La Settimana n. 8 del 26 febbraio 2012

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IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

26 febbraio 2012

di monsignor Ezio Morosi

a famiglia procede nella sua strada quando crea l’atmosfera adatta per Lvita:tutte le attenzioni di cui la persona umana ha bisogno in tutte le età della il piccolo, l’adolescente, il giovane, l’adulto, l’anziano. È una culla che va costruita con delicatezza, con amore, senza “spigoli”. È una realtà bella ma fragile, che esige attenzione, cura rispetto, generosità. Impegna ad amare e a renderci amabili. Non va sciupata con i “capricci”. La famiglia è l’ambiente in cui ci si allena ad amare, in cui ci si allena al rispetto reciproco consapevoli dei difetti e delle virtù di ciascuno, nella pazienza, nell’ascolto, nel perdono. La famiglia è una strada per i giorni del tempo: per crescere nelle virtù umane e nell’eternità.

Fotografie: Giusy D’Agostino

L’UOMO: in parole Semplici DI ALICE CARPENTIERE

tefano Semplici, professore ordinario di etica sociale all’università di Roma «Tor Vergata», primo italiano nominato presidente del Comitato internazionale di bioetica dell’Unesco, ha tenuto un’importante conferenza all’interno degli appuntamenti per la settimana della vita, intitolata: «Chi è l’uomo che tu te ne ricordi?» Una riflessione dal punto di vista bioetico sul valore dell’uomo. Alla conferenza hanno preso parte oltre al vescovo monsignor Simone Giusti, Giorgio Kutufà presidente della Provincia di Livorno; monsignor Paolo Razzauti e il dottor Giuseppe Meucci primario di neurologia dell’ospedale di Livorno. Il professor Semplici ha aperto la conferenza con una riflessione di cornice che racchiude tre diverse tesi sulla dignità dell’uomo. La scimmietta eroica La prima immagine descritta fa riferimento a «L’origine dell’uomo» di Charles Darwin, in cui un’eroica scimmietta sfida il suo terribile nemico per proteggere il suo guardiano, e viene contrapposta all’uomo primitivo, infanticida e assassino. Riassumendo così la testi che la differenza tra l’uomo e gli animali non è ontologica ma di grado. I sentimenti che tanto apprezziamo nell’uomo li possiamo già trovare nei primati superiori e in alcuni altri animali. Nello stesso volume Darwin afferma che la qualità più importante dell’uomo, ciò che lo differenza dagli altri animali, è la coscienza. Soltanto gli uomini riflettono sul motivo della loro esistenza, hanno prospettive per il futuro, generano cultura e storia, e hanno un’esperienza morale. Questa è la dimensione del "meme", l’unità di informazione culturale presente unicamente nell’uomo, che agisce attraverso la storia e la cultura. L’asta di ferro La seconda immagine prende spunto dall’asta di ferro di Phineas Gage, un operaio divenuto famoso a causa di un terribile incidente sul lavoro. Un pezzo di ferro gli perforò il cranio lacerando alcune parti della corteccia cerebrale, rimase in vita ma cambiò completamente carattere e fine morale, tanto da aver problemi relazionali con le altre persone. Questo esempio fa capire come non possiamo far riferimento alle nostre capacità mentali senza prendere in

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«Chi sei uomo?» Una domanda semplice, ma densa di significati dava il titolo alla conferenza del professor Stefano Semplici. L’incontro tra le iniziative della Settimana per la vita, era promosso dalle Aggregazioni laicali, dalTavolo dell’Oggettività e dal Progetto Culturale Diocesano

considerazione l’importanza dell’attività cerebrale. Quanto accade nella nostra corteccia cerebrale è infatti rilevante nella visione morale ed estetica. Allo stesso tempo va sottolineata l’importanza del corpo: non c’è mente senza cervello, ma non c’è esperienza umana che non sia esperienza incarnata; è il corpo dell’uomo che pone la mente nel mondo. Il maiale La terza immagine è quella del maiale di Johan Stuart Mill. Secondo cui è meglio un uomo insoddisfatto di un maiale contento, ma è meglio un Socrate insoddisfatto di uno stolto contento. L’insoddisfazione

dell’uomo è alimentata dalla sua natura umana che gli conferisce un grado di dignità. Il maiale soddisfatto non conosce invece l’autocoscienza e il pensiero. Nel momento in cui però si sostiene che un Socrate insoddisfatto abbia maggior valore rispetto ad una persona mentalmente disabile nasce un problema: cosa significa riconoscere a forme di vita un determinato valore? come possiamo affermare che la vita di un uomo valga di più di quella di un altro? Tre sfide Il professor Semplici, dopo questa serie di esempi, propone tre tesi interpretative diverse per capire in che modo si giudicano

Alcuni flash sugli interventi dei presenti MONSIGNOR PAOLO RAZZAUTI, che ha visto il professor Stefano Semplici crescere al tempo in cui abitava a Livorno e frequentava la parrocchia S. Agostino, lo ha presentato come una persona che ha sempre saputo guardare oltre ed essere un passo avanti rispetto agli altri: «Con la sua opera - ha detto riesce a portare un grande contributo alla chiesa e alla società, merito anche dei suoi libri ricchi di forti contenuti che aiutano a crescere e a riflettere. Produce cultura portandola in giro per il mondo». GIORGIO KUTUFÀ, che si è detto contento di ospitare un’altra conferenza del Progetto culturale diocesano nella sala della Provincia ha ricordato come sia importante in questo momento di grandi problemi

queste sfide di riconoscimento quando ci interroghiamo sul valore della vita. La prima posizione è quella di Peter Singer che si basa su un radicale antispecismo, secondo cui la differenza di specie non è una differenza moralmente rilevante. Ciò che appartiene alla vita umana non ha un valore diverso rispetto ad altre vite. Singer si basa sulla capacità di provare sofferenza o piacere: quando una vita non è capace di provare alcunché non ha nessun tipo di valore, come ad esempio l’embrione e il paziente in stato vegetativo. Hanno valore di persona solo quegli esseri viventi che hanno coscienza e sono capaci di soffrire e provare piacere. La seconda tesi è quella del personalismo ontologico, in cui vale quanto diceva Tertulliano: «è già uomo colui che lo diventerà». Il rispetto è dovuto in qualsiasi momento della vita dell’uomo, in particolare nel caso della vita prenata. Questa è la tesi sostenuta dalla chiesa cattolica, la persona è essere di natura razionale e ha sempre la potenzialità di esprimere la pienezza della sua identità. La terza tesi, dominante nelle decisioni legislative, si basa su un funzionalismo temperato. Il rispetto si dà all’uomo nel momento in cui entra in relazione con altri individui. Si ha rispetto della vita umana prenata, ma questo rispetto aumenta progressivamente fino al momento della nascita.

economici per la città riflettere e approfondire temi che riguardano la vita e i valori». DOTTOR GIUSEPPE MEUCCI, primario di neurologia, tra i medici che partecipano periodicamente al Tavolo dell’Oggettività (il luogo di confronto sui temi della vita con il Vescovo) si è chiesto: «Chi sei uomo? È una domanda fondamentale per proseguire un progetto di vita e un percorso di cura cresciuto all’interno di un progetto per la salute, con il contributo di infermieri e medici». MONSIGNOR SIMONE GIUSTI al termine della conferenza ha affermato che: «Occorre creare un nuovo pensiero politico, una nuova città per l’uomo, e per far questo dobbiamo sapere chi è l’uomo. Dobbiamo arrivare a una sintesi, a un’etica condivisa per dare vita a un nuovo Umanesimo». A.C.

Un tassello di un grande mosaico Il Vescovo accelera sul Progetto Culturale. Le ultime tappe di un percorso sempre più importante DI

NICOLA SANGIACOMO

incontro con il professor Semplici è un tassello di un mosaico più grande che «L’ ha l’obiettivo di far nascere un nuovo progetto culturale per la città in cui la Chiesa di Livorno tende la mano a tutti per arrivare a nuove sintesi condivise». Con queste parole, pronunciate alla conclusione della serata di studio sul tema «Chi sei uomo ?», monsignor Giusti ha voluto riaffermare l’importanza dell’idea che sta alla base del progetto culturale a cui sta lavorando con tanto impegno da quando è diventato Vescovo di Livorno. Un percorso che, soltanto negli ultimi mesi, ha visto realizzarsi una serie di importanti iniziative nelle quali sono intervenuti relatori di autorevolezza nazionale come Dino Boffo, Francesco Belletti e, appunto, Stefano Semplici. Sono stati così introdotti temi particolarmente significativi per il dibattito culturale della città come quello del cambiamento demografico, di un nuovo welfare per la famiglia e di un’analisi antropologica sull’essere dell’uomo oggi. Ma oltre alla riflessione culturale, sono state avviate esperienze ed iniziative concrete di attenzione ai bisogni della città come quelle di una lobby per i poveri o di un nuovo consultorio cattolico che si affiancherà a quelli già esistenti promossi dalle istituzioni pubbliche. «In questo percorso occorre tanta pazienza – ha continuato il vescovo Giusti - ma solo così può rinascere un nuovo umanesimo in cui la felicità dei cittadini non si misuri con la cifra del PIL (prodotto interno lordo), ovvero la crescita della produzione economica». E ha poi fatto riferimento al significato “politico” del progetto culturale che, da qualche anno, rivolge un’attenzione particolare ai cattolici impegnati in politica. «È anche per questo – ha proseguito - che chiedo la rinascita dell’impegno politico dei cattolici su basi nuove, come ha già fatto tante volte il Papa in questi anni: auspico il maturare di una visione politica che sappia andare oltre i problemi contingenti del tempo per costruire sintesi nuove, come è già successo varie volte nei momenti cruciali della storia». Ha poi evidenziato il ruolo culturale della politica di cui abbiamo bisogno facendo riferimento alla grave contingenza economica che stiamo vivendo: «La crisi economica che viviamo in questi anni – ha concluso monsignor Giusti - è innanzitutto la conseguenza di una grave crisi di valori etici e morali che dobbiamo saper ricostruire mettendo la riflessione culturale al centro del nostro impegno di cittadini».


II

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

26 febbraio 2012

Rinnovato dal Vescovo anche il suo incarico di vicario generale

MONSIGNOR MOROSI PROTONOTARIO APOSTOLICO onsignor Ezio Morosi, alla preM senza degli altri due vicari episcopali diocesani (monsignor Razzauti e monsignor Musi), ha ricevuto per espressa richiesta del Vescovo il titolo onorifico di Protonotario Apostolico, concesso dalla Segreteria di Stato Vaticana. Monsignor Giusti ha voluto così una volta di più ringraziare monsignor Morosi innanzitutto per il suo lungo servizio come prete diocesano ed inoltre per l’impegnativo incarico di Vicario generale, che il Vescovo spera possa portare avanti ancora per molto tempo.

La parola alla CARITAS DIOCESANA

La carità educa: ecco i laboratori LA PROPOSTA Nell’ottobre scorso la Caritas si è presa l’impegno di proporre attività originali per sostenere il cammino di animazione alla carità delle parrocchie e delle associazioni e movimenti diocesani che sentono questa necessità. A tal fine sono stati realizzati cinque percorsi formativi volti alla crescita umana e spirituale di adulti, giovani e ragazzi. In particolare aiuteranno i partecipanti a riflettere sulla carità come amore e stile di vita. A CHI SI RIVOLGE I percorsi formativi sono rivolti ai gruppi parrocchiali e ai gruppi associativi (Azione Cattolica, Agesci Scout, Movimenti ecclesiali ecc.). In particolare, i gruppi parrocchiali possono essere dagli animatori Caritas, dai catechisti, dai gruppi famiglie, gruppi giovani ecc.. I LABORATORI La novità sta nella forma con cui si svolgeranno: il Laboratorio. Il metodo laboratoriale permette un ampio coinvolgimento anche grazie alle attività proposte (immagini, suoni, video, cartelloni ecc.), che aiutano a partecipare anche chi ha difficoltà a esprimere le proprie idee e sensazioni. L’interattività che si sviluppa tra i partecipanti e l’atmosfera che ne deriva, fa dare il meglio di sé a chi ne è coinvolto migliorandone l’autocomprensione e l’autostima e, in sostanza la formazione, che, nella forma tradizionale, resta a molti poco coinvolgente. I CONTENUTI Gli obiettivi generali dei laboratori sono diversi a seconda delle tematiche svolte. Si va dal prendere coscienza di come la relazione con gli ultimi può diventare esperienza formativa umana; al proporre uno stile di vita vicino ai più fragili. Da cercare di comprendere che l’esistenza è fatta di luci e ombre e che l’unica cosa che può illuminare veramente la vita è Cristo Gesù; a scoprire che la vita è una vocazione ed è quindi necessario avere un progetto su di essa.

I cinque percorsi

Chi sono i protonotari Sono Protonotarii Apostolici supra numerum o soprannumerari ad vitam i Canonici Prelati delle tre Basiliche Papali di Roma dalla data del prestato giuramento, i Canonici Prelati di alcune Cattedrali cui è stato concesso tale titolo e i nominati ad personam a seguito di speciale concessione della Santa Sede. Si tratta del più elevato dei titoli onorifici prelatizi. Generalmente viene concesso su richiesta del vescovo della diocesi per sacerdoti ritenuti meritevoli, seppur molto raramente in confronto ad altri titoli onorifici. L’"Istruzione sul conferimento di Onorificenze pontificie" promulgata dalla Segreteria di Stato vaticana in data 13 maggio 2001 dispone che il titolo può essere concesso a sacerdoti del clero secolare che abbiano compiuto almeno 55 anni di età e 20 di sacerdozio. Di norma, si deve rispettare la "gradualità": si deve richiedere cioè per il candidato prima il titolo di Cappellano di Sua Santità e poi quello di Prelato d’onore di Sua Santità. Tra un grado e l’altro devono trascorrere almeno 10 anni. Per alcuni casi particolarmente meritevoli e significativi, i Vescovi possono richiedere direttamente il titolo di Protonotario Apostolico Soprannumerario, salva restando la condizione che il candidato abbia compiuto almeno 55 anni di età e 20 di sacerdozio. Per ogni diocesi, il numero totale di Monsignori (Cappellani, Prelati e Protonotari) non deve superare il 10% del clero. I protonotari apostolici soprannumerari godono del titolo onorifico di "Reverendo Monsignore". Nella foto monsignor Morosi insieme con il Vescovo e i dipendenti della Curia diocesana

Partirà tra poche settimane un’attività organizzata dalla Caritas, per sostenere il cammino di animazione alla carità delle parrocchie e delle associazioni e movimenti. Esperienza pilota alla parrocchia San Benedetto con i ragazzi del dopo Cresima dal 13 marzo CHE LUCE! Guardare alla propria vita vedendone le luci e le ombre per comprendere che è Cristo Gesù la luce del mondo e la luce della nostra vita.

LA CARITÀ COME LUOGO EDUCATIVO L’obiettivo è quello di prendere consapevolezza della propria esperienza di carità; di conoscere i contenuti che parlano della pedagogia del farsi prossimo e di come tradurre in un’azione pastorale l’orientamento educativo – spirituale.

LA MISSIONE L’obiettivo è scoprire le risorse e le potenzialità dell’essere compagni di avventura e di viaggio; l’importanza di stare insieme PER, per giungere a guardare all’esperienza missionaria come proposta forte per la vita di ciascuno di noi.

LA CARITÀ COME STILE DI VITA L’obiettivo è di riflettere sul proprio stile di vita e di comprendere lo stile di vita di Gesù per giungere a proporre e proporsi uno stile di vita vicino ai più fragili.

LA VOCAZIONE L’obiettivo è prendere consapevolezza di qual è il proprio ideale di vita per scoprire che Cristo Gesù è la realizzazione di ogni ideale di vita.

COME SI SVOLGONO Lo svolgimento dei percorsi potrà essere fatto da una equipe di animatori della caritas diocesana oppure creando un gruppo composto da animatori dell’equipe della caritas diocesana e da gruppi indicati dalle parrocchie, associazioni e comunità, che costruiranno insieme il percorso. La proposta alle parrocchie è già iniziata ricevendo attenzione e disponibilità. Questa prima fase si concluderà a giugno per poi ripartire a settembre con le correzioni dettate dall’esperienza. Per informazioni potete chiamare in Caritas (0586 884693) e chiedere di Maria Teresa o Valentina. Enrico Sassano, direttore ufficio diocesano di pastorale per la Carità

DA PROTAGONISTI AL VII INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE A MILANO

Iniziano i «Centogiorni da volontari» ancano circa 100 giorni al VII M Incontro mondiale delle Famiglie, il tempo giusto per diventare volontari. L’organizzazione dell’Incontro mondiale lancia “Centogiorni da volontari”, la campagna per promuovere la possibilità di fare un’esperienza speciale e di vivere i giorni di Family 2012 dall’interno, come volontari. Uno spot video, disponibile su www.family2012.com nella sezione Materiali, promuove la “campagna acquisti volontari” per il VII Incontro mondiale. Protagonisti Jasmine, 19 anni, studentessa, Mauro, 32 anni, consulente, Monica, 47 anni, insegnante di danza, e Stefano, 23, anche lui studente, pronti a spiegare perché non vogliono perdere questa occasione. Ad oggi sono 1800 le persone che hanno già dato la propria disponibilità, ma servono ancora

3200 volontari. Ad oggi l’84 per cento dei volontari proviene dall’Italia, il 3 per cento dal resto d’Europa, il 13 per cento dal resto del mondo. I volontari italiani vengono da tutte le province della penisola, da Aosta a Trapani, passando per Rovigo, Cagliari, Ancona e Campobasso. Si cercano giovani e adulti (18-70 anni) che oltre alla generosità e alla disponibilità per le mansioni logistiche, mettano al servizio la propria professionalità per incarichi di traduzione testi, traduzioni simultanee, supporto informatico al Media Center e all’Info point, fotografia, grafica, scrittura, video, Internet, come anche assistenza specializzata a disabili e anziani, animazione e sorveglianza, a seconda delle proprie capacità. Per dare la disponibilità come volontari c’è tempo fino al 29 febbraio. Iscrizioni su www.family2012.com.


TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

Un ritornello STONATO

Il prestito della SPERANZA Per saperne DI PIÙ

a persistente crisi economica continua a gettare nella disperazione tante famiglie che si trovano nella impossibilità di far fronte agli impegni precedentemente presi. Infatti la perdita di un reddito sicuro, la cassa integrazione, un mutuo da onorare, la sopravvenienza di spese non previste, creano spesso problemi di non facile soluzione. Molti cittadini però non sono a conoscenza che esiste una possibilità di far fronte a questi disagi: il «Prestito della Speranza», si tratta di un particolare intervento progettato dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) in accordo con l’ABI (Associazione Bancaria Italiana). In pratica la CEI ha provveduto a stanziare un fondo di 30 milioni di euro a garanzia di quelle banche disposte a sostenere direttamente l’impegno economico del Prestito. «La Settimana» nel numero del 13 novembre 2011 ha dato ampio risalto a questa iniziativa con un articolo della Caritas Diocesana che è delegata a dare l’assistenza a tutti coloro che sono interessati ad ottenere il prestito per far fronte alle proprie necessità temporanee. Al coordinatore di questo servizio, Manlio Germano (nella foto accanto), volontario della Caritas ed ex impiegato bancario, abbiamo posto alcune domande per conoscere meglio questo servizio, attivo al Porto di fraternità (via delle Cateratte 15) ogni mercoledì mattina.

con il Banco Popolare che è stato molto veloce ad accordare il prestito, vista anche l’ampia documentazione che avevamo preparato. In questi giorni poi sono previsti due appuntamenti con famiglie che vogliono iniziare una attività autonoma in campo sociale. Infatti oltre al prestito sociale che è finanziato fino a 6 mila euro, esiste anche il microcredito sociale che si rivolge a coloro che si propongono di creare un’attività imprenditoriale autonoma che è finanziabile fino a 25 mila euro, in entrambi i casi il tasso di interesse da sostenere è del 4%».

Cosa è avvenuto dal giorno in cui è uscito l’articolo su questo nuovo servizio Caritas? «Il 17 novembre, facendo proprio riferimento a quell’articolo, come Caritas, abbiamo mandato a tutti i parroci della Diocesi una lettera in cui veniva illustrato come le famiglie in difficoltà potevano arrivare ad ottenere un prestito. Abbiamo cioè fatto un’opera di sensibilizzazione al problema richiedendo la collaborazione dei parroci che, grazie ai loro incontri, potevano conoscere quelle famiglie in difficoltà che avrebbero potuto usufruire del nostro servizio».

Ricordiamo ai lettori che per le informazioni sul «Prestito della Speranza» ci si può rivolgere alla Segreteria della Fondazione Caritas 0586/884693 o al coordinatore del servizio Manlio Germano 3338738911. Per questo servizio gli uffici di Torretta (via delle Cateratte 15) sono aperti il mercoledì dalle 11.30 alle 13.00. Gianni Giovangiacomo

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Avete già avuto richieste dalle famiglie e, se si, quante sono andate a buon fine? «È passato solo poco tempo dalla proposta dell’iniziativa, ma abbiamo già avuto tre richieste per il prestito sociale, una si è conclusa felicemente

III

La Chiesa paga le tasse, attenti a chi vuol far credere il contrario

L’INTERVISTA A Manlio Germano Proprio in questi giorni è stato assegnato il primo prestito sociale, attraverso il servizio Caritas in via delle Cateratte. Anche alcune famiglie si sono già rivolte allo sportello, per ottenere un finanziamento

26 febbraio 2012

In pratica qual è il percorso che mettete in atto per poter concedere ad una famiglia il prestito o il microcredito? «È per noi indispensabile il rapporto con i parroci che per le loro conoscenze delle famiglie possono costituire un primo filtro, è poi essenziale la funzione dell’assistente sociale, l’appuntamento del primo incontro lo prendiamo insieme a lui e valutiamo se la famiglia sarà in grado di rispondere al pagamento della rata del prestito». Secondo lei questa iniziativa potrebbe essere pubblicizzata meglio? «Certamente si. Specialmente da parte di quegli operatori che agiscono in campo sociale come gli stessi sindacati, la CISL, le ACLI, le altre associazioni di volontariato, i circoli di varia natura che a Livorno sono molto numerosi. Ricordo comunque che notizie particolareggiate si possono trovare sul sito della Caritas (www.caritaslivorno.it)».

l prestito della speranza è un’iniziativa della Conferenza Episcopale Ifinanziamenti Italiana e dell’Associazione Bancaria Italiana per l’erogazione di a tasso agevolato, concessi dalle banche aderenti all’iniziativa e garantiti da un Fondo straordinario specificamente costituito Il nuovo accordo CEI - ABI siglato il 23 dicembre 2010, in coerenza con la normativa in materia (art. 111 dlgs 141/2010), ammette due forme di finanziamento: • Il microcredito sociale di importo non superiore a 6 mila euro per le famiglie in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale; il prestito potrà essere rinnovato per una sola volta e per non più di altri 6 mila euro se sussistono i requisiti e previa valutazione della banca • Il microcredito di impresa di importo non superiore a 25 mila euro a persone fisiche o società di persone o società cooperative, per l’avvio o l’esercizio di attività di lavoro autonomo o di microimpresa I destinatari Per il microcredito sociale sono le famiglie giuridicamente costituite o il genitore affidatario dei figli, in temporanea difficoltà economica, perché rappresentano uno degli ammortizzatori sociali più efficienti e la trama relazionale per un armonico sviluppo delle persone e della società Il fondo di garanzia È costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana con il contributo di offerte liberali provenienti da istituzioni e privati. La consistenza di 30 milioni di euro permette di erogare finanziamenti per 120 milioni di euro

Le future modifiche riguarderanno tutto il mondo del non profit DI

NICOLA SANGIACOMO

nche la Chiesa dovrà pagare l’ICI» «canzone Asembra quasi un ritornello di una di Sanremo quello che gira in ogni media in questi giorni. Un ritornello che entra volentieri nella testa di un’opinione pubblica molto attenta in questo periodo alle tasse da pagare, ma un ritornello che risulta davvero stonato. Sembra quasi che la Chiesa sia la rappresentante più illustre di quel popolo di evasori che affolla la penisola. Un vero paradosso. La nota di Palazzo Chigi che ha annunciato un futuro provvedimento del Governo che preciserà meglio la normativa sull’esenzione dalla tassa sugli immobili (che sarebbe ora di cominciare a chiamare IMU, visto che l’ICI non esiste più) ha scatenato molteplici reazioni positive come se così si risolvesse la grave questione dell’evasione fiscale, che colpisce da sempre il nostro Paese. Alcune annotazioni su questo fenomeno molto mediatico ma che influenza non poco l’opinione pubblica. Innanzitutto pare davvero clamoroso che alcuni privati cittadini italiani si siano mossi presso l’Unione Europea per far avviare un’azione di infrazione contro il loro Paese che potrebbe costare moltissimo in termini economici alle già malmesse casse dello Stato. Eppure è successo proprio questo in nome di un principio di equità che sa tanto invece di vendetta ideologica ma che, alla fine della vicenda, potrebbe avere gravi ripercussioni economiche proprio nei confronti del proprio Paese.

A chi rivolgersi per presentare la domanda Alle Caritas o Uffici diocesani incaricato. L’elenco aggiornato è disponibile sul sito www.caritasitaliana.it I tempi di erogazione • L’Ufficio diocesano verifica la presenza dei requisiti soggettivi e la sostenibilità della richiesta • Entro 15 giorni lavorativi inoltra la pratica ad un Istituto di credito convenzionato • La banca entro 15 giorni valuta il merito del credito e se approvato, entro altri 15 giorni lavorativi eroga il finanziamento I costi del prestito • Per i finanziamenti alla famiglia (“credito sociale”) il tasso annuo effettivo globale (TAEG) applicato non potrà essere superiore al 4,00 per cento omnicomprensivo di ogni costo • Per i finanziamenti alle imprese, il TAEG applicato non potrà essere superiore al tasso effettivo globale medio (TEGM) della categoria corrispondente, pubblicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze ai sensi della legge 108/1996, decurtato del 30% Altre iniziative in corso A livello nazionale segnaliamo altre iniziative interessanti: • Sospensione rate del mutuo (accordo ABI – Associazione consumatori) • Anticipo dell’indennità di cassa integrazione guadagni straordinaria (accordo ABI – Confindustria – Sindacati) • Prestito per il neonato (accordo ABI – Dipartimento per le Politiche della Famiglia) • Prestito per lo studente (accordo ABI – Dipartimento per la Gioventù) • Prestito garantito dai Fondi di Prevenzione dell’usura. Enti locali in collaborazione con banche ed altri soggetti istituzionali hanno messo in atto iniziative a sostegno delle famiglie colpite dalla crisi economica. Per saperne di più consultare il sito www.abi.it nella sezione “piano famiglie”

Il Centro di Ascolto CARITAS l Centro di Ascolto è il cuore pulsante della Caritas, perché solo nell’ascolto vero, empatico, è possibile sintonizzarsi con IIl l’altro, aiutarlo nell’attivare e potenziare le risorse che possiede. servizio del Centro di Ascolto diocesano è coordinato dalla signora Elvira Cosentino con incarico specifico da parte del Direttore della Caritas diocesana che promuove e gestisce direttamente il servizio stesso. All’interno del Centro di Ascolto diocesano operano sia volontari che collaboratori retribuiti. Nel Centro di ascolto gli operatori lavorano in équipe. Periodicamente si confrontano su come supportare le diverse persone incontrate. Questo permette di armonizzare i criteri di intervento e rendere omogeneo lo stile di lavoro. Orari Il centro è aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 11.30 presso la sede di Via delle Cateratte, 13.Telefono: 0586-884693. Il mercoledì è specificamente dedicato alle famiglie con il supporto del signor Luca Santoni. Per info: cda@caritaslivorno.it. (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo).

In secondo luogo l’annunciato provvedimento, di cui non si conoscono ancora i dettagli, ma solo il principio a cui si ispirerà, sembra, ad ascoltare il ritornello che arriva all’opinione pubblica, che vada a colpire solo e soltanto la Chiesa. In effetti la revisione del regime delle esenzioni coinvolgerà tutto il mondo non profit che attualmente beneficia, per espressa disposizione di legge, di questo privilegio. Se verranno abolite in parte queste esenzioni, ne deriverà vantaggio economico immediato per le casse dello Stato (peraltro in misura ben inferiore a certe cifre fatte circolare in questi giorni) ma, in prospettiva, potrebbero venir meno una serie di servizi sociali garantiti proprio dalle realtà che operano in questo settore. Occorrerà attendere la nuova disposizione normativa per capire davvero quali potrebbero essere i suoi effetti: l’unica certezza è che nel comunicato del Governo non si parla solo di Chiesa cattolica (o di Vaticano, come «traducono» maldestramente altri) ma di revisione del regime delle esenzioni in senso ampio. Sempre secondo le solite anticipazioni, non molto precise a dire la verità, sembrerebbe che le sole realtà che continueranno ad essere esentate dal dover pagare la tassa sugli immobili di proprietà siano i partiti e i sindacati: sarebbe una scelta davvero discutibile, ma forse è davvero necessario aspettare che tutto venga messo nero su bianco per poter commentare correttamente queste future modifiche legislative. L’auspicio che si può formulare in questo momento è che la revisione chiarisca la materia senza andare a mettere a rischio la sopravvivenza di tante realtà (cattoliche, ma non solo) che svolgono servizi essenziali di solidarietà sociale: il gettito che ne potrebbe derivare sarebbe ben inferiore rispetto ai benefici sociali concreti che queste realtà generano ogni giorno, soprattutto a favore dei più poveri.


IV

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

26 febbraio 2012

Agenda del VESCOVO

VENERDÌ 24 FEBBRAIO Nella mattina udienze laici 21.00 Lectio Divina in seminario SABATO 25 FEBBRAIO 15.00 nell’ambito della visita pastorale al I vicariato, incontro con i genitori dei ragazzi alla parrocchia di San Benedetto 16.00 nell’ambito della visita pastorale al I vicariato, incontro con i catechisti alla parrocchia di San Benedetto 20.00 nell’ambito della visita pastorale al I vicariato, incontro con le coppie di fidanzati alla parrocchia di Santa Caterina

Diocesi informa

Convegno di QUARESIMA

Giovedì 23 febbraio alle 19.00 nel salone del Vescovado

DOMENICA 26 FEBBRAIO 11.00 nell’ambito della visita pastorale al I vicariato, S. Messa alla chiesa di Santa Caterina 16.30 rito di iscrizione dei catecumeni in vescovado

LE POVERTÀ INVISIBILI arà don Bruno fondatore SdelFrediani, CeIS Gruppo

LUNEDÌ 27 FEBBRAIO 18.00 nel salone parrocchiale della chiesa della Rosa, incontro del Serra Club con il professor Tornielli

“Giovani e Comunità” di Lucca a guidare la riflessione del prossimo convegno di Quaresima organizzato dalla Caritas diocesana. L’ncontro avrà inizio alle 19 nel salone del Vescovado.

MARTEDÌ 28 FEBBRAIO A Grosseto, convegno con i responsabili diocesani per l’edilizia ed il culto dal titolo “Criteri di gestione e strumenti di controllo della qualità degli interventi” 19.00 S. Messa in suffragio di don Giussani alla chiesa di Santa Giulia MERCOLEDÌ 29 FEBBRAIO Nella mattina, udienze sacerdoti in vescovado

BREVI DALLA DIOCESI

GIOVEDÌ 1 MARZO 9.30 incontro con i preti giovani in vescovado 18.30 incontro con i cresimandi in vescovado 21.00 in vescovado, consiglio pastorale diocesano

Incontro Diaconi SABATO 25 FEBBRAIO ALLE 16.00 Presso la parrocchia di Santa Croce a Rosignano Solvay, intervento si don Francesco Fiordaliso su "La diaconia di Gesù nell’attenzione ai crocifissi di oggi"

VENERDÌ 2 MARZO Nel pomeriggio, ad Ancona per l’incontro di Pastorale Giovanile dal titolo “Compito urgente dell’educazione”

Serra Club Livorno LUNEDÌ 27 FEBBRAIO 2012, ORE 17,45 Presso la Sala Conferenze - Parrocchia Santa Rosa Via Machiavelli 32, incontro su "Papa Pio XII e gli Ebrei" Leggenda nera e verità storica Interviene Andrea Tornielli, Vaticanista de "La Stampa"

DOMENICA 4 MARZO 11.00 S. Messa e cresime alla parrocchia della Rosa 16.00 Ritiro di Quaresima delle religiose all’Istituto Maddalena, dal titolo “Educarci alla conversione personale e comunitaria”

Diamo ali alle strade

I viaggi di PHARUS Libri da LEGGERE

di Mo.C.

Mattana G, - Turoldo. L’uomo, il frate, il poeta. Ed. Paoline, pp.255, euro 18,00 Sono trascorsi vent’anni da quando la salma di David Maria Turoldo fu adagiata nel cimiterino di Fontanella al Monte dove su un tumulo di terra vi è posta la lapide che recita l’espressione di Giobbe: Nudo uscii dal seno di mia madre e nudo là ritornerò, ma il ricordo di questo grande sacerdote è quanto mai vivo. Per ricordare questo testimone della fede, intriso della presenza di Dio, viene proposta la biografia scritta da Mattana che ha vissuto con Turoldo tutta l’esperienza Sudafricana, negli anni ’60 durante le guerre razziali e che lo ha seguito negli ultimi anni della sua vita, quando ormai il male lo stava devastando. Questo testo che aveva visto già una prima uscita poco dopo la sua morte nel 1992, è stato ampliato e corredato di una ampia documentazione che fanno emergere nella sua pienezza gli aspetti di un uomo religioso e laico allo stesso tempo, per il quale la carità aveva la precedenza su qualsiasi regola civile o religiosa, che si è sempre posto dalla parte dei poveri, degli umili e degli ultimi, che per loro ha lottato anche con Dio stesso perchè fosse loro vicino. Turoldo è stato anche colui che ha lottato contro l’altro dio, il “vitello d’oro”, adorato da sempre ma anche presente nel XX secolo e all’inizio del terzo millennio.

Bologna e il Santuario di San Luca SABATO 3 MARZO Ore 6.45 partenza da Livorno per Bologna. All’arrivo incontro con la guida e inizio della visita. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio, trasferimento in bus al Santuario Madonna di San Luca, importante santuario nella storia della città di Bologna, fin dalle sue origini meta di pellegrinaggi per venerare la sacra icona della Vergine col Bambino detta "di San Luca". Tempo a disposizione per la visita individuale. Santa Messa e al termine partenza per Livorno con arrivo previsto in serata. QUOTA: euro 55,00 min. 40 partecipanti QUOTA : euro 60,00 min. 30 partecipanti LA QUOTA COMPRENDE: viaggio in bus G.T. – visita guidata della città – pranzo in ristorante con bevande – assicurazione. LA QUOTA NON COMPRENDE: mance – ingressi – extra personali in genere e tutto quanto non indicato ne la voce “la quota comprende”. PHARUS VIAGGI S.R.L. Via S. Andrea, 69 - 57122 Livorno Tel. 0586.211294 / 0586.276215 - Fax 0586.208788 pharusviaggi@hotmail.it pharusviaggi@livorno.chiesacattolica.it

GIOVEDÌ 1 MARZO ALLE 21.00 Alla chiesa di SS. Pietro e Paolo incontro dal titolo "La relazione con Dio: Dio è per tutti...Quale volto di Dio oggi noi cerchiamo e adoriamo..." interviene don Luigi Verdi della Fraternità Romena

Giornata mondiale ecumenica delle donne VENERDÌ 2 MARZO ALLE 17.45 Presso la Chiesa Valdese (Via Verdi 15) si celebra la "Giornata mondiale ecumenica delle donne" organizzata dalla Chiesa Valdese in collaborazione con il SAE.

USMI DOMENICA 4 MARZO ALLE 16.00 Ritiro di Quaresima delle religiose all’Istituto Maddalena, dal titolo “Educarci alla conversione personale e comunitaria”

Apologia della Tradizione MARTEDÌ 6 MARZO ALLE 21.00 Alla chiesa di San Simone e dell’Immacolata Concezione presentazione del libro "Poscritto a Il Concilio Vaticano II – Una storia mai scritta" alla presenza dell’autore, prof. ROBERTO DE MATTEI . Apre l’incontro S.E. Rev.ma Mons. Simone Giusti, Vescovo di Livorno

Convegno Catechistico SABATO 10 MARZO ALLE 15.00 Alla parrocchia di Santa Lucia, convegno catechistico dal titolo "Il dubbio", relatore della giornata don Gianfranco Carrarese


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

26 febbraio 2012

V

Proseguiamo la lettura del Progetto Educativo diocesano affrontando le linee normative per il secondo ambito di intervento LINEE PASTORALI NORMATIVE A) DIMMI COSA E PERCHÉ CELEBRI E TI DIRÒ CHI SEI Quando san Paolo vuole proporre alla Chiesa di Corinto una seria e profonda verifica del proprio essere comunità cristiana, non può che partire mettendola di fronte al suo modo di vivere l’Eucaristia . In effetti una comunità cristiana si riconosce da come vive l’Eucaristia. L’Eucaristia è il centro e vertice delle comunità cristiane e la sua forza plasmatrice si svela in autenticità di vita e in generosità di opere. È segno efficace della comunione che dall’unico pane si diffonde nell’unico corpo ecclesiale perché tutti, compiendo ciò che manca alla passione di Cristo, adorino il Padre in spirito e verità. È viatico alla comunità cristiana: dall’Eucaristia essa accolga la rivelazione dell’amore di Dio, la letizia dell’unità fraterna, il coraggio della speranza, per essere con Cristo pane spezzato per la vita del mondo. L’Eucaristia è anche un rito, cioè un insieme di gesti e di parole compiuti in un determinato tempo e luogo secondo regole precise che ne guidano lo svolgimento. Ma il rito può anche diventare pericoloso: le sue norme fisse, la sua ripetitività determinano un abitudinarismo che svuota i gesti e le parole del loro significato. Per questo il rito è qualcosa di cui la Chiesa deve continuamente riappropriarsi perché tra i gesti significanti e il mistero significato ci sia sempre corrispondenza. Perché la nostra Chiesa si avvii verso un’Eucaristia sempre più pienamente vissuta, è importante una partecipazione più attenta e attiva dell’assemblea in modo da far emergere i diversi carismi, ministeri e servizi presenti al suo interno. B) AL CUORE DEL RINNOVAMENTO PASTORALE DELLA PARROCCHIA La meditazione dell’Eucarestia generatrice della comunione e della comunità ci porta al cuore del rinnovamento pastorale. Nell’Eucaristia, infatti, ritroviamo, quasi in mirabile sintesi, le scelte pastorali che debbono guidarci in un autentico rinnovamento: - la priorità della parola di Dio, fonte di vita e di conversione che apre i cuori alla fede da cui l’esperienza grata e stupita del Mistero d’amore rivelato e realizzato dal Cristo crocifisso risorto; - l’inscindibile nesso tra Parola, Sacramenti e Vita cristiana, che ogni celebrazione eucaristica fa rivivere come dono e compito, da questo intreccio vitale nasce e si fortifica il modello di una spiritualità incarnata e impegnata; - il dono della comunione per edificare una autentica comunità ecclesiale, che trova nell’Eucaristia la sua fonte e il suo culmine. È bella l’esperienza umile e gioiosa di una comunità cristiana la quale comprende che essa non si realizza attraverso gli sforzi propri ma si costruisce con l’accoglienza e l’adesione alla grazia del Padre di Gesù. Nulla può fermare il cammino di una comunità che ha imparato a vivere la sua vita come una continua Pasqua, come un morire e risorgere insieme a Cristo. La comunione che nasce dall’Eucaristia non riguarda solo la comunità celebrante, la Parrocchia, ma nutre la consapevolezza che la Parrocchia non è autosufficiente. Questo non solo in termini di possibilità e risorse ma, soprattutto, in termini di comunione e di percezione di appartenenza come senso di responsabilità di tutte le comunità cristiane. Non è possibile accettare che in una Parrocchia ci siano esperienze e celebrazioni ricche e vivaci e in quella accanto si stenti a vivere la pastorale. Non ci accada come alla comunità di Corinto dove ciascuno, quando siete a tavola, comincia a prendere il proprio pasto e così uno ha fame, l’altro è ubriaco (I Cor 11,21). È proprio dall’Eucaristia celebrata e vissuta che nasce il desiderio e la capacità di progettare iniziative interparrocchiali e vicariali. È necessario che la parrocchia sia una comunità aperta a tutte queste iniziative di irradiazione religiosa e di apostolato di ambiente.

L’Eucarestia della domenica: centro della vita pastorale Il modello della nuova umanità alimentata dal Vangelo. L’Eucaristia è il luogo per eccellenza della speranza cristiana, il luogo in cui uomo, donna, bambini, giovani, adulti e anziani trovano la forza per costruire un mondo di figli e di fratelli realizzando il sogno di Dio sull’umanità. In essa è possibile contemplare il modello di umanità nuova inaugurata da Cristo crocifisso risorto. Un’umanità che crede nella forza e nella pratica del perdono, un’umanità che sa "fare pace e riconciliazione", un’umanità che valorizza e armonizza le diversità, un’umanità che impara dal pane spezzato la forza rivoluzionaria e edificatrice di società della condivisione. Il criterio del discernimento per l’agire comunitario e personale. Nell’Eucaristia si alimenta la capacità di smascherare e rifiutare le mentalità, logiche e pratiche, che tradiscono il Vangelo di Gesù: l’individualismo, la società del profitto e del consumo, la logica della vendetta e della guerra… dall’altro canto nell’Eucaristia si impara a praticare la logica del Vangelo di Gesù: la gratuità, il perdono, la compassione, la condivisione, la solidarietà, la giustizia e la disponibilità a pagare di persona per ciò in cui si crede. Una carità che rende la comunità eucaristica "estroversa", capace di nutrirsi di tutto il mondo che la circonda. La comunità che celebra impara l’attenzione alle dinamiche sociali, ai cambiamenti di stili di vita della gente comune (non solo dei "parrocchiani") che comunque può o potrebbe avvicinarsi alla Parrocchia anche solo per una parola di conforto, di amicizia, di speranza e invece spesso si sente indicata come diversa, scandalosa ed inaccettabile. Una comunità parrocchiale si abbevera e attinge anche dall’esterno, da chi non è parrocchia, dalla realtà al di fuori del proprio orticello. Non esiste una comunità cristiana per il mondo se non è nel mondo: i problemi delle persone comuni diventano i problemi della Parrocchia; una Parrocchia che accoglie e non giudica; una Parrocchia attenta ai separati, ai divorziati, ai conviventi, alle donne che hanno abortito, a sessualità vissute in modo eterogeneo, ai tradimenti nella vita di coppia. Per essere vitali e concreti è necessario affrontare ciò che ci circonda; Gesù non si è tirato indietro di fronte al mondo corrotto ed autosufficiente che aveva intorno, non ha creato una comunità chiusa, ma ha spinto fuori dal recinto le sue pecore perché affrontassero la realtà. C) LE SORGENTI DELLA VITA DELLA PARROCCHIA Come nasce una comunità di persone, a quali sorgenti si abbevera, a quali radici attinge? Non sono domande secondarie per un

organismo che non è puramente istituzionale né semplicemente umano. La comunità cristiana è una realtà umano-divina. Non nasce innanzitutto dagli sforzi nostri. È l’annuncio della buona novella di Cristo a radunare i fedeli. L’origine e il principio della comunità ecclesiale è la parola di Dio annunciata, ascoltata, meditata e messa poi a contatto con le mille situazioni di ogni giorno. Ne segue che l’evangelizzazione è il perno di tutta l’azione pastorale, quale esigenza prioritaria, preminente, privilegiata. Si supera cosi una visione puramente orizzontale di presenza solo sociale, e si rafforza l’aspetto sacramentale della Chiesa; aspetto che si manifesta in modo tutto speciale nella comunità parrocchiale, quando questa attende a essere formatrice della fede dei suoi figli e svolge la sua funzione missionaria ed evangelizzatrice. Se la Parola è la sorgente nativa della parrocchia, centro e culmine ne è l’eucaristia, intesa come celebrazione e come scelta e modello di vita. Nulla può fermare il cammino di una comunità che ha imparato a vivere la sua vita come una continua Pasqua, come un morire e risorgere insieme a Cristo. Affondare le radici nel mistero pasquale significa trovare il modo di realizzare il comune sacerdozio battesimale. Una comunità cristiana si riconosce come dicevamo, da come vive l’Eucaristia. Prima di preoccuparci di come viene celebrata, cioè come viene svolto il rito, è necessario fare attenzione a come si vive l’Eucaristia, a come essa è davvero capace di essere mensa che fa incontrare i cristiani con il Signore risorto e tra di loro, come in essa e da essa si sviluppa il lavoro di tutta una vita per "divenire" Corpo di Cristo. Si tratta di una cammino di conversione personale e comunitario, paziente e progressivo, che se ha i suoi momenti forti nella celebrazione, deve prendere poi progressivamente corpo nel quotidiano vissuto in modo responsabile. Perché la nostra Chiesa si avvii verso un’Eucaristia sempre più pienamente vissuta, è importante una partecipazione più attenta e attiva dell’assemblea in modo da far emergere i diversi carismi, ministeri e servizi presenti al suo interno. Vi è poi un terzo elemento che fa la parrocchia-comunità: è la carità effusa nei nostri cuori dallo Spirito Santo. Che cosa infatti sarebbe una comunità senza la carità? Che cosa sarebbe se non attuasse quello che il Concilio ha chiamato "legge" del nuovo popolo di Dio: il precetto di amare come lo stesso Cristo ci ha amati? Che cosa sarebbe senza la

piena comunione col proprio vescovo, con la Chiesa universale? Questa carità però deve farsi visibile. Essa deve permeare ed ordinare tutti gli aspetti della vita della comunità. La comunione spirituale deve farsi comunione di tutta la dimensione umana, deve generare una socialità autenticamente cristiana. È importante che la parrocchia diventi sempre più un centro di aggregazione umana e cristiana, cioè realizzi una piena dimensione comunitaria. D) LA PARROCCHIA È SOGGETTO ATTIVO DI PASTORALE IN MODO MULTIFORME Nel rendere attivo e operante il mistero della Chiesa e della sua missione di annuncio di Cristo e di formazione del cristiano nel vissuto quotidiano. La parrocchia ha una funzione educatrice che si manifesta in sommo grado quando essa riunisce i fedeli, specialmente nel giorno del Signore, per l’ascolto della Parola di Dio e per la celebrazione della Eucaristia, impegnando poi gli stessi fedeli a portare nella vita il frutto dell’Eucaristia soprattutto nell’adempimento del comandamento dell’amore fraterno, con particolare attenzione per i piccoli e per gli umili. Nel portare a maturità i carismi e le vocazioni, sterminati nel grembo della comunità parrocchiale per opera dello Spirito del Signore. Nel realizzare il bene dell’unità, armonizzando le differenze ricapitolando i frammenti che l’operosità umana produce. Nel rendere concreta e attuale ogni giorno la vocazione del parrocchiecomunità a essere "un’anticipazione della civiltà de l’amore. E ciò significa che, sul modello delle prime comunità Cristiane esse devono realizzare strutture sociali concepite all’insegna della fratellanza, uno stile di rapporti informati dallo spirito di pace e del dono reciproco, una solidarietà che risani il corpo sociale, una vita spirituale comunitaria capace di unire l’amore di Dio e l’amore del prossimo La parrocchia non è autosufficiente Le nuove situazioni esigono forme nuove di collaborazione e di integrazione a livello interparrocchiale o vicariale. Solo un’azione pastorale congiunta e integrata potrà dare risultati positivi. È necessario che la parrocchia sia una comunità aperta a tutte queste iniziative di irradiazione religiosa e di apostolato di ambiente, che non hanno o non possono avere la parrocchia come punto di partenza. Così dovrà mantenersi aperta alla collaborazione con le parrocchie vicine.

Sfida EDUCATIVA

IL SECONDO AMBITO DEL PROGETTO EDUCATIVO DIOCESANO/1.........


VI

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

26 febbraio 2012

NELL’ANNO del 150° d’Italia di Gianni Giovangiacomo

I LIVORNESI COMBATTENTI PER L’UNITÀ L’esposizione al museo l Museo di Storia naturale del A Mediterraneo, nella Sala delle mostre temporanee, è stata aperta la mostra «La Toscana da Pietro Leopoldo all’unificazione amministrativa – Aspetti militari». Dopo il taglio del nastro inaugurale, il Presidente della Provincia, Giorgio Kutufà, ha detto che l’iniziativa rientrava tra quelle volute per la celebrazione del 150° dell’Unità d’Italia e ha poi messo in rilievo che prima della indipendenza nazionale la Toscana aveva ricoperto un ruolo subalterno, prima nei confronti dell’impero Austro-ungarico e in seguito della Francia nel periodo napoleonico. Con l’Unità questa subalternità è venuta a cessare con il riscatto nazionale al quale Livorno ha partecipato con i suoi uomini migliori, ricordare quegli avvenimenti -ha concluso- può essere ancora oggi, in tempo di crisi, occasione di slancio per un rinnovamento economico e morale. L’assessore alle Culture del Comune di Livorno, Mario Tredici, ha aggiunto che con questa mostra si chiudeva l’anno delle iniziative organizzate per l’Unità d’Italia che avevano avuto inizio con l’Anno Garibaldino. Tredici ha anche ricordato come l’epopea napoleonica sia stata un fattore importante per la coesione nazionale e per l’impegno militare dei livornesi dimostrato dal Generale Cosimo Del Fante caduto sulla Beresina nella ritirata di Napoleone dalla Russia, così come dalla lettura del diario del livornese Pietro Martini si evince la maturazione di una coscienza nazionale. Riprendendo le parole del Presidente Napolitano, Tredici ha evidenziato che l’Unità è stata un fattore potentissimo di modernizzazione, ed è stata un fattore motivante di ripresa sociale e di mobilitazione delle coscienze che ci invita anche oggi al recupero dell’orgoglio nazionale all’interno però di una comunità più vasta come quella europea. La mostra si snoda attraverso numerosi pannelli che vanno dalla struttura del Granducato di Toscana alla cronologia dei suoi avvenimenti più importanti, al periodo napoleonico, all’esercito toscano dell’ottocento: dalla Restaurazione all’Unità d’Italia. La mostra sarà di sicura gradimento per i bambini per i numerosi soldatini che vi compaiono, sono esposti infatti i soldatini del Reggimento Reale Toscano nella guerra dei sette anni (1757-1763) che comprendono artiglieri, granatieri, fanti e musicanti. Straordinario è il plastico del 113° Reggimento di Fanteria di linea, «il reggimento dei toscani», in cui i soldatini animano la battaglia di Champaubert, una delle ultime vittorie di Napoleone nella disperata difesa della Francia dopo la sconfitta di Lipsia. Un altro plastico, sempre arricchito dalla presenza di soldatini in scala molto ridotta, è quello della battaglia di Curtatone e Montanara del 29 maggio 1848 dove si possono notare i bersaglieri livornesi comandati da Vincenzo Malenchini schierati vicino al Mincio, così come altri livornesi erano inquadrati nel Battaglione Universitario Pisano. Anche i filatelici saranno soddisfatti perché alcuni pannelli particolari sono dedicati al materiale filatelico documentale dagli Stati pre-unitari fino ai Governi Provvisori e al Regno d’Italia. La mostra è visibile gratuitamente fino al 18 marzo con la cerimonia di chiusura che prevede la donazione al Comitato Livornese per la storia del Risorgimento del bozzetto in terracotta di Michele Niccolai «Per un monumento alla lotta del popolo livornese per la Democrazia, l’Indipendenza e L’Unityà nazionale nel biennio 1848-49». La mostra è aperta il martedì, giovedì e sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19; il venerdì dalle 9 alle 13 e la domenica dalle 15 alle 19.

Nel 50° anniversario della parrocchia di NS di Lourdes a Collinaia

Novità per gli SCOUT

Sognare un mondo migliore Il branco di Livorno 9 ha una nuova tana, ne parla la responsabile Silvia Monaci, l’intervista anche nel video sul sito della Diocesi (www.diocesilivorno.it) DI

ALICE CARPENTIERE

redere nei sogni per cercare di creare un mondo migliore»: questo è il motto dei ragazzi scout. Bambini e bambine tra gli 8 e i 10 anni, i cosiddetti «lupetti», costituiscono il branco, inserito all’interno di un ambito fantastico: la giungla, tratta dai libri di Rudjard Kipling, divenuta una vera e propria guida. Attraverso il gioco e il divertimento della metodologia scout i ragazzi apprendono il rispetto per la natura e per il prossimo, cercando ogni giorno

«C

di compiere una buona azione. Proprio nel corso dei festeggiamenti del cinquantesimo anniversario della parrocchia Nostra Signora di Lourdes del quartiere Collinaia, è stata inaugurata la nuova «tana» dei lupetti del branco Livorno 9, che ormai da tre anni hanno stabilito un forte legame con la comunità. Dopo la Messa presieduta da Mons. Bertelli, Vescovo di Volterra, animata dalla comunità scout, si è svolta la benedizione alla tana, seguita da giochi e scambio di doni. All’interno del gruppo

scout le attività e i compiti sono suddivisi in base alla fascia d’età, vi è il «reparto» composto da ragazzi e ragazze dagli 11 ai 15 anni che svolgono attività avventurose nei boschi, canti e la catechesi vissuta nelle

attività pratiche; e il «clan» formato dai 17 ai 20 anni. Questi ragazzi oltre a ritrovarsi insieme per giocare e fare nuove esperienze, svolgono anche importanti attività concrete insieme alla comunità, come il

servizio di aiuto agli anziani, agli ammalati e si dedicano ad altre attività parrocchiali. L’inaugurazione della nuova tana è stata una vera e propria festa per tutto il gruppo, che da tempo attendeva questo momento. L’evento è anche sul sito della Diocesi (www.diocesilivorno.it ) nella sezione video, un filmato in cui la responsabile del gruppo dei Lupetti Silvia Monaci, racconta l’attività dei ragazzi e invita a partecipare ai loro incontri.

La testimonianza di due Sentinelle del Mattino della parrocchia S. Giovanni Bosco

Una sera al pub... con Gesù na serata meravigliosa, unica, U indimenticabile, molto forte … un mix di emozioni. «E poi sono serate come questa che rendono speciale una giornata!». Così V. commenta l’incontro con noi sentinelle quella sera al pub. Da qualche tempo noi gruppo giovanile della Parrocchia San Giovanni Bosco, incoraggiati dal nostro parroco Don Luciano e da alcuni giovani più grandi, abbiamo maturato l’idea di riprendere l’esperienza delle Sentinelle del Mattino. Prima di riprendere l’attività noi giovani abbiamo pregato molto, insieme alla Comunità Parrocchiale, durante un’adorazione fatta un giovedì sera. Un’ora di silenzio, di meditazione, di preghiera per noi sentinelle e per tutti i giovani che avremmo incontrato. Così, carichi di preghiera, dello Spirito del Signore, dell’incoraggiamento di Luciano e di consigli dei parrocchiani, ci siamo ritrovati in Chiesa alle ore 21:30 davanti al Santissimo. All’appuntamento non è mancata la presenza di alcuni genitori desiderosi di aiutare le nuove sentinelle con la preghiera silenziosa, strumento essenziale e indispensabile. Ci siamo messi davanti al Signore in silenzio, solo guardandolo, senza dire una parola, aspettando che Lui scegliesse per quella sera coloro che sarebbero dovuti uscire. Non dimenticherò mai le parole di Luciano: «Via, bimbi, allora non abbiate paura, si va .. chi esce?». Il Signore per questa prima sera aveva chiamato noi, Irene e Matteo. «L’ho sentita come una chiamata, alla quale non ho potuto dire di no, ero felice, pronta, emozionata, anche un po’ impaurita. Ero pronta per servire il Signore!» (Irene). Ho lasciato la chitarra per partire. Era grandissima la voglia di poter confrontarsi con altri ragazzi come noi! (Matteo) Noi due saremmo partiti per i pub, alla ricerca di giovani con cui parlare e portare Gesù, gli altri ragazzi insieme ai due genitori e don Luciano sono rimasti in chiesa ad

accompagnarci con la preghiera. A loro spettava il compito più difficile e delicato. Se non fosse stato per la loro preghiera la serata non sarebbe stata così formidabile. Noi due insieme siamo partiti per il pub Queen Victoria, senza sapere cosa sarebbe successo, se avremmo avuto il coraggio di parlare, se dalle nostre bocche sarebbe uscita una parola e soprattutto quale. Sentivamo che lo Spirito del Signore era su di noi, ci siamo buttati e siamo entrati. Il gestore ci ha dato il permesso di lasciare dei volantini ai clienti. Vi chiederete adesso «cosa avranno fatto, cosa avranno detto, cosa avranno risposto». Beh noi vi diciamo che è stato molto più semplice di quanto crediate perché abbiamo sentito veramente la presenza di Gesù in noi, era Lui che parlava al posto nostro, noi Gli abbiamo semplicemente prestato un corpo! Il locale era pieno di giovani: chi giocava a carte, chi chiacchierava … Ci siamo avvicinati a ciascun tavolino, sorridenti e non invadenti ed abbiamo chiesto di poter rubare loro un attimo di tempo. «Ciao scusateci, vi possiamo rubare un minutino?». Al vederci erano sorpresi, chissà cosa volevamo da loro. «Piacere, noi siamo Irene e Matteo, voi siete? No, non siamo pazzi che vi vogliono rovinare la serata, o rompere le scatole, siamo semplicemente due ragazzi della parrocchia qui di Coteto, non so se la conoscete? Volevamo solamente lasciarvi questo bigliettino». Per la nuova attività avevamo preparato un bigliettino: da un lato alcune domande su Gesù, su Dio, sulla Chiesa, sui valori, dall’altro lato un fumetto del volto di Gesù che ci dice «Tu sei prezioso ai miei occhi e io ti amo!» (Isaia 43, 4). Era questo l’intento della serata: parlare di Gesù con loro, cosa ne pensano di tutti questi argomenti, avere dei consigli e perché no delle critiche costruttive e soprattutto l’intento ancor prima era quello di portare un segno di amicizia, un sorriso, fare sentire che sono

importanti, essere li semplicemente ad ascoltarli, non controbattere. «Secondo noi sono riflessioni che molto spesso non facciamo. Comunque noi siamo qui, se avete voglia, per parlare di qualsiasi cosa, per amicizia, per conoscerci. Se non ne avete voglia non siete obbligati, anzi nel bigliettino vi abbiamo lasciata scritta una e-mail, in cui se volete potete scriverci e noi vi risponderemo al più presto». Nessuna persona che abbiamo incontrato ci ha rifiutato, anzi sono stati tantissimi i grazie che abbiamo ricevuto con il cuore. Molti ci hanno detto che eravamo coraggiosi, che ce ne fossero giovani come noi, che presto ci avrebbero scritto, ed è stato così. Pochi muniti dopo aver lasciato un tavolino, un ragazzo è venuto a dirci che ci aveva già scritto con il cellulare all’e-mail: noi siamo rimasti sbalorditi. Abbiamo poi riflettuto molto su ciò che ci è stato detto. Ciò che è venuto fuori è comunque il bisogno dei giovani di sentirsi parte di una Chiesa, di voler pregare, di voler credere in Gesù, ma purtroppo siamo frenati da una «Chiesa chiusa, piena di dogmi, una Chiesa che critica, che obbliga ad andare alla Messa, una Chiesa statica, chiusa di mentalità. Non è questo che noi giovani ci aspettiamo, ma ci piacerebbe una Chiesa sorridente, accogliente, che parli dell’uomo Gesù, che esca tra la gente, che sprizzi di gioia e di amore. Noi, ragazzi cristiani praticanti, siamo molto d’accordo con queste parole, noi per primi non ci riconosciamo in una Chiesa, fatta di sontuosi palazzi, di eloquenza, di belle omelie. Siamo stufi. «Ci vorrebbe una rivoluzione», ma purtroppo noi giovani non abbiamo quel coraggio che serve per far sentire la nostra voce. Un consiglio che ci è stato dato da moltissimi giovani è quello di rivoluzionare anche il catechismo, tutti catechisti giovani che non si occupino più di insegnare cose, ma di fermarsi ad essere un gruppo, di sentire questi

bambini più piccoli come fratelli, di voler loro bene, di fare sentire loro il calore di un coetaneo. Questa è la cosa importante. Il Signore non ci ha abbandonato, anzi, dopo un’ora e più c’è stato un incontro decisivo. Due coetanei ci hanno fatto accomodare al loro tavolino. Da li è iniziata un chiacchierata di un’ora e mezzo. Abbiamo parlato di un sacco di cose: della scuola ormai finita, dell’università, del futuro e loro per primi ci parlavano del loro pregare di tanto in tanto, senza necessità di andare alla Messa, del fatto che per loro Gesù è stato un grande rivoluzionario, del loro valore principale che è l’amore. Ci siamo catapultati in una serata che non avremmo mai immaginato. Eravamo li, seduti, semplicemente a guardarli negli occhi, ad ascoltarli. Proprio in quel momento Dio si è manifestato. Ci hanno chiesto infine i contatti per facebook per poi poterci scrivere e sentirci. È stata una serata unica, indimenticabile. La bellezza è il fatto che noi siamo partiti con l’intento di voler portare qualcosa di noi, di Gesù agli altri, in realtà abbiamo ricevuto tantissimo. Non smettevamo più di ringraziarci reciprocamente. Ci hanno davvero insegnato tanto. Questa è stata la nostra serata durata fino a mezzanotte e un quarto. Noi giovani veramente ringraziamo il Signore con tutto il cuore. Dopo questa esperienza abbiamo capito quanto sia importante essere persone di gioia, di non scordarcelo mai, di accogliere sempre, di sorridere sempre, di non essere chiusi, criticare sempre gli altri, ma nel nostro piccolo essere solidali, avere il coraggio di testimoniare questa fede per Colui che ci ama di un amore immenso. Un grazie particolare va a Don Luciano per averci incoraggiato in questa nostra esperienza e soprattutto un GRAZIE va a voi sentinelle che avete pregato per noi, senza il vostro aiuto non ce la avremmo mai fatta! Irene e Matteo


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

26 febbraio 2012

A Nugola c’è l’ORATORIO per i ragazzi!

VII

Tutti i giovedì alle 21.00 nel Teatro, per due mesi

Le iniziative della PARROCCHIA a parrocchia SS. Cosma e Damiano di Nugola, sta crescendo a piccLC’ècoli passi. un gruppo Caritas che si occupa di raccogliere generi alimentari e vestiario da destinare alla Caritas diocesana di Livorno e che promuove alcuni incontri creativi per creare lo spirito della chiesa famiglia (l’idea cara del nostro parroco). È stato istituito un Consiglio Pastorale parrocchiale che sia di supporto al parroco per le scelte pastorali. Per i bambini c’è la catechesi in preparazione alla Comunione e alla Cresima. A breve partirà il gruppo famiglia, pensato come cammino di fede e di condivisione per le famiglie, che si incontreranno inizialmente una volta al mese. Il coro che ogni domenica anima con gioia la Messa domenicale. La nascita dell’oratorio poi, ha contribuito ad avere un luogo dove i giovani possono venire a svagarsi, suonare e pregare.

uella del 23 dicembre 2011 resterà una serata memorabile nella storia della parrocchia dei Santi Cosma e Damiano a Nugola. In questo giorno infatti è stato inaugurato, con la benedizione di monsignor Pietro Basci e la preziosa presenza del giovane don Federico Locatelli, il nuovo oratorio parrocchiale. Una grande folla ed il concerto in chiesa di un gruppo musicale, assai bravo, composto da ragazzi del posto hanno fatto da cornice all’evento. Quella dell’oratorio per i ragazzi era una presenza che veramente mancava nella vita della parrocchia: dal giorno della sua inaugurazione esso è divenuto un luogo di ritrovo fondamentale per la comunità: in questi locali non solo si dà spazio alle attività ludiche, con il ping – pong, il calcio balilla e vari giochi da tavola, ma questa sala, che ha sostituito la sacrestia, è anche il luogo dove ci si ritrova per le riunioni di vario genere e per le feste di compleanno. Ora, ogni sera i ragazzi sono presenti in parrocchia perché sanno che lì hanno un

IL CINEFORUM AI SALESIANI

Q

Nelle foto la chiesa dei Santi Cosma e Damiano a Nugola, i ragazzi dell’oratorio insieme al parroco don Abramo e la sala giochi-riunioni inaugurata lo scorso dicembre

posto dove stare, un posto tutto loro, dove ritrovarsi nella serenità. Il parroco don Abramo ha fatto una scelta importante per questi ragazzi e noi famiglie gliene siamo riconoscenti. Adesso più che mai i ragazzi frequentano la chiesa, organizzano anche dei momenti di preghiera e si incontrano nel gioco e nella musica. L’emozione all’inaugurazione è stata tanta, Nugola aveva bisogno di questo luogo e i ragazzi stanno rispondendo alla grande. Ma l’oratorio è solo

l’inizio. Piano piano la parrocchia di SS. Cosma e Damiano di Nugola vuole crescere, vuole creare una serie

di iniziative, tra cui il gruppo famiglie; c’è bisogno dei giovani ma c’è bisogno di avere dei momenti di confronto

anche con le famiglie, che sono una colonna portante per la comunità parrocchiale. Si sta consolidando anche la realtà del coro che ogni Domenica che passa è sempre più ricco di nuove voci che si aggregano e cantano con gioia per animare l’assemblea domenicale. Che dire, piccoli passi per grandi risultati, e che il Signore e la Madonna siano sempre vicini a questa piccola realtà e a tutti gli abitanti di Nugola. Francesco e Elena Baldaccini, con il piccolo Diego

Tempo di cinquantesimi per le parrocchie Insieme a N.S. di Fatima e N.S. di Lourdes altri due anniversari parrocchiali ltre alle due parrocchie di N.S. di FaO tima e di Lourdes rispettivamente in Collinaia ed in Corea, altre due comunità celebrano quest’anno il cinquantesimo anniversario della loro fondazione: la parrocchia di S.Giovanni Bosco in Coteto, il 12 febbraio, e l’11 aprile quella di S.Rosa al quartiere omonimo. Entrambi i decreti di erezione portano la firma del Vescovo Andrea Pangrazio, che, poco dopo, lascerà Livorno chiamato a più alto incarico come Arcivescovo di Gorizia. La chiesa di Coteto venne riconosciuta civilmente dal Presidente della Repubblica con decreto 30 ottobre 1963. In precedenza fungeva da chiesa del quartiere, da poco costituito, un oratorio intitolato a S.Giovanni che veniva officiato dal pievano di Salviano. L’attuale chiesa venne costruita su terreno donato dalla GESCAL e venne aperta al culto nel maggio 1964 con l’immissione in possesso del primo parroco don Mauro Del Nevo. Le nuove esigenze liturgiche dettate dal Concilio Vaticano II, richiesero l’esecuzione di alcuni lavori di ristrutturazione terminati i qua-

li, Mons. Ablondi la consacrò solennemente il 26 ottobre 1986. La parrocchia del quartiere La Rosa, costituito nel 1958, ebbe all’inizio sede in locali provvisori al piano terra di un casamento e dal 1967 in una baracca in via De Sanctis ed era officiata dal primo parroco, don Aldo Volpin, nominato dal Vescovo Emilio Guano il 6 febbraio 1964. Quando nel 1970 don Volpin lasciò Livorno venne nominato parroco don Felice Munaro che ha retto la parrocchia fino al 2010. Il complesso parrocchiale che comprende oltre alla chiesa, le aule per la catechesi, un salone per le conferenze, gli ambienti per gli anziani e la canonica, venne progettato dall’architetto Michelucci nel 1975. Venne completato attraverso molte difficoltà per la Pasqua del 1998. Il 31 maggio di quello stesso anno, nel giorno di Pentecoste, vi celebrò la prima Messa Mons. Ablondi che la consacrò poi, insieme a Mons. Savio, l’8 novembre successivo. Maria Luisa Fogolari

nche quest’anno al Cinema Teatro A dei Salesiani di Viale Risorgimento 87 ritorna il tradizionale Cineforum che vede in cartello 10 film di diversa natura tematica perché -come ci ha detto il parroco don Gino Berto- è oggi quanto mai difficile trovare un unico ”filone” espressivo. Si è partiti giovedì 23 febbraio (le proiezioni si svolgeranno sempre il giovedì e avranno inizio alle 21) con “Il cuore grande delle ragazze” dove il regista Pupi Avati ci fornisce il preciso quadro d’epoca di una cittadina emiliana degli anni ’30 e la trama ci invita ad andare avanti affrontando il futuro. Il 1° marzo con “Anonymus”, di Roland Emmerich, si va alla scoperta di uno Shakespeare al di fuori delle righe. Mentre l’8 marzo, e non poteva essere che così!, è dedicato ad una serie di personaggi femminili tratteggiati da Emanuele Crialese in “Terraferma”. Il 15 marzo è la volta di “This must be the place”, una canzone dei Talking Heads, diretto da Paolo Sorrentino che ci racconta la vita di una rockstar depressa (Sean Penn), un personaggio fuori dagli schemi in lotta con la solitudine, il male oscuro della nostra epoca, che dà la caccia ad un criminale nazista. Il 22 marzo il cartellone propone “La kriptonite nella borsa”, una storia ambientata a Napoli negli anni ’60, incentrata sulla difficile crescita di un bambino di 7 anni nel suo ambiente famigliare. Tra gli attori: Valeria Golino, Luca Zingaretti, Cristina Capotondi. Il 29 marzo tocca al bel George Clooney, impegnato non a pubblicizzare il Nespresso ma come regista e interprete di “Le Idi di marzo”, il titolo rende immediatamente l’idea del complotto e del tradimento, ma è anche un thriller e non solo questo. Dopo la pausa del Giovedì Santo, il 12 Aprile si ritorna con “Scialla”, interpretato da Fabrizio Bentivoglio e Barbara Bobulova, sul rapporto, sempre problematico, tra genitori e figli. Il 19 aprile viene proiettato “Miracolo a Le Havre” del regista Aki Kaurismaki che ci mostra -come scrive il critico Francesco Mininni- che quel che resta della speranza si ritrova nelle pieghe di un racconto favolistico impersonato da un lustrascarpe che vive in un quartiere degradato. Il 26 aprile ecco l’ultima opera di Ermanno Olmi “Il villaggio di cartone” è incentrato su una chiesa dismessa, in cui rimane a vivere il vecchio sacerdote, che sarà l’approdo di immigrati clandestini che divideranno gli spazi al suo interno con ripiani di cartone. Insomma una chiesa spogliata di tutto che riesce così ad incontrare i poveri! La rassegna termina il 3 maggio con “J.Edgar”, un film di Clint Eastwood, quanto cammino da “Per un pugno di dollari”!, con Leonardo Di Caprio. Si parla di J.E.Hoover, il creatore dell’F.B.I., della solitudine di un uomo di potere, senza amici, tutto rivolto alla difesa del proprio paese. Per l’acquisto dell’abbonamento è possibile rivolgersi alla segreteria del Teatro dal lunedì al venerdì dalle ore 16,30 alle ore 18,30, oppure direttamente il giovedì a partire dalle 20,45 prima della proiezione. Gianni Giovangiacomo


VIII

TOSCANA OGGI 26 febbraio 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNO


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