La Settimana n. 13 del 31 marzo 2013

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IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

31 marzo 2013

NOVITÀ CARITAS: il centro di via Donnini

Un luogo dove ritrovare dignità Il progetto della Diocesi e della Fondazione Cassa di Risparmi lavori al centro di via Donnini sono iniziati. La nuova realtà Caritas prende dunque il suo avvio concreto. A darne testimonianza una sobria cerimonia di posa simbolica di una prima pietra, realizzata con gli stemmi della Diocesi e della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, i due soggetti principali di questo progetto. I lavori permetteranno di realizzare un complesso di aggregazione, socializzazione e di formazione destinato a persone che versano in gravi condizioni di povertà e non solo. «Il centro - ha spiegato Suor Raffaella Spiezio, presidente della Fondazione Caritas Livorno Onlus -vuole essere un “secondo step” dell’attuale Porto di Fraternità. Per questo motivo concentrerà diversi servizi, come un centro diurno che ospiterà attività ludico-ricreative, sociali, educative per un corretto utilizzo del tempo libero e per dare risposta ai bisogni di socializzazione e comunicazione. Nel centro verranno organizzati anche un coffee school, un ambiente dedicato all’internet point e una biblioteca. Fiore all’occhiello della struttura sarà la “Scuola dei Mestieri”. Le attività della scuola consentiranno di accompagnare la persona verso un effettivo reinserimento sociale e costituiranno la premessa per la costituzione di una cooperativa sociale. Gli allievi saranno istruiti ed affiancati costantemente da docenti istruttori e da artigiani, in applicazione della metodologia didattica del learning by doing. Questo progetto vedrà coinvolto anche il Lion con un contributo rivolto alla realizzazione di uno “spazio cucina

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questo, dopo aver ascoltato tutte le parole dolorose che Gesù ha visPto.ersuto, dobbiamo ascoltare anche l’ultima parola che Gesù ha insegnaÈ la parola che, dopo sette giorni finiti nel sepolcro, fa sorgere l’alba della resurrezione; è la parola che dopo la passione fa celebrare la Pasqua; è la parola in cui Gesù ha tradotto tutte le altre parole dei momenti dolorosi: "speranza". Speranza nell’amore del Padre, speranza nell’Amore degli uomini. Quanti infatti, credano o no in Lui, come Gesù camminano nelle parole dolorose di abbandono, tradimento, dimenticanza, ingratitudine etc… Tutti dunque abbiamo bisogno di imparare da Lui, dalla sua Pasqua, la parola che ci sostiene e che ci fa capaci di andare ancora avanti, di ricominciare sempre, di perdonare nonostante tutto, di soffrire ed offrire la "Speranza" in Dio e nell’uomo. Messaggio per la Pasqua 1985, Una missione d’accoglienza

Il centro vuole essere un “secondo step” dell’attuale Porto di Fraternità; concentrerà diversi servizi: un centro diurno con attività ludicoricreative, sociali, educative; la scuola dei mestieri; un consultorio familiare; strutture abitative temporanee

professionale” dove saranno allestiti laboratori di pasticceria e organizzati corsi per cuochi a domicilio, ecc… Un altro servizio verrà offerto dal “gruppo appartamento”, luogo di accoglienza abitativa per “persone senza fissa dimora” o per padri separati. Infine il “consultorio familiare”: non avrà la stessa fisionomia di quelli già esistenti e costituirà un supporto alla famiglia nelle sue varie declinazioni, offrendo occasioni di mutuo aiuto da gestirsi attraverso una sorta di banca del tempo. Il consultorio prevede inoltre percorsi di accompagnamento alla genitorialità, “una scuola per genitori” con il sostegno di un servizio di consulenza psicologica» «Siamo molto contenti di sostenere questo progetto – ha affermato il presidente della Fondazione Cariliv Luciano Barsotti – il centro di via Donnini è un fatto importante, che si inserisce in un “sistema Caritas” che noi sosteniamo già da tempo, dove il fine non è il risolvere solo le emergenze, ma accompagnare le persone in un percorso di crescita umana più ampio, aiutandole a risolvere i loro problemi con dignità». I lavori saranno finiti per la fine dell’anno: «speriamo - ha affermato il vescovo monsignor Giusti - di poter inaugurare il centro a Natale. Mi piace davvero pensare questo progetto come alla fase “due” della Carità: non solo assistenza, ma promozione. Aiutare le persone a diventare protagoniste della loro storia, acquisendo nuove capacità di lavoro e quindi nuove capacità per sostenere a testa alta la loro vita e la loro famiglia». c.d.

IN COREA UN DORMITORIO PER I SENZA TETTO GIOVEDÌ 4 APRILE 18.30

Le parole del Vescovo

La riunione organizzativa per il viaggio a Roma

a scorsa settimana gli amici della Caritas mi hanno fatto presente che in città c’è neces«duato Lsità di un dormitorio per i fratelli più poveri, nel giro di pochi giorni abbiamo indivila struttura: al primo piano dell’immobile di Corea di proprietà della Diocesi ci sono

Sono già più di 1000 gli iscritti al pellegrinaggio diocesano a Roma in programma il prossimo 10 aprile. Giovedì 4 aprile alle 18.30 in vescovado si svolgerà l’incontro organizzativo con tutti i delegati delle parrocchie e aggregazioni e tutti coloro che si sono resi disponibili come referenti dei pullman. Per informazioni: Pharus viaggi telefono 0586 211294 e mail: pharusviaggi@hotmail.it.

dei locali, che con l’aiuto della Fondazione Cariliv ristruttureremo e destineremo a questo scopo, e forse già per la festa di Santa Giulia potremo inaugurarlo. Questa città ha mille risorse e mille ricchezze, ma vanno messe a frutto e in tempi brevi, perché i fratelli più poveri hanno bisogno subito ed è nostro dovere aiutarli»


TOSCANA OGGI

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LA SETTIMANA DI LIVORNO

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La proposta del Vescovo ai cattolici impegnati in politica

Un’agenda di speranza per Livorno 2014 Idee condivise da proporre a chi si candiderà ad amministrare la città n’agenda di speranza per Livorno 2014, è quello che monsignor Giusti ha chiesto ai politici cattolici riuniti in Vescovado per la loro tradizionale giornata quaresimale di riflessione e di preghiera. Un’agenda da elaborare nei prossimi mesi partendo da otto aree rilevanti individuate sulla base delle indicazioni fondamentali della dottrina sociale della Chiesa. Si tratterà di individuare una serie di impegni che costituiscano la base di idee che il progetto culturale diocesano proporrà a quanti si candideranno alle elezioni amministrative del prossimo anno. Dovrà essere un contributo di sapienza - ha detto il Vescovo Simone - da mettere a disposizione di quanti vorranno proporsi per amministrare la città. Un’agenda che avrà come principio ispiratore fondamentale la lobby per i poveri, lanciata nel 2011 proprio da monsignor Giusti, che sembra in grande sintonia con i primi importanti messaggi lanciati da Papa Francesco. Il metodo da seguire è quello già efficacemente sperimentato nei mesi scorsi nell’elaborazione del documento sulle politiche familiari che va sotto il nome di "Livorno, amica della famiglia". OTTO AREE DA APPROFONDIRE Le aree a cui dovrà far riferimento l’agenda di speranza si è convenuto che siano quelle della famiglia, del lavoro, della casa, della scuola e dell’educazione, della qualità della vita, dell’urbanistica e felicità, della politica come servizio, dei servizi socio-sanitari. Nell’elaborazione dell’agenda monsignor Giusti ha auspicato che vengano ascoltati anche i rappresentanti della società civile perché le idee che verranno proposte siano fondate sulle esigenze reali della città e siano il frutto di una riflessione culturale competente che tenga conto anche di quanto è stato realizzato fino ad oggi. LA POLITICA, LA PIÙ ALTA FORMA DI CARITÀ Già nella Messa che ha aperto la giornata monsignor Giusti aveva detto : "Un politico cattolico si mette a servizio del bene comune in modo tale da provocare ammirazione ovunque; nel suo comportamento traspare il distacco dai beni terreni, non si fa largo con i poveri, ma fa largo ai poveri". "I vostri comportamenti - aveva proseguito il Vescovo Simone rivolto ai politici presenti - devono nascere da questa spiritualità che è bene sintetizzata nella frase di Lazzati che disse che per un cristiano la politica è la più alta forma di carità". FARE LARGO AI POVERI E, a questo proposito, ha fatto riferimento alle tante realizzazioni che la Chiesa livornese ha promosso negli ultimi mesi sulla scia della "lobby per i poveri": in particolare ha voluto ricordare l’ultima iniziativa (di cui potete leggere ampiamente in queste pagine) di un nuovo Porto di Fraternità che sarà realizzato nell’immobile diocesano che si trova in Via Donnini. "Dobbiamo superare l’assistenzialismo cercando di moltiplicare l’effetto dell’impegno caritativo della Chiesa" ha detto monsignor Giusti; in questa direzione si muove l’iniziativa di creare nel nuovo centro Caritas una scuola di arti e mestieri che consenta alle persone rimaste senza occupazione, anche in età matura, di imparare un lavoro in modo da potersi reinserire nel mondo produttivo e ritrovare quella dignità che si rischia di smarrire quando non si riesce a mantenere la famiglia con i frutti della propria attività. Sempre su questa linea il Vescovo ha annunciato che, attraverso la Caritas, sta pensando ad altre iniziative esemplari che possano indicare strade concrete per superare la grave crisi che ha colpito la città. Nicola Sangiacomo

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L’intervista a DON PIOTR KOWNACKI

La fede cristiana è ancora quella del primo millennio? ll’indomani dell’incontro storico tra papa Francesco e Bartolomeo I, abbiamo chiesto al direttore del Centro di Documentazione del Movimento ecumenico italiano (Ce.Do.MEI) e dell’ufficio per l’ecumenismo e dialogo interreligioso, quale sarà il futuro del dialogo con le altre chiese; a tal proposito abbiamo anche parlato del prossimo convegno ecumenicoche si terrà nel mese di Aprile in diocesi.

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Quale sarà il tema del convegno di quest’anno organizzato dal Ce.Do.MEI? «In occasione dell’Anno della Fede, il presidente del CeDoMEI, il nostro Vescovo Mons. Simone Giusti, pensando bene che non sarebbe potuta mancare una lettura approfondita di questa virtù per la vita della nostra chiesa diocesana in ambito ecumenico, ha voluto stimolarci suggerendoci il tema: “La fede cristiana è ancora quella del primo millennio?” La scelta del nostro tema intende, valorizzare e riscoprire a fondo le radici stesse della Chiesa, non ancora divisa, per poter essere pienamente consapevoli della nostra comune provenienza. Affinché si possa oggi giungere a un’unica e comune testimonianza evangelica fra i cristiani delle diverse denominazioni residenti a Livorno, abbiamo urgente bisogno di rileggere insieme la storia della chiesa del primo millennio. La fede, infatti, sin da allora non è cambiata: noi tutti siam partiti dalla stessa casa madre della fede, il cenacolo del giovedì santo. Rifletteremo insieme sulla Sacra Scrittura e sugli scritti dei Padri del primo millennio, sul pensiero teologico della chiesa non divisa, punto di riferimento imprescindibile per un sano e proficuo dialogo ecumenico. Un autentico ecumenismo è già inscritto nella preghiera cristiana: la strada del ritorno alle origini, quando professavamo comunemente “una sola fede, un solo Signore, un solo battesimo”». A differenza degli anni scorsi, quest’anno la due giorni di riflessione sarà incentrata sul dialogo ecumenico, una nuova formula, come mai? «La nuova forma dovrà servire semplicemente per suscitare in noi il desiderio di un intenso dialogo reciproco, una vera e propria riflessione condivisa sulla fede. È in primo luogo il Divino Maestro, Cristo Gesù, che siede sulla cattedra dell’insegnamento, così come sapientemente è dipinto nell’iconografia dell’oriente cristiano. Noi, pertanto, con grande umiltà e attenzione, presteremo anzitutto ascolto alla Sacra Scrittura e all’insegnamento dei Padri della Chiesa, cosicché il nostro discutere con parole umane possa attingere e procedere dall’ascolto profondo della voce dello Spirito nella Chiesa del primo millennio. Sarebbe auspicabile poter riflettere sul nostro essere cristiani in questo contesto culturale, ovvero quello della nostra città, e imparare così a rileggere l’identità cristiana che contraddistingue le nostre chiese, la vera identità

comune consolidatasi nel primo millennio. Quest’unica fede ci accomuna e ci spinge a una forte e unica testimonianza dell’appartenenza a Cristo Gesù». La presenza del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I alla Messa d’inizio pontificato di Papa Francesco che significato ha per il dialogo? «È stato un gesto straordinario, a mio parere, un segno evidente per tutti noi che il cammino ecumenico sta avanzando con forza. Dallo scisma del 1054, infatti, per la prima volta nella storia, un patriarca ortodosso è voluto essere presente alla Messa d’inizio pontificato (e anche prima d’oggi, mai un patriarca di Constantinopoli l’aveva fatto), a sottolineare la profonda stima e comunione con il successore di Pietro. E, ancora per la prima volta, abbiamo potuto sentire un vescovo di Roma chiamare “mio fratello Andrea” il patriarca ecumenico di Constantinopoli, richiamando così la discendenza delle due Chiese dagli apostoli Pietro e Andrea, due fratelli dai quali sgorgano due Chiese sorelle. Il patriarca ecumenico di Costantinopoli, «Spero che il forte richiamo di Papa inoltre, ha Francesco circa l’importanza desiderato invitare papa dell’ecumenismo in queste prime Francesco a settimane di pontificato, possa compiere risvegliare a distanza di cinquanta insieme il viaggio in Terra anni dal Concilio Vaticano II Santa nel un autentico spirito ecumenico» prossimo anno, per ricordare i cinquanta anni dall’abbraccio economica mondiale e le fra il patriarca Athenagoras e “tendenze mondane” che Paolo VI, pionieri del dialogo sempre più riducono la vita cattolico-ortodosso. umana al solo orizzonte Nell’incontro privato fra terreno». Bartolomeo e Francesco sono L’ecumenismo è una materia poi emerse numerose unità spesso ritenuta prettamente d’intenti, fra le quali: per teologi e studiosi; in l’impegno per un profondo realtà, in un mondo sempre dialogo teologico; il lavoro più globalizzato, potrebbe comune in difesa del creato; la essere il motore per molte visita al Fanar per novembre iniziative ed interessi comuni. prossimo, naturalmente nel Com’è possibile riuscire a rispetto dei canali diplomatici coinvolgere le persone in necessari. questo dialogo? In precedenza, durante «Coinvolgere le persone nel l’incontro del pontefice con dialogo ecumenico significa tutti i rappresentanti cristiani anzitutto far luce sul e religiosi, Bartolomeo I era significato profondo di questa stato l’unica autorità a espressione. È, infatti, rivolgere un’allocuzione a connaturale alla fede cristiana papa Francesco. Con le sue l’essere dialogica ed parole il patriarca aveva posto ecumenica; queste particolare attenzione al caratteristiche sono inscritte in bisogno di rendere credibile la essa e l’ecumenismo non “testimonianza cristiana” per figura, pertanto, come una mezzo dell’“l’unità delle materia opzionale della Chiese”, affinché si possa scienza teologica, oppure un affrontare saggiamente la crisi

allegato alla storia del cristianesimo, bensì abbraccia tutti i settori della teologia e rappresenta la linfa vitale delle nostre relazioni cristiane. Spero che il forte richiamo di Papa Francesco circa l’importanza dell’ecumenismo in queste prime settimane di pontificato, possa risvegliare a distanza di cinquanta anni dal Concilio Vaticano II un autentico spirito ecumenico. Forse oggi, dopo cinquant’anni da tale grande evento, siamo ancora troppo abituati all’ecumenismo dei simposi e delle conferenze e molto meno passi concreti, invece, son stati compiuti nelle tante realtà locali per una profonda e vera unità. Il Papa, credo, vorrà far emergere con rinnovato vigore quanto di buono è stato seminato in questi anni per mezzo dello Spirito Santo nel dialogo ecumenici, o meglio, nei dialoghi ecumenici in tutto il mondo, e insegnarci come poter far fruttare tale dialogo nelle ordinarie e concrete esigenze della vita quotidiana di tutti i cristiani, chiamati a continuo e amorevole incontro fra le Chiese. Papa Francesco, durante il suo primo intervento sull’ecumenismo ha espresso con chiarezza: “Più saremo fedeli alla volontà di Cristo, nei pensieri, nelle parole e nelle opere, più cammineremo realmente e sostanzialmente verso l’unità. Vi chiedo di portare fra i cristiani un servizio di speranza, nel mondo segnato da divisioni, da contrasti, da rivalità”. Sia chiaro, infatti, ancora una volta ai cristiani che, in un mondo “lacerato dalle discordie” la nostra testimonianza non potrà essere credibile allorquando si presenterà come una testimonianza fra chiese divise, ma dovrà invece riconoscersi nella comune invocazione a Cristo Cristo: dall’espressione “ut unum sint” nasce una testimonianza davvero credibile».


LA SETTIMANA DI LIVORNO

L’INTERVISTA A Luciano Barsotti

TOSCANA OGGI 31 marzo 2013

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Gli esercizi spirituali della FUCI

Il negativo del positivo e il positivo del negativo rricchente e motivante: sicuramente questi A due aggettivi descrivono alla perfezione l’esperienza che alcuni giovani della nostra

Un nuovo nome e una nuova sede per la Fondazione In concomitanza con il ventennale della nascita dell’Ente, il 15 marzo è stata inaugurata la nuova sede della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, in via Grande 23. Nuovi uffici e ampie sale espositive per gestire tutte le attività DI FABIO FIGARA

n traguardo importante, quello dei vent’anni di attività, che coincide con un “nuovo inizio”, con il cambio di sede e di nome, e con l’intento di continuare a sostenere progetti e attività di enti e associazioni di volontariato presenti nella nostra provincia, a finanziare restauri di monumenti e opere d’arte e sovvenzionare scuole, ospedali ed enti di ricerca. Nella nuova sede, oltre alle stanze dedicate alla Biblioteca, alle attività del Presidente, degli Organi di Consiglio e all’amministrazione, è allestita, tra terzo e quarto piano, la mostra permanente della collezione d’arte della Fondazione, intitolata a Ettore Benvenuti e aperta al pubblico su prenotazione. Prossimamente la conferma ufficiale da parte del Ministero dell’Economia per il cambio di ragione sociale, che vedrà l’Ente chiamarsi “Fondazione Livorno”, come proposto a dicembre in sede di Consiglio d’Amministrazione, e "staccarsi" così dall’Istituto bancario. «Il settore in cui siamo impegnati maggiormente è senz’altro quello del volontariato - spiega l’Avvocato Luciano Barsotti, presidente della Fondazione - vista la crescita dell’emergenza sociale, abbiamo aumentato la collaborazione con la Caritas diocesana, sostenendo la ristrutturazione del nuovo centro diurno polifunzionale di Via Donnini, l’ex Istituto “Mons. Piccioni”, e occupandoci di molti altri progetti. Ma abbiamo importanti collaborazioni con molte altre associazioni: ad esempio, con la Comunità di S. Egidio stiamo sostenendo progetti per le attività di dopo scuola dei ragazzi, per offrire lezioni d’Italiano agli immigrati e per la cura degli anziani; con la S. Vincenzo de’ Paoli sosteniamo le attività di solidarietà promosse dalla Società nel territorio di Piombino; e, ancora, operiamo con moltissime associazioni che operano nell’ambito dell’assistenza a malati, a disabili e a ragazzi con

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sindrome di Down». Proprio con la S. Egidio e con il CONI è in corso un progetto dedicato allo sport come mezzo d’integrazione per i bambini immigrati. Per le attività scolastiche, la Fondazione finanzia l’acquisto di materiali e strumenti per lo studio (quali le lavagne interattive multimediali) e si occupa di promuovere e organizzare manifestazioni culturali che coinvolgano i ragazzi delle scuole, prima fra tutte la “Settimana dei Beni Culturali e Ambientali”, con l’obiettivo di far avvicinare i ragazzi alle bellezze nascoste del territorio in cui abitano attraverso «Il settore in cui siamo impegnati maggiormente è senz’altro percorsi espositivi, pubblicazioni e quello del volontariato - spiega l’Avvocato Luciano Barsotti, progetti curati con gli presidente della Fondazione - vista la crescita dell’emergenza insegnanti. sociale, abbiamo aumentato la collaborazione con la Caritas Grande spazio è dato anche all’arte in ogni diocesana, sostenendo la ristrutturazione del nuovo centro sua forma. «Da anni diurno polifunzionale di Via Donnini, l’ex Istituto sosteniamo Istituti “Mons. Piccioni”, e occupandoci di molti altri progetti » quali il Mascagni e il Museo di Storia Naturale o strutture come il Teatro Goldoni storici e di opere d’arte in tutta in corso. Attualmente stiamo precisa Barsotti - ma la provincia. Con la Diocesi ci affrontando le spese di continuiamo ad occuparci siamo interessati del restauro recupero dei cimiteri anche del recupero di edifici di molte chiese, attività ancora monumentali cittadini, e ci siamo interessati al restauro del monumento dei Quattro Mori, il simbolo della nostra città». E ancora, nel settore sanitario eroga contributi per l’acquisto di apparecchiature per ospedali e sostegno di varie associazioni e progetti (Cure Palliative, Anziani fragili, acquisto di ambulanze), mentre per la ricerca finanzia progetti di studio come il “PoseiDRONE” della Scuola S. Anna di Pisa, per lo studio dei fondali marini. Attualmente è allo studio la possibilità di un grande intervento per il recupero dei Magazzini del Monte, nel quartiere Venezia, con la collaborazione della Soprintendenza, al fine di creare un centro espositivo e ltre ai lavori di ristrutturazione del nuovo centro un punto di riferimento per le diurno, la Fondazione eroga contributi alla Caritas iniziative culturali. diocesana anche per il fondo “Famiglia e Lavoro” (aiuto ai «Sicuramente il nostro fine è di nuclei familiari in difficoltà), per il progetto poter continuare a sostenere “Sperimentando” (reinserimento dei detenuti nella tutte queste attività e di società), per il progetto Goccia a goccia” (problema aiutarne altre, seppur con dell’emergenza alimentare), per “Casa Benedetta” maggiore oculatezza visto (sostegno delle donne abbandonate o vittime di violenza) l’aumentare delle richieste, e per il “Furgone della Solidarietà” (raccolta di alimenti per sempre con uno sguardo le mense sociali). positivo verso il futuro, nella speranza di una prossima ripresa del nostro Paese».

LE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO alla Caritas diocesana

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diocesi hanno vissuto in uno di questi fine settimana, partecipando agli esercizi spirituali che come ogni anno la FUCI Toscana organizza. L’Azione Cattolica Diocesana si è fatta promotrice dell’iniziativa, attraverso il settore giovani, e Livorno è risultata essere la comitiva più numerosa. La tre giorni si è svolta nella foresteria del monastero di Camaldoli: una cornice sicuramente suggestiva e adatta ad un clima di riflessione e raccoglimento, elementi necessari per la buona riuscita di esercizi spirituali. Erano presenti circa 40 ragazzi provenienti da varie parti della Toscana, sia di FUCI che di AC. Il tutto è stato guidato da don Andrea Lombardi, Ass. regionale FUCI e AC, e don Alessandro Clemenzia, Ass. FUCI Firenze. Oltre alle riflessioni, numerosi erano i momenti di deserto, individuali o di gruppo, sulle provocazioni lanciate durante le riflessioni. Tema centrale è stato, “Il negativo del positivo e il positivo del negativo”. I testi di riferimento sono stati due momenti cruciali della vita di Gesù: le tentazioni nel deserto e il momento della passione. Durante le riflessioni sono stati analizzati i momenti, apparentemente positivi, in realtà ingannevoli, delle tentazioni e cosa di meraviglioso un cristiano deve trovare in un momento tragico come quello della morte del Signore. Capire che ognuno di noi deve portare la “croce” non come individuo, ma come individuo facente parte di un gruppo e di una comunità. Ripensare la nostra vita in questa ottica: questo è stato sicuramente il messaggio che i partecipanti hanno portato con più decisione a casa. Abbiamo raccolto alcune testimonianze di questa esperienza. Come sei venuta a conoscenza degli Esercizi Spirituali? Anna: «L’Azione Cattolica come sempre promuove iniziative per noi “settore giovani” ed ho preso la palla al balzo!» Irene: «Gli amici dell’Azione Cattolica mi hanno proposto questi tre giorni di spiritualità». Cosa ti aspettavi da questa esperienza? Simone: «Non mi aspettavo niente di particolare, non per sfiducia ma perché era la mia prima esperienza di questo tipo e non sapevo bene in che cosa consistessero gli Esercizi.» Anna: «Mi aspettavo di staccarmi dal mondo esterno per qualche giorno e immergermi in una riflessione personale profonda» Cosa ti ha colpito di più di questa esperienza? Irene: «Sicuramente mi ha colpito l’ambientazione suggestiva del monastero di Camaldoli, non avevo mai vissuto la vita dei monaci...Quello che mi ha veramente colpito nel profondo è stato l’arricchimento personale e spirituale ricevuto grazie alle riflessioni di Don Alessandro, il fatto che non fossero lunghe prediche ma un dialogo sincero volto a suscitare in noi uno sguardo dentro, partendo dal quotidiano per arrivare al rapporto che abbiamo con Dio». Anna: «Sicuramente quello che più mi ha colpito è stata la facilità con cui Don Alessandro ci ha guidati in una profonda analisi di noi stessi. Mi ha un po’ “sconvolto” il fatto che ogni parola delle meditazioni mettesse in dubbio ogni mia convinzione invitandomi a riesaminarle alla luce della parola di Dio». Cosa riporti a casa dopo questa esperienza? Simone: «Sicuramente un po’ di consapevolezza in più nel fatto che nella nostra vita non siamo mai soli, nel fatto che anche quando tutto sembra andare alla grande, ci possa essere qualcosa che non quadri. Stimolante è stato il fatto di vedere noi stessi all’interno di una comunità e non solo come individui, agire per l’interesse di tutti arricchire noi stessi per poi donarlo a tutti». Anna: «La consapevolezza di aver trovato una via da percorrere per vivere pienamente la mia vita nella fede». Irene: «Più consapevolezza ,degli spunti su cui riflettere e risposte a qualcosa che cercavo!». Michele Martella


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TOSCANA OGGI 31 marzo 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNO

Agenda del VESCOVO

VENERDÌ 29 MARZO 9.00 ufficio delle letture in cattedrale 15.00 liturgia della Passione in cattedrale 16.00 visita ai sacerdoti anziani e malati SABATO 30 MARZO 9.00 ufficio delle letture in cattedrale 22.00 veglia pasquale in cattedrale DOMENICA 31 MARZO 8.45 S. Messa di Pasqua al carcere delle Sughere 10.30 S.Messa, pontificale di Pasqua e benedizione dei bambini, in cattedrale

Diocesi informa BREVI DALLA DIOCESI

MERCOLEDÌ 3 APRILE 10.00 in vescovado, incontro con la Caritas diocesana 21.15 nell’ambito della visita pastorale al III vicariato, incontro con i catechisti e gli animatori della parrocchia di N.S. del Rosario

Il Portico di Salomone LUNEDÌ 8 APRILE ALLE 21.15 Presso l’Auditorium della Fondazione San Carlo Borromeo (Via Lopez 44), per il ciclo l’Editto di Costantino: "Libertà religiosa, politica, diritti: cosa fonda la convivenza? Intervengono in video conferenza A. Simoncini e J. Weiler.

GIOVEDÌ 4 APRILE Nella mattina, udienze clero in vescovado 18.30 S. Messa ed incontro con i medici cattolici alla Casa di San Giuseppe a Quercianella

Incontri Caritas MARTEDÌ 9 APRILE ALLE 18.00 Alla parrocchia dei Salesiani, incontro organizzato dalla Commissione carcere per la Pastorale della Carità dal titolo "Il Servizio in carcere"

VENERDÌ 5 APRILE 9.30 incontro con i vicari foranei in vescovado Nella mattina, udienze laici 18.30 nell’ambito della visita pastorale al III vicariato, incontro con gli animatori dei gruppi giovanili della parrocchia di S. Maria del Soccorso 21.15 consiglio pastorale diocesano in vescovado

Cooperatori Paolini SABATO 13 APRILE ALLE 15.45 In via Corcos, incontro dei Cooperatori paolini con don Bruno Simonetto

Don Lelio Bausani SABATO 13 APRILE 2013 ALLE 18, Presso la Libreria Erasmo – Gaia Scienza, in Viale degli Avvalorati 62 a Livorno, verrà presentato il sito Internet dedicato alla vita ed alle opere di Don Lelio Bausani

SABATO 6 APRILE 17.00 il Vescovo interviene all’incontro del Rotary di Castiglioncello, a Villa Margherita a Quercianella 18.00 S. Messa e cresime degli adulti per il V vicariato, alla chiesa di Sant’Andrea a Castiglioncello DOMENICA 7 APRILE 10.00 S.Messa e cresime degli adulti in cattedrale 18.00 S. Messa e cresime alla chiesa di Santa Lucia ad Antignano Da lunedì 8 aprile a venerdì 12 aprile il Vescovo è con i vescovi della Toscana a Roma per la Visita Ad Limina VENERDÌ 12 APRILE In serata il Vescovo, a Pesaro incontra i giovani della diocesi SABATO 13 APRILE 18.30 incontro con un gruppo di genitori alla Casa di San Giuseppe a Quercianella DOMENICA 14 APRILE 11.00 S. Messa alla chiesa della Sacra Famiglia a Pisa 16.30 alla parrocchia di S. Agostino, rito dell’ammissione agli ordini sacri del seminarista Pedro Puntriano, a seguire in occasione della visita pastorale al III vicariato, assemblea parrocchiale 20.00 incontro con un gruppo di famiglie

AVVISO In occasione della S. Pasqua gli uffici della Curia vescovile rimarranno chiusi al pubblico da mercoledì 27 Marzo a Mercoledì 3 Aprile compresi. Riapriranno regolarmente giovedì 4 aprile

USMI

VENERDÌ 29 MARZO alle 21 a Montenero La processione a piedi dal piazzale Giovanni XXIII al Santuario e la rappresentazione teatrale dei Salmi

La via Crucis e «Salmodiando» n momento di meditazione e di preghiera per accompagnare i riti U della Passione di Gesù con testi di altissima ispirazione, grande forza e bellezza come i Salmi: a proporlo è la Diocesi di Livorno con la Fondazione Teatro Goldoni. La rappresentazione "Salmodiando”, uno studio recitato e partecipato di alcune parti del Libro dei Salmi, avrà luogo il prossimo Venerdì Santo 29 Marzo, a Montenero al termine della via Crucis, il cui inizio è previsto alle 21 nel piazzale Giovanni XXVIII, per poi proseguire con la processione a piedi verso il Santuario. I Salmi hanno oltre 2000 anni e rappresentano, sia per la religione ebraica che cristiana, il più significativo libro di preghiere e di canti: composti in tempi diversi e raccolti in un libro dell’Antico Testamento chiamato Salterio, dallo strumento a corda che accompagnava queste preghiere, o meglio canzoni (dall’ebraico “mizmor”), saranno proposti in una forma drammaturgica assolutamente rispettosa ed un’interpretazione attenta alla dimensione storica, per cercare di coglierne il respiro che gli permea e, attraverso questo, il senso dell’universalità del credere e della sua attualità. Una performance prodotta dal Teatro di Tradizione livornese nell’ambito del proprio progetto pluriennale “Il Teatro e il Sacro”, volto all’esplorazione e ricerca nel segno della conoscenza e del dialogo delle radici comuni tra le grandi religioni monoteiste ed il loro rapporto con la parola scenica: un percorso che, nel caso di “Salmodiando”, aiuti anche a leggere attraverso i Salmi il riflesso dell’esperienza umana di ogni tempo e paese. Le interpreti, Giulia Bicchielli, Sandy Buscarino, Greta Candura, Elisa Lazzeri, Niky Mazziotta, Elisa Franchi e Deborah Di Girolamo, cercheranno di rendere con la drammaturgia ed impostazione registica di Gianni Guerrieri, uomo di teatro e docente dei Laboratori del Goldoni, parte delle immagini e della forza morale straordinaria dei Salmi nel loro porre al centro la dimensione spirituale degli uomini nella loro ricerca ed aspirazione ad una vita compiuta. La rappresentazione prevede tre momenti di canto costruiti sulla recitazione di 19 Salmi, scelti in ragione del carattere universale dei problemi affrontati (l’esilio, la malattia, la persecuzione, l’inimicizia, l’ingiustizia), con una tensione spirituale che porta alla celebrazione della grandezza di Dio. “Salmodiando” sarà aperto e chiuso dalla recitazione dei Salmi 135 e 90, due litanie di ringraziamento e di esaltazione di Dio, per sottolineare la straordinaria positività del ruolo della spiritualità e della fede di fronte alle eterne, umane, sofferenze.

DOMENICA 14 APRILE ALLE 16.00 All’Istituto Sacro Cuore, incontro con don Roberto Filippini dal titolo "Dal Vangelo di Luca l’incontro con Zaccheo"

Diamo ali alle strade LUNEDÌ 15 APRILE ALLE 19.30 Presso il Salone "A. Ablondi" della parrocchia della Ss.ma Annunziata Quadri scenici su testi di Don Tonino Bello "Il sogno della pace: quale pace oggi è possibile" Don Andrea Bigalli (referente di Libera per la Toscana), e Andrea Filippini (infermiere impegnato in zone di guerra)

Il Portico di Salomone LUNEDÌ 15 APRILE ALLE 21.15 Presso l’Auditorium della Fondazione San Carlo Borromeo (Via Lopez 44), proiezione del film "Il Cantico di Maddalena" per la regia di M. Campiotti

In onda su GRANDUCATO TV In diretta su Granducato TV sabato 30 marzo alle 22.00 Veglia Pasquale 31 marzo alle 10.30 Santa Messa di Pasqua

Chiesa Livorno informa andrà in onda in questi orari: Venerdì 5 aprile ore 19.50 Sabato 6 aprile ore 14.15 e 21.05 Domenica 7 aprile ore 10.15, 21.20 e 00.20


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

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Egli doveva risorgere dai morti “SI CELEBRI LA MESSA DEL GIORNO DI PASQUA CON GRANDE SOLENNITÀ”(PS, 97).

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uesta indicazione ci invita ad esprimere a livello celebrativo la centralità della Pasqua all’interno dell’Anno

liturgico. La celebrazione di questo giorno è un solenne rendimento di grazie per il soffio di vita nuova portato dal Risorto nella Chiesa e nei cristiani che la formano. Diventa allora una rinnovata professione di fede in Colui che è il Vivente riapparso glorioso tra i suoi. Fu proprio il Concilio Vaticano II, di cui si celebra il Cinquantesimo anniversario, a sottolineare come ogni celebrazione della liturgia sia celebrazione del mistero pasquale; in questo senso la festa annuale della Pasqua va considerata, unitamente con il suo Triduo, centro dell’anno liturgico. La Chiesa che sempre proclama le meraviglie di Dio, lo fa soprattutto in questo giorno nella pienezza della gioia (prefazio). È opportuno quindi, celebrare il giorno della Pasqua con una evidente solennità, tanto nel canto quanto nello svolgimento di tutta l’azione rituale. L’eucarestia inizierà con il rito per l’aspersione dell’acqua, benedetta nella Veglia pasquale (Appendice al Messale Romano, pagg. 1034-1036), evitando di ridurre il rito a significati penitenziali e che il segno dell’aspersione sia autentico (colui che presiede passi in mezzo all’assemblea aspergendo in modo conveniente i fedeli). Durante l’aspersione si canti l’antifona “Ecco l’acqua” (Messale Romano, pag. 1033), o un altro canto di carattere battesimale (“Acqua viva”, RN 162). Le acquasantiere che si trovano all’ingresso vengano riempite con la stessa acqua” (PS, 97). Si proponga, laddove è possibile, il canto della sequenza Victimae paschali (RN, 195), avendo cura di fornire all’assemblea il testo latino musicato, con la traduzione italiana a fronte, in modo che tutti possano seguire agevolmente: in tal caso si prepari la schola cantorum per guidare l’assemblea e favorirne così la partecipazione. Si cerchi, tuttavia, di eseguire la sequenza in canto: la sospensione del ritmo celebrativo che essa produce e la sua stessa natura originaria impongono che non sia semplicemente letta. Le comunità che trovano particolarmente difficile la versione gregoriana della sequenza possono scegliere di cantare il testo italiano in una

delle edizioni musicali disponibili (suggeriamo “Sequenza pasquale” di V. Giudici in Pasqua. Canti per la Messa - Liturgia della Parola, Paoline, Roma 1998). Nell’Anno della Fede non si dimentichi di vivere il Tempo pasquale come tempo originario per la fede della Chiesa: anche a livello rituale ciò potrà essere espresso attraverso opportune monizioni iniziali e soprattutto con la giusta valorizzazione della Professione di fede, secondo i suggerimenti già indicanti in precedenza. Infine, la celebrazione eucaristica può essere conclusa utilizzando il formulario della benedizione solenne (cfr. Messale Romano, pag. 432-433) e del congedo tipicamente pasquale, possibilmente in canto. Pur essendo il centro della liturgia, la celebrazione eucaristica non può mai esaurire in sé l’assolvimento del precetto festivo; infatti, la celebrazione della Domenica e ancor di più della principale Domenica dell’anno, cioè della Pasqua, deve prevedere altre azioni rituali che possano irradiare a tutte le ore del giorno la grazia dell’Eucarestia. Tra questi, le Lodi e i Vespri - che specialmente a Pasqua e possibilmente in tutte le Domeniche di Pasquapotrebbero essere riproposti alle comunità cristiane. La liturgia delle Ore, ben curata, possibilmente eseguita in canto, renda le Domeniche di Pasqua

occasioni per ricomporre la comunità cristiana ormai redenta dal sangue dell’Agnello pasquale e rinata dal suo costato aperto. Al n. 98 di Paschalis Sollemnitatis leggiamo: “Si conservi, dove già è in vigore, o secondo l’opportunità si instauri, la tradizione di celebrare nel giorno di Pasqua i Vespri battesimali, durante i quali al canto dei salmi si fa la processione al fonte”. Si tratta di un forte richiamo al frutto della Pasqua che nel Battesimo ha fatto della comunità credente un popolo sacerdotale che innalza a Dio, per mezzo di Cristo, il sacrificio del ringraziamento e della lode, manifestazione del nuovo culto. La fedeltà a questi richiami possono aiutare a dare l’impronta caratteristica a questo giorno, che spesso rischia, dopo la grande Veglia, di trasformarsi nelle comunità cristiane, in una celebrazione scarna dal punto di vista del clima celebrativo. La meditazione La Chiesa è una comunità che ha sperimentato il dolore e la sofferenza di ogni uomo e che può testimoniare, in prima persona, che il male non è “per sempre”. I personaggi della pericope sono tre. La prima ad entrare in scena è Maria di Magdala. Non riesce a stare a casa, deve correre alla tomba. Anche la descrizione spazio-temporale rende bene il suo stato d’animo, perché regna

Le parole della FEDE IL TERZO GIORNO RISUSCITÒ DA MORTE Proseguiamo la lettura del Credo attraverso la riflessione di don Luciano Cantini osa significa: “Il terzo giorno è risuscitato C secondo le Scritture”? Quali Scritture? Dove sta scritto? Si è d’accordo nel vedere il punto di partenza di questa formula nel libro del profeta Osea nel quale si dice che il terzo giorno ci farà rialzare e noi vivremo alla sua presenza. Questa immagine che ci viene data da Osea non si riferisce a Gesù ma è una espressione della fede del popolo di Israele nella resurrezione generale di tutti gli uomini. Per questo, dicendo che Gesù è risorto “il terzo giorno secondo le Scritture”, non s’ intende dare un’indicazione cronologica precisa, ma piuttosto un significato teologico

La Resurrezione è l’annuncio di Cristo che risorge e questo annuncio è il fondamento della fede cristiana. Fondamento che noi troviamo negli antichissimi testi delle Scritture, soprattutto in San Paolo, che ci dice di aver trasmesso ciò che lui stesso ha ricevuto. Nei Vangeli non c’è il racconto della Resurrezione, c’è soltanto una tomba vuota, ma c’è l’incontro di Gesù con i suoi discepoli, in cui si fa vedere, toccare e mangia con loro. Ecco, la Resurrezione è il centro della nostra fede e se non crediamo nella Resurrezione tutta la nostra fede è vana e senza alcun significato. don Luciano Cantini

il buio, il silenzio, il vuoto, la morte. Viene scossa e sconvolta dalla pietra ribaltata: qualcuno ha portato via il corpo di Gesù ed è meglio correre ad avvisare gli apostoli. Allibiti Pietro e il discepolo che Gesù amava si precipitano al sepolcro. Entrati, vedono bende e sudario ripiegati e tutto è in ordine. Sicuramente, come dice san Giovanni Crisostomo, pensano che chi trafuga corpi non perde tempo a riordinare la tomba. Quanti discorsi di Gesù sono passati nella loro mente in quegli istanti! Pietro rimane confuso, ma l’altro discepolo vede e crede. Sicuramente alle parole della Maddalena. Ma comincia a vedere che le parole pronunciate da Gesù sulla sua resurrezione sono veritiere e si sono compiute. Il v. 9 vuole affermare che solo alla luce dell’intera Scrittura si comprendere che Cristo è risorto dai morti; solo con un percorso di fede ben fondato è possibile vedere il Risorto ed esserne dei testimoni (prima lettura). La tradizione ha individuato nel discepolo senza nome l’apostolo Giovanni, ma Giovanni volutamente lo lascia indefinito, perché spetta a noi dargli il nostro nome ed essere non solo testimoni, ma apostoli di risurrezione per altri. Per la famiglia Come comunicare la fede ai bambini La tomba è vuota. Se la sua tomba è vuota anche la nostra tomba è vuota! Questa la nostra fede, questa fiducia nella vita, nella vita eterna, nell’amore, è la via privilegiata per comunicare ai bambini la fede. È nel vedere la nostra fede che si risveglia la fede dei bambini, per correre insieme alla tomba vuota. I figli ci guardano e vedono se il nostro cuore è pieno di una fede vera o di tante chiacchiere prive di una vera speranza. Una buona pratica Ricerchiamo nella memoria quei momenti in cui ci è sembrato di vedere la pietra pesante “rotolata via” da ciò che per noi sembrava un sepolcro (una fatica negli affetti, un fallimento nei risultati, una difficoltà economica della nostra famiglia). Preghiamo: “Donaci Signore, un cuore che viva nella verità e non nella doppiezza. Donaci la pace dell’unità interiore”. dal Sussisio CEI per la Quaresima

Speciale PASQUA

SUSSIDIO PER LA QUARESIMA: DOMENICA DI PASQUA.........


VI

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

31 marzo 2013

NELLA FESTA DI SAN GIUSEPPE La cappella dell’ospedale è dedicata a San Giuseppe, un luogo di preghiera, abbellito da opere artistiche che non tutti conoscono

L’Eco del Santuario di Montenero COMPIE GLI ANNI

Novant’anni di fedeltà a Maria Il 19 marzo 1923 nasceva ufficialmente l’Eco del Santuario, quasi un secolo d’informazione mariana, oggi sotto la direzione del parroco di Montenero don Luca Giustarini Eco è l’organo ufficiale d’informazione degli avvenimenti del Santuario vallombrosano e delle attività dei monaci, e soprattutto è un importantissimo mezzo di diffusione della devozione mariana. Le prime pagine, uscite per la prima volta nel 1922, erano date in allegato al “Faggio Vallombrosano”, l’allora periodico della Congregazione benedettina. Dopo l’ufficialità ottenuta l’anno successivo, dal 1926 cominciò ad avere “vita propria”, diventando una testata regolare autonoma. Nonostante tutte le difficoltà dovute alla guerra, i monaci non interruppero mai le pubblicazioni della rivista che, negli anni successivi, arriverà ad avere importanti tirature, raggiungendo addirittura le 36.000 copie in alcuni periodi. Grazie ad un’ottima organizzazione, oggi l’Eco del Santuario è distribuito in tutte le parrocchie toscane, e raggiunge i fedeli Italiani di tutto il mondo che, seppur lontani, vogliono rimanere aggiornati sulle attività del Santuario e sentirsi così “vicini” alla Madonna di Montenero. «L’Eco del Santuario abbraccia varie tematiche di attualità e di spiritualità, attraverso le sue rubriche, curate da don Luca, dal Vescovo di Livorno Mons. Giusti e da altri Vescovi italiani, da monaci e da laici competenti come Monica Cuzzocrea e Sandra Pollini, tutti collaboratori volontari.» A raccontare è Roberto Manera, collaboratore in redazione di don Luca. Una volta giunto alla pensione, Roberto inizia a dare una mano all’interno del Santuario, occupandosi prima della biblioteca e della galleria degli Stemmi comunali, poi collaborando con l’amico Demi Mirio e con il precedente direttore don Paolo Favarato nell’ambito della composizione delle pagine, del montaggio delle fotografie e della cronaca del Santuario, attività che prosegue tuttora a fianco dell’attuale parroco. Nell’archivio di redazione sono

L’

i sono due chiese a Livorno che il 19 C marzo, solennità di San Giuseppe, hanno festeggiato il loro Santo Patrono, una quella di Piazza 2 Giugno e l’altra la chiesa dell’ospedale, forse meno conosciuta, ma esistente dagli anni trenta.. Questa cappella intitolata a San Giuseppe, che dalla Chiesa Cattolica è riconosciuto anche come il patrono dei moribondi e rappresentante della speranza degli infermi, e’ nascosta alla vista dei passanti, quasi volesse rispettare, in disparte, il dolore dei suoi estemporanei ‘’parrocchiani’’ che per degenze, più o meno lunghe, si alternano nelle corsie, sotto l’ombra dei quaranta metri del suo campanile che con i lievi rintocchi delle sue campane fa sentire la presenza del Signore e di San Giuseppe, vicini alle sofferenze dei degenti. La chiesa, che nel corso degli anni, molte persone hanno avuto modo di vedere in occasione di ricoveri o di visite, è posizionata nel cortile del nosocomio e il 19 ha festeggiato il suo Patrono, rivolgendo un ringraziamento anche per il nuovo Pontefice Francesco, con una S. Messa concelebrata dal Vescovo Simone Giusti e dal cappellano dell’ospedale don Placido Bevinetto, alla presenza dei rappresentanti dell’Acos (Associazione Cattolica Operatori Sanitari ndr). Al suo interno la Cappella è composta da tre navate illuminate dalla luce filtrata da una dozzina di finestre con vetrate policrome, dipinte nel 1935, dal pittore livornese Athos Rogero Natali. San Giuseppe, che è a capo della Sacra Famiglia, quale padre “putativo” di Gesù, fu eletto patrono della Chiesa Universale, da Pio IX con decreto dell’8 dicembre 1870. Egli è un esempio anche per tutti i papà del mondo, a cui la festa del 19 marzo è dedicata. Roberto Olivato

Per l’occasione è stata allestita una mostra all’interno del Santuario

Nelle foto: in alto la redazione dell’Eco con Roberto Manera al lavoro; a fianco Manera insieme a don Luca Giustarini e Mirio Demi; sotto la prima copertina dell’Eco e a fianco una foto della mostra attualmente esposta con tutte le copertine storiche del giornale in questi 90 anni.

conservati tutti i numeri della rivista, dalla prima uscita come allegato al Faggio Vallombrosano. «È la memoria storica delle attività del Santuario e degli scritti di esegesi e di mariologia, fonti importanti che vengono studiate ed analizzate da storici e studiosi di settore. Un vero e proprio patrimonio culturale. Purtroppo i costi aumentano, soprattutto quelli di distribuzione: nonostante il miglioramento qualitativo della rivista,

ad oggi riusciamo a stamparne circa diecimila copie, e abbiamo dovuto ridurre le uscite modificandone la cadenza in trimestrale. Tuttavia, già nel secondo numero di quest’anno, che uscirà a fine giugno con una copertina speciale per i 90 anni, passeremo da 36 a 48 pagine, con nuove rubriche: ad esempio con la sezione “Faggio Vallombrosano”, curata da don Giuseppe Casetta, Abate generale dell’Ordine Vallombrosano, oppure

LUTTO TRA I MONACI VALLOMBROSANI

NELLA LUCE DI DIO È MORTO DON GIACOMO GIUSTARINI Monaci Benedettini Vallombrosani del SantuaImana, rio di Montenero, nella festa di S. Francesca RoPatrona degli Oblati Benedettini, munito dei SS. Sacramenti è tornato alla Casa del Padre il monaco sacerdote DON GIACOMO MARIO GIUSTARINI. Il monaco era nato a Vallerona, in provincia di Grosseto, il 20 Gennaio 1947 da onesti genitori Babbo Giulio e Mamma Carola Baccetti. Dalla loro unione erano nati 4 figli: Gina, Agenore, Caterina e Mario. Nel 1959, il piccolo Mario, entrava nel Seminario Monastico annesso al Santuario della Madonna di Montenero ove fu accolto dal padre Maestro Don Angelo Bertoccini. Il probando Mario seguiva l’esempio di altri Vallombrosani, entrati prima di lui, nativi di Vallerona-S.Caterina. come il P. Abate D. Giuseppe Zambernardi. Prima di partire per Vallombrosa, nel 1965, vestiva l’abito monastico prendendo il nome di fra Giacomo in memoria dello zio della mamma. Nel 1968 venne destinato con altri studenti nel Monastero di S. Trinità a Firenze, per frequentare il Seminario di Firenze per gli studi teologici. Il P. Abate Generale Don Giuseppe Zambernardi nel 1971 mandava Don Giacomo nel Pontificio Ate-

con la parte dedicata alla “Patrologia monastica” e, per la prima volta, con una rubrica dedicata al “Monachesimo femminile”. E con molte altre ancora! Personalmente, dato che la Madonna di Montenero è Patrona della Toscana, è nelle mie intenzioni pubblicare un libro sulla Galleria dei Comuni per poter raccontare la storia di ogni stemma dei 287 comuni della Toscana e rappresentati nella nostra Galleria correlati da fotografie del momento del dono da

parte dei Sindaci e presidenti delle Provincie.» La ricorrenza è stata ricordata da don Luca durante la S. Messa delle 16 di martedì 19 marzo (Messa in onore di S. Giuseppe), e per l’occasione è stata allestita una mostra all’interno del Santuario, con esposizione di alcune copertine “storiche”. Per ogni informazione si può scrivere a eco.montenero@tin.it oppure visitare il sito www.santuariomontene ro.org

neo di S. Anselmo a Roma, per il completamento degli studi teologici. Il 5 gennaio 1975 nell’Abbazia di Vallombrosa Don Giacomo riceveva per le mani del Servo di Dio Mons. Enrico Bartoletti, Segretario Generale della CEI, l’Ordine del Diaconato ed il 28 settembre, del medesimo anno, riceveva l’Ordine del Presbiterato. Cantò la sua Prima S. Messa il giorno dopo l’ordinazione nell’Abbazia di San Michele a Passignano. Nell’ottobre del 1975 veniva destinato nel Monastero di S. Prassede a Roma per frequentare l’Ateneo di S. Alfonso per la licenza in Teologia Morale. In questa seconda parentesi romana ebbe come compagni di viaggio l’attuale P. Abate Generale D. Giuseppe Casetta, Don Andrea Rossi, Don Luca Bernardo Giustarini ed altri monaci. Rientrato nel 1978 stabilmente a Vallombrosa venne nominato Parroco di S. Miniato in Alpe ed economo della Casa Madre. Nel 1984 Don Giacomo veniva nominato Parroco di San Biagio nella Badia di San Michele a Passignano nella Diocesi di Fiesole. Il 22 novembre 2005, per motivi di salute, Don Giacomo veniva trasferito nel Santuario di Montenero ove ha svolto il delicato ufficio di Padre Confessore.


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

31 marzo 2013

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UNA CENA EBRAICA ALLA PARROCCHIA S. SEBASTIANO

La storia del giovane tenore Marco Voleri

Alla scoperta delle radici della nostra fede

Sintomi di felicità Una carriera nata per caso e poi la scoperta della malattia. Nel libro appena uscito, il racconto di un uomo che sta vivendo la sua vita giorno per giorno, riscoprendo le cose semplici e la bellezza di ogni attimo DI

BENEDETTA AGRETTI

volte il mondo cambia improvvisamente. È successo anche a me, è bastato che mi dicessero il nome di una malattia. E continua ad accadermi, anche contro la mia volontà e i miei desideri, una mattina sì e una no. Vorrei essere felice, ma mi tocca ondeggiare nella risacca di uno stupore attonito. E quando sono lì, perso nel vortice di umori che non controllo, sento l’abbraccio dell’arte che mi tiene attaccato al positivo della vita. Munch dipingeva. Io canto. Canta che (non) ti passa. Ma canto, perché la musica colora l’anima di chiaro, apre le finestre, cambia l’aria. Perché la musica tiene viva la memoria dell’uomo che ho desiderato essere. Della persona che ho lottato per diventare». Questo è Marco Voleri, livornese classe 1975, cantante lirico. Un mestiere singolare, come lui stesso lo definisce. Una carriera, la sua, nata in modo assolutamente imprevedibile, imprevedibile come la vita che, di punto in bianco, gli impone una compagna di viaggio del tutto scomoda, ma che non si può ricusare: la sclerosi multipla. Imprevedibile come le coincidenze che lo hanno portato a scrivere un libro sulla sua vita, con un titolo

«A

...anche se la vita scombina i nostri piani, c’è sempre una nuova opportunità che aspetta solo di essere colta... assolutamente antitetico che la dice lunga sul modo in cui Marco sta vivendo la sua malattia: “Sintomi di felicità”, edito da Sperling & Kupfer e presentato sabato scorso alla libreria Feltrinelli, in un incontro moderato dalla giornalista Maria Antonietta Schiavina, con la partecipazione di Serenella Tabani, presidente dell’AISM Sezione di Livorno e di Anna Cognetta al pianoforte. Era una mattina di luglio del 2006 quando Marco, svegliandosi, accusa un capogiro e uno strano formicolio sulla parte destra del corpo. In quel momento finisce la prima parte della sua vita e comincia la seconda. Una seconda parte puntellata da ricoveri, analisi e risonanze che portano alla diagnosi di una malattia che l’interessato, per sua stessa ammissione, aveva fino a quel momento ricondotto soltanto alla vendita di mele per la raccolta di fondi per la ricerca. La sclerosi acquista prepotentemente, da quel momento in poi,

a sera della Domenica delle Palme, il L gruppo famiglie della Parrocchia di San Sebastiano si è riunito per un’occasione spe-

Chi è Marco Voleri arco Voleri, nato a Pisa nel 1975, si è diplomato al Conservatorio M Giuseppe Verdi di Milano, dove ha frequentato in seguito l’Accademia alla Scala e l’Accademia Lirica del Rotary International. Nel 2011 ha conseguito la laurea specialistica in canto lirico presso il Conservatorio Giacomo Puccini di La Spezia. È stato interprete di quaranta ruoli operistici in Italia e all’estero e di numerosi programmi concertistici con vari repertori. Ha inciso per Kikko Music, AFI; Realsound, Naxos. Nel 2009, a quasi tre anni di distanza dalla prima manifestazione della malattia, gli è stata diagnosticata definitivamente la sclerosi multipla. Meno di due anni più tardi è riuscito a riprendere a tempo pieno l’impegno artistico. Attualmente la fondazione Teatro Goldoni lo ha nominato direttore artistico del progetto “La meglio gioventù”, mentre nell’immediato futuro ci sarà un tour itinerante di musica sacra per tenore, pianoforte, quartetto d’archi e voce recitante. A novembre Marco sarà impegnato in un tour in Cina, per cantare Rigoletto accanto al Baritono Mauro Bonfanti, in una selezione dell’opera in onore del bicentenario verdiano.

un altro peso ed esige tutta un’altra considerazione. È un’instabile compagna di viaggio che toglie certezze, che trascina in un vortice di umori e sintomi contrastanti. Non è facile accettare una realtà simile che ti piomba addosso in un caldo mattino di luglio, in cui l’unico desiderio lecito è quello di andare in spiaggia. Non è facile dominare la rabbia, lo sconforto, gestire gli effetti collaterali dell’interferone e svolgere nel contempo il proprio lavoro, senza che nessun altro, a parte i parenti e gli amici più stretti, sappia o intuisca quanto si sta agitando nell’animo. Tuttavia Marco ci riesce con caparbietà per sette anni, fino alla suo incontro con Arnoldo Mosca Mondadori, il quale sa vedere oltre la cortina che questo ragazzo si era

forzatamente costruito. Nasce così l’idea di questo libro: un libro che racconta una passione tale da vincere la crisi più profonda, un libro destinato ad un pubblico che cerca speranza, perché se anche solo cinque malati di sclerosi tentati di arrendersi alla loro realtà, leggendolo cambieranno idea, allora sarà veramente una vittoria. E viene da dire, un libro destinato anche a tutti noi, che troppo spesso ci avvitiamo sui nostri piccoli e grandi problemi, dando per scontata la vita stessa. L’insegnamento di Marco, acquisito con fatica, con rabbia e con dolore è che, anche se la vita scombina i nostri piani, c’è sempre una nuova opportunità che aspetta solo di essere colta. Allora si può e si deve leggere la realtà con una consapevolezza

nuova, dei propri desideri , recuperando la dimensione delle piccole cose semplici di ogni giorno … in ultima analisi, la consapevolezza che si può essere felici, nonostante tutto. Non esiste quindi soltanto la malattia della sclerosi multipla, ma anche quella malattia chiamata desiderio. Una malattia che è rimasta intatta. «La voglia di felicità mi abita ancora. Immensa come prima. Ne spio i sintomi ogni giorno. Mi accorgo che non passano, dottore. Non c’è antidoto, non c’è vaccino. Non c’è cura risolutiva. Voglio sapere, ogni mattina, quali sono i nuovi sintomi di felicità in una vita che, imprevedibilmente, ogni attimo, è come un’altalena in movimento tra l’esser sano e l’essere malato».

RAGAZZI SANI E FORTI, ANCHE CON LO SPORT In Cattedrale la «Pasqua dello sportivo» unestata dalla scomparsa di Pietro FdelMennea, ricordato in un intervento frate maratoneta padre Gabriele Bezzi, che ha chiesto “non un minuto di silenzio, ma 19 e 72 il tempo del record mondiale dell’atleta siciliano”, ha avuto luogo ieri pomeriggio nella cattedrale, alla presenza del vescovo Giusti, la Pasqua dello sportivo. “Sono quasi 1000 all’anno i giovani che ricorrono al Sert (Servizio Tossicodipendenze ndr) della nostra città per cercare di liberarsi dalla droga”. Questo pesante dato offre lo spunto al vescovo, per ricordare quanto sia importante ai fini formativi, la pratica dello sport nella fase dell’adolescenza, togliendo dalle strade, dall’ozio e dalla noia, tanti ragazzi e ragazze e per fare ciò ha in mente un ambizioso progetto: “mi sto attivando affinché in ogni

parrocchia nascano dei gruppi sportivi, che coinvolgano i nostri adolescenti in diverse attività, affinché crescano forti e sani, lontani da droga, alcol, anoressia ed altri mali del nostro tempo”. Al termine dell’incontro padre Bezzi ha invitato i presenti a lasciare delle offerte per Alessio, un bimbo di quattro anni affetto da tetrapresi distonica, malattia che gli impedisce di parlare e camminare e a causa della quale i genitori devono sostenere grosse spese. Per incentivare la raccolta di fondi, padre Bezzi indosserà ad una prossima mezza maratona, una maglietta intitolata al piccolo Alessio, sulla quale tanti livornesi hanno posto la loro firma quale segno di partecipazione alla gara di beneficenza. Roberto Olivato

ciale: la cena ebraica. Con essa si è voluto rievocare il Seder pasquale per rivivere il contesto culturale in cui Gesù istituì il sacramento dell’Eucarestia durante la sua ultima cena. Il Seder celebra l’evento fondante della storia e della spiritualità ebraica, la fine della schiavitù e l’inizio della libertà. Consiste nella partecipazione al pasto in cui ogni elemento ricorda gli eventi della notte nella quale Dio, “con mano forte” e “con braccio potente”, trasse fuori il suo popolo dall’Egitto e lo introdusse nella terra promessa. Il suggestivo rituale ricco di gesti, preghiere di lode e ringraziamento al Signore prevede la consumazione di cibi particolari come il pane azzimo (non lievitato per la fretta di scappare nella notte dell’esodo); le erbe amare che rappresentano l’amarezza e la tribolazione subite durante la schiavitù; l’agnello, simbolo di sacrificio e salvezza e l’Haroset, un miscuglio di mele, noci, vino dolce e spezie, a ricordare i mattoni fatti di argilla e paglia dagli israeliti in Egitto. La cena della Pasqua ebraica coinvolge tutti i membri della famiglia, dal più piccolo al più anziano. Gli adulti, attraverso i canti e la lettura dell’Haggadà (storia dell’esodo), raccontano ai bambini le peripezie degli antichi Padri nella terra di Egitto. Il rituale, preseduto dal parroco, è stato accolto con entusiasmo e interesse dai parrocchiani: un’esperienza di approfondimento della nostra fede per sempre legata a quella ebraica. Come ha ricordato Padre Giovanni Battista Damioli Gesù non è venuto per distruggere o rinnegare quello che c’era prima di lui, ma per portare a compimento le scritture e il progetto di salvezza che aveva per l’uomo e stipulare con noi l’ultima e definitiva alleanza. Caterina Lo Russo


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LA SETTIMANA DI LIVORNO


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