La Settimana n. 7 del 19 febbraio 2012

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IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

19 febbraio 2012

È tempo di solidarietà e sobrietà

di monsignor Ezio Morosi

a famiglia è qualcosa di sacro perché è un’idea di Dio, è un suo progetto. PorLl’amore ta l’impronta della Trinità con le tre componenti essenziali: genitori, figli e che li unisce. Il Signore pone nelle nostre mani il mistero della vita e il mistero dell’amore perché con essi illuminiamo il mondo. La relazione trinitaria si riflette nella relazione familiare che trova nel reciproco donarsi il segreto della sua vitalità e consistenza, nonché la somiglianza con Dio che portiamo come scintilla; dal suo cuoro: siamo capaci di amare, di generare, di conoscere con l’intelletto, di scegliere con libertà, di educare, costruire, scoprire…

Alle porte della Quaresima

IL CONVEGNO DI QUARESIMA

Giovedì 23 febbraio alle 19.00 nel salone del Vescovado

LE POVERTÀ INVISIBILI arà don Bruno Frediani, fondatore del CeIS Gruppo “Giovani e Comunità” di Lucca a Sguidare la riflessione del prossimo convegno di Quaresima organizzato dalla Caritas diocesana. L’ncontro avrà inizio alle 19 nel salone del Vescovado. In ultima pagina il programma dettagliato dell’iniziativa.

… essa riesce gradita secondo quello che uno possiede e non secondo quello che non possiede. Non si tratta infatti di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza. … (2Cor 8 12-14).

Ecco le intenzioni di Carità per la Quaresima 2012: un aiuto concreto alle famiglie attraverso il fondo di solidarietà ed il sostegno ai bisogni più urgenti con i servizi Caritas

e parole di Paolo sollecitano un concreto aiuto ai fratelli di Gerusalemme in preda a una povertà sconosciuta e quindi bisognosa di un sostegno generoso e, possiamo dire, eccezionale. L’apostolo, accanto alla generosità richiesta, indica anche le condizioni: la donazione deve essere ragionevole, conforme alla misura di quello che si possiede; il volere interiore torna gradito a Dio assai più di ogni offerta materiale esterna. Quindi non ci si deve ridurre all’indigenza per sollevare altri, ma è necessario che il cristiano alzi con forza l’ideale cristiano della eguaglianza. Non siamo così lontani dalle urgenze e dalla drammaticità delle situazioni di cui parla Paolo; la crisi dunque ci interroga singolarmente e come comunità. È il caso di parlarne dunque anche nelle nostre comunità, laddove ciò non sia stato ancora fatto, perché ogni nostro agire non trascuri l’intento educativo. Riflettere dunque sulle cause della crisi economica, sull’importanza dell’etica in ogni campo, anche nell’economia e sulla necessità di stili di vita basati sui valori da tutelare e promuovere a fondamento della vita sociale: il sostegno alla famiglia, la piena occupazione, la sobrietà e la solidarietà con i più deboli. Se i credenti vogliono dare un contributo al cambiamento della società hanno oggi una grossa occasione per farlo ma è necessario la riflessione di tutti su quanto accade, per poter suggerire poi giuste scelte con giusti valori al fine

di cambiare in meglio la società. Elargire a pioggia contributi economici, ad esempio, per quanto importante, non porta a nessun cambiamento strutturale. È necessario quindi spingere i responsabili della gestione del denaro pubblico nell’allestire le politiche sociali adeguate a tale scopo. Lo stesso ragionamento dobbiamo farlo nelle nostre comunità. Dare un giusto equilibrio tra il sostegno immediato e la ricerca delle radice di certe povertà perché possano essere rimosse. La pastorale della carità della diocesi vuole dare il suo sostegno in questo cammino, per questo di volta in volta saranno presentate proposte in tal senso. Qui indichiamo le tradizionali intenzioni di carità per la Quaresima. Come noterete sarà ancora la famiglia il centro di attenzione; in questo momento bisognosa non solo di attenzione pastorale, attestata dalle diverse iniziative diocesane, ma anche, per una parte non piccola, di sostegno economico.

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INTENZIONI DELLA QUARESIMA DI CARITÀ 1. Sostegno ai servizi offerti dalla Fondazione Caritas Se lo “strumento caritas” per eccellenza è il Centro di Ascolto per la sua funzione di accoglienza, ascolto e accompagnamento alle persone che lì si rivolgono, i servizi che offre la Fondazione Caritas, il braccio operante, sono la prima, importante risposta al bisogno

immediato, che la carità cristiana della diocesi mette a disposizione di chi ne ha la necessità. Li ricordiamo: i centri di prima Accoglienza dotati di mensa e servizi docce e guardaroba; i servizi alla persona, l’accoglienza abitativa. 2. Fondo solidarietà Famiglie e Lavoro Sappiamo come la crisi ha colpito il lavoro e la famiglia in misura non sopportabile. Le richieste di aiuto alle Parrocchie e alla Caritas da parte di famiglie che da una situazione di vita dignitosa sono caduti nella povertà per mancanza di lavoro e conseguente incapacità di sostenersi nei bisogni primari, affitto casa, alimentazione ecc.. Proponiamo la costituzione di un Fondo solidarietà Famiglie e Lavoro, da mantenere in funzione sino al bisogno. Il fondo attingerà: dalla carità del Vescovo e della Diocesi, dalle offerte che saranno pervenute per questa specifica circostanza; da scelte di sobrietà e di rinuncia dei singoli e dalla disponibilità a forme di solidarietà da parte di comunità parrocchiali, gruppi di famiglie, associazioni ecclesiali, gruppi caritativi. I giovani che hanno perso o sono in cerca di lavoro hanno assunto proporzioni insostenibili. Le loro aspettative deluse li portano a non cercare più lavoro, a perdere ogni speranza di costruirsi un avvenire, sfociando in drammi personali danneggiando la loro salute psicofisica.

Come segno di speranza proponiamo di costituire Borse formazione lavoro per giovani, nella quantità possibile, per rimotivarli e dare loro qualche strumento in più per avviare un lavoro. 3. Educare alla mondialità Come impegno educativo nel tempo di quaresima vogliamo rinnovare due iniziative già presenti nel nostro territorio: la raccolta dei tappi di plastica e il commercio equo e solidale. La raccolta dei tappi è nata proprio nella nostra diocesi: partita dal 5° vicariato si è estesa prima a tutta la città e poi si è diffusa in diverse città d’Italia, rimanendo legata al sostegno di progetti poi realizzati dal CMSR. Raccogliendo tappi di plastica (che non possono essere riciclati insieme alle bottiglie) raggiungiamo l’importante obiettivo di educarci a non sprecare e a riutilizzare ciò che è possibile, nello stesso tempo mettendo da parte il tappo usato ci ricordiamo di paesi in condizioni ben più bisognose del nostro e diamo il nostro piccolo contributo a realizzare progetti per il loro sviluppo. Chiediamo alle parrocchie di facilitare la raccolta. L’altra iniziativa è il sostegno al commercio equo e solidale. Le parole danno la motivazione di quanto perseguiamo: maggiore equità nel commercio che mira molto spesso al massimo profitto proponendosi di sostenere nei paesi in via di sviluppo, aziende sane che mirino anzitutto a offrire un rendimento economico, ai produttori e ai lavoratori, giusto e rispettoso dei diritti. Una forma di lotta allo sfruttamento e alla povertà. Prodotti del genere cominciano a trovarsi anche nella nostra città nei market e nei negozi ( ricordiamo ad esempio il CMSR in via della Madonna). Possiamo offrire il nostro modesto contributo anche scegliendo prodotti del genere (alimentari, vestiario ecc.).

DAL MESSAGGIO di Benedetto XVI

PRESTIAMO ATTENZIONE GLI UNI AGLI ALTRI, PER STIMOLARCI AVICENDA NELLA CARITÀ ratelli e sorelle, la Quaresima ci offre ancora una volta l´opportunità di riflettere sul cuore della vita cristiana: la carità. Infatti questo è un tempo propizio affinché, con l´aiuto della Parola di Dio e dei Sacramenti, rinnoviamo il nostro cammino di fede, sia personale che comunitario. È un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale. Quest’anno desidero proporre alcuni pensieri alla luce di un breve testo biblico tratto dalla Lettera agli Ebrei: «Prestiamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone» (10,24). È una frase inserita in una pericope dove lo scrittore sacro esorta a confidare in Gesù Cristo come sommo sacerdote, che ci ha ottenuto il perdono e l´accesso a Dio. Il frutto dell´accoglienza di Cristo è una vita dispiegata secondo le tre virtù teologali: si tratta di accostarsi al Signore «con cuore sincero nella pienezza della fede» (v. 22), di mantenere salda «la professione della nostra speranza» (v. 23) nell´attenzione costante ad esercitare insieme ai fratelli «la carità e le opere buone» (v. 24). Si afferma pure che per sostenere questa condotta evangelica è importante partecipare agli incontri liturgici e di preghiera della comunità, guardando alla meta escatologica: la comunione piena in Dio (v. 25). Mi soffermo sul versetto 24, che, in poche battute, offre un insegnamento prezioso e sempre attuale su tre aspetti della vita cristiana: l´attenzione all´altro, la reciprocità e la santità personale. (...) Per leggere la versione integrale del messaggio: http://www.chiesacattolica.it/cci_new/docume nti_cei/2012-02/073/Messaggio%20Santo%20Padre%20Quaresi ma%202012.pdf

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TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

19 febbraio 2012

IL QUARTO VESCOVO: MONSIGNOR GIROLAMO GAVI.........

I nostri VESCOVI

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«Non sarò vescovo finché non ci sarà il SEMINARIO!» opo la morte di Mons. De Ghantuz Cubbe venne chiamato a reggere la diocesi di Livorno come Vicario Capitolare per la terza volta Mons. Girolamo Gavi che già aveva ricoperto l’incarico di Vicario generale. Egli era nato a Livorno il 22 ottobre 1773 da famiglia oriunda di Sarzana, trasferitasi a Livorno ai primi del 1700, a ricoprire l’incarico di Consoli della Repubblica di Genova. Venne battezzato nel Duomo il 26 ottobre dallo zio Canonico Giuseppe Gavi. Studiò nel collegio di S.Sebastiano che dopo la cacciata dei Barnabiti aveva assunto il nome di Convitto Ecclesiastico S.Leopoldo. Compiuti gli studi umanistici, all’età di sedici anni si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza di Pisa. Dopo quattro anni si laureò in Utroque Jure, il 26 maggio 1795. Dopo la laurea maturò in lui la vocazione sacerdotale. Al quarto anno di teologia, il 2 marzo 1799, divenne Canonico. Il 23 dicembre 1799, nella Cappella del Palazzo Arcivescovile di Pisa, fu ordinato sacerdote dall’Arcivescovo Angiolo Franceschi. Cantò la sua prima Messa nel duomo di Livorno la notte di Natale. Molto si adoperò per la Istituzione della Diocesi di Livorno. Il primo Vescovo Mons. Ganucci lo volle suo Vicario generale e gli affidò compiti di responsabilità come la preparazione al Battesimo della giovinetta ebrea Grazia Coen e la direzione spirituale del Paradisino. Nel 1811 venne nominato Proposto del Capitolo. Alla morte del Vescovo Ganucci venne nominato Vicario Capitolare e chiamato a reggere la Diocesi

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«Senza un seminario non c’è formazione nè crescita spirituale e culturale del popolo» Così monsignor Gavi si adoperò per la costruzione di un seminario che ancora oggi ospita i giovani futuri sacerdoti

fino alla nomina del nuovo Vescovo. Anche il secondo Vescovo lo volle suo Vicario generale; e nuovamente, nell’intervallo tra il secondo ed il terzo Vescovo venne eletto Vicario Capitolare per la seconda volta. Ormai Mons. Gavi era molto conosciuto e stimato sia dal Granduca sia dalla cittadinanza, compresi gli Ebrei che gli erano grati perché aveva concesso loro di aprire le loro botteghe dietro il duomo, e tutti speravano che fosse nominato Vescovo di Livorno. Tutti, ma non Lui. Egli

era consapevole che senza una degna formazione del Clero non avrebbero potuto progredire nemmeno la formazione spirituale e culturale del popolo. Ci voleva il Seminario, per la costruzione del quale il Granduca aveva già dato il terreno e tanto si era prodigato Mons. Cubbe. Mons. Gavi sapeva che anche durante la sede vacante continuavano ad essere erogati i contributi della Mensa Vescovile che ammontavano a 5000 scudi. Pensò quindi di devolverli al Seminario

LO STEMMA del IV Vescovo di Livorno Lo stemma del Vescovo Gavi riprende il blasone di Famiglia. È uno scudo diviso in tre settori. Il primo a sinistra è di colore azzurro con un leone rampante d’oro sormontato da due falci di luna crescente d’argento allineate una sopra l’altra. Il secondo in alto a destra di colore rosso a cunei. Il terzo a destra in basso di colore argento con tre gigli di colore verde.

continuando ad essere Vicario Capitolare. Lo spiegò al Papa ed al Granduca, ma non si poteva lasciare indefinitamente Livorno senza vescovo. Dopo due anni di Curia Capitolare, nel 1842, il Granduca propose al Papa la nomina di Gavi a Vescovo. In seguito al suo accorato rifiuto, si pensò ad un compromesso Livorno sarebbe stata retta da un Amministratore Apostolico e tale carica poteva essere affidata a mons. Gavi una volta nominato Vescovo. Per questa ragione la nomina di Gavi non fu a Vescovo di Livorno, ma a Vescovo di Milto con l’incarico di Amministratore Apostolico di Livorno. Era il 19 novembre 1848 la cerimonia si svolse nel duomo di Pisa. Nella sua prima lettera pastorale spiega ai fedeli la necessità del Seminario. Vennero poi gli avvenimenti del 1849 e dell’occupazione austriaca, che lo videro impegnato a fianco di Guerrazzi. Il tema maggiormente ricorrente nelle sue pastorali è quello della Chiesa attaccata in quel periodo da Massoni e Protestanti. Grande fu il suo impegno nella catechesi e si adoperò per l’insegnamento della dottrina cristiana nelle parrocchie dove aprì anche scuole diurne e serali per maschi e femmine per l’istruzione civile. La costruzione del Seminario incontrò non poche difficoltà perché ci fu il tentativo da parte della Comunità di destinare il terreno già donato alla costruzione della Chiesa di S.Andrea. Grazie anche ai buoni uffici di don Quilici e del Canonico Bagalà Blasini presso il Granduca e ad una elargizione del Papa, il lavori poterono aver inizio nel 1844. Nel 1847 il Granduca decise che la nuova fabbrica venisse intitolata a colui che più si era adoprato per la sua realizzazione. Venne deciso che il Seminario si chiamasse Seminario Gavi. Dopo sei anni il 21 novembre 1850 Mons. Gavi inaugurò nella Cappella intitolata ai Dottori della Chiesa (quella che oggi è la sede del Museo diocesano) il suo Seminario. Fin dalla sua giovane età mons. Gavi si dedicò alla Carità e favorì da vescovo, nel 1851, la fondazione della prima Conferenza maschile della S.Vincenzo che si riuniva proprio nel Seminario. Nel 1854 istituì anche le Dame di Carità che assistevano a domicilio i poveri. Nella sua lunga vita fu protagonista nel periodo delle guerre di indipendenza. Giunto all’età di 94 anni chiese che gli venisse assegnato un vescovo ausiliare nella persona del suo Vicario Generale mons. Bagalà Blasini. Morì il 4 aprile 1869. A cura di Maria Luisa Fogolari, direttrice archivio storico diocesano


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

19 febbraio 2012

III

PICCOLI tesori

L’INTERVISTA A monsignor Paolo Razzauti

di Angela Blanco

Un seminario aperto onsignor Paolo Razzauti è stato nominato pro-rettore del Seminario Gavi. Una nomina che arriva in un momento particolare per don Paolo e che ha suscitato in lui emozioni forti. Lo abbiamo incontrato per sapere come si trova a vivere questo nuovo impegno che la Chiesa gli ha affidato.

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Don Paolo prorettore del Seminario, cosa ne pensi, lo avresti mai detto? «È proprio vero che spesso, nella vita, ti trovi a fare ciò a cui non avresti mai pensato! Già nel passato sia Mons. Coletti che Mons. Giusti mi avevano proposto di fare il Rettore del Seminario, ma ambedue le volte, dopo attento discernimento, i Vescovi avevano accettato le mie obiezioni. Da alcuni mesi sto vivendo, diciamo, in obbedienza ai medici, che, dopo l’ultimo mio malessere, mi avevano chiesto di riposare di più e di portare avanti i miei incarichi limitando il più possibile situazioni di stress, insomma, una vita quasi da pensionato! A cui sinceramente, conoscendo il mio temperamento facevo fatica ad abituarmi.

Ogni venerdì pomeriggio il Seminario sarà aperto per condividere con i seminaristi la Messa alle 17,30 e alle 18,15 la Lectio Divina, l’invito è rivolto in particolare ai gruppi giovanili delle Parrocchie ed a tutti i giovani. L’ingresso sarà da Via Galilei. Il primo incontro sarà Venerdì 24 febbraio e sarà guidato dal Vescovo

e delicata: sono persone diverse, ognuna con la propria personalità, sono giovani con tutte le caratteristiche della giovinezza, e poi dovrò aiutarli a discernere, insieme con loro, la chiamata che hanno sentito, e non è certo un compito facile. Cercherò soprattutto di star loro vicino e di ascoltarli».

Alcuni giorni prima di Natale, il vescovo Simone mi ha di nuovo proposto di fare il prorettore del Seminario, per liberare mons. Morosi da determinate incombenze che lo potevano affaticare, anche lui in un momento difficile per la sua salute. A quel punto ho pensato che non potevo più tirarmi indietro, perché forse Dio aveva un disegno su di me. Mi trattenevano, ancora, il timore di non essere all’altezza e le raccomandazioni dei medici. Ma poi mi sono detto: affidati al Signore, a tutto penserà Lui! Ho pensato anche alla fiducia che il Vescovo riponeva in me, affidandomi questo incarico, una fiducia di cui lo ringrazio. E così, eccomi qui, a sessantasei anni, dopo quarantadue anni di sacerdozio, a “rientrare” in Seminario!!»

Come lo vorresti questo seminario diocesano? Hai un “sogno”? «Vorrei che il Seminario fosse un “luogo aperto” dove ciascuno possa sentirsi a proprio agio. È evidente che debbo difendere la vita comunitaria e personale dei seminaristi, ma mi piacerebbe che ad iniziare dai sacerdoti confratelli e anche altri laici potessero venire periodicamente in Seminario, per conoscere questi giovani uomini che stanno facendo un serio discernimento della loro vita, per dialogare con loro, per confrontarsi. Poi sono a disposizione, per ricevere suggerimenti per la vita del seminario. Chiedo intanto a tutti di accompagnare con la preghiera questo mio incarico»

Cosa ricordi di quando sei entrato tu in seminario? «Mi è riaffiorato in mente quel 29 settembre del 1959 quando il Rettore di allora don Eufrasio Mai, mi accoglieva per iniziare il mio cammino in Seminario, avevo quattordici anni!! Tante persone e ricordi sono riemersi, i miei genitori, gli amici… ma dato che non si vive di ricordi, ho cercato di mettermi subito al lavoro». Hai già pensato a cosa farai? «Intanto ho incontrato i Seminaristi, ho parlato con ciascuno di loro, li ho invitati al dialogo e confronto continuo con me, ho cercato di dare loro alcuni indirizzi di fondo. Dopo i colloqui di queste settimane posso affermare che è una bella avventura, in certi momenti entusiasmante e nello stesso tempo complessa

L’ORDINAZIONE SACERDOTALE AI SALESIANI

Marco Cimini adesso è don Marco esta grande alla parrocchia dei Salesiani dove si è tenuta l’ordinazione presbiterale del diacono Marco Cimini. Marco, nato a Genzano di Roma, aveva seguito l’oratorio salesiano e frequentato la sua scuola media, dopo l’Istituto Aeronautico a Roma per tredici mesi ha prestato servizio come Ufficiale dell’Aeronautica. Ma l’idea di divenire sacerdote salesiano non l’aveva mai abbandonato, fa il noviziato a Pinerolo, va poi a Roma e a Messina, nel 2009 fa la professione perpetua e viene a Livorno quindi a Campobasso. Frequenta l’Università Pontificia Salesiana e ritorna ancora a Livorno dove gli viene affidato l’oratorio. Finalmente sabato 4 febbraio l’ordinazione da parte del Vescovo Simone Giusti. Doveva essere il Vescovo di Campobasso, monsignor Bregantini, a presiedere l’ordinazione ma gli è stato impedito dalle tormente di neve che hanno investito l’Italia; il Vescovo Simone doveva andare ad Ancona ma il maltempo ha fermato anche lui, così provvidenzialmente, con la sua presenza, la cerimonia non è stata rimandata. Dopo la presentazione di Marco, il Vescovo ha tenuto l’omelia sottolineando che "il sacerdozio è al servizio della Chiesa e va compreso all’interno del mistero della Chiesa", perché la Chiesa è "il compimento della nuova creazione in vista di cieli nuovi e terra nuova". I consacrati sono persone sospinte dallo Spirito che hanno modello Maria e Gesù, infatti il sacerdote deve dimostrare il Cristo Risorto e deve agire "in personae Christi". Cosa comporta l’ordinazione sacerdotale? Quella -ha aggiunto il Vescovo- di narrare la corporeità di Cristo, chiamato ad essere uno "sposo", in grado di stare con tutti, uomini

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e donne, e a formare la grande famiglia che da la vita a tutta la Chiesa. Infatti il mistero della Chiesa è comunione di persone che esige perciò una pastorale di comunione. Il prete dunque non è un padrone "ma deve cercare ciò che la Chiesa vuole" e in questo modo crescerà anche la sua autorevolezza. Il sacerdote è l’uomo del dialogo, della pazienza, della comunione, è sempre difficile decidere mentre è più facile obbedire, bisogna perciò essere docili allo Spirito Santo per aver fatto un buon discernimento per il bene della Chiesa. Bisogna farsi prossimo, senza superbia, e confidare in Colui che ti da la forza, essere piccoli, essere Samaritani, chiedere di amare nella verità del Vangelo. Bisogna essere Cristo per far diventare Cristo tutta la Chiesa la quale "è chiamata ad essere un libro di teologia mistica per arrivare a Dio". La gente vuole una esperienza di Dio, vuole incontrarLo, e il fare l’esperienza di Dio si impara pregando: "la preghiera è una attività di conversione, se prego servo la Chiesa". Il Vescovo ha terminato citando un testo medievale in cui si dice, tra l’altro, che il sacerdote è "una sorgente di santificazione", "un salvatore che non si abbassa di fronte ai potenti, ma che si ferma sui poveri", "lontano dall’invidia", "nemico dell’inerzia". Al termine della consacrazione Don Marco Cimini ha preso la parola per dire: «Grazie! Grazie a Dio per il dono che mi sta facendo

e che fa a ciascuno di noi, come persone, come comunità, congregazione, Chiesa. Grazie alla Madre Santissima, perché la Madonna mi è stata a fianco in ogni momento. Grazie al Vescovo che la provvidenza ha voluto che fosse qui oggi. Grazie alla comunità salesiana di Livorno, una comunità dove si vive sempre la familiarità e il volersi bene. Grazie ai confratelli che sono qui presenti nonostante le intemperie e grazie a coloro che hanno seguito il mio percorso sacerdotale (numerosi i sacerdoti provenienti dalla Toscana, dalla Liguria e da Lazio, tra questi don Karim e don Stefano, volti noti alla comunità Salesiana livornese). Grazie al coro perché chi canta prega due volte. Grazie ai musicisti, ai ministranti alla Consorelle salesiane e di altri Istituti per l’aiuto vicendevole. Grazie all’intera comunità di Livorno e alla sua disponibilità nei miei confronti. Devo poi dire -ha terminato- due grandi grazie, il primo ai miei parenti, ai miei fratelli, a mamma e papà (grandi applausi da parte di tutti i presenti) dai quali ho imparato il sacrificio e a non fermarmi davanti agli ostacoli; il secondo grazie va a tutti i giovani (e qui gli applausi sono stati ancora più fragorosi), voi siete la parte forte della mia vita, se sono qui lo devo a voi, e quello che chiedo è "di essere consumato per voi"». Gianni Giovangiacomo

Nella chiesa di San Sebastiano L’ANNUNCIAZIONE DI GIOVANNI DUPRÈ

ntro e cerco E gli Apostoli dipinti dal Vasari. Sono nella Chiesa di San Sebastiano, a Livorno, ma questa piccola Chiesa racchiude più di un tesoro. Trovo, infatti, un bassorilievo dell’Annunciazione che merita anch’esso di essere brevemente raccontato, ma soprattutto merita di essere visto con gli occhi di chi cerca il messaggio che racchiude. L’opera è del 1879-1880 ed è stata realizzata da Giovanni Duprè (Siena 1817 – Firenze 1882). È collocata sulla parete esterna della cappella della Madonna di Loreto. Due parole: semplicità e mistero. Due figure: l’Arcangelo Gabriele in ginocchio e Maria SS. seduta sulla sedia. La sedia sembra messa lì apposta per l’occasione, come un aiuto per Maria. Dall’alto, dalla finestra semiaperta sullo sfondo, si vede entrare la luce dello Spirito Santo. L’Angelo porge a Maria il giglio, simbolo della verginità, e indica con l’altra mano la “colomba raggiante”. Nel momento successivo posso immaginare Maria con il fiore in mano, niente altro è cambiato e tutto è cambiato. Come si dice sul sito della Parrocchia di San Sebastiano, sembra proprio che “Il Duprè abbia voluto illustrare la parte conclusiva dell’evento”. L’Angelo non è appena arrivato e non ha le ali aperte, e la Vergine Maria è seduta in posizione rilassata, con una mano sul petto, ed è pronta come chi ha ascoltato tutto quello che c’è da sapere, il suo atteggiamento di abbandono alla volontà di Dio appare umile e pieno di fede. La conclusione dell’opera, la conclusione del dialogo è nella frase latina scolpita in basso: “ECCE ANCILLA DOMINI FIAT MIHI SECUNDUM VERBUM TUUM” (“ECCO LA SERVA DEL SIGNORE SIA FATTA LA TUA VOLONTA’”)


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

19 febbraio 2012

LA MESSA E IL CONCERTO.........

Settimana per la VITA

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In cattedrale

Musica per la vita!

Una giornata per la vita all’insegna della gioventù: in duomo i cori dei ragazzi e i disegni dei bambini onostante la neve e il vento gelido, la Cattedrale, domenica 5 febbraio è stata riscaldata dalla presenza di tanti giovani che hanno risposto alla chiamata di fare festa alla vita. Infatti fin dalle 15.30 hanno cominciato a provare le varie corali che avevano aderito all’invito, mentre sui cartelloni, disposti lateralmente, venivano esposti i disegni dei bambini delle scuole elementari che avevano partecipato al concorso organizzato per celebrare la Giornata per la Vita. La corale della Parrocchia di San Jacopo, diretta da Giovanna Meini con ragazzi dagli otto ai quattordici anni, si è esibita per prima, proponendo brani religiosi e delle Zecchino d’oro alternando coro e voci soliste. Alle 18 monsignor Giusti ha presieduto la celebrazione eucaristica e il giovane gruppo parrocchiale della Rosa ha animato i canti, mentre le aggregazioni laicali hanno curato la liturgia. Il Vescovo durante l’omelia ha ricordato come la cultura odierna tenda ad avere un atteggiamento di chiusura verso la vita, soprattutto quando si tratta di persone diversamente abili. Monsignor Giusti ha anche ribadito come manchi totalmente un sostegno alle donne che si trovano in difficoltà e allo stesso tempo vorrebbero portare avanti la vita che portano in grembo, per questo c’è la necessità di creare una serie di servizi per coloro che si aprono alla vita, in particolare sostegno economico e psicologico. Per far questo dovremo chiedere aiuto allo Spirito Santo, che agisca attraverso di noi in gesti concreti. A conclusione della serata il gruppo dei giovani Rockettari di Cristo, con batteria, tastiere e chitarre hanno cantato brani che ci hanno fatto rivivere i gioiosi momenti della GMG e hanno offerto il loro impegno per diffondere la cultura della vita tra i loro coetanei. Alle corali presenti e alle scuole che hanno partecipato al concorso, sono stati consegnati da monsignor Giusti, aiutato dalla splendida bambina Laura di 8 anni, dei diplomi e dei premi, a ricordo della Giornata per la Vita 2012. Monica Cuzzocrea

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In queste foto due momenti della giornata: In alto il gruppo dei Rockettari di Cristo e qui accanto la corale dei giovanissimi della parrocchia San Jacopo

La creatività DEI BAMBINI

I disegni degli alunni delle 4ª e 5ª elementare Fondazione Sacro Cuore e Fondazione S. Carlo Borromeo (maestre: Gioia PIazzoli, Cristina Nacci,Valentina Pelagatti, Gioia Ercole, Monica Filieri) I disegni dell’Istituto L’Immacolata (Alunni: Alberto Mecacci, Giacomo Renucci, Lucio Di Marzio, Alessia Borrelli, Giovanni Tartarelli, Francesco Fioravanti, Davide Bulleri, Andrea Giulietti, Vittoria Manteri, Matilde, Giorgia Danesi, Matilde Viani)

I lavori realizzati all’Istituto Sacro Cuore: classe IV (gruppo; Denise, Caterina, Gregori, Izzo, Andrea, Fabio, Marcello, Shirin); classe IV (gruppo: Francesco S., Naemi, Matteo, Giacomo, Lodovico, Davide Simone); classe IV (gruppo: Martina, Beatrice, Sara Virginia, Pietro, Lorenzo, Angelo); classeV.


LA SETTIMANA DI LIVORNO LA CONFERENZA .........

Alla parrocchia Santa Rosa

Un consultorio diocesano per aiutare le famiglie In collaborazione con i servizi sociali territoriali DI ALICE

CARPENTIERE

ome aiutare la famiglia a scegliere la strada della vita? Una risposta a questa domanda potrebbe essere quella di realizzare un consultorio diocesano per aiutare le donne a portare avanti la gravidanza nonostante i problemi economici, psicologici e familiari. Sempre più frequente infatti è il numero delle donne che pensa che l’unica soluzione possibile ad una gravidanza in condizioni difficili sia quella dell’aborto, scelta però quanto mai dolorosa e vissuta come un dramma. L’idea è stata presentata nell’ambito della conferenza organizzata dalla Diocesi di Livorno in occasione della Settimana per la vita. Tra i relatori, insieme al vescovo monsignor Simone Giusti, la dottoressa Rosa Maranto Responsabile servizi territoriali dell’Azienda USL 6 di Livorno; il dottor Luca Mastrosimone, Dirigente medico reparto otorinolaringoiatria Ospedale di Livorno, membro del Tavolo dell’Oggettività e il dottor Edoardo Micheletti, direttore del dipartimento materno infantile dell’Azienda Usl.

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Il Consultorio si proporrebbe come centro d’ascolto, dove volontari specializzati potranno fornire aiuti concreti alle coppie in difficoltà, sia nel momento della gravidanza sia dopo la nascita del bambino. La struttura non dovrà essere una copia dei consultori già presenti, ma cercherà di partire dalla messa in atto a pieno della legge 194 sull’interruzione di gravidanza. La legge, spesso non applicata nel modo corretto, invita i centri specializzati a fornire i contributi necessari per permettere alla donna di portare avanti la gravidanza: «lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. I consultori familiari istituiti dalla legge 29 luglio 1975, n. 405, fermo restando quanto stabilito dalla stessa legge, assistono la donna in stato di gravidanza

flash DAGLI INTERVENTI DEI RELATORI a dottoressa Rosa Maranto, responsabile dei servizi territoriali ASL Lascolto: 6 di Livorno, sottolinea l’importanza di avere molteplici punti di ci sono persone che possono avvicinarsi più facilmente ai consultori ASL e altre che riescono ad aprirsi in maniera più semplice in altri contesti, come ad esempio quello della parrocchia. È anche necessario creare una rete di collaborazioni che possa permettere alle persone di venire a conoscenza delle varie offerte presenti nel territorio.

cercando la collaborazione di assistenti sociali e dei centri di aiuto alla vita, come il progetto Il dottor Luca Mastrosimone, dirigente medico del reparto Gemma: un servizio di otorinolaringoiatria, afferma che il nuovo consultorio sarà adozione prenatale alle un’opportunità di crescita per la città, un importante centro di madri in difficoltà. ascolto che andrà a intercettare i bisogni, i timori e le ansie delle Un’altra soluzione potrà donne che hanno problemi legati alla famiglia e alla maternità. E che, essere quella dell’affido in collaborazione con tutte le altre strutture, potrà indirizzare al con la divulgazione del meglio le famiglie nei vari percorsi, cercando di fornire un sostegno progetto “ Mamma economico e lavorativo a chi ne ha bisogno. segreta”, in cui la donna al momento del parto Il dottor Edoardo Micheletti, direttore del dipartimento infantile potrà decidere di dell’ASL 6, parla dell’adozione come un servizio che se ben rimanere anonima. Alla conosciuto potrebbe andare a ridurre in maniera notevole i casi di donna verrà fornito un aborto. La famiglia affidataria ha bisogno però di essere sostenuta in sostegno piscologico, maniera costante, sempre più spesso infatti si registrano fallimenti di psicoterapeutico oltre a affido e di adozione. un’assistenza A.C. ginecologica e pediatrica. Un altro significativo aiuto potrà derivare dal “Telefono rosso” , il numero speciale a cui si contribuendo a far superare le L’idea è stata lanciata durante gli potranno rivolgere coloro che cause che potrebbero indurre la incontri di quest’anno del Tavolo desiderano ricevere maggiori donna all’interruzione della dell’oggettività, il luogo di informazioni scientifiche e gravidanza. I consultori sulla base incontro voluto dal Vescovo, di cui mediche. di appositi regolamenti o fanno parte medici e paramedici convenzioni possono avvalersi, dell’Azienda sanitaria livornese; in Il consultorio dovrà inoltre per i fini previsti dalla legge, della questo contesto, in un clima di svolgere una vera e propria collaborazione volontaria di grande dialogo, sono emerse varie formazione culturale per idonee formazioni sociali di base e prospettive per realizzare questo diffondere l’importanza della vita di associazioni del volontariato, consultorio diocesano. La struttura e della famiglia, rivolgendosi alle che possono anche aiutare la si proporrà di individuare un scuole, alle parrocchie e a tutto il maternità difficile dopo la percorso diversificato a seconda territorio, sviluppando una rete di nascita». dei problemi di ogni donna, collaborazione con i consultori ASL, i servizi sociali del Comune e la Caritas diocesana. «La famiglia nel nostro territorio – ha detto il dottor Micheletti al termine del suo intervento - è sempre più costituita da un nucleo ridotto, rischia di diventare qualcosa da non difendere, qualcosa per cui non vale la pena lottare; bisogna cercare di ridare importanza a questi valori: La vita è un bene non negoziabile».

TOSCANA OGGI 19 febbraio 2012

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VENERDÌ 17 FEBBRAIO ALLE 17.30 NELLA SALA DELLA PROVINCIA

TEMI ATTUALI E SCOTTANTI Il professor Stefano Semplici a Livorno tefano Semplici è stato il primo SComitato italiano nominato presidente del internazionale di bioetica dell’Unesco. Eletto durante i lavori della diciottesima sessione, che si è svolta a giugno 2008 a Baku, in Azerbaijan, Semplici, classe 1961, è professore ordinario di Etica sociale all’Università di Roma "Tor Vergata" e direttore scientifico del Collegio universitario "Lamaro Pozzani" della Federazione nazionale Cavalieri del lavoro. Ultimo volume pubblicato dalla Editrice la Scuola, il suo libro “Invito alla bioetica”, per conoscerlo meglio in vista della sua conferenza a Livorno, pubblichiamo alcune domande di un’intervista uscita su Jesus. Professor Semplici di cosa si occupa il Comitato Unesco di cui è stato presidente? «Il Comitato è stato istituito nel 1993. La sua funzione, così come viene indicato dallo Statuto, è essenzialmente quella di promuovere la riflessione sulle questioni etiche e giuridiche che emergono nell’ambito delle scienze della vita e delle loro applicazioni, incoraggiando, in particolare attraverso i canali dell’educazione, lo scambio di idee e di informazioni. La sua specificità è appunto quella di mettere a confronto intorno allo stesso tavolo culture e tradizioni diverse, voci che sono espressione di contesti anche molto lontani per stili e prospettive di vita, livello di benessere, organizzazione istituzionale. È un lavoro difficile, ma proprio per questo appassionante. La molteplicità delle esperienze e delle linee argomentative non ha peraltro impedito al Comitato di produrre in questi anni documenti importanti, fino alla Dichiarazione universale sulla bioetica e i diritti dell’uomo, che è stata adottata per acclamazione dalla Conferenza generale dell’Unesco nel 2005». Quali sono gli argomenti più scottanti? «Il Comitato dell’Unesco ha il compito di mettere a fuoco le questioni che, a partire soprattutto dalle scienze biomediche, sollecitano la responsabilità dei Governi, dei protagonisti della vita economica e sociale e in ultima analisi di ognuno di noi. Occorre far crescere sia la consapevolezza di questi problemi sia la volontà di affrontarli con strategie condivise. Nel mio intervento conclusivo a Baku, ho cercato di sottolineare in questa prospettiva l’importanza delle bridging issues, cioè di quei temi che più immediatamente esprimono questa interconnessione fra i popoli. Sia perché la scienza è globale e le nuove domande che essa pone non si fermano ai confini degli Stati, sia perché proprio la bioetica, intesa nel senso ampio al quale ci stiamo riferendo, è diventata il luogo nel quale misurarsi, per combatterle, con vecchie e nuove forme di sfruttamento e discriminazione. Si pensi, solo per fare qualche esempio, alla difficoltà di bilanciare la tutela del diritto alla proprietà intellettuale con il dovere inderogabile di garantire a tutti i farmaci indispensabili; a pratiche come il commercio di organi o la delocalizzazione nei Paesi più poveri di attività di ricerca inaccettabili o addirittura vietate in quelli più ricchi; alle asimmetrie crescenti dei fattori socio-economici che incidono direttamente sui livelli di salute delle persone. C’è poi, evidentemente, il capitolo degli argomenti bioetici al quale siamo più abituati: l’ingegneria genetica, le neuroscienze, le biobanche». Da un’intervista di Roberto Carnero su Jesus, versione integrale su: http://www.stpauls.it/jesus/1108je/cult ura-2.htm


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TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

19 febbraio 2012

Agenda del VESCOVO

VENERDÌ 17 FEBBRAIO Nella mattina, udienze laici in vescovado 17.30 nella sala consiliare della Provincia di Livorno, in occasione della Settimana per la vita, incontro con il prof. Stefano Semplici dal titolo "L’uomo: dalla biologia il suo mistero" SABATO 18 FEBBRAIO 8.00 pellegrinaggio mensile a Montenero guidato dalla Comunità di Sant’Egidio, a seguire S. Messa al Santuario 11.00 incontro con i responsabili diocesani dell’Agesci, in vescovado 18.00 S. Messa in occasione dell’anniversario della Comunità di Sant’Egidio alla chiesa di San Giovanni DOMENICA 19 FEBBRAIO 10.00 S. Messa e cresime alla parrocchia della SS. Trinità 16.30 il Vescovo partecipa alla prima messa del nuovo cardinale Giuseppe Betori a Firenze MARTEDÌ 21 FEBBRAIO Nella mattina, in vescovado, udienze sacerdoti MERCOLEDÌ 22 FEBBRAIO 9.00 Santa Messa per le Ceneri, in Cattedrale 20.30 a Rosignano Marittimo, statio penitenziale nella chiesa del Castello 21.00 S. Messa ed imposizione delle Ceneri alla chiesa di Ss. Giovanni Battista Ilario a Rosignano Marittimo GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO 9.30 in vescovado, il Vescovo incontra il comitato di Santa Giulia 11.00 comunità educante del Seminario, in vescovado 19.00 in vescovado, convegno di Quaresima dal titolo “Le povertà invisibili” VENERDÌ 24 FEBBRAIO Nella mattina udienze laici 21.00 Lectio Divina in seminario SABATO 25 FEBBRAIO 15.00 nell’ambito della visita pastorale al I vicariato, incontro con i genitori dei ragazzi alla parrocchia di San Benedetto 16.00 nell’ambito della visita pastorale al I vicariato, incontro con i catechisti alla parrocchia di San Benedetto 20.00 nell’ambito della visita pastorale al I vicariato, incontro con le coppie di fidanzati alla parrocchia di Santa Caterina DOMENICA 26 FEBBRAIO 11.00 nell’ambito della visita pastorale al I vicariato, S. Messa alla chiesa di Santa Caterina 16.30 rito di iscrizione dei catecumeni in vescovado

Libri da LEGGERE

di Mo.C.

Sacchini M.E.- La camera vuota. Riflessi di una vita interrotta.- Ed. Paoline, pp. 120, euro 12,00. Il grave problema dell’aborto continua ad interrogare le nostre coscienze. La vita nascente, anche quando pensiamo di eliminarla con i metodi più moderni e indolori, si ripresenta anche a distanza di anni, davanti a colei o coloro che pensavano di averla “eliminata”. E che questo accade ne abbiamo la certezza nonostante i voluti silenzi. Ce lo racconta con una specie di diario Maria Elena Sacchini,giovane mamma sposata, cattolica, con due bambini, la quale alla terza gravidanza, per non compromettere l’equilibrio familiare raggiunto, decide in piena coscienza di abortire. Ma è proprio con questo gesto che sprofonda nelle più tormentata delle crisi da non sapere come fare. Decide così,con un atteggiamento catartico di scrivere un diario alle figlie dove racconta il dramma che sta vivendo per ridare voce a chi purtroppo non ce l’ha più. Bisogna sempre attraversare la notte della disperazione per poter avere uno spiraglio di pace. Come dice Prevert infatti: “ Nel freddo muro dell’inverno, ci sarà sempre un buco per cui potrà entrare la primavera più bella”.

Diocesi informa Le parole del VESCOVO

La lettera di monsignor Giusti per la Quaresima

In occasione della visita alle famiglie voglio dirti… arissimi, è iniziato febbraio e con esso le annuali visite dei sacerdoti e diaconi alle famiglie. Voglio raggiungervi anch’io per invitarvi a vivere questo tempo di Quaresima come l’occasione propizia per conoscere ed amare sempre di più nostro Signore Gesù Cristo. Sicuramente lo conosci, chissà quante volte hai sentito parlare di Lui ma ancor di più, chissà quante volte hai avvertito la Sua presenza nel tuo cuore. Egli ti è sempre vicino e ti vuole bene.

C

Gesù vuole insegnare a ciascuno di noi a vincere la morte e a vivere per sempre. La storia di Sua madre così venerata a Livorno, ne è un esempio. Lei una ragazza di Nazareth ha saputo avere fede e ha saputo amare Dio e il

prossimo e come la storia ci dimostra, ha vinto la morte. La sua tomba è a Gerusalemme ma come quella di suo Figlio Gesù è vuota. E’ stata assunta in Cielo e tantissime volte è apparsa in mezzo a noi ascoltandoci, parlandoci, donandoci grazie e tante volte, miracoli. Quante testimonianze! Ella vive, ci è vicina, ci ascolta e quante volte ci ha esaudito. La morte non è l’ultima parola della vita. Cristo è risorto e anche noi risorgeremo con Lui. Oltre la morte c’è l’Amore che vive anche dinanzi alla morte.Tu certamente ami ancora i tuoi cari che ti hanno lasciato. Ne senti vivo l‘affetto e il ricordo nel tuo cuore. Certo non riesci ad abbracciarli, questa presenza in te è come un’ombra, la vedi, la senti ma non l’afferri. Ma l’ombra è qualcosa di reale

I viaggi di PHARUS

BOLOGNA E IL SANTUARIO DI SAN LUCA SABATO 3 MARZO Ore 6.45 partenza da Livorno per Bologna. All’arrivo incontro con la guida e inizio della visita. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio, trasferimento in bus al Santuario Madonna di San Luca, importante santuario nella storia della città di Bologna, fin dalle sue origini meta di pellegrinaggi per venerare la sacra icona della Vergine col Bambino detta "di San Luca". Tempo a disposizione per la visita individuale. Santa Messa e al termine partenza per Livorno con arrivo previsto in serata.

come il sentimento che vivi, essa è prodotta dal sole e da un corpo che viene illuminato. I nostri cari sono in Dio, noi per ora possiamo solo vederne l’ombra ma essi sono vivi e il tuo cuore l’afferma. La morte si può vincere. Gesù l’ha vinta e ci vuole essere vicino per rafforzarci e renderci capaci di andare oltre la morte e vivere per sempre. Egli ci vuole aiutare e per questo ci dona i suoi sacramenti. I sacramenti sono i doni che Dio ti da proprio per essere capace di avere la forza di saper amare e vincere la morte. I sacramenti sono grandissimi doni di Dio a ciascuna persona, sono come il motore, le ruote, la benzina di un auto, senza di essi difficilmente si riesce a progredire nella vita cristiana così come un auto fatica molto

a muoversi senza motore, senza ruote, senza benzina. Il primo dei sacramenti è il Battesimo, attraverso questo dono ci è tolto il peccato originale, il nostro cuore è orientato verso il bene, si diventa Figli di Dio e ci viene donata la forza per vincere ogni male fra cui la morte stessa. E’ un dono che va fatto ad ogni bambino, ad ogni persona. Vorrei quindi dirti: se qualcuno della tua famiglia, un bambino ad esempio, non ha ancora ricevuto questo dono (il battesimo, oppure la prima comunione, la Cresima, il Matrimonio) basta chiederlo al tuo parroco o direttamente a me, tuo Vescovo. Può venire a trovarmi o scrivermi anche via email. Con affetto e amicizia. Il vostro + Simone Vescovo

BREVI DALLA DIOCESI

Incontri per le coppie A QUERCIANELLA DAL 24 AL 26 FEBBRAIO La pastorale vincenziana organizza incontri per le coppie; il tema di quest’incontro sarà: "L’arte di Amare. crescere oggi nella relazione d’amore, quali ostacoli e quali opportunità? " Per informazioni sr Raffaella FdC, p Francesco e p Nicola

Cooperatori Paolini SABATO 18 FEBBRAIO ALLE 15.45 Incontro biblico con don Alessandro Castegnaro di Roma, all’istituto Figlie di San Paolo (Via Corcos)

Consulta della Pastorale per la famiglia SABATO 18 FEBBRAIO ALLE 15,45 IN VESCOVADO La Pastorale dei separati, divorziati o risposati- L’Accoglienza 2ª Parte Interverrà la dott.ssa Anna Cei Paggini

In ricordo di don Renato Roberti LUNEDÌ 20 FEBBRAIO ALLE 18.00 Presso la chiesa di San Matteo, celebrazione eucaristica in memoria di don Renato Roberti.

QUOTA: euro 55,00 min. 40 partecipanti QUOTA : euro 60,00 min. 30 partecipanti LA QUOTA COMPRENDE: viaggio in bus G.T. – visita guidata della città – pranzo in ristorante con bevande – assicurazione. LA QUOTA NON COMPRENDE: mance – ingressi – extra personali in genere e tutto quanto non indicato ne la voce “la quota comprende”.

Incontro Diaconi

PHARUS VIAGGI S.R.L. Via S. Andrea, 69 - 57122 Livorno Tel. 0586.211294 / 0586.276215 - Fax 0586.208788 pharusviaggi@hotmail.it pharusviaggi@livorno.chiesacattolica.it

LUNEDÌ 27 FEBBRAIO 2012, ORE 17,45 Presso la Sala Conferenze - Parrocchia Santa Rosa Via Machiavelli 32, incontro su "Papa Pio XII e gli Ebrei" Leggenda nera e verità storica Interviene Andrea Tornielli, Vaticanista de "La Stampa"

SABATO 25 FEBBRAIO ALLE 16.00 Presso la parrocchia di Santa Croce a Rosignano Solvay, intervento si don Francesco Fiordaliso su "La diaconia di Gesù nell’attenzione ai crocifissi di oggi"

Serra Club Livorno


TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

19 febbraio 2012

A tu per tu con la COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO/2

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L’anniversario della Comunità n occasione del suo Isabato 44° anniversario, 18 Febbraio

Come in famiglia

alle 18.00 presso la chiesa di San Giovanni, la Comunità di Sant’Egidio celebrerà la liturgia eucaristica, presieduta da S.E. mons. Simone Giusti.

L’aiuto della comunità ai senza tetto

Le strade come casa Le attività della Comunità di S. Egidio con gli anziani DI

ALICE CARPENTIERE

osa, una simpatica signora di 83 anni, ha aperto le porte della sua casa per raccontarci il fantastico incontro con la comunità di Sant’Egidio , avvenuto anni fa quando il marito si trovava malato in ospedale, e che continua incessantemente ancora oggi. Racconta: «Quando mio marito stava male avevo bisogno di un aiuto, mi sono allora rivolta alla mutua ma senza successo. Un giorno al supermercato mi è stato dato l’indirizzo della comunità di Sant’Egidio, ne avevo sempre sentito parlare ma non sapevo di cosa si trattasse. Non ho trovato semplicemente un aiuto, ma una famiglia, quando frequento gli incontri mi sento a casa!». Rosa racconta che prima di conoscere la Comunità non aveva nessun amico. Lei ragazza venuta dalla Sicilia non è mai stata ben accolta in questa città; la casa dove abita era un mulino, suo padre faceva la farina, non avevano problemi economici, ma le amicizie mancavano, e come sostiene lei stessa: « I soldi servono ma l’amicizia è più importante». A Livorno, a parte due fratelli, non ha parenti, l’unico figlio, nato con problemi di handicap è morto all’età di vent’anni. Rosa, grazie all’aiuto della Comunità, ha trovato la compagnia che le mancava, ogni giorno un volontario la va a trovare a casa. Frequenta inoltre con piacere le preghiere, a cui partecipano molti anziani dei quartieri di Corea, Shanghai, e del centro città, con cui ha stretto amicizia. «Quando siamo tutti uniti -racconta- ci

R

facciamo compagnia, è come se fosse una grande festa, cantiamo anche delle canzoni, le signore mi baciano e mi abbracciano». Rosa è felice dell’entusiasmo che viene dimostrato nei suoi confronti e dell’affetto ricambiato. Viene coinvolta anche in varie iniziative della S. Egidio, quest’anno ha aiutato a preparare il pranzo di Natale, a cui hanno partecipato più di quattrocento persone, ed è stata ospite, il 28 maggio, di alcune scuole per parlare della guerra e dei bombardamenti su Livorno, ribadendo il motto a cui tiene tanto: «la guerra non va mai fatta». La Comunità organizza anche altre occasioni per permettere agli anziani di stare insieme e divertirsi, ad esempio la vacanza che viene fatta in estate, oppure altre iniziative di solidarietà a cui gli

«Quando siamo tutti uniti ci facciamo compagnia, è come se fosse una grande festa, cantiamo anche delle canzoni» anziani partecipano portando anche il loro contributo. Ad esempio la mostra che è stata realizzata a Massa Marittima allestita per aiutare l’Africa, e in particolare per sostenere il programma «BRAVO!», a cui la comunità di Sant’Egidio ha dato vita per garantire la registrazione all’anagrafe dei bambini cosiddetti “invisibili”, per la quale gli anziani hanno realizzato dei sacchettini profumati alla lavanda, che Rosa

mostra con grande soddisfazione. Dopo la signora Rosa, nel gruppo degli anziani nel quartiere Shanghai incontriamo Gloria, che frequenta la comunità da circa dieci anni e ci racconta: «è un’esperienza bellissima, le persone sono splendide, mi hanno dato la gioia di tornare a vivere dopo la morte di mio marito. È molto bello stare con gli altri anziani». Parla con entusiasmo delle esperienze che realizza con la Comunità: va a

trovare persone in altri istituti, partecipa alla preghiera e alle due liturgie mensili. Inoltre va a trovare i detenuti del carcere di Livorno. E aggiunge: «Siamo un bel gruppo, circa quindici anziani più i volontari, e stiamo continuando a crescere, siamo una bella famiglia». Poi troviamo Mario, che conosce i giovani della San’Egidio – come li chiama lui - da quattro anni. Inizialmente non voleva partecipare agli incontri, dopo aver conosciuto i volontari però ha deciso di fidarsi di loro e adesso ci racconta com’è cambiata la sua vita: «Ho trovato parole meravigliose -dicedopo la morte di mia madre e di due fratelli ero disperato, qui ho trovato tanta tranquillità, tanto amore nella gente, tanto affetto».

Opera dell’apostolato DEL MARE

Volontari oltre i confini del mare iniziato con oltre 20 parteÈ cipanti il Corso di formazione al volontariato “SOS - See Over the Sea”, organizzato dall’Associazione Stella Maris di Livorno insieme alla Stella Maris di Piombino, al Comitato locale per il Welfare della Gente di Mare di Livorno e alla Federazione Nazionale Stella Maris, con il contributo del Cesvot. Il primo incontro verteva sulla tematica generale delle motivazioni al volontariato: attraverso attività di role playing e brainstorming, si è riflettuto sui valori che soggiacciono alla scelta del volontariato, sulla dicotomia cooperare VS competere, sulla relazione d’aiuto e di fiducia tra il volontario e l’Altro. I partecipanti, con vissuti e motivazioni molto variegati tra di loro, hanno dimostrato grande interesse e coinvolgi-

mento rispetto alle attività proposte, manifestando curiosità e voglia di conoscere meglio il mondo della Gente di mare. Il corso si tiene presso la Sala Porto di Fraternità (Caritas Livorno) in via delle Cateratte, 15. Il prossimo incontro (il terzo in programma) si svolgerà Sa-

bato 18 febbraio dalle 10 alle 13 sul tema «L’accoglienza del marittimo: la visita a bordo delle navi» Relatrice Olivia Zaina. (il corso si svolgerà anche in inglese dalle 14 alle 17 con la collaborazione di Tommaso Azchirvani, Volontario Associazione Stella Maris Livorno. L.C.

a comunità di Sant’Egidio, oltre agli immigrati, agli anziani e ai bambini, si Loccupa di coloro che rimasti senza lavoro o venuti da paesi stranieri non hanno una casa dove poter abitare, e per questo si sono ritrovati a vivere per strada. I disagi per queste persone sono grandissimi, alcuni hanno difficoltà a camminare altri invece hanno gravi problemi psichici. Ogni lunedì i volontari della comunità di Sant’Egidio, dopo la preghiera nella chiesa di San Giovanni Battista, distribuiscono in piazza del Luogo Pio dai cinquanta ai sessanta pasti Un servizio caldi: un primo o sempre più un secondo con utile in questo contorno, del pane, bevanda e un periodo di crisi una dolce. Le persone si al quale si avvicinano e chiedono cosa c’è rivolgono buono da molte persone di mangiare, alcuni in difficoltà, con un po’ di altri stranieri e non timidezza invece in maniera più diretta. Si avvicinano persone dall’aspetto molto normale, vestite bene, che all’apparenza non sembrerebbero bisognose di un simile aiuto. Donne che lavorano come badanti e che per spedire i soldi alla propria famiglia non riescono a comprare la cena; oppure uomini che un tempo vivevano in condizione agiata ma che magari a causa di un fallimento economico si sono ritrovati in mezzo alla strada. Troviamo anche ragazzi cordiali che si fermano volentieri a parlare e che magari ti offrono un bicchiere di birra, mentre raccontano la propria esperienza nella legione straniera. Alcuni mostrano con un sorriso le foto scattate insieme ai volontari il giorno di Natale, proprio di fronte alla chiesa di piazza del Luogo Pio, e invitano ad osservare quanto siano venuti bene. Con i volontari andiamo poi a trovare un ragazzo che dorme sopra alcune grate vicino a via Grande, queste emanano calore e riescono un po’ a riscaldare le fredde notti invernali. Dato che non riesce a muoversi molto bene ci avviciniamo noi e gli portiamo una coperta e qualcosa da mangiare. Un gruppo più numeroso di volontari svolge lo stesso servizio nella zona della stazione, dove le persone che vivono per strada sono più numerose. Dopo aver distribuito cibo e coperte i volontari vanno poi a trovare coloro che un tempo vivevano per strada e che adesso sono riusciti a trovare una casa, un lavoro e in questo modo hanno ritrovato la fiducia in loro stessi. Sono circa dieci famiglie a cui viene donato un pacco alimentare, con i cibi che fanno più fatica a reperire: olio, biscotti, uova, caffè. La comunità in questo modo fa sentire ancora presente il proprio sostegno e il proprio affetto. A.C.


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TOSCANA OGGI 19 febbraio 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNO


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