IL GRANELLO di senape di monsignor Ezio Morosi
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
10 luglio 2011
Un’esperienza di Chiesa unita
Di te ha detto il mio cuore: cercate il suo volto! Il tuo volto, Signore, io cerco (Salmo 26,8) Cercare il volto di Dio è l’impresa più bella della vita spirituale, è come una meravigliosa avventura, un desiderio che nasce dall’intimo, una sete di Dio, della sua sapienza, della sua pace. Il volto esprime e rivela molto di una persona. Per questo cercare il volto di qualcuno significa cercarne l’essenza. Nel segreto della nostra coscienza, in cui nessuno può entrare se non Lui, il Signore, possiamo chiederci: lo cerco veramente io il Signore? Per chi batte il mio cuore? Chi c’è al primo posto nei miei desideri? Forse può essere la mia salute, il mio prestigio, gli affetti umani, il lavoro, il benessere… ma a che punto è Dio in questa scala?
Il viaggio ecumenico in Romania
L’esperienza di alcuni pellegrini in visita nelle terre dell’Oriente cristiano Il dialogo ecumenico nella vita quotidiana iniziativa ha fatto respirare ai partecipanti lo spirito di dialogo che alimenta il cammino dell’ecumenismo Un pellegrinaggio nella terra di Romania può essere molto significativo per capire quanto posso essere importante il dialogo ecumenico nella vita quotidiana. Ed un gruppo partito da Livorno proprio nei giorni scorsi, accompagnato dal vescovo Simone e da don Piotr Kownacki ha potuto sperimentarlo personalmente. La visita nei monasteri, la preghiera, la partecipazione alle celebrazioni, gli incontri con le persone, con i monaci e le monache, i sacerdoti ortodossi e la gente del posto, ma anche la visita nei paesi e nelle città come Cluj , Sibiu, Sighisoara, Alba Iulia sono stati illuminanti per capire questa cultura così particolare e ricca di religiosità. Viaggi come questo fino a pochi anni fa sarebbero stati impensabili: poter entrare nei monasteri, pregare con sacerdoti ortodossi nella chiesa ortodossa o quella latina, mangiare insieme con ortodossi nei monasteri e vivere il quotidiano pacifico e cordiale… questo significa che il dialogo ecumenico procede ed è tangibile nella realtà quotidiana. Questo ci rasserena che la vocazione ecumenica della Chiesa fa nascere molto frutto nei diversi paesi di Europa e nel mondo. Il pellegrinaggio è stato il frutto della collaborazione tra il CeDoMEI, l’ufficio per l’ecumenismo e il dialogo della Diocesi e la Chiesa ortodossa romena presente sul nostro territorio (grazie anche alla cura del viaggio seguito dalla Pharus viaggi). Lo spirito dell’accoglienza e della fraternità non è da tutti e da tutte le chiese: la chiesa ortodossa ci fatto sentire il suo grande cuore, la sua fraternità e rispetto. Chi aveva ancora qualche dubbio o era scettico verso il cammino ecumenico dicendo qualche volta (queste voci si sentono nelle nostre parrocchie): solo la chiesa cattolica si
L’
sforza per un dialogo e altre chiese fanno poco o quasi niente per avvicinarsi a noi, durante questo viaggio è rimasto sorpreso e impressionato dalla vivacità dello spirito ecumenico nelle parrocchie e monasteri ortodossi in Romania, da quello che abbiamo visto e vissuto. Non siamo allora solo noi a rispondere alla chiamata di Cristo , non siamo solo noi ad ascoltare la sua preghiera per l’unità dei cristiani. Incoraggiati e rasserenati da questa profonda esperienza continuiamo a lavorare sul accoglienza e nello spirito di dialogo vivere con le chiese cristiane che abbiamo sul nostro territorio. Quello che abbiamo sperimentato in questi giorni può essere di esempio per le nostre comunità che devono cercare con Cristo l’unità voluta da Lui. Don Piotr Kownacki
Alcune impressioni del viaggio in ROMANIA
Un’inattesa ospitalità i sono viaggi che sono autentiche esperienC ze, occasioni d’incontro con altre culture e di meditazione sui veri valori, su ciò che realmente conta nella vita, viaggi dai quali si torna diversi da come siamo partiti. Tutto questo è stato il viaggio ecumenico appena compiuto dalla Diocesi di Livorno in Romania. La nostra visita inizia dalla regione di Maramures, dove la Romania quasi incontra l’Ucraina. Qui il tempo sembra essersi fermato: non ci sono praticamente auto, ma solo carri e carretti trainati da cavalli, persone che con falci in spalla si avviano a lavorare nei campi. La vita degli abitanti è semplice, è vera, qui contano i rapporti tra le persone, umili e cordiali e di una dignità impressionante. In questa regione l’elemento principe è il legno, lo si trova ovunque: di legno sono i tetti delle chiese aguzze, così come le croci del «Cimitero allegro», dove sono disegnate scene di vita dei defunti. Moltissimi i monasteri ortodossi presenti sia in questa regione che nel resto della Romania: al loro interno sono presenti affreschi, mosaici ed icone tutti d’impressionante bellezza; entrando ci troviamo immersi in un clima di profon-
do raccoglimento e di preghiera, dove le liturgie conducono immediatamente al mistero divino. Ancor più sorprendente è l’inaspettata ospitalità che i monaci ortodossi ci hanno riservato: subito pronti ad aprirci i loro monasteri e ad offrirci una colazione o un pasto caldo preparato in pochissimi minuti. Per lungo tempo questa terra è stata vittima del Comunismo e solo da pochi anni paesi e città stanno lentamente rinascendo. Come non commuoversi di fronte alla tenacia dei monaci che negli anni novanta, dopo la caduta di Ceausescu, hanno lentamente ricostruito i loro monasteri distrutti dal regime, o di fronte al pianto della nostra guida Cristina, che davanti al monumento in memoria delle vittime del comunismo (per la maggior parte esponenti di spicco della società rumena) non è riuscita a proseguire la sua spiegazione per la forte emozione, essendo in lei ancora forte e vivo il ricordo di «quel giorno» in piazza a Bucarest quando carri armati e soldati spararono sulla folla e per miracolo riuscì a salvarsi vedendo cadere sotto il fuoco delle armi i suoi amici. Una coppia di pellegrini