IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi di mons. Ezio Morosi
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217
uando dobbiamo fare un viaggio è sempre bene avere una Q guida. Il matrimonio è un po’ come un viaggio che due persone fanno insieme: nella lunga traversata della vita, verso un futuro ancora sconosciuto ma pieno di speranze. Per questo è opportuno fornirsi di una guida sicura. Chi meglio del Signore può guidare in questo cammino? Lui, come il pastore, guida il suo gregge e accompagna la coppia nei momenti felici ed in quelli difficili. Gli sposi cristiani credono nell’amore di Dio per loro, sentono il bisogno della sua protezione, dell’ascolto della sua voce e seguono il sentiero che il Signore indica loro.
lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
10 giugno 2012
LA FAMIGLIA è il futuro della Chiesa
FAMILY 2012
La testimonianza dei partecipanti all’incontro mondiale della famiglie: i responsabili dell’Ufficio diocesano per la Famiglia ed una volontaria raccontano
Il senso di famiglia Il souvenir originale portato a casa di una volontaria livornese i hanno portato a vedere l’aeroporto dove sabato e C domenica arriveranno le famiglie e il Papa. Faccio servizio in uno degli ultimi settori dell’immensa spiaensando a come avremmo potuto intitolare questo breve pensiero sull’incontro mondiale delle famiglie che si è svolto a Milano dal 30 maggio al 3 giugno ci è venuto spontaneo pensare proprio a questa affermazione: la famiglia è il futuro della chiesa. Sembrerebbe un controsenso affermare questo in un periodo temporale dove la famiglia sta soffrendo molto, schiacciata da mille difficoltà, da mille problemi, ma invece è proprio questa verità che mi porto nel cuore al mio ritorno dalla “Festa delle testimonianze” celebrata sabato 2 giugno con il Santo Padre nella spianata dell’aeroporto di Bresso, insieme a centinaia di migliaia di famiglie gioiosamente ritrovatesi e provenienti da ogni parte del globo. La giornata è cominciata con la partenza alle 9 di mattina con il pullman organizzato dalla Diocesi. Subito all’arrivo a Milano abbiamo capito che non eravamo soli, nel senso che un grandissimo dispiegamento di forze dell’ordine e della protezione civile, volontari, personale della Atm (la locale azienda dei trasporti) ci attendeva pronta a fornirci tutta l’assistenza necessaria per raggiungere il Parco Nord di Bresso dove si sarebbe svolto l’incontro. Era un’assistenza molto discreta e gentile oltre che concreta e fattiva che ci ha permesso di raggiungere il posto, dopo aver posteggiato il bus a S.Donato ed aver utilizzato metropolitana e bus navetta, entro le 15,00 come da programma. Dopo un breve spuntino in attesa dell’apertura dei cancelli ci siamo finalmente proiettati all’interno della spianata raggiungendo il settore più vicino possibile all’immenso e ben costruito palco dove si sarebbero svolti nel pomeriggio il Jubiliation Family fest e dalle 20,30 l’incontro con il Papa Benedetto XVI.
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Dopo essersi accampati e preso possesso dell’area a ridosso delle barriere è subito iniziata una bellissima integrazione con le altre famiglie vicine che provenivano da varie città italiane (vicino a noi molti provenivano da Lodi, da Verona) tutte riconoscibili dalle innumerevoli bandiere e cartelli che erano il riferimento sicuro per i pellegrini al fine di non perdersi nei percorsi di avvicinamento e all’interno dell’area. Il cartello che mostrava orgoglioso i simboli della nostra Diocesi e dell’incontro oltre al foulard amaranto annodato alla base per arricchirlo è stato subito sistemato in bella vista a ricordare a tutti che là vicino si raccoglievano le famiglie provenienti dalla città labronica. Ad onor del vero nel nostro pullman era presente anche una piccola schiera di «cugini pisani» che dopo una iniziale «doverosa» diffidenza si è subito ben integrata e cogliendo lo spirito dell’incontro si è fatta uno con lo spirito labronico indossando perfino il foulard amaranto (senza ovviamente rinnegare comunque le origini…). Nel corso del pomeriggio la spianata si è andata man mano riempiendo fino a perdita d’occhio e contemporaneamente cresceva l’integrazione tanto che ormai non esistevano più gruppi, diocesi, città e nazioni di provenienza, ma tutti eravamo riusciti a formare veramente un’unica grande famiglia di famiglie. È stato questo il clima che ha trovato il Papa al suo ingresso sul palco e subito lui stesso deve averlo percepito perché fin dalle prime parole è sembrato molto diverso dagli altri suoi interventi pubblici. Anche il programma
così come è stato organizzato ha facilitato questo «ciak» tra il Santo Padre e l’immensa assemblea. Le domande molto concrete, sulla vita e le difficoltà di tutti i giorni, rivolte al padre hanno trovato delle risposte illuminanti, anche molto concrete, offerte a braccio e con spontaneità. Le domande presentate da famiglie provenienti da più parti del globo sono state inserite nel racconto delle loro esperienze e sono state quindi radicate nel vissuto reale, eliminando qualsiasi spiritualismo nel quale a volte questi incontri rischiano
di cadere. L’ora con il Santo Padre è praticamente volata via stupendoci tutti come il tutto fosse passato in così breve tempo. Un attimo dopo per precedere la grande marea che si sarebbe riversata a breve verso le uscite con un breve passaparola ci siamo messi subito in marcia per raggiungere il pullman. Ancora una volta la macchina organizzativa ha funzionato perfettamente permettendoci di raggiungere il pullman intorno alle 11,00 e fare così rientro a casa intorno alle 2,45. Per fare un bilancio di tutto questo torniamo al titolo dell’articolo. Riflettevamo durante il viaggio di ritorno come in un momento di difficoltà abbastanza importante qual è quello vissuto in questi ultimi mesi dalla
società ma anche dalla Chiesa stessa, questo evento di Milano può essere davvero una fonte di grande speranza. La famiglia, sia pure con tutti i suoi problemi, è ancora la cellula fondamentale della società ed esistono ancora famiglie, moltissime, che credono in questo valore, nel valore del sacramento del matrimonio e che sono state disposte a lunghi viaggi, lunghe camminate, lunghe attese pur di essere presenti a Milano per gridare a tutto il mondo la loro fede in Dio ed il loro amore al Papa ed alla Chiesa. A questo punto sta alla Chiesa ed ai pastori che la guidano a credere a loro volta nella famiglia e farla essere più protagonista nelle scelte pastorali. Sono anni che diciamo che le parrocchie devono essere una famiglia di famiglie ma in quante di esse poi questo accade? Quanto tempo è dedicato alla pastorale familiare, all’accompagnamento delle giovani coppie? Quanto tempo ancora dovrà passare perché la catechesi familiare diventi la forma principale di iniziazione cristiana? La famiglia è lì pronta con il suo stesso essere ad essere sostegno ai parroci per far crescere le nostre comunità parrocchiali verso quella comunione che è base essenziale per l’evangelizzazione (“che siano uno perché il mondo creda” Gv 17,21). La famiglia è trasversale a tutte le pastorali ed è la base delle nostre comunità ecco perché può essere davvero la salvezza della nostra Chiesa. Non cerchiamo altrove! Famiglie forti fanno una Chiesa ed una società forte. Se dimentichiamo questo molto del nostro lavoro sarà vano e non lascerà traccia nel prossimo futuro. Antonio e Rita Domenici condirettori ufficio di pastorale familiare diocesano
nata. Uno di quelli che probabilmente nemmeno si riempirà. Per arrivare vicino al palco ci vogliono, a piedi, più di 5 minuti. Da qui certo non vedrò il Papa. E invece Benedetto XVI lo vedo addirittura vicinissimo, due volte. Immaginate un vialone di Milano con tutto il suo traffico da metropoli. Immaginate una decina di persone con la stessa maglietta bianca e rossa con la scritta “volontario” che si tengono per mano stretti su un piccolo marciapiede tra due corsie. E immaginate infine la faccia delle persone che passando le sente recitare il “Padre nostro”. Per un milanese, immagino io, deve essere al quanto insolito. Ma per oggi il nostro compito, creare un cordone al passaggio della Papa-mobile è finito e quello che dobbiamo ricordarci è perché siamo qui. Il suggerimento della nostra “team leader” è il migliore per sentirsi famiglia. Così come lo è recitare una preghiera con degli sconosciuti di fronte al Santissimo in una cappella improvvisata in un palazzo dei congressi, un momento che ti fa scoprire che esiste qualcosa in grado di farti sempre sentire a casa. “Festa e lavoro, gioia e fatica” cantano sul palco all’aeroporto di Bresso. Così recita l’inno dell’incontro e così è stato vivere questi miei giorni da volontaria. Una festa della famiglia del mondo accorsa in questo luogo dopo aver percorso almeno due chilometri a piedi, sotto il sole caldo o di mattina presto, quando il sole non è ancora sorto. E anche il mio settore si riempie. Sento un brivido mentre dalle colline tutto intorno vedo arrivare un fiume di gente, non si distinguono più le singole persone, è come se fossero un’unica corrente attirata in una direzione. Le solite poche facce dei nostri incontri in parrocchia sembrano così lontane da qui, tutte le diversità di colore, lingua e opinioni politiche che ci separano sembrano essere rimaste fuori dai varchi di ingresso all’aeroporto. È domenica mattina e tutti i volontari sono impegnati nell’accoglienza ai pellegrini in arrivo. Basta un “buongiorno” per far sorridere una signora non più giovane che non ce la fa più, una caramella per far felice un bimbo che si chiede quando arriverà e potrà finalmente sedersi. In fondo non è un grande servizio, portare un po’ d’acqua o dei libretti per seguire la messa, prendersi per mano per deviare il flusso di persone, non ha mai ucciso nessuno, ma sulla strada di ritorno, dopo alcune ore, tanti di loro ci ringraziano, ci cantano “bravi bravissimi”. Ma grazie poi di cosa? Quel grazie dovremmo farcelo l’un l’altro perché è grazie a tutti che questa festa ci ha ridato la carica per i prossimi giorni, per tornare nelle nostre parrocchie e provare a far rivivere quello spirito di famiglia che lì si è così facilmente creato e mostrato. Torno a casa e mi rendo conto che per la prima volta non ho comprato nessun souvenir di questo mio viaggio. Eppure sono convinta che ricorderò comunque… Giulia Sarti
TOSCANA OGGI
II
LA SETTIMANA DI LIVORNO
10 giugno 2012
Veglia di PENTECOSTE
Don Ciotti alla Camera di Commercio incanta il pubblico, concludendo il ciclo di incontri in ricordo di don Giovanni Battista Quilici
I doni dello Spirito Santo
Il volto di Dio negli occhi del prossimo DI FABIO FIGARA
iamo ali alle strade» è stato il titolo caratterizzante la serie di incontri che si sono tenuti, nell’arco di un anno, in varie strutture civili e religiose livornesi in occasione del 220º anniversario della nascita del sacerdote livornese don Giovanni Battista Quilici. Il prelato, per il quale è in corso la causa di beatificazione, visse a cavallo tra XVIII e XIX secolo, impegnandosi particolarmente nel combattere la prostituzione minorile, nel confortare i carcerati e nel valutare l’emergenza educativa del suo tempo, fondando l’Istituto Santa Maria Maddalena e lottando con le istituzioni per dare voce ai poveri e agli emarginati, muovendosi in una realtà difficile e multietnica come era quella livornese del tempo. Gli incontri sono stati organizzati dal comitato regionale dell’Associazione Libera insieme a Ceic-Comunità, con gli Amici di Don Quilici e l’Istituto Santa Maria Maddalena, con il patrocinio della Diocesi, della Provincia, del Comune e della Camera di Commercio di Livorno. Presenti numerosi magistrati e varie personalità politiche e religiose non solo livornesi, tra cui Piergiorgio Kutufà, presidente della Provincia di Livorno, Gabriele Cantù, assessore alle politiche sociali del Comune di Livorno, don Andrea Bigalli e Damiana Bruno, presidenti rispettivamente dei comitati toscano e livornese di Libera, l’associazione nata nel 1995 con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie, promuovendo la legalità e la giustizia tramite il coordinamento di più di mille realtà tra associazioni, comitati, gruppi e scuole. Il presidente nazionale di Libera, don Luigi Ciotti, è stato invitato come ospite d’onore della serata. Giunto dalla Puglia con il servizio di scorta della Polizia, don Luigi è stato accolto dagli applausi di una sala gremita di persone di ogni età. «Don Giovanni Battista Quilici - spiega don Luigi - si interrogava su ciò che vedeva, sapeva leggere e cogliere gli eventi del proprio tempo. Si occupava dei poveri, dei carcerati, delle prostitute e dell’educazione dei bambini, che sono la colonna portante delle società di qualsiasi tempo. E Dio ci chiede di vivere il nostro
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cco alcune immagini della Veglia di Pentecoste diocesana preparata dalla consulta delle Aggregazioni laicali nella chiesa di S. Lucia. La veglia, che ha visto una bella partecipazione, era incentrata sui doni dello Spirito Santo ed è stata seguita dalla celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo.
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Don Quilici si interrogava su ciò che vedeva, sapeva leggere e cogliere gli eventi del proprio tempo. Dio ci chiede di vivere il nostro tempo, il presente, e di saperlo interpretare. Solo così possiamo essere profeti
tempo, il presente, e di saperlo interpretare. Solo così possiamo essere profeti». E la profezia, per don Ciotti, è proprio saper abitare il tempo in cui si vive, essere parte integrante e attiva di un sistema culturale e sociale, di cui dobbiamo cogliere i cambiamenti e affrontarli. I moderni sistemi di comunicazione ci permettono di avere a
portata di mano qualsiasi tipo di dato o di concetto, ma appare tutto così terribilmente «approssimativo e superficiale», le parole risultano «svuotate della loro profondità». Perché il vero peccato del mondo è l’attuale deriva culturale, il "sapere di seconda mano", un allontanamento graduale della società dai valori che hanno portato alla sua stessa
LE PAROLE DA RICORDARE Parliamone, spieghiamoci, vorrei conoscervi e conoscere i motivi che vi spingono ad ostacolare chi tenta di educare i vostri bambini alla legalità, al rispetto reciproco ai valori della cultura e dello studio. Don Pino Puglisi La mafia teme più la scuola che la Giustizia. Giudice Antonino Caponnetto Gli uomini passano, le idee restano. Ognuno deve continuare a fare la sua parte, piccola o grande che sia, per contribuire a creare in questa Palermo condizioni di vita più umane. Giudice Giovanni Falcone Non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma credibili. Magistrato Rosario Livatino Noi tutti avremmo vinto quando i senza volto, i senza nome, gli incerti del nome, i senza carta saranno riconosciuti nella loro capacità e nella loro ricchezza umana. Pietro Ingrao Non si può continuare così. La miseria, l’ignoranza, le famiglie non tengono più! Serve una risposta subito, anche parziale, un segno di speranza per questa città, il segno che qualcosa può cambiare! Don Giovanni Battista Quilici
fondazione, cioè la socializzazione e la scoperta dell’altro: la caduta dell’etica è la caduta di valori basilari quali l’incontro con l’altro, l’amore e la solidarietà, storpiati o dimenticati in favore dell’esaltazione dell’individualismo. E la crisi culturale ha portato inevitabilmente alla crisi economica che stiamo soffrendo, in cui operatori sconosciuti ma pur esistenti speculano sulle risorse mondiali. E molte parole importanti sono pronunciate per riempire la bocca: ad esempio ha senso la parola «pace», quando nel mondo abbiamo «trentacinque paesi in guerra», o «legalità», della quale molti ne parlano ma «farebbero bene a tacere, dato che la calpestano giorno dopo giorno»? Viviamo in un periodo pervaso da parole di offesa e di scontro, quando necessiteremmo piuttosto di parole di vita. «Vivere il tempo presente - continua il fondatore di Libera e del gruppo Abele - significa avere la consapevolezza che vada abitato insieme agli altri». Il profeta moderno, l’interprete culturale, a prescindere da qualunque estrazione sociale provenga, ha conoscenza della strada, è una persona che vuole «sporcarsi le mani» e incontrare il prossimo in difficoltà, vive nelle periferie, nelle fatiche, nei luoghi marginali. Dato che tutti siamo chiamati ad essere profeti del presente, ognuno di noi dovrebbe domandarsi giornalmente chi è il «prossimo» verso il quale esercitare la carità
cristiana, mettendo al centro l’originalità e l’irripetibilità della persona che necessita del nostro aiuto. Perché «mancare all’appuntamento con l’altro è mancare all’appuntamento con la vita» e «una società che si basa su relazioni deboli è preda della paura». E non dobbiamo guardare alla diversità come ad un deterrente, ma come al sale della società stessa. Il profeta moderno deve proprio occuparsi e denunciare le ingiustizie di qualsiasi tipo, a causa delle quali esistono le situazioni di degrado, anche se la sua voce rischia di perdersi in un mare di silenzi. È la carità che va di pari passo con il senso di giustizia più profondo, perché l’una e l’altra sono concetti indivisibili, ed il messaggio evangelico è chiaro: «beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati». E la giustizia del Regno di Dio inizia con la ricerca di quella terrena, tramite l’azione, tramite il «fare», proprio come ha operato don Quilici e come hanno fatto tanti come lui. Don Ciotti ricorda l’attacco di Giovanni Paolo II alla mafia, quel «Convertitevi!» espresso durante l’ultima visita pastorale del Santo Padre in Sicilia, che risuona ancora oggi con tutto il suo vigore, e ricorda anche esempi eroici di lotta al crimine organizzato come i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, come don Giuseppe Diana, ucciso nel 1994 dalla camorra a Casal di Principe, e come padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia nel 1993. Ma la denuncia non si deve fermare al solo sistema mafioso, inteso nelle sue varie ramificazioni sociali evidenti, ma deve andare oltre ed occuparsi anche di altri problemi: della corruzione dilagante, che costa ad ogni Italiano, secondo i dati della Banca d’Italia, circa mille euro l’anno; dello spreco del cibo, che ci fa gettare venticinque milioni di tonnellate di alimenti ogni anno; dello spreco del denaro pubblico, e molti altri ancora. "Ricordatevi - dice ancora, citando il magistrato Rosario Livatino - che non vi sarà chiesto se siete stati credenti, ma credibili!" D’altra parte l’insegnamento di Gesù è chiaro: condividere la sofferenza del nostro prossimo ed essere corresponsabili di quanto avviene nella società, cercando di riconoscere nell’altro l’immagine riflessa di Dio, è il primo passo verso la Resurrezione.
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
10 giugno 2012
Le parole del Ministro
La giornata cittadina PER LA PACE
«Integrazione»: una parola NUOVA
Il ministro Andrea Riccardi ha consegnato degli attestati di cittadinanza simbolica a 18 bambini e ragazzi stranieri nati sul territorio livornese
a Provincia di Livorno è stata teatro di un avvenimento particolare, quasi unico in Italia: la consegna degli attestati “simbolici” di cittadinanza a 18 bambini stranieri nati in città o nel territorio provinciale. La manifestazione è avvenuta nell’ambito della «Giornata cittadina per la pace» che la Comunità di S. Egidio, in accordo con le istituzioni locali, organizza già da alcuni anni in memoria del bombardamento che rase al suolo Livorno. Si è trattato di una cittadinanza “simbolica” perché non esiste ancora una Legge dello Stato che consenta allo straniero che nasce in Italia di diventare automaticamente cittadino italiano. È un gesto -ha detto l’assessore alla Qualità Sociale, Monica Mannucci- con il quale si vuole rafforzare il valore delle politiche di integrazione e coesione sociale. Sono 500 mila i giovani sotto i 18 anni che vivono in Italia, di questi duemila sono presenti nella nostra Provincia, ha aggiunto il presidente dell’Amministrazione Provinciale, Giorgio Kutufà. Sono ragazzi che sentono di appartenere alla nostra comunità ed è inaccettabile escluderli dalla nostra cittadinanza. Anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è di questo parere; bisogna perciò spingere il legislatore italiano a concedere la cittadinanza secondo lo jus loci (è cittadino chi nasce sul suolo italiano) come già succede negli Stati Uniti e in Francia, perché le leggi devono seguire l’evolversi dei tempi. Questa cerimonia vuole rappresentare “una svolta” e testimoniare che nel nostro paese siamo tutti uguali. La manifestazione alla quale ha partecipato anche un Ministro della Repubblica del Senegal, ha visto la presenza dei Sindaci o degli assessori al Sociale, di Livorno, Campiglia Marittima, Castagneto Carducci, Cecina, Collesalvetti, Piombino,
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Nel nostro paese siamo tutti uguali Rosignano Marittimo e Portoferraio. Campiglia Marittima ha avuto la presenza delle due bambine più piccole, una, proveniente dal Marocco di 8 mesi e una dall’Angola di 18 mesi. La cittadinanza è stata data ad una ragazza proveniente dalla Macedonia che ad ottobre compirà 18 anni, è stato un piacere per tutti i presenti in sala sentire la sua storia che si esprimeva nel più puro accento livornese. Così come un bambino di Portoferraio proveniente dall’Albania ha dichiarato: “Sono contento di vivere in Italia. Amo l’Italia e anche l’Albania dove sono nati i miei genitori”. Quali erano le nazionalità di origine dei genitori degli altri bambini? Il Senegal, il Sudan, la Bosnia, la Nigeria, il Perù, la Repubblica Dominicana e il Kurdistan. A questo punto è entrato in sala il Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione, Andrea Riccardi, che ha concesso la cittadinanza italiana a due cittadini stranieri che avevano seguito le procedure previste dalla Legge per poterla ottenere. Benvenuti! Ha detto il Ministro stringendo la mano ai due nuovi italiani. GLI INTERVENTI Monsignor Paolo Razzauti, Vicario episcopale per la città, ha ringraziato il Ministro per la sua opera di uomo di pace e di uomo capace di
portare la pace, lo ha ringraziato per il suo impegno profuso nell’integrazione e nella Cooperazione Internazionale. Don Paolo ha voluto anche sottolineare come “Livorno accogliente” è spesso venuta meno a questa attenzione che deve essere recuperata. Ogni persona deve avere gli stessi diritti e gli stessi doveri. Bisogna compiere l’integrazione di tutti coloro che sono considerati diversi, e ha concluso dicendo: “ci affidiamo a lei perché nella sua opera queste aspettative non siano più sogni ma certezze”. Il Presidente Kutufà ha sottolineato come le Leggi Livornine (1593) siano state un esempio felice di una società già da allora globalizzata. A Livorno non c’è mai stato un ghetto e la città è stata il faro di una
unità mondiale. Il mondo -ha terminatopuò crescere solo se può ritrovare una maggiore unità, aprendosi e integrandosi. La fiducia verso gli altri e la cooperazione devono caratterizzare le sfide dell’oggi del nostro paese. Anche il Vescovo,monsignor Giusti è intervenuto sul tema dell’integrazione e della cooperazione, mentre il sindaco Cosimi ha ricordato l’importanza per per le persone che vivono in un paese di partecipare alla vita politica e sociale di quel territorio. LA MARCIA DELLA PACE In Piazza del Municipio italiani e stranieri hanno dato inizio alla Marcia della Pace, organizzata dalla Comunità di S. Egidio alla quale ha partecipato anche il Ministro Riccardi che ha ricordato come “una città che perde la memoria perda anche il futuro; ricordare il dolore di ieri vuol dire sperare nella pace di domani”. La Marcia si è snodata per le vie del centro
e in Piazza Cavour sono state lette alcune testimonianze: Angelo che ad Aulla aveva subito l’alluvione del 2011 ha ricordato la preghiera recitata insieme, il 29 dicembre, con la Comunità di S. Egidio, “che ha fatto capire che niente era finito!”, Aulla poteva essere ricostruita grazie alla solidarietà. Il giovane senegalese Mamadou ha detto che la Comunità gli ha dato molto forza per credere in un mondo migliore “in cui è possibile vivere insieme ed ha recitato un proverbio africano: chi vuol fare qualcosa trova una strada, gli altri una scusa”. La manifestazione si è conclusa sugli Scali d’Azeglio con l’omaggio floreale alla targa posta sul rifugio in ricordo delle vittime del bombardamento del 1944, molte delle quali non hanno ancora un nome. Qui Anna, un’insegnate, ha detto: “Proprio nella crisi possiamo far emergere le energie migliori e metterle al servizio del futuro. Un futuro in cui saremo insieme, come siamo oggi, un futuro che dobbiamo tutti volere liberato dalla violenza e dalla guerra...”. Dopo cena in Piazza XX settembre, bambini e ragazzi, italiani e stranieri, hanno dato vita con canti e balli alla Festa sul tema “Viva la Pace”. Gianni Giovangiacomo
l Ministro Riccardi, sottolineando l’eIpace, vento della Giornata cittadina per la ha ricordato il bombardamento di Livorno del maggio 1944, pensiamo -ha detto- alle case distrutte, alle vittime, agli uomini e donne che dall’abisso hanno ricostruito la città, bisogna rivolgere “un doveroso omaggio a quella generazione”. La situazione odierna -ha continuato- è molto difficile ma migliore rispetto a quegli anni. Oggi i sacrifici devono essere ripartiti con equità, abbiamo una grandissima speranza perché abbiamo evitato l’abisso di una crisi in cui stavamo precipitando. Dobbiamo avere il coraggio che la ripresa economica si possa coniugare con una società più coesa. La storia di Livorno -ha detto ancora il Ministro- “è unica in Italia”, come città multietnica ha visto l’insediamento di una importante comunità ebraica, dal Rabbino Benamozegh al Rabbino Elio Toaf. Ha ricordato l’amicizia del padre di Toaf con il Vescovo di Livorno monsignor Piccioni, e la loro competizione nel comprare i libri antichi. Riguardo al concetto di integrazione, Andrea Riccardi, ha detto che la parola vuole significare qualcosa di nuovo e non si deve interpretare come sola emergenza anche se le strutture di accoglienza dell’Isola di Lampedusa devono essere riattivate. Ma come integrare? Siamo in una crisi sistemica ma c’è spazio per il lavoro degli stranieri e per la cooperazione internazionale. Non bisogna seguire il “si salvi chi può”, perché come dice Bauman, la solidarietà ha ancora un futuro e “se non ci sarà integrazione no ci sarà ripresa” Bisogna creare una cultura fiduciosa nell’integrazione, una cultura “del porto” e del contatto con gli altri, dello scambio, quindi un aprirsi, perché difendersi a chiudersi è un concetto a-storico. Bisogna vivere con gli altri, il porto è l’antesignano di una cultura globale. Integrarsi ed aprirsi è un modo di vivere la globalizzazione, dunque la risposta che si deve dare è la logica “del porto” e non quella “del muro”, quindi “tutti differenti e tutti parenti”. In un momento di crisi non dobbiamo dimenticarci “di lavorare sull’umano”. L’umanesimo italiano racchiude una identità di valori e di esperienze umane, “è l’umanesimo la nostra grande ricchezza”. La civiltà di domani sarà una civiltà del convivere che richiede anche il rispetto delle regole, perciò è decisivo coltivare l’arte del vivere con gli altri nel rispetto delle regole. Ho sentito -ha continuato il Ministroche Livorno non ha mai avuto un ghetto, cioè un quartiere chiuso, dei diversi, il vivere con gli altri riguarda oggi gli immigrati, sono contento di questa solennità in cui è stata data la cittadinanza agli immigrati e sono grato al Presidente Napolitano che ci ha ridato il gusto di essere italiani e della nostra storia. L’orgoglio è una identità condivisa, è una risposta a quel declino di cui è malata la nostra Europa. Il senso della nostra identità è un atto che dobbiamo ai nostri figli e alle generazioni del domani. Il Ministro ha terminato dicendo che negli ultimi dieci anni il numero degli immigrati si è triplicato e l’8% sono i minori scolarizzati, non si tratta di una invasione perché ci sono vantaggi reciproci, gli immigrati sostengono il sistema pensionistico e aumentano il PIL, quindi stranieri e italiani lavorano insieme per la ripresa. Accogliendo una proposta del Sindaco Cosimi, Riccardi ha detto che i ragazzi stranieri che studiano devono essere riconosciuti come italiani, non più cittadini per vincoli di sangue o per nascita, ma secondo uno “jus culturae”, una decisione di questo genere spetta però al Parlamento. Gi.Gi.
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TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
10 giugno 2012
Agenda del VESCOVO
VENERDÌ 8 GIUGNO Nella mattina udienze laici in vescovado 18.00 S.Messa ed incontro con i volontari ACOS (Associazione cattolica operatori sanitari) a Quercianella SABATO 9 GIUGNO A Camaiore, consiglio dei Vescovi allo STI 18.00 S. Messa e cresime alla chiesa di S.M. del Soccorso DOMENICA 10 GIUGNO 10.30 S. Messa e processione del SS. Corpo e Sangue di Cristo a Castell’Anselmo 18.00 S. Messa e processione del SS. Corpo e Sangue di Cristo dalla chiesa di S. M.del Soccorso fino alla cattedrale Da lunedì 11 Giugno a giovedì 14 Giugno il Vescovo partecipa all’assemblea itinerante della CET in Puglia VENERDÌ 15 GIUGNO 9.30 ritiro spirituale del clero con padre Sorge in vescovado 17.00 Giornata delle comunicazioni sociali, S. Messa per gli operatori della comunicazione in vescovado (vedi locandina pag.8) 18.00 “A viva voce” con padre Sorge in vescovado (vedi locandina pag.8) SABATO 16 GIUGNO 8.00 pellegrinaggio mensile diocesano a Montenero, conclusione della visita pastorale al I vicariato, e benedizione dei fidanzati 10.00 inaugurazione della sezione di Livorno dell’Ordine dei Cavalieri di Malta a Montenero 11.00 in vescovado, consulta di pastorale familiare 18.00 S. Messa in ricordo di Maria Bagnasco, moglie del dott. Alberto Rossi alla chiesa di N.S. di Fatima DOMENICA 17 GIUGNO 11.00 S. Messa per gli immigrati alla chiesa di SS. Pietro e Paolo
Libri da LEGGERE
Diocesi informa BREVI DALLA DIOCESI
Associazione ideaLi VENERDÌ 8 GIUGNO ALLE 17.00 Alla Sala Capraia della Camera di Commercio di Livorno incontro pubblico dal titolo “Web, Social network e Comunicazione politica”; relatori della serata il prof.Adriano Fabris, Prof. Filosofia Morale e Dir. del Master in Comunicazione pubblica e politica all’Università di Pisa, e Dino Amenduni, giovane giornalista e noto blogger de “Il Fatto Quotidiano”.
SAE e Ce. Do.MEI SABATO 9 GIUGNO ALLE 16.00 Presso la chiesa valdese, seminario ecumenico dal titolo “L’apostolicità della chiesa e i ministeri”; relatori prof. Maria Enrica Senesi, pastore Klaus Langenek, don Piotr Kownacki. Al termine dell’incontro agape conclusiva
Incontro Diaconi SABATO 16 GIUGNO ALLE 16.30 Nella sala Fagioli del vescovado incontro dei diaconi con don Severino Dianich dal titolo “La diaconia di Gesù nella diversità dei ministeri”, a seguire cena.
Pio Alberto Del Corona GIOVEDÌ 21 GIUGNO ALLE 17.30 Primo Centenario della morte (1912-2012) del Servo di Dio Mons. Pio Alberto Del Corona O.P., Vescovo di San Miniato, Arcivescovo di Sardica, Fondatore delle Suore Domenicane dello Spirito Santo. Presso la cappella del Convento (via Bolognese, 111, Firenze) Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo di Firenze, S. Em. R. Card. Giuseppe Betori. A conclusione verrà offerto un ristoro fraterno
Le proposte di PHARUS VIAGGI
Pellegrinaggio a Lourdes DAL 4 AL 7 SETTEMBRE
di Mo.C.
euro 35,00 per persona Supplementi: camera singola euro 35,00 a notte
Volo con partenza da Pisa Calò G. – Prima di andare via…..La mediazione familiare come risorsa- Ed. Paoline, pp. 185, euro 13,00 In questi ultimi anni, si è fatta strada una nuova figura accanto a quelle più tradizionali, a sostegno delle famiglie: il mediatore familiare. L’autrice, Giuseppa Calò che svolge questa professione, mette a sua disposizione la propria esperienza per coloro che vivono momenti di crisi all’interno della famiglia con situazioni di conflittualità, talvolta insanabili. Infatti, l’entrata in scena di questa nuova figura, ha apportato cambiamenti positivi in quanto proprio per la funzione che ricopre, è capace di penetrare alcuni aspetti e le problematiche emergenti nella vita di coppia e dei possibili benefici derivanti dal percorso di mediazione. Essa, partendo dal dato esperienziale, accompagnato dalla conoscenza tecnica delle diverse problematiche, rielabora contesti e interventi al fine di fare chiarezza su cause e prospettive, con l’intento di non proporre soluzioni pronte da applicare ai vari contesti reali, bensì di valorizzare al massimo gli spazi comunicativi all’interno della coppia in difficoltà, con una particolare attenzione alla dimensione emotiva del conflitto unite agli aspetti significativi del vissuto umano.
4 Settembre: ITALIA - LOURDES: Ritrovo all’aeroporto e partenza per Lourdes. Arrivo e trasferimento all’albergo. sistemazione. Apertura del Pellegrinaggio e saluto alla Grotta. Partecipazione alle celebrazioni religiose. Cena e pernottamento. 5 e 6 Settembre: Permanenza a Lourdes Trattamento di pensione completa in albergo. Giornata dedicata alla partecipazione alle celebrazioni religiose ed alla visita dei luoghi di Santa Bernardetta. 7 Settembre: LOURDES - ITALIA. Colazione. Trasferimento in pullman all’aeroporto e partenza per il rientro. Quota di partecipazione: euro 630,00 per persona Quota individuale gestione pratica:
La quota comprende: Passaggio aereo in classe turistica Italia / Lourdes / Italia con voli noleggiati - Tasse d’imbarco - Trasferimento da e per l’aeroporto di Lourdes in pullman - Alloggio in alberghi di 3 stelle in camere a due letti con bagno o doccia - Pensione completa in base all’orario dei voli (6 pasti per 4 giorni) - Assistenza sanitaria, assicurazione bagaglio e annullamento viaggio Europ Assistance. La quota non comprende: Bevande / Mance/ Ingressi/ Extra Personali /tutto ciò non specificato in "la quota comprende". INFO: segnaliamo che il costo del carburante incide per il 20% sul prezzo della quota base di partecipazione. Esso è calcolato utilizzando il valore di 800 USD/tonnellata metrica al cambio di 1 euro = 1,35 USD
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MONSIGNOR GUANO tra i protagonisti del Concilio I LAVORI DEL CONCILIO PRIMO PERIODO 11 OTTOBRE 1962-8 DICEMBRE 1962 l Concilio venne ufficialmente convocato in data: 11 ottobre 1962. Il lavoro delle commissioni preparatorie portò ad un numero considerevole di schemi, che dovettero poi essere in parte ridotti. Si manifestavano fin dall’inizio nelle opinioni dei partecipanti due tendenze una conservatrice ed una progressista. Alla seduta inaugurale presero parte 2540 padri conciliari, quasi i cinque sesti dell’episcopato mondiale. Vennero create le commissioni conciliari, composte da 16 membri eletti dalla base e di 8 nominati dal Papa; in più vi erano gli esperti. Per la prima volta furono invitati al Concilio degli osservatori laici cristiani non cattolici. Furono ventitré le donne presenti al Concilio Vaticano II, laiche e religiose, e con un ruolo tutt’altro che simbolico. Fra loro, una sola italiana: Alda Miceli, come unica rappresentante degli istituti secolari: era membro delle Missionarie della Regalità di Cristo. Le laiche uditrici furono scelte non per rappresentanza, ma per le loro qualifiche e il loro ruolo: «erano battagliere, altro che santini», rimarca Cettina Militello, rilevando che «avevano appartenenze ecclesiali e personalità molto diverse fra loro, come emerge dal loro impegno precedente e successivo nella Chiesa, rappresentarono una indubbia ricchezza durante i lavori. Anche se non potevano intervenire nella seduta plenaria, infatti, diedero un ricco contributo nelle commissioni: hanno partecipato, ad esempio, alla stesura della Gaudium et spes». I lavori del Concilio si svolsero in quattro sessioni fino al 8 dicembre 1965.
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IL CONCILIO E DON EMILIO GUANO Il 31 maggio 1962 Papa Giovanni XXIII nominò vescovo il teologo don Emilio Guano destinandolo a Livorno. Il Vescovo di Livorno, mons. Andrea Pangrazio era stato nominato infatti Arcivescovo di Gorizia, e Livorno era sede vacante. La sua nomina inserì mons. Guano, di diritto, tra i padri conciliari, e poté così, far parte, dei lavori del Concilio come esperto. Il Concilio è l’evento nel quale il vescovo di Livorno manifestò compiutamente il proprio valore di teologo. Nel 1962 fu nominato dal Papa membro della Commissione per lo schema dell’apostolato dei Laici. Il suo pensiero dall’idea di cristianità, in grado di segnare il cammino
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«Le laiche uditrici furono scelte non per rappresentanza, ma per le loro qualifiche e il loro ruolo(...) molto diverse fra loro, come emerge dal loro impegno precedente e successivo nella Chiesa, rappresentarono una indubbia ricchezza durante i lavori. Anche se non potevano intervenire nella seduta plenaria, infatti, diedero un ricco contributo nelle commissioni: hanno partecipato, ad esempio, alla stesura della Gaudium et spes» A proposito del Concilio mons. Guano affermava: Con il Concilio Vaticano II si pone le basi per "una Chiesa della carità". La Chiesa è, necessariamente, la Chiesa della carità. Tutta insieme la comunità cristiana è impegnata nella carità. Tutti insieme i cristiani collaborano alla carità della Chiesa. Io avrei un grande desiderio: che la quaresima e la Pasqua di ogni anno avessero nella diocesi quest’impronta di carità; che ci fosse un risveglio, un’ondata di carità, carità dei singoli, carità delle parrocchie, e delle varie comunità, della diocesi. (Vedi "Ti interessa Dio?" - Lettere del Vescovo ai livornesi 19621970)
dell’uomo nella modernità, passò ad una concezione di società ispirata al vangelo in dialogo con il mondo contemporaneo. In Concili Guano svolse un prezioso ruolo di raccordo tra gli esponenti dell’episcopato italiano più attenti ad una visione di Chiesa aperta ai segni dei tempi.
mesi. Lo fece con i suoi scritti compensando con la presenza epistolare l’assenza forzata. Basti qui ricordare, oltre alle sue pastorali, le sue lettere ai livornesi raccolte poi nel libro Ti interessa Dio? Alle esigenze della Chiesa locale egli rispose con gli strumenti del biblista: dialogo, incontro, ascolto e parola. Egli
Nel 1963 il nostro Vescovo, oltre a far parte del gruppo che preparò i testi per la costituzione Gaudium et spes, fu nominato assessore per gli uditori sia laici che religiosi e membro del Consiglio per la riforma Liturgica. Svolse un ruolo importante nella definizione di documenti conciliari come la Dei Verbum e la Lumen Gentium e nel dialogo ecumenico. Nel 1966 fu membro della Commissione post conciliare per l’apostolato dei laici. Partecipò alle tre prime sessioni del Concilio. La malattia gli impedì di partecipare all’ultima. Mons. Guano fu molto amato dalla sua Comunità livornese, e cercò di tradurre nella pastorale ordinaria i dettati conciliari, illustrandoli alla sua Chiesa attraverso lettere e relazioni. Lo fece nonostante la malattia che lo ha tenuto lontano da Livorno per lunghi
trasferì nella sua carica il metodo educativo e pastorale già sperimentato nell’associazionismo cattolico. Amò il suo popolo,continuando a coltivare legami ed affetti con tanti laici, che lo avevano avuto come maestro negli anni della loro formazione.
INIZIO DEL CONCILIO L’allocuzione iniziale di Giovanni XXIII, la Gaudet Mater Ecclesia segnò il punto culminante della cerimonia d’apertura. In essa il Papa ricordava i Concili passati segno della vitalità della Chiesa, della sua ricchezza di tradizioni (orientale ed occidentale) e della continuità del magistero; confutava la visione pessimistica dei «profeti di sventura» che vedono nel presente un male da cui difendersi e guardano con nostalgia al passato e affermava che scopo del Concilio sarebbe stato quello di proporre, in forma adatta agli uomini del nostro tempo, la dottrina e la tradizione cristiana. In altri termini il contenuto della fede, che è e resta immutabile, doveva essere esposto in modo moderno all’uomo di oggi; infine il pontefice ricordava che eventuali condanne di errori dovevano essere fatte in modo positivo. Gli schemi inizialmente trattati tra novembre e dicembre furono: la Liturgia, le Fonti della rivelazione, la Chiesa, le Comunicazioni sociali e le Chiese orientali, ma non ottennero l’approvazione dell’assemblea. a cura di Maria Luisa Fogolari, direttrice archivio storico diocesano
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LA STORIA DEL CONCILIO VATICANO II/2.
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Il saluto alle Sorelle Francescane del Vangelo
GRAZIE E A... DIO!
A Roma per il concorso studentesco
Movimento per la VITA
La sfida più importante per il futuro: un «sì» pieno e deciso alla VITA igliaia di studenti, provenienti da tutte le parti d’Italia, si sono ritrovati a Roma. Il «popolo della vita», formato da aderenti al Movimento per la Vita italiano, si è riunito nell’Aula Paolo VI in Vaticano, con l’intento di prendere parte ad una manifestazione organizzata in occasione di una data particolare: il XXXVI anniversario della legge 194 del 1978 (da ricordare non certo con spirito di rassegnazione) per il lancio dell’iniziativa «uno di noi» (una Comunione e petizione europea a Liberazione. Poi ancora difesa dei nascituri); per Lucio Romano la premiazione del XXV presidente di Concorso scolastico Scienza&Vita, Giovanni europeo ed, infine, per Stirati membro del la vigilia della sentenza cammino della Consulta sulla neocatecumenale, «legge 40». Salvatore Martinez In poche ore si è dato presidente di Rinnovavita «ad una festa vera», mento nello Spirito, come l’ha definita Luigi Borgiani l’onorevole segretario Carlo Casini, generale eurodeputato, dell’Azione Tra le Presidente del Cattolica, Eli iniziative Movimento Folonari del anche per la Vita Movimento italiano, nel dei Focolari, la petizione presentare il Francesco europea programma Belletti della presidente a difesa mattinata. Forum dei nascituri del Iniziativa a cui associazioni hanno aderito familiari, molte realtà ecclesiali e Padre Stefano Maria non, lo stesso sindaco Manelli fondatore dei di Roma Gianni Francescani Alemanno e tanti altri dell’Immacolata. Infine illustri ospiti tra cui il cardinale Ennio Andrea Olivero Antonelli, presidente presidente delle ACLI, del Pontificio Consiglio Luca Pezzi di per la famiglia, è
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i è giunta pochi giorni fa una M telefonata era Sorella Pia che mi diceva: Se vuoi venirci a salutare vieni perché noi partiamo il 30! Un tuffo al cuore, allora è proprio deciso: le sorelle vanno via da Antignano e da Livorno. Una parentesi non troppo lunga la loro in Diocesi, una parentesi che speriamo si riapra al più presto. Mi sento, come presbitero della Diocesi di Livorno di ringraziarle per la loro presenza e soprattutto per la loro preghiera, io le ho sentite sempre vicine tutte quante. Eh sì, perché non facevamo a tempo a conoscerne una, che subito cambiava, ma questo non impediva di rimanere in contatto spirituale con ognuna di loro, che nella diversità portano sempre avanti un’unica missione «evangelizzare» e stare vicine ai preti, con uno stile francescano vero, quello che nulla ho e nulla mi appartiene, solo Cristo è il centro della loro vita. Le ho
intervenuto con un breve ed entusiastico discorso a conclusione della mattinata. Ogni invitato si è adoperato per fornire spunti di riflessione e dare il proprio incoraggiamento. La mattinata è stata animata dalle voci delle “Verdi Note” dell’Antoniano e dalle coreografie dei ragazzi della comunità di “Nomadelfia”. Inoltre,
un importante incoraggiamento è giunto da S.S. Benedetto XVI (in collegamento dalla vicina Piazza S. Pietro) che, dopo un saluto, così ci ha spronato: «Vi incoraggio e vi esorto ad essere sempre testimoni e costruttori della cultura della vita». Tra le tante bandiere del Movimento per la Vita che sventolavano nell’entusiasmo
A Montenero l’ultimo incontro di quest’anno dell’Apostolato della Preghiera
Benedette le persone che pregano conosciute quando ero in seminario e con loro ho condiviso vari impegni diocesani, come non ricordare la loro iniziativa del Pellegrinaggio Diocesano dei Bambini a Montenero, che quest’anno ha raggiunto quota 9. Come non ricordare la loro presenza nell’Ufficio Catechistico Diocesano… e tante altre avventure, anche in Pastorale Giovanile. Tutto questo, per dire loro il mio grazie e per dirlo anche a nome di tutti coloro che le hanno incontrate, grazie per la testimonianza, grazie per la gioia che hanno profuso, la gioia di quel Cristo autentico e non falsificato dal mondo. Ora se ne vanno, nuove opere di evangelizzazione le aspettano… ma speriamo che Livorno rimanga nel loro cuore sempre, certamente non lo potranno dimenticare, una livornese è nella loro "squadra"! Grazie Sorelle e a… Dio, che non è, non ci rivedremo più, ma è un affidarvi a Dio, il Padre che vi ha chiamato qui e in quest’ora del Getsemani, vi chiede e ci chiede di fidarci di Lui per vivere la nostra vocazione cristiana: annunciare l’Evangelo di Cristo Risorto! Abbiamo celebrato la Pentecoste, lo Spirito soffia dove vuole e non sai da dove viene e dove va, voi siete sulle ali di questo Spirito che ha soffiato per un po’ di tempo qui tra noi, e ora vi conduce per nuove missioni. Grazie Sorelle ci mancherete! Don Fabio Menicagli, presbitero della Chiesa che è in Livorno
generale, si notavano anche striscioni e bandiere dei rappresentanti dell’Istituto MorvilloFalcone di Brindisi, i cui studenti sono stati vittime di un recente attentato. Un breve pensiero è andato anche alle vittime delle scosse di terremoto nel nord d’Italia. Ciò significa testimoniare, dire il proprio «sì alla vita», sia nella tranquillità che in mezzo alle difficoltà. E le parole del presidente Casini forniscono un motivo più che valido per fare questo: egli infatti ha ricordato che «In un momento in cui il progetto di unità europea barcolla sotto i colpi della crisi economica, l’iniziativa del Movimento per la Vita richiama il valore della vita umana come energia capace di superare la crisi e costruire un vero e proprio popolo europeo». Tenendo questo presente risulta molto chiaro il modo di dar vita ad un’Europa davvero unita. Roberta Cammarucci già vincitrice del premio Per saperne di più sulla petizione per i nascituri: http://www.avvenire.it/ Vita/Pagine/petizioneuno-di-noi.aspx
NOVITÀ’ AL SERRA CLUB
EMANUELE TATTANELLI È IL NUOVO PRESIDENTE
on il Pellegrinaggio al Santuario di C Montenero si è concluso l’anno sociale dell’Associazione dell’Aposto-
Serra Club ha eletto Iillnell’ultima assemblea dei soci nuovo consiglio direttivo per
lato della Preghiera di Livorno. L’Associazione durante l’anno si è radunata ogni ultimo lunedì del mese da settembre a maggio alla Chiesa del Sacro Cuore di Livorno e nei mesi di novembre e di marzo che sono i “tempi Forti” liturgici, ha effettuato i ritiri spirituali alla chiesa della S. Seton. In questa occasione di chiusura dell’anno, si sono unite le altre Associazioni dell’AdP presenti nella Regione Toscana I che numerose si sono ritrovate ai piedi di Maria per pregare e ringraziare il Signore per i doni da Lui elargiti. Durante la Messa concelebrata da cinque sacerdoti responsabili dei gruppi di preghiera di Prato, San Miniato, S. Maria a Monte, Pescia e Isola d’Elba, è stato ricordata una grande figura di sacerdote: padre Giorgio Bettà, milanese, il quale, rifacendosi alla spiritualità di S. Ignazio da Loyola, orientava i fedeli a fare della propria vita un dono consacrato a Dio. È quanto mai necessario ancora oggi essere persone consacrate a Dio e oranti come Maria la quale ci ha insegnato come fare la volontà di Dio. Purtroppo siamo molto attaccati ai nostri disegni e alle nostre logiche quotidiane, ma la nostra salvezza si realizza perché Dio, nonostante tutto rende santa la nostra logica. Monsignor Giusti, impossibilitato a presenziare ha voluto far pervenire il proprio messaggio nel quale ha ricordato come la preghiera sia necessaria per salvarci e soprattutto per giungere alla perfezione. Essa ci ottiene la grazia di Dio e ci dispone ad accoglierla, alimenta in noi una mentalità di fede e ci aiuta a discernere la
l’anno sociale 2012-2013. La presidenza del club sarà assunta dal dr.Emanuele Tattanelli, medico, specialista in chirurgia generale a Pisa con il prof. Mario Selli. Svolge la libera professione come medico di base, e dal 1978 al 2000 è stato chirurgo presso la casa di cura Villa Tirrena. Sposato, con cinque figli, è stato iscritto all’associazione Scout Cattolici con vari incarichi a livello regionale. Fa parte del movimento medici cattolici. Tattanelli subentrerà a Marco Creatini attualmente in carica. Il cambio delle consegne si svolgerà lunedì 18 Giugno al ristorante "La Barcarola" con la presenza del Vescovo e delle autorità cittadine. Gli altri membri del consiglio direttivo sono: VICE PRESIDENTE PROGRAMMI, Alessandro Bassi Luciani VICE PRESIDENTE VOCAZIONI, Romano Pellicciarini VICE PRESIDENTE COMUNICAZIONI,Luca Mastrosimone VICE PRESIDENTE ESTENSIONI,Donato Lo Ré SEGRETARIO,Daniela Musumeci TESORIERE,Piergiacomo Doni CONSIGLIERI,Verina Spiriti Novelli, Luca Baroncelli, Paola Bertin
volontà di Dio; il cristiano dalla preghiera riceve energia per ogni suo impegno: «siano benedette le persone che pregano e che pregano anche per chi non prega». A conclusione della giornata si sono date appuntamento per il Convegno Regionale di Ottobre che in occasione dell’Anno della fede sarà a Livorno e vedrà la presenza del Direttore Nazionale dell’AdP padre Tommaso Guadagno. Nella foto i celebranti: da sinistra: don Ciro, Pescia; don Giampaolo, Prato; don Marco, S. Miniato, don Marco di Prato e don Fausto dell’Isola d’Elba.
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LA SETTIMANA DI LIVORNO
Alla parrocchia della SACRA FAMIGLIA
10 giugno 2012
Un ORATORIO speciale
Nella foto a lato, alcuni ragazzi dell’oratorio Al centro, gli animatori, Emanuela, Luca, Elena, Suor Pasqualina e don Piotr In basso, don Piotr con alcuni ragazzi
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L’incontro delle Acli con gli assessori comunali
RIGENERARE COMUNITÀ l Consiglio Provinciale delle Acli si è IComune riunito per incontrare gli assessori al di Livorno, Nebbiai per il Bi-
volte basta solo girare l’angolo di una strada per incontrare un mondo diverso da quello che siamo abituati a vedere; spesso poi i nostri occhi guardano soltanto ciò che vogliono. Il quartiere di Shangay ne è l’esempio, troppo spesso ai margini della nostra città è considerato un territorio particolare ma che in realtà è ricco di frutti e potenzialità forse maggiori rispetto a quelle che pensiamo. È qui che la parrocchia della Sacra Famiglia, opera ogni giorno andando incontro alle persone, dai più piccoli ai più anziani, dando loro conforto e sostegno. Il giovedì in particolare è un giorno speciale per il quartiere: è il giorno dell’oratorio! Circa quaranta tra bambini e ragazzi prendono possesso dei campetti messi a disposizione da Fabrizio, dietro la chiesa della Sacra Famiglia per giocare e trascorrere un paio d’ore tutti insieme, dalle 16.30 alle 18.30. Al mio arrivo vengo accolta da don Piotr e suor Pasqualina, entusiasti di mostrarmi il piccolo ma enorme lavoro che in questo ultimo anno hanno fatto con i ragazzi. Una frase mi cita subito il sacerdote: Andate dunque sui crocicchi delle strade e chiamate alle nozze quanti troverete.E quei servitori, usciti per le strade, radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni; e la sala delle nozze fu ripiena di commensali. (Mt 22, 9) «Quando è nato il nostro oratorio- ci spiega don Piotrpensavamo a queste parole di Gesù; pensavamo ai ragazzi che trascorrono la maggior parte della loro vita per strada, a quelli senza battesimo, ai ragazzi i cui genitori non credono e da generazioni non hanno nessun contatto con la Chiesa, ai ragazzi che sono “diversi” dai loro coetanei che abitano nelle zone benestanti della città; pensavamo ai ragazzi che chiamano loro stessi “figli di nessuno"». Una sfida quella di don Piotr e suor Pasqualina che è iniziata lo scorso autunno con la speranza di iniziare a
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A Shangay si accolgono bambini e ragazzi anche di religioni diverse per imparare a giocare stando insieme
dialogare con chi è lontano dalla Chiesa per fargli incontrare Gesù Cristo. Così, dopo aver tappezzato il quartiere di cartelloni (rigorosamente fatti a mano) per invitare i ragazzi all’oratorio, è iniziata l’avventura. Elena, una delle animatrici dell’oratorio, insieme a Emanuela, Luca, Rosanna (e
naturalmente Suor Pasqualina e don Piotr), ci racconta, «non credevamo che arrivassero così tanti ragazzi, ne siamo rimasti molto stupiti….piacevolmente stupiti!» «La cosa forse più difficile forse- continua Emanuela- è stata instaurare con loro una sorta di confidenza; inizialmente ti guardano con
diffidenza poi pian piano si accorgono che sei lì per loro e diventi un punto di riferimento molto importante», «tant’è cheaggiunge suor Pasqualina- un giorno è capitato di non poter aprire l’oratorio ma i ragazzi erano comunque fuori ad aspettare». «Durante la settimana ci capita di incontrarli per la strada, in piazza e loro ci tengono a far sapere che giovedì saranno presenti, sicuramente ,magari anche con la pioggia e con la neve, come è successo quest’inverno!» Mentre gli animatori parlano, osservo con quanta voglia e genuinità i ragazzi stanno insieme, magari sfottendosi un po’ ed arrabbiandosi per un goal mancato ma sempre con il sorriso sulle labbra; c’è chi come le ragazze non ama molto il calcio e per questo, in particolar modo durante l’inverno vengono realizzati dei laboratori magari di cucito, di disegno, «spesso comprare un fiocco per i capelli non è cosa semplice – ci confida Elena – ed ecco che mi piace insegnare loro che con poco possono realizzarlo per conto proprio…e con maggiore soddisfazione!». «Ai ragazzi piace essere coinvolti nei lavori manuali, essere attivi nel far qualcosa e
per questo insieme cerchiamo di capire che cosa piacerebbe loro fare, se imparare a suonare uno strumento, oppure disegnare o qualsiasi altra cosa». Il lavoro però è molto lungo e l’impegno è molto grande « siamo partiti cercando di insegnare ai ragazzi il rispetto, il saluto e a non dire parolaccecontinua suor Pasqualinaeducandoli all’ascolto reciproco, a stare insieme e a giocare». «Il nostro, è un oratorio interreligioso – ci spiega don Piotr – ci sono bambini di diverse religioni, rumeni, macedoni, che convivono insieme così come nel quartiere e crescono insieme». «Questo nostro oratorio –continua don Piotr- vuole essere come un ponte che, partendo da ciò che è sacro, si lancia verso quella realtà così lontana da ogni tipo di religiosità. Inizia così qui, nelle vicinanze della chiesa di Shangay, un incontro con Cristo vivente: magari all’inizio con una semplice preghiera che alcuni ragazzi, all’età di 15 anni, sentono per la prima volta nella loro vita. Non deve stupire nessuno o scandalizzare quest’immagine di oratorio: un po’ diverso da quello che conosciamo tutti; ma qui davvero oggi abbiamo dei ragazzi che finora hanno sempre sentito parlare solo male della Chiesa e ai quali tutti hanno sconsigliato loro di accedere ai sacramenti, compresi i genitori. Per questo siamo andati noi direttamente a cercare i nostri ragazzi nel quartiere, offrendogli accoglienza e tempo a disposizione, così che loro stessi potessero sperimentare il significato profondo di Chiesa, anzitutto abbandonando i loro pregiudizi e poi facendosi una propria opinione autentica, vissuta, su ciò che significa Chiesa, sui sacramenti, ed essere così accompagnati verso l’incontro con Gesù». L’esperimento oratorio è partito e non si fermerà, parola di don Piotr! Martina Bongini
lancio e Cantù per il Sociale. Il motivo della riunione -ha detto il Presidente delle Acli, Antonio Melani- è quello di compiere una “riflessione collettiva” sul momento, veramente grave, che sta attraversando il paese e la nostra città. Si può notare -ha aggiunto- un risveglio della presenza cattolica in politica a partire da Todi in poi, le Acli hanno impostato il loro Congresso nazionale sul tema del “rigenerare comunità” basandosi su quei valori, morali e sociali, che si sono perduti in questi ultimi anni, e cercando di recuperare il senso vero della politica. Purtroppo ci troviamo di fronte a tecnici che hanno agito bene nel superare la crisi, ma che stentano a capire le conseguenze sociali dei loro provvedimenti. Lo sviluppo non c’è e c’è poca equità, si cerca di superare tutto con quella “patrimoniale dei poveri che è l’IMU”.«Siamo disponibili -ha terminato il presidente- ad un “nuovo patto sociale”, a compiere, insieme agli assessori, una ricognizione delle necessità e delle risorse, e ci dichiariamo disponibili ad una solidarietà attiva». L’assessore Valter Nebbiai ha fatto subito presente che i bilanci sono conseguenza di un meccanismo di governo non in linea con la BCE. Oggi i veri valori sono messi in discussione, non è affatto facile proporre valori basati sull’onestà e sulla moralità, è poi inutile sottacere che c’è stata una sconfitta della politica a favore dell’economia. I Comuni devono seguire la politica economica del Governo Monti che con la manovra da 22 miliardi ha mostrato che le cose stanno cambiando per abbattere il “debito pubblico vorticoso degli ultimi tre anni”. L’IMU è perciò una imposta certa che i Comuni sono “costretti ad incassare” per conto dello Stato. Livorno avrà 17 milioni di euro in meno rispetto all’anno passato, per questo -ha aggiunto- ci proponiamo di salvaguardare le fasce più deboli con il mantenimento degli asili nido perché, anche in questo modo, si aiutano le famiglie in difficoltà. Bisogna anche considerare che settori come la cultura, lo sport e il turismo non fanno più parte dei servizi fondamentali dei Comuni, perciò nons riceveremo più sovvenzioni da parte dello Stato, ciò nonostante manterremo il sovvenzionamento alla Fondazione Teatro Goldoni e all’Istituto Musicale Mascagni. E’ certo -ha concluso Nebbiai- che si dovranno riorganizzare i Centri di spesa e compiere una indagine sui servizi erogati per capire quelli che sono indispensabili da quelli che possono non esserlo. L’assessore Gabriele Cantù ha esordito dicendo: «un assessore al sociale venendo qui, per la storia che le Acli hanno, si sente a casa!». Il bilancio del sociale abbraccia un terzo di quello dell’intero Comune. Da parte di tutti c’è la comprensione che: sociale, scuola, cultura, sono le priorità, proprio per questo c’è anche la necessità di “spendere bene i soldi”. Indubbiamente i valori hanno una ricaduta pratica sul sociale. Per quanto riguarda i degenti nelle Residenze Sanitarie Assistite, penso, ad esempio, che una figlia che possiede un suv o una villa dovrebbe partecipare alle spese, e questo dovrebbe essere un fatto morale prima che economico, il mantenimento delle RSA ci costa 12 milioni di euro. Per gli sfratti la situazione è allucinante e la famiglia sta venendo meno come ammortizzatore sociale, perché ci sono famiglie disgregate in lotta tra le sue componenti, e questo anche nella civile Livorno è un fatto ricorrente. È importante dare efficienza ai servizi, stabilire un nesso preciso tra le tasse e i servizi da erogare. Sulla Società della Salute va fatto chiarezza specialmente a livello normativo, tra il sociale puro e il socio-sanitario, andando ad una razionalizzazione del sistema stesso. Cantù ha terminato invitando le Acli a partecipare ad un Tavolo di coordinamento sul sociale che è già esistente, si tratta di un gruppo non istituzionale che si propone di dare orientamenti e di programmare interventi soprattutto sull’emergenza casa. Gianni Giovangiacomo
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TOSCANA OGGI 10 giugno 2012
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