La Settimana n. 21 del 2 giugno 2013

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IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

2 giugno 2013

di mons. Alberto Ablondi

infanzia, la fanciullezza, l’adolescenza e la giovinezza aperta alla maturità non Lliturgiche ’possono essere raggiunte con formule universalmente valide, con esperienze monotone, con proposte che non accompagnano lo sviluppo della vita. I genitori hanno certo le loro energie di amore, di fede, di capacità, di età, ma debbono anche sapere di volta in volta chiamare a vitale collaborazione altre energie che loro possono offrirsi, quali la Chiesa parrocchiale, la scuola, l’amicizia, i gruppi, le associazioni, le letture, i corsi di aggiornamento. Con questo coordinamento, la proposta di fede non sarà uno schema rigido che sovente, e solo troppo tardi si scopre abbandonato dai figli, i quali già si sono resi assenti o indifferenti; inoltre con questa collaborazione e varietà di energie proponenti il messaggio evangelico, i figli non si troveranno costretti in una fede non loro, ma dei genitori. La proposta dei genitori invece, dovrà condurre i figli ad una scelta personale di autodecisione, attraverso un cammino che ogni vita deve fare; un cammino in cui ai genitori occorrerà sempre tanto coraggio e sacrificio, per accompagnare e aspettare. (Lettera Pastorale 1974)

Verso la FESTA DELLA FAMIGLIA

Ripartiamo dalle famiglie -10

, -9, -8, -7: è ormai conto alla rovescia per la festa diocesana della famiglia. Un evento che si prospetta veramente ricco di proposte e di momenti tutti da vivere. Si inizia sabato 8 giugno con il musical “Petali dal cielo”, preparato dalla scuola cattolica l’Immacolata: bambini e genitori attraverso la storia di Gianni seme di mela, attualizzano il messaggio evangelico con canti e brani recitati. Nel frattempo il porticato della chiesa della SS. Annunziata dei Greci si animerà di bancarelle, stand e della mostra “Videro e Credettero” a cura di Comunione e Liberazione, poi verranno esposti i lavori del concorso artistico e fotografico e tanto altro ancora. Il pomeriggio (ore 15.30) inizierà con il convegno interattivo (nel senso che non sarà uno dei

soliti convegni, piuttosto seri e magari un po’ noiosi) con lo psicologo Ezio Aceti, che proverà a far dialogare genitori e figli sul tema della fede (sono invitati a partecipare al convegno i ragazzi fino a 12 anni, per i più piccoli è previsto un servizio di animazione). All’ora di cena (al sacco) non poteva mancare un concorso gastronomico: della schiacciata fatta in mille modi e dei dolci in fantasia (a proposito chi volesse può ancora iscriversi: con i moduli presenti sul sito http://www.diocesilivorno.it/sez ione/pastorale-familiare) La serata di Sabato, a partire dalle 21.00 sarà tutta da ascoltare, ma anche da vivere: un altro musical, quello su don Quilici, offerto dal gruppo degli

amici di don Quilici, poi i cori Springtime, Musictime e DoReMi, intervallate da alcune testimonianze di fede di giovani e famiglie. La festa non finirà con l’arrivo della notte: è prevista infatti, animata dagli Scout e dai giovani della Pastorale giovanile diocesana, un’adorazione continuata per tutta la nottata (saranno allestite delle tende per il riposo) a cui

Papa Francesco sulla famiglia a vocazione del custodire è l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. Ed è il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo. Ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio!

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Io ho avuto la grazia di crescere in una famiglia nella quale la fede si viveva in modo semplice e concreto; ma è stata soprattutto mia nonna, la mamma di mio padre, che ha segnato il mio cammino di fede. Una donna che ci spiegava, ci parlava di Gesù, ci insegnava il Catechismo. Ricordo sempre che il Venerdì Santo ci portava alla processione delle candele, la sera; alla fine di questa processione arrivava il “Cristo giacente”, e la

nonna, a noi bambini, ci faceva inginocchiare e ci diceva: “Guardate, è morto, ma domani risuscita”. Ho ricevuto il primo annuncio cristiano proprio da questa donna, da mia nonna. È bellissimo, questo! Il primo annuncio in casa, in famiglia! E questo mi fa pensare all’amore di tante mamme e di tante nonne nel loro ruolo di trasmissione della fede. Sono loro che trasmettono la fede. Questo avveniva anche nei primi tempi, perché san Paolo diceva a Timoteo: “Io ricordo la fede della tua mamma e della tua nonna” (cfr 2Tm 1,5). Tutte le mamme che sono qui, tutte le nonne, pensate a questo! Trasmettere la fede. Perché Dio ci mette accanto delle persone che aiutano il nostro cammino di fede. Noi non troviamo la fede in astratto; no! È sempre una persona che predica, che ci dice chi è Gesù, che ci trasmette la fede, ci dà il primo annuncio. E così è stata la prima esperienza di fede che io ho avuto

parteciperanno anche i giovani che andranno alla GMG a Rio de Janeiro. La Domenica mattina 9 Giugno, tutti di nuovo a raccolta: alle 8.00 Lodi, alle 9.30 convegno su “Fede e socialnetwork” insieme a don Danilo Costantino; alle 11.00 la Messa celebrata dal vescovo Simone e poi il pranzo in condivisione. Nel pomeriggio (dalle 15 in poi) altri due momenti speciali: i giochi insieme, genitori e figli: praticamente una rivisitazione di giochi senza frontiere in chiave domestica e premiazione dei concorsi. Un altro grande evento farà da cornice alla festa della famiglia: alle 17,00 di Domenica 9 Giugno, al Palamodigliani (o allo Stadio comunale) sarà presente Kiko Arguello, fondatore del cammino Neocatecumenale (a pag II proponiamo un articolo di approfondimento ndr) che incontrerà le comunità di tutta la Toscana. Insomma saranno due giorni tutti da vivere, e soprattutto da vivere insieme: tra genitori e figli, tra giovani, tra famiglie amiche. c.d.

L’ESITO DELL’ELEZIONE NELL’ASSEMBLEA DIOCESANA

I nuovi laici per il Consiglio Pastorale Diocesano ell’ambito dell’Assemblea dioN cesana sono stati eletti i laici che formeranno il prossimo Consiglio Pastorale Diocesano. Ecco i nomi: I VICARIATO Battaglia Alessandro; D’Ignazio Federico; Vanini Nocilli Maria Teresa; Nocilli Osvaldo II VICARIATO Della Nina Paolo; Puddu Luca; Risaliti Andrea III VICARIATO Bogi Luca; Giusepponi Chiara; Manfredini Antonio; Nobili Chiara IV VICARIATO Antoni Luciana; Cecconi Carla; Raugi Mirella VI VICARIATO Scomparin Michela


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TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

2 giugno 2013

I 60 ANNI DELL’ISTITUTO MUSICALE MASCAGNI

CINQUE CONCERTI PER LA CITTÀ inque concerti, che sono cinque appuntamenti con C la città e le istituzioni livornesi, segnano l’inizio delle celebrazioni del 60° anniversario dalla fondazione dell’istituto Musicale Pietro Mascagni. Nato per l’iniziativa di alcuni cittadini – musicisti e cultori – il Mascagni trova subito l’appoggio delle istituzioni: il Comune e la Provincia costituiscono un consorzio per la gestione dell’Istituto, ne finanziano il bilancio, esprimono i consigli di amministrazione e i presidenti che lavorano per la crescita della scuola, per ottenerne il pareggiamento ai Conservatori di Stato, per portarla, infine, a costituirsi quale Istituto Superiore di Studi Musicali, in virtù della legge di riordino degli studi musicali superiori del ‘99. A questo impegno delle istituzioni il Mascagni ha sempre risposto in termini di un’offerta culturale riversata nella città e nel territorio con la produzione di concerti, di rassegne musicali, festival, convegni e conferenze che impegnano l’Istituto per oltre 150 appuntamenti durante l’anno accademico. Nella ricorrenza del 60° anniversario, l’Istituto ha deciso di realizzare a Livorno, tra le altre iniziative, una vera e propria stagione concertistica articolata in un ciclo di fine primavera ed uno autunnale. A partire dal 27 maggio si tengono i primi cinque concerti, ciascuno dei quali accolto in un luogo di particolare significato dal punto di vista istituzionale e culturale: il Teatro Quattro Mori, la Provincia e il Comune, la Prefettura, il Duomo. Nella ripresa della stagione, con il ciclo autunnale, che prevede un programma di attenzione ai compositori livornesi e dove non poteva mancare l’omaggio a Mascagni nel 150° della nascita, il grande concerto sinfonico, che segna l’evento conclusivo del ciclo, si terrà nella prestigiosa cornice del Teatro Goldoni. Il ciclo di concerti si apre lunedì 27 maggio alle 21 al Teatro Quattro Mori con l’Orchestra dell’Istituto, diretta da Carlomoreno Volpini che interpreta musiche di Schubert e Prokofiev. Del maestro russo si esegue Pierino e il lupo, pagina composta con il precipuo scopo di far conoscere ai bambini la voce dei singoli strumenti dell’orchestra, entrata rapidamente nel repertorio di molte orchestre e che ha visto attori del rango di Paolo Poli, Roberto Benigni e perfino il grande Eduardo cimentarsi nel brano quali voci recitanti. La mattina alle 10:30, sempre al Quattro Mori, si tiene una prova del concerto aperta alle scuole e si prevede la presenza di centinaia di bambini fra i moltissimi che hanno partecipato, nei mesi scorsi, alle lezioni-concerto nell’Auditorium dell’Istituto quando hanno avuto modo di incontrare e conoscere i diversi strumenti - gli archi, i fiati, il pianoforte e le tastiere, i legni e le percussioni e perfino la voce - e i generi musicali. Il secondo appuntamento è per giovedì 30 maggio alle 18, nella Sala Consiliare della Provincia,. Flavio Cucchi, docente del Mascagni e concertista, alla chitarra; Gloria Merani e Renata Sfriso al violino, ambedue docenti e apprezzate soliste e interpreti in ensemble da camera; la fiorentina Dorotea Vismara, interprete e docente particolarmente apprezzata negli Stati Uniti, alla viola; Filippo Burchietti, solista, docente sia all’Istituto Mascagni sia alla Scuola di Fiesole, al violoncello. In programma musiche dal barocco di Luigi Boccherini al novecento di Leone Sinigaglia, Arturo Vanbianchi e Mario Castelnuovo Tedesco. È la Sala Consiliare del Comune ad accogliere il terzo concerto venerdì 7 giugno alle 18, quando l’Ensemble Corale, i Solisti e l’Ensemble Strumentale dell’Istituto diretti da Gabriele Micheli sono interpreti di musiche di Monteverdi dal VII,VIII e IX Libro dei Madrigali. Mercoledì 19 alle 21, nella Sala dei Ricevimenti della Prefettura di Livorno si esegue Bastiano e Bastiana, singspiel in un atto e prima opera lirica di un Mozart dodicenne, con i Solisti della classe di canto e l’Ensemble strumentale dell’Istituto. Dirige Gabriele Micheli mentre la regia è affidata a Massimo Masini. Venerdì 21 giugno, nell’occasione della Festa Europea della Musica, il Mascagni si apre ai visitatori dalle 14 alle 17 per il consueto Open Day. Alle 21, nel Duomo di Livorno, i Solisti, il Coro e l’Orchestra dell’Istituto, diretti da Gabriele Micheli sono gli interpreti del Te Deum , celeberrima pagina di Marc-Antoine Charpentier.

SPECIALE Cammino Neocatecumenale

In 10.000 per incontrare

KIKO Domenica 9 giugno a Livorno sarà presente il fondatore del Cammino Neocatecumenale Kiko Arguello. Conosciamo da vicino il carisma di quest’uomo e le comunità da lui fondate. rancisco (detto Kiko) nasce nel 1939 a Leon, in Spagna da una famiglia della medioalta borghesia. Studia Belle Arti all’Accademia di San Ferdinando a Madrid e consegue il titolo di Professore di Pittura e di Disegno. Diventa un pittore stimato ottenendo anche diversi riconoscimenti e premi tra cui, nel 1959 il premio Nazionale Straordinario di pittura.

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La conversione di Kiko Arguello ed a quale concezione di Dio e dell’uomo approda La sua conversione comincia con una profonda crisi esistenziale: quale senso ha la sofferenza? Perché alcune persone sono prostrate dal male? «Guai a quell’uomo che il dito di Dio schiaccia contro il muro!» questa frase di Sartre è la sintesi dell’esperienza che Kiko attraversa grazie alla conoscenza concreta di persone la cui miseria economica e morale non trova ragioni: la sofferenza degli innocenti è la molla che mette in moto la ricerca della risposta alla domanda che sempre ha accompagnato la vita di Kiko: «Dio esiste davvero?». L’intuizione che ha Kiko è quella che ha vissuto anche Charles de Faucauld : Dio sta nei poveri, negli ultimi, nei sofferenti, in coloro che portano il peccato del mondo. Così matura la decisione di andare a vivere nelle baracche di Palomeras Altas con famiglie di zingari e poveracci. Lì Kiko capisce quale sia il problema dell’uomo: l’incapacità di amare l’altro. Egli fa l’esperienza di come sia evidente che l’uomo si realizzi e trovi la felicità nel momento in cui ama ma, nello stesso tempo, egli fa l’esperienza di come il peccato originale abbia segnato ogni uomo infondendo in ciascuno la paura della morte. Tale paura della morte impedisce all’uomo di rinnegare se stesso per poter così abbracciare l’altro in tutto il suo essere. Questa continua frustrazione determina

morale”: «che vi amiate come io vi ho amato».

DOMENICA 9 GIUGNO ALLE 17.00

TESTIMONE DI UN CAMMINO DI FEDE Al PalaModigliani o allo Stadio omenica 9 giugno, con inizio alle ore 17,00 presso il PALA-MODIGLIANI a Livorno (anche se visto il moltiplicarsi delle iscrizioni, siamo già a D più di 9.000 persone, probabilmente l’evento si svolgerà allo stadio), Kiko Arguello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale, incontrerà le comunità neocatecumenali di Livorno, della Toscana e i giovani di alcune regioni limitrofe. L’incontro vocazionale sarà presieduto dal Vescovo di Livorno, mons. Simone Giusti. Il Cammino Neocatecumenale, dono dello Spirito Santo alla Chiesa nel postConcilio, è stato ispirato dal Signore negli anni sessanta fra i poveri di Palomeras Altas, baraccopoli alla periferia di Madrid in Spagna. Non è un’associazione né un movimento, ma bensì un "itinerario di formazione cattolica, valido per la società e per i tempi odierni" e di educazione permanente alla fede. Confermato e ripetutamente incoraggiato dai Pontefici Paolo VI, dal beato Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, questo Cammino, attualmente presente in oltre cento nazioni di tutto il mondo, attraverso l’annuncio del vangelo, della notizia, del kerigma, ha aperto a molte persone la porta della Fede. Il processo attuale di secolarizzazione ha portato tanta gente ad abbandonare la fede e la Chiesa. Per questo è necessario uscire per le strade e far risuonare l’annuncio del kerigma perché chi ascolta possa riscoprire cosa significa essere cristiani. Viviamo oggi tempi "duri". Facilmente ci lamentiamo, cerchiamo colpevoli oppure crediamo che non si possa far nulla per cambiare la situazione difficile che attraversiamo. Ciò che in questi momenti è in gioco è il modo di intendere la vita: con Dio oppure senza Dio; con speranza di vita eterna o senza altro orizzonte che i beni del mondo; con una morale oggettiva solida e valida per tutti oppure con l’affermazione sovrana della propria libertà come norma assoluta di comportamento fin dove lo permettono le regole esterne del vivere sociale. Non è lo stesso una cosa o l’altra! Siccome Dio non è indifferente alla sofferenza degli uomini, noi cristiani non possiamo tacere: non possiamo passare sotto silenzio ciò che abbiamo ricevuto. Bisogna che il vangelo torni a risuonare in ogni luogo e possa raggiungere ogni uomo perché, liberamente, ogni uomo possa credere e accogliere Cristo. Nell’anno della Fede è necessario annunciare il kerigma. Chi è interessato a partecipare può richiedere i pass a don Matteo Gioia presso la parrocchia di S. Agostino a Livorno piazza Aldo Moro n. 2 . mail gioia.matteo@alice.it - tel. 331 2526052 A cura dall’equipe responsabile del Cammino Neocatecumenale per la diocesi di Livorno: Francesco e Laura Galipò, Domenico e Stefania Cianferoni, don Giorgio Eschini

la costante insoddisfazione ed infelicità dell’uomo. Dalla definizione di questa antropologia Kiko sostiene come sia dunque nuovamente necessario annunciare il Kerygma, il Vangelo, la buona notizia, ovvero che Dio ha mandato sulla terra il suo Figlio perché potesse pagare una volta per tutte il debito dell’uomo e perché potesse mostrare a tutti gli uomini, di tutti i tempi che non solo è possibile morire per amore incondizionato dell’altro ma anche che questa forma di amore che si lascia uccidere è l’unica forma vera di vita poiché soltanto questo tipo di amore e questo tipo di morte è stata ripagata da Dio con la resurrezione.

Come nascono le Comunità Neocatecumenali La presenza di Kiko accompagnato solo dalla sua Bibbia e dalla chitarra tra queste famiglie di zingari suscita in loro qualche curiosità: qualcuno di loro si reca nella sua baracca e gli chiede di parlare loro di Dio. Lentamente prende forma la prima comunità costituita da zingari e barboni che si ritrova nella baracca di Kiko semplicemente per ascoltare la Parola di Dio. Da questo poi scaturisce per alcuni la necessità di cambiare vita, di partecipare all’Eucarestia, di diventare cristiani. Come si è arrivati alla situazione attuale del Cammino

Neocatecumenale per cui troviamo migliaia di comunità sparse in tutto il mondo, famiglie in missione, catechisti itineranti, missio ad gentes, seminari redentoris mater Kiko afferma sempre di non sapere che cosa sia precisamente il Cammino neocatecumenale, di non aver mai deciso né pianificato niente ma che sia lo Spirito Santo ad aver condotto sempre la storia sua e del Cammino, attraverso ispirazioni che il Signore ha poi confermato attraverso i fatti della storia. Il centro però di ogni comunità è la possibilità di poter fare l’esperienza dell’amore all’altro, di poter rendere visibile all’esterno il “miracolo

Che cosa offre il Cammino neocatecumenale alla Chiesa di oggi e a chi si rivolge Il Cammino si rivolge a tutte quelle persone che sono lontane dalla Chiesa, non battezzate ma anche a coloro che sono state battezzate e che hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana ma che desiderano diventare cristiani adulti, far crescere quella fede che hanno ricevuto da bambini ma che non è più stata coltivata e che dunque non ha prodotto quei frutti che prometteva. Il Cammino è dunque un itinerario di formazione cristiana permanente. Questo “bene spirituale” è chiaramente offerto alla Chiesa come una possibilità di catechesi per adulti, di nuova evangelizzazione o rievangelizzazione di coloro che hanno perduto la fede. Qual è la situazione del Cammino Neocatecumenale a Livorno Questo cammino può nascere e svilupparsi soltanto all’interno delle parrocchie; nella Diocesi di Livorno, la presenza del Cammino neocatecumenale inizia nel 1975 nella parrocchia di “Santa Teresa del Bambin Gesù” a Rosignano Solvay. Oggi Livorno vede la presenza di quattro comunità: due nella parrocchia di Nostra Signora di Fatima, una nella parrocchia di San Matteo ed una nella parrocchia di Sant’Agostino. Durante le domeniche di Pasqua appena celebrata è stato proclamato il Kerygma (l’annuncio della salvezza) nella piazza della rotonda d’Ardenza e, per coloro che hanno accolto tale annuncio sono in corso delle catechesi nella parrocchia di Nostra Signora di Fatima. Il prossimo grande evento sarà l’incontro con Kiko, il 9 giugno 2013. a cura di Flavia Marco


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

2 giugno 2013

Al Serra Club conferenza del Costituzionalista Emanuele Rossi

UN’INDAGINE de La Settimana Nei locali dell’Arciconfraternita della Misericordia di via Verdi ha sede il Comitato livornese per la Prevenzione dell’Usura. Il punto di ascolto è aperto ogni martedì e mercoledì mattina

L’USURA, un male sommerso» I disagi finanziari riguardano sia piccoli commercianti e imprenditori che famiglie, entrambi a rischio di essere chiusi nella morsa della crisi economica. Spesso tendono a risolvere i propri debiti con un unico grande prestito, rilasciato con troppa facilità dalle Finanziarie, senza accorgersi che, in questo modo, il proprio monte di debiti non fa che aumentare con la somma degli interessi sulle quote dei prestiti precedenti

Nelle foto: in alto il celebre quadro "Gli usurai" del pittore fiammingo Quentin Metsys; qui sopra a sinistra il sig. Filippi e a destra il sig. Lo Schiavo, del Comitato livornese

DI FABIO

FIGARA

usurai - spiega Giovanni Filippi, coordinatore del uello dell’usura è un Comitato - anzitutto è quindi problema antico e un servizio di prevenzione: da mai risolto, che noi si presentano soprattutto riemerge con forza, persone “squalificate” sul seppur in varie forme, piano del credito, cioè utenti a in periodi di difficoltà come cui gli Istituti bancari non questo. rilasciano più finanziamenti Proprio per questo, già nel ’96, per morosità di vari tipi e a vai il legislatore istituì, presso il livelli. Ascoltiamo i loro Ministero del Tesoro, il "Fondo problemi, cerchiamo di per la prevenzione delle vittime incoraggiarli, poi studiamo la del fenomeno dell’usura" (art. loro situazione: se scorgiamo la 15), delegando fondazioni e fattibilità di una richiesta, ci associazioni territoriali poniamo come intermediari nell’indicare e con gli istituti gestire i casi per i Al Comitato convenzionati, quali intervenire. per far sì che In Toscana fu per della nostra provincia approvino il prima la rilascio del si sono rivolti fino a Misericordia di credito Siena a occuparsi oggi ben 1.160 utenti. richiesto, con della questione, Il comitato si occupa garanzia tramite trovando in il Fondo statale di evitare che seguito accordi nei margini di persone in difficoltà con le altre quote stabilite Arciconfraternite economiche possano per legge, per della Regione, e sanare le essere tentate creando la pendenze e di chiedere prestiti “Fondazione cominciare una Toscana per la nuova vita. agli usurai Prevenzione Tuttavia dell’Usura”, per il abbiamo avuto coordinamento dei vari persone che, prima di venire da comitati. Prima della noi, si erano già rivolte agli normativa solo la Caritas usurai: in questi casi, l’unica italiana si era già occupata della soluzione possibile, è prevenzione all’usura, per denunciare rivolgendosi alle tentare di arginare le situazioni autorità competenti». a rischio. I disagi finanziari riguardano Al Comitato della nostra sia piccoli commercianti e provincia si sono rivolti fino a imprenditori che famiglie, oggi ben 1160 utenti. «Il nostro entrambi a rischio di essere comitato si occupa di evitare chiusi nella morsa della crisi che persone in difficoltà economica. Spesso tendono a economiche possano essere risolvere i propri debiti con un tentate di chiedere prestiti agli unico grande prestito, rilasciato

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con troppa facilità dalle Finanziarie, senza accorgersi che, in questo modo, il proprio monte di debiti non fa’ che aumentare con la somma degli interessi sulle quote dei prestiti precedenti. «Ci siamo occupati anche di piccole attività, ma abbiamo anche molti casi di separazioni e divorzi che gettano sul baratro i due ex coniugi. Spesso, da due persone che si separano e si riaccompagnano, nascono due famiglie economicamente disagiate, che restano comunque legate dalle imposizioni dell’apparato giudiziario. Soprattutto i coniugi maschi, oltre a dover sostenere le spese legali, sono costretti a passare gli alimenti e lasciare la casa all’altra: in pratica, dopo aver pagato un mutuo per 20 o 30 anni, non potranno nemmeno usufruirne. Quindi, oltre a pagare il finanziamento della casa che condivideva in precedenza, dovrebbe pagarsi un affitto e il minimo per la propria sopravvivenza. Sono storture di un sistema alle quali bisogna porre un rimedio.» Famiglie distrutte, imprenditori in crisi ma anche ex tossicodipendenti e affetti da

“ludopatia” (il vizio del gioco) chiedono aiuto al Comitato. «Sono persone che hanno rovinato sé stesse e la famiglia spendendo il proprio patrimonio - spiega Roberto Lo Schiavo, collaboratore del Comitato - ma che possono, con il nostro aiuto, recuperare la propria vita.» Prossimamente il Comitato parteciperà a un incontro con il Ser.T, con la Caritas e con altri Enti con i quali collabora. «Avremmo molto piacere - continua Filippi - se le Istituzioni si interessassero al problema e ai nostri progetti, essendo state completamente assenti ad ogni altro incontro: ricordo che, pur essendo “sommerso”, pur essendo a livello “artigianale”, pur non avendo alle spalle un’organizzazione criminale, nella nostra città, nei quartieri, nei palazzi, il problema del prestito a usura esiste ancora». È possibile contattare il Comitato ai seguenti recapiti: tel. 0586/833422 fax 0586/888829 cell. 333/9787218, sito internet www.misericordialivorno.org e www.prevenzioneusuratoscana .it oppure all’e-mail antiusuralivorno@libero.it

LE ISTITUZIONI STATALI, LE REGOLE, LE PROSPETTIVE l Serra Club di Livorno, al volgere della Ia conclusione dell’anno sociale che ha guardato molti ambiti di interesse pubblico, ha invitato il Professore Emanuele Rossi, Costituzionalista, docente alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per una riflessione sulle Istituzioni Statali. Rossi premettendo che la Costituzione è il fondamento del Paese e che nell’ultimo periodo abbiamo assistito ad un crescente interesse verso di essa, culminata con la nota trasmissione "La più bella del mondo" di Benigni, pur tuttavia non si riscontrano un amore e un attaccamento forte verso di essa. La Costituzione però è fondamento per l’unità del Paese. Infatti se guardiamo a quando è nata, essa segna la svolta tra le due guerre e pur costituendo il punto di incontro tra le ideologie marxista, cattolica e liberale, essa è stata determinata dai sei anni di guerra e va oltre il tempo. Un altro aspetto da considerare è che essa riconosce e sancisce una democrazia sociale e liberale dove i diritti vengono garantiti. La bellezza di questa Costituzione consiste anche nello stretto legame col pensiero sociale cristiano, specie con la Costituzione conciliare Gaudium et spes quando parla dell’uguaglianza dei cittadini, dell’etica e della solidarietà e perfino quando condanna la guerra senza riserve. Essa usa addirittura un verbo molto forte quando afferma che l’Italia ripudia la guerra. Un aspetto non da trascurare inoltre, è quello della sua apertura al discorso internazionale, specie quando al capitolo 11 accetta di essere subordinata quando è in gioco una organizzazione internazionale alla quale partecipa sia per promuovere la pace sia per garantire i diritti inviolabili, perché ogni persona, in quanto persona deve godere di essi, non perché è cittadina italiana. Nella storia della Costituzione ci sono stati degli interventi che ne hanno apportato delle modifiche tacite come ad esempio riguardo l’articolo 39 sulle organizzazioni sindacali o l’articolo 59 riguardo la formazione del Senato su base regionale. Oggi, il voler modificare la Costituzione costituisce un terreno di scontro politico molto acceso, ci sono però delle regole e queste vanno rispettate benché ci sia la necessità di apportare qualche modifica come ad esempio la stessa procedura della revisione costituzionale. Il cambiamento della legge elettorale ha determinato una deviazione alla proporzione e pertanto non ci può essere uno scontro tra maggioranza e minoranza. Ci sarebbe anche da considerare una riforma nella quale debba essere stabilito il rapporto con l’Europa e specie dopo il 2000 sarebbe opportuno descrivere i limiti e controlimiti all’interno di essa. Con gli ultimi Governi la funzione legislativa del Parlamento è venuta scemando, dando il via all’uso dei Decreti Legge, e questo non è positivo in un regime democratico. Pertanto al di là dei necessari ritocchi va tenuto fermo il principio che essa veda garantiti i punti più importanti e che non venga vista come una serie di limiti che non devono essere superati, ma deve essere vissuta come l’insieme dei principi e delle regole che si possono attualizzare attraverso l’impegno di ciascuno di noi. Mo.C. Nella foto da sinistra: padre Bezzi, assistente ecclesiastico del Serra, il relatore Rossi, l’attuale presidente del Serra Tattanelli


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

2 giugno 2013

Agenda del VESCOVO

VENERDÌ 31 MAGGIO Nella mattina udienze laici in vescovado 19.00 in occasione della visita pastorale al III vicariato, incontro con i genitori dei ragazzi del catechismo alla parrocchia di San Jacopo 21.00 processione mariana alla parrocchia di San Jacopo SABATO 1 GIUGNO 18.30 S.Messa e cresime degli adulti alla chiesa della SS.ma Annunziata dei Greci alla Leccia DOMENICA 2 GIUGNO 11.30 S. Messa e cresime alla chiesa di S. Giovanni Gualberto, alla Valle Benedetta 18.00 Festa del Corpo e del Sangue di Cristo, S.Messa e processione dalla chiesa di S.M. del Soccorso alla cattedrale

Diocesi informa ALLA PARROCCHIA DEL SACRO CUORE

Si può dire "Dio", oggi? Incontri sulla nuova evangelizzazione

LUNEDÌ 3 GIUGNO 10.00 consiglio dei vescovi allo studio teologico interdiocesano a Camaiore

La fede è un dono da condividere trovando la sintonia con una realtà sociale e culturale che interpella il credente e chiede di rendere ragione di quello che si è. Si aprono nuovi scenari che il credente non può ignorare. E’ questa la sfida, ma anche la promessa, la grazia che ci viene data di "ricominciare a credere", per questo la parrocchia dei Salesiani ha organizzato un ciclo di tre incontri sul tema “È ancora possibile dire Dio, oggi?”. Questo il programma degli incontri:

MARTEDÌ 4 GIUGNO Nella mattina, udienze clero in vescovado 16.00 S. Messa per la Giornata del malato alla chiesa di S. Lucia ad Antignano 18.30 incontro con il Cantiere Giovani 21.15 in vescovado, incontro con i direttori degli uffici del centro di pastorale di formazione

GIOVEDI 6 GIUGNO “Luoghi e metodi della Nuova evangelizzazione”. Relatore sarà monsignor Simone Giusti LUNEDÌ 10 GIUGNO “Contenuti del primo e secondo annuncio”. Relatore don Severino Dianich

MERCOLEDÌ 5 GIUGNO Nella mattina, udienze laici in vescovado 18.30 tavolo dell’oggettività in vescovado

GIOVEDÌ 13 GIUGNO “Tre parroci si interrogano: quale nuova evangelizzazione a Livorno”. Realatori: don Raffaello Schiavone, don Luciano Musi, don Gino Berto. Modera l’incontro Alessandro Latorraca.

GIOVEDÌ 6 GIUGNO 19.00 S. Messa con la Madonna pellegrina di Fatima alla chiesa della beata Madre Teresa 21.15 alla cripta dei Salesiani, incontro sui Metodi per la Nuova Evangelizzazione

Gli incontri avranno inizio alle 21,00 e si svolgeranno nei locali della Parrocchia S. Cuore (Viale Risorgimento, 77).

VENERDÌ 7 GIUGNO 9.30 ritiro del clero alla chiesa di S.Andrea Apostolo 18.30 S. Messa in occasione del termine dell’anno scolastico alla chiesa del Sacro Cuore (Salesiani) PARROCCHIA "LA MADONNA" SABATO 8 GIUGNO Festa della Famiglia, alla chiesa della Santissima Annunziata dei Greci nel quartiere della Leccia 13.00 pranzo alla Casa famiglia "Scotto" a Stagno 18.00 S. Messa e cresime alla chiesa di S. Ranieri a Guasticce DOMENICA 9 GIUGNO 11.00 S. Messa in occasione della Festa della Famiglia alla chiesa della SS. Annunziata dei Greci alla Leccia 17.00 Saluto al convegno dei Neocatecumenali con Kiko Arguello, al Palamodigliani

I viaggi di PHARUS 06-07 LUGLIO CASCIA in bus 11-16 LUGLIO FATIMA in aereo 18- 25 AGOSTO TERRA SANTA CON IL VESCOVO in aereo da Pisa 04-06 SETTEMBRE ASSISI in bus 09-14 SETTEMBRE POLONIA in aereo da Pisa 24-27 SETTEMBRE LOURDES in aereo da Pisa

Festeggiamenti in onore di S. Antonio da Padova Programma Triduo in onore di S. Antonio da Padova In occasione della Festa di S. Antonio da Padova, giovedì 13 giugno, nella parrocchia della Madonna, dove è custodita la statua del Santo, si svolgerà il Triduo di Sant’Antonio in preparazione alla festa del Santo. Dal 10 al 12 Giugno ogni sera alle 18.00 Santa Messa, predicatore don Luca Giustarini Nei giorni 10-11-12, il Triduo si svolgerà con il seguente orario: LUNEDÌ 10 GIUGNO 17.30 S. Rosario 18.00 S. Messa con la preghiera di affidamento a S. Antonio MARTEDÌ 11 GIUGNO 17.30 S. Rosario 18.00 S. Messa con la preghiera di affidamento a S. Antonio MERCOLEDÌ 12 GIUGNO 17.30 Solenne Vespro di S.Antonio 18.00 S. Messa solenne e preghiera di affidamento a S. Antonio; distribuzione del pane benedetto Festeggiamenti in onore di S. Antonio di Padova GIOVEDÌ 13 GIUGNO Giorno della Festa di S.Antonio 8.30 S. Messa e distribuzione del pane benedetto 11.00 S. Messa in onore di S. Antonio, presieduta dl Vescovo; distribuzione del pane benedetto 17.30 S. Rosario 18.00 S. Messa Solenne e processione per le vie della parrocchia e tradizionale benedizione dei gigli, per affidare alla protezione di S. Antonio i bambini presenti Itinerario della processione: Via della Madonna, Via della Posta, Piazza della Repubblica, Via Grande, Piazza Grande, Via Pieroni, Via della Posta, Via della Madonna Nella parrocchia della Madonna si rinnova ogni anno, con la celebrazione della festa di S.Antonio, una bella tradizione che vede la partecipazione di molti fedeli devoti al Santo al quale chiedono protezione e grazie per sé e per i propri cari ai quali portano con gioia il pane benedetto. Anche quest’anno li aspettiamo numerosi e partecipi al Triduo di preparazione alla festa e alle celebrazioni Eucaristiche.

Centro Mondialità Sviluppo Reciproco SABATO E DOMENICA 1 E 2 GIUGNO DALLE 9.00 ALLE 19.00 presso i locali del Circolo Pio X in Borgo Cappuccini 275 con parcheggio e ingresso da piazza Gavi, ci sarà un mercatino dell’usato il cui ricavato andrà a finanziare le attività in Tanzania del CMSR


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I CORSI PREMATRIMONIALI ALLE PARROCCHIE DI S. BENEDETTO E S.SEBASTIANO.........

rovo Don Tomasz impegnato a discutere con un altro sacerdote. Appena si libera, gli rubo dieci minuti prima della Messa del pomeriggio. Lo invito a raccontarmi come sono organizzati in Parrocchia i corsi prematrimoniali. Sorride. Parla di percorsi e non di corsi, parla di incuriosire e non di insegnare, parla di ascolto e di ricerca, parla di uno spazio creato apposta per parlare di cose “di cui altrimenti non avresti tempo”. Il percorso inizia a gennaio e si conclude a maggio ed è possibile unirsi al gruppo in qualsiasi momento. Non si tratta di un corso di catechismo sul matrimonio,

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Continuando a parlare di matrimonio, abbiamo rivolto alcune domande a donTomasz Zurek e a padre Giovanni Battista Damioli, per scoprire come le coppie si preparano a questo sacramento ma di un’occasione per parlare della vita nel matrimonio. I primi incontri sono dedicati a conoscersi. Spesso la coppia inizia questa esperienza perché uno dei due ha convinto l’altro a parteciparvi. La fede? Che ci sia, che non ci sia, che sia così così, che non sia abbastanza, che sia nascosta, che sia ferita, che sia

sconosciuta: non importa definirla in questa occasione. Don Tomasz vorrebbe riuscire ad incuriosire le persone, la coppia. Anche perché, mi spiega, è difficile che le persone possano acquisire la fede durante questo breve percorso. Le tematiche affrontate durante gli incontri sono volte a capire come viene visto il

LA PAROLA AL PARROCO

RIAVVICINARSI ALLA FEDE ontinua il nostro viaggio tra le parrocchie per “fotografare” e monitorare lo stato dei C gruppi prematrimoniali della nostra diocesi. Questa settimana è la volta dell’intervista a Padre Giovanni Battista Damioli che nella sua parrocchia ne cura lui stesso la preparazione. Padre, ci dica due parole sul gruppo prematrimoniale della sua parrocchia.. «I matrimoni purtroppo sono sempre meno. Nella mia parrocchia si celebrano in media tre/quattro matrimoni l’anno. Questo anno, paradossalmente, ci sono più coppie filippine (la parrocchia ospita la comunità dei filippini)che italiane. A volte, però, capita che la preparazione viene fatta in parrocchia, mentre la celebrazione del matrimonio avviene in un’altra parrocchia o addirittura in un’altra città. La cosa bella è che spesso il percorso diventa un’occasione per riavvicinarsi alla fede.» Come è strutturato il corso? «Solitamente il corso dura circa cinque mesi, un incontro a settimana. Durante questo percorso si approfondiscono le verità di fede, si presenta il sacramento del matrimonio dal punto di vista morale e si trattano gli aspetti giuridici, sociali, biologici, psicologici della

vita di coppia. Spesso a questi incontri sono ospitati uno psicologo, un giurista, una pediatria, un biologo. A volte, visto il piccolo numero di coppie, il corso viene organizzato a livello vicariale. Curo io la preparazione dei fidanzati del primo vicariato, cui si aggiungevano alcuni incontri privati con il proprio parroco. Ma questo non succede sempre.» Che tipo di coppie intraprende questo percorso? «Si tratta di fidanzati, conviventi e a volte anche coppie che sono solo sposate civilmente e che vogliono ufficializzare davanti al Signore la loro unione.» Dopo il matrimonio, la coppia continua a frequentare la parrocchia? «Diciamo che nella maggior parte dei casi rimane un rapporto di amicizia con la coppia. Solitamente tornano, poi, per il battesimo e il catechismo dei figli.» La cosa più stravagante che ha visto a un matrimonio? «Qualche anno fa mi tappezzarono la chiesa di piante di limoni per commemorare le origini amalfitane della defunta madre della sposa.» Caterina Lo Russo

matrimonio: come viene visto dalle persone che costituiscono la coppia, come viene visto dal mondo, come viene visto oggi da chi sta intorno a noi, come viene visto nella Bibbia e nella Chiesa e cos’è il sacramento del matrimonio. Le coppie che in media sono interessate a partecipare a questi incontri sono cinque o sei all’anno. A volte sono persone giovani e a volte sono persone in età avanzata. Di solito non conoscono la realtà parrocchiale, ma possono scoprirvi un luogo che può essere un riferimento nella vita. Il piccolo gruppo riesce ad aprirsi al confronto e inizia con il raccontare le proprie esperienze. Spesso la coppia ha bisogno di lavorare sulla comunicazione e Don Tomasz dà molta importanza al dialogo, ai sentimenti e alla loro comunicazione. Una dottoressa laureata su questa materia porta la sua esperienza come appoggio al gruppo. Cosa può ricevere dal matrimonio una persona? Cosa cerca nel matrimonio, perché ha deciso di sposarsi in Chiesa? Queste alcune delle domande a cui trovare delle risposte. Spesso emergono precedenti problemi legati ad esperienze negative vissute direttamente o indirettamente con la Chiesa. I problemi emergono e si risolvono. Dopo i primi incontri don Tomasz propone un film: “Sette chilometri da Gerusalemme”. Uno spunto per parlare, per approfondire insieme. Quando? Gli incontri sono agli orari più diversi, dipende dalle esigenze delle persone e vengono definiti di volta in volta. Per esempio a ora di cena, alle sette o alle otto di sera per conciliare gli impegni lavorativi. Angela Blanco

L’incontro alla parrocchia della Madonna dedicato agli ANZIANI

Prevenire le fragilità Gli anziani, spesso dimenticati dalla società, sono il fulcro delle famiglie, la memoria che dà vita al futuro l giorno 24 maggio us. nell’ambito delle attività promosse dalla parrocchia della Madonna, su iniziativa del Parroco IDon Placido Bevinetto, si è tenuto un interessante incontro sul tema “ Prevenire la fragilità”, inserito nel progetto“Azioni congiunte nei confronti degli anziani fragili” patrocinato dalla Conferenza Episcopale Toscana e dalla Regione Toscana. Gli esperti hanno trattato argomenti atti a promuovere un sano stile di vita adatto a tutte le età. La Dott.ssa Daniela Becherini, dirigente medico di Medicina dello Sport della USL 6, ha illustrato l’importanza della “Attività fisica per gli anziani” cui ha fatto seguito la relazione " Per una buona alimentazione" tenuta dal Dott.Fabrizio Cialdini, esperto nutrizionista del Polo della Salute della SVS. Gli argomenti sono stati seguiti con molta attenzione e partecipazione dai presenti che non hanno mancato di porre molte domande ai relatori.La condivisione di un fornitissimo buffet,molto gradito dai partecipanti, ha concluso l’evento.

FAMIGLIA

“Il matrimonio non ha un prezzo”

è


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Le Acli parlano del porto

Liberi e forti, come Santa Giulia

Ospiti esperti a Sant’Andrea per illustrare la situazione e Acli livornesi hanno organizzato nel LunTeatro della parrocchia di Sant’Andrea incontro sul tema: "L’economia del porto fra crisi e rilancio. Il coraggio del cambiamento". Don Edoardo Medori, parroco di S. Andrea e accompagnatore spirituale delle Acli, ha introdotto il convegno sottolineando che in tempi di crisi bisogna essere portatori di speranza e che spetta a tutti prodigarsi nel costruire una città vivibile nella solidarietà. E’ seguito un momento di silenzio per ricordare le vittime della recente tragedia di Genova. Antonio Melani, presidente provinciale delle Acli, ha chiarito che l’incontro veniva proposto nell’ambito di una riflessione complessiva sul lavoro e specificatamente voleva porre degli interrogativi riguardanti il porto e cioè: la possibilità della creazione di un unico portale per l’alto Tirreno, l’allargamento della cintura doganale, lo sviluppo o il disimpegno del settore crocieristico. Il primo ad intervenire è stato l’ingegner Paolo Rotelli che ha parlato dello scenario internazionale e del ruolo del Mediterraneo. Ha detto che l’utilizzazione del Canale di Suez è stato nuovamente riscoperto per il trasferimento delle merci, che i Porti di Marsiglia e Saragozza sono in espansione grazie alla loro piattaforma logistica. Ha fatto una importante correlazione tra le merci in transito e le merci lavorate, constatando che la lavorazione delle merci prima di rimetterle in circolazione è quella che produce più introiti. Nereo Marcucci, già dirigente del Porto 2000, ha messo in risalto il nuovo regolamento della Commissione Europea, ha specificato che il segmento di traffico che può essere valorizzato è quello dei servizi impostato nella filiera. C’è la necessità di semplificare le procedure, di sburocratizzare, di porre fine alle guerre intestine e puntare su quelli che sono i mercati emergenti privilegiando l’interscambio tra nord e sud. Gloria Dari della Spedimar (Imprese di spedizioni marittime) ha specificato che dal comparto marittimo si ottiene il 2,5% del Pil nazionale e il 2% dell’occupazione totale, il dato occupazionale di Livorno è del 9,9%. Il traffico dei containers è in diminuzione, frutto della crisi, del calo dei consumi e della recessione. Se Livorno è in difficoltà si nota invece un calo contenuto a La Spezia e un incremento di Genova che sono riuscite ad ottimizzare le tariffe di trasporto, inoltre un dato fondamentale per lo sviluppo è quello dell’intermodalità e l’appoggio di una rete ferroviaria efficiente. Ha messo poi in evidenza che i gruppi armatoriali hanno investito in nuove portacontainers: la Maersk triple E è lunga 400 metri, larga 59 con una portata di 18 mila teus, il gigantismo navale è dovuto alla volontà di diminuire i costi di gestione e si rivolge verso i porti che danno maggiore efficienza e sicurezza. Comunque anche con stazze minori Livorno avrebbe bisogno di fondali più profondi e di una rete ferroviaria più opportuna perché nella situazione attuale non è in grado di attirare i traffici, infatti al Porto di La Spezia si rivolgono già il Piemonte, la Lombardia, il Triveneto, l’Emilia Romagna e anche parte della Toscana. Allora -ha continuato Gloria Dari- occorre investire in infrastrutture, creare tariffe intermodali appropriate, agire con rapidità, e avere "una visione unica" dello sviluppo del Porto, tenendo presente che la logistica portuale è la vocazione della nostra città. Enrico Bonistalli dell’Asamar (Associazione Agenti marittimi) ha messo in rilievo alcune incongruenze del Porto di Livorno, come quella che le navi restano ferme la notte perché non si è in grado da farle uscire dal Porto! Bisogna inoltre che siano attivate tutte le procedure per ottenere i permessi per dragare e ha terminato constatando che Livorno è il secondo porto più caro riguardo ai servizi. Simone Langella della Fit CGIL ha poi sottolineato che non esiste una politica portuale da parte dei governi che si sono succeduti in questi ultimi anni. Il Sindaco, Alessandro Cosimi, al termine dell’incontro ha illustrato il "Piano regolatore del Porto di Livorno - Valutazione Ambientale strategica" curata per il Comune dall’ingegner Leonardo Gonnelli, e ha puntualizzato che bisogna accettare la sfida della complessità delle relazioni, programmare il territorio portuale in collegamento con la città, chiarire che il settore crociere non deve essere messo in contrapposizione al trasporto delle merci perché entrambi si possono sviluppare. In definitiva è necessario: salvaguardare quello che c’è, allargare la capacità operativa del Porto con il dragaggio, mentre la speranza è data anche dal sogno che può concretizzarsi anche con la creazione della Darsena Europa. Gi.Gi.

lavoro, infatti la dignità dell’uomo si esprime nel lavoro, "chi ama non può stare con le mani in mano".

In una cattedrale mai così piena la celebrazione per la Santa patrona, le parole di monsignor Giusti. I martiri cristiani e la politica: i temi dell’omelia delVescovo n una cattedrale addobbata con le bandiere dei rioni della città e gremita fino all’inverosimile, si è celebrata la festività della Patrona: Santa Giulia. Il vescovo monsignor Simone Giusti ha fatto il suo ingresso accolto dai canonici della cattedrale, dietro di lui i componenti della "Livornina" con i loro splendidi costumi storici. Prima dell’arrivo del Vescovo e delle reliquie della Santa alcuni soci della Livornina avevano distribuito ai presenti un volantino recante la storia della martire e delle chiese, distrutte e riedificate, che le erano state dedicate nel corso dei secoli. All’inizio della celebrazione monsignor Giusti ha detto che non si era potuta svolgere la solenne processione d’ingresso perché le navate laterali erano talmente affollate dalle persone da non consentirne il passaggio. È indice -ha aggiunto- che la devozione verso la Patrona sta crescendo "questo gran numero di persone non può che far piacere", una constatazione avallata la sera prima dal sindaco Cosimi che in Piazza San Jacopo aveva accolto l’arrivo dal mare delle reliquie. La situazione drammatica di Giulia è paragonabile -ha continuato il Vescovoa quella attuale della cristiana pakistana Asia Bibi, condannata al carcere perché trovata a pregare. Preghiamo dunque per Santa Giulia e per tutti i cristiani perseguitati per la loro fede.

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LA LIBERTÀ RELIGIOSA Monsignor Giusti ha ricordato come a 1700 anni dall’Editto di Costantino siano ancora migliaia i

cristiani che vengono incarcerati e uccisi, in Pakistan, India, Indonesia, Nigeria, ma come di loro si parli pochissimo. Sono eventi di tragica attualità che sollevano il problema della libertà religiosa e che evidenziano che la religione più perseguitata è quella cristiana. Non stupisce che ci siano persone alle quali queste cose non interessano o che i Media non vi diano attenzione, l’aggravante è data dal fatto che noi cristiani non vi diamo peso, che non siamo documentati o non vogliamo documentarci su quello che accade ai nostri fratelli. La libertà religiosa è la libertà fondamentale così come è fondamentale la libertà di coscienza, è paradossale come negli anni ’70 si sia parlato di libertà di coscienza e oggi si voglia togliere la libertà di obiezione di coscienza riguardo l’aborto, si vuole dunque impedire che un medico possa esprimere con il suo gesto la propria libertà! Il Vescovo ha invitato tutti dunque ad "interessarsi e ad informarsi" e ad amare i cristiani perseguitati, amare come Dio ci ama e vuole essere amato. Libertà significa, alla sequela di Gesù, essere liberi dal peccato, è libero colui che offre la sua vita. Il nostro dramma -ha specificato monsignor Giusti- è l’egoismo, l’egoismo dei gruppi di potere ha portato a questa crisi, frutto -come ha detto il Papa- dell’alta finanza e del capitalismo selvaggio, di fronte a questa situazione lo stesso Presidente degli Stati Uniti ha fatto solo chiacchiere! Questa non è libertà! Si è

elevato l’egoismo a diritto. Un periodico inglese ha detto che ci troviamo di fronte all’eutanasia dell’Europa a causa del consistente calo demografico, meno male che ci sono gli immigrati che ci salvano! LA LIBERTÀ DELL’AMORE Occorre il dialogo -ha detto ancora il Vescovo- occorre l’intesa "per costruire una civiltà in cui si cammini insieme", invece c’è chi vuole creare tensioni tra i popoli, si torna a parlare di "armi chimiche" come quelle inesistenti con non furono mai trovate a Saddam Hussein. I problemi -ha ribadito il Vescovo- si risolvono dialogando, è tempo di pensare da "liberi e forti", basta con il prevalere della divisione e del conflitto "è tempo della solidarietà e della condivisione", "troppe persone soffrono per colpe non loro", "non se ne può più di politici che litigano tra loro". Bisogna -ha insistito monsignor Giusti- "saper far posto ai poveri e far crescere il lavoro" perché "il lavoro è un diritto". Questa celebrazione vuole aprire il cuore verso i cristiani perseguitati, e invita ad essere cristiani come persone libere che si impegnano a favore

del prossimo, sia nel volontariato, sia in politica nella capacità di unire. È tempo del fare: fare nel senso di creare nuovi posti di lavoro. Penso -ha concluso il Vescovoall’agricoltura, con la Caritas ho proposto la creazione di "cento orti", orti che con i loro prodotti possono sfamare le famiglie di chi li lavora e di chi è rimasto senza lavoro, così come la Scuola dei mestieri di Via Donnini è stata creata per poter dare delle nuove occasioni di

LA VISITA DEL PAPA Monsignor Giusti ha terminato ricordando che nella recente visita al Papa gli aveva rivolto un ufficioso invito a venire a Livorno, ora l’invito era stato formulato in forma ufficiale insieme al presidente della Provincia e al Sindaco, affinché potesse venire nel 2014 in occasione del 450° della Madonna di Montenero, la data auspicabile sarebbe il 25 marzo, "speriamo ha detto - che arrivi e che possa passare un giorno con noi". Il Vescovo ha poi raccomandato la partecipazione a due prossime date importanti: la processione del Corpus Domini del 2 giugno e le Ordinazioni sacerdotali del 29 giugno, infine ha fatto gli auguri ai diaconi: Paolini, Galletti, Falleni e Baldacci per il loro 25° di consacrazione. Gianni Giovangiacomo Si ringrazia Roberto Manera per le foto


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2 giugno 2013

La riflessione del TAVOLO DELL’OGGETTIVITA’

L’EREDITÀ SPIRITUALE DI BENEDETTO XVI

Per una sanità amica della città di Livorno

ll’indomani della rinuncia di Papa A Benedetto XVI al soglio pontificio, la casa editrice San Paolo ha dato alle

Continuano gli incontri dei medici e dei primari dell’ospedale di Livorno con il Vescovo e con la commissione medica del Progetto culturale diocesano. Gli argomenti affrontati quest’anno nche quest’anno il Tavolo dell’oggettività si è incontrato alcune volte insieme al Vescovo che ha proposto una riflessione sulla situazione della sanità della nostra città, non per criticare solo l’esistente, ma per poter arrivare a proporre delle soluzioni di miglioramento, partendo da un’analisi generale della situazione.

A

LA SITUAZIONE La prima cosa da dire è che il mondo sanitario coinvolge molte persone e risorse di ogni tipo ed una riflessione attenta sullo stesso non è mai completa perché si interfaccia con altri sistemi per esempio il sociale, anch’essi gravati da altrettanti problemi. Il lavoro del Tavolo si è concentrato nel capire almeno quali snodi o quali aspetti potrebbero intanto essere migliorati per poter offrire ai cittadini di Livorno un’assistenza più equa ed appropriata. I colleghi hanno studiato alcuni aspetti e li hanno riproposti al Tavolo. UN PROGETTO DA PUBBLICARE Al termine di questo

lavoro di studio e di proposte si è progettato di raccogliere i contenuti in un quaderno di appunti da offrire, senza alcuna pretesa, a tutti gli interessati, cittadini in primis. Cominciando a parlare di qualche contenuto che si sta imponendo come fenomeno non solo a Livorno ma in Italia, è che la crisi economica ha determinato un peggioramento della salute dei cittadini, che possono dedicare meno tempo e risorse alla cura di se stessi, inoltre la crisi economica ha fatto sì che si siano aumentate le tasse per coprire il debito delle ASL a fronte di un non miglioramento dei servizi percepito dai cittadini. Sono intervenuti i famosi tagli discussi anche dagli addetti ai lavori perché lineari e non progettati sul medio-lungo periodo. In sanità ovviamente si stanno studiando ed applicando dei modelli che permettano di contenere i costi e mantenere il livello qualitativo delle prestazione, cercando di eliminare gli sprechi. Fra questo il sistema Toyota applicato alla sanità, sistema detto LEAN che considera la prestazione

sanitaria come un processo da rendere fluido e senza salti. In un prossimo articolo approfondiremo questa interessante proposta. PROBLEMI STRUTTURALI E SOCIALI Ma sono molti i problemi strutturali e di funzionamento che affliggono il sistema, un esempio per tutti quello dell’induzione al consumo sanitario anche quando non necessario. In un sistema come il nostro che vuole mantenere le sue caratteristiche di universalità, giustizia ed equità, è impossibile far governare la domanda di prestazioni a lobby esterne che traggono spesso in inganno il cittadino presentando alcune terapie o metodiche come miracolose e che invece determinano solo spese inutili. Si può in taluni casi parlare di un vero consumismo sanitario che sfugge alle regole scientifiche ed etiche e si basa purtroppo sull’induzione pubblicitaria ed economica. Certo le condizioni di vita e di

conseguenza la epidemiologia anche del nostro territorio stanno cambiando velocemente, si assiste ormai alla cronicizzazione di molte patologie, per l’invecchiamento della popolazione, e i servizi cercano di farsi carico di questo cambiando la modalità di assistenza. Si è cercato di riservare l’ospedale solo agli effettivi casi di malattie acute e di migliorare l’offerta dei servizi territoriali di assistenza domiciliare o di medicina di iniziativa per prevenire le riacutizzazioni delle patologie croniche, cercando di garantire la famosa continuità di cura tra ospedale e territorio e far sentire i cittadini presi in carico su tutto il loro percorso di vita dal sistema sanitario che sempre di più si

interfaccia e collabora con quello sociale. IL CONTRIBUTO DEI MEDICI Le riflessioni dei Primari facenti parte del Tavolo sono preziose perché fatte sul campo da chi quotidianamente vive il problema di una forbice che si restringe sempre più, da una parte il vincolo finanziario e dall’altra la cura della persona. Ci è sembrato utile quest’anno coinvolgere gli stessi professionisti in una riflessione che potesse poi portare ad una pista di proposte da offrire agli amministratori della nostra città e a chiunque comprenda che la salute è un bene primario da garantire che si ripercuote su tutti gli altri aspetti della vita di un individuo e di una comunità. sr. Costanza Galli

Due ricorrenze alla parrocchia di San Ferdinando

NELLA CHIESA DELLA «VENEZIA» IL SALUTO A PADRE LORENZO Mancano più poche settimane alla partenza di padre Lorenzo dalla chiesa di San Ferdinando, che lo ha visto parroco per più di trent’anni e nella festività di Pentecoste, i suoi parrocchiani hanno voluto esprimere la loro riconoscenza organizzando un pranzo, alla preparazione del quale hanno partecipato circa una decine di mamme, sia della Venezia, ma anche di altri quartieri, perché padre Lorenzo in tutti questi anni lo hanno potuto conoscere ed apprezzare in molti, per la sua disponibilità, la sua bontà e l’umanità con la quale ha saputo svolgere il proprio apostolato. Per contribuire ai festeggiamenti è giunta da Roma, Caterina, la sorella di padre Lorenzo, che in cucina ha diretto il traffico fra i fornelli.Tanta gente, tante facce nuove, tanti bambini, ma che in quella giornata sembravano, anzi erano una sola famiglia attorno al loro babbo o nonno, a seconda delle generazioni, a festeggiarlo e ringraziarlo. Momenti di commozione hanno accompagnato una filastrocca scritta da Gabriella Lunardi responsabile del Comitato ‘’Crocetta in festa’’ che con ironiche rime ha ricordato la figura di padre Lorenzo, armonizzando momenti d’ilarità a frasi toccanti che hanno commosso gli astanti. Una vera grande famiglia quella di Crocetta a dimostrazione di quanto siano importanti le parrocchie nelle nostre città, beni che sono a nostra disposizione oltre che per arricchire e confortare il nostro spirito, anche per farci conoscere tante altre persone che

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l’intermediazione dei parroci ci aiuta a farcele sentire fratelli, facendole uscire dall’anonimato della quotidianità. Ecco, padre Lorenzo nei trent’anni del suo sacerdozio livornese, ha saputo tessere la trama di decine di rapporti, d’incontri, di eventi, di momenti che hanno creato, sotto la sua abile regia, quella grande famiglia che oggi si è stretta intorno a lui con grande amore e dove sguardi lucidi ed abbracci hanno sopperito a pragmatici inutili discorsi di circostanza, perché come ricorda da sempre il vescovo Giusti: quando uno ama, non ha bisogno di parole e questo è avvenuto domenica scorsa all’ombra del campanile di San Ferdinando, fra i parrocchiani ed il loro padre Lorenzo. LA FESTA DELLE SUORE Un tentativo di furto con scasso avvenuto di notte, ha macchiato l’atmosfera dei festeggiamenti per il 251° anniversario di fondazione delle suore della SS.Trinità. Il malvivente, arrestato dai Carabinieri,

aveva tentato di entrare in chiesa picconando il portone principale ed una porticina laterale della chiesa di San Ferdinando, ma i rumori hanno attirato l’attenzione degli abitanti che hanno avvisato i Carabinieri. Non è la prima volta che la chiesa della Crocetta viene fatta oggetto di tentativi di furto, anche perché non solo di notte la zona è frequentata da molti balordi, come ricorda padre Michele ’’anche quindici giorni fa, in pieno giorno, un giovane è riuscito ad asportare le elemosine da alcune cassette e venne messo in fuga dal sopraggiungere di alcuni fedeli. Ci vorrebbe un maggior controllo del territorio’’. A parte l’incidente, domenica 26 maggio, festa della SS.Trinità, nella chiesa di San Ferdinando si è celebrato l’ anniversario di fondazione dell’annessa scuola materna delle Suore Trinitarie di San Ferdinando. La festa delle Suore della Congregazione Trinitaria, trae origine dalla data della sua costituzione a Roma, dove madre Maria Teresa Cucchiai l’8 settembre 1762 creò la prima scuola materna delle suore della Santissima Trinità. A Livorno l’asilo venne fondato il 24 maggio 1962 da madre Fecla Festa, pertanto nel corso della Messa, le suore della Crocetta oltre ai duecentocinquantun’anni della fondazione della loro Congregazione, hanno festeggiato il 51° anniversario della creazione della scuola materna della Venezia. Roberto Olivato

stampe il volume “La mia eredità spirituale” di Papa Benedetto. Il volume è curato da Giuliano Vigini che nella prefazione (pagg.5-15) sottolinea che “la pedagogia della fede del Papa muove dalla constatazione che tanta parte della società moderna ha finito con l’escludere o emarginare i contenuti fondanti del cristianesimo e i valori irrinunciabili che lo ispirano”. Nei suoi discorsi il Papa nel deserto spirituale in cui viviamo vuol far emergere “il bisogno autentico di Dio e suscitare il desiderio di cercare Dio”. Fede e ragione conclude Vigininon sono antagoniste perché “a chi lo cerca Dio si fa conoscere”. Il Papa infatti dice che un certo tipo di cultura ha educato a muoversi solo nell’orizzonte delle cose, del fattibile, a credere solo in ciò che si vede e si tocca con le proprie mani. Invece abbiamo bisogno di amore, di significato, di speranza, la fede ci dà tutto questo. Abbiamo bisogno di riconoscere la fede come risposta alle nostre domande, perché la fede non deve rimanere teoria: deve essere vita. Credere in Dio -dice ancora il Santo Padre- ci rende portatori di valori che spesso non coincidono con la moda e l’opinione del momento, ma ci sono invece delle vie che possono aprire il cuore dell’uomo alla conoscenza di Dio. Infatti la bellezza della natura e la contemplazione della creazione può condurre a Dio, così come la sete di infinito che c’è in ciascun uomo, e la stessa fede perché chi crede è unito a Dio che opera nella storia e trasforma la nostra vita quotidiana. Il Papa poi si chiede: Che vuol dire amare Cristo? Vuol dire fidarsi di lui anche nell’ora della prova, seguirlo fedelmente anche sulla Via Crucis, nella speranza che presto verrà il mattino della resurrezione. Parlando della fede della Vergine Maria il Papa la contempla nella gioia dell’annunciazione e nel buio della Crocefissione del Figlio e dice che “non diverso è anche il cammino di fede di ciascuno di noi: incontriamo momenti di luce, ma incontriamo anche passaggi in cui Dio sembra assente, il suo silenzio pesa sul nostro cuore e la sua volontà non corrisponde alla nostra...”. Come parlare di Dio oggi? Si chiede ancora Benedetto XVI, e afferma che non bisogna parlare di un Dio astratto ma di un Dio concreto, un Dio che esiste, che è entrato nella storia con Gesù, ed è presente nella storia. Parlare di Dio richiede una familiarità con Gesù e il suo Vangelo, il metodo è quello dell’umiltà, l’umiltà di Cristo che ci dona la speranza e ci apre ad una vita che non ha fine. La parte terminale del volume si intitola: “Nutriti dalla preghiera”, riteniamo che questa parte abbia avuto e abbia un importante significato perché il Papa nel lasciare il pontificato ha più volte detto che si ritirerà a pregare. Il Papa su questo argomento sottolinea quella religiosità che è sempre presente in ogni uomo e dice: “l’uomo “digitale” come quello delle caverne cerca nell’esperienza religiosa le vie per superare la sua finitezza e per assicurare la sua precaria avventura terrena”, infatti “l’uomo porta in se una sete di infinito, una nostalgia di eternità, una ricerca di bellezza, un desiderio di amore, un bisogno di luce e verità che lo spingono verso l’Assoluto...”, l’attrazione verso Dio è dunque l’anima della preghiera. Nella preghiera l’uomo sperimenta di essere creatura bisognosa di aiuto, e i Salmi, che sono preghiere dove supplica e lode si intrecciano, insegnano essi stessi a pregare, insegnano a crescere nella fede e nell’amore. Come la preghiera che Gesù ha fatto molte volte nell’arco della sua esistenza, dobbiamo rinnovare davanti a Dio la nostra decisione personale di aprirci alla Sua volontà. Pensiamo che sia proprio in questa dimensione che il Papa ha preso la sua decisione. Gianni Giovangiacomo


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