IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
di Eleazar
arlarsi, ascoltarsi, donarsi. Questi dovrebbero essere i comandaPLamenti nel matrimonio. parola ha un ruolo importantissimo perché ci sia conoscenza tra i due, ma deve partire dal cuore, lasciare un segno, essere continua nel dialogo, illuminata da Dio. L’ascolto ha la stessa importanza: nell’ascolto consentiamo alla parola dell’altro di entrare nella nostra vita, ma dobbiamo essere in grado di ascoltare anche i silenzi, a volte più eloquenti della parola. E poi c’è il donarsi, che rende completa e bella la relazione umana, ci esorta ad offrire la nostra vita all’altro, ci aiuta a concretizzare il progetto che Dio ha sulla famiglia.
13 maggio 2012
Una festa patronale per tutti i gusti L’intervista a Luciano Della Bella, responsabile dell’Ufficio diocesano eventi e celebrazioni IL FASCICOLO NELLE PROSSIME SETTIMANE
iulia. Un nome che non passa mai di moda, bambine, ragazze, donne portano questo nome che per Livorno ha un significato molto importante: Giulia è la patrona della nostra città. Negli anni passati non ci siamo più di tanto soffermati a celebrarla come accade in molti altri paesi, ma quest’anno, grazie anche alla sfida lanciata dal Vescovo, si è costituito un comitato, il «Comitato Santa Giulia» appunto, che ha dato vita ad un calendario di iniziative che ci accompagneranno per ben quindici giorni. Di certo non sarà stato facile progettare questo programma intenso di proposte, a raccontarcelo è stato Luciano Della Bella, responsabile dell’Ufficio per l’organizzazione di eventi e celebrazioni della Diocesi.
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Quest’anno strutturare la festa di Santa Giulia è stato un po’ più difficile..
«Senza dubbio. Negli anni passati la festa della nostra patrona si celebrava con la Messa solenne in cattedrale ed una processione per la città, quest’anno l’impegno si è moltiplicato per quindici giorni!» Mettere insieme diverse realtà, non è semplice, avete trovato difficoltà nell’organizzazione? «Devo dire sinceramente che abbiamo trovato un’ampia collaborazione da parte dell’amministrazione comunale, lieta di sposare l’idea di ampliare la festa di Santa Giulia e pronta a prender parte a questo "esperimento", che ci auguriamo si ripeta anche negli anni a venire. Insieme al Comune e alla Provincia che ci hanno fornito soprattutto il supporto logistico ed organizzativo, un impegno notevole è stato speso dall’Istituto Musicale Pietro Mascagni, dall’Accademia Navale, dalle varie Forze dell’Ordine; si è cercato di lavorare in grande sinergia. Certo, non è semplice conciliare le
esigenze ed i punti di vista di tutti e come sempre si può migliorare. L’augurio per i prossimi anni è quello di riuscire a rendere partecipi anche le realtà del tessuto economico cittadino che purtroppo quest’anno sono mancate». C’è qualche cosa che avreste voluto inserire tra le iniziative ma non ci siete riusciti? «Abbiamo cercato di dare ampio spazio a diverse proposte, dalle tavole rotonde, ai concerti, alle celebrazioni, la processione in mare, le manifestazioni sportive, per cercare di accontentare tutti e di coinvolgere i cittadini. Quello che forse avremmo voluto, ma che non siamo riusciti ad allestire è una forma di ristorazione, tramite l’accesso a ristoranti convenzionati, menù specifici…ma non ci lamentiamo assolutamente». Come pensi che accoglieranno queste iniziative i livornesi? «Mi auguro che i cittadini si sentano coinvolti da tutti questi eventi; la città ne sarà "invasa". In fin dei conti ce n’è per tutti i gusti e auspico che in ognuno di noi si accenda l’orgoglio livornese!» Quali sono gli eventi a cui non mancare? «Il clou della festa naturalmente sarà la celebrazione eucaristica in cattedrale e la processione cittadina del 22 Maggio. Ma credo che sarà molto suggestiva e molto bella la processione in mare delle reliquie della Santa, dalla Fortezza Vecchia fino a San Jacopo la sera precedente il giorno di Santa Giulia, augurandoci che il meteo, sia in terra che in mare, sia dalla nostra parte, anche per poter godere dei fuochi d’artificio in programma. Dal lato sportivo vorrei evidenziare la Coppa Santa Giulia, la gara remiera ad inseguimento a cronometro con gozzi a quattro e a dieci remi e infine le conferenze di venerdì 25 maggio "Dallo scafandro al casco" e quella di lunedì 28 Maggio "Politiche di cooperazione e di integrazione" al quale sarà presente il ministro Riccardi». Non ci resta dunque che l’imbarazzo della scelta! Martina Bongini
Santa Giulia: otto pagine di storia a fumetti anta Giulia… debole da confondere i forti», da questa poetica definizione, riportata dagli storici che raccontano la vita della giovane martire, prende il titolo il fascicolo a fumetti dedicato a Santa Giulia che uscirà in questi giorni in occasione della festa patronale. Il racconto, curato dall’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi e illustrato da Lorenzo Bernardini, il giovane disegnatore che aveva istoriato anche la Festa del Voto, uscirà anche su queste pagine nelle prossime settimane. Il fascicolo è rivolto soprattutto ai bambini, per raccontare in modo semplice, la devozione che la città di Livorno ha dedicato da secoli a questa giovanissima ragazza di origine cartaginese, che si fece immolare pur di non rinunciare alla sua fede cristiana. La narrazione a fumetti, che compendia storia e leggende, riporta anche i miracoli che secondo gli storici furono attribuiti alle reliquie della Santa, di passaggio da Livorno a Brescia e ricorda a tutti che la statua dorata sopra l’entrata del vecchio pronto soccorso dell’ospedale di Livorno è proprio l’effige di Santa Giulia. Su queste pagine la storia apparirà in bianco e nero, mentre il fascicolo, che già alcune parrocchie hanno prenotato per i ragazzi del catechismo, sarà a colori e sarà in vendita a 1 Euro durante le iniziative della festa patronale.
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LA SETTIMANA DI LIVORNO
13 maggio 2012
La Consulta delle Aggregazioni Laicali
I CARISMI DELLE ASSOCIAZIONI E DEI MOVIMENTI PRESENTI IN OGNI INIZIATIVA ella riunione della Consulta dei N laici che si è tenuta alla presenza del Vescovo monsignor Giusti sono stati elencati i tanti avvenimenti in cui la Chiesa livornese sarà protagonista nel corrente mese di maggio. Il 12 maggio, promosso dal Movimento dei Focolari e con il patrocinio della Provincia di Livorno, al Museo di Storia Naturale di via Roma, si terrà la manifestazione "Insieme per l’Europa" con il coinvolgimento dei giovani, infatti per l’occasione il gruppo musicale "I rockettari di Cristo" faranno ascoltare un loro dvd, quindi alle ore 17 ci sarà un collegamento video con Bruxelles da cui parte la manifestazione. Dal 12 al 19 maggio nella Parrocchia Nostra Signora di Fatima ci sarà l’accoglienza della Madonna Pellegrina, le celebrazioni della festa patronale e del 50° Anniversario della fondazione della parrocchia. Le iniziative che si sviluppano per la festa patronale di S. Giulia sono poi numerosissime: dal fascicolo a fumetti alla conferenza del Prof. Siccardi sulla figura della patrona, ai concerti della Corale Del Corona e dell’Istituto Musicale Mascagni, alla processione (appuntamenti di cui si parla ampiamente a pag I e VIII ndr). Il 20 maggio nella chiesa di S. Lucia ad Antignano si terrà l’Assemblea Diocesana introdotta dalla meditazione del Vescovo ed incentrata sul tema del matrimonio e delle separazioni su cui sarà relatore don Eugenio Zanetti della Diocesi di Bergamo. Nello stesso giorno, ha ricordato Daniela Musumeci responsabile del Movimento per la vita, alla Sala Nervi a Roma, si terrà l’incontro nazionale "L’Europa di domani è nelle vostre mani", in cui sarà lanciata la sottoscrizione di una petizione popolare affinché l’Unione Europea riconosca il diritto alla vita "fin dal concepimento". Il Vescovo ha inoltre invitato le Aggregazioni a partecipare numerose agli appuntamenti del 19 e 20 maggio in Piazza XX settembre dove si svolgerà il Festival della carità e al convegno scientifico del 25 maggio, in vescovado, che vedrà la partecipazione del Prof. Benvenuti e dell’ Ing. Zolesi. Il 28 maggio inoltre da parte della Comunità di S. Egidio ci sarà la rievocazione, per il nono anno consecutivo, del bombardamento che distrusse la città durante la Seconda Guerra mondiale. In questa occasione sarà presente il Ministro Andrea Riccardi e nella sala consiliare della Provincia, alle ore 16.30, con la partecipazione delle autorità cittadine sarà conferita la cittadinanza onoraria a 18 bambini stranieri di tutta la Provincia di Livorno. Monsignor Giusti ha infine ricordato la Veglia di Pentecoste nella Chiesa di S. Lucia ad Antignano il 26 maggio con la Messa presieduta dal Vescovo. Le intenzioni allo Spirito Santo quest’anno privilegeranno il tema del lavoro, è bene -ha detto monsignor Giusti- che i carismi di ogni singola Associazione si manifestino e confluiscano nell’unica preghiera allo Spirito a dimostrazione di una Chiesa "unita nelle diversità". Gianni Giovangiacomo
La parola alla CARITAS DIOCESANA
Studenti e Carità: a scuola di valori DI
GIULIA SARTI
rendi una classe di una delle scuole superiori della nostra città, un cartellone, 3 post it e inizia a parlare con loro di valori. Gli scenari possibili sono molteplici, ma forse quello meno scontato è che quei ragazzi riflettano in modo serio sulla cosa. Questo è il progetto che anche quest’anno la Caritas ha rivolto ai giovani. «Lo scorso anno- spiega Luca Santoni collaboratore Caritas e responsabile dell’ambito educazione- la Caritas collaborò con alcune realtà giovanili cattoliche tra cui il III Tempo Giovani, il Progetto Porto franco e alcune parrocchie e formò un gruppo di ragazzi tra i 19 ai 30 anni sul tema della fragilità. Una volta conclusa la formazione furono loro stessi a incontrare a loro volta i ragazzi di 10 scuole superiori, per un totale di circa 200 alunni delle classi quarte per riproporre la cosa». Il tema appunto era la fragilità e su come essa si possa trasformare in forza una volta capita e incontrata. Un percorso su se stessi che ha dato alla fine lo spunto per continuare quest’anno col tema dei «valori» con gli istituti Colombo, Orlando, Vespucci e ISIS NiccoliniPalli. «Abbiamo avvertito nei ragazzi un senso di inadeguatezza e precarietà che domina la loro vita, e la paura di non avere gli strumenti giusti per riuscire in quello che vogliono». Da qui l’idea di abbattere i pregiudizi legati all’ambito giovanile, parlando di valori: «Sapevamo già non essere vero e i ragazzi non hanno fatto che confermarci la cosa: i valori non solo ce li hanno, ma sono anche molto chiari e anche la loro assenza in qualcuno è percepita comunque come valore». Ma come sono riusciti a far riflettere i ragazzi? «L’attività era molto
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Nella foto:Luca Santoni eValentinaVaccari
partecipe nel porsi domande, conseguenza del loro stato emotivo». Il 19 e 20 maggio in Piazza XX Settembre il progetto vedrà la sua conclusione con la presentazione alla cittadinanza dei lavori svolti, durante il Festival della carità che vedrà la partecipazione di diverse realtà di volontariato livornese. «Questa sarà anche l’occasione per mostrare ai ragazzi un aspetto diverso di carità che non si lega solo al "fare la carità", ma che racchiude uno stile di vita, un modo di essere prima che di fare, un modo per allargare gli orizzonti e condividere tutto con l’altro». Al loro stand sarà possibile partecipare ad un’attività che dia il senso del cambiamento, un modo per capire come, una volta individuati i valori su cui ognuno si basa, siano essi a muovere chiunque verso un progetto di vita.
Il progetto vedrà la sua conclusione il 19 e 20 maggio in Piazza XX Settembre con la presentazione alla cittadinanza dei lavori svolti, durante il FESTIVAL DELLA CARITA’ che vedrà la partecipazione di diverse realtà di volontariato livornese semplice: su quei 3 post it iniziali ognuno doveva scrivere un valore in relazione a Dio, a se stesso e agli altri. Una volta attaccati al cartellone, abbiamo dato insieme una definizione di "valore"». A questo punto si costruisce la propria mappa concettuale e si assegna ad ogni valore un’azione concreta per poterlo mettere in pratica. A seguire, per capire insieme
come i propri valori intaccano la vita dell’altro, diverso da me, i ragazzi si sono confrontati con alcuni volontari della Commissione per i problemi dell’handicap della Caritas. «La cosa più bella è stato riscontrare che in quei ragazzi che i professori definivano più problematici, la risposta fosse ancor più forte e
Il festival sarà l’occasione per mostrare ai ragazzi un aspetto diverso di carità che non si lega solo al "fare la carità", ma che racchiude uno stile di vita, un modo di essere prima che di fare, un modo per allargare gli orizzonti e condividere tutto con l’altro
AIUTI ALL’ERITREA
Il container è partito dal porto di Livorno razie alla generosità di G tante persone, dopo lunga attesa per l’ottenimento del permesso di ingresso del materiale in Eritrea, il 26 aprile è partito il container carico di medicinali e materiale sanitario destinato alle cliniche delle missioni delle Figlie della Carità. Vi terremo aggiornati sull’arrivo e consegna. Suor Raffaella
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LA SETTIMANA DI LIVORNO
13 maggio 2012
Il presidente nazionale delle ACLI risponde
L’INTERVISTA A Antonio Melani
Collaboriamo alla ricostruzione del paese
Al centro i diritti ndrea Olivero, Presidente nazionale delA le Acli e portavoce del Forum del Terzo Settore ha incontrato gli associati livornesi.
A colloquio con il nuovo presidente provinciale delle Acli sullo scenario nazionale e locale stato eletto Presidente per acclamazione dal Consiglio Provinciale delle Acli, dopo l’ultimo congresso, Antonio Melani, assiduo della parrocchia di S.Andrea, 57 anni, sposato, due figlie e un nipote. Nella sua attività professionale si è sempre dedicato ai problemi aziendali e finanziari, ha curato questo particolare settore per alcuni anni nella Segreteria regionale della CNA, in seguito è stato per circa venti anni Vice direttore della Confesercenti. Attualmente si occupa di Formazione professionale nella società di formazione “Sfera”.
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Cosa pensa dell’attuale situazione economica e sociale del paese? «Viviamo tempi duri e difficili. È in atto un percorso di risanamento che il Paese è obbligato a fare. Ci troviamo di fronte ad una situazione che purtroppo si scarica su chi ha minore capacità di reddito e nello stesso tempo le Amministrazioni pubbliche sono costrette a diminuire i servizi che offrono ai cittadini più bisognosi. Dico questo non dimenticandomi però di cosa c’è stato prima, il primo recupero è stato quello della sobrietà e dello stile, eravamo giunti ad una deriva morale e si respirava un’aria dove il senso del pudore si era perso, è perciò ovvio che ricostruire uno stile di vita serve anche a costruire elementi di “rigenerazione” della comunità e della politica come abbiamo affermato durante il Congresso delle Acli». Chi paga le conseguenze di questo scenario? «La necessità del rigore della spesa pubblica è stata pagata e la stanno pagando ancora di più i pensionati e i pensionandi, ma c’è ora la necessità di mettere in moto un meccanismo che consenta di affermare sia i consumi che la speranza nel futuro, in mancanza di questo la ricaduta sulla coesione sociale sarà terribile». Sull’ormai proverbiale trinomio, rigore, equità, sviluppo, cosa dice? «Dico che il rigore lo abbiamo pagato, mentre per quanto riguarda l’equità non la si percepisce, perché non si tratta solo di combattere l’evasione fiscale, si devono poter pagare le tasse permettendo però a tutti i cittadini di mantenere una vita dignitosa e non colpire sempre i più deboli. Una vera equità significherebbe oggi una patrimoniale sui grandi capitali che consentisse una reale redistribuzione delle ricchezze. Di sviluppo non c’è traccia, è evidente che è necessario tagliare la spesa pubblica. Faccio un esempio, il Presidente della Toscana Rossi ha detto che si è dotato di una Punto a metano e non di una sontuosa auto blu, va bene, ma si tratta di un’operazione mediatica, penso che sarebbe più incisivo se si
Nelle foto: Antonio Melani con la targa dell’affidamento delle ACLI a Maria di Montenero e sotto insieme al presidente nazionale Andrea Olivero
L’affidamento delle Acli alla Madonna di Montenero rima dell’apertura del Congresso, al termine della Messa PMedori, al Santuario di Montenero presieduta da don Edoardo accompagnatore spirituale delle Acli, è stato consegnato un quadro con l’effige della Madonna e la seguente dedica: «Nel momento in cui le Acli Livornesi celebrano il loro XXII Congresso Provinciale e nel ricordo del ricevimento, nel lontano 1970, del quadro di S.S. Maria delle Grazie di Montenero dai Padri Vallombrosani, le Acli si affidano alla Madonna , immagine permanente della Chiesa, esempio nella fede, nella carità, nella perfetta unione con Dio. Gli Aclisti rivolgono a Lei le proprie preghiere, a Lei, che nell’amore per il Figlio ha esteso la maternità a tutti gli uomini e chiedono la protezione nel cammino verso la patria celeste. Le Acli Livornesi chiedono ancora alla Beatissima Vergine di Montenero la grazia perché, con coerenza, possano portare a tutti il Messaggio Evangelico e l’insegnamento della Chiesa e contribuire alla promozione di tutti i lavoratori mediante la loro azione e testimonianza, operando per una società in cui sia assicurato, secondo democrazia, giustizia ed equità, lo sviluppo integrale di ogni persona”. 17 marzo 2012 in occasione del XXII Congresso Provinciale Acli Livorno e del 65° anno della loro fondazione, gli Aclisti posero in solenne ricordo del loro affidamento LA MOZIONE FINALE APPROVATA DAL XXII CONGRESSO Il XXII Congresso Provinciale delle Acli di Livorno, al termine di un profondo dibattito scaturito a seguito dell’ampia relazione del Presidente, ascoltati i contributi offerti dai delegati e gli interventi degli invitati istituzionali, apprezzate le linee congressuali con cui la Direzione nazionale ha avviato il Congresso, apprezzato l’intervento conclusivo di Maurizio Dressadore in rappresentanza delle Acli nazionali; preoccupato fortemente della crisi senza precedenti che colpisce la realtà cittadina e provinciale non intravedendo allo stato attuale le risorse necessarie per affrontare e superare questa situazione di crisi, impegna con forza gli organismi dirigenti eletti affinché le Acli di Livorno sviluppino attività mirate al sostegno delle nuove ed estese povertà; contribuiscano alla costruzione di una nuova e migliore classe dirigente, politica, economica, sindacale, dei territori e indichino un nuovo modello di sviluppo, basato sui valori e non solo sull’economia, che contribuisca a valorizzare e premiare le risorse umane. Auspica inoltre una società basata sulla coesione sociale e solidaristica che consenta un nuovo protagonismo dei giovani e valorizzi gli anziani. Infine il Congresso impegna gli organi eletti ad una revisione e al rinnovamento delle strutture interne che consenta un ulteriore sviluppo dei servizi offerti alla cittadinanza ed un maggior adeguamento dei circoli ai mutamenti della società. LE LINEE D’AZIONE ESPRESSE DAL CONSIGLIO PROVINCIALE E LA NUOVA PRESIDENZA Il Consiglio Provinciale delle Acli di Livorno conferma quanto contenuto nella Mozione conclusiva approvata dal Congresso Provinciale. In particolare indica la necessità di concorrere, come associazione, alla ricostruzione civile, sociale, politica ed economica del Paese e in particolare incominciasse ad accorpare i Comuni: all’Isola d’Elba ci sono 8 Comuni per 20 mila abitanti, mi sembra una enormità. Questo è il quadro preoccupante a cui bisogna mettere un argine». E le Acli cosa fanno? «Noi diciamo che è inutile scaricare le polemiche sulle Amministrazioni locali, ma dobbiamo “offrirci” alle Amministrazioni affinché si possa creare un “coordinamento in rete” di tutte le Associazioni presenti sul territorio affinché, insieme, si possano offrire dei servizi adeguati ai cittadini,
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della sua classe dirigente, un lavoro questo che tragga forza e ispirazione dalla pacifica rivoluzione del Vangelo, pietra miliare per la vita dei cristiani, nuova e continua necessità della vita pubblica della società. Le Acli individuano nella deriva che ha portato all’attenuazione della sensibilità verso i valori fondamentali della vita, indicati dal Magistero della Chiesa, quella crisi educativa e culturale che è alla base, negli ultimi decenni, del ripiegamento su se stesso dell’intero Paese e il suo arretramento culturale. Alla base dunque del lavoro del Presidente e della Presidenza ci dovrà essere un progetto per riaffermare cultura ed educazione quale base indispensabile per la rigenerazione della comunità. Questo impegno le Acli di Livorno non solo per la città, non solo per il Paese, ma anche per l’associazione stessa. La stessa struttura del “sistema Acli”di Livorno, che pur ha retto in un periodo difficile ed è riuscita, pur nelle difficoltà, a svilupparsi ed a estendere i sevizi offerti, deve essere oggetto di ulteriori sviluppi ed investimenti e, soprattutto, essere protagonista di una nuova e rinnovata stagione progettuale che abbia come obiettivi le finalità indicate dal Congresso Provinciale. Per questi motivi il Consiglio Provinciale impegna il Presidente e la Presidenza a sviluppare il lavoro di rinnovamento delle Acli come proposto e indica in Antonio Melani il Presidente designato al quale affidare la stesura di un programma di rivitalizzazione politica e di rinnovamento della classe dirigente delle Acli Livornesi. Impegna dunque il Precedente a presentare al Consiglio, dopo una ricognizione sullo stato delle strutture e dei lavori in essere svolta con i responsabili dei settori, un Progetto per l’affermazione dei valori e degli impegni delle Acli nella società livornese. Impegna inoltre la Presidenza a concorrere a sviluppare un progetto in accordo con le altre istituzioni cattoliche e in accordo con la Diocesi al fine di costruire una nuova classe politica di cattolici che, fieri di esserlo, riescano ad offrire un contributo alla guida della societa civile. Il Presidente Antonio Melani ha quindi proposto la nuova Presidenza provinciale che, eletta per acclamazione dai membri del Consiglio, è così composta: Vice Presidente Vicario: Anacleto Banchetti; Vice Presidente: Valerio Luci; membri di Presidenza: Gianni Giovangiacomo, Riccardo Rossato,Vincenzo Gentile, Cecilia Pamio, Andrea Gemignani,Vincenzo Graziani.
specialmente a quelli che si trovano in maggiori difficoltà. Per questo motivo il Consiglio Provinciale delle Acli ha indetto un incontro, che si terrà il prossimo 18 maggio, con gli assessori comunali di riferimento, al sociale, Gabriele Cantù, e al bilancio, Valter Nebbiai, proprio per ricercare possibili vie d’uscita. L’impegno è quello del servizio alla comunità, cercando di coniugare le idee con le risorse, tenendo presente che Livorno ha un quadro critico». E riguardo ai rapporti con la Diocesi?
«Abbiamo la fortuna di avere un Vescovo particolarmente sensibile alle problematiche sociali, porta lo “scandalo cristiano” nei suoi ragionamenti e ci porta a riconsiderare quello che abbiamo fatto. Lavorare con questo Vescovo sarà interessante e certamente stimolante, perciò le Acli sono pronte ad impegnarsi come Associazione Cristiana, laica, formata da elementi anche diversi dal cattolicesimo ma sempre cristiani, perché il motore che ci accomuna e ci spinge è sempre quello e perenne del Vangelo». Gianni Giovangiacomo
Come vede l’attuale situazione politica? «Il percorso congressuale che stiamo compiendo è importante in una fase decisiva per la nostra organizzazione e per il paese. Riguardo alla politica è possibile che cambi qualcosa, è dimostrato, da Todi in poi, che il mondo cattolico non vuole essere distante dalla politica italiana. Vogliamo essere dei riformisti che devono tenere conto delle questioni sociali, quindi non liberali e non liberisti, come ho avuto occasione di dire al Presidente Monti, del cui governo dobbiamo riconoscerne gli aspetti positivi, ma non dobbiamo sottacere gli errori gravi compiuti in questi ultimi mesi come la questione degli esodati. Il governo deve chiedere ciò che i cittadini possono dare, e non richiedere, sempre agli stessi, ciò che non sono più in grado di dare, è necessario perciò che si evitino le tensioni sociali e di fare retromarce. È un fatto che il governo dei professori sia slegato dalla realtà in quanto non c’è comprensione della situazione sociale. La cultura cattolica-democratica non è più presente, dobbiamo fare in modo che questa cultura sociale ritorni, non mi sento interessato ad un partito cattolico, ma è invece importante ripensare alle tradizioni che il mondo cattolico ha dato in passato. Bisogna mettere al centro "i diritti sociali" che ora sono una tematica minoritaria se non del tutto assente, questo potrebbe ridare più fiato alla politica. Dobbiamo essere più propositivi, bisogna riportare in auge la partecipazione dal basso, dei cittadini, se vogliamo modificare la politica». Come si dovrebbe intervenire? «Evitare la tassazione costante sui bassi redditi ma farla sui grandi patrimoni. Modificare l’assetto fiscale: il reddito da speculazione è tassato la metà di quello alla fonte e questo non è oggettivamente accettabile. La situazione è ancora più drammatica al Sud dove i servizi elargiti ai cittadini sono 1/5 di quelli richiesti. I costi dello Stato devono essere tenuti sotto controllo con una strategia delle riforme, invece si è tagliato dove non si avevano problemi sacrificando il welfare. C’è un problema di produttività del settore pubblico che si dovrebbe commisurare ai servizi che effettivamente è in grado di dare. Il problema grande per il futuro sarà quello del mantenimento della coesione sociale, infatti i redditi da lavoro sono falcidiati dall’IMU e l’aumento dell’IVA colpisce tutti in maniera indiscriminata, sarebbe perciò indispensabile "una tassazione selettiva". Le famiglie non sono più in grado di mettere da parte nulla, molte entrano in uno stato di povertà dove poi è difficile uscirne. Il governo evidentemente non ha presente questo problema e non si rende conto che non si può sempre aspettare, rimandare, senza fare nulla. Un campanello d’allarme della situazione è dato dal fatto che i sondaggi prevedono che il 50% della popolazione non andrà a votare, una percentuale grandissima è data proprio dai cattolici». Qual ’è la situazione del movimento aclista? «La riduzione drastica dei finanziamenti pubblici al Patronato ci crea, non solo a noi, delle conseguenze spiacevoli specialmente sulla liquidità. Anche perché le banche non considerano più i fondi pubblici come sicuri. Per questo abbiamo dovuto ridurre gli investimenti che avevamo fatto precedentemente. Il CAF è cresciuto e stiamo tenendo bene anche se l’intera situazione non ci lascia sereni. Complessivamente dunque la nostra "rete" tiene, è difficile far nascere nuovi circoli se non sono presenti anche i servizi, i circoli tematici hanno una certa consistenza e sono in aumento, anche il "Punto famiglia" ha fatto venire gente nuova al movimento, bisogna comunque valorizzare lo sviluppo associativo con le risorse che abbiamo. Ci rendiamo tutti conto che "creare comunità costa fatica" ed è costosissimo sotto il profilo umano». Gi.Gi.
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TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
13 maggio 2012
Agenda del VESCOVO VENERDÌ 11 MAGGIO Nella mattina, udienze laici in vescovado 11.30 il Vescovo interviene al convegno dal titolo "Investire in cultura. La ricchezza dei musei, dei beni e delle attività culturali" al Museo di storia naturale del Mediterraneo 17.30 in vescovado, convegno giuridico sul matrimonio (vedi locandina in pagina) SABATO 12 MAGGIO 15.30 nell’ambito della visita pastorale al I vicariato, incontro con gli animatori dei gruppi giovanili in vescovado 17.30 S. Messa e cresime alla chiesa di S. Leopoldo a Vada DOMENICA 13 MAGGIO 10.00 concelebrazione eucaristica dei vescovi toscani ad Arezzo in occasione della visita del Santo Padre Benedetto XVI 18.00 S. Messa e cresime alla chiesa di Santa Teresa a Rosignano Solvay 22.00 Convegno diocesano per animatori musicali della liturgia LUNEDÌ 14 MAGGIO 11.00 al porto mediceo, inaugurazione della nuova sede degli ormeggiatori MARTEDÌ 15 MAGGIO Nella mattina, udienze clero in vescovado 18.30 consiglio affari economici in vescovado MERCOLEDÌ 16 MAGGIO 9.30 consiglio presbiteriale in vescovado 12.00 collegio dei consultori in vescovado 18.00 incontro sulla figura di S. Giulia organizzato dall’Arciconfraternita di S. Giulia, presso la provincia di Livorno (vd. pag8) 21.00 in vescovado, consiglio pastorale diocesano GIOVEDÌ 17 MAGGIO 9.00 giornata sacerdotale toscana a Camaldoli VENERDÌ 18 MAGGIO Nella mattina, udienze laici in vescovado 21.15 alla chiesa di Nostra Signora di Fatima, rosario con la parrocchia SABATO 19 MAGGIO 8.00 pellegrinaggio diocesano mensile al Santuario di Montenero, a seguire S. Messa 10.00 incontro con i giovani di Reggio Emilia in vescovado 18.00 S. Messa in occasione della presenza delle suore trinitarie a Livorno, alla chiesa di San Ferdinando DOMENICA 20 MAGGIO 11.00 S. Messa e conferimento delle cresime alla chiesa di Sant’Andrea Apostolo 15.30 assemblea diocesana alla chiesa di Santa Lucia ad Antignano (vd. pag.1) 23.30 alla Fortezza Nuova, premiazione della Coppa Santa Giulia
Diocesi informa In collegamento con BRUXELLES
Il 12 maggio all’ Auditorium del Museo di Storia Naturale
INSIEME PER L’EUROPA na comunione di Comunità e Movimenti che collaborano danno speranza per il bene della città e della società. Il cammino condiviso da oltre 300 Associazioni, Movimenti e Comunità di diverse confessioni cristiane, uniti per dare voce e testimonianza che l’Europa della pace e della fraternità è possibile, coinvolge anche a Livorno. Domenica 12 maggio, a cominciare dalle 15,00, all’Auditorium del Museo di Storia Naturale della città, in via Roma n.234, i Movimenti e le Associazioni cristiane presenti sul territorio si incontrano per portare alla comunità la propria rete di testimonianze che fanno della Città luogo di accoglienza e solidarietà. Un pomeriggio in dialogo per illustrare le modalità, i percorsi e le diverse esperienze che insieme rendono possibile affrontare le varie sfide che tessono quotidianamente Livorno. Da esperienze di multiculturalità vissute in primis nei plessi scolastici cittadini, a diversi progetti e testimonianze che hanno visto unirsi in una collaborazione di forze ideale diverse associazioni e movimenti locali. Ad aprire il dialogo sarà l’assessore provinciale Monica Mannucci, delegata alle
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Politiche comunitarie, Qualità sociale, Volontariato e Cooperazione internazionale, che porterà il saluto ufficiale della Provincia, che ha dato l’alto patrocinio all’evento. Insieme a Livorno, lo stesso pomeriggio, si incontreranno anche altre 41 città italiane e più di 130 in Europa, un abbraccio al continente per dimostrare che solidarietà, bene comune, amore reciproco sono la base perché ogni città possa vivere in giustizia, pace e fraternità. Insieme per l’Europa, riconosciuto in Italia anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, vuole mostrare come ogni movimento, comunità e realtà locale, ognuna secondo il proprio carisma e le proprie potenzialità, lavora con i cittadini, le istituzioni e le forze sociali e politiche per il Bene della propria città. L’evento si chiuderà con un collegamento speciale e intercontinentale: alle 17.00, infatti, le manifestazioni locali sparse per il continente si incontreranno per un collegamento diretto con lo Square Meeting Center di Bruxelles, centro di Insieme per l’Europa, che vedrà riuniti i rappresentanti dei Movimenti e delle Comunità di tutta Europa, con personalità del panorama politico, istituzionale e culturale europeo.
PARROCCHIA NOSTRA SIGNORA DI FATIMA DAL 12 AL 19 MAGGIO CON LA STATUA DELLA MADONNA PELLEGRINA 12 MAGGIO- sabato Ore 21,00 Accoglienza della Madonna Pellegrina in Piazza Saragat e processione verso la Chiesa:via Gobetti,via Coltellini, via flli Cervi. Celebrazione dei Vespri. 13 MAGGIO- domenica FESTA DI NOSTRA SIGNORA DI FATIMA Ore 10,30 Celebrazione della S. Messa e consacrazione della Parrocchia; ore 17,00 S. Rosario,Vespri, predicazione del Messaggio di Fatima, Benedizione. Dal 14 al 19 ogni giorno alle 8,30 Lodi e S. Messa; alle 17,00 S. Rosario meditato,Vespri, Adorazione, Benedizione, alle 21,15 S. Rosario 19 MAGGIO- sabato Alle 15,30 Incontro vicariale dei bimbi del catechismo. Proiezione de “Il miracolo del sole” Preghiera dei bimbi a Maria, Consacrazione, Saluto a Maria e Congedo.
Le proposte di PHARUS VIAGGI
RIMINI E RAVENNA 26-27 MAGGIO 26 Maggio: Ritrovo dei Sigg.ri partecipanti, sistemazione in bus GT e partenza per Rimini. All’arrivo visita guidata ai luoghi caratteristici della città come l’Arco di Augusto e il Ponte di Tiberio. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio visita guidata alla mostra presso Castel Sismondo dove si potranno ammirare decine di capolavori della pittura europea da Cinquecento al Novecento - da Tiziano a Verneer, da Vélasquez a Canaletto, da Turner a Monet, da Manet a Van Gogh, da Renoir a Degas, da Matisse a Picasso. Al termine trasferimento in hotel, tempo libero, cena e pernottamento. 27 Maggio: Prima colazione in hotel e partenza per Ravenna. All’arrivo visita guidata della città e dei suoi capolavori d’arte bizantina. Partecipazione alla S. Messa. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio proseguimento della visita della città. Partenza in bus per Livorno. quota di partecipazione in camera doppia euro 205,00 Supplemento camera singola euro 18,00 (disponibilità limitata) La quota comprende: viaggio in pullman come da programma; biglietto di ingresso alla mostra; alloggio in hotel 3*; vitto dal pranzo del 1° giorno al pranzo del 2° giorno (bevande incluse); visite guidate come da programma; assicurazione sanitaria e bagaglio. La quota non comprende: mance, extra in genere e tutto quanto non specificato alla voce "La quota comprende".
BREVI DALLA DIOCESI
Incontro Diaconi SABATO 19 MAGGIO ALLE 16.30 Alla parrocchia di San Leopoldo a Vada incontro dei diaconi, relazione di monsignor Paolo Razzauti dal titolo "La diaconia di Gesù nell’esercizio del ministero famigliare del diacono coniugato"
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO A POCHI MESI DALL’ANNIVERSARIO DELL’APERTURA DEL CONCILIO VATICANO II.........
Un evento che ha cambiato la storia ono trascorsi cinquanta anni dalla indizione del Concilio Vaticano II. È con emozione che ripercorro quei giorni. È certamente opportuno celebrare quell’avvenimento,così importante che ha trasformato la vita e l’immagine della Chiesa. Importante lo è per quelli che lo hanno vissuto,ma lo è anche per far conoscere a quelli che non c’erano ancora,e che vivono il frutto di quelle trasformazioni nel loro quotidiano, come tutto si è svolto. Per fare capire che la trasformazione di mentalità è stata, ed è ancora, faticosa. Per spiegare come siamo passati dal "Roma locuta, causa finita" ( Se Roma si pronuncia non c’è possibilità di appello) alla partecipazione. Altro esempio la Lumen Gentium che ci parla di una nuova immagine di Chiesa . In una lettura pastorale del documento, il Prof Alfonso Langella così si esprime" Il documento conciliare, infatti, ha recuperato le prospettive ecclesiali che emergono dai testi biblici e da quelli dei padri della Chiesa e ha superato le visioni unilaterali che avevano dominato il pensiero teologico negli ultimi secoli, che avevano portato a ridurre la riflessione sulla Chiesa ad una riflessione sulla gerarchia e sugli aspetti visibili e istituzionali della comunità cristiana, con la conseguente dimenticanza della dimensione soprannaturale della Chiesa e del ruolo attivo di tutti i battezzati nella vita ecclesiale. Oggi, superato il clericalismo, affermiamo che la Chiesa è il popolo di Dio in cammino.
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Per fare questo percorso all’indietro abbiamo fatto ricorso alle cronache settimanali del giornale diocesano dell’epoca La vita che ha effettuato le sue pubblicazioni dal 1960 al 1965. Sarà quindi un diario quello che qui viene presentato. Toccherà ad altri, più esperti, esprimere valutazioni critiche delle applicazioni, che il Concilio ha avuto, ed ancora ha, nella vita della Chiesa. A sottolineare l’importanza della ricorrenza riportiamo le parole con le quali il Santo Padre Benedetto XVI l’ha voluta commemorare il 24 marzo 2012 in un indirizzo ai Vescovi francesi: Se noi siamo in grado di leggere e interpretare il suo messaggio, all’interno della tradizione della Chiesa e nel solco del suo magistero, il Concilio si rivelerà anche ai giorni nostri una grande forza per il futuro della Chiesa… ed io auspico vivamente che questo anniversario sia per voi e per tutta la Chiesa occasione di rinnovamento spirituale e pastorale…...Un rinnovamento richiede un’apertura ancora più grande alla persona del Cristo e una riscoperta della parola di Dio per realizzare una conversione profonda dei nostri cuori, per consentirci di andare ancora per le strade di tutto il mondo a proclamare il Vangelo della speranza alle donne e agli uomini dei nostri tempi, in un dialogo che deve essere rispettoso di tutti… nell’auspicio che questo tempo di grazia possa anche consolidare la comunione all’interno della grande famiglia
L’11 ottobre 2012 si celebreranno cinquanta anni dall’inizio del Concilio Vaticano II. Abbiamo voluto raccontare, iniziando questo mese e continuando nei prossimi, attraverso i documenti e le parole dei protagonisti, la storia del Concilio, di come è stato recepito e soprattutto del «segno» che ha lasciato nella storia della Chiesa
della Chiesa cattolica e contribuisca alla ritrovata unità fra tutti i Cristiani che è stato uno degli obbiettivi principali del Concilio. Il Concilio Ecumenico Vaticano II , XXI Concilio della Chiesa cattolica, venne celebrato a Roma, nella Basilica di San Pietro, dall’11 ottobre 1962 all’8 dicembre 1965 e rappresentò una svolta epocale nella storia della Chiesa. Il Concilio precedente, il XX, fu il Vaticano I che si era svolto, sul finire del XIX secolo, sotto il pontificato di Pio IX, in 4 sessioni dall’ 8 dicembre 1869 al 18 luglio 1870. In quel Concilio venne proclamata l’infallibilità del pontefice in materia di fede, quando questi si fosse rivolto al popolo cristiano "ex-cathedra", ovvero nel suo ruolo di pastore di anime. La decisione di convocare un nuovo Concilio ecumenico venne presa da Giovanni XXIII, nel gennaio del 1959. La sua fu una decisione personale, consapevole della situazione in cui versavano da un lato la Chiesa, adagiata in un certo immobilismo, e dall’altra il mondo, diviso in due blocchi contrapposti. Fu una decisione che colse tutti di sorpresa perché da un uomo di 78 anni che, eletto dopo il pontificato di Pio XII, era stato immaginato come un Papa di transizione, non ci si aspettava che volesse imbarcarsi in una simile avventura. Ma Angelo Maria Roncalli non era un
Papa qualunque. Aveva le idee chiare e lo aveva dimostrato fin dalla sua elezione con la scelta del nome: Giovanni XXIII cancellando così, con un colpo di spugna, l’annosa questione dell’antipapa Giovanni XXIII del 1400 che ancora agitava i vaticanisti! Giovanni XXIII rifletté a lungo sull’annuncio del Concilio e, dopo essersi consultato con alcuni cardinali, prese la sua decisone. Tre mesi dopo la sua elezione, il 25 gennaio 1959, annunciò ai cardinali, riuniti nella Basilica di San Paolo: un sinodo romano, un concilio ecumenico e l’aggiornamento del codice di diritto canonico. Egli pensava ad un Concilio di dialogo con tutti e di aggiornamento. Il Papa manifestò il desiderio che tutti i cardinali, non solo quelli di Curia, ma anche i più lontani, esprimessero un loro parere e dessero i loro suggerimenti. LA PREPARAZIONE Nel giugno del 1959 il cardinale Tardini, segretario di Stato, invitò tutti i Vescovi, i Superiori Maggiori degli Istituti Religiosi, le Università cattoliche ad inviare al Papa le loro proposte per il Concilio. Il 5 giugno 1960 iniziò la reale preparazione del Concilio. Vennero create 11 commissioni: - la commissione centrale, per un lavoro di coordinamento, presieduta dal cardinale Tardini e con Pericle Felici come segretario; - la commissione dogmatica,
presieduta dal cardinale Ottaviani; - la commissione per i vescovi e il governo delle diocesi; - la commissione per la disciplina del clero; - la commissione per i sacramenti; - la commissione per la liturgia; - la commissione per i seminari; - la commissione per i religiosi; - la commissione per le chiese orientali; - la commissione per le missioni; - la commissione per l’apostolato dei laici; - il segretariato per l’unità dei cristiani, presieduto dal cardinal Bea. Nel diario di Giovanni XXIII troviamo descritto il passo decisivo, da lui compiuto, per la celebrazione dell’evento conciliare. Egli scrive: Venticinque dicembre 1961: "Mia santa Messa di mezzanotte per il Corpo diplomatico nella sala Clementina. Immediatamente dopo celebrai la seconda e terza Messa nella mia cappella privata. Alle ore 9 mia firma solenne della Bolla di indizione del Concilio, sempre nella Sala Clementina. Era presente anche il cardinale Copello gran cancelliere di Santa Romana Chiesa. Mi servii per la firma di una penna d’oro regalatami dall’Osservatore Romano per l’occasione. Alle 12.30 nella stessa Sala Clementina mio breve discorso con riferimento alla indizione del Concilio e alla benedizione di Natale che di là diedi in tiara, Urbi et orbi. Si riferisce alla firma della Bolla Humanae salutis. Era il suo regalo per il Natale 1961 e la sua prefazione al Vaticano II. La Bolla Humanis salutis è un testo di mezzo secolo fa da non dimenticare e del quale il Papa aveva già dato sentore il 16 aprile 1959 quando aveva segnalato l’inderogabile necessità di precisare e distinguere fra ciò che è principio sacro e Vangelo eterno, e ciò che è mutevolezza dei tempi. L’arcivescovo Loris Francesco Capovilla, già segretario di papa Roncalli e che oggi ha novantasei anni, ricordando che era un giorno piovoso quello del Natale del 1961 dice: Anche per questo la firma, per quanto solenne, avvenne nella Clementina e non nella Basilica di San Pietro o pubblicamente e prosegue Di fronte ai mutamenti culturali, sociali, tecnologici, economici, sociali, Papa Giovanni XXIII desiderava tornare a interrogarsi e confrontarsi sul ruolo della Chiesa nella società e nella storia, chiamando i Vescovi di tutto il mondo a riflettere su modi nuovi per annunciare il Vangelo di sempre e affiancare, con la forza della fede e del dialogo, il cammino dell’umanità nella prospettiva della costruzione del Regno di Dio. Questa la consapevolezza che appare in filigrana, già nell’Humanae salutis, dove le finalità del Concilio sono già specificate, i motivi di fiducia indicati, il programma di lavoro annunciato non senza invito alla preghiera , e dove si riconoscono a questo strumento presente nella storia della Chiesa le potenzialità per contribuire a incrementare la grazia nei fedeli e a far progredire il cristianesimo a cura di Maria Luisa Fogolari
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VATICANO II
13 maggio 2012
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TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
13 maggio 2012
VENERDÌ 11 MAGGIO ALLE 21
Più di cinquecento bambini con il Vescovo al pellegrinaggio a Montenero
Uno spettacolo tutto da vedere
Chiamati alla missione da Maria Una preghiera vivace tra canti e qualche sorpresa
a compagnia teatrale "Quelli che il Lallegiovedì.." presenta, venerdì 11 maggio 21.15 al teatro Filicchi in Piazza Maria Lavagna a Livorno, "Basta che tu dica sì musical liberamente ispirato all’opera "Prima o poi me lo sposo" di Frank Coraci. L’ingresso è a offerta libera, il cui ricavato sarà devoluto per i progetti del Centro Mondialità Sviluppo Reciproco in Tanzania e Bolivia.
Fotografie di Roberto Manera
Premio LIONS
Padre Nike «al servizio degli ultimi» rano più di cinquecento i bambini che si sono ritrovati sul colle di Montenero per il pellegrinaggio annuale al santuario della Patrona della Toscana. Un’occhiata dall’alto alla strada che porta al santuario regalava un colpo d’occhio straordinario: un fiume di bambini accompagnati dai loro genitori e animatori salivano, tra canti e preghiere, al santuario guidati da monsignor Simone Giusti. Arrivati sul sagrato del santuario, i bambini hanno continuato a cantare, guidati con vivacità dalle suore Piccole Sorelle del Vangelo; tra di loro una sorpresa per chi partecipa da anni a questa iniziativa: una giovane suora che accompagnava con la chitarra i canti ricordava nei lineamenti del viso una giovane che già diversi anni fa svolgeva lo stesso compito. Alla fine della celebrazione don Fabio Menicagli ha svelato la sorpresa: suor Maria Lucia del 2012 era la versione “aggiornata” di Martina Arrighini che già nel 2003
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ella suggestiva cornice del N Palazzo Pretorio del Comune di Certaldo si è svolta la cerimonia del Premio «AL SERVIZIO DEGLI ULTIMI». Questa iniziativa del Lions Club Certaldo-Boccaccio, ideata dal Dott. G. Monsacchi e giunta alla sua XI edizione, ha lo scopo di proporre alla nostra società l’esempio di coloro che sono testimoni nel nostro tempo dell’adesione ai grandi valori dell’umanità. Il premio del valore complessivo di 7500 euro è stato attribuito ex-equo a tre candidati: * Padre Maurizio De Sanctis per il concreto aiuto ad una vita nascente, segnalato alla commissione dal Lions Club Porto Mediceo * Avvocato Federica Ciardelli per il progetto di sostegno sanitario ai bambini sofferenti, continuazione dell’opera progettata dal Fratello militare caduto nell’attentato nella zona di Nassirya in Iraq * Suor Anna Maria Zuco per la fattiva accoglienza e sostegno alle vittime della prostituzione organizzata Padre Maurizio impossibilitato a partecipare personalmente alla premiazione, ha delegato il dott. Luca Mastrosimone e l moglie Cristina a presenziare alla cerimonia in rappresentanza del consiglio pastorale della Parrocchia. Padre Maurizio trovandosi di fronte ad una famiglia numerosa e bisognosa che presa dalla disperazione per motivi economici aveva pensato di rinunciare a far nascere il proprio figlio, non esitò a offrire il suo concreto aiuto, sia spirituale sia economico, cercando in tutte le maniere di evitare la soppressione di una nuova vita umana. Si stabilì subito con la madre un rapporto di fiducia e di ascolto, favorito dalla sua duplice veste di sacerdote e psicologo. Tutto ciò avvenne a ridosso del periodo natalizio ed ebbe un’enorme risonanza a livello nazionale, sollevando il problema dell’aiuto alla maternità e proponendosi come esempio da seguire. Il giorno successivo alla premiazione nel corso della Santa Messa alla parrocchia di Santa Rosa, il dott. Stefano Bandini rappresentante del Lions Club Porto Mediceo, ha consegnato personalmente al Parroco questo importante e prestigioso premio alla presenza dei parrocchiani in festa.
guidava i canti dei bambini saliti al santuario. Dopo aver costruito un rosario, simbolo della preghiera a Maria, i bambini hanno poi rivolto alcune domande “sbarazzine” al Vescovo sulla sua esperienza di fede. Monsignor Giusti si è prestato volentieri al “gioco” raccontando la sorpresa dei suoi genitori nel sentirsi dire dal figlio, appena laureato in architettura, che intendeva entrare in Seminario; e raccontando anche la saggezza del suo Vescovo di allora che, quando gli parlò per la prima volta del suo desiderio di diventare prete, lo consigliò di continuare negli studi di architettura e di cominciare il seminario solo dopo essersi laureato. Riguardo alla sua esperienza di fede e alla scoperta della sua vocazione, il Vescovo Simone ha spiegato ai bambini che si è sempre fidato di Dio e di quanto gli chiedeva nella preghiera e non è mai rimasto deluso; ha poi ricordato scherzosamente anche la reazione della ragazza a cui era legato
affettivamente quando le comunicò la sua scelta di vita: “Se non era per diventare prete, ti cavavo gli occhi !”. I bambini hanno ascoltato con grande attenzione questa singolare omelia del Vescovo, proiettando forse la loro esperienza attuale su quella di quel bambino di qualche anno fa… Poi don Menicagli, direttore
dell’ufficio catechistico, ha premiato i cartelloni preparati sul tema “Maria ci chiama alla Missione”: nell’ordine si sono classificati al primo posto in gruppo della parrocchia di San Luca Stagno, al secondo il gruppo della parrocchia di Rosignano Marittimo e al terzo il gruppo scout di Guasticce. n.s.
«Grazie Fabrizio, ora proteggi tutti noi» Il ricordo della parrocchia di San Matteo per Fabrizio; catechista e non solo, al servizio della sua comunità iao Fabrizio è il saluto che la C Comunità di San Matteo ti rivolge, ciao, a-Dio, ci vedremo in Paradiso. Non a caso Fabrizio ha passato tantissimi anni della sua vita nella parrocchia di San Matteo e ha fatto le sue parole dell’Apostolo: “Andate e fate discepoli tutti… io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. “Andate” è l’imperativo che Fabrizio ha accolto e fatto suo perché la sua vocazione di catechista l’ha vissuta in pieno, annunciando, nei modi che ha sempre creduto più idonei al messaggio e alla storia, attraverso
la catechesi, fatta insieme alla moglie Manuela, ai ragazzi dell’iniziazione cristiana. Ha annunciato Cristo e il suo amore per ognuno. Il suo impegno e la sua testimonianza è stata fattiva, anche attraverso l’impegno di essere Padrino per la Cresima; tramite il giornalino Zoom nei suoi articoli sempre profondi e
scritti con la testimonianza della vita, anche attraverso i mezzi della comunicazione, mandando schede di catechismo ad amici anche lontani. “Andate” è il compito che Fabrizio ha accolto e vissuto in pienezza fino all’ultimo viaggio e sempre annunciando che Dio è amore e che con lui niente si teme, neppure la morte,
perché attraverso questa si passa alla resurrezione. “Io sono con voi” questo è l’aspetto fondante la sua vita, credo, perché lo conosco, che la sua esistenza sia stata un configurarsi a Cristo sempre, nella famiglia, con Manuela, con Alessandro e Erica con Francesco e se gli fosse stato possibili anche con il futuro Gabriele,
con gli amici, sul lavoro… ha rischiato di essere impopolare, ma la centralità del Cristo nella sua vita l’ha sempre testimoniata a costo di essere deriso. Ha annunciato l’amore per Cristo e l’uniformarsi a Lui in questo lungo periodo di malattia, le cose che prediligeva erano la preghiera, sentir parlare di Lui, riflettere e attendere con serenità la morte. Era rammaricato di lasciare i suoi, ma gioioso di raggiungere Dio e di contemplare il suo volto. Sono spinta per dovere e per profonda amicizia a ringraziare Fabrizio, cultore del bello, del buono e del sacro, per il bene ricevuto, per i consigli, per aver condiviso gioie e incomprensioni, per essere stato un fratello sereno e fortemente spirituale. Grazie Fabrizio, proteggi tutti noi dal Paradiso. Suor Gabriella Gigliucci
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
13 maggio 2012
VII
Tra le colline livornesi
Ecco il «wine store»
AGENDA DELLA SPERANZA per Livorno
Due giovani donne a gestire un’attività antica
Sicurezza e qualità per superare la crisi: la ricetta della Labromare
pochi chilometri da Livorno, A immerso tra la vasta distesa di vigneti, sorge l’«Wine Store Nugola».
«Difesa dell’ambiente. Molti ne parlano, noi la facciamo tutti i giorni» è questo lo slogan della Labromare, un’azienda tutta livornese, leader nel settore della bonifica e salvaguardia ambientale. A colloquio con il direttore DI
CHIARA DOMENICI
ugenio Fiore è il giovane procuratore generale della LABROMARE, un’azienda nata e cresciuta a Livorno, fondata nel 1969 dalla famiglia Cafferata ed oggi leader sul territorio nazionale nel trattamento dei rifiuti e nella difesa dell’ambiente. «L’azienda – spiega il Procuratore – nasce all’interno del porto livornese, per il trattamento dei rifiuti legati al traffico navale, ma nel corso degli anni, grazie a nuovi investimenti per ampliare l’offerta dei servizi, abbiamo sviluppato i nostri mezzi e le nostre tecniche, abbiamo ottenuto certificazioni europee a garanzia del livello di qualità e della sicurezza, al punto che i nostri interventi vengono richiesti in tutta Italia ed anche oltre» Nel 2002 la Labromare ha incontrato un momento di difficoltà ed è stata acquistata da una società di Trieste che si occupa di servizi marittimi e rimorchi, ma i nuovi proprietari hanno creduto nelle potenzialità della ditta livornese ed hanno investito, negli impianti portuali e in quelli per lo smaltimento dei rifiuti a terra, mantenendo i dipendenti e lasciando il management a Livorno. Questo ha permesso un notevole sviluppo dell’Azienda, che ad oggi, dopo la creazione della piattaforma polifunzionale nel 2009, riesce a ricevere, trattare e smaltire ogni tipo di rifiuti, liquidi e solidi, offrendo servizi di bonifica a 360°. Le attività dell’Azienda riguardano sia il settore terrestre, che il settore marittimo e la raccolta dei rifiuti portuali, attività quest’ultima su cui può vantare l’esclusiva per l’intero bacino livornese, la Labromare infatti è in convenzione con l’Autorità Portuale di Livorno e, secondo il piano regionale ad essa vengono obbligatoriamente conferiti gli
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incarichi di smaltimento. Fiore all’occhiello sono i due modernissimi impianti, uno dedicato al trattamento e recupero delle acque di sentina e delle miscele oleose ed un altro per la gestione dei rifiuti urbani pericolosi e non. Nell’attività della Labromare ci sono anche i servizi di sorveglianza alla raffineria Eni e le emergenze anti inquinamento, non ultimo l’intervento per la tragedia della Costa Concordia all’isola del Giglio. «Subito dopo l’incidente – racconta Eugenio Fiore – siamo stati chiamati per arginare la contaminazione ambientale. Abbiamo messo in campo un presidio con 3 unità navali e 3 mezzi, per un totale di 13 persone continuamente presenti 24 su 24. Questo fino al 24 aprile, dopodiché siamo rimasti in servizio con un battello antinquinamento per la pulizia degli specchi d’acqua
intorno al relitto». La Labromare oggi conta 16 mezzi marittimi, 40 unità a terra e oltre 100 dipendenti e negli ultimi due anni ha visto anche l’assunzione di 6 persone a tempo indeterminato e di altre 20 a tempo determinato a rotazione. «Nonostante i servizi che offriamo si rivolgano a realtà istituzionali e industrie statali, la crisi l’abbiamo avvertita anche noi – confessa il direttore – riscontrandola nella diminuzione dei traffici portuali e quindi nel calo della richiesta dei nostri servizi, ma grazie alla diversificazione che abbiamo attuato negli anni riusciamo a far fronte a questo momento. Insieme agli altri dirigenti abbiamo cercato di realizzare una politica interna di rispetto dei ruoli, lasciando maggiore autonomia ai diversi comparti ed una politica esterna più commerciale, che si proponesse continuamente sul mercato».
«Quando sono entrato in questa azienda – racconta Fiore – ho iniziato dalla base, con il lavoro sulle barche, ed il mio cammino è stato progressivo. Ho potuto rendermi conto di persona delle difficoltà che si incontrano in tutte le fasi di questo lavoro ed anche delle potenzialità che potevano essere sviluppate. Per questo da quando mi è stata affidata la direzione ho cercato di puntare sugli aspetti che ho creduto più importanti: la sicurezza innanzitutto, ma anche la qualità del servizio che offrivamo ed il rapporto con il personale, con cui ho continui contatti e riunioni periodiche. Anche la cura e la manutenzione dei mezzi, che per noi sono fondamentali, penso sia un aspetto importante da non sottovalutare. Il momento è certo difficile per tutti, ma la qualità del lavoro che si offre può sicuramente fare la differenza». Nelle foto: in alto Eugenio Fiore, poi uno dei mezzi della Labromare per gli interventi a terra, e i battelli anti inquinamento intervenuti all’Isola del Giglio (anche qui a lato)
Una cantina aperta nel 2002, parte integrante della società Marchesi de’ Frescobaldi , che realizza vino di ottima qualità facendo leva sulle grandi potenzialità della zona, che grazie a un terreno sabbioso di origine marina e ai venti di maestrale garantisce un aroma tipico della macchia mediterranea, producendo vini a base di uve Cabernet, Sauvignon, Merlot e Vermentino. Un’azienda che conta più di novanta ettari di terreno, e che ha alle spalle quasi cento anni di storia, dato che già nel 1920 la famiglia Marchi proprietaria di tutti i vigneti della zona produceva vini raffinati; ma diretta adesso da un giovane ragazzo, Federico Falossi, che con un progetto per la crescita economica della zona ha saputo dare spicco ad un grande prodotto delle nostre colline. La cantina, oltre al vino, propone la vendita di olio, salumi e miele, forniti dalla società Frescobaldi, che ne garantisce la qualità e tipicità del prodotto, proveniente da aziende presenti nel cuore della Toscana. Alla vendita dei prodotti troviamo Cecilia Mantellassi, che insieme alla cugina Federica Falossi, gestisce la cantina. Un’azienda formata quindi anche da giovani donne, che rende evidente quanto il settore agricolo e vitivinicolo non sia legato esclusivamente alla figura maschile. Circa trenta persone sono invece impiegate nei vigneti, dove lavorano con grande passione e competenza tecnica, ciascuno ha infatti seguito un corso di formazione prima dell’inizio dell’attività. «In attesa della realizzazione- ci spiega Cecilia-le uve raccolte nei vigneti vengono trasferite in una cantina della Frescobaldi, il prodotto una volta finito viene poi riportato qui da noi». Un settore questo sempre in continuo sviluppo, che mira anche all’interazione dell’ambiente e dell’uomo con il prodotto. Proprio in questi giorni l’azienda agricola ha voluto creare un connubio tra vino, arte e valorizzazione territoriale, riservando un locale recentemente ristrutturato, adiacente alla cantina, per la fondazione di una libera scuola d’arte. Un progetto organizzato dall’associazione ESART Collesalvetti, per la realizzazione di laboratori di scultura, pittura, canto individuale, coro polifonico e percussioni. Alice Carpentiere
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TOSCANA OGGI 13 maggio 2012
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