IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo
di mons. Alberto Ablondi
Ma se pensate che il mondo ha cominciato a cambiare quando al Dio dell’Amore e della Speranza una fanciulla, Maria, ha detto il suo "si"; allora più che ricevere un augurio, più che fare un augurio, ognuno di noi può diventare un augurio. Ognuno diventerà un augurio per il mondo, se saprà e vorrà aprirsi agli aspetti più gravi della sua casa, del suo ambiente, della sua Chiesa e della sua epoca con un po’ d’amore; e nonostante tutto, con speranza. Messaggio per l’Anno 1982 - Una missione d’accoglienza
Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
12 maggio 2013
I festeggiamenti per Santa Giulia: le iniziative, le celebrazioni e le sorprese che riserva quest’anno la patrona di Livorno
A Santa Giulia... cacciucco per tutti! DI
MARTINA BONGINI
er fare un buon cacciucco, servono: seppie, polpi di scoglio, palombo fresco, pesce da zuppa (gallinelle, cappone, scorfano, ghiozzo nero, tracina, grongo), cozze, cicale, pomodoro, olio, aglio, salvia, peperoncino, pane posato e arrostito, pepato e agliato; più o meno questa è la ricetta originale, anche se, ogni cuoca livornese aggiunge, toglie o sostituisce ingredienti, affiché il proprio possa essere il più buono ovvero "l’originale". E così, come in un cacciucco che si rispetti, Livorno festeggerà la sua patrona con una molteplicità di iniziative e manifestazioni dal carattere, culturale, religioso e della tradizione livornese. Saranno quindici giorni (dal 14 al 28 maggio) da leccarsi i baffi, proprio come accade quando si gusta la pietanza labronica per eccellenza. Da ormai qualche anno, un comitato apposito, si occupa di programmare e pensare ai festeggiamenti della patrona e da buoni "cuochi livornesi", cercano sempre di "cucinare"un banchetto perfetto e per tutti i gusti, dall’aperitivo al caffè, tutto compreso. Come aperitivo sarà servito,martedì 14 maggio, la presentazione del libro "Il Kerigma" di Kiko Arguello, presso la sala consiliare della Provincia. Mentre giovedì 16 maggio invece ci sarà l’inaugurazione della mostra sulla "Madonna
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dei Popoli" alla circoscrizione due, a cui seguirà la processione dalla chiesa di S. Caterina alla chiesa della SS. Annunziata dei Greci, con la benedizione alla statua di S. Giovanni Nepomuceno sul ponte di via della Madonna a cura dell’Associazione Avvalorati; chiuderà la giornata, il concerto d’organo nella chiesa di Santa Caterina. Si passerà all’antipasto venerdì 17 maggio, con il convegno giuridico, dal titolo "Siamo alla Fine del Matrimonio Civile?", dove interverrà il prof. Giuseppe Dalla Torre, Rettore Università Lumsa di Roma, un momento per fare il punto della situazione sul matrimonio e la famiglia. Sul mare, cornice perfetta per gustarsi una buona portata di pesce, verrà proposto il primo piatto: lo scenario principale dei festeggiamenti
per Santa Giulia infatti sarà la piazza di San Jacopo in Acquaviva, che ospiterà il Festival della Carità, cuore dei festeggiamenti con stand, concerti musicali, flash mob ed altre sorprese. Nella serata di sabato, verrà servito invece il secondo piatto, con la veglia di Pentecoste, seguita dalla S.Messa presieduta dal Vescovo. Per contorno, potrete gustare tra venerdì 17 e domenica 19 maggio eventi sportivi, ludici e musicali, che coinvolgeranno grandi e piccoli nella piazza di San Jacopo, così come in piazza XX settembre e in piazza della Repubblica i mercatini agroalimentari e giochi ed attrazioni per i bambini. Ci sarà inoltre la possibilità di visitare la cripta di San Jacopo e lunedì sera, proprio nella chiesa, si terrà il concerto della Corale Associazione "Cacciucco" (un nome scelto non a caso), del maestro Ricci. Il dolce, portata per i golosi e piatto d’onore per eccellenza, sarà il clou della festa che si svolgerà tra la sera di martedì 21 maggio e mercoledì 22 maggio. Nella serata di martedì, dal mare, arriveranno
alla chiesa di San Jacopo, le reliquie di Santa Giulia accompagnate da mons. Simone Giusti e dalle autorità cittadine, che partiranno dal porto all’ora del tramonto. Accolte dalla Fanfara dell’Accademia Navale e dai fedeli, arriveranno nella piazza antistante la chiesa, dove oltre ai saluti delle autorità, ci sarà la preghiera del palio e la benedizione, e a conclusione, uno spettacolo pirotecnico. La ciliegina sulla torta sarà, il giorno di Santa Giulia che, come tradizione vuole, avrà come protagonista la celebrazione solenne in Cattedrale con la processione per le vie cittadine accompagnata dall’Associazione Livornina e dalla Fanfara dell’Accademia. Le stelle faranno infine da contorno alla "Coppa Santa Giulia" la gara remiera a inseguimento che si disputerà la sera della festa patronale, dove i gozzi di ciascun rione si sfideranno nelle acque dei fossi che percorrono la città labronica. Come ogni lauto pasto che si rispetti, a conclusione dei festeggiamenti, sarà servito il caffè, anzi, un bel ponce, sabato 28 Maggio con la manifestazione "Livorno per la pace" a cura della Comunità di Sant’Egidio. Affrettatevi dunque a prenotare il posto a tavola, i posti saranno numerosi, il costo piuttosto irrisorio…ma si sa, chi prima arriva, meglio può gustarsi il pranzo, Buon appetito! (Tutti gli appuntamenti sopra descritti sono nella locandina di pag VI ndr)
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TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
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Il conferimento del Ministero del Lettorato a Simone Barbieri
Le preghiere dei bambini in volo verso Maria
La Parola di Dio va amata utti i seminaristi, molti sacerdoti e fedeli T della Diocesi, si sono stretti attorno al seminarista Simone Barbieri che ha ricevuto dal Vescovo Simone Giusti il ministero di lettore nella Parrocchia di San Giovanni Bosco in Coteto. Addirittura con grande sorpresa di tutti, Sat 2000 ha effettuato le riprese di questa cerimonia commovente e gioiosa allo stesso tempo. Monsignor Giusti nella consegna della Sacra Scrittura, ha invitato Simone a rendere quanto mai viva e feconda quella "Parola" di cui da ora in avanti avrà la facoltà di commentare. Questo perché non è sufficiente la sapienza, la conoscenza dotta conseguita magari anche nei più grandi centri di studi; conta in primis fare esperienza di Dio e questa la si consegue solamente con la preghiera e stando in luoghi dove Dio è presente come a Lourdes, Fatima; ma il luogo per eccellenza è il Golgota. Dunque per essere un buon esegeta della Scrittura bisogna essere santi che meditano tutti i giorni e pregano e non fanno lezione, non sezionano la Parola, ma fanno risplendere il Signore attraverso la propria vita e la testimonianza. Dobbiamo diventare "asini che portano Gesù", che non si inorgogliscono per gli applausi e gli onori; è nostro impegno rimanere umili cavalcature e l’augurio migliore per Simone è proprio quello di "saper diventare un bell’asino"! Don Luciano Musi Parroco, ha avuto espressioni di gioia per i numerosi presenti e ha espresso la vicinanza a Simone per aver salito il primo gradino "della scalata vertiginosa del sacerdozio" che porta a possedere tutto, perché ha Gesù Cristo Monica Cuzzocrea
Nella festa di Santa Giulia
DI
CATERINA LO RUSSO
rande partecipazione di giovanissimi a Montenero per il loro tradizionale pellegrinaggio che si tiene ogni anno nel mese di maggio, giunto ormai alla sua decima edizione. Anche questo anno bambini e ragazzi della diocesi si sono dati appuntamento sul sacro colle insieme al Vescovo Simone per un momento di gioia e preghiera alla Mamma Celeste. Accompagnati da don Fabio Menicagli (direttore dell’ufficio catechistico), i ragazzi hanno animato la strada principale di Montenero con la recita di un breve Rosario e con allegri canti mimati. Giunti sul sagrato del Santuario è stata la volta di tre interessanti testimonianze, intervallate dai canti del gruppo de “I rockettari di Cristo”. Ognuna di queste testimonianze aveva come scopo quella di mettere in luce una delle tre virtù teologali. Maria Antonietta Drago, operatrice Caritas ha illustrato le
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IL 10° Pellegrinaggio mariano dei giovanissimi di tutta la Diocesi al Santuario di Montenero principali attività e servizi forniti da questo ente. Servizi di carità che mirano a sostenere, aiutare, assistere, ma soprattutto promuovere e valorizzare con amore la persona bisognosa. Padre Gabriele Bezzi ha raccontato la sua esperienza di vicerettore del seminario. Un luogo di speranza,
dove si attende che la semente della Parola di Dio porti nuovi frutti di nuovi sacerdoti. Ultimo a prendere la parola, il Vescovo Simone, che si è invece soffermato sulla virtù della fede. Egli l’ha definita come un
suggerimento alla ragione che ci dona amore, speranza e consolazione per superare i momenti difficili della nostra esistenza. Con la fede
tutto acquista senso, anche la morte. Il Vescovo ha esortato i presenti a prendere esempio da Maria, madre di fede e di speranza che si abbandona con fiducia alla volontà del Signore. I bambini, grandi protagonisti dell’iniziativa, sono stati poi chiamati a comporre e offrire il loro fiore (ogni petalo del fiore rappresentava un vicariato della diocesi) a Maria e hanno incastrato il Vescovo con le loro curiose domande sulla fede. Il pellegrinaggio si è concluso con l’atto di consacrazione a Maria e il suggestivo lancio dei palloncini, messaggeri in cielo delle preghiere dei bambini.
Il carisma Neocatecumenale
Nelle foto, gentilmente donate da Monica Calvaruso: il lancio dei palloncini, la processione a piedi verso il Santuario; don Giuseppe, il vescovo Simone e padre Gabriele; il fiore dei vicariati realizzato dai ragazzi e la folla dei giovanissimi riuniti sul sagrato di Montenero
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
Manteniamo accesa una lampada di speranza... proprio questo il messaggio più bello che la veglia per il Lavoro ci ha lasciato. Quando dico “ci” intendo quel gruppo di giovani che insieme a me ha animato e partecipato ad un momento di preghiera e riflessione molto bello e coinvolgente. In un momento dove è difficile trovare lavoro per gli adulti, praticamente un’utopia quando ha richiedere sono dei giovani senza esperienza. Le testimonianze effettuate non possono che incoraggiarci a continuare e a mantenere
È
metaforicamente e non accesa la “candela della speranza”! Si perchè uno dei gesti più belli è stato quando sono state portate all’altare 4 candele, simboleggianti, pace, fede, amore e speranza. Candele che nella storia
raccontata il comportamento degli uomini contribuisce a spegnere, candele che la speranza mantiene accese e vive. In un momento economicamente e “lavorativamente” complicato la cosa più importante è non
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Dalla festa del primo Maggio la consapevolezza dell’importanza dei cristiani nella costruzione del futuro perdere la speranza. Noi siamo chiamati, come giovani e come giovani cattolici a non perdere questa speranza, a a mantenere accesa quella piccola fiamma, perché noi dobbiamo essere veri portatori di speranza. Dobbiamo lavorare tutti insieme, perché come dice il canto finale, ad opera dei Rockettari di Cristo, dal titolo quanto mai adatto “La sfida mia più bella”, è più bello se tu sei insieme a me nelle vie della vita!! Un messaggio di speranza che ci incoraggia a continuare a provarci e a farlo tutti insieme. Michele Martella
Sette fili di un unico morbido gomitolo Una celebrazione ricca di spunti e di incontri ono entrato in chiesa con le tasche vuote, sono uscito con dentro un gomitolo. Proprio un gomitolo. Uno di quelli morbidi morbidi e fatto di tanti fili intrecciati. Sette per la precisione. È alla veglia di preghiera sul lavoro che il gomitolo si è formato. Il primo filo è quello delle immagini e della musica. Le immagini sono quelle che aprono la serata, una sequenza tratta dal film "Billy Elliot": 1984, un paesino minerario dell’Inghilterra del Nord, i minatori in sciopero perché il lavoro è in pericolo. L’audio è un po’ distorto, ma le immagini parlano da sole e vanno dritte al cuore: dicono di un padre in lacrime che rinuncia a tutto, anche al suo diritto di sciopero, pur di portare a casa qualche soldo e permettere al figlio Billy di realizzare il sogno di ballare. La musica è invece quella dei Rocchettari di Cristo, il gruppo di giovani musicisti e coristi di diverse parrocchie della diocesi, nato dalla GMG di Madrid e dal nome un po’ aggressivo, ma che suona e canta in modo impeccabile, e scandisce con intensità i vari momenti della serata.
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Il secondo filo è quello della Parola di Dio, che in poche righe traccia la cornice di senso di questa veglia di preghiera: il brano di Genesi della creazione dell’uomo e quello di Luca della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Come a dire, la nostra identità e la nostra missione nel mondo, anche come lavoratori. Il terzo filo è quello delle parole del celebrante, don Gabriele Bezzi, assistente diocesano dell’Azione Cattolica, che commenta il brano evangelico: “Non parliamo di moltiplicazione dei pani, ma anzitutto di divisione; Gesù compie un gesto rivoluzionario perché per moltiplicare prima bisogna dividere e con-dividere; di fronte alla globalizzazione dell’egoismo oggi imperante bisogna rispondere con la globalizzazione di scelte e comportamenti virtuosi, che puntino alla sobrietà, all’essenzialità, alla condivisione; come Gesù è presente nel pane, nell’Eucaristia,
Nelle foto un momento della celebrazione nella chiesa dei Salesiani ed il sacchetto di sale consegnato a tutti i partecipanti alla veglia
ma lo si riconosce solo dallo spezzare il pane, così anche noi Suoi discepoli possiamo farci riconoscere dallo stesso gesto, condividendo”. Il quarto filo è quello delle testimonianze: Ada Carpentiere; Carmelo Triglia; Mauro Nobili, imprenditore. Hanno parlato della loro esperienza lavorativa, dei loro diversi percorsi in mezzo alla tempesta della crisi, del lavoro visto dalla loro particolare prospettiva: l’importanza del sindacato, la tragedia degli infortuni sul lavoro, la dignità umana sempre al primo posto. Il quinto filo è quello dei gesti simbolici, oggetti portati all’altare a sottolineare il significato di alcuni brani letti in sottofondo. Alcuni ceri colorati, per rappresentare la favola delle quattro candele: la pace, la fede, l’amore, che se non alimentate si spengono, e l’ultima candela, la speranza, che sempre le riaccende tutte e tre; una pagnotta di pane, per commentare un brano di papa Benedetto sull’Eucaristia, con una frase veramente terribile: “Una celebrazione eucaristica che non conduce ad incontrare gli uomini lì dove essi vivono, lavorano e soffrono, per portare loro l’amore di Dio, non manifesta la verità che racchiude”; delle ceste piene di sacchettini di sale, ad accompagnare il brano che spiega l’etimologia della parola "salario", che prende il nome dall’antica usanza di pagare i soldati romani con una certa
quantità di sale e che nel Nuovo Testamento diventa simbolo di sapienza, incorruttibilità e fedeltà a Dio. Sacchettini che poi alla fine della veglia vengono distribuiti a tutti i presenti, perché anch’essi siano "sale della terra". Il sesto filo è quello della preghiera comunitaria, con le tante invocazioni: "perché ci sia lavoro per tutti, per le famiglie che si trovano in difficoltà a causa della mancanza di lavoro, per le imprese che faticano a mantenere i posti di lavoro, per i poveri, per i governanti e i politici, per i giovani che un lavoro lo devono ancora trovare". Il settimo e ultimo filo è quello dei tanti volti, delle tante voci che alla fine della veglia ho incrociato. Finisce sempre così: la solennità dell’incontro con il Signore che si scioglie nella fraternità e nella gioia degli incontri tra coloro che vi hanno partecipato. Una dolce confusione di voci che inonda per un po’ la chiesa dei Salesiani e che il silenzio fa fatica a riconquistare man mano che la gente esce. Alla fine, sul sagrato della chiesa, ho messo le mani in tasca e ho trovato questo gomitolo. Si era formato intrecciando tutti i fili della veglia, le cose viste, le parole ascoltate, le sensazioni provate. Un gomitolo che adesso porto a casa e che riporrò accanto agli altri gomitoli di altre veglie che già conservo. E che un giorno forse riuscirò di nuovo a dipanare. Gabriele Maremmani
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La cronaca della Veglia di Preghiera DENTRO LA CRISI PORTATORI DI SPERANZA l presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Ipolitica ha affermato che il lavoro è “una emergenza e morale”e Papa Francesco ha ribadito che è “ingiusta una società che non dà lavoro”. Mai forse come quest’anno la festività del 1° Maggio è stata sentita dai cittadini e a Livorno per questa occasione il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica insieme alle Acli e all’Mcl hanno indetto una Veglia di preghiera, con la collaborazione delle aggregazioni cattoliche della Consulta dei laici, nella chiesa del Sacro Cuore dei salesiani. Il tema della Veglia è stato: “Dentro la crisi siamo portatori di speranza”, la celebrazione è stata condotta da Padre Gabriele Bezzi,con don Giuseppe Coperchini insieme al diacono Andrea Zargani. Nella veglia si parla dell’oggi attraverso le immagini di un film: aziende chiuse, lavoratori senza lavoro, giovani senza prospettive future: tutta la carica dirompente e drammatica che scaturisce dalla crisi odierna; ma di fronte a questa grave situazione i cristiani devono rinverdire la speranza, credere in un futuro migliore ed essere portatori di una storia più solidale. Dal brano del Vangelo di Luca in cui il Signore opera il miracolo dei pani e dei pesci, padre Bezzi trae la riflessione: il moltiplicare i pani e i pesci -ha detto ha il significato di un dividere, nel senso che diceva monsignor Tonino Bello “chi vuol saper moltiplicare, prima sappia dividere”. Gesù compie un gesto rivoluzionario che ripete nell’eucaristia, nello spezzare il pane, nel dividere il pane nell’ultima cena, e i discepoli a Emmaus riconosceranno il Risorto proprio nello spezzare il pane. Anche noi -ha continuato Padre Gabriele- dovremmo essere in grado di compiere questo gesto, un gesto che fatto da tanti potrebbe cambiare il mondo, dobbiamo perciò avere il coraggio di dividere quello che abbiamo. Le problematiche del lavoro devono essere dunque affrontate fuori dalla logica dell’egoismo perché la crisi interpella anche noi nella quotidianità del nostro vivere, per cui dobbiamo rivedere le nostre scelte, i nostri comportamenti, i nostri stili di vita. La sobrietà ci deve guidare, dobbiamo badare all’essenzialità delle cose per poter dare qualcosa agli altri affinché tutti possano vivere una vita dignitosa. Il “fate questo in memoria di me” dobbiamo tradurlo -ha terminato Padre Gabriele- in “fai questo gesto di carità, agisci come Gesù ha agito”. L’offertorio e le testimonianze. Il momento dell’offertorio ha visto l’alternarsi delle offerte con le testimonianze personali. Prima offerta: la luce, sono state portate all’altare quattro candele, tre spente: la pace, la fede, l’amore, la quarta candela è invece accesa: è la speranza, e questa candela riaccende tutte le altre, così tutte hanno illuminato l’altare. Seconda offerta: il pane, perché l’eucaristia ci impone di diventare il pane spezzato per i nostri fratelli disagiati.Terza offerta: il salario, la parola salario deriva da sale, infatti i soldati romani venivano pagati anche con un certo quantitativo di sale. Ma il sale nel Nuovo Testamento è anche simbolo di sapienza, di incorruttibilità e di fratellanza tra gli uomini. La prima testimonianza è stata quella di una giovane, Ada Carpentiere, che ha sottolineato il dramma di molte donne lavoratrici, le donne sono i lavoratori più facilmente ricattabili, nell’azienda in cui lavorava i turni erano stressanti, quando poi qualcuna si ammalava le sostituzioni nei turni diventavano un incubo. Per migliorare le condizioni di vita delle colleghe si è prodigata come delegata sindacale non venendo mai a patti con la proprietà, ha aggiunto che molto spesso si arriva a vere e proprie “guerre tra poveri”dove si accetta tutto per il bene di tutti. Ora dopo 11 anni è di nuovo disoccupata “ma non demordo e continuo a studiare”. Carmelo Triglia ha poi messo in rilievo i suoi 35 anni spesi nel Cantiere Navale di Livorno, dal Cantiere Orlando alla Fincantieri, dalla Cooperativa Orlando all’Azimut Benetti. Ha poi letto un brano tratto da un giornale del Cantiere dal titolo “La Prora”dell’agosto del 1964 dove veniva descritta l’esplosione su una nave: il fumo nero che avvolge tutti e la morte di un lavoratore. Il pericolo -ha detto- esiste sempre, ancora oggi, occorre perciò vigilare, giustamente il Papa ha ricordato che non esiste lavoro senza dignità.“E’ necessario perciò che ci sia l’impegno di tutti perché fatti come quello che ho raccontato non succedano più”. L’ultima testimonianza è stata quella di Mauro Nobili che si è descritto come un imprenditore di seconda generazione, ha incominciato a lavorare a 14 anni nell’azienda del padre e a 23 anni è subentrato a lui nella conduzione. Nobili ha poi sottolineato la figura dell’imprenditore, mettendo in rilievo che molti di essi conducono piccole aziende artigianali, commerciali o di servizi.“Essi vivono le difficoltà e le speranze di chi lavora insieme a loro”ed è triste constatare che nello scorso anno 364 mila piccole aziende sono state costrette a cessare la loro attività. Se la retribuzione dell’imprenditore è maggiore questa è dovuta al fatto che il lavoratore, terminato il suo orario di lavoro, è poi libero di dedicarsi ad altre cose, non è così per l’imprenditore che è costretto a pensare continuamente ai problemi dell’azienda e dei propri dipendenti. Nobili ha terminato facendo una considerazione sull’imprenditore cristiano, è possibile -si è chiesto- vivere da cristiani amando Dio e amando il prossimo? La risposta è certamente sì, perché al centro di tutto si deve mettere sempre la dignità dell’uomo. Gianni Giovangiacomo
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TOSCANA OGGI 12 maggio 2013
LA SETTIMANA DI LIVORNO
Agenda del VESCOVO VENERDÌ 10 MAGGIO 10.00 S. Messa e cresime dei paracadutisti della Folgore, al Santuario di Montenero 19.00 Lectio Divina in seminario 21.15 consulta delle aggregazioni laicali in vescovado SABATO 11 MAGGIO 9.30 saluto al congresso dei Lions clubs toscani, all’Accademia Navale di Livorno 17.30 S. Messa e cresime alla parrocchia di S.Leopoldo a Vada DOMENICA 12 MAGGIO 10.20 benedizione alla manifestazione "In cammino con noi" organizzata dall’Associazione Persone Down, Associazione Autismo Livorno e Associazione Volare senza ali, al Campo Scuola 11.00 S. Messa e cresime alla parrocchia di S.Benedetto 18.00 S. Messa e cresime alla parrocchia di S. Teresa a Rosignano LUNEDÌ 13 MAGGIO 21.15 in occasione dell’anniversario della prima apparizione della Madonna di Fatima, processione dalla chiesa di S. Stefano alla chiesa di N.S. di Fatima
Diocesi informa BREVI DALLA DIOCESI
MARTEDÌ 14 MAGGIO Nella mattina, udienze clero in vescovado 17.30 in occasione della festa di Santa Giulia, presentazione del libro "Il Kerigma" presso la sala consiliare della Provincia
Consulta Femminile VENERDÌ 10 MAGGIO ALLE 16.00 Presso l’Auditorium del Museo di Storia naturale, incontro dal titolo "Creatività e benessere: espressioni del mondo femminile livornese esperienze e testimonianze". Partecipa il coro "Monday Girls" diretto dal maestro Cristiano Grasso
MERCOLEDÌ 15 MAGGIO 9.30 ritiro del clero alla parrocchia della Madonna GIOVEDÌ 16 MAGGIO Nella mattina, udienze laici in vescovado 18.30 incontro con i dirigenti delle scuole cattoliche in vescovado
Associazione Borsi
VENERDÌ 17 MAGGIO 11.00 incontro con i vicari episcopali in vescovado 11.00 collegio dei consultori in vescovado 17.30 in occasione della festa di Santa Giulia: nella sala consiliare della Provincia convegno giuridico dal titolo "Il matrimonio: per chi?" (vedi locandina in pagina)
VENERDÌ 10 MAGGIO ALLE 17.00 Nella sala conferenze di Villa fabbri cotti, incontro su "Silvestro Lega", relatori: Pierluigi Moressa e Carlo Pepi
Portico di Salomone LUNEDÌ 13 MAGGIO ALLE 21.15 Presso l’Auditorium della Fondazione San Carlo Borromeo, proiezione del film "Uomini di Dio", regia di X. Beauvois
SABATO 18 MAGGIO 8.00 pellegrinaggio mensile diocesano al Santuario di Montenero e a seguire S. Messa 10.00 incontro con i giovani di un liceo di Reggio Emilia, a Montenero 17.00 in occasione della festa di Santa Giulia, in piazza San Jacopo in Acquaviva " Festival della Carità" 21.15 Veglia di Pentecoste e S. Messa alla chiesa di San Jacopo in Acquaviva
Festa della Madonna di Fatima LUNEDÌ 13 MAGGIO ALLE 21.15 In occasione dell’anniversario della prima apparizione della Madonna di Fatima, processione con la statua della Madonna dalla chiesa di Santo Stefano in via provinciale pisana alla chiesa di N.S. di Fatima nel quartiere di Corea
DOMENICA 19 MAGGIO 11.00 S. Messa e cresime alla chiesa di Santa Caterina 18.00 S. Messa e cresime alla chiesa di S. M. del Soccorso 21.00 in occasione della festa di Santa Giulia, festa giovane "The sun" nell’ambito del Festival della carità, in piazza San Jacopo in Acquaviva
Libri da LEGGERE
di Mo.C.
Berselli C. ( a cura di) - Splendore del Padre. Inni a Cristo nel primo millennio della Chiesa - Ed. Paoline, pp.177, Euro 10,00.
LOTTARE CONTRO IL DOLORE: SI PUÒ! artedì 14 maggio sarà la giornata per la “lotta contro il dolore". Per l’occasione l’Azienda USL 6 di Livorno, che aderisce al progetto “Ospedale e M territorio senza dolore”, ha organizzato un incontro nel quale il tema verrà affrontato dagli specialisti medici e sanitari che ogni giorno si battono per cercare di limitare e di far stare meglio possibile chi soffre; ma saranno presenti anche coloro che affrontano il dolore e la malattia ogni giorno della loro vita: la presidente dell’ Associazioni italiana sclerosi multipla (Aism – Livorno), Serenella Tabani e Marco Voleri, autore del libro "Sintomi di felicità". Marco Voleri è un giovane tenore italiano, con una carriera promettente che, nel bel mezzo della sua "ascesa" artistica scopre di avere la sclerosi multipla. Il libro racconta la sua esperienza. In un primo momento la volontà di nascondere la diagnosi per poter continuare la vita artistica; poi gli impegni più importanti affrontati proprio dopo aver saputo di essere malato, con l’aiuto della passione musicale e di una fiala (l’interferone) che porta sempre con sé, in viaggio o a teatro, in una borsa termica; ora, con questo libro, la decisione di confessare il proprio segreto, rischiando la propria carriera ma con la voglia, nonostante tutto, di essere felice. Al termine della mattinata saranno premiati i ragazzi delle scuole che hanno partecipato al concorso scolastico sul tema Ospedale e territorio senza dolore. L’evento è stato realizzato anche grazie al contributo del Lions Club. E.C.
Fin dagli inizi, le prime comunità cristiane, riunite per le celebrazioni eucaristiche, leggevano e ascoltavano i brani biblici commentati. Infatti nelle stesse Lettere di San Paolo, vi sono molti brani ed espressioni che rivelano composizioni inniche ascoltate, raccolte o insegnate da Paolo stesso, durante la sue visite alle Chiese. Nel tempo poi, assistiamo ad uno sviluppo considerevole delle liturgie, ciascuna delle quali assumerà nel tempo forme ben definite tali che potranno essere ricondotte ad alcuni tipi fondamentali quali quello siriaco, alessandrino, gallicano, romano. A mano mano che queste liturgie consolideranno il proprio carattere, gli inni, i cantici e le preghiere in prosa, prenderanno il nome di tropari, anafore, prefazio, antifona ecc… Costante Berselli, curatore di questa raccolta, ci presenta questi bellissimi testi, facendoli precedere da una accurata introduzione sia sul contenuto che sull’autore. E’ questa una ricchezza spirituale che non deve rimanere riservata, ma deve diventare patrimonio di ciascuno perché questa è la forma solenne e convincente del modo di pregare cristiano.
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO ....
«Nasce in famiglia la ricetta anticrisi» er vivere bene il presente la famiglia deve nutrirsi di futuro. Il ruolo della famiglia nella società che costituirà il tema della 47esima Settimana sociale di Torino (12-15 settembre 2013) è diventato anche l’argomento dell’ultimo Quaderno di Scienza & Vita. Affrontare i temi di quel nucleo vitale, delicatissimo e complesso che è l’istituzione familiare, attraversato - in questo tempo oscuro - da dinamiche dissolutrici, complici particolari modelli culturali, che ne hanno di mira l’irrilevanza e la sostituzione con forme fragili e inconsistenti di legami parentali, costituisce allo stesso tempo un impegno e una responsabilità. Che la famiglia sia segnata da profonda crisi è convincimento di molti e sarebbe irrealistico non vederne gli effetti devastanti. Il primo passo da compiere è La 47esima dunque rivolto a Settimana scavare nelle ragioni della sociale che crisi, senza farsi si svolgerà prendere dallo scoraggiamento a Torino nei confronti di dal 12 al 15 quegli eventi settembre negativi che prossimo sarà l’attraversano: la denatalità, in incentrata primo luogo, ed ancora la sul tema dei delicatissimo difficoltà giovani a trovare e universale lavoro e casa, della famiglia l’acutizzarsi a tutti i livelli di una crisi sociale che si riflette sull’etica dei comportamenti. Prendere atto di questi fallimenti, indagati con gli strumenti dell’antropologia, della psicologia sociale e delle molte scienze coinvolte, non significa però accettarne con rassegnazione l’ineluttabilità, né contentarsi di lucide analisi diagnostiche, che non prevedano la possibilità di immaginare nuove terapie.
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Significa invece ripensare, anche alla luce dell’esperienza familiare che tutti accomuna, se e in quale forma la famiglia possa essere considerata un valore privato e sociale di assoluta priorità, che comporta il massimo impegno collettivo al fine di salvaguardarla o seppure guardarla come una forma ormai obsoleta, legata a costumi sociali ormai sorpassati. Una volta accettato che vale la pena spendersi per ridare energia morale alla famiglia, che la stessa Costituzione italiana annovera fra i beni sociali irrinunciabili, occorre comunque compiere ulteriori passi in avanti. Il secondo passo, in tal senso, è quello che ci richiama con forza a dare testimonianza delle tante realtà familiari, che pur sopportando il peso di questo difficile momento, fungendo da vero e proprio "ammortizzatore sociale" non codificato, sanno proporre uno stile di vita sostenuto dall’amore reciproco, dalla solidarietà generazionale, dall’esigenza di tradurre quotidianamente gesti di sacrificio e di
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Da questo numero offriamo ai nostri lettori una pagina a settimana per «raccontarvi» la famiglia, in vista delle prossime giornate dedicate a famiglia e giovani in programma l’8 e 9 giugno. Appuntamenti nazionali, interviste e articoli sul tema, cercando di esplorare ogni aspetto (figli, casa, matrimonio, ecc) di questo grande e fondamentale argomento per la vita di tutti
Corsi prematrimoniali: la voce di chi lo ha appena frequentato
Prima di pronunciare il «Sì» sempre più frequente scegliere la via del matrimonio dopo un periodo di convivenza: ma quali sono i motivi? Lo abbiamo chiesto a Daniele e Linda, che hanno da poco terminato il corso prematrimoniale organizzato da padre Andrea Conti e Giuseppe Benenati nella Parrocchia di S. Maria del Soccorso.
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Cosa pensate del corso prematrimoniale? «È stata un’esperienza interessante, in cui abbiamo affrontato un percorso di vera e propria “catechesi per adulti”, unito ad esperienze di vita reali. È stato importante potersi confrontare con altre coppie, una decina, tutte già conviventi da tempo, e alcune con figli, mettendo l’accento su incertezze e difficoltà, attuali e future, proponendo soluzioni concrete». Perché la scelta della convivenza prima del matrimonio? «Abbiamo preferito convivere per vari motivi, primo fra tutti per l’abitudine a condividere tutto con l’altra persona nella quotidianità. Nel periodo del fidanzamento molti problemi non emergono e, comunque, ognuno mantiene ancora una propria libertà, ma dal momento che si sceglie di affrontare una vita insieme e da soli, si stravolge tutto. Abbiamo amici che si sono lasciati dopo anni di fidanzamento solo perché non avevano retto alla convivenza giornaliera. Prima di compiere un passo così importante vogliamo essere sicuri di poter affrontare la vita insieme. Nel corso delle lezioni sono emerse tutte queste problematiche, le difficoltà dell’iniziare a guardare il mondo non più con l’ “io”, ma con il “noi”». Per il vostro matrimonio avete scelto la separazione dei beni, cosa ormai comune a molte coppie di sposi: quali sono i motivi? «Lo abbiamo fatto esclusivamente per una questione fiscale, per evitare ulteriori “pesi” in termini di tasse per il cumulo dei redditi. E con tutte le spese da affrontare, abbiamo pensato che fosse la soluzione migliore. Per quanto possibile cerchiamo di condividere qualsiasi cosa, ma alla fine dobbiamo fare i conti con la realtà e con una legislazione che, invece di aiutarle, crea moltissime difficoltà alle famiglie». F.F.
perdono. Queste ricche esperienze, che - come è noto - non fanno notizia vanno fatte riemergere, devono cioè diventare notizie, affinché il bene prevalga e diventi contagioso. Conoscere esperienze analoghe alla propria, sapere che è possibile, anzi necessario, sostenersi a vicenda nel cammino difficile verso la completezza del proprio essere persone dentro le mura domestiche, significa anche pensare che la creatività umana è capace di attivare nuovi modi per entrare dinamicamente in relazione, così da rendere lo spazio della famiglia sempre più abitabile. È convinzione di molti che non sia più possibile stabilire, pena lo smarrimento in procedimenti astratti, un modello statico di famiglia, come tradizionalmente si era configurata nel tempo, quando anche i ritmi del vivere sociale erano condizionati da ripetitività e staticità di ruoli. Occorre accettare oggi la sfida di ripensarla, tenendo conto di due forze centripete: da un lato, accogliere la mobilità delle relazioni umane, sottoposte all’usura di dinamiche sociali sempre in corsa; dall’altro tenere ferme alcune condizioni ontologiche su cui ancora, oggi come ieri, fondare l’istituto familiare, guardato come frutto del matrimonio tra un uomo e una donna. Dimensione niente affatto scontata, se si pensa a quante ideologie di genere tendono ad equiparare la famiglia a molte altre forme di convivenza etero e omosessuali. Non basta infatti fare appello alle differenti condizioni storiche e sociali per decretare la fine della famiglia tradizionale; occorre saper osservarne con più attenzione la complessità, così da scorgerne, insieme al suo inevitabile mutamento, la ragione fondamentale della sua esistenza che nei secoli, sottoposti come il nostro a mutamenti epocali, ha sempre finito con l’imporsi come forma eccellente di perpetuazione della specie e di conservazione dei valori culturali ed etici che sostengono la società civile. È così necessario proporre un ulteriore passo: per vivere bene il proprio presente la famiglia ha bisogno di nutrirsi di futuro, di guardare cioè in avanti e di scorgere nelle nuove generazioni il destino naturale del suo accrescersi. Su questo versante si rischia di cadere nella retorica e in forme di speranza irrealistiche ed ingenue. Salvarsi da queste inutili tentazioni significa perciò scorgere nei giovani, che non sono mai la copia delle nostre attese spostate in avanti, l’unico approdo di consegna di una istituzione privata e pubblica, quale è la famiglia, che va trasmessa come compito e sfida per il futuro. Articolo di Paola Ricci Sindoni e Paolo Marchionni, tratto da Avvenire
FAMIGLIA
VERSO LA PROSSIMA SETTIMANA SOCIALE 2013.....
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TOSCANA OGGI 12 maggio 2013
LA SETTIMANA DI LIVORNO
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LA CHIESA DI SANTA CATERINA FESTEGGIA LA SUA PATRONA
Tutto è possibile da colui che mi dà la forza
Il giubileo dei Padri Trinitari
esta patronale alla chiesa di S. CateFnezia, rina da Siena nel quartiere della Vedove la celebrazione della
Una mostra per tutti i gusti
S.Messa del vescovo Simone Giusti ha solennizzato la ricorrenza della Santa Patrona d’Italia a cui la parrocchia è dedicata sin dal 1720, come ricordato dal parroco Donato Mollica che, al termine della celebrazione eucaristica ha fatto dono al vescovo di un dipinto raffigurante Papa Francesco ed una nuova Mitra, quale riconoscimento dei parrocchiani di S.Caterina verso il loro pastore. “Tutto è possibile da colui che mi dà la forza”: questa una delle frasi di S. Caterina ricordate dal vescovo Simone nell’omelia, parole che incarnano il carisma di S.Caterina basato sull’amore infinito verso Dio e per il quale “Caterina rinunciò ad un matrimonio terreno, per convolare a spirituali nozze eterne con Nostro Signore”. Anche per il superamento delle nostre difficoltà terrene monsignor Giusti ha fatto perno sull’amore divino, ricordando come Caterina superò infinite avversità proprio donandosi totalmente a No-
stro Signore perché “il Paradiso è Cristo e vivere nel suo amore ci fa assaporare il Paradiso già qui sulla terra”. Una bella chiesa quella che si affaccia su piazza dei Domenicani, piazza che prese il nome dalla confraternita che fino alla metà del 1700 la ebbe in custodia. I tre secoli pesano però sulla struttura e monsignor Giusti ha comunicato ai fedeli presenti che a breve
inizieranno i lavori di restauro anche per la loro chiesa, dopo quelli appena terminati alla chiesa della Madonna. Per tutti questi urgenti ed improrogabili interventi Giusti ha ringraziato la Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, annunciando anche che, per sostenere queste spese ingenti, saranno coinvolti anche i tantissimi turisti che ogni anno visitano le chiese del centro, ammirando le opere d’arte che esse raccolgono. Roberto Olivato
Il giudice Marcello Marinari invitato dal Serra Club di Livorno
L’IDEA DI GIUSTIZIA E IL FUTURO DEI SISTEMI GIUDIZIARI n questi giorni di incertezza economica e politica, il Serra Club di Livorno ha invitato il Dottor Marcello Marinari, Magistrato e Giudice e Presidente del Tribunale di Montepulciano dal 2010, a dibattere sul tema molto sentito della giustizia che è sempre sulle prima pagine della cronaca. Il Dr Marinari ha esordito evidenziando come l’idea di giustizia e l’aspirazione ad avere ed ottenere una giustizia risalga a ben 2500 anni fa, quando Solone in Grecia la definiva come una tela di ragno che afferra i piccoli insetti e non riesce a prendere i grandi, per cui se la rapportiamo ai giorni nostri, ci accorgiamo che non molto è mutato da allora! Comunque, provando a considerare come la filosofia del Diritto abbia preso in esame il significato della parola Diritto, abbiamo nel 1600 un secolo nel quale si parla apertamente del concetto di diritto dell’uomo che non è contenuto solo nella legge, ma viene inserito nel più ampio ambito del diritto naturale. A tal proposito si ricordano importanti pensatori come Grozio, Locke e addirittura Samuel Pufendorf istituì la Cattedra di Diritto Naturale dove il diritto di parola, pensiero allora introdotti, sono tuttora il fondamento della nostra civiltà e il fondamento che sta dentro la legge. Addirittura Jurgen Habermas ha espresso l’importantissimo principio che senza un sostrato etico nessuna legge può essere considerata diritto. Anche oggi i pensatori giuridici dialogano tenendo presenti questi principi. Ma perché siamo soliti dire che la giustizia è in crisi? Bisogna partire da un altro punto di vista che è tipico dell’Europa Occidentale. Se guardiamo all’800 vediamo che già allora a fronte di 30 milioni di abitanti, vi erano 2 milioni di cause: forse perché le persone sono litigiose? La risposta va trovata nel fatto che in questi Paesi e in Italia in particolar modo in Italia, la via giudiziaria, viene considerata come l’unico modo di risolvere il problema. Così pure sempre guardando i numeri, alla fine dell’ 800 avevamo 100 mila detenuti e questo veniva visto come efficacia del sistema, inoltre le cause civili venivano risolte dai pacificatori che spesso non erano neppure dei giudici. Nel ‘900 è stato visto giustamente come un dato di civiltà il far valere i propri diritti con conseguente diffusione però di una cultura che vede i “tribunali sentenzifici”, per dirla alla Max Weber, e anche Calamandrei fin dal 1926 lamentava l’enorme numero di cause inevase portando
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il discorso giustizia non più legato al concetto bensì al tribunale. Se allarghiamo l’orizzonte vediamo che le cose stanno diversamente; ad esempio in Giappone, Paese con 120 milioni di abitanti, ci sono 2000 giudici e 500.000 cause. Questo non significa che sia un Paese arretrato ma perché le persone considerano un’onta andare davanti ai giudici. Nei Paesi Anglosassoni, nel 1989 è stata attuata una riforma che tende a far scomparire il processo con cessazione di sentenza e si pretende sempre di più che la persona che ricorre alla Corte, deve essere quasi certa di vincere la causa. Ci vuole responsabilità nel promuovere i processi e anche l’apparato di polizia è ben strutturato; nei casi gravi poi, è molto severo. Nei processi penali poi, si cerca di attuare la riparazione del danno alla vittima. Emblematico il fatto che ad esempio in SudAfrica, durante l’Aparthaid, per non promuovere una serie infinita di processi, fu istituita una commissione che faceva riconoscere a coloro che erano stati dei discriminatori razziali, una confessione pubblica della propria colpa. Spostando dunque il discorso sulle prospettive in Europa e quindi in Italia, si
sta cercando di attuare una via non giudiziale che assicuri i medesimi risultati delle cause con sentenza, e sono state introdotte le figure dell’arbitrato e del mediatore, Questo percorso è inarrestabile non solo per le buone intenzioni, ma anche per la crisi economica che sta attanagliando la società odierna; pertanto, specie per le cause civili, è auspicabile che si dia luogo a questa nuova modalità per far si che l’antica definizione soloniana di giustizia dia luogo a nuove e positive attuazioni. E’ seguito un intenso dibattito cui era presente il Sostituto Procuratore della Repubblica Massimo Mannucci. Monica Cuzzocrea
Anno della Fede per i Padri Trinitari un significato ancora più Lprofondo ’riveste in quanto nel dicembre dello scorso anno si è aperto il loro Giubileo e, per solennizzare questa ricorrenza, il comitato ‘’Crocetta in Festa’’ presieduto dalla dottoressa Gabriella Lunardi, ha organizzato con padre Lorenzo Moretti, parroco della chiesa di San «Desideriamo Ferdinando, una rassegna itinerante che questo attraverso la storia Anno susciti dei Trinitari e su alcune figure in ogni carismatiche del credente loro Ordine. L’esposizione l’aspirazione s’inserisce nello a confessare spirito dell’Anno la fede in della Fede come da desiderio pienezza e Papa con rinnovata dell’Emerito Benedetto XVI convinzione, «Desideriamo che questo Anno con fiducia susciti in ogni e speranza» credente l’aspirazione a confessare la fede in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza. Sarà un’occasione propizia anche per intensificare la celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell’Eucaristia, che è “il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e insieme la fonte da cui promana tutta la sua energia”. Nel contempo, auspichiamo che la testimonianza di vita dei credenti cresca nella sua credibilità. Riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto con cui si crede, è un impegno che ogni credente deve fare proprio, soprattutto in questo Anno». Ecco, la rassegna ambientata con dovizia di stampe, dipinti, testi, oggetti, pergamene ed arricchita da un interessante didattico filmato, commentato dalla stessa dottoressa Lunardi, aiuta senz’altro il credente a confessare ed a rinnovare la propria fede, accompagnandolo lungo la navata della chiesa, dove nelle cappelle laterali sono stati raccolti e disposti con armonia, alcuni cimeli e dipinti che trattano di eventi Trinitari.
La festa della famiglia Paolina a Firenze er celebrare l’annuale Giornata della Famiglia Paolina, molti fratelli e sorelle della Famiglia Paolina Toscana e dell’Umbria, si sono dati appuntamento presso la casa dei Paolini di Firenze. PLa della giornata è stata animata da Don Guido Colombo un giovanissimo sacerdote Paolino della Comunità “Primo Maestro” di Roma e Direttore Responsabile della pubblicazione liturgica mensile “Insieme nella Messa”. Le riflessioni che avevano come obiettivo una ripresa apostolica sull’evangelizzazione a cento anni dalla fondazione della Famiglia Paolina voluta dal fondatore Beato Giacomo Alberione, hanno sottolineato come sia fondamentale l’unità e la collaborazione sul territorio per l’Evangelizzazione, tenendo sempre presente quello che è lo specifico del Paolino “che non deve fare semplicemente comunicazione, ma essere la comunicazione” avendo come modello San Paolo Apostolo che si è fatto tutto a tutti per far conoscere il messaggio di salvezza operato da Cristo. Solo nell’annuncio del Vangelo nella e con la comunicazione possiamo sentirci felici, e pur nella gravosità della missione si prova la gioia perché proviene da Dio. A noi il compito dunque come diceva il Beato Giaccardo di “Essere un continuo ostensorio vivente e mostrare Gesù,Via Verità e Vita”. Mo.C.
È possibile visitare l’esposizione, che terminerà il 26 maggio, il sabato mattina dalle 10 alle12 ed il pomeriggio dalle 17 alle 19, mentre la domenica sarà possibile visitarla nelle fasce orarie 10-12 e 16-19 . La domenica 12 maggio sarà giornata di chiusura per l’allestimento dello spettacolo teatrale “Tremila Reali di Libertà, il riscatto di Cervantes”, in programma alle ore 21,15 con ingresso libero. Roberto Olivato
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TOSCANA OGGI 12 maggio 2013