La Settimana - n. 10 del 13 marzo 2011

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IL GRANELLO di senape di Eleazar

Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

13 marzo 2011

Ha ancora senso sposarsi?

Ospitare significa che qualcuno sta “fuori” e che lo si accoglie “dentro”, nella propria intimità, nella propria casa. Il senso riposto dell’ospitalità sta in ciò: che un uomo offre all’altro una sosta, nella grande pregrinazione verso l’eterna dimora, una pausa per l’anima, e pace, forza, fiducia (R. GUARDINI) L’ospitalità è un tratto dell’umanità bella che sceglie di non chiudersi in se stessa, a difesa dei propri interessi, ma si apre all’esperienza del far posto all’altro, del prenderlo con sé. E la casa è il luogo reale e simbolico che evoca, più di altri, il senso autentico dell’ospitalità: dire una parola o fare un gesto che facciano sentire l’altro come a casa propria, possono rappresentare –talvolta in modo più sorprendente rispetto alle intenzioni- una sosta rinfrancante e un incoraggiamento delicato in mezzo alle fatiche della vita; possono essere un balsamo che fa riprendere il cammino verso la meta fissata, con maggior slancio e scioltezza. Perché non provarci?

PROGETTO CULTURALE DIOCESANO MUSEO DIOCESANO APERTO LA SERA DEL 16 MARZO In preparazione alla giornata nazionale di festa per il 150° dell’Unità d’Italia, tutti i musei cittadini resteranno aperti e saranno gratuiti nella notte del 16 marzo.

I professori Francesco Busnelli, emerito di diritto civile, e Francesco Dal Canto, ordinario di diritto costituzionale entrambi presso l’università di Pisa, guideranno il confronto sui temi dell’Istituto del matrimonio. Il convegno, promosso e organizzato dalla Commissione giuridica del Progetto culturale diocesano, sarà aperto a tutta la cittadinanza istituto del matrimonio civile nell’odierno contesto sociale rappresenta forse una scelta «obsoleta». Si va sempre più consolidando la prassi delle «convivenze di fatto» per le quali la legislazione, specie regionale, chiede effetti equivalenti a quelli del matrimonio. Un tema civile e giuridico che si amplia notevolmente se poi si diversifica la questione in convivenze eterosessuali e omosessuali. Ha dunque ancora senso il matrimonio civile? Una domanda a cui proveranno a rispondere dal punto di vista civile e costituzionale due professori dell’Università di Pisa. Mentre si va ricostituendo a Livorno l’Unione dei Giuristi Cattolici, la Commissione giuridica del Progetto Culturale offre alla città un appuntamento quanto mai attuale. Per saperne di più abbiamo intervistato il dottor Ugo De Carlo, giudice presso il TAR della Lombardia e responsabile della Commissione diocesana.

L’

Il progetto culturale diocesano con la commissione giuridica ha dato nuova vita a quella che era l’unione dei giuristi cattolici? Oppure sono due cose completamente diverse? «L’unione Giuristi cattolici a Livorno è rinata per iniziativa di alcuni, anche se non ha ancora presentato iniziative in città. La commissione giuridica spera anche nella collaborazione di coloro che fanno parte dei giuristi cattolici, ma è nata all’interno

Anche il museo diocesano aderisce a questa iniziativa e resterà aperto dalle 21.00 alle 22.30

del progetto culturale per la città voluto dal Vescovo e non è direttamente collegata all’Unione dei Giuristi Cattolici». Il Convegno sul tema del matrimonio è il primo appuntamento organizzato dalla commissione a livello cittadino. Si avverte molta confusione tra la gente in merito a tante tematiche che poi si traducono in leggi, regolamenti, ecc. Si assiste inoltre ad un notevole disorientamento anche tra i cattolici su quelle che sono le indicazioni della Chiesa su questi argomenti: questo convegno potrebbe essere l’inizio di una serie di approfondimenti?

«Speriamo di sì e noi come commissione siamo disponibili per affrontare qualunque argomento tutte le volte che ci sarà chiesto dalla comunità ecclesiale. Devo precisare che il convegno in questione non nasce per chiarire quali siano le indicazione della Chiesa

sull’argomento tanto è vero che non si parlerà affatto di matrimonio religioso, ma solo dell’istituto giuridico del matrimonio in una società civile. Sulla dottrina della Chiesa in merito all’istituzione del matrimonio ci saranno altre occasioni per approfondire».

Perché si è scelto proprio il tema del matrimonio? «La scelta del tema è nata da una precisa indicazione del Vescovo che è interessato a capire, nell’ambito del confronto che sta portando avanti con la società civile livornese, soprattutto in ambito sanitario (si pensi alle iniziative del Tavolo dell’oggettività), quali siano le ragioni per cui ancora oggi sia giusto nella nostra società, che riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, valorizzare questo strumento giuridico. Non si può dimenticare, infatti, che molte coppie scelgono di non dare forma legale dinnanzi alla società alla loro unione, decidono cioè di non sposarsi né in

Comune né in Chiesa, ma nonostante queste situazioni aumentino, spesso salgono richieste per dare una forma di riconoscimento a queste realtà che in ambito giurisprudenziale hanno visto in più circostanze l’ottenimento di una sorta di equiparazione alle coppie sposate. Allora bisogna chiedersi se ha ancora un senso ricorrere al matrimonio, che dà una dimensione sociale ad una realtà affettiva, che di per sé dovrebbe riguardare solo i protagonisti, proprio perché ne riconosce l’importanza come ambito privilegiato in cui favorire la crescita delle nuove generazioni che danno la continuità storica ad un popolo. In un’epoca di affermazione dei diritti, spesso slegata dal riconoscimento di corrispondenti doveri, l’istituto del matrimonio sembra porre un vincolo che lega al di là della permanenza delle volontà di voler continuare a vivere insieme. È un bene che questo ci sia? O dobbiamo concludere, ispirandoci al sociologo Bauman che la nostra è una società liquida che non può più fondarsi sulla stabilità dei legami, ma su forme passeggere di unione che debbono essere regolate in misura minima per garantire la parte debole del rapporto? Il convegno del 25 vuole essere un tentativo di riflessione su questa prospettiva». c.d.


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