La Settimana - n. 23 del 20 giugno 2010

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INCONTRO CONGIUNTO

Consiglio Presbiterale Consiglio Pastorale Diocesano

Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217

VENERDÌ 25 GIUGNO 2010 (LOCALI PARROCCHIALI S. LUCIA - ANTIGNANO, ORE 19 – 23) . Introduzione del Vescovo . La Visita Pastorale 2010-2011 . Il Progetto Educativo Diocesano . Proposte di iniziative per il nuovo calendario diocesano . Varie ed eventuali

lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

20 giugno 2010

I FONDI ALLA CHIESA

I fondi dell’8 x mille? Tra pastorale e carità

Come l’amore del figlio per la madre uanti di noi, cattolici praticanti, sentiamo davvero la Chiesa come madre? Quanti la amiamo, troviamo in essa le nostre radici, le nostre sorgenti, come recita il Salmo 86? Quanti di noi, invece, abbiamo un visione istituzionale e fredda della Chiesa? Pensiamo di poterne fare a meno, di poter prescindere dalle sue parole, dalla sua riflessione? Quanti senza nemmeno accorgersene remano contro nella barca di Pietro? Il rapporto con la madre Chiesa è una tema fondamentale che ogni cristiano dovrebbe La davvero destinazio approfondire, curare e nutrire ne dell’ 8 ed è anche un per mille tema che non può essere alla minimamente Chiesa trattato in questo cattolica articolo ma che, però, si pone alla rientra in base di ogni questo rapporto ecclesiastico: il ambito di e la vite. responsabil tralcio La destinazione ità che dell’ 8 per mille Chiesa ogni figlio alla rientra ha verso la cattolica in questo ambito di responsabilità madre che ogni figlio ha verso la madre: curioso pensare che la Chiesa non debba parlare di soldi quando nelle nostre famiglie riunite attorno alla tavola questo argomento suscita le maggiori liti e le più aspre divisioni. La Chiesa ha un rapporto particolare con il denaro: non compra e non vende, non specula e non investe ma costruisce grandi strutture sociali, custodisce la bellezza di grandi opere d’arte, offre spazi verdi per far giocare i nostri figli, mantiene sacerdoti e consacrati che molte volte ci hanno portato a Cristo e che spesso ci hanno anche aiutato economicamente. Certo, pochi giorni dopo la conclusione dell’ «Anno sacerdotale», anno in cui il sacerdote è stato svelato dai tempi come un uomo, soggetto al peccato nella stessa misura e forse più di altri, questo articolo può sembrare falso e tendenzioso, ma è chiaro che se una madre soffre il figlio non può abbandonarla, riconoscente del bene ricevuto, non può lasciarla sola e l’aiuto economico è soltanto la parte più piccola e vile dell’aiuto che può portarle ma proprio per questo se manca l’aiuto più meschino come potrà esserci la cura, il tempo dedicato, la pazienza, l’amore sincero? La provvidenza divina si è manifestata nella Chiesa in molti modi, ma dietro ad ogni grande lascito alla Chiesa cattolica, o dietro ad ogni boccone di pane regalato a San Francesco c’era sempre un atto d’amore e di dono da parte di qualcuno. Flavia Marco

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Intervista all’economo della Diocesi a buoni livornesi potremmo anche nutrire un dubbio sugli utilizzi che la Chiesa fa dei fondi dell’8 per mille. Per questo abbiamo intervistato l’economo della diocesi di Livorno, il dottor Luigi Pappalardo: Come avviene l’assegnazione dei fondi dell’8 per mille? «I parametri con cui la CEI assegna alle diocesi i fondi sono diversi: innanzitutto il numero totale di coloro che firmano decidendo di assegnare quella parte di tasse alla Chiesa Cattolica poi il numero degli abitanti della Diocesi ed il numero delle sue parrocchie. La procedura di assegnazione e utilizzo dei fondi dell’8 per mille avviene con queste scadenze: a luglio arrivano i fondi (stabiliti dalla CEI sulla base dei parametri degli anni precedenti), a novembre dello stesso anno le diocesi devono comunicare a Roma come intendono utilizzare quei fondi, entro marzo dell’anno successivo i fondi devono essere stati spesi e entro maggio devono essere rendicontate a Roma le spese effettuate. Nel caso in cui i fondi avanzino, questi dovranno essere sommati ai fondi dell’anno successivo e nuovamente assegnati». Come viene suddivisa la quota che arriva ad ogni diocesi? «Essenzialmente è divisa in due parti: una per la Pastorale ed una per la Carità. In quella per la pastorale

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«Il prestito della Cei per ripianare il debito? Se escludiamo la rata che verrà pagata a luglio 2010, mancano ancora 9 rate per finire la restituzione rientrano il sostegno a tutti gli uffici di pastorale diocesana, le spese ordinarie per biblioteca, archivio e museo; quelle del personale della curia, della formazione del clero e quelle per le parrocchie in difficoltà e non ultimo da questa quota viene sottratta la rata (250.000 euro) del prestito che la CEI ha fatto alla diocesi di Livorno per coprire il debito di 4 milioni di euro contratto negli anni scorsi e che la Diocesi si è impegnata a restituire. I fondi assegnati alla Carità vengono invece

impiegati in parte per la Fondazione Caritas (il braccio operativo della pastorale della carità) ed in parte vengono lasciati a disposizione del Vescovo che decide quali opere siano più urgenti da sostenere.“ Come vengono decise le assegnazioni in Diocesi? “Sono il Consiglio Diocesano Affari Economici e il Collegio dei Consultori che su proposta del Vescovo e dell’Economo (che si consultano anche con il direttore della Caritas ed il responsabile diocesano delle assegnazioni dell’8 per mille) deliberano le assegnazioni. Naturalmente più persone firmano a favore della Chiesa Cattolica più alta è la cifra da poter utilizzare, ma è anche vero che maggiore è la trasparenza con cui vengono spesi questi soldi e maggiormente le persone danno fiducia e sono contente di fare questa scelta. Per questo Le assegnazioni delle quote vengono pubblicate sul bollettino ufficiale della Diocesi (requisito essenziale richiesto dalla CEI), ma gli investimenti sono anche ben visibili a tutti con le opere di carità, le manifestazioni diocesane, i restauri alle chiese e il sostegno alle parrocchie in difficoltà. In questi anni i fondi arrivati a Livorno sono rimasti pressoché stabili, ma vista l’ingente quota di mutuo che ogni anno dobbiamo sottrarre dalla cifra abbiamo ridotto il più possibile le spese fisse ordinarie per liberare

BASTA SOLO UN GESTO

UN CONTRIBUTO «VITALE» gni anno di questi tempi un fatto appare sempre più nella sua evidenza. Per la diocesi di Livorno l’erogazione delle somme attribuite dalla Conferenza Episcopale Italiana, grazie ai fondi dell’8 per mille, è di vitale importanza. Perché la nostra diocesi può vivere e far del bene (nella pastorale e nella carità) proprio grazie a questi fondi da cui provengono quasi tutte le entrate della diocesi. Ormai il fatto è noto: la nostra è una diocesi "povera": non ha beni che producano reddito, o entrate di altro genere come succede in molte altre diocesi italiane: per cui se si stacca la spina dell’8 per mille si stacca la spina all’attività di tutta una comunità diocesana. E poi, al di là delle campagne mistificatorie che molta stampa di questi tempi si diletta a metter su a livello nazionale, è bene dire le cose chiare: dati alla mano anche nella nostra diocesi circa il 50% delle somme assegnate dalla Cei sono destinate agli "interventi caritativi". Motivo in più per mettere ancora una volta una "ics" per la Chiesa cattolica.

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fondi per la pastorale». Quanto manca ancora per finire di restituire il prestito alla CEI? «Una parte è stata restituita subito con la vendita di alcuni immobili di proprietà della Diocesi, il resto è stato dilazionato in più rate che verranno sottratte dai contributi dell’8 per mille. Se escludiamo la rata che verrà pagata a luglio 2010, mancano ancora 9 rate per finire la restituzione». Per fare richiesta di contributo per lavori o altre attività nelle parrocchie, in Diocesi esiste una procedura da seguire? «Si, c’è un decreto

vescovile del 2008: Per qualsiasi tipo di attività straordinaria nella parrocchia (lavori, assunzioni di personale, accettazione di eredità, ecc) occorre innanzitutto presentare una richiesta scritta, accompagnata dalle motivazioni e da una sorta di piano finanziario che si intende seguire per far fronte alle spese, con questa si chiede l’autorizzazione al vescovo, a mezzo dell’economo diocesano di poter effettuare questi lavori e eventuali contributi da parte della Diocesi».


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