La Settimana n. 13 del 30 marzo 2014

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IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo

uanto è difficile vivere tutti i tempi della Chiesa! È difficile accoQ gliere una "Parola" che la Provvidenza ha pronunciato nel passato e collegarla alle situazioni che sperimentiamo nel presente; è difficile dall’oscurità degli episodi quotidiani aprirsi costantemente al futuro del compimento finale; come non è facile vivere cristianamente il presente facendo in esso incontrare la Parola di Dio e la vita, Cristo è quest’uomo: occorre infatti uno sforzo di apertura che, accogliendo nell’oggi il passato con le sue ricchezze umane e divine lo salva dal tradizionalismo e fa del futuro, in cui Dio mi aspetta, una speranza, non un sogno che mi aliena dalla vita. Lettera pastorale Quaresima 1972- Una missione d’accoglienza

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

30 marzo 2014

Segni di carità per vivere la fede insieme

Quaresima 2014

Ogni anno, ormai da tanti anni, in una delle domeniche di Quaresima (indicativamente la quarta o la quinta), le parrocchie della diocesi raccolgono fondi da devolvere alla Caritas diocesana che indica le finalità a cui saranno destinati i contributii

na consuetudine che nasce in particolare per svolgere quei servizi che le comunità parrocchiali non sono in grado di sostenere da sole. Così, nel tempo la Caritas diocesana ha assunto il servizio della mensa, delle docce e della distribuzione del vestiario per i poveri, nella città e, successivamente, ha aperto una casa di pronta accoglienza per le situazioni di emergenza. Grazie al buon funzionamento della Caritas del Quinto vicariato, la parte sud della diocesi, invece, si è dotata degli stessi servizi sostenendoli con le proprie forze. Accanto a queste attività di prima accoglienza, la Caritas diocesana, nel tempo, e a seconda dei bisogni, ha proposto per tutta la comunità, quelle che vengono chiamate Opere Segno. Ecco allora la nascita del Servizio dentro e fuori il Carcere, con la Casa l’Incontro (offerta dalle Figlie del Crocifisso per le famiglie in visita ai detenuti) e la Casa Sperimentando (per i detenuti a fine pena). E ancora il Servizio della Commissione per l’handicap e il suo costante impegno alla disabilità. E quello alle Dipendenze e al Lavoro che operano, in molte situazioni, al posto delle parrocchie. Nel 2012 è nata la Casa Villa Benedetta per mamme con bambini che hanno subito violenze. Un’opera segno resa possibile dalla collaborazione con le figlie di Sant’Anna. A Natale 2013 è stata inaugurata un’altra struttura Caritas di seconda accoglienza con diverse attività e servizi: un Centro per la Famiglia, un Centro diurno per l’aggregazione; uno spazio per attività di formazione Caritas; un luogo di aggregazione e formazione per i Giovani; una Casa dei mestieri per la riscoperta dei lavori artigianali e della manualità per coloro che vogliono intraprendere un cammino di recupero sociale;

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infine un ambiente di accoglienza notturna per coloro che stanno facendo percorsi di recupero sociale e per uomini separati che non hanno dove dormire. Ultimo nato, un progetto specifico per l’accoglienza dei profughi, perseguitati politici, cofinanziato dall’Europa, che si sviluppa in tre anni, iniziato da poche settimane. Il progetto vede coinvolti gli Enti territoriali (Comune, Scuola, Asl, Provincia), associazioni (Cesdi, Svs, Misericordia) e volontari in genere; l’obbiettivo è quello di rendere concreto l’impegno cristiano dell’accoglienza dello straniero che fugge dalla violenza, affinché possa trovare nel nostro territorio la fraternità e l’amicizia di cui ha bisogno. Un segno di integrazione culturale per tutta la città. Infine un cenno sulle intenzioni proposte per questa Quaresima che vanno a favore del sostegno alle famiglie assistite dalle Caritas parrocchiali. IL PANE. L’anno trascorso abbiamo messo a disposizione delle parrocchie che ne hanno fatto richiesta generi alimentari per oltre 23.000 euro. L’azione verrà ripetuta anche per il 2014 perché ancora necessaria, considerando che la distribuzione dei generi alimentari provenienti dal progetto di soccorso europeo tarderanno, perché il nuovo progetto 2014-2018 è ancora in fase di definizione. LA CASA. Anche qui prosegue il progetto dello scorso anno con il sostegno alle famiglie in particolare per il pagamento di affitti e di bollette per le utenze domestiche. Le erogazioni avvengono tramite la presentazione da parte delle parrocchie dei casi che sono poi esaminati da un comitato della Caritas diocesana che verifica se ci sono le condizioni per accogliere tali richieste. IL LAVORO. La mancanza di lavoro genera situazioni disperate, come ben sanno gli

IL CASO DE I BALUARDI

Una storia incredibile, ma vera! Una motivazione ideologica che calpesta la Costituzione a motivazione con la quale il progetto LBaluardi” educativo proposto dall’associazione “I è stato escluso dal progetto Scuola -

operatori Caritas delle parrocchie. Come segno di attenzione, nelle dimensioni possibili, abbiamo attivato delle borse lavoro, retribuite dalla Caritas diocesana, presso aziende e ditte del territorio. Questo ha permesso anche che, alcuni dei beneficiari della borsa, proseguissero il rapporto con la ditta che li aveva presi in carico e che ha trasformato la borsa lavoro in contratto di lavoro. Il progetto verrà ripetuto anche per il 2014. EDUCAZIONE. Quest’anno vogliamo dare anche un segno di attenzione ai ragazzi e ai giovani in difficoltà. Per questo intendiamo sostenere il centro di aggregazione “Cantiere Giovani” voluto dalla diocesi e portato avanti dall’Associazione Progetto Strada con i suoi giovani volontari. Un gesto di attenzione della comunità cristiana che prende a cuore i bisogni e le situazioni del mondo giovanile.

Tutte queste opere, e i servizi che ne conseguono, appartengono dunque a tutta la chiesa diocesana. Qualcuno potrebbe domandarsi come sia possibile sostenere tanti servizi. Non basta infatti l’ottopermille assegnato alla Caritas dalla diocesi, non bastano i finanziamenti del Comune per le spese sociali (mensa, casa accoglienza, …) né finanziamenti di progetti da parte di Regione, Stato ed Europa, non bastano le erogazioni della Fondazione Livorno (exCariliv), seppur cospicue. Ci sono le donazioni di singoli, di ditte e associazioni che, con generosità offrono i beni di cui c’è bisogno e/o i denari per comprarli, e c’è la raccolta della Quaresima di Carità che annualmente le parrocchie fanno per destinarle a tali opere. Enrico Sassano, diacono direttore ufficio pastorale per la carità

Città promosso dal Cred (Centro Risorse educative e didattiche) del Comune di Livorno pare incredibile. Eppure è tutto vero. Sì, incredibile perché non si può credere che un’istituzione pubblica, che rappresenta un servizio di un Comune della Repubblica Italiana, finanziata quindi con i soldi versati da tutti i cittadini, possa motivare l’esclusione di un progetto con un’affermazione che contraddice esplicitamente non una legge dello Stato, ma la legge dello Stato, ovvero la Costituzione della Repubblica. Il motivo per il quale il progetto è stato escluso infatti è perché l’associazione che lo ha promosso ha nel suo statuto la promozione della famiglia fondata sul matrimonio, ovvero quanto è solennemente affermato nel primo comma dell’articolo 29 della Costituzione Italiana; in altre parole è come se una qualsiasi associazione venisse esclusa da un servizio pubblico perché si afferma democratica o perché riconosce pari dignità sociale a suoi membri o li considera uguali davanti alla legge. Sì, incredibile perché pensare che un ufficio pubblico possa motivare le sue scelte contraddicendo in modo così esplicito la Carta Costituzionale “crea disagio” non nei bambini che possono essere educati a sensibilità diverse, ma in chiunque vive da cittadino in questo Paese e pensa che i principi costituzionali prevalgano su qualsiasi impostazione ideologica, di parte anche se espressa da un servizio pubblico. Incredibile, ma vero! E’ realmente accaduto a Livorno, una città della Repubblica Italiana, come appare dalla storia che raccontiamo a pagina II. n.s.


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TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

30 marzo 2014

Un ricordo speciale

Un cristiano che immaginava la Chiesa come una tenda Dieci anni fa, il 31 marzo2004, moriva monsignorVincenzo Savio

ono passati dieci anni dalla Sdi conclusione dell’avventura terrena monsignor Vincenzo Savio. Lo vogliamo ricordare con un suo scritto di trent’anni fa, contenuto nel documento del Sinodo diocesano del 1984, quello che va sotto il titolo "Dalla casa alla tenda" in cui si descrive la vocazione della Chiesa nel mondo. Un testo, poetico e pastorale insieme, che ha fatto riflettere generazioni di cristiani livornesi e nel quale è visibile, in controluce, la testimonianza umana e cristiana di don Vincenzo. La tenda è un bene per l’uomo. Cammina con il popolo, si trasferisce secondo le esigenze della famiglia e per tutto il tempo necessario. Tessuta da mani esperte, ha bisogno di una terra che l’accolga, di uno spazio per estendersi. Riesce a rendersi agibile su ogni terreno. Lo spazio ricuperato lo utilizza non per sé ma perché si trasformi in abitazione per la famiglia e per chi ne fa richiesta. Chiunque può entrare o uscire, per curiosità o per bisogno. Per fermarsi qualche istante o passarvi la notte al riparo. Per conversare, mangiare o riposarsi. Non ci sono recinti, le serrature non servono, garantisce l’onestà della gente e il suo buon servizio. Riparati dentro, non si è impediti di udire il passo dei viandanti o la voce dei vicini. Si sente la pioggia picchiettare, il sibilo del vento e il calore del sole. Non è accogliente per la roba che c’è dentro, che è l’indispensabile. La sua migliore accoglienza è data dal calore umano di chi la frequenta, anche il passante occasionale si trova presto a casa sua. La cosa più bella è che Dio ce l’ha donata per mezzo di suo Figlio. "E il Verbo si fece carne e piantò la sua tenda in mezzo a noi; allora vedemmo la sua gloria (Gv 1,14) La lettura di questo brano oggi evoca un’altra immagine che è diventata famosa in questi mesi, la Chiesa come "ospedale da campo", che sintetizza in modo plastico la funzione che immagina Papa Francesco per la Chiesa di oggi. Trent’anni dopo la Chiesa è immaginata ancora come una struttura semplice, essenziale, provvisoria, capace di rispondere alle domande di senso dell’uomo contemporaneo. Nicola Sangiacomo

Discriminazione oppure no?

Il caso DELL’ASSOCIAZIONE I BALUARDI Ricostruiamo la cronaca di una vicenda che ha occupato le pagine dei giornali nazionali e locali in questi giorni n questi giorni è arrivata sulle cronache nazionali la vicenda dell’Associazione I Baluardi, esclusa dai progetti Scuola Città del Comune di Livorno.

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DOMANDA E RISPOSTA A Marzo 2013 (nei termini di legge stabiliti) l’associazione “I Baluardi” (nata a Lucca nel 2006, su iniziativa di alcune famiglie toscane, per dare vita ad attività che promuovessero e sostenessero la famiglia come nucleo della vita sociale con la certezza che non può esistere società senza famiglia) presenta domanda al CRED per essere inserita tra le proposte formative per gli istituti scolastici del territorio (programma Scuola Città). Dopo numerose telefonate agli uffici competenti per conoscere l’esito della domanda, nelle quali ai responsabili dell’Associazione viene assicurato che è difficile venire esclusi dal progetto, passano settimane senza alcuna comunicazione. In Agosto, uno dei collaboratori dell’Associazione si reca al CRED per saperne di più e gli viene detto che la domanda è stata respinta e quindi il progetto non è stato inserito nel fascicolo che viene consegnato alle scuole ad inizio anno. L’associazione pretende una risposta scritta che motivi l’esclusione, ma solo dopo insistenze e due incontri con il Sindaco, la responsabile del CRED Lilia Bottigli risponde così: «Il programma "ScuolaCittà" è composto da progetti (in parte ideati dai tecnici di queste Attività Educative ed in parte proposti da soggetti esterni) rivolti alla scuola con la finalità dell’innovazione e della qualificazione dell’offerta educativo-didattica. Lo Staff tecnico di queste Attività Educative (composto da n.2 psicologhe e n.9 pedagogiste) ha il compito di verificare/validare i progetti proposti da soggetti esterni tenendo, tra altro, conto sia delle richieste (in particolare di conferma e/o estensione di interventi) delle scuole, che dell’"impatto" - come possibilità di integrazione, perturbazione, straniamento - degli interventi su/ne la realtà delle stesse. Il progetto "Conosci il tuo cuore?!" proposto da Codesta Associazione poiché appare, di massima, finalizzato alla formazione della persona - è stato ritenuto poco congruo rispetto alla

Una questione «di famiglia» Il dibattito in CONSIGLIO COMUNALE

Chiarimenti, ma non troppo DI

NICOLA SANGIACOMO

l caso dell’associazione “I Baluardi”, salito alla ribalta della Imenici cronaca nazionale grazie al puntuale racconto che Chiara Done ha fatto su Avvenire, è diventato oggetto di dibattito politico in città e, nel giro di un paio di giorni, è arrivato all’attenzione del Consiglio Comunale. In quella sede istituzionale, su una richiesta di chiarimenti della consigliera Bottino, prima l’assessore Roncaglia e poi il sindaco Cosimi sono intervenuti per definire il loro punto di vista sulla questione. L’assessore ha ammesso “l’inopportunità e l’inidoneità” della motivazione che il Cred ha portato a sostegno dell’esclusione del Progetto dell’associazione “I Baluardi”, il sindaco ha detto che le vere motivazioni erano quelle sulla congruità nel merito del progetto stesso, confermando poi, sostanzialmente, che lo scontro era sul fatto che l’associazione considera per statuto che l’unica forma di famiglia da tutelare è quella fondata sul matrimonio, mentre il Comune ne accoglie anche altre che hanno, a suo parere, gli stessi diritti di quelle che si formano con il matrimonio. Apprezziamo la tempestiva disponibilità al chiarimento, rimaniamo perplessi sulla sostanza. L’assessore Roncaglia il giorno precedente aveva firmato un comunicato stampa che ribadiva le motivazioni espresse dal Cred; il sindaco Cosimi, evidentemente, ci vuole far sapere che nel nostro Comune è già stata completata una revisione dell’articolo 29 della Costituzione nel quale, al momento, in Italia si legge così: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. richiamata finalità del disponibile per quanto di programma "Scuolacompetenza». Città" ; inoltre il nominato Staff tecnico ha LO STUPORE altresì ritenuto non DELL’ASSOCIAZIONE inserire - in un Il responsabile programma rivolto alla dell’associazione Camillo Palermo, insieme ai scuola di oggi in cui sono collaboratori di Livorno presenti bambini/ragazzi Massimo Cenerini, appartenenti a famiglie Gabriele Cuchel e eterogenee per Giancarlo Cauteruccio composizione, cultura, restano stupiti dalla valori, etc una proposta risposta del segnatamente Comune. “Il orientata sul È la progetto che piano culturale ed Costituzione avevamo – ideologico che riconosce presentato raccontano quale quella la famiglia riprende un contenuta nel Vostro come società formula diffusa a progetto. naturale livello Riconoscendo fondata sul europeo a Codesta (“Protege tu Associazione matrimonio corazon”), il cui Statuto che riguarda sostiene che l’educazione/prevenzione "l’unica forma familiare nei confronti dei possibile [è quella] preadolescenti. È quindi fondata sul matrimonio un percorso già tra un uomo ed una sperimentato. La nostra donna e sulla reciproca associazione è fedeltà [oggi] attaccata riconosciuta in tutta la [da] modelli familiari Toscana e da tempo offre alternativi" - la legittimità incontri di della promozione dei approfondimento e propri principi fondanti, orientamento anche per lo stesso Staff tecnico ha le scuole. Ma il nostro tuttavia valutato che sconcerto si basa l’impostazione del soprattutto sul fatto che, progetto in questione tra le motivazioni potesse creare disagio in dell’esclusione, emerge bambini/ragazzi educati come discriminante il con/a diverse sensibilità. principio, in cui noi Sperando di aver crediamo, per il quale il sufficientemente chiarito matrimonio sia fondato ed evidenziando, in sull’unione tra un uomo e ultimo, che l’assenza nel una donna. Ma questo programma "Scuolanon è un “orientamento Città" non impedisce a culturale e ideologico” Codesta Associazione di come contestato, bensì proporre il proprio una legge della progetto alle scuole del Costituzione. È la nostra territorio - resto

Carta che riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Oltretutto poi la partecipazione al progetto proposto sarebbe stata una libera scelta dei ragazzi e dei genitori e non avrebbe fatto parte dell’orario scolastico obbligatorio, pertanto i ragazzi che avrebbero potuto sentirsi “a disagio” avrebbero avuto anche piena libertà di non partecipare». GLI ARTICOLI SU AVVENIRE E L’INCONTRO CON L’ASSESSORE Dopo la denuncia dell’Associazione apparsa su Avvenire il 22 Marzo scorso, il Comune ha replicato con una lettera dell’assessore Roncaglia in cui spiegava che non si era trattato di una discriminazione, ma della scelta di sostenere progetti “innovativi” per l’attività didattica, anche se poi si ribadiva il giudizio sullo Statuto dell’Associazione. A seguito di un ulteriore articolo uscito il 23 Marzo l’assessore ha chiesto un incontro. Lunedì 24 Marzo abbiamo parlato con l’assessore Roncaglia che ha ammesso l’inopportunità della motivazione: «È stato un errore. La risposta del Centro Risorse Educative del Comune di Livorno all’associazione ’I Baluardi’, in merito alla loro esclusione dai progetti Scuola Città, avrebbe dovuto riferirsi alla congruità del

progetto e non certo al loro statuto». «Il fascicolo – ha spiegato ancora Roncaglia - che raccoglie i progetti presentati al Comune che vanno ad integrare la proposta formativa degli istituti scolastici del territorio, riguarda aree disciplinari e scolastiche diverse, che non prendono in esame la sfera valoriale e la costruzione della personalità, Pertanto la proposta ’Conosci il tuo cuore?!’, presentata dall’associazione, non aveva i requisiti per entrare in questo tipo di progetti, mentre, potrebbe essere presa in esame per altri percorsi da offrire a ragazzi e genitori». IN CONSIGLIO COMUNALE Nel frattempo quello stesso giorno il Consiglio Comunale discuteva proprio sulla vicenda de I Baluardi. E il sindaco Cosimi in diretta streaming ha ribadito che non c’è stata discriminazione nei confronti dell’associazione, anche se ha poi commentato il caso, affermando, a proposito del progetto, che certe tematiche legate all’affettività e alla sessualità andrebbero demandate a pedagoghi e psicologi più che ad una associazione. Sempre a parere del sindaco l’elemento di scontro, in questa vicenda, è diventata la famiglia fondata sul matrimonio. Secondo l’associazione - e anche secondo la Costituzione – l’unica forma di famiglia ammissibile. Mentre il Comune di Livorno, spiega il primo cittadino, accoglie anche forme di famiglie diverse. «Per noi dove c’è la convivenza, l’amore e i figli, quella è una famiglia che ha ogni diritto come le altre». Il primo cittadino ha sottolineato come la questione sia diventata una polemica strumentale, motivo di scontro a livello politico, vista la campagna elettorale per le prossime amministrative. Ma a smentire questo aspetto è la stessa associazione ’I Baluardi’ che tiene a precisare come dietro la loro denuncia non esista affatto una dietrologia, tantomeno politica. Interesse dell’associazione è quello di proporre percorsi di formazione per ragazzi, tesi a rafforzare la personalità e porsi come prevenzione verso episodi di bullismo, nel rispetto della persona e soprattutto in conformità con la legge italiana.


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

Il Seminario: un’avventura sconvolgente e coinvolgente ivolgiamo alcune domande al Rettore del Seminario Vescovile di Livorno, mons. Paolo Razzauti, sulla sua esperienza di formatore e, più in generale, sul suo ministero sacerdotale.

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Don Paolo, se dovesse descrivere con poche parole la sua esperienza di Rettore del Seminario (ndr Don Paolo svolge dal 2011 il servizio di Rettore), quali userebbe? «Un’avventura sconvolgente e coinvolgente». Un bilancio di questa esperienza «Dopo 32 anni di vita di parrocchia, dopo 8 anni di servizio come Vicario Generale e 10 mesi di Amministratore Diocesano, ritenevo di poter ridurre la mia vita attiva e di potermi dedicare maggiormente alla preghiera, alla meditazione, alla lettura e, magari, a qualche buona passeggiata. Lo Spirito, però, soffia quando e

Per conoscere meglio la realtà del seminario, i ragazzi e gli educatori che la vivono ogni giorno pubblichiamo un’intervista al rettore monsignor Paolo Razzauti e ai due seminaristi che Domenica saranno ammessi agli Ordini sacri dove vuole e, probabilmente, in un giorno di libeccio ha soffiato in maniera diversa sul Vescovo tanto da indurlo a chiedermi questo servizio. Non avrei mai pensato, nella mia vita di prete, di trovarmi ad essere il Rettore del Seminario, in quanto ho sempre visto la mia vita di prete come un servizio da vivere in mezzo alla gente, lungo le strade della città. Ed a questo punto si comprende come i disegni di Dio non sempre sono i nostri disegni: in poche settimane mi sono trovato catapultato in una nuova vita; da "single" ad impostare la mia giornata sulla vita comunitaria con orari che scandivano ogni momento di essa.

Mi sono trovato a dover discernere sulla vita di giovani che chiedevano di poter iniziare un cammino verso il sacerdozio; mi sono trovato a dover rispondere al Signore, in una maniera ancora più forte di quella parrocchiale, di scelte che non coinvolgevano solo me ma anche e direttamente altri. Lo sconvolgimento è stato veramente grande e soltanto attraverso l’aiuto della preghiera e l’accompagnamento del Vescovo ho potuto vivere certi momenti ed affrontarli con serenità. In questi anni ho ascoltato diversi giovani che chiedevano di essere accolti e, mentre ad alcuni ho dato risposta affermativa, a diversi altri ho dovuto dare,

con amarezza e serenità, una risposta negativa. E’ il discernimento che ogni giorno deve essere vissuto e fatto in questo servizio, nella speranza di fare la scelte meno peggiori e, soprattutto, di poter accompagnare coloro che vengono accolti con la paternità, l’amicizia e l’autorevolezza necessarie per loro. E’ da tutto questo che posso riaffermare quanto dicevo prima: la vita del Rettore è sconvolgente e coinvolgente». Quali sono le direttive fondamentali che ha posto a base di questo servizio? «Questo servizio richiede un mix di tenerezza e severità e soprattutto la capacità di trovare degli itinerari propri per ciascun ragazzo, perché ciascuno di loro ha bisogno non soltanto di regole comuni ma, anche e soprattutto, di percorsi nei quali poter riconoscere la propria chiamata e la strada per

discernere il proprio itinerario verso il Signore. Ritengo mio compito saper accompagnare questi ragazzi in un itinerario che li aiuti a scoprire la loro umanità ed insieme la loro spiritualità, perché un domani possano essere innanzitutto uomini veri per essere dei buoni Sacerdoti». Il fatto di essere Rettore ha arricchito il suo essere Sacerdote? «Certamente quella del discernimento è un’esperienza che si esercita anche nella vita parrocchiale, soprattutto nel discernimento delle vocazioni laicali e dei servizi ai quali i laici sono chiamati. In Seminario quest’aspetto cambia in parte, ma vivendo ogni giorno a contatto direttamente con i ragazzi diviene ancora più responsabilizzante ed impegnativo. Sicuramente è un aspetto diverso del mio servizio sacerdotale e, quindi, arricchente il mio sacerdozio».

Claudio Votino e Lorenzo Bianchi saranno ammessi agli ordini sacri

La Chiesa riconosce la nostra vocazione La Santa Messa sarà celebrata alle 18,30 presso la Chiesa di San Sebastiano dove Claudio svolge il suo servizio pastorale omenica 30 marzo la comunità del Seminario vivrà un momento importante: l’Ammissione agli Ordini Sacri dei seminaristi Claudio Votino (35 anni) e Lorenzo Bianchi (26 anni). A loro abbiamo chiesto cosa significa per la loro vita questa tappa del cammino verso il Sacerdozio.

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CLAUDIO: È un momento cruciale della mia vita, fino ad ora nel silenzio ho seguito le vie del mio cuore, ora davanti al Vescovo chiederò ufficialmente alla madre Chiesa e a tutta la Comunità di prendersi cura della mia vocazione e di aiutarmi nel discernimento verso il Sacerdozio. Non sono più io ma è la Chiesa stessa che si fa da ora innanzi garante della mia

chiamata e si impegna a guidarmi verso la meta, proprio come due fidanzati che chiedono ai loro genitori di riconoscere il loro amore e di essere aiutati a discernere i loro cuori verso la consacrazione del loro amore. LORENZO: «Lampada ai miei passi è la tua Parola» (Sal 118) riassume bene la strada che sono chiamato a percorrere. La vocazione al Sacerdozio è iniziata con un appello a dare tutto me stesso, pronto a seguire Cristo nella via che mi si è aperta davanti. Ogni mio passo deve essere illuminato e guidato dalla luce d’amore e di meditazione che offre la Parola di Dio, concretizzata nella Chiesa. Procedendo per questa strada potrò essere anche io un «servo per amore». Nelle foto: in alto il momento del pranzo nel refettorio del Seminario Gavi e sotto da sinistra Lorenzo Bianchi e ClaudioVotino, che saranno ammessi agli Ordini Sacri

Pagina a cura del seminarista Andrea Salomone

Il Seminario aperto Il 13 marzo il Seminario ha partecipato all’adorazione eucaristica presso la Parrocchia S.Giovanni Bosco per esprimere la propria solidarietà al parroco don Luciano Musi vittima di un pestaggio in chiesa. Il 17 marzo si è svolto il primo appuntamento del cineforum coordinato dal dott. Umberto Del Corona, prossime date delle proiezioni sono

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Dal SEMINARIO

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TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

30 marzo 2014

Agenda del VESCOVO

VENERDÌ 28 MARZO Nella mattina, udienze laici in vescovado 11.30 benedizione pasquale all’associazione Anffas 12.00 cerimonia della posa della prima pietra del nuovo complesso parrocchiale Beata Madre Teresa di Calcutta

Diocesi informa NEL 450° ANNIVERSARIO DELLA MADONNA DI MONTENERO “Ero carcerato e siete venuti a trovarmi”

SABATO 29 MARZO 9.00 il Vescovo assiste all’ordinazione di un diacono della chiesa greco cattolica romena alla chiesa dei Greci Uniti 11.00 S. Messa per la festa di S. Disma (vedi box in pagina) 16.00 Convegno diocesano "Carità a la carte? No! Dimensione dell’azione ecclesiale" presso il nuovo centro caritas Sorgenti di Carità in Via Donnini

FESTA DI SAN DISMA Protettore dei detenuti SABATO 29 MARZO ALLE 11.00 Santuario di Montenero S. Messa presieduta da mons. Simone Giusti In quest’occasione sarà presentato il libro dal titolo "L’altra libertà" Premio Nazionale "Emanuele Casalini" 12ma edizione- Bollate 2013

DOMENICA 30 MARZO 9.45 S. Messa e cresime alla chiesa della SS.ma Trinità (Cappuccini) 14.30 incontro con i genitori dell’AC di Pisa al Santuario di Montenero 18.30 S.Messa e ammissione agli ordini sacri di Lorenzo Bianchi e Claudio Votino, alla chiesa di San Sebastiano LUNEDÌ 31 MARZO 9.30 S. Messa per il ritiro dell’Apostolato della preghiera alla chiesa di San Matteo 21.15 incontro con l’equipe di pastorale giovanile in vescovado MARTEDÌ 1 APRILE Nella mattina udienze clero in vescovado 12.00 S. Messa di Pasqua all’Istituto di Studi teologico Interdiocesano a Camaiore 21.15 in occasione della visita pastorale al VI vicariato, incontro con i volontari Caritas alla chiesa di SS. Cosma e Damiano a Nugola MERCOLEDÌ 2 APRILE Nella mattina, udienze clero in vescovado 18.30 consiglio affari economici diocesano in vescovado GIOVEDÌ 3 APRILE 9.00 consiglio episcopale in vescovado 11.00 il Vescovo partecipa presso il terminal crociere, alla cerimonia di consegna della medaglia alla direzione marittima di Livorno per il soccorso prestato alla Concordia 18.00 S. Messa in occasione della Pasqua del giornalista in vescovado 19.45 incontro conviviale del Rotary club, allo yacht club VENERDÌ 4 APRILE 10.00 S. Messa precetto pasquale della Folgore e conferimento delle cresime al Santuario di Montenero 19.00 via crucis del VI vicariato alla chiesa di SS.Cosma e Damiano a Nugola SABATO 5 APRILE 9.00 incontro con i partecipanti al Rypen (Rotary club) a Castiglioncello 11.00 incontro con gli studenti della diocesi di Reggio Emilia in vescovado 18.00 S. Messa di Pasqua per tutti gli operatori della scuola alla chiesa di N.S. di Lourdes a Collinaia DOMENICA 6 APRILE 10.00 in occasione della visita pastorale al VI vicariato, S. Messa e assemblea parrocchiale alla parrocchia di SS. Cosma e Damiano a Nugola 16.00 in occasione della visita pastorale al VI vicariato, incontro con i ragazzi della parrocchia di S. Martino a Parrana

BREVI DALLA DIOCESI

Borgo di Magrignano: Posa della prima pietra della nuova chiesa VENERDÌ 28 MARZO ALLE 12.00 Presso il Borgo di Magrignano, cerimonia della posa della prima pietra del nuovo complesso parrocchiale "Beata Madre Teresa di Calcutta" (ingresso da via della Padula)

Karol Wojtyla il Musical VENERDÌ 28 MARZO ALLE 21.00 Al PalaModigliani, il musical sulla vita di Papa Giovanni Paolo II dal titolo "Karol Wojtyla. La vera storia"

Run4life SABATO 29 MARZO ALLE 10.00 Ritrovo presso il Gazebo della Terrazza Mascagni, camminata di 3km e corsa di 6 km, per aiutare i bambini del Caritas Baby Hospital di Betlemme

Serra Club LUNEDÌ 31 MARZO ALLE 18,00 Presso la sala Fagioli, in Vescovado, via del Seminario 61, Mons. Paolo Razzauti, rettore del Seminario Vescovile e Vicario per la città di Livorno, terrà una conferenza sul tema: "Cristianesimo e Cristianità nella società livornese". L’ incontro, aperto a tutta la città, è organizzato dal Serra Club presieduto da Paolo Lugetti.

Parrocchia S. Andrea Castiglioncello GIOVEDÌ 3 APRILE ALLE 17.30 E ALLE 21.15 Per continuare la riflessione sull’Eucaristia,dopo l’incontro con la teologa Marinella Perroni, la comunità incontra il liturgista Andrea Grillo.

Consulta Femminile LUNEDÌ 7 APRILE ALLE 16.00 Presso l’Auditorium del Museo di Storia Naturale, incontro sul tema "Il ruolo della nutrizione nell’evoluzione umana e nella promozione della salute". Intervegnono il prof. Luca Benzi, la dott.ssa Silvia Pala e Viviana Accarino.

Percorsi di luce LUNEDÌ 7 APRILE ALLE 21.00 Presso la cripta della chiesa del Sacro Cuore (Salesiani) incontro spirituale per le persone separate, divorziate e risposate.

UFFICIO REGIONALE TOSCANO PER L’IRC E LA PASTORALE SCOLASTICA In preparazione all’incontro del 10 maggio p.v. con Papa Francesco,abbiamo pensato di organizzare anche in Toscana un momento di incontro e di riflessione sul tema "La Chiesa per la scuola… noi per la scuola" Ci aiuterà nella riflessione DON MAURIZIO VIVIANI (responsabile dell’Ufficio per la Pastorale scolastica della CEI) Saranno con noi: MONS. ALBERTO SILVANI, Vescovo di Volterra (delegato CET per la Pastorale scolastica el’Insegnamento della Religione Cattolica) MONS. GIOVANNI PAOLO BENOTTO, Arcivescovo di Pisa L’incontro si svolgerà a Pisa SABATO 29 MARZO DALLE ORE 15,00 ALLE 18,30 nell’aula magna dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose Istituto Santa Caterina, con ingresso da Piazza Santa Caterina n.4.


TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO SPUNTI DI RIFLESSIONE: QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA.........

«Ascolta la mia voce, quando ti invoco» IX. CHI SI GLORIA SI GLORI NEL SIGNORE (Dalle Omelie di san Basilio Magno, vescovo. Om. 20 sull’umiltà,c. 3; PG 31, 530-53) Il sapiente non si glori della sua sapienza, né il forte della sua forza, né il ricco delle sue ricchezze (cfr. Ger 9, 22-23). Ma allora qual è la vera gloria, e in che cosa è grande l’uomo? Dice la Scrittura: In questo si glori colui che si gloria: se conosce e capisce che io sono il Signore. La grandezza dell’uomo, la sua gloria e la sua maestà consistono nel conoscere ciò che è veramente grande, nell’attaccarsi ad esso e nel chiedere la gloria dal Signore della gloria. Dice infatti l’Apostolo: " Colui che si gloria, si glori nel Signore" e lo dice nel seguente contesto: " Cristo è stato costituito da Dio per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, affinché come sta scritto: Chi si gloria si glori nel Signore" (1 Cor 1, 31). Il perfetto e pieno gloriarsi in Dio, si verifica quando uno non si esalta per la sua giustizia, ma sa di essere destituito della vera giustizia e comprende di essere stato giustificato nella sola fede in Cristo. E proprio in questo si gloria Paolo, il quale disprezza la propria giustizia, e cerca quella che viene da Dio per mezzo di Gesù Cristo cioè la giustizia nella fede. Conosce lui e la potenza della sua risurrezione, partecipa alle sue sofferenze, è reso conforme alla morte di lui per arrivare in quanto possibile alla risurrezione dai morti. Cade ogni alterigia e ogni superbia. Niente ti è rimasto su cui poterti gloriare, o uomo, poiché la tua gloria e la tua speranza sono situate in lui, perché sia mortificato tutto quello che è tuo e tu possa ricercare la vita futura in Cristo. Abbiamo già le primizie di quella vita, ci troviamo già in essa e viviamo ormai del tutto nella grazia e nel dono di Dio. Dio è lui " che suscita in noi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni" (Fil 2, 13). È ancora Dio che, per mezzo del suo Spirito, rivela la sua sapienza destinata alla nostra gloria. Dio ci dà la forza e il vigore nelle fatiche. "Ho faticato più di tutti loro" dice Paolo: "non io però, ma la grazia di Dio che è con me " (1 Cor 15, l0). Dio scampa dai pericoli al di là di ogni speranza umana. " Noi ", dice, " abbiamo ricevuto su di noi la sentenza di morte, per imparare a non riporre fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti. Da quella morte egli ci ha liberati e ci libererà per la speranza che abbiamo riposto in lui che ci libererà ancora " (2 Cor 1, l0).

X. LA PASSIONE DI TUTTO IL CORPO DI CRISTO (Dai " Commenti sui salmi" di sant’Agostino, vescovo. Salmo 140, 4-6; CCL 40, 2028-2029) Commento al salmo 140. 1. CRISTO PREGÒ PORTANDO LA NOSTRA UMANITÀ. "Signore, a te ho gridato, accorri in mio aiuto" (Sal 140, 1).

Questo lo possiamo dire tutti, ma fu detto da Cristo più specialmente in persona del corpo, perché mentre era quaggiù, pregò portando la nostra umanità, pregò il Padre in persona del corpo. Mentre infatti pregava, da tutto il suo corpo stillavano gocce di sangue, secondo quanto troviamo nel vangelo: "Gesù pregò più intensamente, e sudò sangue" (Lc 22, 44). Che cosa significa questa effusione di sangue da tutto il corpo, se non la passione che tutta la Chiesa continua a sopportare nei suoi martiri? 2. LA TRIBOLAZIONE CONTINUA. Signore, a te ho gridato, accorri in mio aiuto; ascolta la mia voce quando ti invoco" (Sal 140, 1). Credevi che fosse già terminata la pena del gridare, quando dicevi: "Ho gridato a te ". Hai gridato, sì, ma non crederti ormai al sicuro. Se fosse passata definitivamente la tribolazione, non occorrerebbe più gridare; ma, se la tribolazione della Chiesa, cioè del corpo di Cristo, continua sino alla fine del mondo, non dire soltanto: "Ho gridato a te, accorri in mio aiuto ", ma aggiungi: "ascolta la mia voce, quando ti invoco ". 3. OFFERTI SULLA CROCE CON CRISTO. "Come incenso salga a te la mia preghiera, le mie mani alzate come sacrificio della sera" (Sal 140, 2). Ogni cristiano sa che questa espressione viene attribuita al capo stesso. Infatti sul finire della sera il Signore esalò in croce il suo spirito, che poi di nuovo avrebbe ripreso. Non lo esalò infatti contro la sua volontà. Però siamo stati raffigurati anche in questo caso. Qual parte di lui, infatti, pendeva dalla croce, se non ciò che aveva assunto da noi? Ed allora, come potrebbe avvenire che in un dato momento il Padre lasci e abbandoni l’unico suo Figlio, che è con lui un solo Dio? Tuttavia Cristo, crocifiggendo la nostra debolezza sulla croce, in cui, come dice l’Apostolo: " Il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con Lui" (Rm 6, 6), gridò con la voce della nostra stessa umanità: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" (Sal 21, 1). 4. IL SACRIFICIO VESPERTINO. Questo, dunque, è il sacrificio

vespertino: la passione del Signore, la croce del Signore, l’offerta della vittima di salvezza, l’olocausto gradito a Dio. E nella sua risurrezione cambiò quel sacrificio vespertino in offerta mattutina. La preghiera, dunque, che si eleva incontaminata da un cuore fedele, sale come incenso dal santo altare. Niente è più gradito del profumo del Signore. Di questo soave profumo olezzino tutti i credenti. "Il nostro uomo vecchio, sono parole dell’Apostolo, è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato (Rm 6).

XI. BEATI I PURI DI CUORE PERCHÉ VEDRANNO DIO Dal "Libro ad Autolico" di san Teofilo di Antiochia, vescovo. Lib. I, 2. 7; PG6, 1026-1027. 1035) 1. I SENSI DEL CORPO. Se dici: Fammi vedere il tuo Dio, io ti dirò: Fammi vedere l’uomo che è in te, e io ti mostrerò il mio Dio. Fammi vedere quindi se gli occhi della tua anima vedono e le orecchie del tuo cuore ascoltano. Infatti quelli che vedono con gli occhi del corpo, percepiscono ciò che si svolge in questa vita terrena e distinguono le cose differenti tra di loro: la luce e le tenebre, il bianco e il nero, il brutto e il bello, l’armonioso e il caotico, quanto è ben misurato e quanto non lo è, quanto eccede nelle sue componenti e quanto ne è mancante. La stessa cosa si può dire di quanto è di pertinenza delle orecchie e cioè i suoni acuti, i gravi e i dolci. 2. I SENSI DELL’ANIMA. Allo stesso modo si comportano anche gli orecchi del cuore e gli occhi dell’anima in ordine alla vista di Dio. Dio, infatti, viene visto da coloro che lo possono vedere cioè da quelli che hanno gli occhi. Ma alcuni li hanno annebbiati e non vedono la luce del sole. Tuttavia per il fatto che i ciechi non vedono, non si può concludere che la luce del sole non brilla. Giustamente perciò essi attribuiscono la loro oscurità a

se stessi e ai loro occhi. Tu hai gli occhi della tua anima annebbiati per i tuoi peccati e le tue cattive azioni. Come uno specchio risplendente, così deve essere pura l’anima dell’uomo. Quando invece lo specchio si deteriora, il viso dell’uomo non può più essere visto in esso. Allo stesso modo quando il peccato ha preso possesso dell’uomo, egli non può più vedere Dio. Mostra dunque te stesso. Fa’ vedere se per caso non sei operatore di cose indegne, ladro, calunniatore, iracondo, invidioso, superbo, avaro, arrogante con i tuoi genitori. Dio non si mostra a coloro che operano tali cose, se prima non si siano purificati da ogni macchia. Queste cose ti ottenebrano, come se le tue pupille avessero un diaframma che impedisse loro di fissarsi sul sole. 3. IL MEDICO DELL’ANIMA. Ma se vuoi, puoi essere guarito. Affidati al medico ed egli opererà gli occhi della tua anima e del tuo cuore. Chi è questo medico? È Dio, il quale per mezzo del Verbo e della sapienza guarisce e dà la vita. Dio, per mezzo del Verbo e della sapienza, ha creato tutte le cose: infatti " Dalla sua parola furono fatti i cieli, e con il soffio della sua bocca ogni loro ornamento " (Sal 32, 6). La sua sapienza è infinita. Con la sapienza Dio ha posto le fondamenta della terra, con la saggezza ha formato i cieli. Per la sua scienza si aprono gli abissi e le nubi stillano rugiada. Se capisci queste cose, o uomo, e se vivi in purezza, santità e giustizia, puoi vedere Dio. Ma prima di tutto vadano innanzi nel tuo cuore la fede e il timore di Dio e allora comprenderai tutto questo. Quando avrai deposto la tua mortalità e ti sarai rivestito dell’immortalità, allora vedrai Dio secondo i tuoi meriti. Egli infatti fa risuscitare insieme con l’anima anche la tua carne, rendendola immortale e allora, se ora credi in lui, divenuto immortale, vedrai l’Immortale. Dal terzo fascicolo dei Quaderni di Santa Giulia, a cura di mons. Mauro Peccioli. Adattamento dalla seconda lettura dell’Ufficio delle Letture della Liturgia delle Ore secondo il Rito Romano, Tempo di QUARESIMA

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Speciale QUARESIMA

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LA SETTIMANA DI LIVORNO

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Teologia e pittura nella mostra al Regina Mundi organizzata dal CIF e Centro Culturale della San Paolo di Livorno

LE DONNE DELLA BIBBIA

Nuovo look per la Fortezza Nuova

e donne del Centro Italiano Femminile LCulturale della Regione Toscana e del Centro San Paolo di Livorno, hanno voluto proporre nel mese dedicato alla donna una lettura femminile della Bibbia, a partire da una serie di originalissimi e bellissimi quadri della nota pittrice Maria Paola di Ferrara. Essa da diversi anni collabora con queste aggregazioni laicali per stimolare incontri dove a partire da tematiche che solitamente vengono affidate ai teologi si possa invece dare voce e spazio al “genio femminile” molto decantato dal Magistero di Giovanni Paolo II e ripreso a chiari note anche da Papa Francesco in questi ultimi mesi. Ed ecco che la teologhe Barbara Pandolfi di Pisa e la Pastora Battista Lidia Giorgi di Livorno-La Spezia si sono ritrovate nei pressi della Casa per ferie Regina Mundi lungo il litorale pisano per dare uno sguardo al poco conosciuto mondo femminile della Bibbia che contrariamente a quanto si pensa sono concretissime donne che tessono la trama feriale della storia e non mancano di incidere anche nella vita pubblica per audacia, carisma, saggezza e profezia. L’Arciverscovo di Pisa , Monsignor Paolo Benotto, nel saluto iniziale ha invitato a non limitare la domanda su cosa sia la donna ma quale sia l’identità dell’essere umano avendo come punto di riferimento un’antropologia biblica dove uomo e donna non vengono presi in considerazione singolarmente ma in relazione a Dio. C’è certamente il singolo, ma insieme maschio e femmina nella loro complementarietà rendono feconda la loro relazione. L’uomo riconosce se stesso vedendo la donna e lui non si completa senza di lei e viceversa. La cultura odierna purtroppo isola, frammenta l’individuo assolutizzandolo e così facendo distrugge la socialità e la relazione. La teologa Barbara Pandolfi, tralasciando le più note figure femminili evangeliche ha invece presentato Gesù come colui che non solo si circondava dei dodici apostoli, ma anche da donne che lo seguono durante tutta la sua missione. Sono donne che dialogano con Lui e il Vangelo di Giovanni ce ne presenta alcune che sono addirittura “capaci di teologia e fanno meglio degli uomini”. Emblematiche a tal proposito le figure della Samaritana e di Maria di Magdala che è stata la prima donna a cui Cristo apparve quando è risorto. La Pastora Battista Lidia Giorgi considerando le donne dell’Antico Testamento ha voluto ricordare come alcune purtroppo, hanno subito violenze ma accanto a queste ve ne sono altre che hanno avuto un ruolo importante nella storia di Israele. Fra le figure positive abbiamo Miriam, la sorella di Mosè che con il suo canto e la sua danza insegna alle figlie di Israele a fare teologia, a leggere l’azione di Dio nella storia e a ricondurre soltanto a lui l’onore e la gloria. Debora, l’unica donna alla quale la Bibbia attribuisce il titolo di “giudice” e “profetessa”. Essa non temette il confronto con i potenti: la parola di Dio la rese libera, capace d’ascolto e discernimento e sulle montagne di Efraim ascoltò i problemi che affliggevano il popolo, e ristabilì la giustizia e la pace. Abigail, donna saggia che seppe tessere la pace insegnando a Davide la sapienza del perdono da suscitare in lui meraviglia e da fargli esclamare: “ Benedetto il Signore Dio d’Israele, che ti ha mandato oggi incontro a me. Benedetto il tuo senno e benedetta tu che sei riuscita ad impedirmi oggi di giungere al sangue e a farmi giustizia da me”. Sono state ricordate Rut, Ester, Rachele, Agar, Anna, Giuditta, Rebecca, Susanna che nel percorso espositivo proposto dalla nota pittrice ferrarese Maria Paola Forlani si sono rese a noi visibili attraverso una calda luce e dei colori brillanti mentre il segno espressivo morbido e sinuoso ci ha condotto in un’analisi introspettiva che ha colto la bellezza femminile in un intimo matrimonio del corpo con l’anima di donne nelle quali il fascino della bellezza fisica è unita al fascino della bellezza interiore. Mo.C.

rande successo di pubblico per la riapertura della Fortezza Nuova. L’antico baluardo cinquecentesco, chiuso al pubblico da gennaio 2009 riapre, nella sua area a parco, dopo una serie di interventi principalmente finalizzati alla messa in sicurezza del complesso monumentale, offrendo alla città oltre 35 mila mq di aree a verde attrezzate che si affacciano su una delle parti più belle di Livorno. L’inaugurazione è stata caratterizzata da musica, danze, laboratori e arte alla presenza del sindaco Alessandro Cosimi e dell’assessore alla cultura Mario Tredici. Tante le iniziative per grandi e piccini: percorsi guidati alla scoperta della storia della Fortezza Nuova; laboratori per la realizzazione degli orti in cassetta; laboratori per la costruzione di aquiloni; attività di animazione per i bambini basate sulla lettura; laboratori di arte circense. Contemporaneamente

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Dopo cinque anni riapre uno dei simboli della città di Livorno: la Fortezza Nuova. Per l’occasione inaugurata la mostra “A Spagnoli”

nella Sala degli Archi è stata inaugurata la mostra "A Spagnoli, 1960-1970", una personale dedicata all’artista livornese Renato Spagnoli oggi ottantacinquenne che con le sue "composizioni" astratte, ha preso parte alle più prestigiose mostre d’avanguardia d’Europa. Ventitre le opere in mostra, tra dipinti, sculture e installazioni realizzate nel decennio che va dal 1960 al 1970, "Alle origini dell’Arte" di Spagnoli, quando l’artista cominciò a maturare opere

dominate dalla reiterata presenza della lettera A, quella lettera divenuta tra l’altro segno urbano nella nostra città grazie alla monumentale A realizzata per piazza Attias nel dicembre 2011. La mostra "A Spagnoli", curata da Antonella Capitanio, ( il titolo gioca sul doppio significato di dedica ma anche sull’evocazione dell’opera segno, la "A" appunto) rimarrà aperta al pubblico fino al 6 aprile con orario 10-12 e 17-19 (escluso il lunedì). L’ingresso è gratuito.

I LAVORI La Sala degli Archi era già stata aperta al pubblico nell’aprile dello scorso anno per ospitare progetti espositivi temporanei. E’ stata riaperta con la mostra di Vittorio Corsini "Incipit vita nova" e, da quella data, è stata sede di numerose iniziative: mostre fotografiche (Toscanità per la Festa della Toscana, Emergency) mostre pittoriche (RoArt) ed altri eventi. Con gli interventi realizzati nel corso di questi ultimi mesi sulla Fortezza è stata

ripristinata, dove possibile, la stabilità dei manufatti antichi , comprese gran parte delle recinzioni e dei percorsi; così come è stata assestata la pavimentazione della galleria di accesso e ripristinato il sistema di illuminazione a pavimento già presente, oltre alla pulizia della volta e delle pareti interne. Gli antichi paramenti murari presenti all’uscita della galleria sono stati interessati da una specifica opera di consolidamento. Elena Cerini

Santa Caterina accoglie il Sacro Militare Ordine Costantiniano di S.Giorgio

I cavalieri della croce n vecchio proverbio recitava "San U Benedetto, la rondine sul tetto"! Oggi di rondini se ne vedono poche e la Liturgia ricorda il santo Patriarca del monachesimo occidentale l’11 Luglio. Cogliendo ugualmente l’occasione per celebrare la memoria del Transito di San Benedetto, che la Liturgia ricordava il 21 Marzo, nella chiesa di Santa Caterina da Siena Mons. Simone Giusti, Vescovo di Livorno, ha celebrato nei giorni scorsi una Messa solenne alla presenza dei Cavalieri e Dame del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, assegnando al Parroco, don Donato Mollica, l’incarico di Cappellano e Assistente spirituale e alla chiesa della Venezia il titolo di chiesa dell’Ordine Costantiniano. Il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio è un ordine cavalleresco legato alla casata dei Borbone di Napoli, le cui origini vengono tradizionalmente fatte risalire all’imperatore Costantino, costituito dopo la vittoria contro Massenzio a Ponte Milvio, grazie al favore divino della visione della croce in cielo con la scritta "In hoc signo vinces". L’Ordine si

propone la glorificazione della croce, la propagazione della fede cattolica e la difesa della Chiesa a cui è strettamente legato. Condizione necessaria, infatti, per divenire membri dell’Ordine, è professare la religione Cattolica Apostolica Romana. L’Ordine, inoltre, si propone anche di dare il suo maggior contributo d’azione e di attività alle opere di beneficenza. Il Gran Maestro è Sua Altezza Reale il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie e Duca di Castro, mentre il Gran Priore è il cardinale Raffaele Renato Martino. Nel mese di Gennaio la Delegazione dei Cavalieri della Toscana ha chiesto al nostro Vescovo di poter operare nell’ambito della Diocesi e Mons. Giusti ha accolto favorevolmente tale proposta, incoraggiando l’entusiasmo dei Cavalieri dell’Ordine Costantiniano ad essere presenti sul territorio labronico. In questo anno in cui si ricordano i quattrocentocinquanta anni della proclamazione della Madonna di Montenero a patrona di Livorno, non rimane che affidarsi alla Vergine di

Montenero, San Benedetto e San Giorgio affinché intercedano presso l’Onnipotente, e questo seme di bene, gettato nel terreno della nostraDiocesi, possa attecchire, germogliare e portare buoni frutti per il Regno dei Cieli. m.b.


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

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■ IL CULTO A MARIA DI MONTENERO a cura di don Luca Giustarini

Correva il 21 settembre 1684, l’anno della micidiale influenza

ell’agosto del 1684 si sviluppava a Livorno una micidiale influenza di febbri così maligne,che nei 4 mesi che infuriò si calcola 2000 ammalati di continuo con una mortalità giornaliera di circa 50 persone al giorno; con un bilancio totale di circa 10 mila colpiti e 3 mila morti. A quel tempo Livorno contava 11 mila abitanti. Il popolo allora volse lo sguardo alla Madonna di

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Montenero e il governatore Alessandro Del Borro pregò i Padri Teatini di benedire la città con l’icona della Madonna dal sacro Colle. Allora venne eretto un grande altare appoggiato ad un muro che,in quel tempo, divideva il Sagrato del Santuario dalla vigna e la mattina del 21 settembre vi fu collocata l’Immagine; intanto in città, nel Duomo, veniva cantata la Messa della Madonna

alla presenza del Civico Magistrato. Quando da Montenero si elevò una colonna di fumo era questo il segnale convenzionale tutte le campane della città cominciarono a suonare,dalla Fortezza Vecchia e dalle navi in Porto lo sparo dei cannoni,una parte della popolazione era a Montenero e quella

rimasta in città si inginocchio per le piazze e strade e perfino sui tetti delle case. Appena fu data la benedizione l’aria si rasserenò, i venti scacciarono la nebbia

ed ogni vapore infausto,la contagiosa influenza cominciò a diminuire ed il territorio di Livorno si vide ristabilito in perfetta salute.

Nessuno osò portare via l’immagine di Maria Il giansenismo in Toscana e il Granduca Pietro Leopoldo l giansenismo è una dottrina teologica che Iratatentò di modificare il cattolicesimo, elabonel XVII secolo da Giansenio (15851638), il quale fondò la sua costruzione teologica sull’idea che l’uomo nasce essenzialmente corrotto e quindi destinato a fare necessariamente il male, e che, senza la grazia di Dio, l’uomo non può far altro che peccare e disobbedire alla sua volontà, e che alcuni umani sono predestinati alla salvezza mentre altri no. In Toscana le idee gianseniste vennero abbracciate dal Granduca Pietro Leopoldo e dal Vescovo di Pistoia Scipione de Ricci che nel 1786 convocò il Sinodo di Pistoia ove si cercò di riformare la Chiesa.Il sinodo si svolse in sette sessioni dal 19 settembre 1786 al 28 dello stesso mese. Diversi furono i decreti emanati dal sinodo: Sulla fede: la professione di fede di Pistoia è ortodossa; si attacca però il culto del Sacro Cuore, ritenuto una adorazione illegittima perché separa e divide l’unica persona del Cristo, adorando l’umanità separata dalla divinità; Sulla Chiesa: la Chiesa ha il compito di conservare il deposito della fede e della morale, la cui verità sta nell’antichità (le aggiunte posteriori sono false); la vera Chiesa è la comunità dei pastori di Cristo di cui il papa è soltanto il capo ministeriale; Sulla grazia e sulla predestinazione: gli ultimi secoli hanno oscurato la verità, per cui bisogna ritornare all’antichità, in particolare alla dottrina di sant’Agostino; Sui sacramenti: come Trento, riconosce il numero di sette, e per ognuno ne stabilisce la dottrina. Sulla preghiera: il sinodo mette in guardia dalle false devozioni (Sacro Cuore, Via Crucis), regola le altre (specialmente quelle mariane), condanna l’adorazione di false immagini miracolose, obbliga a togliere dalle chiese ogni immagine o statua che non siano quelle che fanno riferimento ai misteri di Cristo; si sopprimono gli altari laterali nelle chiese; Sul culto pubblico: onori al sovrano, ufficio dei defunti ogni domenica in parrocchia, riforma del breviario, riduzione delle novene, delle processioni, delle feste; trasferimento delle feste in domenica. Per il de’ Ricci, questo sinodo doveva rappresentare il primo passo per la nascita di una chiesa nazionale, indipendente da Roma. Il sinodo durò dieci giorni e il lavoro consistette praticamente nell’approvazione di decreti già preparati in precedenza. Lo spirito generale del sinodo, antiromano e anticuriale, è palese in alcuni articoli: conferma degli articoli gallicani del 1682, approvazione di tesi care ai giansenisti (condanna del Sacro Cuore, degli esercizi spirituali, delle missioni popolari), fusione di tutti i religiosi in un solo ordine, soppressione dei voti di povertà ed obbedienza. Il de’ Ricci poi si adoperò perché le decisioni di Pistoia divenissero patrimonio comune dello Stato. Ma il concilio nazionale celebrato a Firenze nel 1787, che avrebbe dovuto

confermare le decisioni pistoiesi, rappresentò invece uno smacco per il Ricci: la maggior parte dell’episcopato toscano si mostrò sfavorevole a Pistoia. Ci fu pure un attacco del popolo pratese alla sede vescovile della città, poiché il Ricci aveva screditato la Sacra Cintola. Inoltre, nel 1790 Pietro Leopoldo lasciava la Toscana per il trono austriaco: il vescovo pistoiese perdeva così il suo appoggio e dovette rassegnare le dimissioni (1791). Nel 1794, con la bolla Auctorem Fidei, papa Pio VI condannò 85 tesi approvate dal sinodo, bollandone 7 come eretiche e altre come "scismatiche, erronee, sovversive della gerarchia ecclesiastica, false, temerarie, capricciose, ingiuriose alla Chiesa e alla sua autorità,

conducenti al disprezzo de’ sacramenti e delle pratiche di santa Chiesa, offensive alla pietà dei fedeli, che turbavano l’ordine delle diverse chiese, il ministero ecclesiastico, la quiete delle anime; che si opponevano ai decreti Tridentini, offendevano la venerazione dovuta all Madre di Dio, i diritti de’ Concilii generali". Scipione de’ Ricci, relegato nella sua villa di Rignana ove è sepolto, solo nel 1805, in un incontro con papa Pio VII a Firenze, abiurò le sue tesi. Le tesi gianseniste non riuscirono a distogliere il nostro popolo dalla devozione alla Madonna e nessuno osò portare via la Miracolosa immagine dal Santuario di Montenero.

IL 3 APRILE ALL’EX CINEMA AURORA

UN SORRISO PER LA TANZANIA l Centro Mondialità Sviluppo Reciproco, in collaborazione con l’ex Cinema Aurora, è lieto di presentare l’evento "Un sorriso per la Tanzania" che si terrà Igiovedì 3 Aprile presso il teatro "ex cinema Aurora", Viale Ippolito Nievo 28, Livorno, con la partecipazione del comico livornese Giovanni Bondi. L’intero ricavato sarà devoluto a sostegno del progetto "Una luce per chi nasce", un’iniziativa nata dall’esigenza di dare visibilità al problema della mortalità infantile in Tanzania e aiutare tutti quei bambini che rischiano la vita al momento della nascita a causa della mancanza di apparecchiature ospedaliere appropriate e delle condizioni di estrema precarietà igienico-sanitarie che purtroppo rappresentano una sempre più diffusa realtà soprattutto per le popolazioni che si trovano lontane dai centri più grandi della regione e che per questo mancano di strutture adeguate per accogliere e accompagnare le mamme durante il parto. Il diritto alla vita è il primo dei diritti che dovrebbero essere garantiti all’uomo e per questo è necessario impegnarci affinché esso diventi una realtà per tutti, una piccola grande certezza che per noi è scontata ma che per molte popolazioni è un traguardo ancora lontano. Nello specifico il ricavato dell’evento contribuirà al finanziamento per la costruzione e l’impianto di pannelli solari attraverso i quali verrà ricavata l’energia necessaria per il funzionamento e il mantenimento delle apparecchiature ospedaliere adeguate all’interno dei dispensari medici situati nelle zone rurali della regione all’interno dei quali le mamme vengono accompagnate e sostenute durante il parto. L’ingresso sarà a offerta libera con un contributo minimo di 4 euro più il costo della tessera soci ACI per chi non la possiede (5 euro). La serata sarà all’insegna dello humour con la caratteristica simpatia che contraddistingue i labronici "doc" e con l’augurio di riuscire a donare altrettanti sorrisi anche a chi vive situazioni di difficoltà.

Nell’anno di MARIA

La prima Benedizione


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