IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
24 giugno 2012
NELLA TRASMISSIONE CHIESA INFORMA
La Chiesa ed i tempi difficili
ntervistato nell’ambito della Iinforma trasmissione «Chiesa n. 17», in onda su Granducato Tv e disponibile sul sito della Diocesi (www.diocesilivorno.it), padre Sorge ha così risposto alle domande. EL SUO LIBRO APPENA N USCITO PER LE EDIZIONI PAOLINE, «OLTRE LE MURA DEL TEMPIO», AFFERMA CHE LA CHIESA FA DIFFICOLTÀ AD ADATTARSI AI TEMPI: IN CHE SENSO? «I tempi sono difficili, la crisi è strutturale, siamo di fronte ad un cambio di civiltà, per questo occorre ripensare i modelli, i comportamenti. Anche la Chiesa, nella fedeltà al Vangelo, deve trovare strade nuove. Abbiamo il grande vantaggio di aver avuto il Concilio, i documenti di questo evento sono stati pubblicati, ma dal dire al fare c’è di mezzo il mare! Quindi bisogna avere più coraggio, non avere ripensamenti e paure guardando indietro, avere fiducia nello Spirito, che guida la Chiesa e andare per strade nuove. Capisco la prudenza di chi ha responsabilità nella Chiesa, ma c’è il mondo che aspetta e noi non possiamo tardare». LEI È UN GIORNALISTA, CHE IDEA SI È FATTO DEL PANORAMA ATTUALE DEI MEDIA? «Anche questo è un mondo in trasformazione: bisogna saper usare i nuovi mezzi della comunicazione sociale, ma la cosa più importante resta la credibilità! Non solo i politici, che se non sono credibili fanno solo guai; non solo gli uomini di Chiesa, che se non sono credibili fanno altrettanti guai, ma anche i giornalisti e i comunicatori sociali devono avere una credibilità morale e professionale, perché da questo dipende il loro messaggio e l’utilità del loro servizio». c.d.
La recensione P. BARTOLOMEO SORGE OLTRE LE MURA DEL TEMPIO CRISTIANI TRA OBBEDIENZA E PROFEZIA. CONVERSAZIONE CON ALDO MARIA VALLI ED. PAOLINE 2012 Aldo Maria Valli intervista padre Bartolomeo Sorge, gesuita, teologo, profondo conoscitore della dottrina sociale della Chiesa e della realtà sociale, politica e culturale italiana. Le domande del vaticanista del Tg1 – non espresse come interrogazioni tout court, ma elaborate come riflessioni su temi e comportamenti – esplorano molti ambiti della società e della Chiesa. Alcune tematiche affrontate nel libro: forme e modalità della “nuova evangelizzazione”; ruolo dei movimenti ecclesiali; laici e laicità nella Chiesa di oggi; formazione dei seminaristi; sacerdozio uxorato (cioè preti sposati) e sacerdozio femminile; rischi del fondamentalismo religioso e del sincretismo; rapporto tra cristiani e atei; ruolo dei cattolici democratici; sopravvivenza del cristianesimo. Ne emerge un ritratto di padre Sorge come una delle voci più originali e ferme in favore di quei valori di solidarietà, rispetto, ricerca del bene comune, che rendono l’uomo “veramente umano”, nonché uno sguardo ampio e articolato sulla società di oggi e sulle tematiche – alcune urgenti e scottanti – che animano la vita della Chiesa
di mons. Ezio Morosi
È bello vedere due coniugi anziani passeggiare tenendosi ancora per mano, come al tempo del fidanzamento, per essere l’uno garanzia e sostegno per l’altro, perché si vogliono bene. Si tengono per mano per esprimere la volontà di stare sempre insieme. Ma il futuro si costruisce nel presente, ora se ne pongono le basi, in un quotidiano lavoro di perfezionamento della nostra personalità, del nostro carattere , eliminando, anche se lentamente perché non è facile, i difetti che ci accompagnano, per rendere sempre più stabile l’affetto che ci unisce, dimostrando di saper affrontare con generosità anche gli inevitabili sacrifici per salvare l’amore dagli “scogli” che potrebbero farlo naufragare.
IL SACRO CUORE DI GESÙ: spiritualità di ogni cristiano Padre Bartolomeo Sorge, ospite della Diocesi, ha offerto al clero e ai partecipanti alla Messa per la giornata diocesana delle comunicazioni sociali, una meditazione sul tema del Sacro Cuore di Gesù proprio nel giorno della festa liturgica
a sostanza della devozione al Sacro Cuore sta nella consacrazione della propria vita a Cristo. La devozione al cuore di Gesù costituisce, per eccellenza, la spiritualità del cristiano impegnato nel mondo. È la spiritualità della strada. È la spiritualità dell’incarnazione». È stato questo il pensiero centrale della relazione che padre Bartolomeo Sorge ha tenuto per i sacerdoti, i diaconi e i seminaristi della Diocesi e che ha in parte
«L
ripetuto nell’omelia della Messa pomeridiana, preparata per la giornata diocesana delle Comunicazioni Sociali. Consacrare la propria vita a Dio Partendo dal brano evangelico di Giovanni, che racconta del cuore di Gesù trafitto sulla croce dalla lancia del soldato, da cui uscirono sangue ed acqua, il padre gesuita ha rimarcato come esso rappresenti un episodio fondamentale per la fede.
In quegli ultimi istanti della sua vita, Gesù ci dona l’Eucarestia, ci dona sua Madre, ci dona lo Spirito, ci dona la Vita. Dal suo costato escono sangue ed acqua, esce la vita; Gesù, che ci aveva già donato lo Spirito ora dà la vita vera che non verrà mai meno. La Chiesa genera uomini in Cristo Da quel cuore squarciato esce la vita ed in quel momento nasce la chiesa madre generatrice di vita. Qual è in fondo la volontà di
Dio se non quella di dare la vita? Dio è la vita e dà la vita. Noi siamo generati da Dio ed il regno di Dio è rendere figli suoi tutte le creature umane. La devozione al Sacro Cuore – ha sostenuto padre Sorge non è una delle tante ma è la spiritualità per eccellenza perché in essa c’è l’essenza della Trinità. La spiritualità del sacro cuore è la spiritualità del cristiano. E compito della Chiesa è generare uomini in Cristo con il Battesimo, farli crescere con i Sacramenti; educarli con l’accompagnamento spirituale. Che ogni persona diventi figlio di Dio: Questa deve essere l’ansia di ogni sacerdote. La spiritualità del Sacro Cuore - ha detto ancora il relatore al clero diocesano - è la spiritualità del XXI secolo: Dio è amore. Annunziamo Dio a tutti, ma lasciamo che sia Dio a parlare e non noi. Stai zitto e ama, fai parlare Dio; chiunque vede questo comprende che Dio è amore. Chi vede un atto d’amore vede la Trinità come afferma S. Agostino. Nei momenti difficili aumentano i santi I santi sono i profeti della Chiesa. Nei momenti più difficili della Chiesa, Dio ha mandato i Santi a testimoniare il suo Vangelo ed anche oggi lo fa. Più profonda è la notte più lucenti sono le stelle!
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TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
24 giugno 2012
GIORNALISMO E POLITICA: la voce di padre Sorge Padre Bartolomeo Sorge racconta «AVivavoce» la sua vita ed il suo impegno come giornalista. Nella giornata dedicata alle comunicazioni sociali, organizzata dall’Ufficio diocesano, dall’Ucsi (Unione della Stampa Cattolica), in collaborazione con i Cooperatori Paolini, il sacerdote gesuita risponde alle domande dei giovani.
GLI AUGURI agli sposi
UMBERTO E DANILA: 50 anni insieme
ra il 23 giugno di 50 anni fa E quando Umberto Paolini e Danila Acconci pronunciavano il loro «sì». Da allora quanta ricchezza di giorni: gioie e difficoltà, momenti significativi e semplice quotidiano: il lavoro, le vacanze, la vocazione diaconale, i figli ed il loro cammino e poi finalmente il nipotino tanto atteso: il piccolo Tommaso (nella foto qui sopra insieme ai nonni). Tutto vissuto insieme, perché è questo che dice il rito del matrimonio, è questa la bellezza del «per sempre», a fronte del quale 50 anni non sono niente e sono tantissimo. A questa coppia gli auguri più sinceri da parte della redazione, anche a nome dei lettori. Chi volesse far festa insieme a Umberto e Danila, sabato 23 alle 18 nella chiesa di S. Giovanni Bosco in Coteto sarà celebrata la Messa.
PIERPAOLO E FEDERICA: il giorno più bello
abato 23 giugno il «nostro» Sfinalmente Pierpaolo Poggianti dirà «sì» alla sua bella Federica Celentano. Lo farà nella chiesa di S. Rosa alle 11.00. Al mitico Pierpa, oggi serissimo addetto stampa della ASL (!), gli auguri di tutta la redazione e, ci permettiamo, anche quelli dei nostri lettori, che siamo sicuri si riverseranno in massa alla chiesa della Rosa per porgere a Pierpa e Fede le loro congratulazioni. W gli sposi!
lice Carpentiere, Martina Bongini e Fabio Figara hanno intervistato padre Bartolomeo Sorge SJ, già autorevole direttore della «Civiltà Cattolica», di «Popoli» e ora di «Aggiornamenti Sociali». Padre Sorge è un sacerdote di 83 anni, ma con una personalità ancora particolarmente giovane e dirompente, evidentissima negli occhi vivi e penetranti, pronto alla battuta, sempre vivace e chiaro nelle risposte, che ha destato l’attenzione e l’ammirazione dei presenti. Rispondendo in particolare alle domande dei giovani giornalisti, padre Sorge ha sottolineato come la comunicazione sia fondamentale nella vita umana; la comunicazione ha detto - ci rende persone; la parola ci fa conoscere agli altri. La parola è come un “generare", essa entra nella nostra coscienza, nella nostra intelligenza. Il giornalismo è un modo di comunicare, ma bisogna saperlo fare. Occorre saper scrivere per fare il giornalista, e a scrivere si impara scrivendo. È bello vedere che molti giovani aspirino a diventare giornalisti, ma occorre ricordare che la professione del giornalista è una di quelle in cui serve la vocazione. Non basta dire: "mi piace", ci vuole una preparazione specifica. È una missione. Scrivere è un potere: oggi si tende a demonizzare il potere, ma se voglio cambiare le cose il potere ce lo devo avere: politico, economico, morale, culturale, ma il potere è uno strumento, che dipende da chi lo usa; come il bisturi, che può uccidere o salvare una vita, dipende dalla mano di chi lo usa! "L’importanza di un giornalismo sano, responsabile, eticamente animato, professionalmente di valore, è enorme ha concluso il sacerdote - penso ad esempio a Indro Montanelli e ad altri che, formando l’opinione pubblica, hanno cambiato molte volte anche situazioni storiche. Per fare il giornalista occorre dunque: avere la vocazione e la preparazione professionale (che poi è l’esercizio); il giornalismo messo al servizio della vita buona può essere molto importante per la nostra società».
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Anche il pubblico presente ha voluto porre a padre Sorge alcune domande e rispondendo ad esse il sacerdote ha avuto così modo di ricordare il suo impegno nella «primavera palermitana», per una presa di coscienza dei cittadini contro la mafia a fianco di Leoluca Orlando e ha raccontato di come i loro rapporti si interruppero quando fu
DUE DOMANDE SULL’ATTUALITÀ
La crisi economica e gli scandali in Vaticano a nostra crisi, prima che economica, è Lunaprobabilmente anzitutto una crisi culturale, cioè crisi di alcuni valori di base della società umana. Da questo sono derivate speculazione finanziaria, corruzione a vari livelli (soprattutto in politica, nello sport come il calcio, ecc), che ci hanno portato a questa situazione, e ci hanno rimesso le popolazioni (crisi monetaria, mancanza di lavoro, ecc.). C’è una rinascita da questa assenza di valori? E in che senso? Quanto dovremo aspettare? «Indubbiamente le fondamenta della società civile sono intaccate, e lo possiamo vedere in ogni settore, e tutto questo perché non si pone più l’attenzione verso il prossimo, ma l’egoismo regna sovrano. Ad esempio, nell’economia: le speculazioni finanziarie sono tali perché è stato permesso per anni l’accumulo di capitali senza che essi fossero investiti per produrre beni, quei beni che servono alla comunità umana. A mio parere, come in ogni prodotto delle vicende umane, in molti casi non è il fine ad essere sbagliato, in questo caso la produzione di un utile, ma il modo in cui lo si ottiene. Il fine non giustifica quindi il mezzo con cui lo si ottiene. Allo stesso modo, in politica è successo con la corruzione. La colpa del politico è grande, perché la sua dovrebbe essere una vocazione di aiuto alla comunità, perché sente di avere capacità e possibilità di fare qualcosa per tutti. Purtroppo ormai si vive attaccati a vecchie mentalità, e la classe dirigente è sempre la solita,
creato il partito politico della “Rete”. E a questo proposito Padre Sorge ha sottolineato come le realtà dei partiti siano ormai superate nel contesto politico odierno: i partiti “ideologici” non incontrano più il favore dell’opinione pubblica e devono essere
profondamente cambiati. I cittadini -ha sostenuto ancora - devono essere in grado di votare persone di loro gradimento e non quelle imposte dalle segreterie dei partiti, che annoverano amici e amici degli amici: il calo della partecipazione elettorale è dovuto anche a questo. C’è
con giri di "clientele" che di certo non sono rappresentanti del popolo. Nello stesso giornalismo poi, pur di pubblicare, si è disposti ad infangare le persone. Ricordiamoci che anche il giornalismo, come la politica, è una vocazione, e come tale deve servire alla comunità intera. Tuttavia sarebbe altrettanto sciocco non accorgersi che, nonostante questo scenario negativo in cui siamo immersi, sotto giace un grande fermento, culturale, politico e religioso. E siccome Dio ama gli uomini, sono proprio in questi momenti in cui sorgono i grandi Santi, anche se non fanno notizia subito, com’è sempre stato». Per i recenti scandali in Vaticano, ad esempio la pubblicazione del libro di Gianluigi Nuzzi Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI, qualcuno ha dato la colpa ai giornalisti… lei cosa ne pensa? Se c’è una colpa dei giornalisti, fino a che punto? «Quando si rubano dei documenti per pubblicarli senza alcun consenso da parte del proprietario, non si parla di giornalismo, ma di furto. Un giornalista che si rispetti deve seguire una deontologia precisa, che deve rispecchiare una certa onestà intellettuale, in primo luogo la fonte da dove provengono le informazioni e il modo in cui sono state procurate. Il potere di un giornalista è molto pericoloso, perché con i suoi scritti può elevare una persona o un’istituzione così come distruggerla». Fabio Figara
bisogno di gente nuova e di idee nuove; l’affermazione politica dei «grillini» non è il futuro che avanza, ma l’occasione per indurre a pensare a strategie nuove, più vicine ai desideri degli italiani. Per il futuro c’è bisogno di giovani che diano vita alla speranza, giovani
entusiasti, «accesi» come candele, capaci di accendere anche chi è spento, portatori di luce e di fiducia nel futuro; giovani «glocali», con la testa alla globalizzazione, al mondo, ed i piedi ben piantati sul locale, sulla realtà in cui vivono. Gianni Giovangiacomo
LE INDICAZIONI AI GIORNALISTI
«Non perdete credibilità: quello che dite sia vero!» non si può più fare quel tipo di giornalismo che va in un’unica direzione».
Che cosa è cambiato nel «fare» il giornalista? «È cambiato tutto. È cambiato il mondo, o meglio la cultura di fondo. Attraverso il giornalismo viene fatto un lavoro di cultura; oggi assistiamo ad una crisi strutturale della nostra società ad un momento di trapasso della nostra civiltà dove non è più possibile una omogeneità (questo per quanto riguarda i paesi occidentali) perché cambia la cultura che regge la struttura. La sfida è quella di ripensare alle strutture per un nuovo modello di società; i giornalisti sono i protagonisti di questo tempo perché possono trovare un valore che met-
ta insieme culture, razze, religioni diverse: dobbiamo "imparare a vivere uniti rispettandoci diversi". Questa è la chiave di lettura per la costruzione della civiltà che sta nascendo; di certo non è un cammino facile, ed il giornalismo può avere un ruolo determinante perché i giornalisti, gli scrittori, sono coloro che formano l’opinione pubblica e diffondono la "nuova unità nella pluralità ". L’ottica è cambiata, non esiste più nessuna nazione che possa affrontare da sola i propri problemi, nessuno da solo può risolverli. Il lavoro del giornalista oggi è quello di dialogare con tutti per cercare insieme una soluzione;
C’è qualche incarico che le è pesato nella sua vita di giornalista? Si è mai trovato in difficoltà nel raccontare o scrivere? «Varie volte. Ricordo una volta quando ero ancora vice direttore della rivista Civiltà Cattolica che scrissi un articolo di critica al capitalismo basandomi sulle encicliche sociali. Gli articoli prima della stampa sono sempre visionati dalla Santa Sede, dal Papa, dal sostituto del segretario di Stato e dai collaboratori; quella volta il mio articolo non piacque. Chiaro che lo sconforto ebbe il sopravvento: come potevo fare il mio lavoro se non potevo scrivere cose serie dal punto di vista scientifico? Il direttore di allora, padre Tucci mi rispose che già il fatto che lo avessero letto era un atto di «apostolato»!. Quindi, sicuramente può essere un trauma per un giornalista vedersi rifiutare un articolo, può scoraggiare, ma dobbiamo ricordarci che il solo fatto di averlo scritto è un servizio. Fondamentale è che il giornalista non venga mai condizionato; con umiltà scriviamo quello che sentiamo ed abbiamo conosciuto, sempre pronti ad obbedire quando veniamo corretti. L’importante non è dire tutta la verità ma che quello che diciamo sia tutto vero!». Martina Bongini
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
24 giugno 2012
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Una settimana di iniziative per tutti
dalla parrocchia di SAN SEBASTIANO
Un anno ricco di frutti
Sanità amica: un’occasione di festa per tutti
L’animatrice Caterina fa il bilancio dell’anno pastorale appena concluso alla parrocchia di San Sebastiano
omenica 10 giugno, con la S. Messa delle ore 11 si è salutato l’anno catechistico e sociale a San Sebastiano. Com’è tradizione, il parroco, Padre Giovanni Battista Damioli, ha donato a ciascun operatore pastorale (catechisti compresi) un libro con dedica per esprimere riconoscenza e ringraziare tutti coloro che hanno dedicato parte del proprio tempo libero a servizio della parrocchia. Con la fine delle attività è tempo dunque di bilancio e riflessione sull’anno appena concluso. Nove mesi impegnativi che hanno generato buoni frutti e fatto crescere e maturare la comunità parrocchiale. Grazie alla collaborazione e la generosità di tante persone, Parroco in testa, sono state organizzate tante per grandi e piccoli. Oltre alle tradizionali attività di catechismo e coro, quest’anno la parrocchia ha ospitato il laboratorio delle
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idee, la recita di Natale, la tombolata della Befana, la festa di Carnevale, numerosi incontri di preghiera e riflessione per bambini e genitori come la "Via Crucis” e la “Via Lucis” e molte iniziative volte alla beneficenza. In questi mesi è cresciuta l’adesione al gruppo famiglie dei parrocchiani. Una volta al mese la comitiva si riunisce in oratorio per consumare un
pasto in amicizia e allegria con la benedizione del parroco che sugella la cena con momento di catechesi e con la preghiera di conclusione. Il dieci dicembre la nostra chiesa è stata teatro di un evento culturale di prestigio: il Concerto d’inaugurazione dell’organo a canne, dopo un importante restauro. La serata è stata deliziata dalla musica di Mozart, Vivaldi e Bach
interpretata da artisti quali il giovane soprano Marta Lotti, il mezzosoprano Laura Brioli e il Maestro Gabriele Micheli, all’organo. Non sono mancati la consueta gita ai presepi della Toscana e il ritiro per famiglie al Monastero delle suore Trappiste di Valserena (PI). Un bilancio positivo, dunque, soprattutto in considerazione degli esigui spazi di cui la parrocchia dispone e dello scarso numero di animatori, soprattutto dei più giovani. La determinazione non manca e si continuerà a lavorare perché la parrocchia sia sempre più luogo di accoglienza e terreno fertile perché quanto seminato dia buoni frutti. Anche per questo durante i mesi estivi ritorna l’iniziativa “E... state in parrocchia!” per bambini e ragazzi del catechismo che avranno modo di rinnovare le esperienze di amicizie coltivate durante l’anno sociale appena concluso: Di questo potete leggere nell’articolo a fianco. Caterina Lo Russo
CON LA BELLA STAGIONE ANCORA INSIEME I BAMBINI DI SAN SEBASTIANO
E... state in parrocchia! iunti al mese di giugno, la scuola, gli impegni sportivi, G il catechismo sono terminati: è tempo di vacanze, è tempo ormai di “E… state in parrocchia” qui a S. Sebastiano. Riproposta anche questo anno, tutti i giovedì nei mesi di giugno e luglio, dalle 9,00 alle 12,00, l’iniziativa ludico-formativa per bambini e ragazzi del catechismo. Ogni incontro inizia con un canto mimato ed una preghiera all’Amico Gesù e poi via... al lavoro muniti solamente di fantasia e creatività. Non manca poi a metà mattina, l’attesa pausa merenda con ghiottonerie preparate dalle mamme. Gli animatori hanno in programma tante divertenti attività ludiche e di laboratorio come decorare magliette, modellare la pasta di sale, abbellire porta-
penne, cornici e scatoline, costruire bijoux, cucinare biscotti e pizzette, lavorare la carta pesta. Insomma, niente da invidiare all’ “Art attack” televisivo! Reduce dal successo dello scorso anno l’iniziativa è finalizzata a non perdere di vista i bambini del catechismo nei mesi estivi ed offrire un piccolo servizio ai genitori che lavorano che potranno portare i loro figli in un luogo sicuro, dove divertirsi con la compagnia degli amichetti e degli animatori. Appuntamento, dunque, ogni giovedì, a partire dal 14 giugno, nel salone parrocchiale. Divertimento e gioia di stare insieme assicurati! Per aggiornamenti sul programma delle giornate consultate il sito parrocchiale: www.sebastianodicatum.it. Caterina Lo Russo
i è appena conclusa “Sanità Amica”, una settimana in cui l’ospedale ha aperto le porte alla cittadinanza organizzando iniziative per tutti, una settimana per far conoscere meglio alcune delle molte iniziative in ambito sanitario, ma non solo, perché agli eventi organizzati durante questi giorni hanno partecipato anche alcune associazioni ed enti locali. La settimana si è aperta con una mattinata dal titolo “Cura la tua salute mangiando sano”. Le dietiste si sono messe a disposizione dei cittadini dalle 9 alle 13 fornendo consulenze dietologiche gratuite. Martedì 13 giugno è stata la volta della presentazione dell’unica Fiat 500 al mondo con i comandi adeguati per la guida dei disabili. stato possibile ammirare i passi avanti fatti datta tecnologia nell’industria dell’auto a favore dei disabili, che oggi possono permettersi di guidare una Fiat 500 riadattata alle loro esigenze che permette una facilità di spostamento fino a pochi anni fa impensabile. “Ogni donatore è un eroe”: con questo slogan si è aperta la giornata del 14 giugno, Giornata mondiale della donazione di sangue che a Livorno è stata celebrata con alcune attività straordinarie di sensibilizzazione alla donazione realizzate in collaborazione con le principali associazioni impegnate nella raccolta del sangue. I bambini sono stati i protagonisti della giornata di venerdì 15 giugno, a partire dalle camminate con i pony all’interno dell’ospedale, all’istallazione dei gonfiabili che sono stati, per tutta la giornata, ad accesso gratuito nell’area del giardino centrale nei pressi della chiesa. Grande festa soprattutto al Padiglione Materno – Infantile con la donazione, da parte dell’Accademia Navale, di libri ai piccoli ricoverati. Durante la stessa giornata il capitano del Livorno Calcio, Andrea Luci, è andato a far visita ai piccoli pazienti donando, in questa occasione, i fondi raccolti a favore del Dipartimento Materno-Infantile. Sono state moltissime le iniziative che si sono susseguite in questi 6 giorni di festa che hanno animato l’ospedale di Livorno che non deve esser visto solo come un luogo di dolore. La settimana “Sanità Amica” si è conclusa con l’evento della seconda festa dei popoli che si è svolto in Piazza XX Settembre. La festa è stata organizzata dall’Associazione Avis Comunale in occasione della Notte Blu.
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TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
24 giugno 2012
Agenda del VESCOVO
VENERDÌ 22 GIUGNO Nella mattina, udienze laici in vescovado 11.00 incontro con la comunità educante del seminario, in vescovado 19.00 Consiglio pastorale diocesano e presbiterale alla parrocchia di Santa Lucia ad Antignano SABATO 23 GIUGNO 11.30 all’Istituto Nautico, consegna delle borse di studio “T.Neri” 18.00 S. Messa alla chiesa di SS Giovanni Battista e Ilario a Rosignano Marittimo DOMENICA 24 GIUGNO 11.00 S. Messa e cresime degli adulti alla Chiesa della Purificazione in via della Madonna 17.00 A Reggio Emilia, incontri spirituali LUNEDÌ 25 GIUGNO 21.15 incontro con il GAV del III vicariato alla chiesa di N.S. del Rosario MARTEDÌ 26 GIUGNO Nella mattina, udienze in vescovado 12.00 S. Messa in occasione dell’incontro dei direttori Caritas delle diocesi toscane alla Casa S. Giuseppe a Quercianella 21.00 alla chiesa della SS.ma Trinità, teatro e il sacro salmodiando MERCOLEDÌ 27 GIUGNO 10.00 incontro dei delegati della CET per i beni culturali, in vescovado 18.00 incontro con i coordinatori delle commissioni del progetto Culturale 21.15 incontro con il GAV del VI vicariato alla chiesa di Ss. Cosma e Damiano a Nugola
Diocesi informa Le proposte di PHARUS VIAGGI
La statua di Maria di Fatima sarà anche nella parrocchia di via della Madonna
FATIMA E SANTIAGO DE COMPOSTELA Dal 27 Agosto al 1 Settembre
GIOVEDÌ 28 GIUGNO 9.30 incontro con i direttori degli uffici dei centri pastorali in vescovado 18.00 visita all’Arci 19.30 canto dei vespri in seminario e conclusione dell’anno VENERDÌ 29 GIUGNO 21.15 incontro con il GAV del IV vicariato alla chiesa di S. Maria di Montenero SABATO 30 GIUGNO 9.00 incontro con i partecipanti al viaggio ecclesiale nella diocesi di Dodoma in Tanzania 11.00 S. Messa per la festa della polizia penitenziaria al carcere delle “Sughere”
MERCOLEDÌ 27 GIUGNO ore 17,00: Accoglienza. ore 17,30: S. Rosario Meditato sul Messaggio di Fatima. ore 18,00: S. Messa.
DOMENICA 1 LUGLIO 11.00 S. Messa e cresime alla chiesa di SS. Pietro e Paolo 18.00 S. Messa ed inaugurazione della festa della Misericordia alla Rotonda d’Ardenza
GIOVEDÌ 28 GIUGNO ore 9,00: Lodi. ore 10,30: Rosario Meditato sul Messaggio di Fatima. ore 17,00: S. Rosario. ore 18,00: S.Messa.
Libri da LEGGERE
di Mo.C.
SALA A. – Dov’è finito Carlotto? Con illustrazioni di Francesca Rucci – Ed- Paoline, pp. 48, euro 11,00 L’autrice, Alessandra Sala che è stata redattrice al Corriere dei Piccoli e caporedattore a Snoopy; ci presenta una piccola e coloratissima storia d’amicizia tra una bambina e un uccellino, che mette al centro del racconto la conoscenza e il rispetto per la natura. Sveva per il compleanno riceve un binocolo, e quando, durante una passeggiata in bicicletta nel parco, sente i cinguettii degli uccellini, pensa di usarlo per osservarli. Inoltre con la classe va in gita al Parco del Ticino a fare birdwatching e il suo binocolo va a ruba tra i compagni. Un giorno, Sveva osserva gli alberi vicino a casa sua e si accorge che c’è un nido di allocchi. In particolare si affeziona a un piccolo che dorme con un occhio chiuso e uno aperto e lo chiama Carlotto. Un giorno l’uccellino cade dall’albero e, non sapendo ancora volare, finisce a testa in giù dentro una palla sgonfia. La sua famiglia non riesce a trovarlo e lascia il nido. Allora Sveva lo cerca nel prato e lo trova infilato dentro la palla. Subito lo soccorre e lo porta a casa. Ma la mamma non può fare nulla per lui. Meglio pedalare di corsa a scuola dove la maestra chiama i volontari della LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli). Il piccolo allocco ora è in buone mani, e dopo qualche giorno è pronto per accogliere Sveva e i suoi compagni in gita all’oasi naturalistica della LIPU.
27 agosto - ore 06.30 circa partenza da Livorno con bus privato per l’aeroporto di Milano/Malpensa. All’arrivo, operazioni di imbarco e partenza con volo di linea per OPORTO con volo TP 813 delle ore 13.45. Arrivo ad Oporto alle ore 15.30. Visita guidata della città. Sistemazione in hotel, cena e pernottamento. 28 agosto - OPORTO - SANTIAGO DE COMPOSTELA. Prima colazione e partenza per Santiago de Compostela. Santa Messa del Pellegrino e sosta di preghiera presso la Tomba di S. Giacomo Apostolo. Dopo il pranzo, visita della città: Plaza de Obradoiro, Hospital Real, Plaza de la Quintana. Sistemazione in hotel, cena e pernottamento. 29 agosto - SANTIAGO DE COMPOSTELA COIMBRA - FATIMA. Prima colazione. S. Messa e partenza per COIMBRA. Dopo il pranzo, visita guidata della città e sosta al Convento del Carmelo. Al termine, proseguimento per Fatima. Saluto alla Madonna alla Cappellina delle Apparizioni. Cena e pernottamento in hotel. 30 agosto - FATIMA. Pensione completa. Al mattino, Via Crucis a os Valinhos (luogo delle Apparizioni dell’Angelo e della Vergine) e visita di Aljustrel (villaggio natale di Lucia, Francesco e Giacinta). S. Messa, recita del S. Rosario e Fiaccolata. 31 agosto - FATIMA - LISBONA. Prima colazione. S. Messa e partenza per LISBONA. Dopo il pranzo, visita guidata della città: la Cattedrale, la casa natale e la Chiesa di S. Antonio, il Monastero dos Jeronimos, la Torre di Belem. Cena e pernottamento in hotel.
1 settembre - LISBONA. Prima colazione in hotel. S. Messa e trasferimento in aeroporto. Pranzo con lunch box. Partenza per Milano con il volo TP 804 delle ore 14.10. Arrivo all’aeroporto di Milano Malpensa alle ore 17.50. Trasferimento in bus per Livorno con arrivo previsto in serata. Quota Euro 1030,00 per persona Quota Euro 85,00 trasferimento da Livorno a Milano/Malpensa andata e ritorno (min. 20 partecipanti) La quota comprende: trasferimento in bus privato Livorno/Milano/Livorno - viaggio aereo Milano-Oporto-Lisbona-Milano (voli di linea, classe turistica); tasse d’imbarco e sicurezza; trasferimenti in pullman; visite ed escursioni come da programma; ingressi; pensione completa dalla cena del 1° giorno al pranzo del 6° giorno (bevande incluse); alberghi di cat. 3 e 4 stelle (camere a due letti con servizi privati); mance; radioguida; portadocumenti; accompagnamento pastorale e spirituale; assicurazione: assistenza, rimborso spese mediche, bagaglio, annullamento e rifacimento viaggio
VENERDÌ 29 GIUGNO uguale a Giovedì 28 Giugno. ore 21,00: Filmato sulla storia di Fatima. Incontro con il Messaggio di Fatima per approfondimenti. SABATO 30 GIUGNO uguale a Giovedì 28 Giugno. ore 18,00: S.Messa e Consacrazione delle Famiglie al Cuore Immacolato di Maria. DOMENICA 1 LUGLIO ore 8,30: S. Messa. ore 10,00: S. Rosario Meditato sul Messaggio di Fatima. ore 11,00: S. Messa. ore 17,00: S. Rosario Meditato. ore 18,00: S.Messa e Consacrazione della Parrocchia al Cuore Immacolato di Maria. Saluto finale all’Immagine che riparte per il Santuario di N. S. di Fatima.
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO .....
Come far conoscere il Signore ai giovani?
ove risiede oggi la possibilità di un radicamento della fede cristiana nelle nuove generazioni, se non in belle esperienze di incontro personali con il Signore e in belle esperienze di appartenenza e di condivisione ecclesiale? Afferma Pàvel Nikolàjevîc Evdokìmov: Si dimostra l’esistenza di Dio con l’adorazione, non con le prove . Certo questa tesi può apparire alquanto radicale e svilente l’intelligenza dell’uomo a cui è dato, per grazia di Dio, di poter, dalla creazione in poi, contemplare con l’intelletto le sue perfezioni invisibili nelle opere da lui compiute (Rm 1,18-20), ma nella sua unilateralità ci richiama con forza alla via del cuore, alla via della preghiera, alla via della carità. È data certamente all’uomo la possibilità di una conoscenza di Dio grazie all’intelletto (Rm 1,1), ma ugualmente è donata a ogni persona la grazia di conoscerlo attraverso i sentieri del cuore. Prova ne è che la Chiesa annovera fra i suoi dottori teologi sommi come san Tommaso d’Aquino e illetterati come santa Caterina da Siena. In un tempo in cui la ragione, la verità, sembrano smarrite e l’intelligenza dell’uomo non arriva neppure più a riconoscere al proprio figlio il diritto alla vita, occorre, contemporaneamente agli itinerari catechistici, far vivere ai ragazzi e ai giovani, esperienze prettamente orientate all’educazione alla vita interiore, alla preghiera e alla vita di carità.
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Continuiamo la lettura del progetto educativo diocesano cercando di capire come comunicare la fede ai ragazzi e ai giovani
La razionalità occidentale oggi ha estremo bisogno di essere illuminata tramite l’esperienza mistica anche e soprattutto quella dei ragazzi e dei giovani. È questa la direzione indicata da Giovanni Paolo II quando ha affermato: Non esito a dire che la prospettiva in cui deve porsi tutto il cammino pastorale è quello della santità (…) sarebbe un controsenso accontentarsi di una vita mediocre, vissuta all’insegna di un’etica minimalistica e di una religione superficiale (..) È ora di riproporre a tutti con convinzione questa misura alta della vita cristiana ordinaria: tutta la vita della comunità ecclesiale e delle famiglie cristiane deve portare in questa direzione (...) I percorsi della santità esigono una vera e propria pedagogia della santità. Per questa pedagogia della santità c’è bisogno di un cristianesimo che si distingua innanzitutto nell’arte della preghiera . La grande tradizione mistica della Chiesa, sia in Oriente che in Occidente, può dire molto a tal proposito. Essa mostra come
la preghiera possa progredire, quale vero e proprio dialogo d’amore, fino a rendere la persona totalmente posseduta dall’Amore divino, vibrante tocco dello Spirito. Si fa allora l’esperienza viva della promessa di Cristo: Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui (Gv 14,21). Si tratta di un cammino interamente sostenuto dalla Grazia, che chiede tuttavia forte impegno spirituale e conosce anche dolorose purificazioni (la "notte oscura"), ma approda in diverse forme possibili, all’indicibile gioia vissuta dai mistici come "unione sponsale". Sì, carissimi fratelli e sorelle - ribadiva con forza Giovanni Paolo II - le nostre comunità cristiane devono diventare autentiche "scuole" di preghiera . Il giovane dovrà intuire, sperimentandola, la presenza e la bellezza di Dio. Solo dopo può avvenire la scelta di essere cristiano e quindi vivere appieno un percorso mistagogico verso la Solenne eucaristia della professione della fede. Occorre promuovere quindi una pastorale giovanile a partire dall’esperienza di Dio, da un’esperienza sacramentale del Signore, ovvero si dovrà promuovere una pastorale sempre più mistagogica. Comunicare la fede cristiana a partire da alcune consapevolezze L’uomo contemporaneo è incerto e cammina fra cumuli di macerie, quelle dello scientismo ottocentesco (la scienza come nuova religione dell’umanità), quelle dello stato etico (marxista o nazista che sia). È a tal punto divenuto scettico su tutto e su tutti, da rifugiarsi sovente nel solo sensibile. In questa alba del nuovo millennio sembra che l’uomo delle società occidentali abbia rinunciato a qualunque "nuova frontiera", a qualunque progetto per una società nuova e migliore, per rifugiarsi nell’unica sicurezza certa: l’edonismo, ovvero una vita senza grandi ideali, sentiti forieri di future profonde delusioni, nella ricerca di avere più sensazioni piacevoli possibili. L’immediato, il sensitivo, il biologico, caratterizzano mentalità e comportamenti dell’uomo contemporaneo. I ragazzi vivono in questo contesto culturale: sono ragazzi che, come abbiamo già affermato, hanno perso la memoria della storia e vivono nel culto della sensazione. Occorre accettare la sfida di una cultura che rema controcorrente. La spinta "narcisistica" domina oggi. La vita si trasforma così in un inseguimento dei desideri, vissuti come assoluti, cui consacrare ogni energia. Conseguenza è una coscienza precaria e indebolita che non sa progettarsi. Altrettanto incidente è la concezione di un uomo "debole". Ossia, è l’adolescente isolato senza storia, né passato né futuro, in solitudine con il suo presente. Rischia così di essere privato del suo mistero, poiché non sente l’impronta di Dio su di sé. La irrilevanza del trascendente sta dietro l’angolo giocando brutti scherzi di disorientamento e insignificanza della propria vita personale. Le provocazioni della cultura vanno affrontate, non si possono semplicemente scansare, come se non facessero parte della nostra vita peraltro si riproporrebbero reiteratamente con sempre maggior forza e ostentazione.
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A questi ragazzi e giovani siamo chiamati ad annunciare Gesù con un linguaggio a loro comprensibile, che faccia leva sull’immediato, sul sensitivo, sul simbolico , per condurre oltre, verso un percorso di bellezza il quale rivalutando la ragione, l’intelligenza, apra allo splendore della Verità. Destare e ridestare il simbolico profondo è uno dei doni preziosi che il fare esperienza ci regala, e che l’educazione deve oggi in modo del tutto particolare valorizzare e potenziare, se è vero che l’eccesso di razionalizzazione tecnologica del mondo e della vita ha respinto il mondo simbolico non solo ai margini della vita sociale, ma anche ai margini della coscienza dell’uomo e del mondo contemporaneo, producendo di conseguenza un accrescimento dell’inconscio collettivo delle società e di quello individuale dei soggetti. Ben venga dunque questo fare spazio all’esperienza per favorire quel ricupero del mondo simbolico che è così fondamentale per aprire la strada al ritorno del senso e della memoria e alla comunicazione intergenerazionale. Oggi si può comunicare la fede ai ragazzi con il seguente percorso educativo: A partire da situazioni simboliche , emozionali, concrete, capaci di risvegliare gli archetipi religiosi vivere belle esperienze religiose che determinano una propensione del cuore e della volontà , verso il Signore . Cosa vuol dire pastoralmente tutto questo ? Significa che al giovane si è chiamati a narrare la fede con un linguaggio della modulazione, in una comunicazione di amicizia , la quale diviene sempre più una comunicazione di spirito, dove abbondano i segni della comunione. Il linguaggio alfabetico è importante, è necessario ma dovrà intervenire per dare all’esperienza religiosa un preciso contenuto di fede, per evangelizzare l’esperienza religiosa e per dare alla persona un linguaggio capace di abilitarlo a comunicare con tutta la comunità cristiana. Comunica la fede, quindi, un’esperienza cristiana vissuta in un gruppo di affini e qui c’è da sottolineare la grande importanza dei gruppi parrocchiali e associativi, a forte senso di appartenenza, dove vi sono relazioni amicali intense, itinerari di fede coinvolgenti "cuore e testa", sentimento e razionalità, capaci di generare interessi, domande. Interessi, domande, le quali dovranno essere esaudite prevalentemente attraverso percorsi logico-razionali. Concretamente tutto questo significherà: 1. Curare molto la dinamica di gruppo 2. Avere sommamente a cuore che la relazione educativa 3. Coltivare il senso di appartenenza al gruppo 4. Vivere esperienze educative capaci di far vibrare i ragazzi 5. Formare i giovani attraverso esperienze dirette di amore formare i giovani attraverso esperienze dirette di amore 6. Preoccuparsi che la comunicazione della fede non abbia un solo destinatario, il gruppo, ma con esso i singoli ragazzi 7. Abilitare i ragazzi alla redditio fidei, alla missione 8. L’unità tra operatori pastorali, tra operatori pastorali e parroco, tra questi e la comunità
Sfida EDUCATIVA
LE LINEE ORIENTATIVE DEL TERZO AMBITO DEL PROGETTO EDUCATIVO DIOCESANO/1....
24 giugno 2012
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TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
24 giugno 2012
Il premio DON QUILICI
Alla parrocchia di Santa Rosa
LA MADONNA DI FATIMA
na presenza speciale sta U attraversando le parrocchie della Diocesi di Livorno: la statua peregrina della Madonna di Fatima. Prima la comunità a lei dedicata: NS. di Fatima, poi quella di S. Rosa,a Santa Teresa a Rosignano, a Castellanselmo e dalla prossima settimana sarà nella cappella dell’ospedale e nella parrocchia della Madonna (come si può leggere nei programmi a pag 4 e 8). Una scultura piccola, ma che racchiude un immenso significato, ha richiamato in questo tempo centinaia di fedeli devoti a Maria, accompagnandoli nella meditazione e nella preghiera. Il messaggio di Maria di Fatima che invita gli uomini a tornare a Dio e a pregarlo con costanza, vive e si diffonde con forza anche nei giorni del XXI secolo.
Un riconoscimento per chi si dedica con costanza all’impegno civile e alla carità
Prendersi cura degli ultimi DI FABIO FIGARA
l premio, giunto quest’anno alla sua ottava edizione, nasce per iniziativa di don Raffaello Schiavone, precedente parroco di SS. Pietro e Paolo, per riconoscere e promuovere realtà ed individui che si prodigano regolarmente nella Carità e nell’impegno civile, operatori che si muovono silenziosamente in una scena sociale composta da varie realtà e da vari bisogni. «Sono molte le persone che quotidianamente offrono il loro tempo nell’aiutare gli altri con spirito caritatevole o con forte senso civico – spiega Paolo Tiso, coordinatore dell’iniziativa – mettendo così in pratica le parole ed i gesti del nostro don Quilici, costantemente impegnato, nella Livorno del suo tempo, nella cura degli ultimi. Con questo premio vogliamo dare risalto a situazioni non da “prima pagina”, ma che meritano veramente di avere sostegno da parte della comunità religiosa merendine, succhi di fermata del furgone si e non.» frutta e acqua in modo presentano anzitutto Il riconoscimento da poter offrire un pasto individui di varie consiste nella consegna completo, e poi si nazionalità, europee o di un attestato di merito recano con il furgone africane, spesso con e nell’offerta di un della Parrocchia per le difficoltà con la nostra assegno da 500 euro per strade, offrendole a chi lingua e con credo ogni premiato. La quota ha bisogno. I punti di religioso diverso. «Ad è raccolta ogni anno sosta sono di solito esempio la pasta deve dalla Parrocchia dei SS. Piazza Damiano Chiesa, essere condita Pietro e Paolo – di cui Piazza del Logo Pio e possibilmente con don Quilici fu primo Piazza Dante, con pomodoro e i panini parroco – e dalla ulteriori “fermate” in non devono contenere Congregazione delle via Grande o lungo il prosciutto e simili: Figlie del Crocifisso. percorso, a seconda infatti, di solito, Quest’anno i premi vengono riempiti sono stati consegnati con del formaggio. «Quest’anno i premi ai rappresentanti del Purtroppo, per la gruppo della Ronda presenza di carne di sono stati consegnati della Carità della maiale, i ai rappresentanti Parrocchia di S. musulmani Giovanni Bosco, in potrebbero del gruppo della Ronda Coteto, e al dott. rimanere a digiuno, della Carità Salvatore Nasca, e ciò della Parrocchia direttore dell’Ufficio comporterebbe il esecuzione penale rischio di litigi in di S. Giovanni Bosco, esterna di Livorno. strada con gli stessi in Coteto, e al dottor «La Ronda della operatori della Salvatore Nasca, Carità – spiega Rocco Ronda.» Moschella, Gli Italiani che direttore dell’Ufficio intervenuto in chiedono un aiuto esecuzione penale esterna rappresentano solo rappresentanza del Gruppo della Ronda il cinquanta per di Livorno» –opera dalla seconda cento del totale, e metà degli anni provengono da Novanta per portare delle segnalazioni che varie parti d’Italia, ed i beni di prima necessità arrivano. Considerando livornesi rappresentano a coloro che si trovano anche le scorte di panini solo un dieci per cento per strada.» Nata grazie che ogni sera ci di questi. «Le situazioni all’iniziativa di alcuni vengono offerti dalla sono spesso critiche e parrocchiani di Coteto, Caritas diocesana, la sempre più riguardano e diretta dal parroco quantità di bottiglie cinquantenni che don Luciano Musi, oggi d’acqua offertaci dal hanno perduto il la Ronda della Carità Rotary Club e quanto lavoro.» può contare sull’aiuto donatoci da negozi di Ed è proprio contro di più di cento alimentari, bar e l’abbandono dei volontari, tra famiglie pizzerie a fine giornata, bisognosi che si ed operatori “in strada”: siamo in grado di concentra la gratuità infatti, nel corso degli soddisfare le esigenze di dell’intervento anni, è arrivata quasi settanta persone a caritatevole o civile, ed i un’ottima risposta sera, in alcuni periodi bisognosi non sono anche dalle altre anche ottanta o solo coloro che Parrocchie, novanta.» dormono sotto un permettendo così di Se all’inizio il ponte. Proprio per creare fenomeno dei questo, per il suo un’organizzazione senzatetto era un po’ impegno lavorativo nei pronta a risolvere varie più contenuto, e quindi confronti dei detenuti, esigenze, con un preciso permetteva di avere un insieme ai calendario dei turni per rapporto molto più rappresentanti della ogni mese, da settembre “familiare” con i Ronda è stato premiato a giugno. «Ogni sera bisognosi o con le anche Salvatore Nasca due famiglie preparano famiglie in difficoltà, che si occupa, insieme in tutto tra le cinquanta con la crisi economica e ai suoi collaboratori, di e le sessanta vaschette di l’immigrazione di oggi è seguire il percorso di pasta e le danno ai molto difficile riuscire recupero e di reintegro volontari di turno della ad essere preparati a dei detenuti nella Ronda, i quali le confrontarsi con varie società e di coloro che si confezionano in realtà e con esigenze trovano a dover altrettanti sacchetti con sempre diverse. Alla scontare la pena fuori
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dal carcere. «Il nostro lavoro spiega Nasca durante la conferenza – ci permette di aiutare coloro che hanno vissuto l’esperienza del carcere a riprendere in mano la propria vita. Perché dobbiamo ricordare che la pena non è solo uno strumento di detenzione fine a sé stesso, ma una modalità di recupero di un individuo per il suo bene e per quello della collettività.» Senza un adeguato supporto, molti carcerati, una volta scontata la pena, rimangono abbandonati a sé stessi in una società che spesso appare loro estranea. Considerando anche i pregiudizi, è molto difficile il loro reinserimento nel mondo del lavoro, nonostante esistano delle agevolazioni fiscali per coloro i quali volessero assumere personale con carichi pendenti. L’ufficio di Nasca, attraverso il coordinamento con autorità locali e varie associazioni di volontariato tra cui Libera e il Ceis, porta avanti progetti di educazione alla legalità e stage formativi di lavoro: alcuni ex detenuti hanno scelto volontariamente, dopo tali esperienze, di andare nei campi di lavoro sequestrati alla mafia e gestiti dall’associazione Libera. «Il carcere non è la soluzione definitiva, il problema è “il dopo”.» E nell’operato di don Quilici, la cura e il conforto dei detenuti erano all’ordine del giorno. «Ho conosciuto don Quilici grazie ad un mio carissimo amico, Riccardo Neri – continua Nasca – e da
subito ho potuto apprezzare la forte unità tra la dimensione spirituale e quella sociale che convivevano nella figura di questo sacerdote, e che sono tutt’ora attuali. I suoi sforzi erano profusi nel cercare di scuotere la comunità del tempo, a cominciare dai governanti, con cui aveva vari rapporti epistolari, fino ad arrivare all’esposizione di un primo progetto di riforma penitenziaria. Non posso fare a meno di pensare che il Vangelo possa concretizzarsi solo nella pratica dei principi che sono in esso contenuti, e don Quilici ha incarnato questa prospettiva.» Purtroppo il quadro normativo ed economico crea difficoltà in termini di ulteriori progetti futuri: benché esistessero già normative inerenti piani di recupero dal 1975, vari eventi - tra cui il terrorismo e le stragi mafiose - hanno portato il legislatore ad introdurre ulteriori regole per l’applicazione del “carcere duro”, limitando però fondi ed iniziative degli uffici pubblici adibiti al recupero postdetenzione. «Tuttavia è possibile contare ancora su sostegni fondamentali, in termini economici e materiali, quali la Caritas diocesana con cui, grazie al contributo della Cassa di Risparmio, vorremmo creare alloggi temporanei per coloro che, usciti dal carcere, devono lentamente reintrodursi nella società civile, e poi con la Provincia di Livorno o con associazioni come l’A.R.C.I., che gestisce un centro appositamente dedicato.» Dopo la premiazione, avvenuta per mano del parroco di SS. Pietro e Paolo, don Jean Michel Moukouba Bamana, e di suor Monica Barbato, superiora della Congregazione delle Figlie del Crocifisso di Livorno, gli organizzatori hanno salutato tutto il pubblico presente, invitandolo a partecipare alla prossima edizione.
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
24 giugno 2012
VII
L’idea ecologica di una giovane ragazza
La Chiesa è unica e grande
Green bike
Diverse comunità straniere riunite nella chiesa di San Pietro e Paolo per celebrare una messa tutti insieme olti sono i volti dai diversi colori che abbiamo nella nostra Diocesi accanto ai quali spesso camminiamo senza quasi accorgercene, ma che da diversi anni hanno intrapreso un cammino per dar vita alle loro speranze e aspettative che nelle terre natie purtroppo avevano visto precluse. Proprio con loro e per loro è stata celebrata una Eucaristia presieduta da monsignor Simone Giusti il quale ha sottolineato come questa celebrazione esprima nella sua pienezza la vera “cattolicità” anche all’interno della Chiesa livornese, perché la Chiesa è unica e grande e formata da tanti popoli ed etnie. Nella fattispecie, le comunità senegalesi e filippine molto numerose qui da noi, hanno riempito metà della Chiesa dei S.S. Pietro e Paolo e con i loro abiti coloratissimi e
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sgargianti e con i loro strumenti e canti, hanno fatto gustare la bellezza della varietà dei modi di dare gloria a Dio. La parabola del granello di senape proposta dalla Liturgia ha invitato a porre l’attenzione sul fatto che Cristo vuole che il suo seme di vita eterna possa raggiungere tutti per poi crescere e diffondersi. Il messaggio cristiano, non è una filosofia o ideologia, ma è la Parola che si è incarnata e che in ogni celebrazione eucaristica si fa cibo perché chi si nutre di Cristo, sempre più diventerà a Lui conforme e quindi partecipe della vita eterna. Il Vescovo ha pertanto sollecitato ad una maggiore frequenza alle celebrazioni eucaristiche nelle quali è lì che abbiamo la vera Chiesa, perché è Cristo che convoca ciascuno di noi e ci fa diventare comunità. La comunità riunita
no dei modi migliori per girare U tra le strade di Livorno è senza dubbio l’utilizzo della bicicletta. A
che celebra e si nutre del suo Corpo e del suo Sangue, sempre più deve farsi trasformare da Lui per poter dire come san Paolo: “non son più io che vivo, ma Cristo vive in me”. La “cristificazione” è dunque possibile solo se diamo il primato alla vita
spirituale e se abbiamo un amore appassionato al Cristo crocifisso, in questo modo testimonieremo che la nostra vita ha in Cristo il nostro fine e quel piccolo granello di senape è talmente cresciuto in noi da dare molto frutto. Mo.C.
Gli incontri sui documenti del Concilio alla parrocchia dei Salesiani
Il popolo di Dio a servizio dell’uomo LA GAUDIUM ET SPES La Gaudium et spes -ha detto don Gino Berto nell’aprire il terzo incontro sui documenti Conciliari- rappresenta l’interazione tra laici e sacerdoti nella ricerca di una Chiesa che corrisponda sempre più all’immagine di Dio. Si tratta di un documento complesso, forse lasciato volutamente interrotto in qualche sua parte, fortemente voluto da Paolo VI. La prof.ssa Maria Enrica Senesi, entrando in argomento, ha chiarito che la Gaudium et spes è incentrata sul dialogo fra la Chiesa e il mondo moderno. Nella Ecclesiam Suam vi è la chiave di lettura per l’ecclesiologia del Vaticano II, lì si dice che tocca al Concilio “descrivere nella sua vastità e complessità” e risolvere “nei termini migliori” il problema del dialogo fra la Chiesa e il mondo moderno. Una Chiesa che è nel mondo proprio a ragione dell’uomo, una Chiesa che si chiude allo scandalo delle divisioni e ricerca ciò che unisce sia tra le diverse religioni, sia tra le confessioni cristiane. È una “costituzione pastorale” che dunque ha a cuore il destino dell’uomo e usa il linguaggio più adatto per raggiungerlo e si propone l’incontro dell’amore di Cristo con l’uomo dentro la realtà attuale. Parlando della struttura della Gaudium et spes la relatrice ha sottolineato che si parte sempre dall’uomo e non dagli enunciati dottrinali, si usa cioè il metodo induttivo, si privilegia la sua situazione reale per arrivare a Cristo vera luce per l’uomo. C’è un intento pastorale nella prima parte e uno dottrinale nella seconda che consta di “elementi non solo immutabili, ma anche contingenti”, vi sono perciò pagine che si rivolgono sia ai credenti che ai non credenti. Ma quanto della lezione della Gaudium et spes è stato sufficientemente assimilato? Si può dare diverse risposte a questa domanda -ha aggiunto Maria Enrica Senesi- “no, si, non abbastanza”. Don Severino Dianich al proposito ha messo in risalto come il dialogo oggi sembri essere sempre più in ombra. Cresce l’ostilità verso la Chiesa “si
diffonde l’idea che il cristianesimo non sia in grado di dare un contributo positivo allo sviluppo dell’umanità”, mentre è invece proprio questa la missione della Chiesa. È senz’altro per questo motivo che Benedetto XVI ha proposto l’Anno delle fede in occasione del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II. La Gaudiun et spes si propone di riscoprire l’unione della Chiesa con l’intera famiglia umana, contro la crisi dei valori e la crisi di vocazione, vuole condurre l’uomo a riscoprire il senso profondo della sua fede tramite una Chiesa “calda di umanità, perché viva di umanità”. Chiesa dunque sempre al servizio dell’uomo, Chiesa che ha il dovere permanente di scrutare i segni dei tempi per cogliere gli interrogativi più profondi dell’uomo nelle sue contraddittorietà e proporgli il senso ultimo della propria esistenza che è Cristo. È Cristo che dà senso, speranza, fiducia, progettualità per il futuro a tutti gli uomini. Che fare -ha concluso la relatrice- di fronte alla crisi della fede? Bisogna riscoprire il nostro essere cristiani, aiutati da una Chiesa, centrata sull’uomo, che pone attenzione al quotidiano, al territorio, ai bisogni culturali e spirituali. Una Chiesa di evangelizzazione e di accoglienza nei confronti del mondo, che si esprime non solo nel dare ma anche nel ricevere, che si sviluppa “nel crescere insieme”. LA DEI VERBUM La Dei Verbum è stata invece spiegata da don Roberto Filippini, docente di Sacra scrittura allo Studio Teologico di Camaiore e Rettore del Seminario di Pisa. La Dei Verbum -ha detto don Gino Berto introducendo l’argomento- affronta un tema importante perché riguarda la nostra esperienza di fede. Si tratta di un documento travagliato che ha avuto ben cinque stesure e ha visto l’intervento diretto di Paolo VI e alla fine ha trovato l’approvazione quasi totale dei Padri Conciliari.
Il documento si pone al centro di un percorso di studi biblici che ci fa comprendere quale sia la Parola di Dio nella vita di un cristiano, con questo documento il Concilio ha voluto mettere la Bibbia in mano ai cattolici che prima ne erano esclusi. Don Filippini ha definito la Dei Verbum, usando le parole del Padre Congar, una Magna Charta o “la perla” del Concilio. Durante il Concilio è stata causa di conflitti e di confronti e tuttora è al centro di un dibattito vitale per la Chiesa. Affronta alcune questioni fondamentali quali la Rivelazione come fondamento della nostra fede. La Chiesa è sotto la signoria della Parola ed è solo in questo modo che potrà svolgere il suo ministero di comunione, è “il rivelarsi di Dio” in una esperienza reale e non teorica, cioè “annuncio gioioso al mondo intero”. Si pensava che la Dei Verbum fosse approvata in pochi mesi invece c’è voluto tutto il Concilio, dal novembre 1962 al novembre 1965, per arrivare ad una soluzione quasi unanime, il testo finale è il frutto appassionato del modo in cui la fede doveva essere annunciata alla realtà dell’uomo d’oggi. Nella Dei Verbum si rileva la dimensione della gratuità come grazia di Dio, la dimensione dell’amore di Dio che comunica se stesso attraverso il suo piano, il suo disegno che Egli ha nella storia, mediante il quale gli uomini, per mezzo di Cristo, possono entrare in intimità con il Padre. Si entra così nella dimensione di una partecipazione diretta con Dio che parla agli uomini come ad amici attraverso una dimensione dialogica e interpersonale. La tradizione -ha terminato il relatore- fa crescere i fedeli nella comprensione della Parola di Dio, la Chiesa si rende dunque partecipe di una “trasmissione dinamica” che rende operanti le Sacre scritture attraverso i tempi, la tradizione si esprime perciò in un rapporto armonioso tra rivelazione e Bibbia. Gianni Giovangiacomo
questo proposito una giovane ragazza di 21 anni, livornese di adozione, ha avuto una splendida idea: con il contributo della provincia di Livorno, che le ha concesso un finanziamento di 25.000 euro, ha deciso di aprire un noleggio di biciclette ecologico, Green Bike appunto. Un modo interessante per far scoprire ai turisti le principali caratteristiche della nostra città, riuscendo a visitare i luoghi di maggiore interesse quasi sempre chiusi al traffico o difficilmente raggiungibili con altri mezzi, come il quartiere delle Venezia, in cui è ubicato il negozio, il centro città e l’area del mercato. Un progetto che mira alla salvaguardia dell’ambiente e cerca di sensibilizzare i cittadini a un mezzo di locomozione pratico e soprattutto più economico. Elisa ha avuto occasione di visitare varie città europee come Amsterdam e Copenaghen e là, dove quasi tutti gli abitanti si spostano con la bici, ha preso lo spunto per realizzare questa attività. Con l’aiuto di vari amici è riuscita a mettere su il negozio: un giovane architetto ha provveduto alla realizzazione degli interni, utilizzando materiale di riciclo, dal tavolo alle lampade. Un altro amico si è dedicato alla realizzazione della grafica del sito internet e dei volantini. Non è ancora avvenuta l’apertura ufficiale ma Elisa, che passa gran parte della sua giornata all’interno del negozio per gli ultimi preparativi, ha già noleggiato delle bici a una coppia di turisti, che sono rimasti soddisfatti del servizio e colpiti dalla tranquillità dei livornesi sdraiati sugli scogli a prendere il sole. Per il giorno dell’inaugurazione Elisa ha in programma un piccolo gioco, una pedalata sul lungo mare fino alla Terrazza Mascagni con dei premi finali sempre legati al mondo delle biciclette. I prezzi vanno da un minimo di euroi,50 l’ora per le biciclette classiche a un massimo di euro 5 per il tandem. Il noleggio è previsto anche per tutto il giorno o per l’intera settimana, con uno sconto del 50% ai cittadini. Per i bambini vengono forniti seggiolini o taxi driver, trasportini con le ruote, casco e lucchetto. All’interno del negozio vi sono degli armadietti dove è possibile lasciare zaini o piccole valigie. Per visitare la città in maniera più approfondita saranno anche organizzati degli itinerari culturali ed enogastronomici con la possibilità di una guida bilingue. Alice Carpentiere
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TOSCANA OGGI 24 giugno 2012
LA SETTIMANA DI LIVORNO