Il “fine ultimo della persona ed il

“Cari giovani, voi siete un dono prezioso per la società”. TI SENTI DONO O PESO? «Mi sento un dono, poi fate voi!»

«Verso le mie scelte ho ricevuto entusiasmo e comprensione dai coetanei, mentre ho trovato spesso contrarietà, disillusione e scoraggiamento dagli adulti» bene” sono due concetti molto confusi per cui forse è più educativo in questo senso il comportamento serio, onesto, umile, disponibile di un insegnante che diventa una figura di riferimento per i suoi alunni rispetto a molte parole e discussioni sulla morale». “Invito in particolare i giovani, che hanno sempre viva la tensione verso gli ideali, ad avere la pazienza e la tenacia di ricercare la giustizia e la pace, di coltivare il gusto per ciò che è giusto e vero, anche quando ciò può comportare sacrificio e andare controcorrente”. È FACILE ESSERE GIOVANE OGGI? «Nelle “scelte controcorrente” che ho fatto, ho trovato, differentemente da quello che mi sarei aspettata, appoggio, entusiasmo e profonda comprensione proprio dai giovani i quali,

“Non abbiate paura di impegnarvi, di affrontare la fatica e il sacrificio, di scegliere le vie che richiedono fedeltà e costanza, umiltà e dedizione”. VEDI NEI TUOI COETANEI LA VOLONTÀ DI FARE TUTTO QUESTO? «Sì, la vedo.Sento però un silenzio assordante in tutti gli ambiti della nostra società, un silenzio pieno di gravi responsabilità, un silenzio del quale non voglio fare parte e dal quale spero che chi ha incontrato Cristo faccia di tutto per uscire»

“Siate coscienti di essere voi stessi di esempio e di stimolo per gli adulti, e lo sarete quanto più vi sforzate di superare le ingiustizie e la corruzione, quanto più desiderate un futuro migliore e vi impegnate a costruirlo”. SECONDO TE COSA PUÒ INSEGNARE UN GIOVANE A UN ADULTO? «La forza e la tenacia di dare tutto se stesso nelle cose in cui si crede ma soprattutto la malleabilità, la permeabilità, la disponibilità ad essere, appunto, educati». “Uniamo le nostre forze, spirituali, morali e materiali, per «educare i giovani alla giustizia e alla pace»”. COSA POTREBBE FARE LA CHIESA PER RAGGIUNGERE QUESTO OBIETTIVO? «Cercare strenuamente l’unità. Tra cristiani cattolici e non cattolici, tra parrocchie, tra gruppi, dentro ciascuno per creare finalmente cristiani credibili: "Siano una cosa sola (…) perché il mondo creda che tu mi hai mandato"».

GIOVANI

I giovani e il silenzio assordante della società


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TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

12 febbraio 2012

IL CONCERTO D’ORGANO

IN COTETO RIECHEGGIANO I SUONI DEL CREATO a sempre, e a ragione, l’organo è designato come il re degli strumenti, perché riprende tutti i suoni del creato e fa vibrare la pienezza dei sentimenti umani, dalla gioia alla tristezza, dalla lode al lamento". Così il Santo Padre dipinge sua maestà, l’organo. Il suono della creazione e la vita stessa dell’uomo si fondono e insieme riecheggiano nelle note delle musiche di Bach e Boëllmann, interpretate nel pomeriggio di domenica scorsa dal maestro Claudia Termini all’organo della Chiesa di San Giovanni Bosco in Coteto. Quale modo migliore per celebrare la vita, se non educando le nostre orecchie all’ascolto della buona musica, la sola che può elevare le nostre anime a Dio? Il grande compositore G. F. Händel, al termine della prima esecuzione del celebre oratorio Messiah ebbe una sola preoccupazione: in cuor suo sperava che la sua musica avesse potuto aiutare gli uditori a uscire dalla chiesa e tornare alle proprie case uomini migliori. È con questo augurio che ci rechiamo ogni volta, con grande piacere, presso la Chiesa di Coteto a gustare le sonorità e i colori del suo organo. Il programma, per gran parte bachiano e coronato dalla splendida Suite Gothique di Boëllmann, ben si è prestato ancora una volta in questa stagione a mettere in risalto quante più possibili varietà timbriche, sfumature e tinte del maestoso organo. I presenti hanno potuto assaporare nuovamente il vivace gioco sonoro che il nuovo corpo dell’organo produce avvicendandosi con il corpo principale; il suono corre nella chiesa avvolgendo l’ascoltatore e rendendolo parte - in qualche modo dell’esecuzione stessa, infondendo in lui il suo soffio vitale. La musica è vita… la vita è musica! Quando le parole non bastano per esprimere l’assoluto di Dio non rimane che affidarsi alla musica. A tutti gli appassionati di concerti d’organo comunicheremo presto le date dei prossimi appuntamenti. S. B.

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La conclusione della “Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani”

Trasformati da Cristo sperimentando ai nostri giorni situazione dolorosa della divi“sione, Plaurnoi cristiani possiamo e dobbiamo guardare al futuro con speranza. La presenza di Cristo risorto chiama tutti noi cristiani ad agire insieme nella causa del bene. Uniti in Cristo siamo chiamati a condividere la sua missione che è quella di portare la speranza là dove dominano l’ingiustizia, l’odio, la disperazione”. Con queste parole Papa Benedetto XVI ha concluso a Roma nella Basilica di San Paolo la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Anche a Livorno la Settimana di preghiera, incentrata sulle parole di San Paolo ai Corinzi “Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Cristo” ha avuto il suo epilogo alla Chiesa della SS. Trinità in Piazza Gavi. La preghiera iniziale è stata proclamata dal parroco padre Fabrizio Civili a cui ha fatto seguito la corale della Cattedrale diretta da don Barbieri. L’incontro ha visto l’alternarsi di canti e preghiere, sono intervenuti Lorenza Litrico e Daniele Capecchi della Comunità di S. Egidio; il diacono Andrea Zargani; il diacono seminarista Luigi Falanga; il Pastore Giuseppe Scarcella della Chiesa Avventista. Infatti è con la preghiera, realtà potente per ogni cristiano, che inizia in ogni individuo e comunità la propria “trasformazione” in Cristo. Lorenza Litrico nella sua preghiera ha proposto una intensa riflessione partendo dalla Passione del Signore che induce tutti i cristiani a condividere la “passione” per i poveri e a dare “testimonianza di un cristianesimo autentico vissuto per i fratelli”, “bisogna perciò vivere il Vangelo nella nostra vita” e “non rassegnarsi al male”. Tanti i presenti: oltre ai cattolici hanno partecipato alcuni membri della Chiesa Valdese e Avventista, e il pastore della Chiesa Battista dottor Thomas Hagen. L’incontro è terminato con il saluto del Vescovo, monsignor Simone Giusti e di don Piotr Kowanacki, direttore dell’Ufficio per la pastorale per l’ecumenismo e il dialogo e del CEDOMEI. Gi. Gi.

Gli incontri dei ragazzi che hanno partecipato alla GMG

Ancora INSIEME

Dopo Madrid... il cammino continua! P

er i ragazzi della GMG Madrid 2011 e i loro educatori il percorso spirituale iniziato durante il viaggio verso la capitale spagnola, sede della Giornata Mondiale della Gioventù, non è finito con l’arrivo a casa. Quello è stato solo l’inizio, l’inizio di un’amicizia in Gesù Cristo. Il gruppo, composto da persone di varie età, diverse tra loro ma aventi in comune l’amore per nostro Signore, ha scelto di mettere a frutto tutti i doni ricevuti a Madrid, quindi, "radicati in Cristo e saldi nella fede", non solo ha deciso di condividere nuovi momenti di preghiera, ma ha aperto la porta anche a nuovi animatori in formazione, che desiderano meditare la Parola. Sotto la guida spirituale di don Fabio Menicagli, una

volta al mese gli educatori e i ragazzi si incontrano con gioia in parrocchia per la lectio divina, l’adorazione Eucaristica, la confessione e terminano con una cena condivisa. Il mese di novembre don Raffaele Schiavone ha ospitato il gruppo alla parrocchia dei Tre Arcangeli alla Scopaia, il mese di gennaio don Piotr Grajper ha accolto tutti nella parrocchia S. Luca evangelista a Stagno. Un cammino importante, un cammino di conversione personale in cui la preghiera di adorazione è ciò che hanno più a cuore, perché quando sono con il Signore è forte l’abbraccio caritatevole del Padre misericordioso che aiuta a vivere insieme come fratelli. Monica Calvaruso

«Diamo ali alle strade» Le iniziative per i 220 anni dalla nascita di don Quilici n occasione del 220° anniversario della Inascita del sacerdote, gli Amici del Quilici, l’Istituto Santa Maria Maddalena, l’Associazione Libera, l’Associazione CeisComunità di Livorno, con il patrocino della Diocesi, della Provincia e del Comune di Livorno, hanno deciso di offrire a tutta la città alcune occasioni per riflettere e confrontarsi sui temi cari al sacerdote livornese, come esempio di vita. Tali incontri, intitolati “Diamo ali alle strade “, svolti in diversi luoghi significativi di Livorno, hanno cadenza mensile sino all’aprile di quest’anno. “La formazione dei sacerdoti e la formazione dei laici: quanto i laici sono consapevoli della loro vocazione o si accontentano di essere solo i “cristiani” della domenica e quanta attenzione c’è alla formazione dei sacerdoti finalizzata ad aumentare la loro comunione all’interno della chiesa?” è il tema trattato nell’ultimo appuntamento. L’argomento, attuale oggi più che mai, è stato approfondito da Don Claudio Orsi, rettore del Pontificio Seminario Interdiocesano di Siena e Mauro Nobili, già direttore della Caritas diocesana, presentati dal giornalista Alessandro Longobardi. Come far partecipare i laici alla vita della Chiesa di Cristo? È stata la domanda da cui è partito Nobili, perché diventino sempre più consapevoli della loro missione devono largamente ed intensamente partecipare, essere partecipi, della Sua Vita: la vita dei laici è la pregnante“scuola” della loro formazione! Per chiarire, Nobili ha raccontato la sua esperienza, condivisa con la moglie in cinquant’anni di servizio:

dal primo gruppo di Spiritualità Familiare nel ‘71; a 23-24 anni, occuparsi della Pastorale Familiare e scrivere un Direttorio sulla Preparazione al Matrimonio nel ‘78, come chiese loro monsignor Ablondi; l’esperienza dell’attività nei due Sinodi; il loro essere i primi Direttori laici della Caritas in Italia, come chiese loro monsignor Coletti, per unire – come disse espressamente il vescovo - “Amore Eros ad Amore Caritas”; e così via sino ad oggi. E citando il Concilio Vaticano II, iniziando dal n°12 della Lumen Gentium “...a ciascuno la manifestazione dello Spirito è data perché torni a comune vantaggio...” (1 Cor 12,7), ha ricordato quanto i laici siano chiamati alla partecipazione e corresponsabilità nella Chiesa, perché esperti in “mondo”...” e già pronti per l’uso”. Ed ancora: che il primo luogo della formazione ordinaria di tutti i laici, oltre alle celebrazioni eucaristiche, la lettura condivisa della Parola di Dio, la partecipazione agli organi ecclesiali: è la vita! Leggendo inoltre dal Decreto sull’apostolato dei laici, Apostolicam

«Troppi battezzati non si sentono parte della comunità ecclesiale e vivono ai margini di essa, rivolgendosi alle parrocchie solo in alcune circostanze per ricevere servizi religiosi» Actuositatem n°10...” ha sottolineato come i laici siano partecipi della missione di Cristo sacerdote, profeta e re, i laici hanno la loro parte attiva nella vita e nell’azione della Chiesa. All’interno delle comunità ecclesiali la loro azione è talmente necessaria che senza di essa lo stesso apostolato dei pastori non può per lo più ottenere il suo pieno effetto”. Invita alla rilettura ed esame di “Evangelizzazione e Promozione Umana” ed “Evangelizzazione e Sacramento del Matrimonio” (1975!), in cui si definiscono i laici nella loro specificità, capacità, missione, per formare la Chiesa sia domestica che universale; in quanto i cristiani, in forza del Battesimo, sono tutti sacerdoti-re-profeti. Infine Nobili, citando un

discorso di Benedetto XVI del 26 maggio 2009, sul tema “Appartenenza ecclesiale e corresponsabilità pastorale”, ha detto che purtroppo esiste ancora la tendenza a identificare la Chiesa con la gerarchia, dimenticando la comune responsabilità, la comune missione del Popolo di Dio, che siamo in Cristo noi tutti: dal Papa fino all’ultimo bambino battezzato. Troppi battezzati non si sentono parte della comunità ecclesiale e vivono ai margini di essa, rivolgendosi alle parrocchie solo in alcune circostanze per ricevere servizi religiosi. Don Claudio Orsi, nell’aprire il suo intervento, ha raccontato la sua esperienza in seminario e la sua preparazione teologica per parlarci della

formazione dei sacerdoti. In particolare partendo dalla “Esortazione apostolica post-sinodale Pastore dabo vobis di Giovanni Paolo II all’episcopato al clero e ai fedeli circa la formazione dei sacerdoti nelle circostanze attuali” del 25 marzo 1992, ha sintetizzato in modo molto chiaro che “...i pastori sono: al servizio nella Fede, Speranza e Carità e cristiani insieme ai laici”; S. Agostino diceva: “per Voi sono Vescovo, ma con Voi sono Cristiano” e don Quilici: “insieme pastori e laici per servire il popolo”. La Chiesa è Ministero, Comunione e Missione. Mistero, perché opera di Dio presente nella nostra vita; dobbiamo avere l’intuizione di sentire i preti: un dono; segno del sacerdozio ministeriale è che Dio è con noi per aiutarci nella nostra vita, sacramento nella vita dell’uomo; Comunione: il ministero del ministro ordinato è lo scopo di riunire la famiglia di Dio come fraternità animata alla carità e condurla a Dio. Offrire tutta la nostra vita nell’amore e unità...suscitare corresponsabilità in tutti...sacerdoti in un presbiterio che sia famiglia di amore; Missione: rendere la comunità annunciatrice e testimone del Vangelo e promotrice dell’unità che proviene dalla Trinità: nella parrocchia, nella città, nella politica e nel sociale. Questa è la via della formazione, che fortunatamente non finisce mai! Prossimo appuntamento con “Diamo ali alle strade” il 1 marzo alla chiesa dei Ss. Pietro e Paolo alle 21: “La relazione con Dio: Dio è per tutti… quale volto di Dio oggi noi cerchiamo e adoriamo…” Interviene don Luigi Verdi della Fraternità di Romena. Mauro Pacchiani


TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

12 febbraio 2012

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Alla parrocchia NOSTRA SIGNORA DI FATIMA

Un anno per cercare risposte

Speciale 50° parrocchiali

La riflessione del parroco don Giorgio Eschini Le iniziative nel quartiere per i 50 anni della parrocchia Collinaia in festa

Domenica 12 febbraio alle 10.30 nella chiesa di N.S. di Fatima il Vescovo celebrerà la Messa per l’anniversario della parrocchia. A seguire la comunità si ritroverà per il pranzo insieme e per la proiezione del filmato “Come eravamo”, con tutti i ricordi della storia della parrocchia.

omenica 12 febbraio ricorre il cinquantesimo anniversario della fondazione della Parrocchia di Nostra Signora di Fatima. Il decreto di fondazione della Parrocchia, infatti, firmato da Mons. Andrea Pangrazio porta la data del 12 febbraio 1962. Il parroco don Alfredo Nesi nella sua prima lettera di saluto ai parrocchiani, presentando la nuova parrocchia sottolinea: la scelta del titolo della Parrocchia, il fatto che è l’anno di indizione del Concilio Vaticano II, (riportato anche nel timbro parrocchiale) e che la Parrocchia è affidata ai sacerdoti dell’Opera Madonnina del Grappa fondata a Firenze da don Facibeni. Mi colpisce la coincidenza dell’anno di fondazione con l’indizione del Concilio e raccolgo una frase di don Nesi:«Il Papa chiede incessantemente che si preghi per il Concilio, e la nostra parrocchia, fondata nell’anno del Concilio, vorrà vivere dello spirito che anima questa riunione universale, questo incontro di portata storica incalcolabile». Se conto bene, sono il 6° parroco che succede a don Alfredo Nesi, ho studiato teologia proprio durante gli anni del Concilio e ho una particolare sensibilizzazione per questo avvenimento di portata storica incalcolabile. Il Papa Giovanni XXIII. nella Costituzione Apostolica “Humanae salutis” (1961) con cui indice il Concilio, esordisce dicendo: “La Chiesa, oggi, assiste ad una crisi in atto nella società. Mentre l’umanità è alla svolta di un’era nuova, compiti di una gravità e ampiezza immensa attendono la Chiesa, come nelle epoche più tragiche della sua storia. Si tratta infatti di mettere a contatto con le energie vivifìcatrici e perenni dell’ Evangelo il mondo moderno" (‘n. 2). Questo evento mi ha messo dentro fin da giovane prete, una speranza e una sete di rinnovamento che spesso è sfociata in inquietudine e disappunto. Con domenica 12 febbraio mi piacerebbe, non semplicemente ricordare o celebrare una ricorrenza, ma aprire un tempo, un anno di riflessione

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cercando risposte vere e condivise a una domanda che inquieta e che dovremmo porci tutti: dove va la Parrocchia? A cosa serve la Parrocchia? Cosa ne abbiamo fatto della Parrocchia? Cinquanta anni sono passati e l’aria intorno alla parrocchia si va rarefacendo. Intendo in questa parrocchia e senza eccezione, in tutto il tessuto diocesano e oltre. Perché l’aria si va rarefacendo? Non datemi risposte banali o pseudoreligiose. Certo si è perso il senso del sacro, ma la Chiesa non è nata per dare all’uomo il senso del sacro. E la crisi non si risolverà ritrovando il senso del sacro magari aiutati dal rifiuto di un “progresso” dall’aria minacciosa. La Chiesa non muore con la crisi del sacro. Forse a lungo la chiesa (c- minuscola) ha vissuto “comoda” all’ombra del sacro e non si è lasciata più scomodare dal suo maestro posto come «segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri

Nostra Signora di Lourdes: le iniziative nche la parrocchia di Nostra Signora di A Lourdes festeggerà il 50° anniversario parrocchiale con alcune iniziative speciali, mentre proseguono le quotidiane attività della parrocchia. VENERDÌ 10 FEBBRAIO: 18:00 – Santa Messa per l’unità delle tre chiese e per i sacerdoti con rito dell’unzione degli infermi. SABATO 11 FEBBRAIO: 16:45 – Ritrovo in chiesa e partenza per la processione solenne con la statua della Madonna (secondo l’itinerario via Corridi, via di Popogna fino alla nuova rotatoria delle Corti e ritorno sullo stesso percorso) 18:00 – Santa Messa mensile con la partecipazione delle famiglie del catechismo di tutta la Comunità Pastorale, a seguire pizzata nel salone.

di molti cuori» (Lc 2,3435). Ed ora che le manca il “sacro”, perché il mondo è diventato adulto, strilla come se le mancasse l’aria. Non il sacro comune a tutte le religioni è la sua vita, ma il Vangelo del Crocifisso, vincitore del peccato e della morte. Il Vangelo che parla all’uomo di tutti i tempi perché sempre è tempo di Vangelo.

Ma il Vangelo sembra anestetizzato da quando alle parrocchie sono arrivati mode, e guru, e tecniche di promozione umana e spiritualità compiacenti col sacro, il tutto verniciato di Concilio, ma il Concilio è rimasto assente perché scomodo. Il Concilio non è arrivato alle parrocchie, e questo ha il suo aspetto positivo

Dalla storia: due parrocchie lo stesso anniversario 12 febbraio 1962 – 12 febbraio 2012 icorre quest’anno il 50° anniversario della erezione di due nostre parR rocchie situate una al nord ed una al sud della città, entrambe dedicate alla Vergine Maria. Parliamo di Nostra Signora di Fatima in Corea e Nostra Signora di Lourdes in Collinaia . Entrambe furono “pensate “ come parrocchie dal Vescovo Mons. Pangrazio che emanò il relativo decreto il 12 febbraio 1962. Nel bum della ricostruzione si aggiungevano così altre due chiese dedicate a Maria all’elenco di quelle sorte in passato: il Santuario della Madonna delle grazie di Montenero, la chiesa di S.Maria del Soccorso,il Santuario di N.Signora del Rosario, la chiesa di S.Maria Assunta in Torretta. Era allora Cancelliere vescovile, in stretta collaborazione con il Vescovo Pangrazio, Mons. Ricciardiello. Egli era molto devoto alla Vergine. Tutti gli anni accompagnava a Lourdes il treno dei malati della organizzazione UNITALSI. L’affidamento di due quartieri di Livorno alla protezione della Madonna di Fatima e della Madonna di Lourdes deve avergli riempito il cuore di gioia. La Parrocchia di Corea e quella di Collinaia ebbero il riconoscimento civile con decreto presidenziale il 13 novembre 1963. Erette nello stesso momento per venire incontro ai bisogni spirituali di due quartieri popolosi della città non ebbero la stessa sorte per quel che riguarda la costruzione. La costruzione di N.Signora di Fatima venne curata dall’Opera Madonnina del Grappa, su terreno ceduto dal Comune alla Curia Vescovile e la posa della prima venne benedetta dal vescovo Guano il 5 settembre 1964. La chiesa venne consacrata Mons. Enrico Bartoletti l’11 giugno 1966. Per Nostra .Signora di Lourdes si attese un po’ più tempo .La prima pietra fu benedetta da mons. Gauno l’8 ottobre 1967 e l’edificio venne costruito su progetto degli architetti genovesi Luciano Grossi Bianchi e Cesare Frera.. La Chiesa è stata ultimata e aperta al culto nel 1973. Notevoli sono all’interno della chiesa i sedici pannelli dipinti dal pittore livornese Giancarlo Cocchia e la statua di N.S. di Lourdes dello scultore Elio De Angelis . Maria Luisa Fogolari, direttrice archivio storico diocesano

che ancora mi colma di speranza, perché se fosse arrivato, mi dovrebbero spiegare, e convincermi, che la frase di Papa Giovanni era solo un’iperbole. Con la sola forza del sacro i riti dei Sacramenti sono destinati alla totale incomprensione: come si vede. Il Vangelo è la loro forza, il Vangelo del Vivente. Perché questa è la fede: l’incontro col Vivente che dà vita e crea la comunione, l’agapè, la Chiesa, il miracolo di una comunione opera dello Spirito del Risorto: in questa Comunione prendono vita i Sacramenti. La Chiesa del dopo Concilio deve essere preoccupata solo di una cosa, che si faccia visibile questo miracolo. E tutti i progetti pastorali invece di perdersi nei tanti rivoletti del sacro, dovrebbero essere indirizzati all’uomo nudo, alla penitenza, alla metanoia, a cominciare dai battezzati, preti e vescovi, perché nessuno verrà alla fede del Risorto senza toccare un cristiano,il corpo di Cristo, la Chiesa. don Giorgio Eschini

DOMENICA 12 FEBBRAIO: In questa occasione inaugureremo l’anno di festeggiamenti e la nuova tana degli scout. 10:30 – Santa Messa unica della comunità presieduta da Mons. Bertelli Vescovo Emerito di Volterra, animata dalla comunità scout; 11:45 – Giochi ed attività per l’inaugurazione della tana; 13:00 – Pranzo comunitario; 15:00 – Pomeriggio di presentazione del calendario attività, obiettivi e finalità di questo cinquantenario; intervento della comunità capi scout; interventi del consiglio direttivo dell’Associazione Tre Arcangeli SABATO 18 FEBBRAIO: 17:00 – Festa di carnevale della Comunità Pastorale DOMENICA 19 FEBBRAIO: 10:30 – Santa Messa; 12:30 – La Parrocchia insieme con il clan e la comunità capi scout offrirà un pranzo presso il salone parrocchiale ad anziani, ammalati ed assistiti di Unitalsi, Centro Volontari della Sofferenza e Caritas. Notizie CARITAS PARROCCHIALE Da circa un anno è attiva presso la parrocchia una pastorale della carità. Con la collaborazione delle comunità della SS.ma Annunziata dei Greci alla Leccia – Scopaia e di San Martino in Salviano è stata adibita una parte della sala Giovanni Paolo II sottostante al sagrato della nostra chiesa a centro per la raccolta di vestiario, la distribuzione e l’ascolto. Con questa attività vengono aiutate regolarmente circa 40 persone, garantendo loro, nel limite delle disponibilità, vestiario secondo la stagionalità, biancheria e quant’altro per la casa, coperte e talvolta mobili ed arredi. Per garantire ciò abbiamo bisogno della continua collaborazione di chi abita nel territorio e non solo. Al momento ad esempio il vestiario per bambini e ragazzi di tutte le età scarseggia. Chi volesse aiutarci, ci trova presenti ogni LUNEDI DALLE 17 ALLE 19 presso LA SALA PARROCCHIALE. Grazie alle offerte di alcuni e alla collaborazione dell’Associazione Tre Arcangeli della Comunità Pastorale, la parrocchia sta attivando una borsa lavoro per i nostri amici con pagamento attraverso Voucher INPS. In occasione di questo anniversario la parrocchia ringrazia quanti finora non hanno fatto mancare il proprio aiuto e chiediamo, a chi volesse donare un po’ del proprio tempo, la collaborazione agli unici due volontari al momento impegnati, in modo da rendere ancora più efficiente il nostro servizio. A tale fine vorremmo avviare una “Banca del Tempo”: anche una sola ora alla settimana o al mese, donata con regolarità facendo rete con altre persone disponibili sarebbe un aiuto prezioso. Chi vorrà può compilare e riconsegnare in parrocchia il seguente tagliando o contattarci telefonicamente il lunedì dopo le 16e30 allo 0586501170. LA STORIA DELLA PARROCCHIA Continua inoltre la raccolta del materiale fotografico, racconti e testimonianze per allestire nuovamente la mostra fotografica nel salone e ricostruire la storia della parrocchia nei suoi primi trentanni, nei quali furono parroci don Silvio Dal Santo e don Gabriele Mura. (la foto a fianco della chiesa di N.s. di Lourdes è di Francesco Bonini )


VIII

TOSCANA OGGI 12 febbraio 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNO


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