IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
24 febbraio 2013
di mons. Alberto Ablondi
redo proprio che, per salvare la giusta missione della Chiesa e per «C rispettare i giusti limiti, il vero compito di ogni partito, dobbiamo tutti assumerci un doppio impegno. Dobbiamo ridare alla Chiesa l’autorità di annunciare un Dio che ama l’uomo e lo vuol far crescere sotto ogni aspetto, spirituale e materiale, personale e sociale. E ancora, tutti dobbiamo impegnarci a dare ai partiti, a tutti i partiti, solo la loro giusta competenza. Essa per un cristiano naturalmente, è quella di organizzare la città terrena in tanti modi, che possono essere anche molto diversi, ma mai in sostituzione e mai in contrasto con i principi di fede. Proprio perché la fede che la Chiesa propone, comincia prima di ogni partito, quando mi illumina sul motivo del mio esistere; perché la fede è più completa di ogni partito quando mi aiuta a vivere da uomo l’amore e il dolore; ed è anche più aperta di ogni partito perché mi fa guardare al di là di questa vita» “Un partito non sia Chiesa- Una missione d’accoglienza, 1980”
La Diocesi andrà in pellegrinaggio al soglio di Pietro e forse incontrerà il nuovo Pontefice
Le dimissioni di Benedetto XVI L’INTERVISTA
LE PAROLE DEL PAPA DIRETTE AL CUORE DELLA GENTE Luca Collodi racconta la scelta della Radio Vaticana
Il 10 aprile a Roma incontreremo il Papa enedetto XVI si è dimesso da pochissimi giorni, il Papa per la prima volta da molti secoli lascia il soglio di Pietro prima della sua morte e già dopo così poche ore, l’attenzione si volge sul nuovo Papa. Questo è molto significativo. Sta a indicare chiaramente che nella Chiesa gli uomini passano, Cristo e la sua Chiesa rimangono. Grazie, grazie, grazie a Joseph Ratzinger per il suo Pontificato ma nella Chiesa non è importante il leader religioso chiunque esso sia ma il Vicario di Cristo, il Papa, chiunque esso sia. Passa la scena di questo mondo con tutti i suoi attori, anche i più grandi, Cristo rimane. La barca della sua Chiesa affronta i flutti di ogni tempo guidata dal Dolce Cristo in Terra, dal Vicario di Cristo, dal Papa, da colui che lo Spirito Santo attraverso il Conclave sceglierà. Anche gli osservatori esterni rimangono stupiti da quello che avviene nel Conclave, emergono sempre uomini più grandi degli elettori, il Conclave, scrive un settimanale laico, è capace di individuare incredibilmente sempre personaggi straordinari, Karol Wojtyla prima, Joseph Ratzinger ultimamente. Noi sappiamo che è lo Spirito Santo a individuare e a scegliere e pertanto il fatto non ci stupisce affatto. Viviamo quindi nella fede questi giorni
B
straordinari nella sua bellezza e nella sua grandezza per la Chiesa, il mondo intero, l’intera umanità. La primavera è prossima. Andiamo incontro alla primavera sicuri come ci ricordano le Scritture che “stolto è colui che reputa migliori i giorni passati”. La primavera è imminente. Lo sarà per il mondo e la
Chiesa con il nuovo Pontefice, lo sia anche per ognuno di noi grazie all’incontro con l’Amore in questo tempo di Quaresima. La primavera sta sbocciando, la Pasqua è vicina, la morte è vinta, Cristo guida e guiderà sempre la sua Chiesa, le porte degli Inferi non prevarranno. Il 10 aprile incontreremo il Vicario
di Cristo a Roma e rinnoveremo la nostra fede sulla tomba di Pietro, ringrazieremo il Signore per Joseph Ratzinger il quale ci lascia una Chiesa più libera di fronte alle sue storiche abitudini , più purificata e radicata nella fede in Cristo. Grazie caro Papa, arrivederci al 10 aprile carissimo Papa. + Simone, Vescovo
La parola ai GIOVANI CATTOLICI
Un gesto apprezzato ll’indomani dell’annuncio del Santo Padre,abbiamo raccolto le impressioni, le Asensazioni, di alcuni giovani in merito al suo gesto: I: «La prima impressione che ho avuto è stata più "sentimentale": se prende una decisione così importante deve stare e essere stato davvero male. Poi è subentrato il cinismo:chissà cosa c’è dietro. Comunque è un atto coraggioso e sincero di una persona che non nasconde le sue debolezze e che sceglie la strada più difficile perchè sarebbe stato più facile lasciare in mano a collaboratori e rimanere Papa di figura». Silvia: «Sul momento sono rimasta di stucco: il primo è stato un pensiero un po’ scoraggiante ma come? Perchè? Però credo che sia giusto che sia libero di lasciare il posto a qualcuno se non se la sente». Francesco: «E’ sempre stata una persona che ragionava con la sua testa e che pesava molto quello che doveva dire o fare. Ha preso una decisione che ha ritenuto corretta, infatti ha voluto fare il Papa fino alla scadenza e non lasciare il papato nelle mani di altri (consiglieri o altri della curia) come era stato come negli ultimi tempi di Woytila, Papa solo come carica. Appena ha visto che le forze mancavano ha preferito lasciare ad un altro che potrà anche lui avere saldamente in mano la guida della Chiesa. C’è da dire che per uno che ha sempre parlato di relativismo e religiosità che andava persa, ha fatto una cosa molto laica.Lo rispetto come persona e come cattolico lo ringrazio perchè ha avuto il coraggio di fare una cosa del genere dando la possibilità ad un nuovo Papa di guidarci nel pieno delle forze». Giulia: «In un primo momento ci sono rimasta male, anche alla luce del Vangelo della domenica precedente il cui messaggio era "Non temere": ma come se lui, il Papa, non si affida alla Provvidenza, come posso fare io ad avere speranza? Poi, ripensandoci, capisco che è un uomo di una certa età, che inizia ad avere dei limiti fisici ed a livello spirituale probabilmente ha sentito di non essere più in grado di guidarci».
uca Collodi, giornalista livornese, LVaticana direttore del canale italiano di Radio è stato uno dei primi a conoscere la notizia delle dimissioni del Pontefice. Lo abbiamo raggiunto per un’intervista flash. Come avete vissuto in radio il momento delle dimissioni del Papa? Eravate in allarme o è stato un fulmine a ciel sereno anche per voi? Qual è stata la prima cosa che avete fatto saputa la notizia? «A caldo c’è stato un attimo di incertezza per questa notizia così sconvolgente. Poi però la notizia è rimasta "coperta" fino al pronunciamento del Papa in latino. A dire la verità in radio era nota, a livello di direzione, già dal mattino, ma abbiamo fatto la scelta di far parlare il Papa, senza colpi mediatici. Una scelta difficile, ma condivisa e ritenuta giusta: lasciare al Papa l’annuncio, senza mediazioni mediatiche, perché le sue parole arrivassero più dirette, al cuore delle persone, perché restassero più impresse nella memoria di tutti, pronunciate direttamente dalla sua bocca. Terminata la lettura del documento da parte del Papa, alle 12, dopo pochi minuti dal dispaccio Ansa, abbiamo trasmesso un’edizione speciale del Radiogiornale e a seguire dalle 12.15 alle 14 uno speciale con il briefing di padre Lombardi dalla Sala stampa, il primo, a caldo, poi due interviste allo storico Franco Cardini, e all’Arcivescovo di Chieti, mons. Bruno Forte, teologo. Alle 14, una nuova edizione del radiogiornale. Ma non abbiamo voluto stravolgere il palinsesto del canale italiano». Tu lavori in Vaticano da tanti anni...cos’hai pensato? E come vedi i prossimi mesi? «Personalmente, ritengo che le dimissioni del Papa dal Pontificato rappresentino un grande, enorme, gesto di fede di Benedetto XVI che affida la Chiesa, tutta, a Dio, ma anche un forte atto di governo della Chiesa. Certo, abbiamo cercato di capire cosa dice al riguardo il Codice di Diritto canonico, e ripercorso parte della storia della Chiesa, dove troviamo casi simili ma non uguali di dimissioni papali, non solo di Celestino V» E in Vaticano come si vive questo momento? C’è stato sconcerto? E adesso? Solo fermento organizzativo per il Conclave o qualcosa di più? «Non c’è ancora fermento, anche perché il Papa è regnante, in salute e il Pontificato non è ancora finito. Non c’è sconcerto, ma grande ammirazione e affetto per il Papa, capace di un gesto di straordinaria umiltà, che dovrebbe far riflettere, tra l’altro, tanti politici e potenti dei nostri giorni. Si penserà al Conclave solo dal 1° Marzo e si ipotizza che le sessioni siano fissate intorno al 15 marzo. Certamente sono convinto che, un gesto di enorme significato come quello deciso dal Santo Padre, porterà, ma è una mia opinione personale, ad un Conclave altrettanto ricco di significato per la Chiesa del Terzo Millennio». c.d.
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
24 febbraio 2013
LA CONFERENZA.........
Vita e FAMIGLIA
II
L’intervento del prof. Belardinelli
Nelle foto: accanto il prof. Belardinelli durante la conferenza in Provincia, nell’altra pagina un’immagine di famiglie aVilla Maria e nel riquadro piccolo Paolo Fenzi durante la presentazione del documento; in basso il Santuario di Montenero
È in gioco il nostro futuro LA PRESENZA DEI CANDIDATI POLITICI l documento «Livorno amica della famiglia» Indr) (che viene presentato nella pagina a fianco era stato inviato preventivamente anche ad alcuni candidati alle prossime elezioni politiche, uno per ogni coalizione, perché potessero prenderne atto e intervenire alla conferenza per commentarlo. Così i presenti hanno potuto ascoltare le diverse opinioni (Coalizione di centro sinistra, Coalizione di centro destra, Coalizione di centro, Rivoluzione civile, Fare
per fermare il declino, mentre non si sono presentati quelli del Movimento 5 stelle) e farsi un’idea in più sulla scelta da intraprendere in cabina elettorale. A loro è andato l’ammonimento del VESCOVO GIUSTI: «non fate di ogni diversità una battaglia ideologica, e non abbiate fretta di legiferare, ma per le questioni importanti fate maturare un dibattito serio e idee condivise».
uale Famiglia istituzioni, o trattata in maniera Oggi?»: da questa marginale. La famiglia dovrebbe domanda che dava essere un esempio per la società il titolo civile e politica, le sue relazioni all’iniziativa, è interne e le dinamiche andrebbero partito l’intervento del professor imitate. Sergio Bernardinelli, docente La politica dovrebbe, prima di ogni all’Università di Bologna, cosa, creare luoghi che generino sociologo, coordinatore del speranza e fiducia. Negli ultimi Comitato eventi del Progetto anni la fiducia nei confronti di Culturale della Conferenza istituzioni e partiti ha subito un Episcopale Italiana. crollo pari a quello relativo la A fianco del professor Bernardinelli nascita dei figli. E’ un dato erano presenti il significativo, indice sindaco della città di quanto questo La politica Alessandro Cosimi, il il tasso di dovrebbe, prima fattore, presidente della natalità, sia di ogni cosa, provincia Giorgio indicativo della Kutufà e il vescovo fiducia dei cittadini creare luoghi monsignor Simone verso le istituzioni: che generino Giusti. l’italiano preferisce Al giorno d’oggi - ha non generare un speranza spiegato il professore futuro individuo, e fiducia. Negli si ha una destinato a ultimi anni pluralizzazione delle arrancare. forme familiari, ma la Viene da sé che una la fiducia famiglia rappresenta classe politica che nei confronti ancora la principale ispiri fiducia, risorsa della società ridonerebbe fiducia di istituzioni ha moderna, insieme e soprattutto vigore, subito un crollo originale di relazioni ad una società pari a quello di sessi e generazioni, italiana stanca. costituisce nella sua relativo la nascita Stretto è anche il unicità e completezza legame fra dei figli un bene naturale per democrazia e una crescita personale demografia. Si ha di ogni individuo. una democrazia efficiente solo in In questo microcosmo che è la una società demograficamente famiglia ogni relazione si crea, si viva!Prioritario sarà ritrovare un fortifica e si sviluppa. Si nasce senso del legame con gli altri, individui e si diventa uomini, solo fondamento della famiglia, da con una vita familiare attiva e un esportare nella società e nella sano confronto con i suoi politica. componenti. La famiglia è un istituzione All’interno della famiglia si importante, la più importante compiono due fondamentali soprattutto nella considerazione dei esperienze di crescita: si creano e si giovani, è un’istituzione che con le sperimentano relazioni vere e generazioni ha sempre saputo autentiche, fondamentali per la vita rinnovarsi, trovare nuova linfa di nella società. vita. E’ una risorsa che non può né In questo contesto educazione e deve essere trascurata e per fare ciò è relazione sono strettamente necessario che le istituzioni collegate: è la famiglia l’elemento investano in modo deciso sulla costitutivo della persona, famiglia e soprattutto che tutta la dell’uomo. comunità civile, ecclesiastica e La nostra società, rimanda in ogni politica si impegni per arrivare a cosa a una dinamica familiare. riconoscerla quale fondamento di Questa è una grande risorsa, una società giusta ed equa. Michele Martella purtroppo trascurata dalle
«Q
LE FRASI DEL RELATORE • La famiglia è la realtà che risponde meglio alla speranza di futuro di ogni uomo. • La famiglia è la condizione naturale per lo sviluppo di tutti come persone: in famiglia si imparano l’autonomia, la libertà e il rispetto per gli altri. • Preferisco centomila volte il caos della famiglia di oggi, rispetto alle famiglie di un tempo dove le relazioni erano prestabilite e imposte. • Nel nostro paese manca il riconoscimento della funzione sociale della famiglia. • Demografia e democrazia sono strettamente connesse: una società dove non nascono bambini è una società dove non c’è fiducia e quindi non può essere liberale. • Ogni bambino che nasce nasce per tutti noi. • La famiglia oggi è un’istituzione ancora viva e gravida di futuro. • Sulla famiglia si gioca tutto ciò che è rilevante per la società
Il convegno SULLA TRISONOMIA 21
Tu sei figlio dell’universo, tu hai diritto di essere qui SABATO 9 MARZO AL PARCO DEL MULINO ’Associazione Italiana Persone Down onlus organizza il conLza.vegno dal titolo: Sindrome down. Le ragioni di una speran"Tu sei un figlio dell’Universo, non meno degli alberi e delle stelle, Tu hai diritto ad essere qui." L’Associazione italiana Persone Down onlus, sezione Livorno, è un’associazione di genitori e tutori di persone con Sindrome di Down; non ha fini di lucro e vuole essere un punto di riferimento per le famiglie, gli operatori socio sanitari e per tutti coloro che sono interessati alla Sindrome di Down. Questo il programma del convegno che si svolgerà sabato 9 marzo alle 10 al Parco del Mulino. Introduzione - dott. Daniele Tornar, Presidente Associazione italiana Persone Down ONLUS sezione Livorno Saluti delle autorità - dott. Alessandro Cosimi, Sindaco di Livorno - mons. Simone Giusti, Vescovo di Livorno Una cura per la trisomia 21?. Sulle orme di Lejeune nel XXI secolo, relatore Prof. Pierluigi Strippoli, Responsabile del Laboratorio di Genomica del Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell’Università di Bologna La persona Down: Diritto alla vita ed implicazioni sociali, relatore Prof. Francesco Donato Busnelli, Professore emerito di Diritto Civile nella Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento S. Anna di Pisa, già membro del Comitato Nazionale di Bioetica Per informazioni: AIDP- ONLUS- sezione Livorno- Parco del Mulino (Via V. Fontani, 5 Livorno tel & fax. 0586/509567 info@aipdlivorno.org www.aipdlivorno.org)
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
PETIZIONE europea
La firma per «Uno di noi»
PROGETTO CULTURALE.........
24 febbraio 2013
Presentato il documento
Per il bene della città, sostenere la famiglia
III
A MONTENERO
Un aiuto concreto per le famiglie in difficoltà er far fronte alle numerose difficoltà a Pinteri cui vanno incontro singoli individui e nuclei familiari, i monaci vallombrosani di Montenero hanno messo a disposizione le stanze del Palazzo del Parroco o “Soggiorno mariano”, per aiutare tutti coloro che hanno bisogno.
petizione Uno di noi è Ldailaa Movimenti campagna promossa per la vita nei ventisette Paesi della Ue per arrivare al riconoscimento giuridico dell’embrione. Serve un milione di firme per far intervenire il legislatore europeo. Ma l’obiettivo è ben più ambizioso. Per questo adesso è il momento della mobilitazione con la possibilità di aderire anche online (sul sito www.oneofus.eu) al progetto. «Occorre un maggiore sforzo da parte di tutti, innanzitutto sul piano culturale, prima ancora che politico, affinché la cultura della vita, che sono certo sia maggioritaria tra la gente del nostro Paese, così come tra i popoli dell’intera Unione europea, abbia giusta considerazione, trovi spazio e sostegno», spiega Franco Miano, presidente nazionale di Azione cattolica, che insieme con numerose sigle del mondo delle associazioni e dei movimenti presenti in Italia ha firmato un appello a favore dell’iniziativa. Per Miano «serve un’opera educativa dell’uomo per l’uomo, della vita per la vita. Solo così si potrà agire contro chi, spesso per puro interesse politico o economico, per meschine convenienze di parte, sostiene il più delle volte politiche di fatto abortiste o comunque contrarie a ogni forma di rispetto della vita umana». “Uno di noi” è una delle prime iniziative dei cittadini europei registrati nell’Unione europea. Il suo obiettivo è quello di far progredire notevolmente, in Europa, la protezione della vita umana sin dal concepimento – entro i limiti della competenza dell’Unione Europea. Sulla base della definizione di embrione umano come l’inizio dello sviluppo dell’essere umano, come è stato affermato in una recente sentenza della Corte di giustizia (Brüstle vs Greenpeace), “Uno di noi” chiede alla UE di porre fine al finanziamento di attività che presuppongono la distruzione di embrioni umani, in particolare nei settori della ricerca, dello sviluppo e della salute pubblica.Ciò avverrà attraverso un cambiamento del regolamento finanziario dell’Unione europea che determina la spesa del bilancio dell’UE. Un divieto di tale finanziamento contribuirà notevolmente alla coerenza all’interno dell’UE. Anche a Livorno sarà possibile firmare la petizione: presso la portineria del Vescovado (via del Seminario 61) il martedì, mercoledì e giovedì, oppure alla parrocchia di S. Lucia (via U. Sarti) l’ultima Domenica di Febbraio e la prima Domenica di Marzo.
DI
NICOLA SANGIACOMO
ivorno, amica della famiglia» non è più solo uno slogan, ma è diventato qualcosa di più concreto dopo l’incontro pubblico sulla famiglia che si è svolto in Provincia su iniziativa del Progetto culturale diocesano: in questa circostanza infatti è stato presentato pubblicamente il documento realizzato da un gruppo di cattolici impegnati in politica in cui si evidenziano quattro priorità per promuovere politiche di sostegno alla famiglia. L’iniziativa, promossa dall’ambito politico del Progetto Culturale, ha condotto ad un primo risultato significativo, l’accordo tra politici collocati in schieramenti diversi ma uniti dalla condivisione di valori comuni. L’adesione formale al documento è arrivata da otto membri del Consiglio Comunale appartenenti a cinque partiti diversi: lo hanno sottoscritto, infatti, Bottino, Cannito, Capuozzo, Fenzi, Latorraca, Mambrini, Romiti e Scavazzon (in ordine alfabetico), quattro consiglieri di maggioranza e quattro di opposizione. Oltre ai consiglieri comunali hanno aderito al documento altri politici impegnati a vari livelli (tra i quali il presidente della Provincia Kutufà) e laici credenti rappresentanti della società civile o di associazioni cattoliche. Un risultato per il quale ha mostrato
«L
Il documento «Livorno, amica della famiglia» lo hanno firmato otto consiglieri comunali, quattro di maggioranza e quattro dell’opposizione apprezzamento anche queste nella proposta il Vescovo, monsignor del Progetto Culturale Giusti, che, in varie c’era il cosiddetto occasioni, ha “family incoraggiato il gruppo mainstreaming”, cioè a concludere una strategia dinamica positivamente il che metta la famiglia lavoro. Anche il al centro della società professor Belardinelli, e sia considerata come coordinatore delle una dimensione di iniziative del Progetto tutte le politiche Culturale della C.E.I., sociali, economiche ed si è detto educative. piacevolmente Pochi mesi sorpreso dopo, nel Questa dall’ampia del è la base gennaio condivisione 2012, il per un del documento Progetto che va nella culturale ulteriore direzione di diocesano lavoro mettere la promosse un famiglia al altro evento centro delle politiche pubblico che si svolse sociali locali. eccezionalmente nella Il percorso era sala del Consiglio cominciato Comunale dove il nell’ottobre del 2011, professor Belletti, in occasione della presidente nazionale presentazione del del Forum delle rapporto proposta sul associazioni familiari, cambiamento si confrontò con il demografico, appena sindaco Cosimi e il pubblicato del vescovo Giusti sul Progetto Culturale tema di un nuovo nazionale: in quella occasione intervenne Dino Boffo, direttore di TV2000, la televisione promossa dalla C.E.I., che, dopo aver delineato le tesi fondamentali di quella pubblicazione, lasciò alla nostra città una domanda provocatoria: “Livorno è amica della famiglia ?” Una domanda collegata alla necessità di porre in essere delle azioni che tendano ad invertire la grave crisi demografica in atto nel nostro paese e che si prevede in peggioramento nei prossimi anni: tra
welfare per la famiglia. Dopo questo incontro molto interessante, cominciò il lavoro del gruppo di politici cattolici in vista della definizione di una posizione comune al riguardo; percorso che è sfociato nella stesura del documento, che abbiamo già pubblicato su queste pagine nella scorsa settimana, che prevede quattro proposte concrete di intervento a favore della famiglia nell’ambito della tutela della vita, nella promozione di politiche abitative familiari, nell’introduzione di misure di equità familiare nella fiscalità comunale e nell’integrazione delle famiglie di immigrati. Un testo su cui si sono ritrovati politici di partiti diversi e che rappresenta ora la base per un ulteriore lavoro che faccia approdare in Consiglio Comunale atti politici che rendano concreti e realizzabili gli obiettivi concordati. Su queste pagine seguiremo passo passo i prossimi sviluppi del percorso.
«Molte persone vengono a chiederci aiuto - spiega don Luca Giustarini, Parroco di Montenero - abbiamo famiglie con bambini che non riescono a pagare l’affitto, magari perché i genitori hanno perso il lavoro o perché sono monoreddito; abbiamo anziani che non ce la fanno con la pensione ad arrivare a fine mese; abbiamo casi di padri separati che, a causa della sentenza del giudice, sono costretti a passare alla moglie metà dello stipendio per gli alimenti, e con la restante metà devono pagarsi un mutuo o un affitto, e non ce la fanno. Spesso queste persone non hanno potuto usufruire dei servizi comunali, e quindi vengono a bussare alla nostra porta». Coloro che hanno bisogno si rivolgono direttamente a don Luca o al padre della Foresteria don Roberto Lucidi. Gli alloggi, sette in tutto, vengono predisposti dopo adeguata segnalazione alle autorità di Polizia competenti; dotati tutti di bagno, erano usate per l’alloggio dei pellegrini di passaggio, e ora ospitano, a rotazione, persone in serie difficoltà. «La situazione si è aggravata negli ultimi tempi - continua don Luca con l’aumento del carico fiscale su una popolazione che proveniva da una situazione non certo facile, senza considerare il peggioramento delle possibilità lavorative. Le attuali politiche per la famiglia, che non sono assolutamente in fase di attuazione, non ne aiuterebbero comunque la crescita. La famiglia viene “assassinata”...partiamo dalla base, dal ruolo della donna: come può una madre lavorare tutto il giorno per novecento euro al mese? E come può dedicarsi ai figli, a queste condizioni? Ed è qui che deve intervenire uno Stato che si ritenga “democratico”, per tutelare il ruolo importante della donna. Poi è chiaro di come esista tutta una crisi dei valori: le donne cristiane dovrebbero prendere come modello perfetto Maria, che ha saputo vivere fino in fondo la famiglia e sacrificarsi, senza mai tirarsi indietro. Ma la famiglia, composta da un padre e da una madre uniti, deve anche sapersi riprendere il posto educativo che gli spetta: la crescita dei figli parte dai genitori e continua nelle parrocchie e nelle scuole, non viceversa». Sotto questo aspetto Stato e Chiesa dovrebbero sempre andare di pari passo, pur mantenendo le rispettive “distanze” secondo quanto sancito dal Concordato. «L’intento è sempre il bene dell’uomo, ma lo Stato deve collaborare seguendo i tre principi fondamentali di sussidiarietà, corresponsabilità e solidarietà: senza di questi, la situazione non potrà mai migliorare».
IV
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
24 febbraio 2013
Agenda del VESCOVO
VENERDÌ 22 FEBBRAIO 21.00 a Casale Monferrato, incontro con i giovani della diocesi di Alessandria e Casale Monferrato SABATO 23 FEBBRAIO 16.00 in occasione della visita pastorale al III vicariato, incontro con i genitori alla chiesa di S. Agostino 19.00 S. Messa in vescovado con Comunione Liberazione nell’anniversario della morte di don Giussani DOMENICA 24 FEBBRAIO 10.30 S. Messa per la visita pastorale alla chiesa di S. Agostino 15.30 ritiro di Quaresima per operatori di pastorale e scuola di teologia alla chiesa dei Sette Santi
Diocesi informa
LUNEDÌ 25 FEBBRAIO E MARTEDÌ 26 FEBBRAIO Assemblea della Conferenza Episcopale Toscana a Quercianella
BREVI DALLA DIOCESI
MERCOLEDÌ 27 FEBBRAIO Nella mattina, udienze clero in vescovado 17.30 convegno organizzato dai Cooperatori Paolini su "Arte e fede", in vescovado 21.00 alla chiesa dei Sette Santi, in occasione della visita pastorale al III vicariato, incontro con i catechisti
VENERDÌ 22 FEBBRAIO ALLE 17,45 Presso la parrocchia della Sacra Famiglia (locali Via Berger), incontro dal titolo "Voi dunque pregate così"; riflessioni sul documento del Gruppo di Dombes sul Padre Nostro. Relatori Marco Fornerone, della Chiesa valdese e Andrea Zargani, insegnante di religione.
GIOVEDÌ 28 FEBBRAIO 9.30 in vescovado, incontro con il clero giovane 18.00 incontro con i coordinatori delle commissioni del Progetto Culturale diocesano VENERDÌ 1 MARZO Nella mattina, udienze laici in vescovado 11.30 incontro con i responsabili del centro di pastorale di formazione in vescovado 18.30 incontro con i cresimandi, genitori, catechisti della parrocchia di S. Giovanni Battista e Ilario, in vescovado 21.15 consulta delle aggregazioni laicali in vescovado SABATO 2 MARZO 16.30 S. Messa e conclusioni al convegno del CIF "Le donne nel Concilio" al Calambrone 18.00 S. Messa e premiazione dei confratelli alla chiesa della Misericordia 20.00 incontro al corso prematrimoniale alla parrocchia di Santa Caterina DOMENICA 3 MARZO 10.30 S. Messa alla chiesa di S. M. del Soccorso in occasione della visita pastorale al III vicariato 16.00 alla chiesa dei Sette Santi, convegno dei ministranti
I viaggi di PHARUS A ROMA Mercoledì 10 Aprile In pellegrinaggio, per l’Anno della fede, accompagnati da mons. Simone Giusti Quota di partecipazione: Euro 40,00 *possibilità di itinerario di due giorni (9-10 aprile)
MEDJUGORIE dal 24 al 29 aprile In bus e traghetto da Livorno Quota di partecipazione: Euro 380,00 in poltrona (Con visite di Loreto e Santa Maria degli Angeli ad Assisi)
A MEDJUGORIE dal 09 al 12 maggio Quota di partecipazione Euro 565,00 Volo diretto Firenze/Mostar Per informazioni rivolgersi a: PHARUS VIAGGI Via Sant’Andrea 69 tel. 0586/211294 email:pharusviaggi@livorno.chiesacattolica.it
Incontro SAE e Ce. Do.MEI
Cooperatori Paolini SABATO 23 FEBBRAIO ALLE 15.45 In via Corcos, incontro con don Bruno Simonetto
UNITALSI SABATO 23 FEBBRAIO ALLE 17.30 Alla parrocchia di San Ferdinando, recita del Rosario e a seguire alle 18.00 S. Messa.
Concerto di beneficienza corale “Guido Monanco” SABATO 23 FEBBRAIO ORE 21.00 Al teatro Filicchi (Parrocchia della S. Seton) in Piazza Lavagna; ingresso 7 euro. L’incasso sarà interamente devoluto all’ Associazione "La casa" onlus di QuercianellaI Per informazioni :SR. COSTANZA GALLI 3478254002
Preghiera per le donne VENERDÌ 1 MARZO Alla chiesa Valdese, Giornata mondiale di preghiera per le donne
Formazione Ordo Virginum SABATO 2 MARZO A Prato nel Palazzo Vescovile incontro di formazione di Quaresima delle Donne delle Diocesi toscane consacrate nell’Ordo Virginum ed interessate con Mons. Franco Agostinelli, Vescovo di Prato. Incontro Nazionale in Toscana I Vescovi della Toscana ospiteranno dal 28 al 31 Agosto 2013, a La Verna l’Incontro Nazionale delle’Ordo Virginum delle Diocesi italiane, sul tema "Nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore" (Gaudium et spes 1) Ordo Virginum: provocazione nel mondo contemporaneo. Info: segreve@livorno.chiesacattolica.it, segreveli@tiscali.it (0586 276225 - 210810)www.diocesilivorno.it, www.ordovirginum.org
Incontro Diaconi SABATO 2 MARZO ALLE 16.00 Alla parrocchia di San Pio X, confronto sul n. 11-18 della "Gaudium et Spes" a 50 anni dalla sua promulgazione. "La persona al centro dell’annuncio del Vangelo di Gesù". Alle 18.15 Primi Vespri della domenica
Pastorale della Carità MARTEDÌ 5 MARZO Al Porto di Fraternità, incontro dal titolo "Diritto e cittadinanza"
Tutti gli appuntamnti diocesani, gli orari delle messe e molto altro lo potete trovare sul sito della diocesi:
WWW.DIOCESILIVORNO.IT
LA SETTIMANA DI LIVORNO
TOSCANA OGGI 24 febbraio 2013
V
Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo! In questo periodo di Quaresima, un accompagnamento per riflettere, pregare e prepararsi alla prossima Pasqua
“Interpretare la Parola” La liturgia di questa seconda Domenica di Quaresima ci fa intravedere la meta del cammino di conversione quaresimale: la nostra trasfigurazione pasquale. Gesù, ai discepoli scandalizzati per l’annuncio della passione (cfr. Lc 9,22), con la sua trasfigurazione sul santo Monte rivela la gloria della Pasqua (cfr. Prefazio). Anche a noi come a Pietro, a Giovanni e a Giacomo il Padre rivolge l’imperativo ad ascoltare il suo amato Figlio (cfr. Lc 9,35) per affrontare lo scandalo della croce nel quale si rivela la piena e definitiva alleanza di Dio. La Trasfigurazione del nostro Salvatore si realizza oggi nella celebrazione liturgica con la quale ad opera dello Spirito comincia ad attuarsi la trasfigurazione del nostro corpo mortale con la conformazione al corpo glorioso di Cristo (cfr. Fil 3,21). CATECHESI La Chiesa è una comunità che non dorme sognando applausi e trionfi, ma è ben
sveglia per cercare di vedere dietro al quotidiano, la speranza dell’eterno. Nelle parole di Pietro c’è il riferimento ad una importante festa ebraica: la festa delle Capanne. Per otto giorni gli ebrei vivono in capanne per ricordare l’esodo, il viaggio verso il paese che Dio aveva loro promesso. La festa si è caricata anche di una forte connotazione messianica ed escatologica. La predicazione di Zaccaria riferisce che, dopo la battaglia fra il Messia e i suoi avversari, «i superstiti, fra tutte le nazioni che avranno combattuto
contro Gerusalemme, vi andranno ogni anno per adorare il re, il Signore degli eserciti, e per celebrare la festa delle Capanne» (Zc 14,16). Alla fine dei tempi il Messia farà vivere tutti sul Monte degli Ulivi un’eterna festa delle Capanne. Gli apostoli, che conoscevano bene la Scrittura, vedendo i segni compiuti da Gesù, comprendono subito che lui è l’Unto di Dio e che il tempo messianico è arrivato. Allora Pietro propone di costruire immediatamente le tende. Ma Luca dice che non sapeva quello che diceva. Infatti l’episodio avviene otto giorni dopo l’annuncio che Gesù fa della sua passione e morte. Non hanno capito che nella logica di Dio gli onori e gli applausi non rientrano. Non hanno capito che, se vogliono vederlo trasfigurato nella gloria, devono vederlo sfigurato dal dolore delle percosse e degli insulti, e anche della morte; devono riconoscerlo re sulla croce. Se ci rivolgiamo all’Antico Testamento (Mosè ed Elia), tutto converge su Gesù e ci indica che il vero Messia è il servo sofferente (Is 53). Anche noi, che ogni domenica attraverso la celebrazione liturgica “saliamo sul Tabor”, abbiamo la tentazione di costruire tende per acquartierarci nella sicurezza della nostra comunità, nella bellezza del sentire la voce di Dio che parla tramite la Scrittura, dello stare con Gesù presente nel Tabernacolo. Ma dobbiamo scendere e andare ad incontrare i fratelli. Solo se sapremo vedere Gesù sfigurato negli occhi di chi ha necessità e/o sofferenza, avremo anche la capacità di vederLo trasfigurato nella gloria. PER LA FAMIGLIA Abramo nostro padre nella fede Con Abramo inizia la storia, quella carica di significato e di senso, la storia di chi cammina la vita nella sequela di Dio. La chiamata a camminare con il Signore riguarda tutti, e ci riguarda in modo specifico anche come coppia. Seguire Dio come coppia significa accogliere il progetto di Dio sull’amore umano, il vangelo del matrimonio, racchiuso nei primi capitoli del libro della Genesi. L’amore umano redento da Cristo si realizza nel dono reciproco totale che, fondendo le nostre esistenze in un’autentica comunione di persone, consente a ciascuno di trovare nell’altro la più profonda verità di se stesso. UNA BUONA PRATICA Stabiliamo una sera in cui spegnere la TV e, come famiglia, “guardare le stelle” passando in rassegna dinanzi all’unico Padre del cielo tutta la rete dei parenti, accogliendo nel cuore anche i fratelli nello Spirito. Preghiamo: “Signore, donaci la tua sapienza per rileggere la nostra storia alla tua luce”.
Speciale QUARESIMA
UN SUSSIDIO PER LA QUARESIMA.........
VI
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
24 febbraio 2013
Giovedì 27 febbraio in Vescovado la conferenza
A Montenero UN ASILO TUTTO NUOVO
PER UNA TEOLOGIA DALL’ARTE
In attesa di 50 bambini
l 27 febbraio 2013 alle ore 17 nella Cappella Ipresieduta del Vescovado verrà celebrata una Messa, dal vescovo Simone, in ricordo di
La nuova struttura di via del Poggio, vicino all’Aula Mariana, verrà inaugurata il 1° settembre, con Messa solenne alle 11.30. La Scuola sarà aperta subito dal giorno successivo fino al 27 luglio, dal lunedì al sabato
don Franco Patruno, direttore dell’Istituto di Cultura “Casa Cini”di Ferrara, giornalista dell’Osservatore Romano, storico dell’Arte ed artista, a sei anni dalla morte. Seguirà la presentazione del volume di Franco Patruno “Per una teologia dall’opera d’arte” Carta Bianca Editore, Faenza. Interverranno: S.E. Monsignor Simone Giusti; Prof. Pietro Lenzini artista, scenografo e storico dell’arte; Dr. Massimo Lucchesi giornalista di RAI 3. L’iniziativa dei Cooperatori Paolini si avvale della collaborazione dell’AdP, AIMC e CIF DIRE LA FEDE CON L’ARTE Don Franco Patruno, è stato un interprete sapiente del rapporto arte-fede avvenuta con il Concilio Vaticano II che manifesta una particolare attenzione alla frattura esistente tra il mondo dell’arte e quella della Chiesa. Nel testo che verrà presentato: “Per una teologia dall’opera d’arte”, attraverso le opere d’arte fondamentali del ‘900, egli sottolinea l’accoglienza della Chiesa nella sua missione di ascolto e di dialogo, nella consapevolezza che occorre coniugare l’annuncio del Vangelo e della sua Verità, cioè la persona di Cristo. Nel volume, oltre al pregnante testo di don Franco Patruno, vi è un’introduzione di Andrea Nascimbeni: Vivere nello sguardo: echi di Romano Guardini nel pensiero e nell’opera di don Franco Patruno e una postfazione di Carlo Bassi: Paolo VI: « La Chiesa ha bisogno dell’arte». Certamente l’incontro che Maritain: si terrà in «Non c’è stile Vescovado, lo riservato all’arte darà spunto ad religiosa; l’arte ulteriori riflessioni sul sacra non può tema isolarsi, ma dell’“Arte” deve, in ogni come presenza epoca e discreta e sull’esempio di multiforme di una Dio stesso parlare la lingua rivelazione. Il famoso degli uomini» testo conciliare della Gaudium et Spes Al n. 62 sottolinea, con un atteggiamento prudente ma al tempo stesso desideroso di aprirsi alla contemporaneità, l’impegno da parte della Chiesa nel sostenere gli artisti: «Bisogna perciò impegnarsi perché gli artisti si sentano compresi dalla Chiesa nella loro attività e, godendo di un’ordinata libertà, stabiliscano più facili rapporti con la Comunità Cristiana. Siano riconosciute dalla Chiesa le nuove tendenze artistiche adatte ai nostri tempi secondo l’indole delle diverse nazioni e regioni. Siano ammesse negli edifici di culto, quando, con un linguaggio adeguato e conforme alle esigenze liturgiche innalzano lo spirito a Dio». Come per Paolo VI o il cardinal Lercaro, don Patruno vede l”arte religiosa” non tanto o non solo perché l’oggetto rappresentato sia in relazione a un contenuto biblico o a un’iconografia religiosa prestabilita, ma piuttosto perché al cuore del gesto stesso dell’artista esiste un principio, un’origine che affiora attraverso il gesto dell’arte. Un’esperienza di senso che si fa visione. Una ricerca di senso che si traduce in forme in colori…? questo l’assunto dei monaci orientali, come, sia pure attraverso forme diverse, di alcuni grandi artisti del Novecento. L’essere artista e il vivere l’intensità di un’esperienza di fede all’interno di una precisa cultura sono chiamati a coincidere. Mo.C.
el 2008, anno in cui don Luca Giustarini diventa Parroco di Montenero, chiude l’asilo della Scuola "Noolt", il più antico istituto cattolico livornese; probabilmente a breve, chiuderà anche l’asilo comunale di Montenero. Da qui la necessità di poter creare una nuova scuola materna per la zona, venendo incontro alle esigenze delle famiglie più bisognose. "Seguendo anche l’invito del Vescovo, abbiamo deciso di non abbandonare l’impegno per l’educazione dei piccoli e la cultura, che è da sempre tipico dei Benedettini - spiega don Luca - all’estero la maggior parte dei monasteri hao delle scuole. Tuttavia la nostra idea è quella di poter creare un asilo basato sul
N
rispetto delle tradizioni e delle religioni, senza ovviamente subordinare il Cristianesimo alle altre, ma creando una scuola "aconfessionale", in cui s’insegni il rispetto reciproco: davanti all’insegnante ci sono anzitutto dei bambini che devono crescere con una giusta formazione. Non a caso il simbolo che abbiamo scelto è PAX, perché il nostro intento è quello di poter creare un ambiente di pace, rifacendoci proprio al principio del "Rispetto dell’uomo" enunciato durante il Concilio Vaticano II". Per impostare l’organizzazione dell’asilo, i monaci di Montenero si sono rifatti all’esperienza dei confratelli indiani che gestiscono la Scuola paritaria di S. Kuriakose a Kerala, dove vengono istruiti circa duemila
bambini appartenenti a religioni differenti, soprattutto cristiana, induista e islamica, insegnando loro il rispetto per i coetanei di credo differente. La nuova scuola avrà posto per cinquanta bambini provenienti da famiglie in difficoltà. Dieci posti saranno tuttavia messi gratuitamente a disposizione del Comune. Le classi saranno divise per età: per i bambini fino a 24 mesi, per quelli fino ai 3 anni e per i bambini fino ai 4 anni. All’interno insegneranno maestre laiche e le suore della Congregazione delle Piccole Figlie di S. Giovanni Gualberto, a cui si affiancherà una maestra di sostegno per l’ausilio dei bambini con difficoltà. I locali sono stati concessi in comodato d’uso gratuito
Sarà intitolato al servo di Dio Salvo D’Acquisto
dalla Congregazione Vallombrosana alla Parrocchia, e l’Associazione Onlus "Faggio Vallombrosano", che opera soprattutto nel campo del sostegno a distanza, ha predisposto un fondo di solidarietà: grazie a questi contributi è stato possibile tenere le rette molto basse. Altri lavori di ampliamento della struttura, già in programma per il prossimo anno, permetteranno di accogliere altri bambini. "La scuola materna verrà intitolata alla Medaglia d’oro al valor militare e Servo di Dio Salvo D’Acquisto, il quale, il 23 settembre 1943, si sacrificò al posto di 22 civili che dovevano essere fucilati per la morte di un soldato nazista. La figura di
questo giovane Carabiniere rappresenta un esempio civico e religioso, e può essere preso a modello dai giovani di qualsiasi estrazione sociale e di qualsiasi credo; personalmente sono particolarmente legato alla figura di D’Acquisto, per aver ricevuto una grande grazia per un mio cugino. Giusto un anno fa, nella Domenica delle Palme, abbiamo piantato un olivo in ricordo nel giardino della Scuola." Per informazioni e iscrizioni si può scrivere all’e-mail asilosalvodacquistomont enero@gmail.com oppure telefonare allo 0586/576089 oppure allo 0586/579627. Fabio Figara
Comunione e Liberazione: la posizione del Movimento e la nota politica
Ecco il documento: «Un bene per l’Italia» n un momento delicato per la vita del Iunnostro paese, il voto del 24 febbraio appare passaggio particolarmente importante. E’, purtroppo, diffuso un senso di confusioni e smarrimento per una scelta che si presenta difficile anche per la comunità cristiana. Occorre riconoscere che il nostro “bisogno”di capire, di non essere sopraffatti da questa confusione, di trovare una via per offrire un contributo al paese - al bene di tutti - sia veramente utile. La nota che Comunione e Liberazione ha diffuso può essere un aiuto - non per una compagine o l’altra - quanto l’occasione per maturare criteri che offrano maggior consapevolezza e responsabilità. Come sempre accade, il valore della persona è quanto di più decisivo c’è nella società, perché, le energie positive che sono presenti nella società stessa, vengano liberate. In questa prospettiva la nota di CL invita tutti a questo compito. I mezzi di informazione continuano a chiamare in causa il nome di Comunione e Liberazione a proposito delle vicende politiche, paventando divisioni e contrasti all’interno del movimento sulle scelte elettorali dei prossimi mesi. Per prima cosa, desideriamo ribadire quanto è da sempre nella natura di CL, ma che in questo momento è particolarmente evidente: l’unità del movimento non è una omologazione politica, tanto meno si identifica con uno schieramento partitico, ma è legata all’esperienza originale di CL (e in questo senso viene prima di qualunque opinione o calcolo pur legittimo): un aiuto a vivere e a testimoniare la fede come pertinente alle esigenze della vita. È con tale esperienza che ogni aderente al movimento ha la possibilità di paragonarsi, qualunque sia il suo posto nella società. In secondo luogo, alla luce di questa preoccupazione fondamentale, l’impegno politico in senso stretto riguarda la persona e non CL in quanto tale. Per parte sua, il movimento guarda con simpatia chi, tra i suoi aderenti, decide di assumersi il rischio di un tentativo politico; e si augura che dall’educazione
ricevuta, e in continuità col magistero ecclesiale, tragga continuamente i criteri ideali per impegnarsi in favore del bene comune, della libertà della Chiesa e del benessere anche materiale del Paese, assicurando con la propria presenza nelle istituzioni le condizioni di una reale democrazia, cioè una libertà espressiva e associativa delle persone e delle formazioni sociali. Si attuerebbe così l’auspicio di Benedetto XVI: «I cristiani non cercano l’egemonia politica o culturale, ma, ovunque si impegnano, sono mossi dalla certezza che Cristo è la pietra angolare di ogni costruzione umana. […] Il contributo dei cristiani è decisivo solo se l’intelligenza della fede diventa intelligenza della realtà, chiave di giudizio e di trasformazione» (21 maggio 2010). A metà degli anni Settanta, in un momento altrettanto problematico per la vita civile italiana, don Giussani formulò alcuni giudizi che possono rappresentare anche oggi un contributo per vivere da cristiani nei vari ambiti della società, fino alla politica: 1. «Il primo livello di incidenza politica di una comunità cristiana viva è la sua stessa esistenza, in quanto questa implica uno spazio e delle possibilità espressive»; essa, «per propria natura, non chiede la libertà di vita e di espressione come solitario privilegio, ma piuttosto di riconoscimento a tutti del diritto di tale libertà. Quindi, per il solo fatto di esistere, se sono autentiche, le comunità cristiane sono appunto garanti e promotrici di democrazia sostanziale». In questo senso, «la moltiplicazione e la dilatazione di comunità cristiane vitali ed autentiche non può che determinare la nascita e lo sviluppo di un movimento il cui influsso sulla società civile tende inevitabilmente ad essere di sempre maggior rilievo; l’esperienza cristiana diventa così uno dei protagonisti della vita civile, in costante dialogo e confronto con tutte le altre forze e le altre presenze di cui questa si compone». 2. «Una comunità cristiana autentica vive in costante rapporto con il resto degli uomini, di cui condivide totalmente i bisogni, ed insieme coi quali sente i problemi. Per la profonda esperienza fraterna che in essa si sviluppa, la comunità cristiana non può non tendere ad avere una sua idea ed un suo
metodo d’affronto dei problemi comuni, sia pratici che teorici, da offrire come sua specifica collaborazione a tutto il resto della società in cui è situata». 3. «Quando dalla fase della sollecitazione e dell’animazione politico-culturale si giunge a quella della militanza politica vera e propria, non è più la comunità in quanto tale ad impegnarsi, ma sono le singole persone che a responsabilità propria, anche se formate dalla vita concreta della comunità medesima, si impegnano alla ricerca di strumenti ulteriori di incidenza politica sia teorici che pratici». Perciò, «non è affatto né corretto né leale l’uso, invalso su molti giornali, di definire “candidati di CL”, “consiglieri comunali di CL” quei militanti del nostro movimento che si sono direttamente impegnati nelle campagne elettorali ed in genere nella militanza politica, come pure ? e soprattutto ? non è affatto corretto definire “leaders di CL” i dirigenti dei gruppi da essi costituiti». Giussani concludeva, perciò, che «c’è fra noi tutti in quanto CL, ed i nostri amici impegnati nel Movimento Popolare e nella DC, un’irrevocabile distanza critica», in quanto «se non fosse così, se cioè qualsiasi realizzazione per il solo fatto di essere stata promossa da persone di CL […] diventasse meccanicamente “del movimento”, l’esperienza ecclesiale finirebbe per essere strumentalizzata, e le comunità si trasformerebbero in piedistalli ed in coperture di decisioni e di rischi che invece non possono che essere personali» (L. Giussani, Il Movimento di Comunione eLiberazione. Conversazioni con Robi Ronza, Jaca Book, Milano (1976) 1986, pp. 118-121). Questi spunti, proposti quasi quarant’anni fa da don Giussani, fondatore di CL, ci appaiono quanto mai attuali nel panorama politico italiano di questi mesi e rappresentano, pertanto, ancora il giudizio più lucido e sintetico con cui guardiamo l’evolversi delle iniziative politiche e delle proposte che da esse nasceranno nelle prossime settimane. Andrea Capaccioli PER LEGGERE LA NOTA POLITICA INTITOLATA «UN BENE PER L’ITALIA» WWW.CDO.IT
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
24 febbraio 2013
Due volumi sulla figura di Paolo VI
A COLLOQUIO CON Massimo Marini
«Non la vita crea la fede, ma la fede la vita»
“LiberaLaDomenica” Contro un mercato senza regole Una raccolta di firme promossa da Confesercenti con Federstrade e il sostegno della CEI, per proporre una legge che regoli nuovamente il regime degli orari dei negozi DI FABIO FIGARA
montani, per le città d’arte, e così via, predisponendo un ossibilità di apertura 24 calendario preciso e ore su 24, 7 giorni su 7: un’alternanza tra attività questo è quanto previsto commerciali. Per il governo dall’articolo 31 del DL n. Monti la speranza consisteva 201/2011, il cosiddetto “decreto nel poter dare nuovo vigore ai Salva Italia”, con il quale, dal consumi e all’occupazione 1° gennaio 2012, è stato tramite tale forzatura, ma ciò liberalizzato il regime degli non è di fatto avvenuto». orari degli esercizi Mancanza di liquidità e potere commerciali, dando loro la d’acquisto delle famiglie sono i possibilità di rimanere sempre veri problemi: la aperti, obbligando così i piccoli liberalizzazione delle aperture commercianti ad aperture non ha prodotto alcun forzate per far fronte alla miglioramento, e i consumi concorrenza sfrenata dei grandi non sono cresciuti. Sono centri commerciali, che aumentate, invece, le spese che possono sostenere un ritmo di si trovano a dover sostenere i questo genere grazie a strutture negozianti per restare aperti idonee e turni dei dipendenti. tutti i giorni. Solo nella nostra «È una liberalizzazione provincia, confrontando i dati selvaggia, estrema - spiega forniti dalla Camera di Massimo Commercio, Marini, nell’ultimo anno «Tali problemi hanno responsabile di riferimento Confesercenti di ripercussioni sociali (2011) ha chiuso Area Livorno in media di ampia portata, inizialmente gli un’attività al sia sotto l’aspetto orari delle giorno, quasi aperture erano sempre una laico che cristiano: affidati a piccola o media lavorando tutti Regioni ed Enti impresa, spesso a i giorni festivi locali, cioè ad gestione istituzioni che, e il le famiglie non hanno familiare; conoscendo prospetto per bene il territorio più momenti l’anno appena di propria passato, in fase di unione, le madri competenza, di chiusura, pare non possono seguire potevano non contenga i figli, si perde decidere le note positive eventuali sotto questo il diritto al riposo, aperture aspetto. Alcune la possibilità domenicali Regioni, tra cui la confrontandosi di coltivare i propri Toscana, hanno con le realtà presentato interessi e di locali: ad ricorso contro il “santificare le feste”. Decreto alla esempio, l’apertura Corte Ma non solo» giornaliera e Costituzionale, continuativa nei che purtroppo ha periodi natalizi o pasquali, a respinto l’istanza. «È bene ridosso di eventi straordinari, precisare - continua Marini nel corso della stagione estiva che la Confesercenti non è per le località di mare o di totalmente contraria alle quella invernale per i borghi aperture domenicali, ma
P
propone un “ripensamento” della normativa, magari affidando nuovamente alle istituzioni locali tale regolamentazione: questo "eccesso di libertà", senza regole e senza controlli, non può portare ad un equilibrio.» Tali problemi hanno ripercussioni sociali di ampia portata, sia sotto l’aspetto laico che cristiano: lavorando tutti i giorni festivi le famiglie non hanno più momenti di unione, le madri non possono seguire i figli, si perde il diritto al riposo, la possibilità di coltivare i propri interessi e di “santificare le feste”. Ma non solo. «Si rischia di vedere la fine dei centri cittadini e del "commercio di vicinato", delle classiche botteghe - spiega Annalisa Coli, responsabile comunicazioni esterne e
Alla scoperta del MUSEO DIOCESANO ue classi del Circolo DidatD tico Benedetto Brin, plesso Natali classi Quinta A e Quinta B accompagnati dagli insegnanti Simonetta gradassi, Anna Coscera, Adriano Pierulivo e Leonetti Anita sono stati in visita al museo. La visita rientra nel percorso didattico della conoscenza di Livorno che troverà realizzazione in un Giornale che uscirà a fine anno scolastico il progetto e sostenuto dal Cred facente parte della Provincia di Livorno. I bimbi e gli insegnanti sono rimasti sorpresi del Museo e grati per l’accoglienza ricevuta
VII
marketing della Confesercenti di Livorno - molte persone, come gli anziani, sono abituate ad avere il “negozio sotto casa”, e hanno difficoltà a raggiungere i grandi centri commerciali, posti nelle periferie cittadine: con la chiusura dei negozi, si trovano privi di servizi primari; le città si svuotano anche delle persone, con il rischio di abbandono e di aumento della criminalità: dove ci sono le luci accese dei negozi, c’è circolazione di persone e una sorta di “controllo sociale” su quanto accade nelle vie cittadine. « Inoltre, anche volendo investire in nuove attrezzature o in miglioramenti strutturali, negozi ed imprese, a volte anche storici, si trovano di fronte alla chiusura dei prestiti da parte di banche ed istituti di credito. È sicuramente necessario ripensare la cultura del lavoro e del riposo da esso - continua Coli - e anche le politiche di salvaguardia delle famiglie: oltre che la base della nostra società, esse rappresentano il fulcro dell’economia.» La campagna "LiberaLaDomenica" è disponibile sul sito internet www.liberaladomenica.it. Oltre all’iniziativa della Confesercenti, è nato su Facebook il gruppo "Domenica No Grazie", che vede l’iscrizione di lavoratori, commesse e piccole commercianti per difendere il riposo domenicale contro il Decreto "Salva Italia".
ella storia della Chiesa e del N Papato, Paolo VI vi occupa una posizione ragguardevole, bene ha fatto dunque la casa editrice San Paolo a pubblicare recentemente due volumi che lo riguardano: “Il Vangelo di Paolo VI” e “Paolo VI Maestro e testimone di fede”. Il primo libro contiene le omelie pronunciate da Papa Montini negli anni ’63 – ’75, non sono in ordine cronologico, ma partono dalla nascita di Gesù e arrivano alla sua morte, si concludono con l’invito ai discepoli (e quindi anche a noi come cristiani) di proclamare la verità del Signore al mondo perché (pag.127) “è la verità misteriosa di Cristo che salva, è la fede, con quanto essa richiede e porta con sé, che salva”. Ed è proprio questo concetto di fede che ci riporta a Benedetto XVI che ha recentemente detto: “Non è la prima volta che la Chiesa è chiamata a celebrare un Anno della Fede. Paolo VI ne indisse uno simile nel 1967 per fare memoria del martirio degli Apostoli Pietro e Paolo nel diciannovesimo centenario della loro testimonianza suprema”. Anno della Fede dunque come dimostrazione della continuità dell’ammaestramento papale. Il secondo volume è invece una antologia di testi (che comprendono lettere pastorali, omelie, articoli) curata in modo impeccabile da Giselda Adornato, è in pratica un itinerario di fede, come trasmissione e diffusione della verità verso le persone e verso il mondo. Si evidenzia un principio molto caro al magistero di Paolo VI, quello della “inculturazione della fede”, cioè dello studio della parola di Dio tesa ad evangelizzare le diverse culture. Sulla fede è anche indicativo ciò che Paolo VI disse già nel 1928 agli assistenti della FUCI: “Non la vita crea la fede, ma la fede la vita”. Papa Montini ebbe il merito di concludere il 7 dicembre 1965 il Concilio Vaticano II e si adoperò perché i suoi contenuti fossero applicati specialmente per quanto riguardava il dialogo ecumenico tra le Chiese e il dialogo con la moderna società secolarizzata. Infatti al di sopra della “civiltà di cemento e di assegni bancari” “non si può prescindere dalla verità su Dio e sull’uomo” perché “per conoscere Dio bisogna conoscere l’uomo” e “v’è qualcosa nell’uomo che supera l’uomo”. La parte terminale del volume si chiude con la lettera agli uomini delle brigate rosse (21 aprile 1978) “...vi prego in ginocchio, liberate l’onorevole Aldo Moro”, a cui fa seguito l’accorata preghiera durante la messa di suffragio per lo statista democristiano (13 maggio 1978): “TU non hai esaudito la nostra supplica per la incolumità di Aldo Moro, di questo uomo buono, mite, saggio, innocente ed amico; ma Tu, o Signore, non hai abbandonato il suo spirito immortale, segnato nella fede nel Cristo che è la resurrezione e la vita. Per Lui, per Lui”. Sono pagine struggenti che arrivano al cuore del lettore, pagine che molti giovani di oggi dovrebbero conoscere. Gianni Giovangiacomo Il Vangelo di Paolo VI - Edizioni San Paolo – pag.132 – Euro 13 Paolo VI Maestro e testimone di fede – Edizioni San Paolo – pag.250 – Euro 14
VIII
TOSCANA OGGI 24 febbraio 2013
LA SETTIMANA DI LIVORNO