IL GRANELLO di senape di Eleazar
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217
Dentro di me c’è una sorgente molto profonda. E in quella sorgente c’è Dio. A volte riesco a raggiungerla, più sovente essa è coperta da pietre e sabbia: allora Dio è sepolto. Allora bisogna dissotterrarlo di nuovo.
lasettimana.livorno@tiscali.it
(E. HILLESUM)
Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
10 aprile 2011
Dall’econo-mia all’econo-nostra
nostra parte è creare le condizioni perché Dio parli alla nostra vita. Lda aTroppo spesso ci sono cose, situazioni, persone che possono distrarci questo ascolto. Rientrare in se stessi, riscoprire il valore del silenzio interiore non è un’operazione intimistica, di ripiegamento su di sé: è invece permettere a quella sorgente d’acqua viva, che il Signore ha posto nel profondo del nostro cuore, di irrorare di vita tutto il nostro essere e operare, il nostro esistere e relazionarci con gli altri.
PROGETTO CULTURALE DIOCESANO IL PROGETTO CULTURALE A SCUOLA
QUANDO L’ECONOMIA SI MISURA CON L’AUMENTO DELLA FELICITÀ DI
NICOLA SANGIACOMO
n approccio nuovo all’economia, non ancora molto conosciuto, ma già sperimentato da U tante aziende nel mondo, e anche nel nostro
DI LUCA LISCHI
l Progetto Culturale della Diocesi con il patrocinio della Provincia e del Comune di Livorno e la collaborazione del Movimento dei Focolari ha offerto alla città una giornata di studio con il professor Luigino Bruni e alcuni imprenditori che aderiscono all’Economia di Comunione. Sono stati coinvolti giovani studenti e adulti in modo da lasciare un messaggio a tutte le generazioni. Sono stati scelti due luoghi di «sapienza», l’Istituto Vespucci e la Facoltà di Economia e Legislazione dei Sistemi Logistici a Villa Letizia con l’obiettivo di coinvolgere gli studenti. Al Vespucci hanno partecipato anche due classi dell’Isis Niccolini-Palli. Interessanti e ricchi di stimoli di riflessione i contributi, capaci di far pensare, di andare in profondità e di smuovere le coscienze. Utili per riflettere sui nostri modi di vita, troppo frenetici e incentrati più sull’io che sul noi. Ancora più utili per comprendere che è urgente rivedere i nostri stili di vita per riconquistare tempi e spazi vitali. Per riallacciare relazioni solide con noi stessi, con gli altri e con i beni, che non sono illimitati. Dall’econo-mia all’econo –nostra. Dall’io al noi. Dalla
I
«Perché la vera felicità non è nell’avere più ricchezza in termini di Pil, ma nell’avere relazioni sociali»
cultura centrata sul mio alla cultura del noi, del dare. Perché la vera felicità non è nell’avere più ricchezza in termini di Pil, ma nell’avere relazioni sociali, nel donarsi, nel volere bene all’altro! Tutto
sta nel trovare rapporti umani «nuovi» se vogliamo che l’economia cambi altrimenti «se ciascuno segue i propri interessi rischia di tagliare il ramo su cui siamo seduti». Questo significa che occorre
Le parole del Presidente KUTUFÀ
La persona al centro di tutto l Presidente della Provincia di Livorno, Giorgio Kutufà, al termine conferenza “Economia di comunione” che si è svolta all’IstituItodella Tecnico Commerciale Vespucci di Livorno, ha così commentato: «In un mondo di economia globalizzata diventa indispensabile mantenere la coesione sociale. E’ una competizione cui si deve partecipare tutti, senza lasciare nessuno indietro.» «In questa interessante iniziativa con gli studenti del Vespucci che hanno incontrato esperti del settore abbiamo constatato, numeri ed esempi alla mano, che ciò è possibile.» «Dobbiamo continuare a lavorare per porre la persona al centro ed allontanare quei processi economici che disumanizzano e sostituiscono la finanza al lavoro, la ricchezza per il lusso di pochi alla crescita per la valorizzazione di molti.» «Come ha detto il prof. Luigino Bruni, dobbiamo passare da una econo-mia ad una econo-nostra.»
ripensare all’economia alimentandola soprattutto di «spirituale», non possiamo ritenere che noi abbiamo bisogno solamente di tv, di internet, di gratta e vinci e di pacchi! Senza vita interiore e spiritualità non c’è speranza: resta solo il consumismo. Ecco allora l’importanza di investire in relazioni. Si sta meglio quando si alimentano le relazioni con gli altri. I beni relazionali sono beni che hanno come radice la gratuità e quindi mettono al primo posto il rispetto dell’altro, nelle sue differenze e anche nelle sofferenze che procura l’altro (la ferita dell’altro). Questo nostro mondo (e quindi noi) però ama più le merci delle persone. Il nichilismo oggi è nel presentare tutto come beni di consumo e basta, mettendo sempre in secondo piano il valore dell’uomo. L’imprenditore nell’economia di comunione desidera mettere al centro le relazioni, i rapporti umani e fare di questi i fondamenti per raggiungere la bellezza della felicità, più facile da conquistare quando la ricchezza si condivide, si dona agli altri!
Paese. Un’economia che misura la ricchezza non attraverso la crescita del PIL (Prodotto Interno Lordo) ma anche attraverso la felicità che sanno procurare la bellezza dei luoghi e la fecondità delle relazioni umane. E’ questa l’Economia di Comunione. Destinata probabilmente a rimanere un fenomeno di minoranza, ma autorevoli studiosi hanno già parlato di minoranza profetica che, con le sue logiche controcorrente, potrebbe influenzare la trasformazione dei modelli economici capitalistici, quelli che hanno dimostrato, in questi anni, di non reggere alla prova della storia. Nata venti anni fa su ispirazione di Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento dei Focolari, l’Economia di Comunione è stata citata anche da Benedetto XVI nella sua recente enciclica sociale Caritas in Veritate. Inclusione dei più deboli, cooperazione con aziende dei Paesi del Terzo Mondo, destinazione vincolata di parte dei profitti (che devono comunque esserci) alla solidarietà nei confronti dei più poveri, sono queste alcune delle caratteristiche fondamentali di questa visione economica che punta a creare un modello di sviluppo del mondo sostenibile. Nella giornata di studio, promossa dal Progetto Culturale nelle scuole cittadine, sono stati lanciati dei messaggi alla città che era rappresentata dalle sue Istituzioni politiche: non sostituiamo le vecchie ideologie con quella nuova del consumismo, investiamo nella famiglia, nelle relazioni sociali, nella bellezza per far crescere la felicità dei cittadini, quello a cui deve mirare chunque abbia a cuore il bene di tutta la città Gli studenti delle scuole superiori Vespucci e Palli e quelli universitari della Facoltà di Logistica hanno vissuto la singolare esperienza di ascoltare un professore universitario parlare di Economia con le categorie della felicità, della bellezza, delle relazioni umane, delle virtù civili. Qualcuno ha già detto che non lo dimenticherà, il mio augurio è quello di farne davvero tesoro per diventare un giorno parte di quelle minoranze profetiche che, nella storia, hanno saputo cambiare il mondo.