La Settimana n. 24 del 22 giugno 2014

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IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

22 giugno 2014

na Chiesa nella quale l’Eucarestia sia veramente fonte di vita non U può chiedere soltanto di "andare a Messa"; essa deve insegnare ai suoi figli il cammino che l’Eucarestia richiede: "Egli ha dato la sua vita per noi, anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli". Versante dunque di celebrazione del rito, ma anche versante di celebrazione della vita. È questo il ritmo che Gesù ha assunto dalla celebrazione della Pasqua ebraica, consumata attorno ad una tavola sì, ma anche con i calzari ai piedi e con il bastone in mano per andare oltre: l’oltre di Gesù che, dopo la cena, va verso il Calvario; l’oltre del Vangelo di Giovanni dove Gesù raccomanda il servizio sino alla lavanda dei piedi...l’oltre di una Chiesa comunione che deve diventare Chiesa missione. ("Il dopo Sinodo" - 8 settembre 1985)

Nel 450° anniversario di Maria di Montenero patrona della città, le 120 edicole di Livorno adesso visibili sul web. L’intervista a Gaetano Mastrorilli, autore del progetto

La google map di Maria el 450° anniversario della un’applicazione su server web proclamazione della (basta un browser per accedervi) che Madonna di Montenero a consente di georeferenziare la patrona della città di Livorno, posizione di un oggetto (ovvero di la Diocesi ha voluto dare visibilità ad assegnargli una coppia di un ricchissimo patrimonio di devozione coordinate geografiche) per la sua popolare che spesso resta nascosto: le visualizzazione su mappa. edicole votive. Tempietti, immagini, Punto di riferimento del lavoro bassorilievi, sculture che raffigurano la svolto è stato il libro-guida di Vergine, spesso l’icona Brugnoli-Cecchi di Montenero, visibili Toncelli-Montecucco, Sul link web agli angoli delle risalente all’Aprile http://goo.gl/VTYxfD del 1997 e strade, sopra i portoni, piccole opere d’arte contenente un ogni utente potrà realizzate grazie al parziale censimento individuare le edicole delle edicole, da cui è contributo del popolo livornese, tanto devoto stata creata una base sulla mappa a Maria. di dati con le di Google E come dare visibilità informazioni delle a queste edicole, in particolare raffigurazioni, se non attraverso gli indirizzi. Database alla mano, Internet: nell’epoca degli smartphone e sono stati fatti sopralluoghi su tutte dei tablet si è deciso di le edicole censite per stabilirne con “georeferenziare” le immagini, cioè precisione al metro la posizione (in renderle disponibili su una mappa termini di coordinate geografiche) e google perché attraverso i nuovi mezzi per l’individuazione dell’indirizzo tecnologici possano essere raggiunte, (specificando il numero civico, osservate e magari, davanti ad essere laddove possibile, altrimenti i due possa sgorgare spontanea una civici consecutivi entro i quali preghiera, una richiesta di aiuto e risulta posta l’edicola, o attraverso intercessione ed infatti ad ogni di un incrocio d’angolo). In questa immagine è stata abbinata una litania fase è stato fatto il servizio mariana. Abbiamo intervistato fotografico di tutte le edicole Gaetano Mastrorilli, che ha curato e individuate, per una media di otto realizzato questo progetto per la Diocesi scatti per ciascuna di esse, secondo le migliori condizioni di luce, Un progetto ambizioso ma posizione fotocamera, apertura fattibile quello della diocesi: diaframma e velocità di scatto. catalogare le edicole mariane e Durante i sopralluoghi sono state metterle online per avere questo individuate ulteriori postazioni, patrimonio a portata di non censite nel libro, che sono state smartphone... in che modo hai inserite nel database, foto incluse. deciso di procedere per Poi è stata selezionata la foto realizzarlo? Come si accede alla migliore per ciascun’edicola (in mappa? alcuni casi ne sono state scelte due o «Indubbiamente si è trattato di un tre per rappresentarne meglio la lavoro molto interessante: collocazione) ed è stato applicato il raccogliere, se pur in un mondo fotoritocco della foto (per il ritaglio virtuale, la ricchezza culturale dell’immagine, per l’eventuale costituita da queste testimonianze correzione della distorsione di fede che sono le edicole votive. prospettica, dove la posizione Per farlo ho valutato gli strumenti reciproca fotocamera-edicola non che la tecnologia rende disponibili e ha consentito una perfetta la scelta è ricaduta sulla piattaforma rappresentazione dell’immagine, di Google “Maps Engine”. Si tratta di per l’eventuale bilanciamento dei

N

toni cromatici). Una volta perseguite le azioni suddette, si è proceduto con due azioni parallele: il caricamento delle immagini in alta qualità sul server web della Diocesi e quello del database sulla piattaforma Google Maps Engine. Attraverso la digitazione di un link web pubblico (http://goo.gl/VTYxfD), ogni utente da PC, senza obbligo di registrazione, potrà individuare le edicole sulla mappa interattiva di Google, cliccando sul segnaposto di ciascuna di esse, visualizzandone il cartiglio con l’immagine (di cui potrà scaricare anche la versione in alta definizione) e le informazioni. L’utilizzo da smartphone o tablet è similare, ma prima occorre scaricare da Play Store l’APP “Google Maps Engine” (ne esiste una similare anche per I-Phone)». Tu hai realizzato il portale della parrocchia di S. Sebastiano e quello della Caritas, come valuti questo progetto anche alla luce di questi tuoi lavori? Pensi che avere le edicole su internet possa essere utile? Le persone sono invogliate a "curiosare"? «Indubbiamente il progetto delle edicole potrà essere diffuso e distribuito anche tramite i portali come quelli citati. Predisporrò un bottone di navigazione su ciascun sito web grazie al quale gli utenti saranno direttamente collegati alla mappa delle edicole. Il patrimonio delle edicole votive di Livorno potrà così essere facilmente e “viralmente” diffuso con i canali web e social. Le comunicazioni viaggiano per il oltre il 50 % su internet: sarebbe stato un peccato rinunciare a quest’opportunità». Ad ogni edicola è stata abbinata

I tempietti dedicati ai Misteri del Rosario lungo la via di Montenero ed un’edicola rimasta vuota. Nelle altre foto alcune delle edicole più belle: quella a sinistra in via fratelli del Conte; l’altra dedicata a Maria di Montenero in via S. Carlo angolo via Crimea e sotto

una litania alla Madonna eventualmente da recitare davanti all’immagine, secondo te può diventare davvero internet anche un veicolo per far crescere la dimensione spirituale? «Abbiamo sotto gli occhi che oggetti come La Bibbia, i libri agiografici, le raccolte di preghiera, i giornali d’ispirazione religiosa, le pubblicazioni di pastorale, hanno anche un’anima digitale. Non di rado ci è capitato di vedere un sacerdote viaggiare al seguito di un e-book reader, magari contenente, oltre la Bibbia e il breviario, chissà quanti libri e forse anche gli mp3 del Rosario. Abbiamo visto i giovani della Pastorale giovanile di Livorno darsi appuntamento sul blog e sulla loro pagina Facebook. Non so se internet farà crescere la dimensione spirituale, certamente è un mezzo sul quale viaggiano informazioni, notizie, opere letterarie, poesia, musica e tutto ciò che qualche tempo fa era disponibile solo in modalità cartacea. Per questo motivo non si può non essere presenti: auspichiamo che forme di accesso alle risorse “comode” e veloci possano comunque favorire l’accostamento al senso del divino». Cosa ti resterà di questo lavoro? «Innanzitutto il piacere di avere creato qualcosa di utile per tutti, fedeli e non. Avendo girato in lungo e in largo la città, soprattutto nei sabato e domenica, ho avuto il

tempo di riflettere sul fatto che Livorno è un luogo che vive dei propri quartieri, dove in ciascuno si respira un’aria differente per abitudini, costumi, tratti urbanistici, condizioni economiche. Il quartiere che più mi è parso forte della sua autonomia culturale è Antignano, quasi una roccaforte, bello per la sua posizione più elevata rispetto al cuore della città e accarezzato dalla brezza marina. Ho avuto anche l’occasione di interloquire con qualche passante che mi chiedeva incuriosito che cosa stessi fotografando. Più che mai ho avuto testimonianza che Livorno è un “Cacciucco” di culture, idee, convinzioni. Chi spavaldamente mi ha deriso per quello che stavo facendo, chi mi ha ringraziato per avergli fatto notare quell’immagine che mai prima aveva visto, chi mi aperto le porte per consentire di fotografare meglio un’immagine interna a un cortile, chi ha sentenziato che in certi luoghi l’accesso non è consentito “per nessun motivo”, chi mi ha raccontato che quell’edicola con la statua della Madonna esiste perché voluta in memoria di sua figlia, morta nelle vicinanze falciata da un’auto in corsa nel 1989. Infine, ricordo un piccione disorientato che, poggiato alla base di una nicchia vuota, sembrava dire: “Ma quando ce la rimettete l’immagine della Madonna?”» c.d.


II

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

22 giugno 2014

Cristiani ed Ebrei insieme ad Assisi

I Salmi nella tradizione ebraica l 2 giugno sarà ricordato per il dialogo tra Iimportantissimo ebrei e cristiani di Livorno come un evento storico per le due Religioni. Infatti, il Rabbino Capo di Livorno Rav Yair Didi, la Corale Ebraica Ernesto Ventura e moltissimi aderenti all’Associazione dell’Amicizia EbraicoCristiana di Livorno, rispondendo all’invito fatto nel febbraio scorso dal Direttore del Centro Ecumenico Mondiale dell’Ordine Francescano, frate Silvestro Bejan, si sono recati ad Assisi per presentare all’Ordine Francescano e agli abitanti di Assisi, la tradizione dei Salmi nella Liturgia. Padre Maurizio Gambetti, Custode del Sacro Convento di San Francesco, nel porgere i saluti, ha espresso sentimenti di rispetto e reciproca comunione con nel cuore l’aspettativa di vivere un momento di profonda preghiera attraverso la musica perché proprio da Assisi si innalza la preghiera per la Pace all’unico Dio che anche Papa Francesco nel recente Pellegrinaggio a Gerusalemme ha invocato con vigore. Ha quindi consegnato al Rabbino Capo Yair Didi la medesima lampada che arde perennemente sulla tomba di San Francesco, segno della fede nel Dio di Abramo che percorre le strade di riconciliazione, pace e fraternità. Il Rabbino Capo Rav Yair Didi ha quindi presentato la preghiera del Salmi che secondo il Talmud è stata scritta da David insieme a dieci uomini anziani. La preghiera inizia sempre con la lode, segue la richiesta e si conclude con il ringraziamento. Pur non avendo Dio bisogno della lode perché l’uomo non può conoscere Dio nel mondo, come si può allora conoscere Dio? La risposta è nell’ammirare le meraviglie compiute da Dio nella creazione; a tal proposito il Salmo 111 esprime la gratitudine per le grandi opere del Signore. Se con la lode arriviamo a conoscere Dio, questo però non basta; dalla preparazione alla preghiera con la lode è necessario arrivare alla preghiera stessa che consiste nel contatto con Dio: la Torah dice che va servito tutto il cuore. Segue poi il ringraziamento perché riconosciamo che tutto viene da Dio e che ogni giorno rinnova il mondo. Il dr. Daniele Bedarida, Consigliere Nazionale dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane ha fatto notare come i Salmi nel Santuario di Gerusalemme venivano eseguiti accompagnati da molti strumenti che riproducevano la musica dello spirito. Nel Talmud si narra che il re David tenesse sopra il letto un’arpa la quale, con la brezza del vento risuonava, ed egli svegliandosi componeva i Salmi. Tutti giorni gli ebrei li recitano e ve ne sono per tutte le circostanze della vita; e l’uomo facendoli propri,

Il Dalai Lama A LIVORNO

Lo storico incontro con il Vescovo Giusti

L’amore è la via che unisce U

n incontro tra due uomini che hanno fatto l’esperienza di Dio, due testimoni di fede, due operai dell’amore universale, quello tra mons. Simone Giusti, vescovo di Livorno e Tenzin Gyatso, XIV dalai lama del Tibet. Una stretta di mano lunga tutto il colloquio e parole di unità che sgorgano dal cuore, senza discorsi ufficiali e preconfezionati. Gli uomini di oggi –si sono detti il Vescovo e il Dalai lama hanno perso la bellezza dell’incontro con Dio, dobbiamo collaborare per aiutarli a ritrovare la loro dimensione spirituale, ma dobbiamo farlo non solo con le parole, ma attraverso il nostro essere, il nostro vivere, raccontarlo con la vita. Quanti uomini che vivono la fede solo di facciata, “sugli abiti”, dobbiamo essere capaci di testimoniare Dio, l’amore universale, con l’esempio. E il Dio che abbiamo incontrato e che dobbiamo portare agli altri non è che l’amore. L’amore universale per tutti gli esseri: è questo che ci unisce; lo facciamo conoscere agli altri in modi diversi, secondo tradizioni diverse, ma con lo stesso intento. L’amore è l’unica via, solo l’amore salva.

«Ci vedete vestiti diversamente ma siamo fratelli spirituali, con lo stesso intento: portare l’amore tra gli uomini. Diverso è l’approccio, ma non la meta»

ringraziato il Dalai lama per la sua presenza e per la sua testimonianza di uomo di Dio: «il mondo di oggi – ha detto mons. Giusti – crede solo a dei testimoni; Dio non è un’idea, un teorema matematico, che se “mi torna” credo, altrimenti no, non è un prodotto del nostro cervello, ma è il frutto di un’esperienza: chi l’ha

incontrato sa cos’è l’amore, chi invece non l’ha incontrato è come colui che, perso in un bosco, cerca ancora la strada di casa». E poi scherzando ha continuato: « E il Dalai lama è un’ottima guida alpina, che sa condurre a Dio per trovare la via di casa». Mons. Giusti si è scusato di non poter restare oltre, perché

Poi insieme, sempre per mano, il Dalai lama ed il Vescovo, unitamente anche a don Piotr Kownacki, responsabile dell’ufficio diocesano per il dialogo interreligioso, sono saliti sul palco del Modigliani forum per salutare la platea. «Ci vedete vestiti diversamente – ha detto il Dalai lama ai presenti – ma siamo fratelli spirituali, con lo stesso intento: portare l’amore tra gli uomini. Diverso è l’approccio, ma non la meta». Mentre il Vescovo Simone, ha

alla parrocchia dei Ss. Cosma e Damiano di Nugola lo aspettavano per le Cresime, ma, ridendo,il Dalai lama si è detto “contento” di questa dipartita, perché essendo una giornata di iniziazione spirituale, avrebbe parlato dal trono e si sarebbe sentito a disagio con un fratello spirituale, come il Vescovo, seduto su una sedia più bassa e sarebbe stato difficile trovare una sedia di pari altezza all’ultimo momento! Il dono di una sciarpa candida da parte del Dalai lama, l’inchino di saluto ed un abbraccio fraterno hanno concluso questo incontro storico per la città di Livorno, ma anche per i protagonisti: «Questo momento non lo dimenticherò mai – ha detto mons. Giusti, uscendo dal Palasport – trovarsi faccia a faccia con un uomo che ha incontrato Dio è sempre un dono che arricchisce». Chiara Domenici

IL VIAGGIO ECUMENICO DEI VESCOVI DELLA TOSCANA IN GRECIA

Alla scoperta del mondo ortodosso n viaggio ecumenico, quello intrapreso nei giorni U scorsi da alcuni vescovi della Toscana in Grecia. Accompagnati da don Piotr Kownacki, direttore del Ce. DoMEI e responsabile dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della diocesi di Livorno, Mons. Simone Giusti (Livorno), Mons. Fausto Tardelli (San Miniato), Mons. Giovanni Santucci (Massa Carrara), Mons. Antonio Buoncristiani (Siena), Card. Giuseppe Betori (Arcivescovo di Firenze), Mons. Claudio Maniago (vescovo ausiliare di Firenze), Mons. Carlo Ciattini (Massa Marittima), Mons. Stefano Manetti (Montepulciano), Mons. Alberto Silvani (Volterra), hanno conosciuto e scoperto il mondo ortodosso incontrando i vescovi Agathangelos titolare della sede di Fanari , e il Metropilita di Tebe, Giorgio membro del Santo Sinodo ortodosso. I vescovi durante la loro permanenza in Grecia hanno avuto la possibilità inoltre di incontrare l’arcivescovo cattolico di Atene Mons. Nikolao Foskolo e il vicario generale dell’esarcato greco cattolico Mons. Salachas.

acquisisce il senso più profondo della Divina Provvidenza. La corale della Comunità Ebraica di Livorno, diretta dal Maestro Paolo Filidei ha eseguito i Salmi delle diverse festività, secondo la tradizione musicale labronica. Come ha sottolineato il Direttore del Centro Ecumenico Mondiale, frate Bejan, questi canti risuonati nel chiostro, simbolo del Paradiso descritto nel Genesi e nel Cantico dei Cantici, hanno ricreato "un piccolo cosmo ordinato avvolto da aria e luce, con la terra coltivata dall’uomo, l’acqua fonte di vita che vi sgorga dal pozzo. L’uomo nasce come uno che procede da Dio e con questo procedere insieme paradisiaco è avanzare dialogando, è avanzare lodando. L’uomo perciò cammina nel mondo creato come un pellegrino che loda il suo Creatore, come frate Francesco "cantore della bellezza del creato". Questo primo incontro, con spirito di umiltà e di amicizia contribuisce certamente a provocare sempre più profonde tessiture di spiritualità ecumenica non per attenuare la diversità delle molte spiritualità specifiche, che sono ricchezza, bensì per farle maturare attraverso incontri e confronti fecondi. Mo.C.

Queste alcune delle fotografie scattate durante il viaggio; sul sito http://www.diocesilivorno.it/news/articoli/allascoperta-del-mondo-ortodosso, l’album completo

In alto: i vescovi insieme al vescovo ortodosso Agathangelos A lato: i vescovi a colloquio con l’arcivescovo cattolico di Atene Mons. Nikolao Foskolo Qui sopra: i vescovi toscani con i vescovi ortodossi: Agathangelos vescovo titolre di Fanari , e il Metropolita di Tebe, Giorgio, membro del Santo Sinodo ortodosso


TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

Missione ad gentes: una famiglia livornese racconta come ha deciso di partire per andare ad annunciare la Parola di Gesù, laddove non c’è

22 giugno 2014

CONOSCIAMO LA FAMIGLIA Satriano

III

Il secondo incontro di formazione della Caritas

Quando la fragilità diventa un ponte che ci apre all'altro ll percorso formativo di animazione Isvolge alla prossimità, che ogni settima si nella cripta dei Salesiani ha per

EVANGELIZZAZIONE IN ASIA

A disposizione di Dio! i chiamano Cristiano e Noemi, sono sposati da quindici anni e hanno cinque figli: Olga 13 anni, Mattia 10, Ester 7, Pietro 5, Davide 3 e fra poco nascerà un’altra bimba che si chiamerà Giaele. Li abbiamo incontrati e abbiamo chiesto loro di raccontarci la bellissima avventura che si apprestano a vivere tra qualche mese

S

A settembre lascerete il lavoro, la vostra casa per andare in Asia: che cosa andrete a fare? «La nostra famiglia fa parte di una missio ad gentes in partenza per andare ad evangelizzare in Asia. La missio ad gentes è una forma di implantatio ecclesiae; cioè un gruppo di persone, che danno disponibilità a Dio, per portare la buona notizia, che Cristo è risorto, in parti del mondo dove Dio non è conosciuto o dove la Chiesa è presente ma non è radicata nella vita delle persone. In pratica si tratta di andare a rendere presente che Dio esiste, che ci ha salvato la vita e dirlo a chi non lo conosce. Nel caso della missio ad gentes, è una testimonianza che si fa soprattutto con la presenza; una testimonianza silenziosa, come quella di Cristo sulla croce. Ci sono persone qua che hanno bisogno di questo annuncio…ci sono persone anche in altre parti del mondo che hanno diritto allo stesso annuncio». Allora perché non rimanere qui? «Per rispondere a questa domanda è necessario fare un passo indietro. Io e Noemi, già da fidanzati eravamo innestati nella Chiesa, anche se in due parrocchie diverse di Livorno. Quando ci siamo sposati eravamo due baldi giovani entusiasti per l’avventura che stavano per intraprendere: formare una nuova famiglia cristiana,…ma mai avremmo pensato tutto questo! Dopo il matrimonio abbiamo continuato insieme un cammino di fede basato su un ascolto più regolare e approfondito della parola di Dio. Negli anni successivi, la vita si è rivelata a noi con tutte le sue difficoltà e i

combattimenti di ogni giorno: problemi di relazione nel matrimonio, soldi, affanni nel crescere i figli. Di pari passo però è continuato anche questo rapporto con Dio attraverso le scritture, che lentamente negli anni ci ha portato a fare un’esperienza concreta di Cristo risorto nella nostra vita. E’ da qui che tutto è nato. Nel tempo ci accorgevamo che nonostante le nostre incapacità e limiti, in Gesù Cristo riuscivamo a trovare consolazione, sollievo per le nostre paure, un’esperienza che è diventata sempre più concreta. Da questo incontro con Cristo abbiamo preso la forza per accogliere i figli e ad educarli alla fede, nonostante tutte le difficoltà e le fatiche, fino a che il vederlo operare con così tanta potenza nella nostra vita ha fatto nascere dentro di noi un forte senso di gratitudine verso Dio. Ecco che abbiamo sentito dentro di noi il desiderio di mettere la nostra vita e quella dei nostri figli a disposizione di Dio per l’evangelizzazione del mondo. Abbiamo ricevuto una chiamata…abbiamo detto si…e a Dio piacendo nel mese di Settembre partiremo per l’Asia, lasciando lavoro, amici e parenti».

con bonifico bancario: BANCA CR FIRENZE Satriano Cristiano / Pampana Noemi IBAN: IT51F0616013920148800313178 con bollettino postale: POSTE ITALIANE Satriano Cristiano n° conto: 1020078166

saranno duri e dovranno accettare anche loro di fare dei sacrifici, ma non abbiamo dubbi che serviranno per la loro crescita come persone e come cristiani. Non sarà facile, ma quello che ci consola è aver parlato personalmente con famiglie in missione sia in Asia che in Europa e vedere che i loro figli stanno bene. Abbiamo contatti con loro e continuamente ci dicono che Dio è fedele». I vostri figli come hanno preso questa decisione? «All’inizio c’è stata molta sorpresa e un po’ di combattimento, soprattutto per i più grandi che hanno già messo "radici" e dovranno allontanarsi dai loro amici e dalle loro abitudini. Però i figli vedono anche lontano e riescono a cogliere quest’esperienza come un’avventura e siamo convinti che per loro sarà un bagaglio che si porteranno dietro tutta la vita e che non dimenticheranno mai».

I parenti e gli amici come hanno reagito? «Senza dubbio è stata una notizia che ha scosso tutti quelli che ci conoscono e stanno intorno a noi. È stata e sarà un’esperienza edificante nonostante anche noi avessimo delle Quante persone paure; c’è però una Se volete parteciperanno a soluzione a tutte sostenerci... queste paure che noi questa esperienza? «La missio ad gentes dentro, in ogni caso portiamo che il Signore ha altrimenti se non le pregate preparato, oltre che avessimo saremmo da noi, è formata da incoscienti. per noi! un’altra famiglia Ma sappiamo di italiana con due poterle superare figli, una famiglia spagnola grazie alla presenza e alla con quattro figli, una forza dello Spirito Santo e famiglia croata con otto figli, della Provvidenza. due ragazze italiane, una Così come il Signore ha agito ragazza cinese, un ragazzo qui fino ad oggi per noi e lo italiano e dal presbitero che è abbiamo visto vivo, così spagnolo». andiamo con questa certezza che Il Signore ci accompagna Con tanti bambini come e ci precederà. farete? A noi basta avere la certezza «L’argomento figli sta a cuore della sua presenza». a noi genitori ma anche alla Chiesa, che è molto attenta a Che cos avi aspettate da tutto quello che riguarda la questa esperienza? loro crescita spirituale, «Sicuramente di trovare la culturale, sociale e affettiva. felicità, per noi, e di trovare Quando saremo là penso che Cristo. faremo come facciamo qui, Il Signore ci aspetta lì perché ci affideremo a Dio che saprà possiamo essere felici…e se guidarci nelle scelte da qualcuno conoscerà Cristo prendere passo dopo passo. grazie alla nostra presenza, Sicuramente i primi tempi saremo ancora più contenti

per aver dato gloria a Dio!» Chi vi aiuta in quest’avventura? «Tutto questo non sarebbe possibile se alle nostre spalle non ci fosse una Chiesa e una comunità di fratelli che prega con noi e per noi e con i quali condividiamo le esperienze importanti della nostra vita. Questo cammino, iniziato quindici anni fa in diverse parrocchie, ha fatto sì che nascesse e crescesse in noi questo desiderio. Sicuramente è un dono di Dio ed è il frutto dell’incontro che tutti noi abbiamo fatto con Cristo risorto. E’ lui che ogni giorno, nella preghiera personale, nella preghiera in comunione con la Chiesa, nei sacramenti, ci ha fatto vedere, nei fatti, che è possibile stare insieme senza limiti di età o di provenienza sociale, che è possibile amarsi nonostante litigi e combattimenti e tutto questo perché lui ci ha amati per primi. In questi anni ci hanno aiutato anche diversi sacerdoti, ed è tuttora fondamentale per noi avere dei catechisti che ci guidano in questo percorso di fede dove, grazie allo Spirito Santo, ci aiutano a vedere la nostra vita con gli occhi di Dio. E’ importante la comunione con la Chiesa livornese e con il nostro Vescovo Simone Giusti, che subito dopo la conferma della nostra chiamata ci ha incontrati e ricordandoci l’importanza della missione di Cristo nel mondo, ci ha incoraggiati ad andare avanti con la sua benedizione, riconfermata con l’incontro in cattedrale del 2 Febbraio scorso». Come possiamo aiutarvi noi da quaggiù? «Non abbiamo neéfinanziatori né soldi da parte. Per questo stiamo cercando fondi necessari per il viaggio e per tutte quelle spese che si presenteranno. Quindi approfitto di questa occasione per dire che se qualcuno fosse ispirato da Dio a partecipare all’evangelizzazione in Asia e vuole aiutarci, può farlo inviando un’offerta. In ogni caso pregate per noi!...e se Dio vuole vi terremo aggiornati» m.b.

titolo"Dall’io all’altro: animare per condividere"; la seconda conferenza era incentrata sul tema: "Educare da una fragilità come risorsa a una prossimità come dono" ed è stata tenuta da Don Francesco Galante, responsabile dell’oratorio della Parrocchia salesiana del Chi educa, non Sacro Cuore. Partendo deve vedere la lettura formazione come dalla di una un processo pagina del libro di di trasmissione Alessandro di nozioni, D’Avenia ma come un "Cose che sa", accompagnamento nessuno che tratteggia il disagio e il malessere dell’adolescente Margherita, don Francesco ha analizzato il tema dell’animazione in chiave pedagogica- antropologica. Che cosa dovrebbe fare un animatore di fronte al disagio di un ragazzo che si sente solo, deluso, insoddisfatto? Ascoltarlo, rassicurarlo, aiutarlo, fargli scoprire il bello che è in lui, ma soprattutto, accogliere le sue fragilità, non vedendole come un aspetto negativo cui va posto inesorabilmente rimedio, ma piuttosto come un ponte che lo apre all’altro. Quando si parla di educazione, non si può, infatti, non considerare il fatto che l’uomo è un essere sociale.

L’uomo nasce dalla relazione e vive per la relazione. La sua identità si costruisce e diventa autentica solo relazionandosi con l’altro e questo lo attesta anche la realtà e le Sacre Scritture. Chi educa, dunque non deve vedere la formazione come un mero processo di trasmissione di nozioni, ma piuttosto come un accompagnamento del ragazzo all’acquisizione di conoscenze e valori, che non può esimersi da una dimensione comunitaria, di gruppo. E’ solo dunque, nella prossimità che ci si realizza, si cresce e si impara a convivere con le proprie fragilità, compensandoci a vicenda perché quello che manca a me è riempito dall’altro, perché è solo nella reciprocità che c’è l’arricchimento. Caterina Lo Russo


IV

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

22 giugno 2014

Agenda del VESCOVO

VENERDÌ 20 GIUGNO Nella mattina, udienze laici in vescovado 11.00 Benedizione di una nuova imbarcazione della ditta Neri e consegna delle borse di studio 19.00 Canto del vespro e lectio con i seminaristi in seminario SABATO 21 GIUGNO 8.00 Pellegrinaggio mensile diocesano al Santuario di Montenero, animato dal III vicariato e ricordo dell’abate Zambernardi nel centenario della nascita 10.00 incontro con i pellegrini della Terra Santa del 2012 e 2013 al Santuario di Montenero 18.00 S. Messa alla Chiesa di S. Caterina per gli ordini cavallereschi di Livorno

Diocesi informa

DOMENICA 22 GIUGNO 11.30 Processione del Corpus Domini, S. Messa e conferimento Cresime alla parrocchia di San Giovanni Gualberto alla Vale Benedetta 18.00 Festa del SS. Corpo e Sangue di Cristo- Canto del Vespro e processione dalla chiesa di SS. Pietro e Paolo alla cattedrale (vedi locandina pag. VIII) MERCOLEDÌ 24 GIUGNO Nella mattina, udienze clero in vescovado 18.00 S. Messa in occasione della festa patronale alla chiesa di S. Giovanni Battista e Ilario a Rosignano Marittimo MERCOLEDÌ 25 GIUGNO 9.15 in vescovado, convegno edilizia e culto dal titolo "Il progetto edilizio e l’impatto economico. Il metodo Life Cycle Cost" GIOVEDÌ 26 GIUGNO 10.00 incontro con i sacerdoti del V vicariato alla chiesa di S. Teresa a Rosignano Solvay 19.00 incontro con l’ufficio di consulta di pastorale familiare in vescovado VENERDÌ 27 GIUGNO 9.30 ritiro del clero alla chiesa di S. Stefano a Castelnuovo della Misericordia SABATO 28 GIUGNO 12.00 incontro con i catechisti delle comunità neocatecumenali in vescovado DOMENICA 29 GIUGNO 11.30 saluto all’assemblea del SAIS (Centro Assistenza e informazione Sanitaria) in Via La Pira

LA FORMAZIONE CARITAS

Eletto il Comitato provinciale degli anziani delle Acli a Federazione Anziani Pensionati (FAP) fa parte della struttura Ll’impegno organizzativa delle Acli e opera, senza fini di lucro, per favorire personale, sindacale e politico degli anziani pensionati. La

Libri da LEGGERE

di Mo.C.

Verdone L.- Le idee curano la mente.- Ed Paoline, pp. 160, euro 13,00 "La saggezza è la medicina dell’anima" è una delle massime più conosciute del filosofo greco Epicuro. Una massima quanto mai attuale. Oggi infatti, sempre più persone tornano a chiedere alla filosofia soluzioni per i problemi quotidiani. Non a caso, negli ultimi decenni si è affermata, soprattutto nel mondo anglosassone, la figura professionale del consulente filosofico. Chi vive un disturbo emotivo va dallo psicologo, ma chi è in crisi esistenziale o deve compiere scelte importanti o è alla ricerca di parametri razionali, etici, valoriali, ha bisogno di idee, di sistemi organici di risposta e necessita di terapia filosofica.Da questa considerazione nasce il nuovo libro di Luciano Verdone "Il pensiero come terapia". Scrive l’autore: "La frustrazione esistenziale, provocata dalla mancanza di senso, si manifesta in fenomeni di massa quali: depressione ? suicidio; aggressività ? omicidio; droghe ? suicidio differito nel tempo. Le droghe sono, appunto, la ricerca esasperata di soddisfazione compensatoria immediata per superare l’insopportabile senso di vuoto esistenziale". Per accompagnare chi cerca di costruire il percorso di coscientizzazione, evitando quindi quei pericoli a cui la mancanza di senso può portare,Verdone fornisce un possibile quadro di risposte, ancorato ai pensatori classici. Ogni volta, egli parte da una massima filosofica, analizzandola teoricamente. Seguono, quindi, esercizi applicativi e approfondimenti di tipo filosofico e psicologico.

Federazione si propone quindi di lottare per l’affermazione dei diritti dei pensionati e per contribuire al loro inserimento in una società che non discrimini gli anziani ma che invece ne assicuri lo sviluppo integrale della loro personalità. A Livorno la Federazione ha sede nello stesso edificio delle Acli di Via Cecconi e si propone di tutelare gli anziani iscritti attraverso tutti i servizi che vengono messi a loro disposizione dal Patronato e inoltre con apposite convenzioni che li possono agevolare negli acquisti in vari settori merceologici. In vista del prossimo Congresso regionale e di quello nazionale è stata indetta una assemblea degli iscritti, con la presenza del Presidente della FAP regionale, Paolo Fornelli, per l’elezione del Comitato Provinciale livornese. L’assemblea che si è tenuta presso il Circolo Acli Pio X di Borgo Cappuccini, alla quale hanno partecipato il Presidente provinciale delle Acli, Antonio Melani, e della responsabile del Patronato Acli, Cecilia Pamio, ha eletto come Segretario della FAP, Gianni Giovangiacomo, come vice segretario, Giulio Tagliaferro, gli altri membri del Comitato, tenuto conto della dimensione provinciale della Federazione sono: Lorenzo Resta, con delega alle problematiche del welfare, Rossano Bonsignori e Vincenzo Graziani, con delega al settore organizzativo e allo sviluppo associativo. Il Comitato a breve termine deciderà chi dovrà partecipare al Congresso regionale di Arezzo del 30 giugno e al Congresso nazionale di Trento per l’8, 9 e 10 luglio. Gi.Gi

DALL’IO ALL’ALTRO Animare per condividere Prosegue il percorso di formazione per credenti e non credenti, organizzato dalla Caritas diocesana in collaborazione con la parrocchia dei Salesiani di Livorno. Gli ultimi due incontri saranno: GIOVEDÌ 19 GIUGNO “Racconto di un’esperienza: come testimoniare la condivisione” Matteo GandiniCaritas Diocesana Reggio Emilia GIOVEDÌ 26 GIUGNO “Voglio svegliare l’aurora” Il territorio come annuncio di incontro Sr Mercedes, animatrice di strada, Roma don Marco Aspettati sdb Gli incontri si svolgeranno nella Cripta dei Salesiani ed avranno inizio alle ore 21.00


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Il Papa ai sacerdoti: Gesù, il “primo amore”non si dimentica mai Pastori, prima che studiosi, che non dimenticano mai Cristo, il loro “primo amore”, e restano sempre alla sua sequela: è questo il ritratto che Papa Francesco ha fatto di tutti gli uomini consacrati a Dio nel sacerdozio. “Come va il primo amore?”. Cioè, sono innamorato di te come il primo giorno? Sono felice con te o ti ignoro? Domande universali che bisogna farsi spesso, dice Papa Francesco. E non solo i coniugi all’interno di una coppia, ma anche preti, vescovi, di fronte a Gesù. Perché è Lui, afferma, che ci domanda come un giorno fece con Pietro: “Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?”. L’omelia del Papa prende avvio proprio da questo dialogo del Vangelo in cui Cristo chiede per tre volte al primo degli Apostoli se lo ami più degli altri, un modo - osserva – per portarlo "al primo amore": “Questa è la domanda che faccio a me, ai miei fratelli vescovi e ai sacerdoti: come fa l’amore di oggi, quello che fa Gesù, no? E’ come il primo? Sono innamorato come il primo giorno? O il lavoro, le preoccupazioni un po’ mi fanno guardare altre cose, e dimenticare un po’ l’amore? Ma i coniugi litigano, litigano. E quello è normale. Ma quando non c’è amore, non si litiga: si rompe". "Mai dimenticare il primo amore. Mai", ribadisce Papa Francesco, il quale mette in risalto altri tre aspetti da tenere presenti nel rapporto di dialogo di un sacerdote con Gesù. Essere prima di tutto – prima dello studio, prima del voler diventare “un intellettuale della filosofia o della teologia o della patrologia – un “pastore”, così come Gesù sollecitò Pietro: “Pasci le mie pecorelle”. Il resto, sostiene il Papa, viene “dopo”: “Pasci. Con la teologia, con la filosofia, con la patrologia, con quello che studi, ma pasci. Sii pastore. Perché il Signore ci ha chiamati per questo. E le mani del vescovo sulla nostra testa è per essere pastori. E’ una seconda domanda, no? La prima è: ‘Come va il primo amore?’. Questa, la seconda: ‘Sono pastore, o sono un impiegato di questa ong che si chiama Chiesa?’. C’è una differenza. Sono pastore? Una domanda che io devo farmi, i vescovi devono fare, anche i preti: tutti. Pasci. Pascola. Vai avanti”. E non c’è “gloria” né “maestà”, osserva Papa Francesco, per il pastore consacrato a Gesù: “No, fratello. Finirà nel modo più comune, anche più umiliante, tante volte: a letto, che ti danno da mangiare, che ti devono vestire… Ma inutile, lì, ammalato…”. Il destino è “finire – ripete – come è finito Lui”: amore che muore “come il seme del grano e così poi verrà il frutto. Ma io non lo vedrò”. Infine, il quarto aspetto, la “parola più forte”, indica Papa Francesco, con la quale Gesù

conclude il suo dialogo con Pietro, “seguimi”: “Se noi abbiamo perso l’orientamento o non sappiamo come rispondere sull’amore, non sappiamo come rispondere su questo essere pastori, non sappiamo come rispondere o non abbiamo la certezza che il Signore non ci lascerà da soli anche nei momenti più brutti della vita, nella malattia, Lui dice: ‘Seguimi’. E’ questa, la nostra certezza. Sulle impronte di Gesù. Su quella strada. ‘Seguimi’”. A tutti noi sacerdoti e vescovi, termina Papa Francesco, il Signore dia “la grazia di trovare sempre o ricordare il primo amore, di essere pastori, di non avere vergogna di finire umiliati su un letto o anche persi di testa. E che sempre ci dia la grazia di andare dietro a Gesù, sulle impronte di Gesù: la grazia di seguirlo”.

Il Papa: le Beatitudini, programma pratico di santità Le Beatitudini sono il programma di vita del cristiano. Il Pontefice ha incentrato proprio sulle Beatitudini la sua omelia, rimarcando – all’indomani dello storico incontro di pace in Vaticano – che bisogna avere il coraggio della mitezza per sconfiggere l’odio. Le Beatitudini sono il “programma”, “la carta d’identità del cristiano”. Papa Francesco ha offerto, nella sua omelia, una intensa meditazione sulle Beatitudini, di cui parla il Vangelo odierno. “Se qualcuno di noi – ha affermato – fa la domanda: ‘Come si fa per diventare un buon cristiano?’”, qui troviamo la risposta di Gesù che ci indica cose “tanto controcorrente” rispetto a quello che abitualmente “si fa nel mondo”. Beati i poveri in spirito. “Le

ricchezze – ha avvertito il Papa – non ti assicurano niente. Di più: quando il cuore è ricco, è tanto soddisfatto di se stesso, che non ha posto per la Parola di Dio”. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati: “Ma il mondo ci dice: la gioia, la felicità, il divertimento, quello è il bello della vita. E ignora, guarda da un’altra parte, quando ci sono problemi di malattia, problemi di dolore nella famiglia. Il mondo non vuole piangere, preferisce ignorare le situazioni dolorose, coprirle. Soltanto la persona che vede le cose come sono, e piange nel suo cuore, è felice e sarà consolata. La consolazione di Gesù, non quella del mondo. Beati i miti in questo mondo che dall’inizio è un mondo di guerre, un mondo dove dappertutto si litiga, dove dappertutto c’è l’odio. E Gesù dice: niente guerre, niente odio, pace, mitezza”. Se io sono “mite nella vita”, ha proseguito, “penseranno che io sono uno stolto”. Pensino pure quello, ha detto il Papa, “ma tu sei mite, perché con questa mitezza avrai in eredità la Terra”. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, beati – ha soggiunto – quelli “che lottano per la giustizia, perché ci sia giustizia nel mondo”. “E’ tanto facile – ha ammonito – entrare nelle cricche della corruzione”, “quella politica quotidiana del do ut des. Tutto è affari”. E “quante ingiustizie. Quanta gente che soffre per queste ingiustizie”. E Gesù dice: “Sono beati quelli che lottano contro queste ingiustizie”. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. I misericordiosi, ha affermato, “quelli che perdonano, che capiscono gli errori degli altri”. Gesù, ha evidenziato il Papa, non dice “beati quelli che fanno la vendetta, che si vendicano”: “Beati quelli che perdonano, misericordiosi. Perché tutti noi

siamo un esercito di perdonati! Tutti noi siamo stati perdonati. E per questo è beato quello che va per questa strada del perdono. Beati i puri di cuore, che hanno un cuore semplice, puro, senza sporcizie, un cuore che sa amare con quella purità tanto bella. Beati gli operatori di pace. Ma, è tanto comune da noi essere operatori di guerre o almeno operatori di malintesi! Quando io sento una cosa da questo e vado da quello e la dico e anche faccio una seconda edizione un po’ allargata e la riporto… Il mondo delle chiacchiere. Questa gente che chiacchiera, non fa pace, sono nemici della pace. Non sono beati”. Beati i perseguitati per la giustizia. Quanta gente, ha constatato, “è perseguitata, è stata perseguitata semplicemente per avere lottato per la giustizia”. Questo delle Beatitudini, ha ripreso il Papa, “è il programma di vita che ci propone Gesù”, “tanto semplice, ma tanto difficile”. E, ha proseguito, “se noi volessimo qualcosa di più, Gesù ci dà anche altre indicazioni”, quel “protocollo sul quale noi saremo giudicati”, nel capitolo 25 del Vangelo di Matteo: “Sono stato affamato e mi hai dato da mangiare, ero assetato e mi hai dato da bere, ero ammalato e mi hai visitato, ero in carcere e sei venuto a trovarmi”. Con queste due cose – Beatitudini e Matteo 25 – “si può vivere la vita cristiana a livello di santità”: “Poche parole, semplici parole, ma pratiche a tutti, perché il cristianesimo è una religione pratica: non è per pensarla, è per praticarla, per farla. Oggi, se voi avete un po’ di tempo a casa, prendete il Vangelo, il Vangelo di Matteo, capitolo quinto, all’inizio ci sono queste Beatitudini; capitolo 25, ci sono le altre. E vi farà bene leggerlo una volta, due volte, tre volte. Ma leggere questo, che è il programma di santità. Che il Signore ci dia la grazia di capire questo suo messaggio”.

dalla CASA

Come si diventa un buon cristiano?

S. MARTA

LE OMELIE DI...PAPA FRANCESCO.........


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DON LUCIANO MUSI: 50 ANNI DA PRETE Parrocchia di Coteto in festa niziano i festeggiamenti per il 50° Idotale anniversario di ordinazione sacerdi don Luciano Musi: cinquant’anni dei quali gli ultimi trenta vissuti nella parrocchia di San Giovanni Bosco in Coteto come parroco. La settimana si aprirà con un’anteprima venerdì 20 alle ore 21,00. Saranno i più piccoli, i bambini che frequentano il catechismo, guidati dalle loro catechiste, a ringraziare il loro parroco con uno spettacolo sulla storia dei niniviti e del profeta Giona. Seguirà nella stessa serata, che si svolgerà nel teatrino parrocchiale, un revival delle foto più belle della vita di don Luciano, dalla nascita ad oggi, preparato con cura raccogliendo numerosissimi scatti appositamente per l’occasione. L’intera settimana avrà per tema il sacerdozio, un tema fortemente richiesto dal parroco il cui desiderio è proprio quello di offrire ai parrocchiani e a tutti coloro che vorranno partecipare meditazioni di valore per ringraziare il Signore Gesù per questo Suo meraviglioso dono alla Sua Chiesa. Lunedì 23, alle ore 21.00, Mons. Gastone Simoni, Vescovo emerito di Prato, terrà la prima meditazione nella chiesa parrocchiale: Cristo sommo ed eterno sacerdote. Il giorno seguente, martedì 24, sempre alle ore 21.00, Mons. Rodolfo Cetoloni,Vescovo di Grosseto, terrà la seconda meditazione: Il sacerdote secondo il pensiero di San Francesco. Una terza meditazione, mercoledì 25 alle ore 21.00, sarà tenuta dal biblista Mons. Benedetto Rossi: Il sacerdote alla luce dell’Antico e del Nuovo Testamento. Dopo le prime tre meditazioni sul sacerdozio, nella serata di giovedì 26 saranno i nostri seminaristi, invitati da don Luciano, a partecipare alla vita della parrocchia e ai suoi festeggiamenti. Alle ore 21.00, in occasione della consueta Adorazione Eucaristica, i seminaristi saranno chiamati a dare una loro testimonianza, rispondendo in particolar modo alla domanda: Perché mi faccio prete oggi? Il giorno seguente, venerdì 27, durante la santa messa del Sacro Cuore delle ore 18.00, come ormai consuetudine in Coteto, sarà amministrata l’unione degli infermi ai malati e agli anziani della parrocchia. Seguiranno nelle serate di sabato e domenica due eventi artistico-musicali. Sabato 28, alle ore 21.00, il Concerto della corale parrocchiale e del coro dei piccoli, diretti da Emanuele Carbonell e Simone Barbieri. I due cori, come già in occasioni precedenti, dopo aver eseguito alcuni brani separatamente, si uniranno per ringraziare don Luciano e offrire lui, in occasione della sua festa, un canto a cori riuniti. Domenica 29, ancora alle ore 21.00, il grande Concerto d’organo del maestro Claudia Termini. Anch’ella, infatti, è stata ben lieta di partecipare a questi giorni di festa e di manifestare la sua amicizia e il suo affetto a don Luciano. Lunedì 30 alle ore 18.00, infine, don Luciano celebrerà una solenne Santa Messa nel giorno del suo 50° anniversario di sacerdozio, con la presenza di S. E. Mons Simone Giusti, Vescovo di Livorno, ringraziando nell’Eucarestia il Signore per i doni ricevuti in questi cinquant’anni del suo ministero sacerdotale. Sono invitati alla solenne celebrazione i sacerdoti, i diaconi, i seminaristi e tutti coloro che nella nostra chiesa livornese vorranno rendere gloria a Dio per il dono del sacerdozio e unirsi a don Luciano in un giorno così significativo per la sua vita sacerdotale. Al termine della celebrazione, nei locali parrocchiali, si terrà una cena comunitaria, che concluderà i festeggiamenti. S. B.

L’iniziativa della famiglia Paolina

100 piazze PER IL VANGELO L’incontro con il giornalista sportivo Carlo Nesti ed il libro di Anfossi: due momenti dell’iniziativa Paolina a Livorno

approssimarsi dei mondiali di calcio in Brasile in concomitanza con la pubblicazione fresca di stampa dell’ultimo libro "Il mio allenatore si chiama Gesù", scritto dal noto giornalista sportivo della Rai, Carlo Nesti (nella foto piccola a destra), è stata l’occasione per invitare questo significativo personaggio del mondo radiotelevisivo e farlo incontrare con chi lo sport lo pratica non per guadagno, ma perché lo sport in sé possiede un potenziale educativo anche nella formazione della persona e come dice Papa Francesco: «Bellezza, gratuità, cameratismo, si trovano riassunti nella parola dilettante». Queste parole tracciano un profilo dello sportivo molto preciso: una persona che divertendosi, è in grado di esprimere al massimo la volontà di conoscere lo spirito di gruppo e di essere rispettosa delle regole. Carlo Nesti partendo da questo basilare principio, incontrandosi con un folto gruppo di sportivi tra questi moltissimi di giovane età, ha dialogato con loro facendo precedere il vivace dibattito da un multivideo realizzato con il regista Luciano Somma di Torino e presentato in anteprima a Livorno, nel quale la visione di immagini che hanno toccato l’arco di un secolo e le più svariate discipline commentate e accompagnate da musiche bellissime, hanno fatto riflettere su alcuni valori declinabili in una prospettiva pedagogica a partire dalle parole chiave: rivalità, inferiorità, attesa, patriottismo, razzismo, furbizia, solitudine, incredulità, dolore, volontà, rivincita. Il dibattito che è seguito ha visto gli interventi di alcuni allenatori delle squadre giovanili: Marco Piludu di baseball, Alberto Toni di Karate, di Chiara Cusimano di Danza, dell’associazione Pang’ono che per aiutare un progetto nel Malawi, ogni anno organizza una partita "Un calcio alla fame" per raccogliere fondi. Presenti inoltre, ospiti d’eccezione: l’ex portiere della Juventus Roberto Tancredi, il bomber degli anni 70-

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La virtù della volontà Francesco Anfossi intervistato dal giornalista Antonello Riccelli

«Il Vangelo secondo gli italiani 2» opo il successo de Il VangeD lo secondo gli italiani uscito nel 2013 e scritto a quattro mani da un vaticanista (Aldo Maria Valli) e da un giornalista appassionato delle vicende italiane (Francesco Anfossi), dove i cattolici italiani "guelfi per nascita ma ghibellini per vocazione", venivano rappresentati tutti dichiaratamente cattolici, ma altrettanto apertamente eretici, tanto da porre sulla copertina Pinocchio quale simbolo nazionale; ecco che nel volgere di poco tempo, dagli scandali alle dimissioni di Papa Benedetto XVI, abbiamo assistito ad una specie di rivoluzione in seno alla Chiesa da spingere i due autori a dare seguito al primo libro per capire l’Italia "cattolica" che cambia. Fresco di stampa, «Il Vangelo secondo gli italiani2» per iniziativa della Famiglia Paolina di Livorno è stato presentato presso la cripta dei Salesiani di Livorno con due ospiti (nella foto) molto bravi e brillanti: Antonello Riccelli, Presidente dell’Ucsi Toscana e gior-

nalista di Granducato TV, e il Caporedattore di Famiglia Cristiana Francesco Anfossi, autore di molte inchieste dedicate alla politica, all’economia e alla società italiana. Riccelli, con un ritmo serrato ha intervistato Anfossi con una sequenza di domande che hanno spaziato dalle dimissioni di Benedetto XVI allo scandalo Ior, dalla Lega che difende il Crocifisso, ma respinge i barconi degli immigrati, alla polverizzazione dei cattolici in politica, dell’avvento di Renzi e del fenomeno Grillo. Certamente è un libro "poco ortodosso" che non risparmia neppure la gerarchia ecclesiastica e che evidenzia in modo netto co-

me i cattolici purtroppo si dividono sui valori del Vangelo anziché sulle tematiche politiche. Naturalmente si è parlato anche del ciclone Francesco che ha spinto sull’acceleratore della comunicazione in un modo che ha sorpreso tutti e a seconda dei punti di vista ha entusiasmato o scandalizzato. Questo Papa venuto "dalla fine del mondo" che con un proprio stile ha acquisito una forte credibilità anche fra i non credenti e che cerca di andare al cuore dei problemi mettendosi in gioco in prima linea; vedi Lampedusa, la Famiglia, la riforma della Curia e dello Ior. Il dibattito con il pubblico presente è stato molto vivace, numerose le domande e a proposito di Ior, Anfossi ha comunicato che sta completando un’inchiesta che darà luogo ad una pubblicazione; le premesse sono state così coinvolgenti che il giornalista è stato invitato a presentare la sua prossima pubblicazione non appena sarà in libreria.

La veglia di PENTECOSTE

Lo Spirito indica la presenza del Signore a solenne Veglia di Pentecoste quest’anno è LFamiglia stata preceduta dalla celebrazione della Paolina che quest’anno festeggia il centenario della sua presenza nella Chiesa. E’ quella della Famiglia Paolina, una realtà molto ricca, ben dieci rami, voluta dal Beato don Giacomo Alberione che nel passaggio dal XIX al XX secolo, davanti al S.S.Sacramento ha sentito la vocazione di dedicare la propria vita all’evangelizzazione con i nuovi mezzi della comunicazione sociale. Coadiuvato da religiosi, religiose e laici, nel giro di pochi anni ha cominciato a formare la Famiglia, avendo come esempio San Paolo e come Maestro Gesù,Via Verità e Vita, e dando luogo alla diffusione della Bibbia in tutti i continenti traducendo i Sacri Testi nelle lingue non ancora conosciute. I Paolini sono diffusi nel mondo e anche nella nostra Diocesi, vi è una ricca presenza che risale al dopoguerra con le Figlie di SanPaolo che hanno la storica libreria, punto di riferimento per i cristiani ma anche per gli ebrei . L’Istituto Santa Famiglia, i Gabriellini, le Nunziatine, Istituto Gesù Sacerdote e i Cooperatori Paolini, offrono insieme alle Figlie di San Paolo il loro servizio alla Diocesi nei vari ambiti della comunicazione, catechesi, liturgia e progetto culturale. All’inizio della veglia, illuminata dalla lampada a dieci fiamme, simbolo dei dieci rami della Famiglia Paolina, è stata posta accanto all’altare, una bellissima icona itinerante, proveniente da Firenze, che rappresenta Gesù Maestro benedicente che regge in mano il Vangelo aperto, la "buona notizia" che lui incarna e ci trasmette. L’icona è stata scritta dall’iconografo greco Leonidas Evdiriadis di Salonicco, seguendo le antiche regole della scuola macedone del Monte Athos e queste prevedono tra l’altro l’utilizzo di colori naturali, ottenuti sciogliendo minerali in polvere nel tuorlo d’uovo; la doratura è fatta con una sottilissima foglia di oro zecchino. 80 Nicola Zanone, l’arbitro Paolo Bergamo e il cantante Sandro Giacobbe. Un momento molto toccante è stata la testimonianza del ragazzo di origine albanese Indrit che pur

costretto ad una sedia a rotelle è diventato un campione di scherma. In questo caso lo sport lo ha aiutato a riprendere fiducia in se stesso e ad uscire dall’isolamento facendo addirittura

L’icona è scritta su un tronco di platano orientale, scavato al suo interno e trattato con una speciale sostanza anticorrosione anch’essa naturale; è alta 187 cm e pesa 50 Kg. E’ un pezzo unico. Durante la celebrazione, il Vescovo all’omelia, ha ricordato come lo Spirito ci insegna a comprendere la presenza del Signore al di là delle apparenze e ci aiuta ad interpretare i segni che ce lo fanno riconoscere. La nostra vita deve essere ritmata da questa presenza che ci infiamma e ci fa camminare anche nei momenti più bui perché nessun ostacolo si frapponga a questo nostro andare verso il Signore. L’uomo spirituale è quello che nella Chiesa fa luce ed è guida. Quest’ultimo secolo ha avuto come guida dei Papi che per la loro testimonianza e per il loro magistero sono stati segno visibile della presenza dello Spirito nella Chiesa. Monica Cuzzocrea coltivare in lui il gran sogno di partecipare in un futuro non molto lontano alle Paraolimpiadi; e se come dice Nesti "vincere dipende da tante variabili che appartengono solo a

determinati atleti…impegnarsi al massimo per vincere invece è alla portata di tutti, perché tutti possediamo la virtù della volontà: si tratta di coltivarla". Mo.C.


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■ L’APPROFONDIMENTO STORICO a cura di don Luca Giustarini osbv

Un dono per Maria Il parato artistico con il contributo di tutte le Diocesi toscane di arredi sacri per decoro delle sacre funzioni, tuttavia mancava di un parato che per l’arte e la ricchezza fosse degno della sua fama mondiale, tanto che lo stesso Abate Viscardi, aveva già pensato a raccogliere offerte per provvederlo. Questa discreta somma però era insufficiente per il lavoro progettato, e perciò, avvicinandosi l’epoca dei pellegrinaggi, fu inviata a tutti i delegati Diocesiani una circolare in cui si proponeva di portare l’offerta delle diverse Diocesi in danaro, col quale poi si sarebbe pensato a fare un artistico parato, che sarebbe stato insieme un sublime attestato di affetto a Maria. La proposta fu accettata; i fedeli risposero con entusiasmo e generosità all’appello loro rivolto dai propri parroci e nel giorno del pellegrinaggio le varie Diocesi della Toscana presentarono alla Madonna le loro offerte, delle quali riportiamo l’elenco: Archidiocesi di Pisa 5221; Archidiocesi di Lucca 2233; Diocesi di Pistoia 1650; Diocesi di Prato 1500; Diocesi di Pescia 1000; Diocesi di Massa Carrara 600; Dioc. di Pontremoli e Sarzana 368,85; Diocesi di Volterra 2000; Diocesi di Fiesole 2000; Diocesi di Massa Marittíma 531,60; Diocesi di S.Miniato 6720; Archidiocesi di Firenze 1670,25; Totale Lire 25494,70 Raccolto il danaro sufficiente, si incaricò per il disegno, il Prof. Architetto Giuseppe Castellucci delle Belle Arti di Firenze. Avuto il disegno, dopo circa due anni di ricerche, quando già si disperava, perchè nessuno si sentiva in grado di eseguire questo lavoro, a Firenze, culla dell’arte e del buon gusto, si trovarono due Maestre di ricamo, le Signorine Vittoria Gori e Rita Parrini specializzate in questo genere, le quali, dopo lunga riflessione,

presero l’impegno di secondo il metodo che si farlo, dando la loro scuola usava al tempo cui la più seria garanzia che il rimonta il disegno. E disegno sarebbe eseguito questo è di tali con coscienza e dimensioni da occupare competenza d’artista. oltre la metà della Riportiamo di seguito la superficie della stoffa; sommaria descrizione ossia nella pianeta ricopre fatta dal P.Abate Don tutta la parte centrale Basilio Domenichetti: “Il tanto sul davanti che sul parato si di dietro e così compone di nelle due Le signorine una pianeta, di di cui Vittoria Gori tonacelle due tonacelle, orna pure con di un piviale e e Rita Parrini ricco bordo le di un velo maniche; nel maestre omerale, piviale tutto lo di ricamo ricamati e stolone, il montati in cappuccio e il a Firenze, teletta di inferiore. dopo lunga bordo argento tessuta Il ricamo della riflessione, con metodo pianeta è a speciale sopra forma di croce, presero ordito di pura e tanto in l’impegno seta biancoquesta come di farlo avorio. Il sulle altre parti disegno si del parato è ispira allo stile del costituito da tante quattrocento e venne formelle di differenti rilevato dai migliori dimensioni distribuite campioni dell’epoca dal con gusto squisito, che Signor Innocenti sotto la recano nel loro interno guida e direzione artistica figure di Santi dell’Ordine del Comm. Prof. Vallombrosano e nel Architetto Giuseppe mezzo, al posto d’onore, Castellucci, che con la Vergine di Montenero amore e competenza contornata da ricca somma ne dirige ora cornice a foggia di l’esecuzione. Il ricamo, tabernacolo. Nelle che è già molto avanti, è formelle minori sono tutto a punto serrato e a delle anfore da cui punto velato in oro fino e partono rami di fiori e seta a colori pallidi antichi volute graziosissime che espressamente preparati ne riempiono tutta la

superficie. A convenienti intervalli, tanto nella pianeta quanto nelle due tonacelle, si ammirano gli stemmi del’Ordine Vallombrosano a del Santuario stesso e delle Diocesi Toscane che concorsero con loro obolo alla spesa e cioè: Pisa, Lucca, Pistoia e Prato, Pescia, Fiesole, Massa Carrara, Sarzana,Pontremoli, Volterra, Massa Marittima, Grosseto, Pitigliano, S. Miniato, Livorno e Firenze. Di tali stemmi è principalmente decorato il bordo inferiore del piviale che nel ricchissimo stolone e relativo cappuccio porta altresì le figure della Madonna col Bambino, di S. Giovanni Gualberto e di S. Benedetto. Le figure nel parato sono sette, non computata quella della Vergine che orna la pianeta e il piviale, e cioè, le due sopra nominate, San Pietro Igneo Vescovo e Cardinale, San Bernardo Uberti, Sant’ Atto, Santa Umiltà, Santa Verdiana. Le immagini, condotte con somma maestria, da sembrare vere miniature, sono tutte ad ago, in atteggiamento devoto coi simboli propri di ciascuna e contenute, come si è

detto sopra, in un ricco contorno a foggia di tabernacolo arcuato a fondo di oro velato. Ogni tabernacolo, ogni formella e tutto l’nsieme della bella composizione è incorniciata da un ricco gallone a rilievo in oro a punto di ricamo, di forma del tutto nuova e graziosa, il quale dà maggior risalto ai fondi ora rosso cupi, ora celesti o d’altro appropriato colore su cui spiccano le decorazioni e gli ornamenti floreali di cui è coperta la stoffa. I colori stessi sono distribuiti con sobrietà e gusto estetico ammirabile; l’occhio vi riposa indisturbato e prova un godimento indicibile nel mirarli pei riflessi della seta e dell’oro pallidi e smorti, ora vivaci e iridescenti a secondo del punto di luce.” Le difficoltà che le abili ricamatrici hanno dovuto superare sono state molte perchè, a parte la mole del lavoro, questo a giudizio dei competenti era arduo e da impensierire: ma tanto la Signorina Gori quanto la Signorina Parrini, ben note per la loro abilità nel campo dell’arte del ricamo, le hanno vinte tutte colla tenacia che loro ispira l”amore alle cose belle.

I privilegi ottenuti dal Santuario di Montenero presso la Santa Sede

Per accrescere la venerazione dei fedeli olti sono i privilegi che i Monaci Vallombrosani hanno ottenuto dalla Santa Sede a vantaggio del Santuario onde accrescere sempre più la venerazione e devozione dei fedeli. Il 19 Agosto 1817 il Padre Abate Don Averardo Bruni impetrò il privilegio di poter cantare ogni sabato la Messa della Madonna; l’anno dopo, il 21 Agosto del 1818 , ottenne dal Pontefice Pio VII che la Chiesa di Montenero fosse innalzata al grado di Basilica minore con tutti i privilegi, grazie e indulti che ne sono uniti; così venne arricchita di molte indulgenze a vantaggio dei fedeli ed anche in suffragio dei defunti. Il 20 Marzo 1823 Mons. Angelo Maria Gilardoni, Vescovo di Livomo, accolte favorevolmente le istanze del Padre Abate Don Giuseppe Goretti, assistito dal Capitolo della Cattedrale e dalla famiglia Vallombrosana, ne faceva la consacrazione solenne. Il 24 Agosto del 1876 Pio IX approvò la festa della Madonna di Montenero sotto il titolo "Madonna delle Grazie"; il 14 Aprile del 1899 l’Abate Viscardi ottenne che tutti i Sacerdoti pellegrini potessero

M

celebrare nel Santuario la Messa comune della Madonna, e il 13 Gennaio del 1926 si ottenne di poter celebrare la Messa propria della Madonna di Montenero, concessa da Leone XIII il 24 Aprile del 1900. Per iniziativa del Padre Don Mauro Ercolani il 20 Luglio 1915 ebbe origine la Santa Lega Mariana, il cui nuovo Statuto e Regolamento fu approvato e benedetto

dal Sommo Pontefice Pio XI il 5 Marzo del 1923, mentre arricchiva di sante indulgenze la pia Associazione, e l"Abate Generale Don Fedele Tarani rendeva partecipi in perpetuo, in vita e in morte, di tutto il bene spirituale che ogni giorno si fa nel Santuario di Montenero, gli iscritti alla Santa Lega Mariana, privilegio che il 21 Novembre 1925 estendeva a tutti coloro che in qualsiasi modo avessero concorso alla costruzione dell’alloggio dei Pellegrini. Il 2 Luglio 1916 Benedetto XV concedeva 300 giorni di indulgenza a chiunque recitasse la giaculatoria: "Maria Santissima di Montenero, pregate per noi". Il Sommo Pontefice Pio XI poi coronava la benevolenza dei suoi Antecessori verso il Santuario quando, il 7 Agosto 1926 concedeva, in perpetuo, |’insigne privilegio di potere cominciare la celebrazione della Santa Messa mezz’ora dopo la mezzanotte del 7 Settembre, e di poter comunicare i fedeli, che numerosissimi accorrono per la festa dell’8 Settembre e passano la notte antecedente in santa veglia con inni e cantici spirituali, con fervorose preghiere davanti alla Santa Immagine.

Nell’anno di MARIA

l Santuario di Isufficientemente Montenero, pur essendo fornito


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