IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
20 aprile 2014
di mons. Alberto Ablondi
se è vero che il nome di Gesù è l’unico nome che possa apportare E "salvezza" (Atti 4,12), l’unico nome che, se pronunciato con fede, ha il "potere di guarire" (Atti 3,16) perché non invocarlo con lelabbra del cuore e posarlo su momenti difficili, come su uomini afflittti da tanti mali spirituali e materiali? È un passo orante il tuo nel mondo, fratello laico, anche perché , illuminato dalla Parola di Dio che è lampada i tuoi passi (Salmo 119) ed alla quale hai dato il suo tempo, ora, nel mondo non percorri un "altro mondo", ma il "tuo" mondo: infatti lì Dio agisce negli eventi e la sua Parola ti illumina a comprendere come Egli agisca: lì Dio è presente in una umanità sofferente e la sua Parola ti aiuta a riconoscerlo nel fratello che ti passa accanto. (La preghiera del laico 1976)
Una storia di Pasqua
Nella foto don Pio Maioli insieme ad Alfonsina nella casa dove vive a Rosignano, con i nipoti Alessandro e Lorena e il loro figlio Carlo
Le vie del Signore non conoscono età ascere in Cristo è un’esperienza che si rivela unica in ogni età ed in ogni persona; un’esperienza che a volte si vive senza pensarci troppo, soprattutto quando si è giovani, ma che poi si riscopre successivamente, oppure che si matura negli anni, perché non sempre i tempi dello spirito coincidono con quelli anagrafici, un po’ come è accaduto ad Alfonsina, 92 anni a Settembre, nuova cristiana della Chiesa Cattolica, da poco battezzata, comunicata e cresimata nella chiesa di S. Croce a Rosignano Solvay. «È stato durante una chiacchierata in famiglia – racconta la nipote Lorena, che insieme al marito Alessandro e al figlio Carlo, accudiscono Alfonsina amorevolmente – che è emerso questo suo desiderio di farsi battezzare: una decisione che ha preso in completa autonomia, quando invece, nella sua vita non è stata sempre così libera di decidere». Quarta di sei fratelli, Alfonsina ha trascorso l’esistenza a servizio degli altri, prima della madre in casa e poi dei fratelli; un uomo intraprendente il padre, operaio e poi soprintendente alla fabbrica Solvay e con un grande appezzamento di terreno da coltivare, che ha saputo gestire la sua vita e quella dei figli sebbene non sapesse leggere né scrivere. Anche se all’epoca faceva un po’ scalpore non frequentare la chiesa, la famiglia Bigazzi non era tra quelle più devote; i figli hanno ricevuto il Battesimo solo prima del matrimonio e Alfonsina, che non si è mai sposata, neppure è stata battezzata, così la sua fede è
N
Alfonsina Bigazzi, classe 1922, parrocchiana della comunità S. Croce a Rosignano Solvay, ha appena ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Siamo andati ad intervistarla per conoscere i motivi di questa sua scelta rimasta come in un limbo in attesa di sbocciare. Nonostante la veneranda età è una donna sempre in gamba, ha bisogno di aiuto nelle piccole cose quotidiane ed ogni tanto la mente cede lucidità al tempo, ma riesce lo stesso ad andare da sola a trovare i fratelli che
vivono vicini, a dare una mano in casa e soprattutto a tenere in ordine il giardino che adora. A darle i sacramenti dell’iniziazione cristiana è stato il parroco don Pio Maioli, durante una Messa prefestiva del Sabato, in una cerimonia sobria e familiare
come è sempre stata la sua vita. «Le preghiere le conosce – racconta don Pio Maioli– le ha imparate a scuola e se le ricorda tutte. Alfonsina è una persona dimessa, schiva, che si è spesa per la sua famiglia, e adesso, come se finalmente potesse dedicarsi un po’ a se stessa, ha sentito questo desiderio di avvicinarsi a Dio attraverso i Sacramenti». «È stata una cosa bella – racconta Alfonsina, nella sua semplicità – mi sembrava una cosa giusta da fare, essere battezzata». E poi sorridendo confessa sottovoce- «E poi “di Là”, bisogna andarci preparati!» Chiara Domenici
IL MESSAGGIO DI AUGURI del Vescovo Simone
Rompiamo il guscio della morte e la vita esploda nella gioia della Resurrezione asqua è il tempo e il luogo in cui la creazione si riannoda al suo Creatore e quanto è PLafrantumato si riunifica. morte e la resurrezione è la manifestazione della vita nuova di tutta la creazione in Cristo. E’ la manifestazione della nuova vocazione di tutto il creato, è il sacramento che suggella la vittoria sul peccato e sulla morte e su colui che del peccato e della morte è causa: il Maligno. La morte e la resurrezione ti annunciano che c’è qualcuno che ti ama e per il quale tu vali moltissimo. Il mistero pasquale ti annuncia che il buon Dio è pronto a qualunque cosa per te e pur di aiutarti è pronto a soffrire, a morire. Ti annuncia che il buon Dio non è un ragioniere il quale con delle bilance in mano, pesa i tuoi peccati e le tue buone azione e sta scrupolosamente attento a dove va la bilancia bensì è tuo Padre che sin dal tuo concepimento ti ama e ti amerà in eterno. Con la bellezza infinita di questo dono d’amore senza confini, che il Padre ci ha insegnato, auguro a tutti i lettori de «La Settimana» e a questa nostra città di trascorrere una Pasqua serena e densa di fede. Che sia una Pasqua all’insegna della speranza che non muore e di una vita che sa rompere il guscio della morte ed esplodere nella gioia della resurrezione. Auguri a tutti, Dio vi benedica il vostro vescovo Simone
LA MEDITAZIONE AI POLITICI
«SIETE CHIAMATI A GOVERNARE LA CITTÀ, NON A OCCUPARE IL POTERE» Il Vescovo ai candidati: «Diventate portavoce di chi non ha un lavoro e una casa» DI
NICOLA SANGIACOMO
n nuovo stile di fare pastorale nella Chiesa si sta imponendo con la testimonianza di Papa Francesco: è stato questo il cuore della meditazione che monsignor Giusti ha proposto ai politici cattolici che hanno risposto al suo invito di dedicare un po’ del lor tempo alla preparazione spirituale alla Pasqua. Il Vescovo ha trattato i temi fondamentali proposti dall’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, una copia della quale ha voluto donare a tutti presenti perché la possano continuare a meditare anche personalmente. «Papa Francesco – ha detto monsignor Giusti – ha toccato il cuore della gente e, con il suo modo di testimoniare il Vangelo, sta cambiando lo stile di Chiesa. La sua preoccupazione principale non è quella di difendere dei valori, ma di testimoniare la gioia che deriva dal vivere il Vangelo. Per questo chiede alla Chiesa di impegnarsi per una conversione profonda della cultura contemporanea che sembra essere dominata dall’ideologia individualista e relativista. Come tutte le ideologie umane – ha proseguito monsignor Giusti - anche questa è destinata a scomparire, magari implodendo su stessa come è successo nel passato al marxismo». Poi il vescovo Simone si è rivolto ai politici locali dicendo: «Ai candidati alle prossime elezioni non chiedo niente per la Chiesa, ma chiedo apertamente di farsi portavoce di chi, tra i livornesi, non ha un lavoro e una casa». E’ questo il cuore dell’impegno politico secondo il Vescovo Simone: «lavorare perché siano eliminate le ingiustizie sociali e tutti possano avere l’essenziale per vivere dignitosamente». «Ai poveri non possiamo solo genericamente voler bene, dobbiamo anche dare loro da mangiare: per questo è necessario un nuovo sistema di welfare pubblico che possa rispondere alle tante povertà presenti sul nostro territorio». «Il vostro impegno attuale – ha concluso monsignor Giusti– deve essere quello di formare una compagine amministrativa coesa perché, diversamente, forse occuperete i luoghi di potere ma non governerete la città».
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