IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi di monsignor Ezio Morosi
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217
Insieme si raddoppiano le energie, si dimezzano i pesi.
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a vita che Dio ci ha donato è comunione. Ce lo dice chi ci ha creato L con lo stupendo mistero della Trinità. Ce lo dice la nostra stessa natura, l’uomo infatti da solo non si realizza, è fatto per vivere in relazione.
Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli
Nella relazione trova l’occasione per ricevere, per completarsi, per crescere, per esercitare le virtù che danno valore alla sua vita: la bontà, la pazienza, il perdono, la comprensione, la diversità… La relazione non è solo quella della famiglia, ma anche l’amicizia e la comunità sono realtà fondamentali per il cristiano, realtà che vanno curate e fatte crescere in ogni età della vita.
Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
25 marzo 2012
Un incontro che ha lasciato il segno
XXX anniversario della visita di Giovanni Paolo II Nella festa di San Giuseppe il ricordo della visita di Giovanni Paolo II a Rosignano. La Messa nel teatro e l’omaggio floreale davanti alla targa che ricorda l’evento all’interno dello Stabilimento Solvay
Oggi come allora le parole del Pontefice risuonano vive dalle testimonianze di chi partecipò allo storico incontro. L’invocazione al beato Giovanni Paolo II perché protegga le famiglie del territorio e porti lavoro, diritto fondamentale di ogni uomo trent’anni trascorsi dalla visita di Giovanni Paolo II a Rosignano e Livorno non hanno offuscato la memoria di chi quell’evento lo visse da vicino. Nella festa di S. Giuseppe, il teatro Solvay si è riempito di persone, nonostante fosse un lunedì mattina lavorativo e con una semplice celebrazione si è ricordato quello storico viaggio del Pontefice alla Solvay e alla città labronica. Alcune voci hanno dato testimonianza di un incontro che non fu solo quello tra un Papa ed i fedeli cristiani di un territorio, ma quello di un uomo, che, attraverso la visita alla fabbrica ricordava il suo passato e incontrava altri uomini come lui, lavoratori. «Sono uno di voi» disse in quell’occasione, mostrando a tutti quelle sue straordinarie doti di umanità che ne hanno caratterizzato l’intero pontificato. Anche la direttrice attuale della Solvay Michelle Huart che non era presente all’epoca, ha sottolineato questo ricordo di umanità, tramandatole dagli altri dirigenti e operai, e, rivolgendosi a tutti i
I
lavoratori e alle loro famiglie, ha invitato ad avere uno sguardo di fiducia nel futuro dell’azienda, così come aveva fatto il Papa. «Ero la più giovane dipendente dello Stabilimento – ha raccontato Laura Cervelli – il Papa mangiò accanto a me in mensa, insieme con tutti gli altri operai. All’inizio ero emozionata e in soggezione, ma Giovanni Paolo II seppe mettermi a mio agio e fu come pranzare accanto ad un amico». «I ricordi di quella giornata – ha sottolineato l’ingegnere Sergio Sardano, all’epoca dirigente Solvay – sono ancora talmente vivi, che non mi sembra possibile siano passati tanti anni. Fu una giornata memorabile, tanto attesa da noi della fabbrica, ma che fu all’altezza delle aspettative». Anche Valter Poli, allora e ancora oggi progettista tecnico per la Solvay, ha ricordato quella storica visita, ringraziando il Signore per il dono di un uomo come il beato Giovanni Paolo II. Mentre monsignor Paolo Razzauti, che fu nell’équipe organizzatrice dell’evento, ha rammentato come il Papa fosse interessato a tutto e chiedesse spiegazioni su ogni cosa che gli mostravano, al punto da far ritardare e slittare tutto il
programma della giornata, che si concluse in piazza della Repubblica con oltre due ore di ritardo. Nell’omelia monsignor Giusti, che insieme ai dirigenti dello Stabilimento di Rosignano si è fatto promotore della celebrazione del XXX dalla Visita, ha parlato del momento difficile che vive il Paese ed in particolare la provincia livornese ricordando come la crisi sia figlia di una crisi molto più ampia, morale, di valori, dell’etica. Riprendendo le parole pronunciate dal Pontefice
trent’anni fa, il Vescovo ha ricordato come il lavoro sia uno dei diritti fondamentali dell’uomo: «oggi la Chiesa venera Giuseppe di Nazareth come “artigiano”, come uomo del lavoro. Proprio lui, Giuseppe, ha fatto imparare a Gesù il lavoro della sua professione, lo ha incamminato in essa, gli ha insegnato a superare le difficoltà e la resistenza dell’elemento “materiale” e a trarre dalla materia informe le opere dell’artigianato umano. È
lui, Giuseppe di Nazareth, che ha legato una volta per sempre il Figlio di Dio al lavoro umano. Grazie a lui, lo stesso Cristo appartiene anche al mondo del lavoro e rende testimonianza della sua altissima dignità dinanzi agli occhi di Dio». Monsignor Giusti ha richiamato il ruolo della politica al servizio del bene comune, mettendo al centro l’uomo e le sue necessità primarie. Ha fatto appello perché la vita sia sempre difesa ed ha invocato il beato Giovanni Paolo II perché interceda per il territorio livornese, perché ci siano nuove opportunità di lavoro e serenità per le famiglie. Ed infine, così come aveva fatto il Pontefice, ha invitato a non aver paura di prendere Gesù sotto il proprio tetto, seguendo l’esempio di Giuseppe: «”Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria... perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo” (Mt 1,20). Popolo di Dio! Chiesa livornese! Non temere di prendere, insieme con Giuseppe di Nazareth, Maria. Non temere di prendere Gesù Cristo, il suo Figlio, in tutta la tua vita. Non temere di prenderlo in una fede simile alla fede di Giuseppe. Non temere di prenderlo sotto i tetti delle tue case – così come Giuseppe ha accolto Gesù sotto il tetto della casa nazaretana. Non temere di prendere Cristo nel tuo lavoro quotidiano. Non temere di prenderlo nel tuo “mondo”. Allora questo “mondo” sarà veramente “umano”. Diventerà sempre più umano. Infatti, soltanto il Dio-Uomo può fare il nostro “mondo umano” pienamente “umano”». c.d.
LA PARTECIPAZIONE dei livornesi
Verso un’agenda di speranza Nel maggio del 2013 la prima settimana sociale toscana i è aperto solennemente nella splendida basilica di San Lorenzo a SprimaFirenze il percorso che condurrà nel maggio del 2013 a celebrare la Settimana Sociale dei cattolici toscani. Erano presenti quasi tutti i vescovi della Toscana all’incontro nel quale si sono dati appuntamento centinaia di cattolici, impegnati in ambito socio politico, provenienti da tutte le diocesi toscane. Un incontro che ha sfruttato la scia del percorso virtuoso che ha portato all’appuntamento nazionale di Reggio Calabria per riproporre, su scala regionale, il progetto di costruire un’agenda di speranza per la Toscana. In questa occasione sono state annunciate le date della prima Settimana Sociale toscana che si svolgerà dal 1 al 5 maggio 2013 e precederà di pochi mesi la prossima Settimana Sociale nazionale che è stata programmata per l’autunno del 2013, come ha annunciato monsignor Miglio nella sua relazione introduttiva. Padre Airò, responsabile della pastorale sociale e del lavoro della Toscana, ha presentato questo percorso inedito al termine di una mattinata di preghiera e riflessione in cui hanno portato il loro originale contributo, oltre a monsignor Miglio, presidente del comitato organizzatore nazionale delle Settimane Sociali, anche il Vescovo delegato della CET per la pastorale specifica, monsignor Giovanni Santucci e il professor Giuseppe Savagnone, noto intellettuale cattolico. L’incontro si è concluso con l’Eucarestia, presieduta dal cardinale Giuseppe Betori e concelebrata dai Vescovi della Toscana. Nella sua omelia l’arcivescovo di Firenze ha invitato i presenti ad un “impegno costruttivo per un volto nuovo della società, più ancorato agli irrinunciabili principi del rispetto della persona umana e della ricerca anzitutto del bene comune” Anche la diocesi di Livorno ha partecipato con una delegazione, guidata dal Vescovo Giusti, e composta da una decina di componenti in rappresentanza degli uffici diocesani interessati e di alcuni esponenti delle aggregazioni laicali. In questo anno che precederà la celebrazione della settimana sociale regionale, anche a Livorno si svolgeranno iniziative di sensibilizzazione finalizzate a portare un contributo originale e caratteristico della diocesi livornese all’agenda di speranza toscana. Le iniziative già in programma all’interno del percorso del Progetto Culturale diocesano sembrano del resto già in sintonia con quanto sollecitato dai Vescovi della Toscana. Anche a Livorno sembra ormai urgente un rinnovato protagonismo dei cattolici impegnati in politica. n.s. SERVIZI ALLE PAGINE 2 E 3 DEL FASCICOLO REGIONALE