La Settimana - n. 2 del 16 gennaio 2011

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Il granello di SENAPE Amore e libertà

Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217

Chi ama si svincola dalla paura che ottenebra e dall’egoismo che assilla: si emancipa dai ceppi dell’io, dalle angustie dell’ossessione economica per sé, dai limiti irrazionali dei clan e della casta, dalla razza dello stesso popolo. L’amore spezza le catene dello spirito: ridà la libertà dei figli di Dio. Difatti l’amore è Dio in noi (I. Giordani)

lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Quando pensiamo alla nostra identità di figli di Dio, non sempre la accostiamo a quella dell’essere fratelli e sorelle gli uni degli altri. Le malattie dell’individualismo e dell’intimismo sono le più pericolose per la fede in Cristo. Curare allora l’autenticità del credere è impedire alla fede di ripiegarsi in mentalità e atteggiamenti a difesa del proprio io e degli interessi della propria parte, ecclesiale o sociale che sia, per lasciare invece che sprigioni quel potenziale di vita che si traduce nella capacità di tessere relazioni libere e fraterne, attraverso le quali continuare a sperare in un futuro carico di promesse.

Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

16 gennaio 2011

Suor Raffaella Spiezio, giovane suora delle Figlie della Carità, originaria di Pontassieve, è la nuova presidente della Fondazione Caritas

Speciale CARITAS iconoscere Cristo negli ultimi»: seguendo il carisma delle Figlie della carità di San Vincenzo de Paoli, suor Raffaella Spiezzio ha accettato di guidare la Fondazione Caritas. L’abbiamo intervistata per conoscere le caratteristiche del suo impegno in Diocesi. Suor Raffaella, innanzitutto conosciamoci. Lei è la nuova presidente della Fondazione Caritas, un incarico impegnativo ma sicuramente in sintonia con il carisma vincenziano. Da quanto tempo è a Livorno e come ha deciso di rispondere positivamente a questo compito affidatole dal Vescovo? «Il mio arrivo a Livorno coincide con la scelta della congregazione di affidarmi questo servizio in risposta al desiderio del vescovo Simone, di avere una Figlia della Carità come presidente della Fondazione Caritas. Io, personalmente, anche se con timore di fronte a una tale responsabilità, ho scelto di rispondere positivamente a questa richiesta, non solo per obbedienza ai miei superiori, ma anche perché credo in questo progetto. Sia io che la mia comunità infatti siamo convinti di quanto il carisma vincenziano possa rappresentare un valore aggiunto all’interno della Caritas. Un carisma che pone al centro del proprio agire il riconoscere Cristo nei poveri, promuovendo la centralità della persona e schierandosi a favore degli ultimi, uno stile che a nostro parere fa parte della natura stessa della Caritas». La Fondazione Caritas è una realtà molto presente nel territorio cittadino, possiamo riepilogare le sue attività? E come sono suddivise? «Io stessa mi sto rendendo conto in questo primo periodo dei tanti servizi presenti nella realtà livornese. La Fondazione Caritas in primis cerca di rispondere ai bisogni primari della persona (centro ascolto, mensa, docce, guardaroba, ecc...), inoltre portiamo avanti diversi servizi convenzionati con il Comune, offrendo ad esempio la possibilità di alloggio per i nuclei familiari in emergenza abitativa. Sempre in collaborazione con il Comune garantiamo il servizio mensa del pranzo e la consegna a domicilio del pasto agli anziani e alle persone in difficoltà. Infine sono presenti alcune “commissioni Caritas” che si muovono in ambiti specifici quali la tossicodipendenza, le carceri e la disabilità. Mi sono limitata a fare un elenco sommario dei servizi principali per evidenti esigenze di spazio, ogni servizio infatti richiederebbe una ben più ampia descrizione». Quali sono le prospettive del futuro della fondazione Caritas e quali progetti pensate di promuovere per far fronte all’emergenza povertà dovuta alla crisi economica? «Per la fondazione Caritas questo è un tempo di

di Eliazar

«Ogni anno la Diocesi destina dall’8x1000 una grossa somma di denaro per la carità. Per l’anno 2011 si parla di circa 200mila euro»

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«Col mio carisma vincenziano al servizio della Caritas» osservazione, discernimento e riorganizzazione. In primis vorremmo rinsaldare ciò che è già operativo, riqualificando i vari servizi e offrendo maggiore formazione a chi opera all’interno degli stessi. Il centro di ascolto dovrebbe trasformarsi sempre più nel cuore pulsante della Caritas, è il luogo dell’accoglienza per eccellenza, dove le persone

possono trovare ascolto, è importante che faccia da ponte con la realtà cittadina e le istituzioni, cercando di restituire significato all’esistenza delle persone che vi accedono. È necessaria anche una ristrutturazione degli ambienti, mentre alcuni andranno proprio realizzati ex-novo, per offrire un servizio sempre più attento alla dignità della

persona. Gli spazi della fondazione Caritas dovranno diventare sempre più il luogo di incontro tra Dio e l’uomo attraverso il servizio e la cura del prossimo. La prospettiva pastorale è quella di poter proporre, soprattutto ai giovani, la carità come luogo di crescita umana e spirituale, dove attuare una vera ricerca di senso, incontrare il Signore della vita e cercare la

propria vocazione. Oltre a questo, ci sono anche altri progetti in cantiere. Con le suore Figlie di S. Anna stiamo cercando di realizzare un Centro di Aiuto alla Vita che prevede l’accoglienza di donne con bambini. Sarà pensata come una seconda accoglienza, per un accompagnamento verso l’autonomia. Sempre negli stessi ambienti desideriamo

VERSO IL CONVEGNO DIOCESANO DI INIZIO QUARESIMA - 10 E 11 MARZO 2011 ono due i motivi fondamenSteretali per cui convenire e rifletinsieme sul proprio essere

giovani ma che vale anche per le nostre comunità. Sono, del resto, obbiettivi in linea con la richiesta, fatta da mons. Vescovo, di assunzione di responsabilità da parte delle nostre parrocchie e delle nostre associazioni in tema di carità. Ogni comunità diocesana abbia il suo luogo di carità! Non è uno slogan ma una necessità evangelica. La Carità educa; la carità educa tutti noi: giovani e comunità educante. La carità è il rapporto con … per cui è necessario toccarla con mano. Non lasciamoci spaventare dalle difficoltà che possono nascere da certe scelte, pensiamo al bene che possiamo fare, alla capacità educativa dell’incontro con il povero, al servizio ai giovani perché prendano coscienza di una realtà che ha bisogno di loro e che sicuramente provocherà la loro generosità. Una giornata sarà dedicata a loro, all’ascolto dei giovani: cosa pensano, i loro linguaggi e le loro speranze proprio sul tema Fragilità-Forza. L’altra giornata, riprendendo lo stesso tema, prenderà in considerazione le nostre fragilità che è tempo di trasformare in forza. di Enrico Sassano direttore dell’Ufficio pastorale della carità

La carità educa

Chiesa fedele al suo Signore. Uno in cui la comunità guarda a se stessa, al suo interno, a come crescere nella fede. L’altro in cui getta lo sguardo sul territorio e sui suoi bisogni, sulle cose buone e su quelle che necessitano di un sostegno, di un richiamo e di concreta azione, al fine di verificare se l’essere Chiesa nel mondo è conforme alla missione cristiana. Il convegno di inizio Quaresima ha tale significato ed ha bisogno del coinvolgimento di tutta la Chiesa. Il Vescovo, in questo caso, ascolta le voci della sua comunità e del territorio per poi suggerire le linee pastorali che nascono da tale ascolto. La presenza della Comunità cristiana in tutte le sue componenti, diviene perciò essenziale sia nella preparazione che nel suo svolgimento. La formula delle due giornate assume poi un significato più interessante se dedica una giornata all’approfondimento del tema all’interno della comunità cristiana e l’altra si muove invece sul terreno del confronto con il mondo. Il tema In sintonia con gli orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il de-

cennio 2011-2020: Educare alla vita buona del Vangelo, la diocesi sta dedicando un tempo di riflessione alla proposta di Progetto educativo. Nella scheda 3 della proposta si tratta de La soglia delle decisioni per dare un volto al futuro, con il proposito di indicare le linee entro le quali progettare itinerari educativi. Le indicazioni della Chiesa italiana e del nostro vescovo aderiscono pienamente alle problematiche, ed in particolare a quelle giovanili, che urgono una attenzione particolare della Comunità cristiana di fronte al vuoto di ascolto e di speranza che percepiamo in questo tempo. Tutto è stato tradotto in tre Parole Carità – Giovani – Educare su cui ruoterà il tema del Convegno. Parlare ai giovani e sostenere ogni impegno che le comunità possono mettere in campo in ambito educativo, di accoglienza e di sostegno a loro, è una responsabilità non eludibile: davvero qui la povertà si sta facendo acuta. Le Fragilità possono diventare Forza, è questa, probabilmente, la prospettiva da perseguire. Una prospettiva per i

concretizzare una ludoteca per ragazzi diversamente abili. È in progetto la ristrutturazione degli ambienti di Corea, dove poter decentrare alcuni servizi presenti al Porto di Fraternità a Torretta ma anche creare un pronta accoglienza, visto che una delle emergenze del territorio è proprio quella dell’emergenza abitativa e dei senza fissa dimora. Infine sono stati ricavati degli ambienti adiacenti al Vescovado che verranno utilizzati come accoglienza sempre per l’emergenza abitativa. Questi sono alcuni progetti e sogni che abbiamo in cantiere, nella speranza di poterli realizzare». Il sostegno alla Fondazione arriva dai fondi dell’8 per mille che la Diocesi destina a questo ambito, si può stimare una somma che sintetizza ciò che viene speso dalla Chiesa di Livorno per la carità? «Ogni anno la Diocesi destina dall’8x1000 una grossa somma di denaro per poter portare avanti i diversi servizi nell’ordinario. Per l’anno 2011 si parla di circa 200.000 Euro, una parte di questi servirà a coprire le spese ordinarie dei servizi, mentre un’altra grande parte verrà utilizzata per le spese straordinarie e per dare vita ad “opere segno” significative per l’intera realtà diocesana». La Fondazione cammina insieme all’ufficio di pastorale della carità, su quali fronti viene portata avanti la collaborazione? «La Fondazione, più che camminare insieme all’ufficio pastorale, è parte integrante di esso perché i servizi che essa svolge fanno parte di una pedagogia dei fatti di cui la Caritas ne è sempre stata promotrice e testimone. Io per esempio, oltre ad essere Presidente della Fondazione sono anche vice-direttore Caritas, quindi sono direttamente implicata nel confronto continuo con il direttore dell’ufficio, il diacono Enrico Sassano. L’obiettivo pastorale principale che ci siamo posti è quello di riuscire a promuovere il più possibile le Caritas parrocchiali creando percorsi di sostegno e di accompagnamento. Inoltre, cercando di rimanere in sintonia con le linee guide del nostro Vescovo e della Chiesa tutta, ci impegneremo maggiormente in ambito educativo. Sarà proprio il convegno di quaresima organizzato dalla Caritas ad essere trampolino di lancio per proporre ai giovani percorsi nuovi nella carità». c.d.


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