IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
14 aprile 2013
di mons. Alberto Ablondi
La Pasqua è Gesù che ci salva con il suo amore. proprio per questo il suo messaggio non può essere offerto solo ai credenti! Credenti e non credenti, infatti, sempre, ma soprattutto oggi, hanno tanto bisogno di amore e tanto bisogno di salvezza. Ma, credenti e non, corrono un grave rischio: quello di cercare da una parte l’amore e dall’altra la salvezza e finiscono spesso per trovare solo dell’apparente amore che proprio non salva; e delle provvisorie salvezze, perché non vengono dall’amore. [...] Il Gesù della Pasqua unisce questi due grandi bisogni dell’uomo: il desiderio di amore e di salvezza. Ci salva dalla morte offrendo a tutti la sua resurrezione, ci salva dalla disperazione rivelando la presenza del Padre, ci salva dall’isolamento rendendoci tutti fratelli, ci salva dalla colpa dando il perdono e indicando la vera via della pace che inizia dalla coscienza di ognuno. Pasqua 1980
LA VISITA AD LIMINA
Un riassunto per Papa Francesco: la Livorno cattolica del 2013 Tra Madonna di Montenero e «lobby» per i poveri el corso della Visita ad Limina Petri dei Vescovi della Toscana, N che si svolge in questa settimana, monsignor Simone Giusti avrà un incontro diretto con Papa Francesco per esporre la situazione della
Felici e bellissime «coincidenze» 2000 anni dalla sua morte Maria continua ad essere viva e a elargire aiuto alle persone che la invocano con fede e purezza di cuore. La testimonianza più vicina e viva è il Santuario di Montenero, dove la sacra icona della Vergine concede ogni giorno centinaia di Grazie. Non ultima la guarigione di un bambino affetto da un male gravissimo, ma da quando sono a Livorno sono venuto a conoscenza perlomeno di sei casi di persone che hanno ricevuto Grazie dalla Madonna di Montenero». Le parole del Vescovo, espresse durante l’omelia di Pasqua, hanno ricordato a tutti la realtà vera e attualissima dei miracoli, portando alla luce anche un fatto concreto avvenuto recentemente al Santuario. Il caso del piccolo, raccontato dal Vescovo è stato confermato dal parroco di Montenero don Luca Giustarini, testimone oculare della vicenda. “Il padre del bambino è arrivato da me una sera – ha raccontato il sacerdote disperato, dopo la diagnosi della malattia del figlio piccolissimo ricoverato al Meyer di Firenze: un tumore al cervelletto. Aiutami ti prego, mi ha detto: il bambino è stato battezzato qui a Montenero, la Madonna mi deve aiutare! Ci siamo inginocchiati insieme e abbiamo invocato Santa Gemma perché chiedesse per noi la Grazia alla Madonna. E così è stato: oggi il bimbo è sano e la malattia non ha lasciato conseguenze. Questo è il secondo caso – ha rivelato don Luca – di un bambino con questa stessa patologia, guarito grazie all’intercessione di Maria di Montenero, pregata proprio in questo luogo di devozione.
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La storia di un bambino guarito e molte altre storie di invocazioni di Grazie alla Madonna di Montenero: il vescovo Simone si esprime sulle vicende emerse negli ultimi mesi Sulla vicenda il vescovo non è l’unico caso… Simone è intervenuto un altro bambino, diverse volte, incalzato dai qualche tempo fa… la giornalisti: “Per adesso non stessa situazione… e possiamo parlare di poi ancora tanti altri, miracolo – ha affermato che invocando la monsignor Giusti – ma Vergine hanno indubbiamente si tratta di ricevuto aiuto, sostegno, è stato quasi addormentato Grazie. Pensate ad una consolazione… parliamo e adesso sembra ricevere famiglia disperata perché il allora di “tante felici nuove scosse: si sono proprio piccolo sta male e coincidenze”!! moltiplicati infatti e con dopo pochi giorni tutto si “Certo è che negli ultimi una intensità davvero risolve nel migliore dei casi tempi – ha continuato il grande, i casi di persone che e senza lasciare strascichi… Vescovo –ho notato una invocano con fede la bravissimi i dottori, certo, le “ripresa di attività” al Madonna e ne ricevono percentuali di “riuscita” Santuario di Montenero, aiuto… arriveranno anche i dell’intervento erano alte, l’ho paragonato ad un miracoli? Può darsi! certo anche questo, ma può vulcano che per molti anni Quando i segni saranno darsi anche che inequivocabili, allora qualcuno da lassù abbia aprirò la commissione “guidato” l’intervento, scientifica e medica per Anche al Papa il Vescovo abbia sostenuto i verificarli, ma nel racconterà delle Grazie medici, abbia protetto il frattempo spero che della Madonna bambino e donato livornesi, e non, speranza ai genitori! continuino a ricorrere di Montenero e di come Parliamo pure di “felice all’aiuto di Maria e a il Santuario sia luogo coincidenza”… pregarla con fede!” di invocazioni e preghiere c.d. ricordiamoci però che
Livorno e la Madonna di Montenero i racconta che l’immagine di Maria di Montenero venne rinvenuta in circostanze “miracolose” intorno Squadro alla metà del 1300 e che un pastore storpio ricevette l’ordine di trasportarla sul monte, laddove il stesso “gli facesse segno col rendersi grave e pesante”. Altri attribuiscono la tavola al pittore pisano Jacopo di Michele, detto Gera, e probabilmente questo fu uno dei quadri “sopravvissuti” alla distruzione di molte icone mariane, decisa in quel tempo. Da Livorno, meta di naviganti di ogni paese, il culto di Maria di Montenero, la cui custodia venne nel frattempo affidata ai monaci Vallombrosani, si diffuse velocemente, al punto che ne ritroviamo tracce non solo in Italia, ma anche in Svizzera, in Grecia, in Africa. Il popolo labronico nelle vicende dei secoli è sempre ricorso a questa immagine invocandola soprattutto nei momenti di difficoltà. I più eclatanti furono il disastroso terremoto del 27 gennaio del 1742: la Madonna operò il miracolo ed il sisma non provocò alcuna vittima; da allora i livornesi fecero voto che avrebbero iniziato il carnevale solo dopo quella data. Ed i bombardamenti del 1943, a cui seguì la “peregrinatio Mariae” in tutte le parrocchie della diocesi. Livorno, inoltre, ospitò il primo congresso mariano della storia nell’agosto del 1895, e per molti anni a seguire il nome della città fu associato a quello di Maria. Il Santuario di Montenero è tuttora meta continua di pellegrinaggi da tutta Italia e anche dall’estero. c.d.
Chiesa livornese e del territorio in cui svolge la sua attività pastorale. Un momento eccezionale in cui il Pastore della Chiesa Livornese parlerà di Livorno e dei livornesi con il nuovo Papa. Un incontro a cui monsignor Giusti si è preparato da tempo, con la collaborazione di quanti lo affiancano nell’esercizio del suo ministero episcopale. Da questa preparazione è scaturito un interessante quadro sintetico della diocesi che il Vescovo presenta al Papa. In questa pagina monsignor Giusti anticipa ai lettori della Settimana le linee di fondo su cui si articolerà la sua relazione al Papa. DI MONSIGNOR SIMONE
GIUSTI
Quando venerdì mattina avrò modo di essere davanti a Papa Francesco cosa gli dirò? Per prima cosa gli offrirò un breve quadro sintetico sull’evoluzione della Diocesi di Livorno in questi ultimi sei anni trascorsi dall’ultima Visita ad Limina Petri, avvenuta nell’aprile 2007. Gli parlerò innanzittutto di Livorno e del suo storico legame con il Santuario di Montenero. Dirò a Papa Francesco che il culto mariano verso la Madonna delle Grazie di Montenero, Patrona della Toscana, contrassegna tuttora la religiosità livornese. Il Santuario di Montenero è il vero centro spirituale di tutta la diocesi, i maggiori eventi della Diocesi o si svolgono al Santuario o hanno per oggetto proprio la Santa Vergine. Ogni mese si svolge un pellegrinaggio a piedi guidato dal Vescovo, al santuario di Montenero al quale vi è da sempre una buona partecipazione. Al Papa descriverò anche un altro appuntamento di rilievo della vita religiosa della Diocesi, la festa di S. Giulia, patrona della città. Una circostanza che unisce oltre alla realtà ecclesiale anche l’intera comunità civile, non solo per le celebrazioni liturgiche ma, in questi ultimi anni, anche in proposte collaterali, culturali, sportive, ludiche, per fare della Festa della Patrona un momento d’incontro e di identificazione religiosa dell’intera popolazione cittadina. Per quanto riguarda la religiosità della diocesi dirò che nella popolazione vi sono ancora tanti segni di appartenenza alla Comunità Cristiana (la stragrande maggioranza delle famiglie sceglie l’ora di religione per i propri figli alla scuola pubblica e le firme per l’8xmille alla Chiesa Cattolica sono nella media nazionale) ma vi sono anche segni contrari come il calo del numero dei bambini battezzati e di quello dei matrimoni e dei funerali religiosi. Della pratica religiosa dirò che il Popolo Cristiano ha nell’Eucarestia domenicale il suo fulcro, anche se la messa domenicale è su livelli nettamente inferiori alla media nazionale e da rilevamenti recenti indipendenti (facoltà di Scienze Politiche di Pisa) si attesta attorno a circa il 12%. Sul piano pastorale riferirò che in Diocesi sono presenti comunità significative e incisive sul territorio ma chiamate ad un maggiore impegno educativo verso tutti i fedeli, in primis i genitori, i giovani, i ragazzi, gli anziani. Ancora tanti sono i passi che molte comunità parrocchiali devono fare sul terreno educativo al fine di giungere a generare cristiani e a riannodare “la traditio fidei”fra le generazioni. Si sta promuovendo il rinnovamento educativo con riforme strutturali della pastorale parrocchiale dando a tutti indicazioni precise, uniformi e inderogabili per tutta la diocesi. Le Comunità sono chiamate a crescere spiritualmente e nella testimonianza missionaria nonché nel senso e nella vita della Chiesa Locale, superando il parrocchialismo. Le Comunità Parrocchiali sono attente nell’aiuto materiale al povero, iniziano ad evangelizzare i poveri e ad assumere atteggiamenti lontani dal proselitismo e portatori di un primo annuncio evangelico, ma anche su questo il cammino da fare è ancora lungo. Il Progetto Culturale Diocesano in questo senso sta dando speranza facendo crescere laici consapevoli della ricchezza del pensiero della Dottrina Sociale Cattolica e pronti a dialogare e a collaborare con tutti gli uomini di buona volontà per il bene comune del territorio, ma senza cedimenti sui valori irrinunciabili, nella piena fedeltà al Magistero. Buona è la presenza del laicato cattolico organizzato nelle Aggregazioni Laicali, vera ricchezza della Chiesa Locale; si dovrà operare per una sua crescita perché, sovente, solo nelle Aggregazioni Laicali si riesce a formare giovani e adulti cristiani vista la debolezza educativa di ancora molte parrocchie, positiva è la presenza di Associazioni storiche quali l’Azione Cattolica Italiana e l’AGESCI. Sufficiente è il numero del clero che permette di avere un parroco per ogni comunità parrocchiale anche per le più disperse, le più piccole con 200 o 300 abitanti. Un parroco, anche se anziano o malato, è quanto mai prezioso per mantenere e coltivare una vita spirituale cattolica in una comunità. Il numero delle parrocchie in diocesi è, invece, insufficiente viste le nuove realtà urbanistiche sorte soprattutto nella periferia di Livorno e pertanto sono state aperte in questo ultimo periodo due nuove parrocchie e altre dovranno essere promosse per una più attenta cura pastorale dei fedeli. Vicini alla diocesi sono molto imprenditori e diversi dirigenti di realtà produttive, molti di essi sono entrati a far parte della denominata “Lobby per i poveri”la quale ha come fine influenzare le politiche locali a favore dei poveri e reperire finanziamenti per i progetti promossi a loro favore dalla Fondazione Caritas della Diocesi. Sulla questione della scelta preferenziale per i poveri riferirò nel dettaglio delle tante realtà diocesane a servizio degli ultimi e dei progetti in cantiere per potenziare ancora questa presenza della Chiesa nel territorio diocesano.