La Settimana n. 20 del 27 maggio 2012

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IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

27 maggio 2012

L’uomo alla luce della famiglia

di mons. Ezio Morosi

siamo spesso nel nostro linguaggio, anche religioso, le parole U vecchio e nuovo. Anche nella liturgia del Matrimonio sentiamo parlare di una nuova via. A chi riceve questo sacramento si dice che imbocca una “nuova” via di santificazione, è chiamo ad essere santo, cioè a vivere pienamente l’amicizia con Dio. Questo non deve certo spaventare la nostra fragilità di uomini, perché il santo non è altro che il fedele amico di Dio, l’uomo nuovo, aperto al progetto di comunione con il suo Signore. La famiglia che nasce nel Matrimonio deve possedere questa novità di vita.

ASSEMBLEA DIOCESANA

Proprio in queste ore in cui andiamo in stampa si stanno svolgendo le iniziative per la festa patronale, di cui i nostri lettori troveranno ampio resoconto nel prossimo numero. A seguito degli eventi luttuosi di questi giorni, il comitato per la festa di Santa Giulia ha comunicato di aver annullato lo spettacolo pirotecnico in programma per la festa patronale. La somma di denaro destinata dalla Diocesi ai fuochi artificiali, sarà devoluta all’emergenza terremoto emancipazione “itinerari di fede”: femminile degli cammini educativi, ultimi decenni, processi personali ed ha condotto ad insieme comunitari, avere per la prima volta graduali e progressivi, nella storia, una famiglia ma anche andare fondata veramente sulla ulteriormente indietro e coppia di due persone di iniziare l’educazione pari diritti, doveri e all’amore sin dalla dignità. preadolescenza, con Una coppia dove itinerari specifici di l’elemento fondante pastorale giovanile. dell’unione è la Sulla preparazione al relazione affettiva. Non matrimonio sta ci sono più vincoli da lavorando l’ufficio l’incontro con Gesù parte delle famiglie di diocesano per la Cristo e la sua Chiesa, al origine, non ci sono più famiglia, che in fine di offrire loro la convenzioni o tradizioni Assemblea ha presentato possibilità di scegliere, se da rispettare, si sta alcune schede tratte dal lo vorranno, di essere insieme semplicemente sussidio pastorale su cristiani, di celebrare e perché ci si ama e ci costruire una si separa perché non famiglia cristiana la La vita nuziale familiare ci si ama più. Ma chi quale vive in una insegna ai giovani di comunità cristiana e è come un libro da leggere: oggi ad amare? Non in essa in un gruppo attraverso di essa di certo la scuola.. di famiglie cristiane. ma nemmeno la La loro scelta, infatti, riusciamo a comprendere Chiesa e spesso è la “prima ed più a fondo le persone. neppure la famiglia autonoma” nella L’uomo di oggi dobbiamo di origine che vive scelta dei sacramenti magari situazioni di dato che, quelli leggerlo in luce familiare, separazioni e precedenti, altrimenti ce ne sfuggirà divorzi. battesimo, «Come trasmettere riconciliazione, l’essenza più profonda allora eucaristia e l’insegnamento confermazione, sono dell’amore? - si è chiesto questi temi: «Le coppie stati scelti per loro dai monsignor Giusti nella che vengono a cercare genitori. Quanto mai sua introduzione una comunità cristiana importante appare, all’Assemblea diocesana per celebrare il quindi, perseguire – la Chiesa deve fare matrimonio – inizia il un’attenta cura pastorale molto di più perché documento - dovranno delle coppie, vissuta queste relazioni siano essere accolte (e non attraverso la quotidianità più forti, capaci di giudicate) e di scelte, proposte, resistere agli urti della accompagnate in un iniziative, non limitate al vita. La vita nuziale cammino (non un tempo che precede familiare è come un corso) che agevoli immediatamente il libro da leggere: attraverso di essa riusciamo a comprendere più a fondo le persone. Il gruppo «La Casa» L’uomo di oggi on Eugenio Zanetti, Antonella, Oliviero dobbiamo leggerlo in e Stefania, intervenuti all’Assemblea luce familiare, altrimenti diocesana fanno parte del gruppo «La Casa» ce ne sfuggirà l’essenza di Bergamo, per la pastorale dei Separati e più profonda». divorziati: Per saperne di più sulla storia e Perché questo possa le finalità del gruppo consultare il sito: realizzarsi è necessario http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/pl innanzitutto cambiare i s/cci_dioc_new/consultazione.mostra_pagi percorsi di preparazione na?id_pagina=7483 al matrimonio, che devono essere intesi come veri e propri

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matrimonio, ma capaci di valorizzare il tempo che precede e segue il rito. In sintesi, la preparazione al matrimonio va vista ed attuata come un processo graduale e continuo al quale devono partecipare, sentendosi impegnate, la famiglia cristiana e la comunità ecclesiale». Nell’itinerario proposto dall’ufficio famiglia si fa riferimento ad un gruppo di persone (team) costituito dal Parroco/Diacono e da una o più coppie di sposi che dovranno accompagnare i fidanzati e si invita ad articolare gli incontri secondo una metodologia per quanto possibile innovativa, originale, coinvolgente, da svolgersi nei locali parrocchiali o, se possibile anche nelle case delle coppie animatrici, proprio per trasmettere il carattere di

“familiarità” dell’intero percorso e per testimoniare la dimensione sponsale dell’accoglienza». Ma la lettura dell’uomo, attraverso la sua storia familiare, è una lettura che traspare non solo dalla gioia di un’unione, ma a volte anche dalla sofferenza di una separazione, di un divorzio, di un progetto familiare che fallisce, lasciando ferite profonde. Per questo in Assemblea erano presenti don Eugenio Zanetti ed alcuni membri dell’Associazione “La Casa” per la pastorale dei separati e dei divorziati della Diocesi di Bergamo. Una pastorale di cui sembra esserci sempre più bisogno, dove l’accoglienza e la disponibilità all’ascolto, al di là di ogni giudizio, contano più di molte parole. Maturare l’idea di farsi incontro a chi vive situazioni di sofferenza per la fine di un matrimonio, è divenuto indispensabile nella pastorale di ogni comunità parrocchiale: trovare metodi e forme adatte e adattabili perché questi uomini e donne possano essere anche loro «letti» nel loro profondo, attraverso la loro storia familiare e possano ritrovare nella fede il sostegno per guardare al futuro. Chiara Domenici

IL 28 MAGGIO

IX Giornata cittadina per la pace Alla presenza del ministro Riccardi sarà concessa la cittadinanza simbolica a 18 giovani figli di immigrati della Provincia di Livorno ell’ambito della Consulta Provinciale del Volontariato la Comunità di S. Egidio ha spiegato la "Giornata cittadina per la pace" che si terrà il 28 maggio, nella quale si farà memoria di quello che è stato il bombardamento di Livorno e si condurranno delle riflessioni sul tema della pace che quest’anno sarà rivolto all’integrazione, alla solidarietà con gli immigrati attraverso una cultura della condivisione in antitesi a quella del disprezzo. Il percorso si snoderà in tre tappe per le vie cittadine e terminerà, come sempre, sugli Scali d’Azeglio, sede di un rifugio che colpito in pieno da una bomba lasciò sul terreno molte vittime, alcune delle quali non hanno ancora un nome. La manifestazione si concluderà alla sera in Piazza XX settembre dove i bambini, italiani e figli di immigrati delle varie nazionalità, giocheranno e canteranno insieme all’insegna dell’amicizia e della pace. La giornata del 28 maggio avrà inizio alle 16.30 nella Sala Consiliare della Provincia con la conferenza del professor Andrea Riccardi, presidente della Comunità di Sant’Egidio e Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione. Durante l’incontro sarà conferita la cittadinanza simbolica (non esiste ancora infatti una Legge che lo consenta) a 18 bambini e ragazzi (dai pochi mesi di vita ai diciotto anni), figli di immigrati, nati nella Provincia di Livorno. La cerimonia vuole essere l’inizio di un percorso di integrazione e coesione sociale tra le varie culture presenti sul nostro territorio. Gi. Gi

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27 maggio 2012

La conferenza della dottoressa Siccardi

La storia di Santa Giulia

Un viaggio nel mondo di... ASSOCIAZIONI E VOLONTARIATO

C’è posto per tutti: il festival della Carità Nella foto da sinistra: Monica Mannucci della Provincia di Livorno, LuisaTerzi della Fondazione Cassa di Risparmi, mons Giusti, Enrico Sassano direttore ufficio diocesano per la Carità e suor Raffaella Spiezio presidente Fondazione Caritas. In pagina altri momenti della festa.

na città è la sua storia», sono state «vescovo Uqueste le prime parole con le quali il Giusti ha aperto la celebrazione di S. Giulia nella Sala Consiliare della Provincia. Ci troviamo di fronte -ha continuato - ad una situazione dove «la storia e il futuro non hanno significato» perché non ha più senso la vita. Tutto questo è dimostrato dal crollo demografico in «un mondo che ha paura dei bambini e degli anziani» che sembrano essere solo un peso insopportabile. Allora bisogna costruire una città dove sia bello vivere e stare, una città che deve avere radici e prospettive, ed è proprio per voler dare consapevolezza all’amore per la città che si inseriscono le manifestazioni in ricordo di S. Giulia. Siamo qui -ha aggiunto il Vescovo- «per andare alla radice delle radici», ricordare quell’antico borgo marinaro che vide il transito di S. Giulia, il suo dono taumaturgico, la sua protezione per la nostra città. I Santi -ha detto monsignor Giusti- rappresentano un fenomeno interessante, sono persone, uomini e donne, che compiono cose incredibili da morti. Sarebbero da studiare in modo approfondito perché questo fenomeno interroga la nostra intelligenza prima della nostra fede. I miracoli sono continui anche oggi, si vedano quelli compiuti dal Toniolo e da Giovanni Paolo II. Monsignor Mauro Peccioli ha poi presentato la dottoressa Cristina Siccardi, piemontese, studiosa della vita dei santi e autrice di numerose biografie. Nello svolgere il tema: «Santa Giulia: martirio e verginità nella Chiesa», la relatrice ha sottolineato che Giulia ha lasciato un grande segno che perdura nel tempo come la Chiesa che entra nella dimensione dell’eternità. Etimologicamente Giulia appartiene alla «Gens Julia», di lei si conosce «la Passio», cioè il modo in cui un martire è stato ucciso. Storicamente si hanno

scarsissime notizie e si riferiscono al V secolo, è probabile che fosse di origine nobile e cartaginese. Condotta in Siria come schiava manifestava il suo essere cristiana, schiava sì ma libera nel cuore! Accompagnava il suo padrone, Eusebio, nei suoi viaggi, nel corso di uno di questi naufragò in Corsica. Qui il tiranno Felice le impose di fare sacrifici agli dei, ma Giulia rimase ferma nelle sue convinzioni, per questo fu flagellata e condannata alla morte di croce come Cristo. Alcuni monaci della Gorgona ne recuperano la salma, compare un cartiglio con il suo nome che si dice scritto da mani angeliche, il corpo viene finalmente posto in un sepolcro. La moglie del Re Desiderio viene a conoscenza della martire e la fa traslare a Brescia, prima di arrivarvi fa però tappa a Livorno e a Livorno incomincia la venerazione per la Santa. A Brescia le venne consacrata una chiesa. Si narra che grazie alla Santa, Livorno nel 1650 fu risparmiata dalla peste nera, negli anni ’30 i livornesi le eressero una statua all’entrata dell’Ospedale dove è visibile ancora oggi ed è invocata «per le patologie delle mani e dei piedi». Il corpo del martire -ha detto ancora la relatrice- è destinato a vivere in eterno e il martire «è il testimone delle fede», è colui che con la propria vita e morte diffonde il messaggio evangelico. Negli «Atti»”troviamo la testimonianza del martirio di S. Stefano, che sarà il primo di tanti altri Santi della Chiesa che arrivano fino ai nostri giorni. La relatrice ha concluso parlando della verginità e della castità trovando numerosi riferimenti negli scritti dei Padri della Chiesa, soprattutto in San Tommaso e in Sant’Agostino. Gi. Gi.

In piazza XX Settembre due giorni di festa con esposizioni, stand e concerti: così si è svolta la prima edizione del Festival della Carità DI FABIO

FIGARA

n una terra ospitale il richiamo all’accoglienza» è il principio con il quale è stata ideata un’iniziativa unica nel suo genere sul nostro territorio, tesa a mostrare ai livornesi le attività di migliaia di volontari che, ogni giorno, si adoperano per aiutare il prossimo in difficoltà. La manifestazione è stata organizzata dalla Caritas diocesana e dalla Diocesi con la collaborazione della Consulta provinciale del Volontariato, del Comune di Livorno, della Circoscrizione 2, dell’Arciconfraternita di S. Giulia e del Comitato del Palio marinaro. Il programma dell’evento ha previsto vari momenti d’intrattenimento. Il primo pomeriggio del sabato è stato dedicato al coinvolgimento dei bambini presenti con vari giochi e attività in piazza da parte degli animatori. A metà pomeriggio mons. Giusti, dopo essersi intrattenuto con i volontari presso tutti gli stand delle associazioni presenti, è intervenuto aprendo ufficialmente il Festival, ricordando anzitutto le vittime dell’attentato all’Istituto professionale brindisino “Francesca Morvillo Falcone” – costato la vita ad una ragazza – poi sottolineando le motivazioni che spingono ogni giorno migliaia di volontari ad operare per il prossimo e l’obiettivo della manifestazione: «Siamo qui per quelle persone che non hanno nessuno che alzi la voce per loro e con loro; per dare voce a chi non ne ha; per gridare insieme a coloro che, pur gridando ogni giorno, restano inascoltati dalla massa; per schierarsi con coloro che non contano niente nella società, ma la cui vita, invece, per Dio è importantissima.» Insieme al Vescovo sono intervenuti Enrico Sassano, direttore della Caritas diocesana, Monica Mannucci, assessore provinciale alle politiche sociali e al volontariato, Luisa Terzi, segretario della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, e Suor Raffaella Spiezio, presidente della Caritas diocesana, che ha

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presentato le Associazioni di volontariato partecipanti. Oltre all’immancabile presenza del folto gruppo della Caritas livornese, che ha allestito vari stand in piazza, numerose sono state le associazioni d’ispirazione cattolica e non che hanno aderito all’iniziativa: il comitato provinciale dell’Associazione Nazionale Tumori (ANT); la onlus “Pang’ono Pang’ono” di Rosignano Solvay, impegnata nel campo delle adozioni a distanza in Malawi ed in Bangladesh dietro l’esempio del missionario Padre Mario Pacifici; il “Centro Mondialità Sviluppo Reciproco” (CMSR) di Livorno, i cui membri sono impegnati in progetti di intervento in campo sanitario e formativo professionale in paesi

quali la Tanzania, la Bolivia, la Palestina ed il Sudafrica; il comitato provinciale del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (CISOM), che ha allestito in piazza una tendopoli per mostrare le modalità d’intervento proprie del Corpo in caso di calamità; l’Associazione “Amici del Cuore” con l’Associazione per l’assistenza ai giovani ed adulti diabetici (AGDAL), che operano nel campo della prevenzione alle malattie cardiovascolari e al diabete; i giovani volontari della “Misericordia” di Livorno; il “Centro Servizi Donne Immigrate” (CESDI), che opera per aiutare le donne immigrate ad inserirsi nella società italiana; il “Coro Polifonico Pio Alberto Del Corona”; i membri livornesi dell’ “Associazione Volontari Ospedalieri” (AVO), che dedicano parte del loro tempo al servizio dei malati in ospedale; la Fondazione “Luigi

Scotto”, che gestisce tre case famiglia per persone diversamente abili; alcuni volontari della Pubblica Assistenza (SVS), venuti per l’occasione con un’ambulanza, e del comitato livornese Associazione Volontari Italiani Sangue (AVIS); i giovani delle Associazioni “Progetto Strada – Cantiere Giovani” e “Terzo Tempo Giovani – Rockettari di Cristo”; i rappresentanti livornesi della Comunità di S. Egidio, che si adoperano in vari settori caritatevoli; i membri dell’Associazione “La Casa” di Quercianella, che si occupano dell’accoglienza ed assistenza ai malati di tumore. Nel tardo pomeriggio i volontari della Caritas, insieme ai rappresentanti delle comunità peruviana, marocchina e senegalese, hanno offerto aperitivo e cena con pietanze e bevande tipiche dei loro paesi d’origine e, in serata, si sono esibiti sotto il porticato della chiesa di S. Benedetto alcuni cantanti e gruppi musicali folcloristici: gli “African Djembè”, i “Tu-ina”, il gruppo de “La Mansarda”, Rosalia Gallardò Gonzalez, gli “Sharazad” e i “Rockettari di Cristo”. Gli stand sono rimasti aperti anche tutta la domenica mattina. A conclusione della manifestazione è stata celebrata la Santa Messa presso la chiesa di S. Benedetto dal vincenziano Padre Francesco Gusmeroli, invitato per l’occasione dal Parroco Tomasz Zurek, con benedizione particolare ai volontari. Ci auguriamo vivamente che possa essere la prima di una serie di manifestazioni che pone al centro dell’attenzione cittadina l’importante ruolo ricoperto dal volontariato nella nostra comunità.


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

27 maggio 2012

Progetto Culturale: dopo il Convegno giuridico

L’INTERVISTA A Valfredo Zolesi Le ultime scoperte raccontate dall’ingegner Zolesi; alla vigilia del Convegno che si terrà nella sala Fagioli del vescovado, venerdì 25 maggio dal titolo «Dallo scafandro al casco. Alla scoperta dei pianeti extra solari» DI

FLAVIA MARCO

n vista della conferenza del 25 maggio intitolata “Dallo scafandro al casco: alla scoperta dei pianeti extrasolari” abbiamo intervistato l’ingegner Valfredo Zolesi, responsabile della “Kaiser”, importante azienda livornese che si occupa di ingegneria aerospaziale. La ricerca, ci ha spiegato l’ingegnere, in qualunque luogo si svolga, è sempre indirizzata alla scoperta della vita: lo scafandro era l’attrezzatura utilizzata dai sub per investigare le grandi profondità marine nella speranza di riuscire ad individuare la presenza di forme di vita anche in ambienti apparentemente ostili alla vita. Così è stato anche per la ricerca sulla superficie terrestre laddove le condizioni climatiche sembravano così estreme da escludere ogni forma di vita e così è oggi per la ricerca nello spazio. La vita, in tutte le sue forme, è ciò che più affascina l’uomo. Finora le ricerche spaziali si sono concentrate all’interno del Sistema solare ed in particolare si sono rivolte al pianeta Marte, il quale ha attirato l’attenzione degli scienziati per la elevata possibilità di una presenza, remota o contemporanea, dell’acqua, elemento vitale per eccellenza, tanto che nel 2018 sarà inviata una sonda sul pianeta per condurre un’analisi del terreno marziano e per verificare così questa ipotesi. Oggi però le ricerche si indirizzano piuttosto verso altri pianeti o meglio, verso altri Sistemi stellari diversi dal nostro Sistema solare: nella Via lattea, ci ha spiegato Zolesi, esistono moltissimi sistemi di pianeti che orbitano intorno ad una stella proprio come fanno la Terra e gli altri pianeti attorno al Sole. Tale situazione ha spinto gli scienziati ad ipotizzare l’esistenza di uno o più pianeti nei quali si riproducano le caratteristiche che sulla Terra hanno permesso

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Viva i legami l recente convegno su “Matrimonio: ICommissione cantiere aperto” organizzato dalla Giuridica Diocesano ha

Nuovi pianeti e nuove forme di vita lo sviluppo della vita. Questa è l’ultima direzione percorsa dalla ricerca spaziale. Una volta però individuato un eventuale pianeta in grado di ospitare la vita, ha specificato l’ingegner Zolesi, resta da valutare quali potrebbero essere i problemi per la sopravvivenza della vita su quel pianeta così come resta la domanda sulla possibilità di incontrare i famigerati extraterrestri. La risposta dell’ingegnere è chiara: considerando che sulla Terra sono stati necessari ben 4 miliardi di anni perché si sviluppasse la vita ed ipotizzando che anche altri eventuali pianeti necessitino di un tempo altrettanto lungo è molto remota la possibilità che la vita sulla Terra sia contemporanea alla vita su un altro pianeta, è piuttosto probabile che possiamo rintracciare le tracce di una vita passata o di una vita nascente. La conferenza del 25 maggio vedrà l’intervento del professor Benvenuti che ci illustrerà, appunto, il tema della scoperta di pianeti e di sistemi extra-solari mentre l’ingegner Zolesi si occuperà di trattare il tema della sopravvivenza umana su altri eventuali pianeti (avremmo bisogno di un casco?). Tale allargamento dell’orizzonte di ricerca della vita su pianeti addirittura esterni al Sistema solare potrebbe sembrare un’ulteriore rivoluzione copernicana, capace di sconvolgere quella

popolo di Israele, che poi si è allargata a tutta l’umanità con la venuta del suo Figlio, resta la scelta fondamentale ma fondamentale resta anche il carattere universale del messaggio di Cristo. Per spiegarci meglio aggiungo che una situazione simile è già stata vissuta dalla cristianità con la scoperta dell’America: tale continente rappresentava un nuovo mondo, una rivoluzione non solo geografica ma di pensiero, il Mediterraneo, infatti, con Gerusalemme, non era più il centro del mondo ed il Nuovo mondo presentava popolazioni estremamente diverse da quelle finora conosciute e non ancora raggiunte dal Vangelo. L’universalità del messaggio cristiano, dunque si ripete sempre e continuamente nella storia e nella nostra storia personale, essa chiede di permeare la totalità della persona, del mondo e… se necessario, dell’Universo! Infine, ha concluso Zolesi, scienza e fede devono collaborare anche perché la scienza e la conoscenza assieme ad un numero limitato di risposte portano con sé anche una serie illimitata di domande. L’attribuzione della creazione, di tutto ciò che esiste, conosciuto e non, all’attività di un Ente creatore è poi rimessa alla scelta personale di ogni persona ma la scienza e la fede devono collaborare al di là di tale scelta.

«Tale allargamento dell’orizzonte di ricerca della vita su pianeti addirittura esterni al Sistema solare potrebbe sembrare un’ulteriore rivoluzione copernicana, capace di sconvolgere quella visione dell’uomo come centro dell’Universo e come culmine della creazione divina» visione dell’uomo come centro dell’Universo e come culmine della creazione divina. In realtà, come ha puntualizzato l’ingegner Zolesi, la scelta privilegiata che il Signore aveva fatto del

Nella foto in alto un primo piano dell’ingegner Zolesi Al centro: il prof. Piero Benvenuti A lato: Zolesi durante una delle ultime conferenze

avuto il merito di proporre ai giuristi professionali e ai cittadini un ripensamento su un tema che riguarda tutti. Pensare ciò che si vive e ciò che si fa è un lusso che la nostra società, affannata dalla crisi e spesso incapace di speranza, non riesce più a prendersi. Le riflessioni offerte dai relatori del convegno in questo senso sono state stimolanti perché hanno consentito a tutti di vedere le cose in prospettiva storica: basta prendere una sentenza di trenta anni fa per capire quanto , anche se non sono cambiate le leggi, è cambiata la società e la percezione del matrimonio tra la gente e in modo particolare nei giovani. Quello che è importante notare ( e forse sul quale potrebbe essere opportuno discutere in una prossima occasione) è che anche in questo settore l’Europa è entrata in modo incisivo a cambiare le carte in tavola . La Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo infatti non recepisce la famiglia come istituzione sociale e non la basa sul vincolo matrimoniale , ma si preoccupa di garantire a “ogni persona il diritto al rispetto della sua vita privata e familiare “ (art. 8 Convenzione). La prospettiva comunitaria , anche se parte da un valore come quello della persona che è centrale nella nostra Costituzione , è del tutto diversa da quella dell’art. 29 della Costituzione Italiana . Al centro non c’è più un patto tra uomo e donna per vivere insieme e accogliere figli, ma il diritto dell’individuo a veder rispettata la sua “privacy” in tema di rapporti affettivi. Per la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (che ha valore di testo legislativo fondamentale per tutti gli Stati che vi aderiscono) lo Stato non può “metter bocca” sulle scelte libere della persona in materia di amore. È come se la Convenzione imponesse di mettere su ogni porta di casa dei cittadini europei il cartello che si usa negli alberghi: “Prego, non disturbare“. A vigilare su questo principio c’è la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che con grande rigore , a suon di sentenze impone agli Stati di rispettare questo principio. I due principi , tutela della libertà personale (europeo) e tutela della famiglia come nucleo fondamentale della società (italiano), non sono opposti , ma sicuramente vanno armonizzati . Come cattolici abbiamo il dovere di farlo, per non veder travolto il principio costituzionale, espressione dei principi propri della civiltà cristiana, dall’incalzare di un ‘interpretazione radicale (in tutti i sensi) della legge europea . La questione decisiva (anche da noi a Livorno , che purtroppo sul tema è molto “europea”) è riscoprire la bellezza e l’importanza dei legami sociali , non solo familiari. La persona (termine che per buona sorte anche la legge europea usa) non è un individuo isolato, ma vive nell’ ambito di rapporti ed esiste quando ha relazioni che la fanno vivere in una rete di affetti , azioni e istituzioni. Rispettare la vita privata e familiare significa capire che la famiglia, fondata sull’amore tra uomo e donna , come la natura comanda, viene prima dello Stato e di ogni potere politico e legislativo e che quindi chi , dal Comune al Parlamento Europeo, ci mette piede, deve farlo con cautela e garbo, come la cameriera di un albergo che bussa per le pulizie. Dietro la porta però non c’è solo lo sfogo di passioni o la coltivazione di un giardino di affetti (tanto caro ai radicali), ma c’è la costruzione (faticosa, quotidiana e però meravigliosa), di un legame che come un’impalcatura invisibile tiene in piedi un palazzo enorme, che è la persona che cresce (i figli) e l’intera città, la polis europea. Renato Luparini


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27 maggio 2012

Agenda del VESCOVO

VENERDÌ 25 MAGGIO 17.30 nell’ambito dei festeggiamenti di Santa Giulia, nella sala fagioli del vescovado ,convegno dal titolo “Dallo scafandro al casco. Alla scoperta dei pianeti extra solari” SABATO 26 MAGGIO 10.15 160° Fondazione della Polizia alla Terrazza Mascagni 12.00 Saluto ai cavalieri del Santo Sepolcro in cattedrale 18.00 S. Messa e cresime alla chiesa di Santa Caterina 21.00 alla chiesa di S. Lucia ad Antignano, veglia di Pentecoste DOMENICA 27 MAGGIO 11.00 S. Messa e cresime alla chiesa di S. Matteo 17.00 S. Messa per l’associazione sarda “4 Mori” in occasione della festa di N.S. di Bonaria 21.00 alla parrocchia di S. Rosa, incontro ed affidamento della parrocchia a Maria LUNEDÌ 28 MAGGIO 11.00 S. Messa per la festa patronale a Bientina 16.00 Giornata per la pace, organizzata dalla Comunità di S. Egidio (Vd. Box Santa Giulia)

Diocesi informa IL NUOVO ORATORIO dei Salesiani l prossimo 26 maggio Iimportante rappresenta una data per i salesiani:

MARTEDÌ 29 MAGGIO Nella mattina udienze clero in vescovado 13.00 a Fano, incontro con l’assemblea diocesana

verrà infatti inaugurato il nuovo oratorio. Nel carisma di don Bosco l’oratorio rappresenta il fulcro del suo metodo di evangelizzazione. L’amore e l’attenzione di questo Santo verso i giovani è cosa nota, per questo concepì l’oratorio come casa che accoglie, parrocchia che evangelizza, cortile dove incontrarsi tra amici e scuola di vita. Questi quattro capisaldi definirono il primo oratorio di Valdocco e definiscono a tutt’oggi ogni oratorio salesiano, forti della profetica intuizione del suo fondatore. La festa comincerà alle 19.30, parteciperanno all’inaugurazione il Vescovo Monsignor Simone Giusti e il Sindaco Alessandro Cosimi. Benedetta Agretti

MERCOLEDÌ 30 MAGGIO Nella mattina, a Roma per il comitato progetti beni culturali della CEI 19.00 alla parrocchia di S. Matteo, incontro con il GAV del II vicariato GIOVEDÌ 31 MAGGIO 9.30 incontro con i sacerdoti giovani in vescovado 21.00 alla parrocchia di S. Lucia, processione mariana e benedizione della nuova ambulanza della Misericordia di Antignano VENERDÌ 1 GIUGNO Nella mattina , udienze laici in vescovado 14.30 a Ragusa, incontro con i giovani della diocesi SABATO 2 GIUGNO A Ragusa, incontro con i giovani della Diocesi 19.00 in prefettura, festa della Repubblica

BREVI DALLA DIOCESI

DOMENICA 3 GIUGNO 10.30 S. Messa e cresime alla chiesa di Sant’Agostino

Portico di Salomone

Libri da LEGGERE

VENERDÌ 25 MAGGIO ALLE 21.15 Presso l’Auditorium del Centro Culturale diocesano, incontro dal titolo" La famiglia: il lavoro e la festa", interviene Marco Faccioli, responsabile dell’Associazione Cometa di Como.

di Mo.C.

Leonardi A. – Comunione e innovazione sociale, il contributo di Chiara Lubich- Ed. Citta Nuova pp. 310 euro 26,00 Chiara Lubich è una tra le figure carismatiche di maggior rilievo del XX secolo che ha saputo individuare una via di uscita alla crisi della società odierna giungendo a formulare il disegno di un modello di governace sociale, capace di far stare assieme libertà, giustizia e fraternità. A tre anni di distanza dalla sua scomparsa, l’Ateneo di Trento, sua città natale le ha dedicato un momento di riflessione, basato sui canoni della ricerca scientifica. Un piccolo gruppo dell’Università di Trento ha preso l’iniziativa di analizzare il pensiero e l’opera di Chiara Lubich per coglierne le diverse sfaccettature; a essi sono affiancati ben presto studiosi provenienti da altri atenei italiani ed europei. Così in questo volume, sono stati raccolti il suo pensiero, la sua opera e parallelamente le profonde tracce del suo impegno sul piano delle relazioni tra i popoli, nella costruzione di un percorso di pace e di civile convivenza, così come nell’affermazione di un costruttivo dialogo interreligioso, e sono stati sottoposti ad un puntuale vaglio da parte di cultori di discipline storiche, sociologiche, economiche, filosofiche e teologiche, senza trascurare sia il contenuto pedagogico delle sue molteplici iniziative sia il formidabile impatto che hanno avuto sui mass media le iniziative da lei intraprese.

Consulta di Pastorale Familiare SABATO 26 MAGGIO ALLE 16.00 L’ultimo appuntamento per la consulta sarà il prossimo 26 Maggio alle 16,00 nel salone del Vescovado Sarà presente mons. Basilio Petrà che parlerà del magistero della Chiesa nella pastorale dei separati, divorziati e risposati; una preziosa occasione per approfondire un argomento importante. Un appuntamento esteso a quanti nelle diverse comunità sono impegnati nel mondo della famiglia che spesso, su questi argomenti, ha bisogno di risposte chiare e ben definite.

Parrocchia Ss. Cosma e Damiano SABATO 26 MAGGIO ALLE 21.00 Alla chiesa Ss. Cosma e Damiano a Nugola, a conclusione del mese mariano, la comunità parrocchiale invita al concerto del coro di Montenero che si svolgerà in chiesa

Incontro OAS DOMENICA 27 MAGGIO ALLE 16.00 Nei locali parrocchiali de La Leccia incontro promosso dall’Opera dell’Amore Sacerdotale con don Severino Dianich, sul tema: corresponsabilità tra preti e laici

Una messa per DON ANGELI SABATO 26 MAGGIO ALLE 18.00 Presso la Parrocchia di S. Pio X (via delle Sorgenti), organizzata dall’Ufficio Scuola e dal Centro Studi don Angeli, sarà presieduta da don Italo Caciagli la Celebrazione Eucaristica in ricordo e in suffragio di don Roberto Angeli nell’anniversario della sua morte. Saranno ricordati anche gli altri sacerdoti livornesi che si sono generosamente impegnati nell’opposizione al nazifascismo (don Renzo Gori, don Italo Gambini, don Roberto Angeli, don Renato Roberti, don Vellutini, monsignor Tintori, monsignor Ricciardiello). Sono state invitati a partecipare le autorità, gli studenti coordinati dagli insegnanti di religione, in particolare gli studenti dell’Istituto Comprensivo don Roberto Angeli.

Festeggiando SANTA GIULIA SABATO 26 MAGGIO Ore 15.00 al Campo Scuola manifestazione dal titolo: "Voliamo insieme...oltre". Un giorno di sport da vivere insieme; ragazzi diversamente abili e normodotati con la collaborazione di AVIS e UISP

LUNEDÌ 28 MAGGIO Ore 16.30 sala consiliare della Provincia. CONFERENZA: Politiche di cooperazione e integrazione; ore 17.30 conferimento della cittadinanza simbolica a 18 ragazzi figli di immigrati nati in provincia; ore 18.00 il ministro Riccardi e le autorità danno inizio alla Marcia per la Pace organizzata dalla COMUNITA’ S. EGIDIO


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27 maggio 2012

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I giovani e la soglia delle decisioni B) LE QUATTRO DIMENSIONI DA PROMUOVERE NELLA PASTORALE GIOVANILE Vengono ora presenta le quattro dimensioni che dovranno sempre più caratterizzare, nei prossimi anni, la pastorale degli adolescenti, sono in esse facilmente riscontrabili le tre dimensioni antropologica, cristologica e trinitaria, richiamate nella premessa e provenienti dal documento finale "Con i giovani per andare oltre" del IV Sinodo diocesano di Livorno: fare incontrare Gesù il maestro. Rendere visibile il Mistero della nostra salvezza. Rendere visibile il sì all’amore umano e alla vita. Rendere visibile la gioia cristiana. Fare incontrare Gesù il maestro Di fronte ai nodi che oggi caratterizzano la sfida educativa, ci mettiamo ancora una volta alla scuola di Gesù. Lo facciamo con grande fiducia, sapendo che egli è il "Maestro buono" (Mc 10,17), che ha parlato e ha agito, mostrando nella vita il suo insegnamento. Nel gesto della lavanda dei piedi dei suoi discepoli, nell’ora in cui li amò sino alla fine, egli si presenta ancora come colui che ci educa con la sua stessa vita (cfr Gv 13,14). (.) Gesù è per noi non "un" maestro, ma "il" Maestro. La sua autorità, grazie alla presenza dinamica dello Spirito, raggiunge il cuore e ci forma interiormente, aiutandoci a gestire, nei modi e nelle forme più idonee, anche i problemi educativi. (.) Un percorso kerygmatico per la pastorale giovanile Non possiamo più supporre la fede, dobbiamo proporla, diceva Benedetto XVI al Convegno ecclesiale di Verona, ma come riuscirvi? I giovani avvertono come vera solo la loro esperienza personale e pertanto questo è il tempo in cui la Chiesa come già l’apostolo Filippo, deve poter dire: "vieni e vedi". È questo il tempo della via che chiameremo della Bellezza. Il tempo in cui non parlare solo della Bellezza, ma di insegnarne con la propria vita la via, affinché ciascuno, se vuole, personalmente, la veda, la gusti, l’assapori e l’ami. Siamo chiamati a rendere visibile il Mistero della nostra salvezza ovvero a rendere visibile il grande sì della fede alla vita dell’uomo; a rendere visibile il sì del Vangelo all’amore umano e alla vita; a rendere visibile la gioia cristiana; ad accogliere i veri valori della cultura contemporanea non trascurandone le contraddizioni interiori ad essa, perché l’inculturazione della fede non è mai un semplice adattamento, ma anche purificazione di quello che è in contrasto con le fede stessa. Scegliamo quindi un’evangelizzazione non "compiacente", bensì un annuncio integrale della fede compiuto, però, secondo categorie culturali e teologiche contemporanee. Rendere visibile il Mistero della nostra salvezza Mettere in contatto le attese dell’uomo con l’evento della resurrezione Siamo chiamati a dire la speranza cristiana dentro le attese dell’uomo. L’uomo vive delle attese che

Proseguiamo con la lettura dei punti B e C delle linee normative del terzo ambito del Progetto Educativo Diocesano caratterizzano la propria vita, per questo è necessario da parte della comunità cristiana riuscire a trovare il giusto linguaggio per annunciare la speranza cristiana affinché essa illumini ogni uomo e le sue scelte. Non è più il tempo storico in cui è necessario sottolineare le distanze o le prossimità con la cultura contemporanea, piuttosto occorre affermare l’originalità cristiana rispondendo alla domanda: perché seguire Cristo e la sua Chiesa? Sappiamo che il cuore della speranza cristiana è la Resurrezione di Cristo e la vita eterna. Oggi viviamo nell’eclissi della speranza della Resurrezione ma è proprio la Resurrezione di Cristo e la vita eterna a essere capace di generare un rinnovato pensiero antropologico. C’è un intreccio inscindibile fra speranza cristiana e questione antropologica attuale. Alla luce di questo comprendiamo la nascita di una nuova sfida antropologica: generare un uomo nuovo capace di vivere nella speranza. Una speranza frutto dell’incontro con il Cristo risorto il quale apre l’orizzonte sulle cose ultime: la vittoria sulla morte e una vita per sempre nell’amore. Rendere visibile il sì del Vangelo all’amore umano e alla vita Partire da un’evidenza I giovani cercano salvezza nell’amore avvertito giustamente come un valore rilevante, significativo, irrinunciabile. Probabilmente uno dei pochi nel contesto culturale contemporaneo. È l’amore un valore-esperienza che si intreccia con la vita affettiva, nonché con il senso della vita e la sua eticità. Ma questa ricerca giovanile dell’amore spesso approda non all’amore, ma solo a un affetto, a un amore parziale, unilaterale, a una sola dimensione, o comunque non pieno, sovente mutilato della carità e della verità. I giovani cercano l’amore, Dio è amore. L’amore è oggi terreno d’incontro privilegiato, ma non esclusivo, tra i giovani e la fede cristiana. Il giovane cerca l’amore. Il cristiano è un ricercatore dell’Amore. L’amore cercato, desiderato dai giovani e non solo da essi, va evangelizzato. A partire dalla ricerca dell’amore, della bellezza e della gioia la quale è una inconsapevole ma vera ricerca del Bene, del Vero ovvero di Dio, occorre proporre un percorso educativo capace di offrire un’esperienza integrale della vita cristiana e della fede cristiana. Il giovane vuole incontrare Gesù per credere in lui, non si accontenta di conoscere soltanto il suo messaggio, non gli è sufficiente la sola credibilità di chi gli parla di lui. Si badi bene che questa non è una domanda nuova, il Vangelo ci riporta infatti la seguente affermazione rivolta all’apostolo Filippo: Vogliamo vedere Gesù, già allora i pagani non si accontentavano della sola parola del discepolo sia pure autorevole. Il Signore donerà poi agli

apostoli e alla sua Chiesa, il dono dello Spirito che li abiliterà a rendere possibile l’incontro con Gesù Cristo, dirà con una chiarezza inequivocabile S. Paolo: non sono più io che vivo ma Cristo che vive in me. Com’è dunque possibile favorire questo incontro? Grazie allo Spirito Santo ovviamente. Cristo non è una idea da credere è una persona da conoscere e lo si può incontrare nel suo corpo che è l’Eucarestia, nel suo mistico corpo che è la Chiesa, nella parola fatta carne, nel povero per mezzo dello Spirito Santo appunto. Si dovrà quindi procedere a partire dall’esperienza soggettiva mistica del Signore, ovvero dall’incontro con Dio nei luoghi ove egli si manifesta abitualmente per poi condurlo ad un cammino capace di fondare anche sulla propria intelligenza la propria personale adesione di fede a Cristo Gesù. L’esperienza di Dio infatti dona le motivazioni iniziali per intraprendere un cammino spirituale pieno, organico, anche logico-razionale, sistematico capace di condurre la persona a poter fare consapevolmente la propria opzione fondamentale per Cristo e scegliere una vita morale cristiana, l’esperienza di S. Paolo non a caso icona di questo progetto educativo, ancora una volta è paradigmatica. Rendere visibile la gioia cristiana I giovani cercano l’amore, Dio è amore La gioia cristiana non deve essere confusa con la "gioia" del mondo, infatti essa non è la semplice felicità del momento, ma una tranquillità nel fondo della persona che sa di non essere sola, ma ha sempre qualcuno, Cristo stesso, che sta vicino ad essa e dona la speranza in ogni situazione della vita. Ecco che si rende necessario accompagnare i giovani a fare come dicevamo un passaggio: dalle esperienze soggettive alle esperienze oggettive; dai sensi spirituali all’affidamento pieno della fede; dal risveglio di archetipi religiosi a percorsi logici-razionali fondati sulla Verità della persona di Gesù incontrata nella Chiesa e nelle Scritture; da un’esperienza mistica piccola o grande che sia, soggettiva e strettamente personale a un percorso ecclesiale dove la Chiesa e la Parola illuminano come per l’apostolo Paolo il quale partendo dalla propria esperienza soggettiva, vera, reale di Gesù Cristo sulla via di Damasco, è aiutato da Anania a comprenderne la portata. La sfida oggi è quella annunciare Gesù con un linguaggio comprensibile per i giovani di oggi, esso dovrà far leva inizialmente sull’immediato, sul sensitivo, sul simbolico, per condurre oltre, verso un percorso di bellezza il quale, rivalutando la ragione e l’intelligenza, apra allo splendore della Verità. Oggi si può comunicare la fede ai giovani a partire proprio da situazioni

emozionali concrete , capaci di risvegliare il senso di Dio, gli archetipi religiosi, per giungere a esperienze religiose e di fede le quali determinano una propensione del cuore verso il Signore. Da esperienze spirituali dove i sensi spirituali hanno aiutato a cogliere per grazia di Dio, la presenza e la bellezza del Signore, a percorsi organici di fede dove l’esperienza si fa riflessa, consapevole, profonda, oggettiva. E questo è il tempo della mistica, Giovanni Paolo II più volte ha indicato la via mistica come una strada ordinaria da promuovere in ogni parrocchia: Le nostre comunità cristiane devono diventare autentiche scuole di preghiera dove l’incontro con Cristo giunga a un invaghimento del cuore . Si tratterà quindi di illuminare tramite l’esperienza mistica la razionalità occidentale. Afferma un teologo ortodosso Chomjakov: al di fuori dell’amore la conoscenza è impossibile, perché solo l’amore unisce il soggetto che conosce con l’oggetto conosciuto, e ancora, è l’amore la prova dell’esistenza dell’uomo non il pensiero . C) LE PRIME SCELTE DA COMPIERE Da due anni si sono costituiti i gruppi di animazione vicariale (GAV) guidati da alcuni giovani presbiteri e formati dagli educatori dei pre-adolescenti e adolescenti delle parrocchie e associazioni e movimenti ecclesiali presenti nel territorio. È necessario rinsaldare questi strumenti pastorali: - coinvolgendo maggiormente nei Gruppi di Animazione Vicariale, le associazioni e i movimenti ecclesiali presenti nel territorio del vicariato; - favorendo un maggior riconoscimento in seno al vicariato del ruolo dei presbiteri incaricati dal Vescovo per la Pastorale Giovanile; - predisponendo incontri a livello vicariale per educatori laici sul piano motivazionale e vocazionale, al fine di acquisire una maggior mentalità di servizio ecclesiale; - avviando percorsi mistagogici (1318 anni) di ripresa e di approfondimento del vissuto cristiano, in vista della professione di fede (19 anni); - promuovendo momenti di lectio sulla Parola, accompagnati dalla possibilità di vivere il sacramento della Riconciliazione e di cominciare cammini di direzione spirituale; - educando alla preghiera e alla comprensione dei gesti liturgici; - ponendo un’attenzione particolare ai luoghi della vita (scuola, gioco, sport, strada, lavoro...) per raggiungere i lontani attraverso la creazione di modalità e percorsi anche nuovi, come nuove forme di oratorio e il rilancio del "progetto strada"; - introducendo alla fede attraverso le opere d’arte e la letteratura; - promuovendo esperienze di cammino (meglio se in montagna durante ad esempio i campeggi estivi) o di pellegrinaggio che aiutano a valorizzare la fatica, ad orientare verso un meta, ad esercitare la pazienza, a familiarizzare con i limiti e le fragilità.

Sfida EDUCATIVA

LE LINEE NORMATIVE DEL TERZO AMBITO DEL PROGETTO EDUCATIVO DIOCESANO/2......

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TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

27 maggio 2012

La parrocchia di Sant’Andrea invita la Lega Consumatori

Come reagire alle truffe gnuno di noi ha ricevuto almeno O una telefonata od un invito a cambiare gestore dei servizi di gas, luce, acqua, telefono. Qualcuno ha visto cambiare l’intestazione sulla bolletta, senza averlo richiesto. Tanti sono stati raggirati con proposte poco chiare. All’incontro alla Parrocchia di Sant’Andrea il dottor Andrea Raiano, responsabile della sede della Lega Consumatori di Livorno, ha voluto ricordare ai cittadini che devono reagire al raggiro e possono farlo presentandosi allo sportello di Via Cecconi. “La Lega Consumatori – spiega il dr. Raiano - vuole tutelare i diritti e trasmettere conoscenza. Spesso chi è vittima di una truffa è vittima anche, subito dopo, della paura e della vergogna e si dimentica di contestare il contratto”. Durante l’incontro non si entra nel merito delle offerte e non si confrontano i costi dei diversi gestori, ma vengono criticati i metodi truffaldini utilizzati per imporre il cambiamento, per esempio il consenso telefonico o il contratto con firma falsificata. “Abbiamo il diritto di chiedere di prendere visione del contratto e così verificare se la firma è la nostra. Quando qualcuno ci vende quello che non abbiamo chiesto non c’è contratto, è come se ci avesse venduto “ il nulla” e quindi non dobbiamo pagare il corrispettivo” - consiglia Raiano. Attualmente il mercato libero è una giungla e le conseguenze diventano inaccettabili quando colpiscono il diritto alla salute di ognuno di noi: restare senza energia elettrica in seguito ad una truffa è vergognoso e deve essere segnalato. Vale la pena ricordarsi sempre della tariffa bioraria: costa meno, infatti, utilizzare l’energia elettrica dalle otto di sera alle sette di mattina dei giorni infrasettimanili o il sabato e la domenica. Fate attenzione alle offerte che parlano di sconti per il primo anno e sconti per il secondo anno, ma non dicono niente su cosa succeda dopo! Angela Blanco

Un appuntamento da non perdere

Incontro mondiale delle famiglie Anche CL organizza un pullman per Milano

Notizie dal CMSR

Basta un piccolo tappo DI

GIULIA SARTI

er i più scettici che si domandano ancora se questa raccolta funzioni davvero, ma anche per quelli che ci hanno sempre creduto, tiriamo un po’ le somme del 2011 sulla raccolta tappi del Centro Mondialità Sviluppo Reciproco (CMSR). Un gesto semplice che ormai da più di 10 anni accompagna la nostra vita casalinga e non e che lo scorso anno ha dato la possibilità a più di 10000 persone di accedere all’acqua potabile. Con quattro pozzi in due villaggi nella regione di Dodoma, in Tanzania, non solo si è portata acqua per l’alimentazione, ma si è anche evitato che quella contaminata, raccolta nei pozzi tradizionali, fosse causa di malattie e infezioni che in «Avere un pozzo nel proprio villaggio quelle terre portano in molti casi alla significa anche che donne morte. Avere un e bambini non devono camminare pozzo nel proprio villaggio significa fino a 10 chilometri al giorno anche che donne e per raggiungere quello più vicino, bambini non senza così poter andare a scuola» devono camminare fino a 10 chilometri al giorno per raggiungere quello più vicino, e servizi adeguati non è stato senza così poter andare a facile e anche grazie all’aiuto scuola. dei ragazzi che prestano il loro In realtà con le sole entrate servizio civile al CMSR, si sta della raccolta dei tappi, il cercando di coprire la zona CMSR non avrebbe potuto Sud dell’Italia. Se infatti il coprire l’intera spesa, ma ha prezzo del petrolio comunque deciso di finanziare aumentando dovrebbe aver il progetto, così come era stato fatto salire anche il valore della programmato, con la speranza plastica, l’aumento stesso che i soldi mancanti, che su ricade sul carburante carta esistono, arrivino presto necessario per il trasporto. La dalle ditte debitrici a cui sono ditta milanese paga 150 Euro a stati consegnati i tappi per il tonnellata nel territorio riciclo. lombardo, ma il prezzo «Proprio per questo motivodiminuisce fino a 100 Euro per spiega Fabio Canaccini, le zone più lontane come la vicepresidente CMSR- dato dal Toscana. Stessa cosa succede a momento di crisi, abbiamo Casteggio con 160 Euro ogni deciso di cambiare la gestione 1000 chilogrammi, che per della raccolta». L’Italia adesso è zone di raccolta più piccole, suddivisa in 4 macroaree, arrivano a 120 Euro. ognuna delle quali fa Situazione leggermente riferimento ad una diversa migliore è quella romana: una ditta. «I tappi provenienti da tonnellata di tappi provenienti Toscana, Sardegna, Lombardia dalla capitale o dal raggio di e Emilia Romagna - continua 100 chilometri, frutta 180 Canaccini- vengono trasportati Euro. alla Dielle srl di Milano, per In questo quadro nazionale, la Liguria e Piemonte ci Toscana si classifica al primo affidiamo invece alla sede di posto con 110 tonnellate di Casteggio della Emmeplast, tappi sui 331.510 chilogrammi mentre alla romana R.m.p. del totale 2011. Salari arrivano tappi di Lazio, «Un dato leggermente inferiore Abruzzo e Campania». Trovare al 2010 (448.820 Kg)- dice ditte che garantissero guadagni Paolo Siani, Direttore del

Con un semplice gesto, è possibile regalare un pozzo in Africa: raccogliendo un tappo di plastica

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CMSR- che però non deve far pensare a minor attenzione da parte della gente». In un momento in cui il CMSR non poteva dare risposte a causa della crisi e alla difficoltà delle ditte di pagare i tappi, tanto da far pensare se ne valesse ancora la pena, la raccolta non è stata forzata più del dovuto. Per fortuna la situazione sembra che molto lentamente stia migliorando e l’obiettivo 2012 è quello di costruire 8 pozzi in 8 villaggi. Considerato il costo complessivo di circa 24000 Euro, l’impegno di tutti non deve rallentare. E se l’idea dei tappi è stata “copiata” da altre realtà di volontariato italiano, il CMSR sta studiando la possibilità di dar vita a una nuova raccolta:

quella di prodotti alimentari di scarto. Pane, pasta e pasticceria che potrebbero essere riutilizzati da una ditta toscana per la produzione di mangimi animali. «I negozianti a cui abbiamo presentato l’ideacontinua il vicepresidentesono rimasti entusiasti perché in questo modo sarebbero aiutati nello smaltimento del prodotto invenduto». Entrando in campo alimentare però aumentano le normative igienico-sanitarie e i controlli USL per la conservazione e velocità di lavorazione del cibo. Per questo motivo la partenza della cosa ancora non è sicura. «Anche questo- interviene Igor Protti, testimonial da sempre della raccolta tappi- sarebbe un modo per portare avanti dei valori importanti come la salvaguardia dell’ambiente, il riutilizzo delle risorse e la sensibilizzazione verso realtà diverse e più povere della nostra anche senza averle sotto gli occhi». L’augurio che la cosa possa funzionare arriva anche dall’Amministrazione comunale nelle parole dell’Assessore Carla Roncaglia che auspica un futuro in cui anche il Comune di Livorno potrà tornare a essere cofinanziatore dei progetti del Centro Mondialità.

FESTEGGIATI I GIUBILEI DELLE SUORE TRINITARIE DI CROCETTA

Da oltre cinquant’anni al servizio nella diocesi

iniziato il conto alla rovescia che porterà all’Incontro È mondiale delle famiglie. Sarà una grande occasione. C’è da stupirsi nel vedere

lla Chiesa di San Ferdinando, la suore A Trinitarie hanno festeggiato tre giubilei molto importanti. Il primo anniversa-

come tanti, famiglie, movimenti, parrocchie, scuole anche pubbliche si stiano mobilitando per cogliere l’invito del Papa. Non si è mai vista un’attesa così forte del popolo cristiano e non. È come se tutti dicessero: “In questo momento così caotico, andiamo a vedere cosa dice il Papa”. Il movimento di Comunione e Liberazione ha organizzato un pullman, per offrire a chi ne avesse il desiderio, l’opportunità di assistere alla S. Messa che verrà celebrata dal Santo Padre, Benedetto XVI, a Bresso (Milano) il 3 giugno p. v. , alle ore 10,00.

rio ricordava il 250° anno della fondazione dell’Istituto Suore della Santissima Trinità, avvenuta a Roma nel 1762 e fondato da Madre Teresa Cucchiari di cui è in corso la causa di beatificazione. Il secondo anniversario riguarda il 50° della fondazione della Comunità Suore trinitarie Scuola Materna “San Ferdinando” ad opera di Madre Tecla il 24 Maggio 1962 a Livorno. Il terzo riguarda il 50° della professione religiosa dell’attuale Madre Superiora suor Daniela. Per questi festeggiamenti, molti bambini accompagnati dai loro genitori e molti ex alunni hanno presenziato alla concelebrazione presieduta da Monsignor Simone Giusti. Purtroppo la giornata è stata rattristata dagli efferati eventi di Brindisi che il vescovo ha esecrato sottolineando come l’Italia sia attraversata da uno spirito demoniaco che porta a far uccidere creature innocenti. Il cristiano è colui che deve rispondere alla morte e non deve rassegnarsi ad essa perchè ha in Cristo Risorto e nel Vangelo la guida per imparare ad amare e a cantare alla vita. Le celebrazioni sono il segno di questa risposta ed impegno a vivere la vita che conduce alla vita piena in Cri-

Per informazioni e iscrizioni rivolgersi dal lunedì al venerdì ore 8.00 – 13.00 e il sabato ore 8.00 – 12.00 al numero 0586/859216.

Il bilancio di un’iniziativa decennale del Centro Mondialità e Sviluppo Reciproco

sto. I canti della Messa era accompagnati dalla corale Sarda. La Madre Generale, presente alle celebrazioni, a conclusione della Messa, ha ringraziato il Vescovo e tutti i presenti per la vicinanza alle suore che da oltre cinquant’anni condividono il carisma redentivo trinitario a favore dei bambini, dei deboli, e dei poveri. Mo.C.


TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

27 maggio 2012

Le novità presentate dalla ASL di Livorno

AGENDA DELLA SPERANZA per Livorno

Il Piccolo Birrificio clandestino: originalità e passione DI ALICE

CARPENTIERE

n gruppo di amici, uno spazio di 12 mq e un piccolo macchinario per produrre birra; è questa la ricetta per la nascita del Piccolo Birrificio Clandestino di via Solferino. Un’idea nata dall’incontro di un ragazzo che da tempo produceva birra in casa , Pierluigi Chiosi, e un pasticcere, Alfio Spada, che già possedeva il fondo, il tutto veicolato da un amico comune, Stefano Pellegrini. Da subito i tre ragazzi si sono messi alla ricerca di alcuni amici che volessero imbarcarsi in quest’avventura , creare cioè un piccolo birrificio producendo birra artigianale, caso unico a Livorno. E così nel giro di poco tempo, tra le amicizie di scuola, sport e chiesa, si sono uniti altri sei soci. Un’attività nata per divertimento, un secondo lavoro per molti, ma che col tempo sta avendo un notevole riconoscimento, non solo a livello locale. Nel 2010 investiti i primi soldi per l’acquisto di attrezzature e macchinari, sono iniziati i lavori di ristrutturazione del locale. Il birrificio aveva naturalmente

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La Santa Giulia, la Villa Serena, la Montinera…le birre di Livorno Numerosi riconoscimenti ottenuti dagli esperti nel settore

bisogno di porte e tavoli, e così i ragazzi si sono dati da fare, hanno realizzato tutto il necessario in maniera autonoma; e proprio durante i lavori sono nate le prime birre, prodotte in una piccola stanza con un macchinario da venti litri, che serviva giusto per assaggiare le ricette. E così dopo l’apertura dell’11 dicembre 2010, le birre sono state iscritte a un concorso nazionale che si tiene ogni anno a Rimini, “Sapore”. La Santa Giulia, birra rossa, è riuscita a vincere il premio di miglior birra artigianale dell’anno.

Da quel momento i giovani livornesi hanno iniziato a farsi conoscere, alla birra è stata affiancata un’etichetta e i livelli di produzione sono aumentati notevolmente, tanto che è stato necessario prendere in gestione un grande capannone, in via di Popogna, per permettere la produzione di 1500 litri di birra. I tipi di birra realizzati sono nove, così come nove sono i soci, un numero che li lega da quando hanno iniziato questo percorso, e che si riallaccia alla nona legge di Hammurabi, re babilonese, che impediva che la birra venisse contaminata con l’acqua; numero fortunato che ritroviamo anche sulle maglie dei dipendenti del pub. «La difficoltà di produzione – spiegano - sta nella combinazione di malti, lieviti e luppoli, ma grazie alle abilità di Pierluigi le ricette hanno riscosso un notevole successo,

le birre vengono vendute tramite un rappresentate nei vari locali della città, pizzerie, enoteche e ristoranti». Ma la vendita ha raggiunto anche tutta la Toscana e Roma, pare inoltre che stia arrivando un ordine dagli Stati Uniti, e vi sono contatti con alcuni paesi europei. La birra è stata inoltre richiesta dall’Ipercoop di Livorno, che allestirà uno scaffale dedicato a birre artigianali di estrema qualità. Il birrificio continua a ricevere premi, raggiungendo anche quest’anno una vittoria a “Sapore” con la Montinera. Ma al Piccolo Birrificio Clandestino non si beve solamente, il locale offre infatti un vasto numero di pietanze che possono essere facilmente abbinate alla birra, che non è solo quella di produzione propria. I cibi presenti si possono leggere su un originale menù, “la lista del mangià e del bè”, scritto interamente in vernacolo livornese. La degustazione è inoltre accompagnata dalla focaccia e da alcuni dolcetti, offerti dal birrificio e realizzati con il malto con cui viene prodotta la birra. I dipendenti che lavorano nel pub sono sei, tutti ragazzi giovani. Un locale gestito da persone simpatiche che vogliono trasmettere un’immagine genuina e cordiale.

Un’idea giovane e soprattutto ecologica

GREEN AND GO: un’alternativa al fast food reen and go costituisce un’alternativa G sana per un pranzo take away. Un piccolo negozio inaugurato nel 2010 da due cugini, Gianluca Bernini e Sandro Di Rosa, con l’aiuto di una grafica e di un architetto. Un’idea nuova, un locale in cui è possibile acquistare vari tipi di insalate, farro e cous cous creati a proprio piacimento. Si sceglie la base e si aggiungono gli ingredienti a seconda del prezzo che si vuole spendere; si può anche consultare il menù, dove sono già indicate alcune combinazioni possibili, che riportano i nomi dei parenti e degli amici dei titolari (La Cami, La Luca, La Ale). Sono inoltre disponibili vellutate di verdura, torte salate, centrifughe e dolci. I prodotti vengono acquistati in zone limitrofe, la frutta e la verdura sono quelli del mercato centrale, e i formaggi arrivano dal caseificio Luschi di Livorno. Cosa fondamentale per questi ragazzi è la salvaguardia dell’ambiente, Il materiale

impiegato per il trasporto delle insalate è tutto riciclabile, le confezioni sono realizzate con l’amido di mais e le posate sono in legno. Persino le consegne a domicilio, che rientrano nella zona green (quasi tutto il centro città), vengono realizzate con due biciclette elettriche. All’interno del negozio lavorano quattro ragazzi che hanno dai venti ai trent’anni,

assunti con un contratto a chiamata. Molto giovani sono anche i titolari, a cui va il merito di aver dato vita ad un’attività molto apprezzata, che cerca di rendere più vitale e popolata la zona di Porta a Mare. Un’opportunità interessante per chi pranza spesso fuori casa, ma anche per chi la sera non ha voglia di mettersi ai fornelli e cerca qualcosa di gustoso, leggero e genuino. Green and Go è aperto sia a pranzo che a cena, e segue gli orari dell’adiacente baracchina del pesce, “Johnny Paranza”, per poter unire alle insalate qualche specialità di pesce. Alice Carpentiere

L’innovazione a servizio del cittadino tampa dei referti degli esami di laboScopia ratorio e diagnostica, richiesta della della cartella clinica, stampa del proprio libretto vaccinale e acquisizione, in una sola volta ed in forma digitale del consenso al trattamento dei dati personali per un intero percorso assistenziale: sono queste le innovazioni presentate dall’Azienda Sanitaria Livornese durante il Forum P.A., il più importante evento a livello nazionale per promuovere l’incontro e il confronto tra pubbliche amministrazioni, imprese e cittadini sui temi chiave dell’innovazione e della semplificazione amministrativa. Tutti questi documenti sanitari, per i quali fino ad ora, era necessario recarsi in un centro socio sanitario o in ospedale facendo la fila allo sportello, potranno essere richiesti, direttamente e con pochi passaggi, ai totem dislocati in varie strutture sanitarie e in alcune farmacie comunali del territorio livornese. La stampa dei referti mediante totem è una procedura già abbondantemente utilizzata, mentre la richiesta della copia della cartella clinica è una novità, così come la richiesta del libretto vaccinale e quella del consenso informato. Per adesso, la richiesta della cartella clinica riguarda i pazienti oncologici e nefrologici, ma ben presto la novità investirà anche tutti gli altri degenti che siano ricoverati o accedano agli altri percorsi assistenziali. L’innovazione cerca di semplificare la vita al cittadino che non sarà più vincolato dai tradizionali orari degli sportelli, ma avrà una maggiore autonomia nella fruizione di questi servizi. E’ importate sapere che, per poter accedere a questi servizi mediante totem, è necessario attivare la propria carta sanitaria elettronica. Al momento dell’attivazione sarà consegnato un codice PIN riservato che consentirà di accedere al proprio fascicolo sanitario. La carta sanitaria elettronica può essere attivata nei centri socio sanitari della Asl 6, in ospedale, ma anche nelle farmacie comunali e in alcune farmacie private che aderiscono a questa iniziativa. Per attivare la tessera basta presentarsi con un documento d’identità. Una volta attivata la carta sanitaria basta recarsi ad uno dei totem, inserire la carta, digitare il proprio PIN e richiedere uno dei servizi sopra elencati. I totem, sul territorio livornese sono presenti nei seguenti presidi: ATRIO OSPEDALE LIVORNO - Viale Alfieri 36 Tutti i giorni 7.30-20 CSS LIVORNO CENTRO (EX POLIAMBULATORIO) - Viale Alfieri 48 Dal lunedì al venerdì 7.30-18; Sabato 7.30-12 FARMACIA COMUNALE N.2 LA ROSA Via Bykonaki 7 Dal lunedì al venerdì 8,30-13,00 / 15,30-20,00 sabato 8,30-12,30 FARMACIA COMUNALE N.4 MARRADI – Via Marradi 181 Dal lunedì al venerdì 8,30-12,30 / 15,30-19,30 sabato: 8,30-12,30 FARMACIA COMUNALE N.6 COREA Piazza Saragat 8 Dal lunedì al sabato 8,30-20,00 FARMACIA COMUNALE N.8 GRANDE Piazza Grande 39 Aperta 24 ore orario continuato


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TOSCANA OGGI 27 maggio 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNO


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