La Settimana n. 8 del 26 febbraio 2012

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IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

26 febbraio 2012

di monsignor Ezio Morosi

a famiglia procede nella sua strada quando crea l’atmosfera adatta per Lvita:tutte le attenzioni di cui la persona umana ha bisogno in tutte le età della il piccolo, l’adolescente, il giovane, l’adulto, l’anziano. È una culla che va costruita con delicatezza, con amore, senza “spigoli”. È una realtà bella ma fragile, che esige attenzione, cura rispetto, generosità. Impegna ad amare e a renderci amabili. Non va sciupata con i “capricci”. La famiglia è l’ambiente in cui ci si allena ad amare, in cui ci si allena al rispetto reciproco consapevoli dei difetti e delle virtù di ciascuno, nella pazienza, nell’ascolto, nel perdono. La famiglia è una strada per i giorni del tempo: per crescere nelle virtù umane e nell’eternità.

Fotografie: Giusy D’Agostino

L’UOMO: in parole Semplici DI ALICE CARPENTIERE

tefano Semplici, professore ordinario di etica sociale all’università di Roma «Tor Vergata», primo italiano nominato presidente del Comitato internazionale di bioetica dell’Unesco, ha tenuto un’importante conferenza all’interno degli appuntamenti per la settimana della vita, intitolata: «Chi è l’uomo che tu te ne ricordi?» Una riflessione dal punto di vista bioetico sul valore dell’uomo. Alla conferenza hanno preso parte oltre al vescovo monsignor Simone Giusti, Giorgio Kutufà presidente della Provincia di Livorno; monsignor Paolo Razzauti e il dottor Giuseppe Meucci primario di neurologia dell’ospedale di Livorno. Il professor Semplici ha aperto la conferenza con una riflessione di cornice che racchiude tre diverse tesi sulla dignità dell’uomo. La scimmietta eroica La prima immagine descritta fa riferimento a «L’origine dell’uomo» di Charles Darwin, in cui un’eroica scimmietta sfida il suo terribile nemico per proteggere il suo guardiano, e viene contrapposta all’uomo primitivo, infanticida e assassino. Riassumendo così la testi che la differenza tra l’uomo e gli animali non è ontologica ma di grado. I sentimenti che tanto apprezziamo nell’uomo li possiamo già trovare nei primati superiori e in alcuni altri animali. Nello stesso volume Darwin afferma che la qualità più importante dell’uomo, ciò che lo differenza dagli altri animali, è la coscienza. Soltanto gli uomini riflettono sul motivo della loro esistenza, hanno prospettive per il futuro, generano cultura e storia, e hanno un’esperienza morale. Questa è la dimensione del "meme", l’unità di informazione culturale presente unicamente nell’uomo, che agisce attraverso la storia e la cultura. L’asta di ferro La seconda immagine prende spunto dall’asta di ferro di Phineas Gage, un operaio divenuto famoso a causa di un terribile incidente sul lavoro. Un pezzo di ferro gli perforò il cranio lacerando alcune parti della corteccia cerebrale, rimase in vita ma cambiò completamente carattere e fine morale, tanto da aver problemi relazionali con le altre persone. Questo esempio fa capire come non possiamo far riferimento alle nostre capacità mentali senza prendere in

S

«Chi sei uomo?» Una domanda semplice, ma densa di significati dava il titolo alla conferenza del professor Stefano Semplici. L’incontro tra le iniziative della Settimana per la vita, era promosso dalle Aggregazioni laicali, dalTavolo dell’Oggettività e dal Progetto Culturale Diocesano

considerazione l’importanza dell’attività cerebrale. Quanto accade nella nostra corteccia cerebrale è infatti rilevante nella visione morale ed estetica. Allo stesso tempo va sottolineata l’importanza del corpo: non c’è mente senza cervello, ma non c’è esperienza umana che non sia esperienza incarnata; è il corpo dell’uomo che pone la mente nel mondo. Il maiale La terza immagine è quella del maiale di Johan Stuart Mill. Secondo cui è meglio un uomo insoddisfatto di un maiale contento, ma è meglio un Socrate insoddisfatto di uno stolto contento. L’insoddisfazione

dell’uomo è alimentata dalla sua natura umana che gli conferisce un grado di dignità. Il maiale soddisfatto non conosce invece l’autocoscienza e il pensiero. Nel momento in cui però si sostiene che un Socrate insoddisfatto abbia maggior valore rispetto ad una persona mentalmente disabile nasce un problema: cosa significa riconoscere a forme di vita un determinato valore? come possiamo affermare che la vita di un uomo valga di più di quella di un altro? Tre sfide Il professor Semplici, dopo questa serie di esempi, propone tre tesi interpretative diverse per capire in che modo si giudicano

Alcuni flash sugli interventi dei presenti MONSIGNOR PAOLO RAZZAUTI, che ha visto il professor Stefano Semplici crescere al tempo in cui abitava a Livorno e frequentava la parrocchia S. Agostino, lo ha presentato come una persona che ha sempre saputo guardare oltre ed essere un passo avanti rispetto agli altri: «Con la sua opera - ha detto riesce a portare un grande contributo alla chiesa e alla società, merito anche dei suoi libri ricchi di forti contenuti che aiutano a crescere e a riflettere. Produce cultura portandola in giro per il mondo». GIORGIO KUTUFÀ, che si è detto contento di ospitare un’altra conferenza del Progetto culturale diocesano nella sala della Provincia ha ricordato come sia importante in questo momento di grandi problemi

queste sfide di riconoscimento quando ci interroghiamo sul valore della vita. La prima posizione è quella di Peter Singer che si basa su un radicale antispecismo, secondo cui la differenza di specie non è una differenza moralmente rilevante. Ciò che appartiene alla vita umana non ha un valore diverso rispetto ad altre vite. Singer si basa sulla capacità di provare sofferenza o piacere: quando una vita non è capace di provare alcunché non ha nessun tipo di valore, come ad esempio l’embrione e il paziente in stato vegetativo. Hanno valore di persona solo quegli esseri viventi che hanno coscienza e sono capaci di soffrire e provare piacere. La seconda tesi è quella del personalismo ontologico, in cui vale quanto diceva Tertulliano: «è già uomo colui che lo diventerà». Il rispetto è dovuto in qualsiasi momento della vita dell’uomo, in particolare nel caso della vita prenata. Questa è la tesi sostenuta dalla chiesa cattolica, la persona è essere di natura razionale e ha sempre la potenzialità di esprimere la pienezza della sua identità. La terza tesi, dominante nelle decisioni legislative, si basa su un funzionalismo temperato. Il rispetto si dà all’uomo nel momento in cui entra in relazione con altri individui. Si ha rispetto della vita umana prenata, ma questo rispetto aumenta progressivamente fino al momento della nascita.

economici per la città riflettere e approfondire temi che riguardano la vita e i valori». DOTTOR GIUSEPPE MEUCCI, primario di neurologia, tra i medici che partecipano periodicamente al Tavolo dell’Oggettività (il luogo di confronto sui temi della vita con il Vescovo) si è chiesto: «Chi sei uomo? È una domanda fondamentale per proseguire un progetto di vita e un percorso di cura cresciuto all’interno di un progetto per la salute, con il contributo di infermieri e medici». MONSIGNOR SIMONE GIUSTI al termine della conferenza ha affermato che: «Occorre creare un nuovo pensiero politico, una nuova città per l’uomo, e per far questo dobbiamo sapere chi è l’uomo. Dobbiamo arrivare a una sintesi, a un’etica condivisa per dare vita a un nuovo Umanesimo». A.C.

Un tassello di un grande mosaico Il Vescovo accelera sul Progetto Culturale. Le ultime tappe di un percorso sempre più importante DI

NICOLA SANGIACOMO

incontro con il professor Semplici è un tassello di un mosaico più grande che «L’ ha l’obiettivo di far nascere un nuovo progetto culturale per la città in cui la Chiesa di Livorno tende la mano a tutti per arrivare a nuove sintesi condivise». Con queste parole, pronunciate alla conclusione della serata di studio sul tema «Chi sei uomo ?», monsignor Giusti ha voluto riaffermare l’importanza dell’idea che sta alla base del progetto culturale a cui sta lavorando con tanto impegno da quando è diventato Vescovo di Livorno. Un percorso che, soltanto negli ultimi mesi, ha visto realizzarsi una serie di importanti iniziative nelle quali sono intervenuti relatori di autorevolezza nazionale come Dino Boffo, Francesco Belletti e, appunto, Stefano Semplici. Sono stati così introdotti temi particolarmente significativi per il dibattito culturale della città come quello del cambiamento demografico, di un nuovo welfare per la famiglia e di un’analisi antropologica sull’essere dell’uomo oggi. Ma oltre alla riflessione culturale, sono state avviate esperienze ed iniziative concrete di attenzione ai bisogni della città come quelle di una lobby per i poveri o di un nuovo consultorio cattolico che si affiancherà a quelli già esistenti promossi dalle istituzioni pubbliche. «In questo percorso occorre tanta pazienza – ha continuato il vescovo Giusti - ma solo così può rinascere un nuovo umanesimo in cui la felicità dei cittadini non si misuri con la cifra del PIL (prodotto interno lordo), ovvero la crescita della produzione economica». E ha poi fatto riferimento al significato “politico” del progetto culturale che, da qualche anno, rivolge un’attenzione particolare ai cattolici impegnati in politica. «È anche per questo – ha proseguito - che chiedo la rinascita dell’impegno politico dei cattolici su basi nuove, come ha già fatto tante volte il Papa in questi anni: auspico il maturare di una visione politica che sappia andare oltre i problemi contingenti del tempo per costruire sintesi nuove, come è già successo varie volte nei momenti cruciali della storia». Ha poi evidenziato il ruolo culturale della politica di cui abbiamo bisogno facendo riferimento alla grave contingenza economica che stiamo vivendo: «La crisi economica che viviamo in questi anni – ha concluso monsignor Giusti - è innanzitutto la conseguenza di una grave crisi di valori etici e morali che dobbiamo saper ricostruire mettendo la riflessione culturale al centro del nostro impegno di cittadini».


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