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Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
9 gennaio 2011
Dal Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace 2011
LIBERTÀ RELIGIOSA, VIA PER LA PACE Rinnegare i simboli religiosi significa rinnegare l’identità e la cultura di un popolo nche l’anno che chiude le porte A è stato segnato, purtroppo, dalla persecuzione, dalla discriminazione, da terribili atti di violenza e di intolleranza religiosa. … Risulta doloroso constatare che in alcune regioni del mondo non è possibile professare ed esprimere liberamente la propria religione, se non a rischio della vita e della libertà personale. In altre regioni vi sono forme più silenziose e sofisticate di pregiudizio e di opposizione verso i credenti e i simboli religiosi. I cristiani sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede. Tanti subiscono quotidianamente offese e vivono spesso nella paura a causa della loro ricerca della verità, della loro fede in Gesù Cristo e del loro sincero appello perché sia riconosciuta la libertà religiosa. Tutto ciò non può essere accettato, perché costituisce un’offesa a Dio e alla dignità umana; inoltre, è una minaccia alla sicurezza e alla pace e impedisce la realizzazione di un autentico sviluppo umano integrale. Nella libertà religiosa, infatti, trova espressione la specificità della persona umana, che per essa può ordinare la propria vita personale e sociale a Dio, alla cui luce si comprendono pienamente l’identità, il senso e il fine della persona. Negare o limitare in maniera arbitraria tale libertà significa coltivare una visione riduttiva della persona umana; oscurare il ruolo pubblico della religione significa generare una società ingiusta, poiché non proporzionata alla vera natura della persona umana; ciò significa rendere impossibile l’affermazione di una pace autentica e duratura di tutta la famiglia umana. … La stessa determinazione con la quale sono condannate tutte le forme di fanatismo e di fondamentalismo religioso, deve animare anche l’opposizione a tutte le forme di ostilità contro la religione, che limitano il ruolo pubblico dei credenti nella vita civile e politica. … Nel rispetto della laicità positiva delle istituzioni statali, la dimensione pubblica della religione deve essere sempre riconosciuta. A tal fine è fondamentale un sano dialogo tra le istituzioni civili e quelle religiose per lo sviluppo integrale della persona umana e dell’armonia della società. … Vi sono poi forme più sofisticate di ostilità contro la religione, che nei Paesi occidentali si esprimono talvolta col rinnegamento della storia e dei simboli religiosi nei quali si rispecchiano l’identità e la cultura della maggioranza dei cittadini. Esse fomentano spesso l’odio e il pregiudizio e non sono coerenti con una visione serena ed equilibrata del pluralismo e della laicità delle istituzioni, senza contare che le nuove generazioni rischiano di non entrare in contatto con il prezioso patrimonio spirituale dei loro Paesi.
Con l’inizio del nuovo anno il messaggio di pace attraverso le parole del Santo Padre Benedetto XVI. L’augurio del vescovo mons. Simone Giusti: «Tutti insieme per un sogno realizzabile: lavoro e casa per tutti»
di Eleazar
Il valore delle previsioni Prevedere le cose da farsi, fare l’esame delle azioni compiute: queste sono regole sicurissime per agire rettamente (S. Ignazio di Loyola) Prevedere è vedere le cose dalla parte delle possibilità. Fare l’esame è vedere le stesse cose dalla parte della fattibilità. Un progetto possibile non è detto che sia fattibile, ad esempio, a causa della mancanza di risorse umane o economiche per realizzarlo. E, allora, tener conto di entrambi gli sguardi sulle cose da fare, è agire in modo retto. Ricordando che in gioco non c’è solo la realizzazione di qualcosa di bello e importante da fare, ma anche la credibilità che per poca saggezza possiamo rischiare di perdere, come ci ricorda il vangelo (Lc 14, 28-30). E di questi tempi, riuscire invece a conservarla non è poco.
Un sogno e un segno Contro le sofisticate forme di ostilità religiosa
DI
NICOLA SANGIACOMO
a Chiesa apre il nuovo anno LLocon parole di pace. fa ogni anno in forma solenne dal 1968, quando Paolo VI, scrivendo il primo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace stabilì che fosse celebrata nel primo giorno dell’anno, quando la Chiesa festeggia Maria, madre di Dio. Il 2011 è stato quindi aperto dalle parole di pace pronunciate da Benedetto XVI sul tema “ Libertà religiosa, via per la pace” di cui riportiamo alcuni brevi brani in questa pagina. Anche il vescovo di Livorno, monsignor Giusti, ha aperto l’anno con un riferimento ai valori universali della pace e
della giustizia rilanciando il suo sogno, già affermato, fin dal suo ingresso a Livorno tre anni fa, “un lavoro e una casa per tutti”. Ma lo ha definito “realizzabile “ se sostenuto da una forte volontà popolare. Un appello forte a tutti gli uomini di buona volontà che vivono nella nostra città ad impegnarsi per il bene comune, perché il suo sogno possa diventare l’obbiettivo condiviso e ricercato da tanti. Il Vescovo Simone, come risulta dai brani dell’omelia che pubblichiamo, ha anche indicato alcune strade concrete per cominciare a realizzare questo sogno: sostenere le realtà educative, sviluppare un’economia solidale, realizzare le grandi opere.
Questo sogno, che credo sia pienamente condiviso anche da tanti che non si riconoscono nella fede cristiana, si può realizzare in una civiltà che si fonda sui valori propri dell’identità culturale di questo popolo. In questa prospettiva dovrebbe essere accolta con ampio favore l’iniziativa, che non è nata in ambito ecclesiale, di porre una statua della Madonna all’ingresso del Porto di Livorno. Se tanti che lavorano in Porto sostengono questa iniziativa, significa che la Madonna non è un motivo di divisione confessionale, ma un simbolo di accoglienza proprio della nostra cultura. Vedere in questa idea qualcosa di diverso, rischia di
essere quello che il Papa ha definito nel suo recente Messaggio come “una forma più sofisticata di ostilità contro la religione, che nei Paesi occidentali si esprime talvolta col rinnegamento della storia e dei simboli religiosi”. Ostilità verso i simboli religiosi significa, in fondo, rinnegare la propria civiltà e i valori su cui si è fondata e creare le condizioni per pericolose lacerazioni sociali. Con questa convinzione, mi auguro che, già alla fine di questo 2011, con il convinto sostegno della città, la statua della Madonna possa salutare l’arrivo e la partenza di quanti passeranno dal nostro Porto come segno di accoglienza e gratitudine di tutti i livornesi.
ALCUNI BRANI DELL’OMELIA DI MONSIGNOR GIUSTI NELLA GIORNATA DELLA PACE
L’impegno educativo per una nuova civiltà aria ha generato il Figlio di Dio al mondo M per generare i figli del mondo a Dio. Per mezzo di lei la benedizione di Dio ha raggiunto tutta l’umanità e la nostra vita è divenuta tempo di bene, tempo benedetto da Dio. Il sorriso può fermarsi sul volto dell’uomo perché è benedetto da Dio, il suo tempo, il suo lavoro, le sue fatiche, il suo sacrificio, i suoi dolori, la sua morte è benedetta da Dio. Tutto ora è sotto la benedizione di Dio perché tutto il creato è stato santificato con la venuta del Figlio il quale ha redento l’umanità e il creato. Tutto è benedetto e il tempo ora altro non è che il luogo dove si diffonde la benedizione di Dio, benedizione redentiva e salvifica che deve raggiungere ogni realtà, ogni persona, ogni situazione. Ora la pace può regnare in tutto il mondo perché i cuori possono essere riconciliati. I popoli possono vivere in pace perché in Dio ogni nemico può divenire la persona più cara, ogni famiglia può vivere unita. Cristo nostra pace è venuto nel mondo.
Come mai tutto questo non è la realtà descritta quotidianamente dai telegiornali o dai quotidiani? Come mai anche questa notte un attentato ad una Chiesa in Egitto e nuovi morti e feriti? nome mai un giovane alpino morto in Afghanistan? Come mai ancora guerre, lotte fratricide, sangue? Se il cuore dell’uomo fosse conquistato dalla presenza del Signore saprebbe perseguire la giustizia e la verità. La pace e la giustizia, è storicamente dimostrato dalle vicende del XX secolo, non si raggiungono perseguendo modifiche ideologiche dello Stato, della Nazione, dell’economia ma aiutando le persone a divenire persone di pace, di verità, di giustizia. Solo uomini amanti della verità e della giustizia potranno costruire una società pacificata. Non illudiamoci l’ubriaco non traccerà mai una strada dritta! Una persona egoista non potrà mai costruire una società solidale. Chi non ricerca la verità non vivrà mai rapporti veri. Chi non vive la giustizia non promuoverà mai una società giusta. Non può condurti alla meta a cui desideri arrivare chi non sa nemmeno in maniera approssimativa dove essa sia. Per l’edificazione di una società pacificata, giusta solidale è primario l’impegno educativo. L’emergenza educativa costringe a considerare una nuova conoscenza di sé che implichi la possibilità di comunicare alle nuove generazioni i valori su cui crescere. La crisi di valori, la crisi della scuola, la crisi della società: sono crisi dell’umano. Occorre promuovere e sostenere tutte le realtà educative in un sistema integrato territoriale dove tutti gli attori(stato, enti pubblici,
parrocchie, scuole cattoliche, volontariato ecc..) collaborino fra loro fattivamente e sostenendosi reciprocamente superando ormai astoriche antinomie. Una civiltà deve trovare le strade per una educazione integrale della persona dove la qualità della vita, gli affetti, l’educazione a saper amare siano centrali. La politica, anche locale, deve porre al centro l’educazione, per formare persone vere, giuste, solidali, capaci di pace sempre. Se si creano le condizioni per una nuova civiltà in cui vivere allora gli uomini di questa società potranno attingere le risorse necessarie per vivere creativamente il lavoro, in tutta la sua complessità. Il lavoro insieme agli affetti, stabiliscono la strada per l’edificazione della persona e della società. Il lavoro è partecipazione diretta, creativa, anche se faticosa, al disegno di Dio nella storia. Siamo chiamati tutti a creare nuovi scenari sociali ed economici dove sia possibile promuovere, nuove vie per creare altre opportunità di lavoro. Occorre il coraggio di potare ciò che ormai è divenuto insostenibile in un’economia globalizzata ma al contempo promuovere un’economia solidale dove il lavoro sia una opportunità per tutti ed allora si incoraggino ad esempio in ogni modo la nascita di nuove attività cooperativa o artigianale, nonché la piccola industria e si realizzino subito grandi opere pubbliche quali il nuovo ospedale e se ne promuova di nuove quali la nuova darsena Europa. Nasca una forte volontà popolare capace di sostenere un sogno realizzabile: lavoro e casa per tutti.