IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
29 aprile 2012
di monsignor Ezio Morosi
n grande teologo parla del matrimonio come di un “secondo tempo” dell’amore. Il primo tempo è il fidanzamento. Il matrimonio non è soltanto la realizzazione dell’amore immediato che unisce l’uomo alla donna, ma la loro lenta trasformazione a contatto con l’esperienza della realtà. Il primo tempo dell’amore non scorge ancora pienamente questa realtà. L’esuberanza dei sensi e del cuore, la circonda d’incanto ricamandole intorno una trama infinita di sogno. Soltanto grado a grado si fa strada, di mano in mano che l’uno coglie nell’altro e la sa accettare, la consuetudine, l’insufficienza, la debolezza. Questo secondo tempo sopravanza di tanto il primo quanto la persona ha raggiunto la maturità del cuore che semplicemente si dona.
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Il racconto di due tifosi che hanno vissuto la tragedia davanti al televisore e poi hanno reso omaggio al calciatore con la loro presenza allo stadio. Immagini che non dimenticheranno presto
Il sorriso del «MORO» DI
MARTINA BONGINI
ilenzio, raccoglimento, partecipazione, solitamente te li aspetti entrando in una chiesa; questa volta sono la perfetta descrizione di uno stadio, lo stadio dell’Armando Picchi di Livorno che martedì 17 aprile ha rivolto l’ultimo saluto ad uno degli ultimi giocatori arrivati in città; un ragazzo giovane, che in punta di piedi è entrato nello spogliatoio della nuova squadra e che ha lasciato il segno con il suo silenzio, la sua grinta e il suo sorriso, Piermario Morosini. Livorno ha perso un suo “bimbo”, sconosciuto a molti ma oggi nei pensieri di tutti, come spesso accade in queste occasioni. La storia del “Moro”, la sua lotta quotidiana con una vita che lo aveva visto crescere forse troppo in fretta, portandogli via gli affetti più cari, una vita alla quale però sorrideva sempre perché nonostante tutto sapeva di essere amato. Un insegnamento che in particolar modo i tifosi porteranno nel cuore, che non dimenticheranno, perché Piermario ha perso la vita sul campo con la maglia amaranto. Riccardo e Gianluca, sono due di loro, due ragazzi che sabato scorso seguivano la loro squadra del cuore in televisione quando all’improvviso i loro occhi hanno visto che qualcosa non quadrava «subito» ci racconta Gianluca «ci siamo accorti che la cosa era grave, non era un semplice malore, ma inconsciamente non pensavamo al peggio». «Dai volti dei compagni e degli avversari abbiamo capito che la cosa era
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piuttosto grave - continua Riccardo - subito, la televisione, la radio, i siti internet mandavano aggiornamenti sullo stato di salute di Piermario, fino a quando purtroppo abbiamo ricevuto la notizia che non avremmo mai voluto ricevere». Quella notizia che in poche ore ha fatto non soltanto il giro d’Italia, fermando tutti i campionati di calcio, ma che ha raggiunto tutto il mondo. I tifosi ma soprattutto la città di Livorno, si sono stretti intorno ai giocatori, ai familiari di Piermario, «la sera stessa, ci siamo sentiti in dovere di stare vicino ai ragazzi, che per lo più sono ancora giovani, magari lontano dalle loro famiglie, dagli affetti proprio come lo era il “Moro” e che si sono improvvisamente trovati a dover combattere con il dolore della morte di un proprio compagno di squadra». «Vedersi morire accanto un tuo amico, in campo, mentre stai giocando aggiunge Riccardo - credo sia un dolore inspiegabile. Le loro facce, i loro occhi gonfi, lo sguardo perso nel vuoto e la testa bassa mentre scendevano dal pullman che li riportava dalla trasferta di Pescara, sono immagini che porteremo dentro di noi per molto tempo». Dal sabato pomeriggio migliaia sono state le persone che in qualche modo hanno voluto ricordare, conoscere, la storia di questo giovane ragazzo «non solo noi tifosi ma anche famiglie che magari allo stadio non vengono, nonni, bambini, tutti insieme hanno voluto salutare Piermario», «le tifoserie delle altre squadre hanno partecipato al nostro lutto -
L’intervista della Radio Vaticana a monsignor Giusti
Se la vita è vissuta con Gesù nel cuore... Non siamo supereroi, bisogna avere il coraggio di affrontare i propri limiti, ma chi segue la via dell’amore non ha paura degli «scontri», sul campo e nella vita
presegue Gianluca - di fronte alla morte non ci sono colori che dividono, tutti indossiamo un’unica maglia, quella della sofferenza». «La commozione e il raccoglimento di quasi ottomila persone allo stadio martedì scorso non sono possibili da raccontare racconta Riccardo - il lungo silenzio, in segno di rispetto e di ringraziamento al momento della benedizione della salma da parte del Vescovo e le sue parole semplici e dirette hanno
LE PAROLE DEL GIORNALISTA RENZO MARMUGI
Un segno di croce che ha unito credenti e non credenti n discorso breve, da stadio. Monsignor Simone Giusti, il vescovo, accompagnato dal vicario mons. Paolo Razzauti, ha benedetto ieri la salma di Piermario Morosini prima della partenza U del feretro verso Bergamo dove domani si terranno i funerali. Un religioso silenzio per un funerale laico. Dentro un “Picchi” riempito da ottomila persone in un martedì qualunque. Tutti commossi, muti, non volava una mosca. Una grande dimostrazione di maturità, come, quando vuole, Livorno sa dare. E questa era un’occasione da non perdere. E’ stato un abbraccio forte, intenso, intriso di significati. «Noi siamo nati per vivere – ha detto il vescovo - nati per la vita e non per la morte. Solo con l’amore si può vincere la morte e quindi accogliere e accettare la sofferenza. Piermario, in coloro che hai amato tu sei vivo per sempre, in coloro che hai amato tu sarai per sempre. E ora tu raggiungerai i tuoi cari, salutato anche da questa città che ti ha apprezzato e voluto bene. Vai, accompagnato da tutta la nostra gratitudine. Buon viaggio». Un messaggio di commiato pieno di speranza, più che di dolore. La certezza, per un credente come è stato Piermario Morosini, che una volta superata la morte saremo tutti uniti per l’eternità. Monsignor Giusti ha pronunciato queste brevi parole in un’atmosfera di raccoglimento assoluto. E alla fine, al momento di benedire la salma, il segno della croce è stato qualcosa che ha unito anche i non credenti. Seguito da un applauso lunghissimo, incessante, prolungato fino al momento di veder uscire dallo stadio quella Mercedes metallizzata con le spoglie del “Moro”. Il coronamento più bello a una cerimonia asciutta, composta, misurata. Senza retorica e senza eccessi. Semplice ma al tempo stesso bellissima.
toccato il cuore dei presenti ed hanno lasciato il segno». «Difficile sarà ritornare allo stadio, perché quelle immagini rimarranno impresse nelle nostre menti credo a vita, ma purtroppo dobbiamo andare avanti, consapevoli che il “Moro” è morto con la maglia amaranto indosso, un ragazzo che ha lottato fino alla fine nella vita e in campo». «Per chi non è tifoso forse questo non ha molto significato - confessa Riccardo - ma per noi ha un valore importantissimo, anche se qui a Livorno è rimasto poco tempo, nei nostri cuori non ci abbandonerà mai». Livorno spesso viene citata per i molti difetti che ha, ma a fronte di tutto ciò manifesta sempre un gran cuore e una grande generosità e tutto questo affetto e riconoscimento lo dimostrano; a Morosini probabilmente sarà dedicata la gradinata dello stadio, ma la cosa più importante è che durante le prossime partite saranno raccolti fondi per l’acquisto di defibrillatori per i campi minori perché come Gianluca e Riccardo tengono a sottolineare «una vita salvata è più importante di una vittoria sul campo, ed è necessario che le strutture dove i nostri ragazzi giocano siano il più sicure possibili».
lla morte di Morosini la Radio Vaticana ha A dedicato diversi servizi, tra questi anche un’intervista a monsignor Giusti, che è possibile ascoltare cliccando sul link disponibile sul sito diocesano (www.diocesilivorno.it). Il giornalista Luca Collodi, ha chiesto al Vescovo come questa morte in diretta abbia colpito molto più di tante prediche: «La morte, quando prende un giovane, sano, e per di più mentre gioca a pallone, è qualcosa di sconvolgente. La morte è un tabù di quest’epoca: nessuno ne parla, non si riflette più sul senso della vita, ma invece è un tema da affrontare. Bisogna dirlo chiaro e soprattutto ricordarlo ai giovani, che la medicina può allungare la vita ma non vince la morte. Però c’è una strada per vincere la morte: è quella dell’amore, è quella insegnata da Cristo». Morosini ha fatto notizia anche per le vicende umane di grande sofferenza che ha vissuto, ha ricordato Collodi nell’intervista: «Sicuramente – ha risposto monsignor Giusti - quella di questo ragazzo è una testimonianza importante e significativa: nonostante il grande dolore che si portava dentro si impegnava per i familiari, per i più deboli, frequentava i campeggi parrocchiali; ha dimostrato come, con Gesù nel cuore, si possa affrontare la sofferenza e continuare a vivere nella gioia. Gesù nel cuore non è un’idea è una presenza vera, viva, che cambia la vita. Noi non siamo supereroi, abbiamo dei limiti e i ragazzi questo se lo devono ricordare. Ma occorre avere il coraggio di affrontarli i propri limiti. Pier Mario non aveva paura sul campo come nella vita, perché ha seguito la vita dell’amore». ALTRI SERVIZI A PAGINA 5 DEL FASCICOLO REGIONALE
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TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
29 aprile 2012
Un giornale per il Porto di Fraternità
Gli amici della Caritas
Simposio ecumenico 2012
Religioni a confronto
sul problema del male
erchè non dare vita ad un giornale Pavviene in cui raccontare tutto ciò che alla Caritas diocesana? È
La realtà del male si confonde con quella del peccato; la battaglia dell’uomo contro le forze del male è combattuta ogni giorno sulla terra, nel quotidiano e la lettura della Bibbia potrebbe insegnare molto su come vincere
questa una delle idee emerse nell’ambito degli incontri tra ospiti ed operatori della Caritas al Porto di Fraternità. Così uno dei volontari, Luca Santoni, ha accompagnato Ivo Barsellotti e Romano Turri a fare la loro prima intervista...e a chi se non al Vescovo??! Nei giorni che hanno preceduto la Pasqua i due nuovi giornalisti hanno incontrato monsignor Giusti in vescovado e lo hanno intervistato con una serie di domande che hanno spaziato dalla sua vocazione sacerdotale, alle sue aspirazioni giovanili, fino alla missione episcopale a Livorno; l’intervista è uscita sul numero zero del giornale distribuito in Caritas in occasione della Pasqua, ma già fervono i preparativi per l’uscita del primo numero. opo l’introduzione di monsignor Giusti al tema generale del Simposio «Le religioni e il problema del male», don Gino Battaglia, direttore ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI, interviene sul Myisterium iniquitatis , partendo dalla domanda di Ionas se sia possibile, dopo Auschwitz, credere in un Dio onnipotente e buono. Un mondo abbandonato a se stesso torna a sconfessare il mondo ordinato della Teodicea. L’esposizione del relatore evidenzia qui un profondo atteggiamento religioso che può aprire alla trascendenza di Dio, sconfiggendo i nostri tentativi di capirlo. Solo nell’amore –prosegue padre Germano Marani, docente alla Pontificia Università Gregoriana, nel suo intervento su Inferi e Inferno nella tradizione delle Chiese Orientali- è possibile capire gli Inferi, anche quelli dell’oggi, della nostra vita quotidiana e lottare per sfuggire alla presa del male. Del resto il male si può subire, ma ad esso ci si può anche ribellare, interrogandoci sul perché della sua presenza. Il rischio di oggi –è il contributo di Adriano Fabris, professore di Filosofia all’Università di Pisa, ad evidenziarlo- è di porsi male la domanda. Le due scuole, dell’ambito filosofico e dell’ambito religioso, si pongono sul livello della domanda di senso, piuttosto che nella ricerca di spiegazioni. Da qui la possibilità di distinguere il male sofferenza da quello che si chiama male morale, il peccato. La domanda è da dove proviene il male che facciamo. Se Dio lo permette è per dare spazio all’uomo, suo partner, che non lascia di accompagnare anche nella traversata del male. È così che i cristiani pensano a un Dio che si incarna e fa l’esperienza della croce per risorgere. Tra Torah, intesa come progetto di Dio, sede celeste del Signore, e Teshuwà, possibilità di riconciliazione con la comunità, si apre all’uomo la possibilità di rialzarsi e di ricominciare. Nell’interpretazione ebraica, il maestro Kaim, della Comunità ebraica di Livorno, ci propone l’albero della vita, che è la Torah, come il Principio di costruzione del mondo, nella convinzione che all’uomo, che è l’intera umanità, sia stato dato un solo comando e la tentazione è quella che l’uomo possa farsi Dio sostituendosi a Lui. Abramo è colui che riconoscendo in modo giusto Dio, risponde a Lui nella maniera giusta. Giobbe, nella lettura
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Il Soccorso dell’Ordine di Malta impegnato a livello toscano
L’esercitazione «Pegaso 2012»
ue giorni intensi di attività per i volontari del Corpo D Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta chiamati ad operare in una simulazione di emergenza determinata dal cedimento di una diga con conseguente necessità di operare sia nel settore logistico che nell’ambito sanitario. L’attività è stata eseguita presso i campi di addestramento della Brigata Paracadutisti Folgore con il coinvolgimento anche di un elicottero messo a disposizione dalla Guardia di Finanza nel quadro di un protocollo di intesa oramai ben collaudato. I gruppi della Toscana interessati hanno, in poche ore, provveduto alla installazione di una tendopoli per ospitare, oltre i volontari, un centinaio di persone. Successivamente hanno affinato le tecniche di intervento simulando il recupero di traumatizzati, che una volta trasportati in ambulanza, sono stati trattati presso il Punto Medico Avanzato del campo. Il settore logistico del Corpo operava contestualmente con le motopompe per liberare delle abitazioni dall’acqua e ripristinare la loro agibilità. «Sono felice della riuscita di questa esercitazione che è stata apprezzata sia dal Direttore Nazionale del Corpo, sia dalle Autorità Provinciali e Comunali intervenute. Mi attendo che questo tipo di attività avvicini nuovi volontari che possono contattarci presso la sede di Via Fagiuoli n. 1, o inviando una email all’indirizzo: gruppo.livorno@cisom.org, o contattandoci al 388.3423514» queste le parole piene di orgoglio del Capo Gruppo Pier Paolo Sardi. CISOM - Gruppo di Livorno Email: gruppo.livorno@cisom.org – cell. 388.3423514 – Via Fagiuoli, 1
Il Simposio del CeDoMEI di Livorno potrebbe divenire dal prossimo anno l’appuntamento nazionale di aggiornamento per tutti i delegati per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. L’idea, proposta da don Gino Battaglia, ha riscosso consensi tra i presenti alla due giorni del testo biblico offertaci da mons. Mansueto Bianchi, presidente della Commissione per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della CEI, è colui che, lasciandosi abbracciare dal Mistero luminoso e sovrarazionale, cui approda prendendo sul serio la propria umanità,vive la consegna del sofferente, che è ciascuno di noi, capace di diventare credente. Una buona lettura della Bibbia può portare a un modello di responsabilizzazione - afferma Hanz Gutierrez, docente all’Istituto Avventista di cultura biblica di Firenze, nella sua analisi del male tra antropologia e cosmologia-. Infine, incentrando la sua riflessione sulla Shoà, il pastore Paolo Ricca, docente alla Facoltà teologica
Valdese di Roma, presenta il male come seduzione. Il male può infatti travestirsi da bene ed è cosa spaventosa. La possibilità di trovarsi al confronto con lo stesso Satana è testimoniata dal esorcista, padre Damioli, parroco alla comunità di S. Sebastiano a Livorno, nella sua breve esposizione dei tormenti che il demonio non risparmia alle sue vittime. Ma credere vuol dire proprio vincere il male con il bene, individuandolo, resistendogli e combattendolo. Il Simposio si conclude con gli interventi di Antonio Cuciniello, studioso di cultura araba, e Silvio Calzolari, docente di storia delle religioni alla Facoltà Teologica dell’Italia centrale, rispettivamente sul male nell’Islam e nel Buddismo e con la testimonianza del monaco buddista Raffaello Longo della Comunità di Pomaia. Per quanto riguarda l’Islam le tre fonti sul male sono il Corano, la Sunna e il Libro della Scala. In quest’ultimo si narra di Mohammed portato dall’arcangelo Gabriele a compiere un viaggio in Cielo e nell’Inferno, considerato da alcuni studiosi come il testo alla base della Divina Commedia. Si parla anche di Satana, il tentatore, che tenta Gesù come nel Vangelo. Le tradizioni buddiste sono varie, anche se tutte riportano all’Illuminato, per il quale l’anima, insostanziale e impermanente, è legata alla nostra fisicità. Anche qui si parla di tentazioni simili a quelle di Gesù nel Vangelo e di tanti Inferni. Ma nel Buddismo tutto parte dalla mente con conseguenze positive e negative, le quali ultime devono essere contrastate e superate con l’amore. A cura del Segretariato Attività Ecumeniche di Livorno
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
L’INTERVISTA A Gianluca Montanini
Quando la «rete» trova le soluzioni
29 aprile 2012
Un’agenda della speranza per Livorno
III
Il coraggio di iniziare un’attività nuova
«La tua macelleria» La storia di Federico Iacoponi, che a ventidue anni ha deciso di aprire un negozio «di qualità» al Gabbro
Aste giudiziarie: un’Azienda livornese leader nel settore DI
ELENA CERINI
uello che più mi ha colpito della chiacchierata con Gianluca Montanini, Amministratore delegato e Rappresentante legale di «Aste Giudiziarie» non è soltanto la brillante idea che ha avuto (insieme ad altri soci): mettere online un servizio di non facile consultazione almeno per i non esperti - ma il fatto che a spingere Gianluca e i suoi soci verso questo tipo di lavoro ci sia anche la volontà di aiutare persone in difficoltà a causa di un fallimento, del pignoramento del proprio appartamento, persone che spesso non riescono ad orientarsi in un universo così farraginoso e che rischiano di non riuscire a realizzare le loro aspettative di vendita. «La nostra Azienda – racconta Montanini - ha origine dalla coincidenza della nascita della "navigazione" internet (199394) e dalla contemporanea consapevolezza che si realizzavano delle condizioni nuove e uniche per la diffusione delle informazioni tramite la «rete». Dall’esperienza di alcuni dei fondatori in merito all’attività giudiziaria e da quella di ingegneri o sistemisti, si realizzò la possibilità di avviare un progetto dedicato. Era evidente che si poteva utilizzare internet per far conoscere l’esistenza delle vendite giudiziarie che comunque si tenevano regolarmente presso i Tribunali, ma che restavano sconosciute ai più con evidente svantaggio per tutti: per il debitore che vedeva svenduta la casa, per i creditori che non recuperavano il credito. Gli unici avvantaggiati erano pochi speculatori, che sapevano come muoversi all’interno di questi meccanismi e che compravano a prezzi stracciati in assenza di concorrenza. Nel 1995 fu creata la nostra prima Azienda, «Inlinea Srl», che curò le prime pubblicazioni di vendite fallimentari (e ospitò gratuitamente il sito della Diocesi ndr) mentre nel frattempo veniva attivato uno strumento specialistico: il portale www.astegiudiziarie.it, dedicato alla pubblicazione legale delle stesse. Nel 1999 il progetto, uscito dalla fase sperimentale fu portato definitivamente avanti grazie alla creazione di una società appositamente costituita, l’attuale Aste Giudiziarie Inlinea Spa, che oggi opera in tutta Italia, offrendo servizi di pubblicità (e non solo) a oltre
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L’Agenda della Speranza per Livorno, questa settimana parla di «Aste Giudiziarie», un’Azienda livornese che si occupa della pubblicazione e pubblicizzazione delle vendite giudiziarie mediante internet
140 uffici giudiziari italiani di cui molti in Toscana. A Livorno collaboriamo sia con il Tribunale (www.tribunale.livorno.it) che con la Procura della Repubblica (www.procura.livorno.it)». Ma cosa caratterizza «Aste Giudiziarie»? «Le cosiddette "aste" sono da sempre la cruda manifestazione della necessità di riequilibrare un rapporto di fatto e di diritto tra creditore e debitore che porta prima allo spossessamento e poi alla definitiva perdita dei beni pignorati perché il debitore non ha provveduto alla restituzione del suo debito. Molte volte però sono state lette come un "affare" proprio perché la vendita avveniva in condizioni di forte squilibrio tra la domanda e l’offerta, soprattutto in termini informativi. Prima dello sviluppo della rete internet e del portale www.astegiudiziarie.it, la pubblicità legale veniva assolta con una pubblicazione ufficiale: il "F.A.L. Foglio Annunzi Legali" edito da tipografie autorizzate e distribuito presso la Questura. Praticamente ignoto ai più. Ad esso si aggiungeva l’affissione della vendita alla porta del Tribunale e un estratto, molto costoso ancora oggi, su alcuni quotidiani scelti dal giudice. L’accesso a www.astegiudiziarie.it è gratuito, illimitato temporalmente e quantitativamente, ogni informazione sulla vendita è fruibile e stampabile senza limiti. Astegiudiziarie.it è il primo sito che offre tale servizio in termini temporali e di visibilità; primo sito nella ricerca della parola "aste" anche senza immettere il termine "giudiziarie" in motori come Google. Il sito propone una media di 35.000 beni visibili quotidianamente con un numero medio di bandi consultati superiore ai 20 milioni/mese. Questo è il successo di astegiudiziarie.it, ovvero aver
dato la certezza di visibilità a tutte le vendite promosse perché se una persona cerca un’asta sa che potrà accedere facilmente alle informazioni delle vendite tramite il portale. Le informazioni complete sulle vendite sono inserite solamente e completamente nel fascicolo di vendita del Tribunale e per questo Astegiudiziarie.it, pubblicando tali fascicoli, ha consentito a tutti (e non solo a quelli che sapevano come consultare questi documenti in tribunale) di orientarsi. Già nel 1995 ci rendemmo conto che internet era un mezzo perfettamente idoneo alla pubblicazione di questo tipo di informazioni: il bando di vendita, l’ordinanza, le perizie complete di foto, le planimetrie. Il servizio www.astegiudiziarie.it è autorizzato ufficialmente dal Ministero della Giustizia per la pubblicazione delle vendite giudiziarie su tutto il territorio nazionale per tutti i Tribunali italiani e distretti di Corte di Appello». Come «funziona» il vostro lavoro? «Il servizio acquisisce la parte del fascicolo contenente i documenti che descrivono i beni da vendere e i termini della stessa vendita, provvede alla corretta classificazione e digitalizzazione delle informazioni e quindi, attraverso numerosi passaggi tecnici e in un costante dialogo con il professionista incaricato, cura la pubblicazione su www.astegiudiziarie.it. A questa attività principale se ne collegano molte altre tra cui l’estrazione di apposita sintesi della vendita verso i quotidiani prescelti per la pubblicazione complementare, l’attivazione di funzioni di dialogo con i professionisti nominati nella procedura e altri servizi quali ad esempio la possibilità di poter tenere direttamente
online le vendite giudiziarie, tramite il servizio complementare www.astetelematiche.it». Quale è la sua esperienza in Azienda? «Sono l’ideatore del progetto Astegiudiziarie.it ed uno dei fondatori della società. Attualmente svolgo la funzione di Amministratore delegato e Rappresentante legale. Mi occupo direttamente delle relazioni con gli Uffici Giudiziari italiani». Molte ditte sono in crisi. Questa crisi viene, da voi, percepita? Come cercate di affrontarla? «Purtroppo nessuna azienda può dirsi esente dall’attuale crisi. Noi la percepiamo in una maniera diversa rispetto ad altre ditte; non nel lavoro principale che è proporzionatamente aumentato, ma negli aspetti legati al finanziamento. I tribunali hanno risorse sempre più limitate; i tempi di pagamento sono sempre più dilatati - sia per loro e quindi di conseguenza anche per noie gli oneri, seppure contenuti, non vengono corrisposti se non dopo molti mesi, a volte dopo l’anno. Anche i tribunali stanno affrontando una situazione di emergenza che, spero, non sarà confermata con gli attuali volumi di procedure nei prossimi anni. Al momento l’Azienda cerca di definire, nel miglior modo possibile, la pianificazione degli investimenti tenendo conto della maggiore lunghezza dei termini di pagamento». Avete progetti per il futuro? «Fino ad oggi abbiamo mitigato gli effetti pesanti di un’esecuzione forzata, nei fallimenti o nelle esecuzioni individuali, favorendo la vendita giudiziaria che risolve, anche se come estrema ratio, una situazione che non poteva essere diversamente gestita. Oggi siamo pronti per fornire il nostro supporto anche nelle fasi preliminari alle vendite giudiziarie e stiamo lavorando perché si comprenda come un servizio serio e gestito con impegno e professionalità, già utilizzato da oltre 100 Tribunali e da 16 anni sia un unicum nel suo genere. Lavoreremo per favorire la composizione delle crisi aiutando chi deve vendere a "non svendere", integrando sempre più strumenti di visibilità non solo nelle vendite giudiziarie ma anche in quelle stragiudiziali a cui la nostra piattaforma potrà dare sicuramente il massimo beneficio oggi possibile».
n un periodo di mancanza di lavoro come questo, Federico Iacoponi, un Iragazzo di ventidue anni ha deciso di crearsi da solo un’opportunità, da circa due anni gestisce infatti una macelleria. Dato che l’attività storica del suo paese aveva chiuso da tempo, ha pensato bene di prendere in affitto un fondo commerciale e iniziare a porre le basi per questa esperienza. Per circa otto mesi ha preso lezioni da un macellaio di Cecina, per apprendere le diverse tipologie di carne , in che modo deve essere tagliata e come si gestisce un’attività di questo tipo. Nel giro di poco tempo ha così aperto «La Tua Macelleria», che è riuscita ad attirare una clientela molto numerosa in arrivo da tutta la Toscana. Federico ha inoltre provveduto ad arredare il negozio, aggiungendo scaffali dedicati alla vendita di formaggi, cibi confezionati, prodotti surgelati e bevande. Ma in tutto questo non manca un tocco di inventiva personale, uno dei pregi del negozio è la possibilità di acquistare prodotti artigianali, che spesso nascono dalla creatività di questo ragazzo: come i tramezzini e le piadine di carne, e gli insaccati di produzione propria. Naturalmente il periodo iniziale di apertura è stato un po’ difficoltoso, ma adesso Federico è riuscito a stabilire un ottimo rapporto con i clienti, che tutti i giorni entrano puntualmente ad acquistare nel suo negozio, e a cui spesso dà consigli sul modo migliore di preparare la carne. Insomma un lavoro divertente e dinamico realizzato da un ragazzo che con un po’ di rischio e coraggio è riuscito a stabilizzarsi in un settore piuttosto produttivo e redditizio, sicuramente un esempio per molti giovani. Alice Carpentiere
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TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
29 aprile 2012
Agenda del VESCOVO
VENERDÌ 27 APRILE Nella mattinata, udienze laici in vescovado 17.00 convegno catechistico regionale a Poggio a Caiano
Diocesi informa
SABATO 28 APRILE Convegno catechistico regionale a Poggio a Caiano DOMENICA 29 APRILE 10.30 S. Messa e cresime alla chiesa di San Giovanni Bosco a Coteto 17.00 alla chiesa di Santa Caterina, conferenza sulle opere realizzate con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno 18.00 S. Messa per la festa patronale alla chiesa di Santa Caterina Lunedì 30 aprile e Martedì 1 Maggio il Vescovo è in visita pastorale all’isola di Capraia MERCOLEDÌ 2 MAGGIO 9.30 incontro con i vicari foranei in vescovado 18.00 incontro all’Associazione Amici della Zizzi GIOVEDÌ 3 MAGGIO 9.30 incontro con i direttori del centro di pastorale per la formazione cristiana in vescovado 16.30 S. Messa per la festa patronale a Bagnone (Massa Carrara)
In tutta la DIOCESI
Veglie di Preghiera in preparazione alla Giornata di Preghiera per le Vocazioni
Rispondere all’Amore si può ! Al Clero della Diocesi arissimi, il prossimo 29 Aprile si celebrerà la 49^ Giornata di Preghiera per le Vocazioni. Aderendo ad un preciso comandamento di Nostro Signore Gesù Cristo, anche quest’anno ci ritroveremo in preghiera per implorare dal Signore vocazioni di speciale consacrazione alla Vita Sacerdotale e Religiosa è un impegno ineludibile per
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ogni Comunità Parrocchiale. Il Centro Diocesano Vocazioni ha promosso 6 Veglie di preghiera nei 6 Vicariati della Diocesi. Voglio ben sperare che niente si anteponga ad esse e si inviti tutto il popolo cristiano a partecipare a detti appuntamenti, mi attendo una corale partecipazione di tutti i Presbiteri, Diaconi, Religiosi, nonché in particolare dei Gruppi Giovanili Parrocchiali in specie i Cresimandi.
VENERDÌ 4 MAGGIO Nella mattina, udienze laici in vescovado 18.30 in vescovado, incontro con i cresimandi, genitori, padrini, e catechisti 21.00 assemblea delle aggregazioni laicali in vescovado
Certo dell’attenzione, un ricordo nella preghiera, + Simone, Vescovo PROGRAMMA VEGLIE DI PREGHIERA I Vicariato: Istituto S. M. Maddalena, Venerdì 27 Aprile ore 21 II Vicariato: Chiesa S. Cuore – Salesiani, Giovedì 26 Aprile III Vicariato: Chiesa S. Agosti-
no, Giovedì 26 Aprile IV Vicariato: Santuario Montenero, Giovedì 26 Aprile V Vicariato: Chiesa Ss. Giovanni B. e Ilario, Rosignano Marittimo, Giovedì 26 Aprile VI Vicariato: Chiesa S. Luca, Stagno, Giovedì 26 Aprile Giovedì 3 Maggio, Chiesa S. Rosa – ore 21 Adorazione Eucaristica Diocesana per le Vocazioni
Martedì 1 Maggio ai SALESIANI
Veglia di preghiera per il lavoro
SABATO 5 MAGGIO 11.00 S. Messa per il convegno regionale della madonnina, Movimento di Genstat, alla chiesa di Santa Teresa a Rosignano Solvay 15.30 pellegrinaggio vocazionale dei bambini al Santuario di Montenero DOMENICA 6 MAGGIO 11.00 S. Messa alla chiesa di SS.Cosma e Damiano a Nugola 17.30 Celebrazione di ringraziamento per la beatificazione di Giuseppe Toniolo al Duomo di Pisa
Libri da LEGGERE
l prossimo 1° maggio, festa di S.Giuseppe lavoratore, l’AzioIvimento ne Cattolica diocesana, in collaborazione con il MLAC - MoLavoratori di Azione Cattolica, organizza l’oramai
di Mo.C.
Carosio E., Cenini A. - Accomodati, qui si sta bene. Viaggio tra teoria e pratica nell’animazione di gruppo.- Ed. Paoline, pp.153, euro 13,00 Enrico Carosio, laureato in Scienza dei processi formativi, si occupa della formazione di insegnanti, educatori e operatori sociali, insieme ad Alfredo Cennini, insegnante di religione nelle scuole superiori che è stato per diversi anni capo Scout dell’Agesci. Prezioso compito il loro in quanto negli ultimi anni assistiamo ad un progressivo abbandono della pratica dell’accoglienza con conseguente aumento delle difficoltà nella gestione di gruppi, sia di giovane età che di adulti. Gli autori offrono vari percorsi e indicazioni nei quali offrono buone pratiche da attuare all’ interno dei gruppi a favore delle persone per contrastare l’estremo individualismo imperante. Per una maggiore comprensione e per un buon utilizzo degli strumenti proposti, viene data una cornice teorica essenziale, relativa al significato di gruppo e di animazione accompagnata da una serie di tecniche di presentazione dell’animatore, di gestione del gruppo, per concludere con la parte dedicata al feedback necessario per adeguare e migliorare la proposta.
BREVI DALLA DIOCESI
Consulta pastorale familiare SABATO 28 APRILE 15.45 Presso il Vescovado, incontro della consulta di pastorale familiare «La Pastorale dei separati, divorziati o risposati:l’esperienza della Diocesi di Grosseto» Interverranno Simonella e Fiorenzo Tuccio di Grosseto Per informazioni: - Antonio e Rita Domenici tel. 335 354216 – 0586 501418 - Giuseppe e Monica Ciampaglia tel. 339 3972116 – 0586 890185
Assemblea Diocesana DOMENICA 20 MAGGIO ALLE 15.30 Presso la chiesa S. Lucia - Antignano, assemblea diocesana dal tema «Misericordia io voglio»
consueta Veglia di preghiera per il lavoro. Il titolo dell’edizione di quest’anno è «Divorano il mio popolo come il pane», tratto dal Salmo 14. In questo momento di crisi e di sofferenza diffusa nelle famiglie a causa del lavoro, che diminuisce, si impoverisce o, peggio, si perde e non si trova, vogliamo farci guidare e sostenere dall’affermazione di Sant’Agostino: «La speranza ha due figlie bellissime, lo sdegno per le cose che non vanno ed il coraggio per cambiarle». In questo senso la Veglia intende interpretare ed esprimere un duplice atteggiamento, oggi sempre più richiesto ai fedeli laici: lo sdegno per l’ingiustizia e il coraggio del cambiamento attraverso la partecipazione sociale e politica. Nel corso della Veglia di preghiera saranno letti anche alcuni brani tratti dagli scritti di Giuseppe Toniolo (1845 -- 1918), economista d’ispirazione cattolica e uno dei padri del movimento cattolico in Italia, che sarà proclamato Beato il prossimo 29 aprile a Roma. L’appuntamento è per martedì 1° maggio, alle ore 21, presso la parrocchia dei Salesiani.
A PAGINA 11 DEL FASCICOLO REGIONALE L’INTERVENTO DEL VESCOVO ALLA PRESENTAZIONE DEL RESTAURO DELLA CATTEDRALE DI MASSA MARITTIMA
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LA SETTIMANA DI LIVORNO
29 aprile 2012
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I giovani e la soglia delle decisioni Rendere ragione di una fede cosciente
Fare memoria Su questo tema la Diocesi di Livorno ha già avuto modo di riflettere molto e ha già indicato scelte importanti a cui ritengo di dover dare continuità e sviluppo, le riassumiamo brevemente affinché il procedere di oggi sia in continuità e sviluppo con il cammino già compiuto dalla nostra Chiesa. Dal documento finale “Con i giovani per andare oltre” del IV Sinodo diocesano di Livorno, gli itinerari educativi: * n 68. La comunità cristiana testimonia da sempre l’importanza e l’utilità di offrire itinerari scanditi da tappe che conducano gradualmente verso una meta (catecumenato per il battesimo, anno liturgico...) Nell’itinerario educativo occorre armonizzare la radicalità del messaggio evangelico con la realtà esistenziale nella quale il giovane si trova. * n 69. Per una formazione attenta alla vita delle persone è necessario che la comunità ecclesiale dia spazio al proprio interno ad un reale pluralismo di percorsi formativi complementari, integrati tra loro in ordine all’ età, alle situazioni e al cammino di fede. […] * n 70. Gli itinerari vanno pensati tenendo presente anche la dimensione: antropologica, cristologica, trinitaria. Nell’ambito antropologico è di particolare attualità il tema del linguaggio, con il quale comunicare la fede ai giovani. Abbiamo scoperto in questi anni gravi lacune circa la nostra capacità di annuncio efficace a giovani che non utilizzano più soltanto le forme tradizionali di comunicazione. Appare urgente approfondire i linguaggi nuovi tramite cui sintonizzarci con quanto sentono, pensano, sperano i giovani di oggi. I linguaggi tipicamente giovanili, come quello musicale, non solo esprimono idee e sentimenti, ma creano aggregazione ed esprimono appartenenza a stili di vita. Risulta fondamentale, inoltre, in questa dimensione, il tema delle domande esistenziali la cui dà senso alla vita. La dimensione cristologica, che introduce nella pienezza dell’umanità di Cristo, fa entrare anche nella pienezza della sua divinità. La
Idee e proposte per aiutare i gruppi a passare da una fede creduta a una fede vissuta dimensione trinitaria introduce alla dimensione della donazione gratuita dell’amore, mistero ultimo che realizza il progetto globale del Padre. Premessa contestuale La pastorale dei giovani inserita nel progetto educativo diocesano si propone di educare alla fede i giovani che stanno attraversando una specie di soglia, quella del prendere le decisioni per dare una svolta al proprio futuro. Ciò avviene in misura maggiore al momento in cui la scuola dell’obbligo termina dopo avere accompagnato la persona fin dalla propria infanzia. In misura molto minore avviene già al momento di scegliere quale scuola “superiore” frequentare. La meta finale che ci si propone è quella di generare giovani cristiani capaci di prendere le scelte del proprio futuro coerenti con la propria scelta di fede. Nell’educazione alla fede compiuta oggi nelle comunità parrocchiali sussistono ancora delle “pseudo-linee” normative radicate nella mentalità comune che risultano diseducative perché riflettono un’immagine distorta di Dio e della Chiesa. Esse ci sembrano essere: - L’educazione alla fede avviene secondo la logica del corso, con le promozioni ed i regali, in analogia con l’educazione scolastica e sportiva. Si formano i gruppi che vanno avanti in blocco, come le classi o le squadre, senza tener conto dei tempi diversi di maturazione della fede nelle persone. Si preparano ai sacramenti gruppi di bambini, ragazzi e giovani provenienti da famiglie indifferenti alla fede, dalle quali ricevono principi indipendenti (se non addirittura contrari) a quelli cristiani. - L’attività parrocchiale assomiglia ad un macchinario i cui ingranaggi girano in modo abitudinario ed è effettivamente difficile modificare le dinamiche degli “ingranaggi”. Di conseguenza
una comunità fa fatica a testimoniare Cristo con la logica della continua novità, centrale e determinante in quanto fondata sulla Pasqua, e preferisce testimoniarlo con l’abitudine. - Troppo spesso le famiglie dei ragazzi danno per ovvio che i loro figli riceveranno i sacramenti perché preti e catechisti sono “buoni”; questa mentalità porta a fare sconti e ad eludere le semplici norme di buon senso che si cerca di dare (legame tra incontro di catechismo e messa domenicale, continuità, ecc.). Un’altra precisazione si rende necessaria a proposito dei destinatari di una progetto educativo. Il mondo giovanile si presenta oggi composto da due diverse tipologie di giovani: - quelli provenienti da un cammino di catechesi e quindi presenti in parrocchia, anche se con una percezione dell’appartenenza ecclesiale ancora parziale (i vicini); - quelli assenti da tempo dal contesto ecclesiale o completamente estranei alla fede (lontani). I due termini “vicini” e “lontani” pur essendo convenzionali sono assai limitati e imprecisi. Fermo restando che vi è un comune intento, quello di annunciare il Vangelo di Cristo, occorre tenere presente la diversità di educazione alla fede per le due categorie di giovani. È importante tenere conto delle diverse tipologie di ragazzi, per cui si dovrà differenziare le proposte pastorali rivolte ai giovani della parrocchia e le iniziative pastorali rivolte ai giovani cosi detti lontani. LINEE PASTORALI NORMATIVE A) Alcune linee determinanti come delle regole sono: - Educare alle scelte, basare la catechesi stessa e l’educazione giovanile sulle scelte fatte volontariamente, evitando di suscitare l’impressione che il gruppo si muove sempre e comunque insieme. Centrale è il valore della richiesta personale, come avviene,
seppur con alcuni limiti, per il matrimonio o per il battesimo dei figli o in un itinerario tipicamente catecumenale. - Tenere insieme la dimensione antropologica e quella cristologica. Il cammino di gruppo risponde alle esigenze dei giovani di aggregarsi, ma ciò va visto sulla base di un’icona cristologica: Gesù e i discepoli. I giovani che si ritrovano perché invitati a seguire una persona che rende nuova la loro vita. Il vero gruppo è quello dei discepoli di Gesù: visto così, il senso di appartenenza non svanisce ne termina nemmeno quando il gruppo di ragazzi smette di fare qualcosa insieme. - La comunità educante è chiamata a rendere visibile la persona di Gesù. I giovani, e non solo loro, vogliono vedere un di più nei testimoni della fede. Questo di più è dato fra l’altro dalla presenza di una figura sacerdotale vista come un padre spirituale e non solo come un animatore alternativo o un amicone giovanile o simili. B) Le quattro dimensioni da promuovere nella pastorale giovanile Vengono ora presenta le quattro dimensioni che dovranno sempre più caratterizzare, nei prossimi anni, la pastorale degli adolescenti, sono in esse facilmente riscontrabili le tre dimensioni antropologica, cristologica e trinitaria, richiamate nella premessa e provenienti dal documento finale “Con i giovani per andare oltre” del IV Sinodo diocesano di Livorno: fare incontrare Gesù il maestro. Rendere visibile il Mistero della nostra salvezza. Rendere visibile il sì all’amore umano e alla vita. Rendere visibile la gioia cristiana. C) Le prime scelte da compiere Da due anni si sono costituiti i gruppi di animazione vicariale (GAV) guidati da alcuni giovani presbiteri e formati dagli educatori dei preadolescenti e adolescenti delle parrocchie e associazioni e movimenti ecclesiali presenti nel territorio. (nel numero della quarta domenica di maggio riporteremo l’approfondimento dei punti B e C delle linee normative del Progetto Educativo Diocesano)
Sfida EDUCATIVA
LE LINEE NORMATIVE DEL TERZO AMBITO DEL PROGETTO EDUCATIVO DIOCESANO.........
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29 aprile 2012
Domenica 29 aprile FESTA PATRONALE A SANTA CATERINA
Due anniversari da ricordare
PICCOLI TESORI a cura di Angela Blanco
omenica 29 aprile, la Parrocchia di Santa Caterina, in occasione dei festeggiamenti per la Santa patrona, onorerà con un evento celebrativo il ventesimo anniversario della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno. L’iniziativa vuole essere un gesto di ringraziamento nei confronti dell’Istituzione che da oltre un decennio sostiene economicamente i progetti promossi dalla Parrocchia per il restauro e la valorizzazione di uno dei gioielli del patrimonio storico artistico livornese, e non solo. Molteplici sono infatti gli interventi condotti in questo arco di tempo sulla Chiesa di Santa Caterina e sulle opere che essa conserva realizzati grazie al prezioso aiuto della Fondazione; sempre tempestivi, appropriati e consistenti a tal punto che in più di una occasione hanno scongiurato il
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Nella chiesa di San Benedetto
Basta alzare lo sguardo rovare tesori nelle nostre parrocchie è più T facile di quanto si possa immaginare. Questa volta ne ho trovati quattro tutti in una volta: sono quattro angeli che fanno parte della stessa opera di ornamento dei pennacchi della volta centrale. Sono stati realizzati in stucco dalla mano dell’artista Paolo Emilio Demi (Livorno 1798- Livorno 1863). Quando entro in chiesa mi risulta più spontaneo che in altre occasioni guardare verso l’alto e, lassù, a metà strada tra la terra e il cielo ci sono gli angeli. Non sono putti, ma veri e propri angeli con le ali spiegate che sembrano indicare la strada. Dal mio punto di osservazione potrei dire che sono grandi quanto una persona, ma, vista la distanza, sono sicuramente molto più grandi di quello che sembrano. Nella chiesa, restaurata di recente, risaltano nel loro colore chiaro. Portano tra le mani i simboli della croce, del calice, del libro, dello scettro e della stola. Indossano panneggi svolazzanti come nuvole e sembrano sorridere, mentre dabbasso fervono i preparativi per la Messa feriale.
pericolo di danni irreversibili sul patrimonio. Non a caso, talvolta è sorto spontaneo dire che la Chiesa sia stata "adottata" dalla Fondazione. Unitamente a quello della Parrocchia si aggiunge il ringraziamento della Diocesi, per l’attenzione prestata ai progetti degli Enti che operano sul territorio. V.C. QUESTO IL PROGRAMMA: Alle 17 Il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno Luciano Barsotti presenta i lavori di restauro finanziati dalla Fondazione, insieme a Don Donato Mollica, Parroco della Chiesa di
Santa Caterina con interventi di Loredana Brancaccio della Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno e Annamaria Pecchioli, Presidente dell’Associazione Amici dei Musei di Livorno Alle 18 S.E. Mons. Simone Giusti, Vescovo di Livorno celebra la Santa Messa Solenne e a seguire Concerto di Stefano Pellini all’organo e Francesco Gibellini alla tromba Nelle foto l’interno della chiesa e il Coro restaurato (Bottega fiorentina (1604)- Legno intagliato)
Relatori illustri nell’iniziativa dell’associazione IdeaLI avoro,welfare, volontariato: la risposta dei cattolici» è stato questo il tema della tavola rotonda proposta dall’Associazione Idea.Li alla quale sono intervenuti il vescovo di Livorno monsignor Simone Giusti, l’onorevole Beppe Fioroni, già Ministro della Pubblica Istruzione, Marco Impagliazzo, professore di Storia Contemporanea all’Università per stranieri di Perugia nonché Presidente nazionale della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Olivero, Presidente nazionale delle Acli e portavoce del Forum del Terzo Settore. L’iniziativa è stata aperta da Gabriele Scognamiglio dell’Associazione Idea.Li che ha sottolineato come i giovani siano preoccupati per il lavoro futuro a causa della sua instabilità e precarietà mentre la politica è in preda ad una crisi etica.
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INCONTRO CON L’AUTORE: UN LIBRO SU SR LUCIA DE GASPERI VENERDÌ 4 MAGGIO ALLE 17.30 nella ex chiesa degli Armeni (via della Madonna) lo scrittore giornalista Angelo Montonati presenterà il nuovo libro di Francesco Giovannini su Suor Lucia De Gasperi. L’incontro, al quale sarà presente l’autore, è promosso dalle Edizioni San Paolo, dall’Associazione Il Centro e dai Cooperatori Paolini.
Il saluto del Vescovo Il Vescovo Giusti, nel suo intervento di saluto, ha affermato come “il capitalismo sfrenato sembra ormai dare il meglio di sé non nel risolvere i problemi, ma nel crearli, dissolvendo il proprio storico legame con il lavoro, il lavoro stabile, e preferendo ad esso il lavoro-campeggio (secondo una definizione di Bauman): si va dove momentaneamente l’industria sta meglio come se l’altro’ non esistesse. E per ’l’altro’ è in primo luogo da intendersi proprio il lavoratore”. “Davanti allo strapotere della finanza - ha aggiunto - la politica è assolutamente necessaria, e deve mettersi in grado di regolare la finanza perché sia a servizio del bene generale e non della speculazione”. “Il dubbio ha proseguito - è che si voglia proprio dimostrare ormai l’incompetenza dell’autorità politica rispetto ai processi economici, come se una tecnocrazia transnazionale anonima dovesse prevalere sulle forme della democrazia fino a qui conosciuta, Ha quindi chiesto pubblicamente un confronto con gli intellet-
Lavoro, welfare, volontariato: la risposta dei cattolici tuali della città “su parole antiche, ma sempre attuali e urgenti, che fanno parte dell’uomo stesso e del suo destino, come vita e famiglia, lavoro e partecipazione, libertà e relazione, politica e rappresentanza”. La politica La successiva tavola rotonda, coordinata da Francesco Gazzetti di Granducato TV, è cominciata con l’intervento di Beppe Fioroni che ha detto che la politica è indispensabile, ma questo non è scontato per molti italiani, dal momento che dai sondaggi sembra che il oggi 50% degli italiani non andrebbe a votare. I cittadini che erano abituati a credere nel bene comune, sono stati spinti a credere “in qualcuno”, al “ti prometto qualcosa se mi dai qualcosa”. Perciò se vuole ripartire, la politica si deve riformare e rifondare, ritrovare valori condivisi in cui il cittadino può credere. Andrea Olivero ha aggiunto che la situazione attuale è la risultante dell’individualismo sfrenato e il Terzo Settore, di fronte a questa ideologia, è stato lo scandalo. L’idea della gratuità e del dono per dare senso alla nostra vita è l’ambito su cui bisogna andare ad operare. Come cattolici dobbiamo dare speranza e su questa costruire un nuovo desiderio del fare, abbattendo l’individualismo del privilegio. Il mondo cattolico può restituire a questo paese una cultura politica che abbia a cuore “i diritti sociali” che sono il riferimento per costruire un disegno politico. Il cattolicesimo nel passato ha dato un contributo rifor-
mista al nostro paese guardando all’ultimo, all’escluso, al riscatto personale e sociale. Persone come Vanoni, Fanfani, Marcora, hanno posto attenzione al legame con la comunità, unita alla responsabilizzazione personale. Il professor Marco Impagliazzo, riguardo al problema degli immigrati, ha evidenziato la presenza di una “cultura del disprezzo” che si è accresciuta dopo l’11 settembre. Una cultura dello scontro che ha emarginato i più poveri e ha alimentato la paura“dell’altro”. La Comunità di Sant’Egidio e anche le Acli si sono impegnate contro questa concezione, dobbiamo quindi diffondere una cultura della simpatia perché, da soli, siamo destinati ad essere sconfitti. Viviamo poi in un epoca in cui chi non può consumare è un escluso, perciò dobbiamo fare in modo di creare politiche che includano tutti. La paura nasce dal ripiegarci in noi stessi e potremo uscirne se saremo meno pessimisti verso il futuro. Viviamo un momento in cui si vogliono escludere gli immigrati per poi arrivare ad escludere anche gli anziani, bisogna invece riscoprire la loro forza e rinverdire il rapporto tra le generazioni e la solidarietà all’interno della famiglia. La famiglia è ancora un importante ammortizzatore sociale perciò ha bisogno di sgravi e di sostegni concreti, il pessimismo è purtroppo anche visibile nella crisi demografica che stiamo attraversando. La coesione sociale Dinanzi alla domanda su quali
possono essere gli strumenti per arrivare alla coesione sociale Fioroni ha risposto che costruire qualcosa è più complicato che criticare, si tratta di tagliare il debito pubblico e di aumentare una ricchezza che non c’è. Intanto ha proposto - si potrebbero vendere i canali televisivi Rai che non vede nessuno, rivedere le concessioni aeroportuali e stradali, naturalmente ridurre il finanziamento pubblico ai partiti. Per Olivero bisogna parlare del lavoro che deve dare cittadinanza e un reddito dignitoso. È proprio la mancanza di lavoro che mina la coesione sociale. Bisogna creare un piano di intervento nazionale per l’occupazione giovanile con un patto tra le generazioni che tuteli tutti, giovani e anziani. Il volontariato è l’elemento adatto per poter uscire dalla crisi, bisogna perciò potenziare il Terzo Settore con la riorganizzazione dei bisogni rivolti alla cura della persona, dando posti di lavoro dignitosi. Bisogna considerare che il 30% dei giovani che oggi non lavorano non possono nemmeno versare i contributi e quindi il loro futuro previdenziale è molto incerto. Impagliazzo ha sottolineato che per una vera coesione è necessaria una vera integrazione, per questo l’istanza avanzata dalla Comunità di Sant’Egidio è quella del cambiamento dell’attuale legge sulla cittadinanza. Nello stesso tempo bisogna dare impulso alla cooperazione internazionale per aiutare gli immigrati a vivere autonomamente nei loro paesi. Gianni Giovangiacomo
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29 aprile 2012
La premiazione del concorso
Alla parrocchia SANTA SETON
La passione per il teatro
QUANDO RECITARE FA CRESCERE! ra il 1986 quando i fedeli della parrocchia Madre Seton decisero di creare una compagnia teatrale per bambini e ragazzi che frequentavano la parrocchia, un’attività che potesse aggregare e divertire, cercando però di portare, attraverso il teatro, il messaggio cristiano. Tutto ebbe vita grazie soprattutto alla passione di don Raffaello Schiavone, all’epoca vice parroco della Comunità, che seppe coinvolgere e letteralmente “portare in scena” tanti parrocchiani di tutte le età, dando vita alla compagnia teatrale “L’asinello” (come la bestiola che appare spesso nel Vangelo, mettendosi a servizio degli altri). Iniziò così la realizzazione di spettacoli e musical, realizzati grazie anche all’aiuto di tanti che di volta in volta si sono improvvisati registi, scenografi e costumisti. Con il tempo l’entusiasmo dei partecipanti ha fatto sì che la compagnia dell’Asinello valicasse anche il teatro parrocchiale, partecipando a numerose rassegne teatrali ed esibendosi su palchi anche extracittadini; tra le recite più impegnative ricordiamo “Paradiso, paradiso”, liberamente tratta dalla storia di San Filippo Neri e la pièce che raccontava la storia di Santa Elisabetta Anna Seton, scritta, musicata e recitata interamente dai parrocchiani ed oggi disponile anche tra i copioni in vendita nelle librerie. Anche il piccolo teatro Filicchi, adiacente alla chiesa, realizzato
I bambini e l’Amico bus Ragazzi, giovani, adulti e bambini, tutti riuniti intorno all’attività del teatro per divertirsi e vivere la fede insieme
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proprio sulla scia di questo entusiasmo e inizialmente usato dalla compagnia parrocchiale ha aperto le sue porte anche ad altre compagnie teatrali cittadine e italiane, esso infatti è stato per molti anni la sede di cartelloni interessanti con spettacoli e recite riunite in una rassegna intitolata “Una città, un teatro”. La presenza di molti bambini e ragazzi, che frequentavano l’ambiente del teatro parrocchiale portò naturalmente al coinvolgimento di tanti genitori, che si entusiasmarono a tal punto da decidere di creare un loro gruppo, per l’appunto “La compagnia dei genitori”, che debuttò nel ’94 con una parodia di Cenerentola da loro interamente scritta e interpretata. Una passione, quella teatrale, che nel corso degli anni ha accompagnato costantemente i fedeli della parrocchia Seton, al punto che per qualche tempo furono presenti ben quattro compagnie: quella dei genitori, quella dei giovani adulti, quella dei ragazzi e quella dei piccolissimi del catechismo. Nel corso degli anni poi i gruppi teatrali sono cambiati: sono
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Una compagnia che ha lasciato il segno l primo allestimento importante è stato, nel 1988, I sentieri di Elisabeth, un musical ispirato alla vita della ISanta patrona della Parrocchia, che già vedeva impegnati, come giovanissime comparse, alcuni attori dell’attuale Compagnia. A questo lavoro ha fatto seguito, nel 1992, la partecipazione al premio teatrale “C. Goldoni”, presso il Teatro “La Gran Guardia” di Livorno, con la commedia dello stesso autore veneziano Il cavaliere e la dama. Continuando il suo progetto di sperimentazione di vari generi teatrali, anche con un rinnovamento generazionale, la Compagnia ha messo in scena: Miseria e nobiltà di E. Scarpetta, L’avaro e Il medico per forza di Moliere, L’alchimista di B. Johnson, Giobbe di K.Wojtyla, My fair lady di G.B. Shaw,Trappola per topi di A. Christie, I fisici di F. Dürrenmatt e due musical Sister Act e Mary Poppins, tratti dagli omonimi film. Nel marzo 2002, la Compagnia, unitamente ad artisti di livello internazionale del calibro di Jeff Jones, Nehemiah H. Brown e Sybil Smooth, ha preso parte al musical gospel Freedom, presso il Teatro “La Gran Guardia” di Livorno, sperimentando, per la prima volta e con ottimi risultati, il linguaggio della danza e del corpo. Per soddisfare l’esigenza di potersi esprimere anche al di fuori dell’ambito cittadino, nel gennaio 2002 nasce il progetto “AsinelloTour ”, che ha permesso alla Compagnia di mettere in scena l’ultimo lavoro, la commedia Sarto per signora di G. Feydeau, in varie realtà della Regione. Inoltre con la medesima commedia, nell’aprile 2002, ha potuto partecipare al premio teatrale “ Città di Firenze ” presso il Teatro “Le Laudi”, essendo risultata tra le sei finaliste, e, nel luglio 2002, al premio teatrale “ Vetrina Teatro ” organizzato dal comune di Castelfranco di sotto (PI); in entrambe le occasioni, la Compagnia ha ricevuto discreti giudizi da parte della critica specializzata.
cambiate le età degli interpreti, dei responsabili, sono cambiati i generi degli spettacoli (comici, drammatici, cabarettistici, religiosi, ecc.) ed anche il teatro ha dovuto fare i conti
con la riduzione dei ragazzi che frequentavano la parrocchia, ma quest’attività non è mai stata abbandonata del tutto, rimanendo capace di aggregare con fantasia ed entusiasmo chiunque si avvicinasse ad essa. Anche la compagnia dei genitori, che dopo la scomparsa di una componente del gruppo oggi porta un nuovo nome: “Gli amici di Elsa”, continua a mettere in scena spettacoli dalle tematiche più varie, per lo più sul genere della farsa teatrale, riadattando le stesure originali e aggiungendo se necessario
Nelle foto: in alto un momento della commedia «I sentieri di Elisabeth», al centro la «Compagnia degli amici di Elsa» nel loro ultimo lavoro «Il paese è piccolo, la gente mormora», che ha visto la partecipazione anche del parroco don Gino Franchi, nel ruolo del percussionista della banda del paese (l’ultimo a destra) e, in basso, gli attori più piccoli.
personaggi inventati, perché tutti i componenti possano trovare un ruolo, che si adatti alle proprie capacità e possa in qualche modo arricchire le performance degli altri, perché sia evidente che tutto il gruppo è importante! Gli attori si ritrovano per le prove una volta alla settimana, ma il rapporto continua anche fuori dal teatro, si è infatti creata una forte amicizia che li ha portati a realizzare feste e cene anche in altri contesti della parrocchia; lo scopo principale infatti di questa attività è quello di stare insieme divertendosi, di aggregare, e magari coinvolgere nuovi amici, non necessariamente portandoli sulla scena, ma anche facendoli partecipare agli spettacoli realizzando i costumi, le scene o semplicemente chiedendo loro di fare da suggeritori per le battute. Molto attivo è rimasto anche il gruppo dei più giovani, che ancora è alla ricerca di un nome: vede coinvolti ragazzi tra i sei e i tredici anni, proponendo il teatro fin dall’infanzia come un’esperienza di gioco e di svago, capace di trasmettere messaggi di pace, di amore, di gioia. Uno spettacolo viene realizzato in circa due mesi, grazie ad un team ormai consolidato formato anche dai genitori, che si occupano delle musiche, dei costumi e di tanti altre piccole, ma importantissime cose. All’interno di ogni spettacolo viene dato molto spazio anche alla danza e anche le coreografie sono curate ed inventate dai ragazzi, perché ogni dimensione legata al teatro possa rappresentare per questi giovani un’occasione per esprimersi e vivere con i coetanei tanti momenti di crescita. A.C. e C.D.
el giardino di Villa Letizia, sede N del Centro Attività Educative del Comune di Livorno, sono stati premiati dal Responsabile della Comunicazione di ATL Riccardo Nannipieri e dalla Responsabile del CRED Nella Benfatto, alla presenza della stampa, gli oltre 200 bambini che hanno partecipato al Progetto “Amico bus” ideato da ATL con la collaborazione del CRED e della Cooperativa Itinera. Il progetto al suo terzo anno di vita, quest’anno è stato arricchito della partecipazione di Unicoop Tirreno con sopralluoghi e visite presso il centro mercato di Via Settembrini a Livorno. Ad ogni alunno è stato consegnato un attestato di partecipazione; inoltre, la giuria ha premiato con un abbonamento annuale al bus un alunno per ciascuna classe e tre di questi bambini vedranno il loro lavoro riprodotto sul retro di un bus. Tutti i lavori rimarranno in mostra nella sala del CRED fino a tutta la prossima settimana. Visto l’ottimo riscontro ottenuto, il progetto sarà ripetuto anche nel prossimo anno scolastico 2012/2013 con identifica formula. Il progetto si propone infatti di promuovere attività didatticoeducative e ludiche, ed è finalizzato ad incentivare l’uso dei mezzi pubblici da parte dei più piccoli, come mezzi alternativi all’auto, per raggiungere la scuola e muoversi nel tempo libero nella propria città, nel pieno rispetto dell’ambiente e con un evidente miglioramento della qualità della vita. Vincitori: Scuola primaria Rodari classe V Andrea Repetti ( il suo disegno va sul retro dell’autobus) Scuola primaria Collodi classe V C Aurora Evangelisti Scuola primaria Collodi classe V D Simon Sarcina Scuola secondaria primo grado Micali classe II F Emma Pieri (il suo disegno va sul retro dell’autobus) Scuola primaria C.Bini classe IV A Giada Borghini Scuola primaria C.Bini classe IV B Emily Lanfranca Scuola primaria Fattori classe VA Fortunato Nicolas Scuola primaria Fattori classe V B Jacopo Serrini ( il suo disegno va sul retro dell’autobus) Scuola primaria Bini classe V A Chiara Brugnoni Scuola primaria Bini classe V B Diego Ceccarini
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