La Settimana n. 15 del 22 aprile 2012

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IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

22 aprile 2012

di monsignor Ezio Morosi

l Sacramento del Matrimonio incarica gli sposi di essere Idella portatori della novità evangelica, dell’amore, dell’onestà, giustizia, del servizio, del perdono, della solidarietà… tutti valori che possono ridare “ossigeno” al mondo. È una missione che può sembrare troppo grande, ma Colui che fa nuove tutte le cose cammina accanto agli sposi. Il Matrimonio cristiano dona un cuore nuovo e rende capaci di amare come ama Dio. Il Matrimonio cristiano è un chiamata divina, a vivere una visione nuova del rapporto tra uomo e donna, è un invito a guardare in alto, dove un’altra comunione di persone vive nell’amore: la SS. Trinità.

La missione della Caritas e gli impegni del Comune: due braccia diverse che devono collaborare per sostenere le situazioni di povertà. L’intervista a suor Raffaella Spiezio, presidente della Fondazione Caritas, dopo il dibattito degli ultimi giorni, a proposito dei fondi per il sociale

Non giriamo le spalle ai poveri

PROGETTO CULTURALE Convegno giuridico

Matrimonio, un cantiere aperto egli ultimi giorni sulla stampa si è molto parlato di carità, di fondi destinati ai poveri, di progetti, ecc… A leggerla così sembra quasi che ci sia un contrasto tra chi è in prima linea nell’aiuto ai più deboli, ma in realtà non è così come la fanno apparire? «Ho letto ciò che è emerso dai giornali… La comunicazione mediatica spesso per creare interesse si prende l’onere di essere la piattaforma del confronto e del dialogo, ma sappiamo bene che solo l’incontro e la relazione portano a costruire qualcosa di positivo. I giornali hanno il prezioso compito di far conoscere ciò che accade nella nostre città, di "tenere alta l’attenzione" sui temi di maggiore importanza. Nuove povertà si sono affacciate in modo prepotente nel tessuto sociale locale ed è necessaria, oggi più che mai, una vera coesione per offrire risposte efficaci e concrete. È necessario interrogarsi sulle cause e prevenirle. L’emergenza abitativa, lo ripeto ancora una volta, non è la sola povertà che affligge il nostro territorio, pur costituendone l’apice. La Caritas ogni giorno si interroga, progetta e, con creatività, cerca di trovare risposte alle diverse fragilità. È da ammirare anche il grande servizio che tante caritas parrocchiali svolgono sul territorio, offrendo sostegno ai servizi sociali. Quando incontro i responsabili delle Caritas o le assistenti sociali spesso raccontano di come è viva e forte questa sinergia. La Chiesa, attraverso la Caritas, ha una missione specifica che, è bene ricordare, non coincide propriamente con il "fare" attività. La Caritas è un organo pastorale chiamato ad

N

Verso nuove forme di consenso nel matrimonio civile ?

Suor Raffaella Spiezio ricorda l’ispirazione e la metodologia delle Caritas e sottolinea l’importanza di fare squadra per i progetti caritativi: «Noi non siamo solo un braccio esecutivo gratuito di altri» evangelizzare e testimoniare la carità. Ci ricorda che è il principio dell’amore a guidare la nostra vita e per questo è necessario essere segno di comunione. La Caritas si propone di educare la società al senso della solidarietà e della fraternità, attraverso una pedagogia dei fatti, che concretamente si sviluppa attraverso le opere ed i servizi gestiti dalla Fondazione Caritas Livorno Onlus. Essa è chiamata a rispondere a quelli che sono i bisogni dell’uomo, senza guardare la provenienza, la religione, l’etnia, la residenza anagrafica, ecc… Tutto questo avviene nella donazione quotidiana e nell’amore gratuito di tanti volontari e operatori. "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date…" (Mt 10,8). La carità è essenza irrinunciabile della Chiesa: se prendessimo i Vangeli e strappassimo le pagine dove Gesù si relaziona con i poveri rimarremmo con poche pagine tra le mani. Facciamo solo ciò che per vocazione ci è chiesto. Il Vescovo e la Caritas hanno il compito di animare e sensibilizzare, in concreto significa indicare all’attenzione e alla coscienza di tutti i bisogni reali della gente, i problemi, le sofferenze fisiche e morali, le varie espressioni di povertà e

di emarginazione vicine e lontane. Questa è la sua azione profetica». QUALI SONO LE CONVENZIONI ATTUALI TRA COMUNE DI LIVORNO E FONDAZIONE CARITAS? «Le convenzioni al momento sono: - Contributo per mensa, pasti a domicilio e pacchi viveri (88.074,00 euro) - Emergenza abitativa (77.835,24 euro) - Convenzione Carte Kalibra e Contratti collaborativi (13.000,00 euro) A tutto questo però mi sento di aggiungere che la Caritas svolge tantissimi servizi nella piena gratuità. L’80% delle persone che incontriamo e serviamo ogni giorno non sono assistiti da nessuno. Mi riferisco al servizio nelle carceri, svolto nella piena gratuità da tantissimi volontari. A questo proposito è doveroso un ringraziamento ed un ricordo speciale a Wally Sgherri Seller che ci ha lasciato qualche mese fa. Per non parlare dei servizi ai senza fissa dimora, ai tantissimi immigrati presenti nel nostro territorio, delle risposte al bisogno di casa ed accoglienza che vanno al di là di quanto previsto dalle convenzioni già presenti. Nel trimestre gennaio - marzo abbiamo, nella sola struttura

DI

NICOLA SANGIACOMO

el futuro si puo’ ipotizzare di potersi sposare senza N andare davanti al Sindaco o a un suo delegato per esprimere pubblicamente il reciproco consenso: è

del Porto di Fraternità, accolto le richieste di 11403 persone. È importante, a mio avviso, ribadire che centro della Caritas è la gratuità! Questo è possibile perché ci proponiamo di seguire passo dopo passo la provvidenza e confidiamo sulla generosità delle persone cercando di valorizzare al massimo il dono ricevuto». COSA MANCA ANCORA? «Forse è meglio chiedersi cosa è possibile fare ancora! Mi auguro che la collaborazione costruita fino ad oggi diventi sempre più concreta, fattiva e si rinforzi. Noi non possiamo assolutamente, e non vogliamo, sostituirci al Comune perché ha dei chiari diritti e doveri ed è questo che si aspetta ogni cittadino. La situazione di povertà crescente ci chiede di essere seduti allo stesso tavolo per rispondere al meglio e con attenzione, senza sprecare risorse ed energie. Questo non vuol dire che la nostra collaborazione debba essere percepita solo come funzionale: non siamo solo un braccio esecutivo gratuito di altri! Concludo rinnovando il nostro impegno a trovare cammini comuni perché al centro del nostro agire e delle nostre scelte ci sia sempre la persona, soprattutto quella che si trova in maggiori difficoltà». c.d.

questa l’ipotesi che sta alla base della riflessione del prossimo convegno giuridico promosso dal Progetto Culturale. La famiglia è ancora in testa ai desideri degli italiani, secondo anche quanto rilevano le indagini statistiche più autorevoli, anche molto recenti. Nella nostra città tuttavia il numero dei matrimoni celebrati con solo rito civile sta subendo un vistoso calo. Il grande desiderio di famiglia e la diminuzione complessiva dei matrimoni è una contraddizione solo apparente se pensiamo al notevole aumento delle convivenze, che spesso costituiscono la forma sempre più utilizzata per costruire di fatto una famiglia aperta anche alla generazione di figli. Un fenomeno rilevante che merita di essere approfondito, senza perdere di vista il significato fondamentale della formazione di una nuova famiglia e il suo grande rilievo sociale, riconosciuto anche dalla Costituzione italiana. Se il principio a cui si ispira la legislazione del nostro paese è quindi la tutela della famiglia, come nucleo fondante della nostra società, diventa prioritario definire, in ambito legislativo, quando questa puo’ dirsi validamente formata. La forma attuale di manifestazione del consenso al patto matrimoniale prevede una dichiarazione esplicita da realizzarsi in forma pubblica e solenne davanti a un pubblico ufficiale; ma non è stato sempre così e non è detto che questa modalità debba restare immutata anche in futuro. All’interno della commissione giuridica del Progetto culturale è così maturata una riflessione che mira a capire se, nell’attuale realtà sociologica, si possano configurare nuove forme di manifestazione del consenso matrimoniale, diverse da quella tradizionale che conosciamo. Lo scopo di questa ricerca è quello innanzitutto di arrivare a tutelare il soggetto debole della coppia che, in caso di convivenza che non sia confluita nel matrimonio, risulta privo di diritti essenziali anche se ha formato di fatto una famiglia e ha generato dei figli. Una questione rilevante che, come ha anticipato il Vescovo nel corso del recente incontro dei cattolici impegnati in politica, ispira il prossimo convegno giuridico programmato per venerdì 11 maggio sul tema "Matrimonio, un cantiere aperto". Per sviluppare questa riflessione è stato programmato l’intervento di due autorevoli docenti dell’Università di Pisa, la professoressa Giardina, ordinario di diritto privato, e il professor Conforti, titolare della cattedra di diritto ecclesiastico. Coordinerà la serata di approfondimento il giudice Ugo De Carlo, responsabile della commissione giuridica del Progetto Culturale


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