IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
di mons. Alberto Ablondi
esù ha voluto una famiglia, forse per ricrearsi sulla terra il ritmo G dell’amore trinitario; Gesù ha ascoltato in tante forme la voce dell’amore familiare offrendo gioia e vita; soprattutto Gesù ha dato alla famiglia una nobiltà particolare, quando ha affidato al suo amore il compito di essere la parabola, facile e visibile ovunque, dell’amore con cui Dio ci ama. La pastorale non può dimenticare la famiglia; tanto più la pastorale degli adolescenti, perché l’adolescente senza la sua famiglia è incompleto nella sua personalità. Per questo occorre richiamare la famiglia alla sua funzione di “modello” perché per ogni ragazzo sia una vera proiezione del suo futuro.
7 luglio 2013
In queste foto i momenti più significativi della celebrazione: i quattro candidati prima rostrati davanti all’altare e poi finalmente intorno all’altare a concelebrare la Messa; l’abbraccio commovente con i genitori ed i parenti e poi il momento il giuramento di fedeltà di ognuno di loro alVescovo e alla Chiesa di Livorno (in sequenza: Luigi, Luca, Rosario e Michele)
«Siate martiri per amore!»
Rosario, Michele, Luigi e Luca: quattro nuovi sacerdoti per la diocesi di Livorno ordinati da monsignor Giusti nella festa dei Ss. Pietro e Paolo uattro nuovi sacerdoti per la diocesi di Livorno: sicuramente un bel modo di celebrare l’Anno della fede, ma soprattutto per il fatto che è la prima volta che accade di ordinarne quattro insieme dal 1945! Rosario, Luca, Michele e Luigi sono a Livorno da più di tre anni e già hanno svolto servizio di aiuto pastorale in alcune parrocchie della Diocesi, per questo sono conosciuti e per questo in cattedrale sono state moltissime le persone che hanno voluto essere presenti, insieme ai loro parenti arrivati numerosissimi dalle località del sud d’Italia di cui sono originari. E dopo la consacrazione è stato veramente commovente l’abbraccio di questi quattro ragazzoni proprio con i genitori, i parenti e gli amici che li hanno seguiti in questo cammino di consacrazione al Signore. Cammini diversi e allo stesso tempo molto simili, quelli di Rosario, Luigi, Michele e Luca, presentati dal Rettore del seminario monsignor Razzauti, cammini che li hanno visti crescere insieme, nell’amicizia, nella preparazione teologica e nella maturazione spirituale: “Siete ordinate nel giorno in cui si ricordano i due grandi apostoli, Pietro e Paolo – ha
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sottolineato il vescovo Simone durante l’omelia - uomini che le Scritture ci tramandano in tutta la loro umana povertà, con i loro peccati, le loro debolezze, ma anche la loro grande fede. Hanno creduto in Cristo e per mezzo della loro fede in Gesù hanno vinto le loro
debolezze”. “La fede cristiana – ha ricordato ancora monsignor Giusti - non è soltanto un’adesione intellettuale al Vangelo è incontro, evento, esperienza di Cristo Gesù. È folgorazione, è intimità è comunione sino al punto di fare
nostro in tutto il cuore i sentimenti di Gesù. Credere in Cristo per un sacerdote come per ogni altro cristiano quindi vorrà dire non soltanto confessarlo, non soltanto ricevere da lui, ma innanzitutto ascendere a lui con tutto se stessi.Questo è il senso
del comando della sequela e dell’ascesi soprattutto per un sacerdote. E non c’è altro modo di credere in Cristo se non quello di accettare la sua fede come nostra fede, il suo amore come nostro amore, il suo desiderio come nostro desiderio”. Il Vescovo ha voluto ricordare ai quattro giovani sacerdoti che il loro cammino non sarà sempre facile: dovranno affrontare le difficoltà giorno per giorno, prendere la croce e portarla avanti così come ha fatto Cristo e come hanno fatto tanti martiri dei nostri giorni: “come don Pino Puglisi –ha sottolineato il Vescovo essi sono stati uccisi non tanto perché hanno creduto, ma perché hanno amato;sia questa
la vostra testimonianza: siate martiri per Amore!” “Voi cari Luca, Luigi, Michele e Rosario – ha concluso il Pastore della Chiesa livornese - siete stati scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi
nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie! La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. c.d.
II
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
7 luglio 2013
Il sostegno economico alla Chiesa Cattolica
La tua firma CHI PUÒ ESPRIMERE LA PROPRIA SCELTA? I cittadini contribuenti possono partecipare alla scelta di destinazione dell’8xmille in sede di dichiarazione annuale dei redditi. Possono farlo tutti coloro che contribuiscono al gettito Irpef. In particolare, coloro che sono tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi, attraverso il modello Unico o il modello 730. Ma anche coloro che non sono tenuti alla presentazione della dichiarazione possono partecipare alla firma per la destinazione dell’8xmille, attraverso il modello CUD. In ogni modello sono predisposte diverse caselle, una per ogni possibile destinatario. La scelta di destinazione si compie firmando nella casella corrispondente alla scelta personale. La firma va apposta entro una sola delle caselle, senza invadere quelle limitrofe per non invalidare la propria scelta. MODELLO 730 Chi può firmare? Tutti i contribuenti che - oltre a quelli di pensione, di lavoro dipendente o assimilati - possiedono altri redditi, non hanno la partita IVA e/o hanno oneri deducibili/detraibili e si avvalgono dell’assistenza fiscale del proprio sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente pensionistico) oppure di un CAF o di un professionista abilitato. Come scegliere? Sul modello 730-1, nel riquadro relativo alla scelta Otto per mille, firmare nella casella "Chiesa cattolica", facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta. Quando e dove consegnare? Il modello 730 ed il modello 730-1 vanno consegnati secondo una delle seguenti modalità: 1. al proprio sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente pensionistico) entro il 30 aprile: chiudere il modello 730-1 nell’apposita busta predisposta dall’Agenzia delle Entrate oppure in una busta che recherà cognome, nome, codice fiscale del dichiarante e la dicitura "SCELTA PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTO E DEL CINQUE PER MILLE dell’IRPEF".(*) In caso di dichiarazione congiunta con il coniuge, ambedue i modelli 730-1 vanno inseriti in un’unica busta sulla quale vanno riportati i dati del dichiarante. 2. Ad un CAF o ad un professionista abilitato entro il 31 maggio: consegnare il modello 730 -1 in busta chiusa. MODELLO UNICO Chi può firmare? Tutti i contribuenti che hanno altri redditi, oltre a quelli di pensione, di lavoro dipendente o assimilati, che non scelgono di utilizzare il modello 730 oppure che sono obbligati per legge a compilare il modello Unico per la dichiarazione dei redditi. Come scegliere? Firmare nella casella "Chiesa cattolica" facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta, nell’apposito riquadro denominato "Scelta per la destinazione dell’Otto per mille dell’Irpef" posto nel modello Unico. Quando e dove consegnare? 1. Il modello può essere predisposto da qualsiasi intermediario fiscale abilitato alla trasmissione telematica (commercialisti, CAF), che provvederà anche all’invio della dichiarazione entro il 30 settembre. È importante comunque ricordare all’intermediario fiscale la propria scelta per la destinazione dell’Otto per mille. 2. Chi invece predispone da solo il modello, deve effettuare la consegna via internet entro il 30 settembre ovvero, se non è obbligato all’invio telematico, presso qualsiasi agenzia postale dal 3 maggio al 30 giugno. E da quest’anno arriva l’ Unico MINI Per i contribuenti che predispongono il modello Unico c’è la possibilità di presentare un modello più breve, l’Unico MINI, se rientrano nei casi previsti dalle relative istruzioni.Tuttavia, i termini e le modalità per la scelta 8xmille e per la presentazione del modello sono le stesse del modello Unico "normale". MODELLO CUD Chi può firmare? Coloro che hanno percepito solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati, attestati dal modello CUD e che sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi. Come scegliere? Utilizzare l’apposita scheda allegata al CUD e: 1. Nel riquadro relativo alla scelta per l’Otto per mille, firmare nella casella "Chiesa cattolica", facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta. 2. Firmare anche nello spazio "Firma" posto in basso nella scheda. Quando e dove consegnare? 1. Consegnare entro il 30 settembre solo la scheda con la scelta, in una busta chiusa, che deve recare cognome, nome, codice fiscale del contribuente e la dicitura "SCELTA PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTO E DEL CINQUE PER MILLE DELL’IRPEF"(*) secondo una delle seguenti modalità: - presso qualsiasi ufficio postale. Il servizio di ricezione è gratuito. - ad un intermediario fiscale abilitato alla trasmissione telematica (commercialisti, CAF). Gli intermediari hanno facoltà di accettare la scheda e possono chiedere un corrispettivo per il servizio. 2. Inoltre è possibile trasmettere la scelta direttamente via internet entro il 30 settembre. Per maggiori informazioni visita il sito: www.8xmille.it
La parola alla CARITAS DIOCESANA
Dopo un anno in Caritas... il servizio civile di Alice e Silvia ivornesi, 23 anni, Silvia Bagordo e Alice Galigani hanno appena concluso il loro anno di servizio civile alla Caritas diocesana. Impegnate in tutti i servizi della struttura, dalla mensa, al guardaroba, al front office ed anche all’archivio con le schede personali fino al servizio in cucina, Alice e Silvia si dicono soddisfatte di quest’esperienza forte che hanno voluto fare.
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Alice: è stato un anno intenso, veramente bello. Quando mi sono iscritta non mi aspettavo quello che ho vissuto. Prima, vedendo “la carità” dall’esterno, non mi rendevo conto di tante cose; ricordo che al colloquio mi chiesero cosa fosse per me la Caritas e io nemmeno sapevo rispondere, dissi solo che era un modo per aiutare gli altri. Oggi, dopo esserci stata “dentro” per un anno mi rendo conto di quante emozioni ci siano da vivere dietro questo “aiuto” e di quanto ti possano arricchire le persone che arrivano qui. Certo, ci vuole molta pazienza, perché le persone che vengono qui hanno tanti problemi e chiedono di essere
ascoltate e aiutate, ma quello che sanno darti è davvero tanto. Silvia: Anch’io quando ho fatto domanda non avevo le idee ben chiare su quello che avrei fatto e vissuto. Fare un’esperienza simile vuol dire farla al 100%, non ci sono minuti liberi, minuti per fare qualcos’altro, quando sei in Caritas ci sei e non puoi fare altro che quello, quindi sicuramente è stato un anno intenso e vissuto in questa realtà fino in fondo. Ti relazioni con tutti, con qualcuno di più, con altri meno… sulla pazienza sono d’accordo con Alice, ce
ne vuole davvero tanta! Spesso vorresti rispondere a tono, magari a persone che alzano la voce e se la prendono con te, ma non per cattiveria o perché ce l’hanno veramente con te, solo perché sei lì davanti in un loro momento di sfogo…e quindi ti devi trattenere pensando che chi hai davanti vive problematiche gravi e porta sulle spalle pesi grandi. In questi giorni mi è successo un episodio toccante: ero fuori con mia madre ed una signora che frequenta la Caritas mi ha fermato perché voleva salutarmi.
La cosa mi ha fatto davvero piacere perché mi ha fatto capire che forse nelle persone che ho incontrato qualcosa ho lasciato anch’io. Alice: A me è successa la stessa cosa con i Rom. Quando li vedevo al semaforo li evitavo, ora li conosco, li saluto e ho piacere che mi salutino anche loro. Di questa esperienza mi resterà davvero tanto. È stato un anno di crescita indubbiamente. Stando qui a contatto con le persone capisci davvero molto, capisci quanto possa essere difficile la vita e non perché ti manca l’iphone o qualcos’altro di
superfluo! Sono proprio contenta di aver fatto un anno di servizio in questa struttura, lo rifarei altre mille volte! Silvia: Sicuramente siamo maturate in questo anno. Ci siamo rese conto di tante cose e questo ci servirà anche per il futuro. Anche se la vita ci porterà a fare cose diverse da queste indubbiamente torneremo con piacere a salutare e perché no, magari a dare anche una mano qui in Caritas. c.d. Il video dell’intervista è sull’home page del sito della diocesi www.diocesilivorno.it
LA FESTA IN CARITAS
Un grazie ai volontari che donano loro stessi a festa d’estate dei volontari tenutasi nella parrocchia di SS. Maria Assunta e successivamente nel piazzale del Porto di Fraternità è un’occasione che si rinnova e diventa momento d’incontro per tutti coloro che, a vario titolo, frequentano la Caritas. Alle 17,30 la celebrazione eucaristica presieduta dal missionario vincenziano Padre Francesco ospite immancabile dei momenti in cui ci dedichiamo alla preghiera, ponendo al centro le motivazioni che ispirano il servizio. C’è stata una significativa adesione delle varie realtà: caritas parrocchiali, commissioni, volontari impegnati nei vari servizi di “Torretta” ed ospiti. Novità introdotta il riconoscimento al “ Volontario dell’anno”, un premio non solo per chi lo riceve ma anche per ringraziare tutti per il loro prezioso impegno, senza il quale non sarebbe possibile portare avanti le tante iniziative in favore dei nostri ospiti. La scelta è ricaduta su Giovanni Fois (nella foto insieme a suor Raffaella Spiezio) che quasi quotidianamente, ormai da un anno ha condiviso il dono che ha contraddistinto la sua professionalità. Giovanni è falegname e da quando non esercita più e si è avvicinato al servizio ha svolto per la Caritas tanti piccoli lavori, oltre a condividere le proprie competenze insegnando alcune pratiche ai ragazzi del progetto immigrati o a chi di noi lo richiedesse. L’ esperienza in Caritas, secondo quanto ci riferisce, è molto positiva ha l’opportunità di vivere un’atmosfera familiare, di serenità dove è possibile rendersi utili per il semplice piacere di farlo come recita la poesia di Kahlil Gibran “La generosità” che gli abbiamo donato: “Dai
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poco se doni le tue ricchezze ma se doni te stesso ti doni veramente”. A seguito di questo sentito momento, ci siamo spostati tutti nel piazzale dove era stata allestita una pesca di beneficenza che
ha riscosso un grande successo. I partecipanti suddivisi poi in 4 squadre si sono alternati davanti al proiettore nel completare alcune note canzoni ed esibendosi come mimi. Alle 19,30 ha avuto inizio la cena (nella foto si vede la lunga tavolata) a base di bruschette varie, farro o pasta fredda, arrosto ed insalata e tanti ottimi dolci che i volontari hanno portato per l’occasione. A conclusione della serata operatori, volontari ed ospiti più o meno esperti si sono esibiti in balli di gruppo confermando la gioiosa voglia di stare insieme al di là delle fatiche quotidiane e dell’impegno da cui sono presi. Si avvertiva la voglia di condividere questo bel momento di fraternità che ha contribuito a farci vivere un clima rilassato. Buona estate a tutti!! Valentina Vaccari
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
7 luglio 2013
Ambiente: si è tenuto a Trento il X Forum organizzato da Greenaccord
I PERCORSI di Luce
Giornalisti come sentinelle del Creato
Il dolore che si trasforma in fiducia i chiamo Graziana e dopo aver lottato con tutte le mie forze per mantenere in piedi il sacramento del mio matrimonio, che mi aveva donato anche una splendida figlia, l’ho visto morire. Chi non ha vissuto , non può capire, le angosce, il dolore e l’abbandono che si sente nel veder crollare tutti i sogni di avere una splendida famiglia a immagine della più bella famiglia: quella di Nazareth. La mia non era mai stata neanche un tantino assimilabile, ma ho creduto che con l’aiuto di Dio, le mie preghiere e i mille modi cercati e provati per sciogliere quei nodi che fino dall’inizio vi erano stati presenti, avessi potuto comunque sperare in un cambiamento. Le cose purtroppo non sono andate così. Ho improntato una causa di nullità, essendocene motivi validi, a detta di alcuni sacerdoti e di un avvocato della sacra rota.. Altre sofferenze, altre umiliazioni, altre croci, ma portate con forza e umiltà, per potere essere un giorno di nuovo degna di ricevere quei sacramenti così essenziali per la vita di un Cristiano. Sto aspettando la sentenza che se Dio vorrà sarà positiva. Negli anni ho conosciuto un uomo che aveva la mia stessa fede,i miei stessi ideali, la mia stessa concezione di famiglia. Un uomo libero, che ora è limitato come me nel vivere pienamente una vita sacramentale completa. Ci siamo sentiti comunque "famiglia" ed abbiamo avuto un dono speciale, nostro figlio, ed il nostro sogno rimane quello di essere "vera Famiglia".
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In un clima familiare di accoglienza e disponibilità all’ascolto, nello scorso anno pastorale si sono svolti gli incontri dal titolo «Percorsi di luce». Momenti che l’ufficio di Pastorale familiare ha dedicato alle persone separate, divorziate e risposate per riscoprire l’amore di Dio. Abbiamo raccolto le testimonianze di Graziana e Patrizia Un paio di anni fa, una cara coppia facente parte della nostra Comunità Parrocchiale, mi aveva raccontato di star lavorando su di un progetto, per realizzare un percorso per separati, divorziati e risposati. A me faceva un po’ paura il pensiero di trovarmi con persone che erano nella mia situazione, ma non so dire fino in fondo il perché. Forse perché avevo sempre parlato con persone che non
capivano il mio dolore, oggi la separazione purtroppo è quasi normalità, ma per me non lo era, anzi era una sconfitta, un fallimento, una spada inflitta nel cuore di Cristo e dei miei cari. Poi quest’anno dopo che il progetto del "Percorso di Luce" era stato realizzato, e dopo che c’era stato gia il primo incontro, a cui non avevo volontariamente partecipato, la coppia di cui ho parlato prima mi ha di
Ho iniziato a partecipare agli incontri di "Percorsi di Luce" fin dal primo appuntamento che si è tenuto il 25 novembre 2012 e non me ne sono persa uno! Sono venuta a sapere di questi incotri da una coppia di cari amici,Antonio e Rita,con i quali già da tempo partecipavo ad altri incontri di preghiera. Prima dell’inizio di "Percorsi di Luce" ,non ero poi così convinta che fosse possibile accomunare storie familiari e percorsi di vita così differenti tra di loro. Subito dopo il primo incontro però mi sono subito ricreduta e mi sono resa conto che quanto ci accomunava erano la Fede e la preghiera. Quello che ho apprezzato maggiormente in questo gruppo è stata la lettura della Parola e le successive meditazioni,guidate da Don Ivano e Padre Gabriele . Molto belli sono stati anche i momenti di condivisione che ci hanno permesso di conoscerci meglio e creare un clima di amicizia. Consiglio pertanto a tutti coloro che sono alla ricerca di ascolto e di accoglienza di unirsi a noi in questo percorso. Un grazie a Massimo e Rosy che con il loro impegno hanno reso possibile questa esperienza e in particolare a Rosy per le sue ottime e immancabili "tisane della buonanotte" con le quali terminavano i nostri incontri. Patrizia
nuovo cercato. C’erano stati problemi , obiezioni e critiche su quell’incontro, e così loro chiedevano a me , proprio a me un consiglio su dove poteva esserci stato l’errore e su come si poteva rimediare. Ho risposto con le cose che il mio cuore mi dettava. Così mi sono trovata coinvolta in una serie di incontri meravigliosi, dove regnava l’amore reciproco, la condivisione del vissuto, la preghiera. Incontri dove ogni volta accadeva l’inaspettato. Arrivavo appesantita dalle fatiche della giornata e tornavo piena di fiducia, speranza e soprattutto gioia. Tutte quelle persone con le quali ci siamo serenamente e reciprocamente "raccontati" mi sono entrate nel cuore, ognuno con le sue esperienze dolorose chiuse nell’animo e finalmente liberate. Mi sono sentita parte di quelle esperienze e la Parola di Dio calzava sempre a proposito rispetto alla prima parte dell’incontro che serviva a conoscerci. Finalmente persone, anche con vive famiglie Cristiane, erano pronte ad accoglierci, a volte con le lacrime agli occhi. Siamo arrivati tutti da strade diverse, da percorsi diversi, da tempi diversi, con situazioni attuali diverse, eppure siamo ripartiti alla fine dei nostri incontri camminando tutti insieme, per mano. Grazie a tutti, grazie a tute quelle belle famiglie che si hanno aiutato,grazie ai sacerdoti che ci hanno guidato, grazie allo Spirito Santo che ci ha illuminato, Grazie a Dio che nell’altro si è fatto vedere, grazie a Cristo redentore. Al prossimo anno pronti per ricominciare.
CENTRI D'ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO IN COTETO
Un momento per condividere e pregare on l’inizio della stagione estiva, C mentre in parrocchia già nuove iniziative prendono il largo, come per esempio la bellissima esperienza dell’oratorio estivo per i bambini che sta riscontrando una numerosa partecipazione, e a pochi giorni dalla partenza per il campeggio estivo, volgono ormai al termine gli incontri dei numerosi Centri d’Ascolto della Parola di Dio nelle famiglie. Ogni gruppo, riunendosi in modo fraterno presso una famiglia, celebra la Santa Messa insieme al proprio parroco don Luciano, e, in un clima davvero amichevole, s’intrattiene per una cena condivisa. Il Centro d’Ascolto al quale ho avuto la gioia di partecipare durante quest’anno è quello delle giovani coppie, una realtà per me affascinante e di notevole crescita per il mio cammino vocazionale. È davvero bello vedere tutti questi giovani riunirsi nelle case la domenica ("ruotando casa" ogni volta per utilizzare un gergo giovanile) con tutti i propri bambini, i quali donano sempre un tono di particolare allegrezza agli incontri. Iniziammo a ottobre con la lettura di
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alcune lettere paoline, proseguendo poi con la lettura continua del vangelo di Luca. Coloro che ospitavano erano chiamati a introdurre i brani evangelici che dovevamo meditare, poi in uno scambio vicendevole ognuno con libertà era chiamato a immedesimarsi negli episodi della vita del Signore Gesù e a mostrare come ciò che nella Scrittura si leggeva stava realizzandosi nella propria
vita. Personalmente tornavo in seminario sempre arricchito dalle diverse testimonianze e soprattutto dai dubbi posti da coloro che, seppur per così dire si sarebbero potuti definire i più lontani dalla fede, si sono sempre mostrati desiderosi di partecipare con interesse e amore agli incontri. Abituati, parlo per me, forse a meditare per conto proprio la Parola di Dio si può correre talvolta il rischio di pensare che i nodi da noi sciolti negli anni lo debbano essere sempre e allo stesso modo per tutti. Confrontarsi aiuta perciò a cercare con amore un linguaggio che riesca a parlare al cuore di tutti e a mostrare la bellezza e la potenza del Vangelo del Signore Gesù Cristo. Questo piccolo pensiero ho voluto anche condividere venerdì 21 giugno con i giovani e don Luciano, quando il nostro gruppo si è riunito per celebrare insieme l’Eucarestia nello spazioso giardino di una famiglia a conclusione dell’esperienza del Centro d’Ascolto. Simone Barbieri
Giornalisti, addetti stampa, comunicatrori, da tutto il Paese si sono ritrovati per riflettere su ambiente e vie di comunicazione nformare significa anche custodire il IGreenaccord, creato. Con questa intenzione è nata l’associazione culturale di ispirazione cristiana, promossa e animata da diversi giornalisti sensibili ai temi ambientali, ma è anche con questo spirito che è stato organizzato il X Forum dell’Informazione Cattolica per la Salvaguardia del Creato, dal titolo: "Il Creato e le vie di comunicazione vecchie e nuove". Diversi i relatori, molte le sfaccettature in cui è stato affrontato il tema, "Lla cosa interessante- ha detto nel suo saluto iniziale il presidente di Greenaccord Alfonso Cauteruccio- è quella di scoprire come le vie di comunicazione si intersecano con la cura della Casa comune". Ad aiutare il buon esito del forum è stato sicuramente anche il luogo, dove l’immensità e la bellezza delle montagne sono state le protagoniste. Un territorio quello del Trentino da sempre importante come via di comunicazione tra mondo germanico e quello latino, attraversato sia da pellegrini sia da mercanti. Oggi con l’avvento di internet le cose sono mutate, e "insistere su un modello che dopo due secoli di straordinario successo ha esaurito le sue potenzialità- ha evidenziato Andrea Masullo, presidente del comitato scientifico di Greenaccorde inizia a produrre povertà ecologiche, economiche ed umane, è il vero pericolo che abbiamo di fronte. La paura del cambiamento - ha aggiunto - è la peggiore minaccia al progresso". Masullo,
che ha presentato anche il suo ultimo libro, Qualità vs Quantità, nel discorso conclusivo ha parlato, inoltre, dell’importanza della qualità delle reti di comunicazione, sia stradali sia di informazione, poiché una buona società si misura anche da questo, senza dimenticare anche la dimensione spirituale e il rispetto per l’ambiente. Infine, ha concluso invitando tutti a recuperare il valore della tenerezza, che "non è un parametro considerato dalla scienza, né è un valore economico, ma deve contaminare la conoscenza e l’organizzazione sociale per ricomporre quel patto interrotto fra uomo e natura". Da segnalare, in conclusione, la cerimonia premiazione "Sentinella del Creato"organizzata in collaborazione con l’UCSI. Alcuni giornalisti hanno ricevuto un riconoscimento per essersi distinti con i loro servizi nella comunicazione ambientale. All’interno della serata sono state premiate anche due donne che, seppur appartenenti ad ambiti diversi da quelli giornalistici, hanno dato il loro contributo per la Salvaguardia del Creato: Cinzia Tedesco, cantante jazz, che ha messo il suo talento a disposizione dei progetti in favore delle popolazioni disagiate, e l’attrice Maria Grazia Cucinotta, che oltre a lanciare da sempre messaggi in favore della natura, è stata anche la voce della Regina Tara, fervente amante della natura nel cartone animato "Epic", uscito di recente. Mauro Donateo
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LA SETTIMANA DI LIVORNO
7 luglio 2013
Agenda del VESCOVO
VENERDÌ 5 LUGLIO A Roma, incontro mondiale dei seminaristi in occasione dell’Anno della Fede SABATO 6 LUGLIO 16.00 visita alla villa S.Cuore in via Numa Campi e incontro con i fedeli 18.00 S. Messa alla chiesa di S. Stefano a Castelnuovo della Misericordia DOMENICA 7 LUGLIO Visita pastorale all’isola di Gorgona LUNEDÌ 8 LUGLIO Nella mattina, incontro con in presbiteri del V vicariato in vescovado MARTEDÌ 9 LUGLIO Nella mattina, udienze clero in vescovado 21.15 incontro con la segreteria diocesana del Servizio di Pastorale Giovanile alla Casa San Giuseppe a Quercianella
Diocesi informa Da non PERDERE
Domenica 7 Luglio alle 21 alla parrocchia S. Matteo
L’Amore Vero: il musical su San Francesco e Santa Chiara
MERCOLEDÌ 10 LUGLIO Nella mattina, udienze laici in vescovado Da giovedì 11 a martedì 16 luglio, il Vescovo guida il pellegrinaggio a Fatima
Libri da LEGGERE
di Mo.C.
Piqué Jodi-A. - Teologia e musica. Dialoghi di trascendenza - Ed. San Paolo, pp.246, euro 24,00 Teologia e musica sono due universi che raramente si visitano, due mondi che molto spesso a torto vengono ritenuti incompatibili tra di loro. Jodi-A., spagnolo, laureato in piano, organo, armonia fuga e composizione, monaco benedettino nell’Abbazia di Mont Serrat, docente anche al Pontificio Istituto Liturgico di Sant’Anselmo in Roma, con questo saggio dimostra chiaramente come musica e teologia (entrambi linguaggi di trascendenza) possano vibrare in perfetta consonanza in quanto tentano di dire qualcosa di ineffabile. Inoltre guida il lettore in un percorso affascinante tra suono e pensiero che ci immerge nella bellezza del Dio che si rivela. E’ il suo, uno sguardo ampio dalle mille sfaccettature su una relazione complessa attraverso un’analisi innovativa di opere e autori tra i quali Sant’Agostino, Von Balthasar, Sequeri, Sch?nberg e Messiaen.
Chiesa Livorno informa
Con la puntata che sarà trasmessa da Telegranducato nei giorni di venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 luglio, si concluderà la trasmissione Chiesa Livorno Informa. L’appuntamento con le notizie e gli approfondimenti del mondo diocesano riprenderanno a settembre; troverete comunque sul sito della diocesi di Livorno www.diocesidilivorno.it tutte le informazioni sugli appuntamenti e le notizie estive.
uesta povertà mi fa libera, libera!” “squarciagola QSta in questa frase cantata a da una giovane Santa Chiara, la profonda attualità del musical “Chiara e Francesco. L’amore quello vero” andato in scena al teatro Filicchi. Se riuscissimo a mettere via tutto il superfluo che ci circonda per far posto al Signore, potremmo finalmente sentire la sua voce, dare spazio ai sentimenti invece che alle cose e così saremmo davvero liberi di amare. Realizzato dalle compagnie teatrali La Mansarda e L’Asinello, unite per l’occasione, lo spettacolo scritto dagli stessi autori di “Forza venite gente”, ripropone la storia dei
due santi di Assisi, ma in una chiave più moderna, meno agiografica, riuscendo a coinvolgere gli spettatori di oggi, merito anche di una scenografia minimale e allo stesso tempo d’effetto, grazie alle proiezioni video e di due voci che meritano davvero di essere ascoltate, quelle di Valentina Passariello, nelle vesti di S. Chiara e di Federico Giroldini, S. Francesco. Tra il 1200 e il 2013 non c’è differenza: la lotta alla ricerca della propria vocazione (che coinvolge e spesso stravolge le attese dei genitori), l’attenzione ai più poveri, ai malati (molte e molto significative le scene tra i lebbrosi), la salvaguardia del creato
(con la presenza dei bambini che liberano la terra dai rifiuti), il rapporto con la gente (personificata nei giullari portatori di chiacchiere, sempre pronta a giudicare per sentito dire): Chiara e Francesco sono ragazzi di tutte le epoche, sono il passato ma anche il presente, il presente di tanti giovani che hanno bisogno di incontrare Gesù, per imparare ad amare davvero e così essere finalmente felici. Un plauso a tutti gli interpreti, capaci non solo di recitare, ma di cantare e dal vivo! E per chi se lo è perso il 7 luglio alle 21.00 alla parrocchia S. Matteo si replica! c.d.
FIRMATO IL PROTOCOLLO D’INTESA IN COMUNE
Sei linee d’azione per lo sviluppo del territorio ttorno ad una tavola rotonda costituita dal vicesindaco Bruno Picchi, A l’assessore Darya Majidi e dai componenti del tavolo di sviluppo Livorno (Cgil, Cisl, Uil, Cia Livorno, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio Livorno, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria e Legacooperative) è stato sottoscritto il protocollo d’intesa per l’individuazione di azioni per la promozione e lo sviluppo del territorio cittadino. L’accordo è nato dall’esigenza di dare concreta applicazione alle previsioni normative in materia di appalti, servizi e forniture. I soggetti istituzionali presenti sul territorio hanno individuato modalità e strumenti finalizzati a tali scopi nel rispetto della normativa vigente. Le linee d’azione illustrate con soddisfazione dal vicesindaco e dall’assessore, prevedono: lavori di manutenzione delle opere pubbliche e strade cittadine, misure di innovazione della pubblica amministrazione che favoriscano semplificazione, pubblicità, trasparenza e protocolli di legalità e interventi a favore delle imprese in difficoltà. Il provvedimento si inserisce all’interno di un accordo più generale sullo sviluppo economico siglato nel 2011 di cui nei prossimi giorni ci sarà un’istruttoria collegiale per monitorare lo stato delle cose e il grado di attuazione. Un traguardo importante raggiunto dalla Giunta che ha richiesto un gran lavoro da parte degli uffici amministrativi, ma significativo in questo scenario economico-sociale di crisi in cui le risorse scarseggiano. Un punto di partenza sperano gli addetti ai lavori per favorire il rilancio dell’economia cittadina e soprattutto l’occupazione giovanile. Caterina Lo Russo
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DLI LIVORNO
7 luglio 2013
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ESSERE CRISTIANO È UNA CHIAMATA D’AMORE, UNA CHIAMATA A DIVENTARE FIGLI DI DIO Il Papa ha ribadito che la certezza del cristiano è che il Signore non ci lascia mai soli e ci chiede di andare avanti, anche in mezzo ai problemi. Papa Francesco ha incentrato l’omelia sulla Lettura, tratta dal Libro della Genesi, dove si racconta della discussione tra Abram e Lot per la divisione della terra. “Quando io leggo questo – ha detto il Papa – penso al Medio Oriente e chiedo tanto al Signore che ci dia a tutti la saggezza, questa saggezza – non litighiamo, io di qua e tu di là… - per la pace”. Abram, ha osservato il Papa, “continua a camminare”. “Lui – ha affermato – aveva lasciato la sua terra per andare, non sapeva dove, ma dove il Signore gli dirà”. Continua a camminare, dunque, perché crede nella Parola di Dio che “lo aveva invitato ad uscire dalla sua terra”. Quest’uomo, forse novantenne, ha detto ancora il Papa, guarda la terra che gli indica il Signore e crede: “Abram parte dalla sua terra con una promessa: tutto il suo cammino è andare verso questa promessa. E il suo percorso è anche un modello del nostro percorso. Dio chiama Abram, una persona, e di questa persona fa un popolo. Se noi andiamo al Libro della Genesi, all’inizio, alla Creazione, possiamo trovare che Dio crea le stelle, crea le piante, crea gli animali, crea le, le, le, le… Ma crea l’uomo: al singolare, uno. Sempre Dio ci parla al singolare a noi, perché ci ha creato a sua immagine e somiglianza. E Dio ci parla al singolare. Ha parlato ad Abram e gli ha dato una promessa e lo ha invitato ad uscire dalla sua terra. Noi cristiani siamo stati chiamati al singolare: nessuno di noi è cristiano per puro caso! Nessuno!”. C’è una chiamata “col nome, con una promessa”, ha ribadito il Papa: “Vai avanti, Io sono con te! Io cammino a fianco a te”. E questo, ha proseguito, Gesù lo sapeva, "anche nei momenti più difficili si rivolge al Padre”: “Dio ci accompagna, Dio ci chiama per nome, Dio ci promette una discendenza. E questa è un po’ la sicurezza del cristiano. Non è una casualità, è una chiamata! Una chiamata che ci fa andare avanti. Essere cristiano è una chiamata di amore, di amicizia; una chiamata a diventare figlio di Dio, fratello di Gesù, a diventare fecondo nella
«Dio ci accompagna, Dio ci chiama per nome, Dio ci promette una discendenza. E questa è un po’ la sicurezza del cristiano. Non è una casualità, è una chiamata! Una chiamata che ci fa andare avanti. Essere cristiano è una chiamata di amore, di amicizia; una chiamata a diventare figlio di Dio, fratello di Gesù, a diventare fecondo nella trasmissione di questa chiamata agli altri, a diventare strumenti di questa chiamata. Ci sono tanti problemi, tanti problemi; ci sono momenti difficili: Gesù ne ha passati tanti! Ma sempre con quella sicurezza: “Il Signore mi ha chiamato. Il Signore è come me. Il Signore mi ha promesso”»
trasmissione di questa chiamata agli altri, a diventare strumenti di questa chiamata. Ci sono tanti problemi, tanti problemi; ci sono momenti difficili: Gesù ne ha passati tanti! Ma sempre con quella sicurezza: ‘Il Signore mi ha chiamato. Il Signore è come me. Il Signore mi ha promesso’”. Il Signore, ha ribadito Papa Francesco, “è fedele, perché Lui mai può rinnegare se stesso: Lui è la fedeltà”. E pensando a questo brano dove Abram “è unto padre, per la prima volta, padre dei popoli, pensiamo anche a noi che siamo stati unti nel Battesimo e pensiamo alla nostra vita cristiana”... “… qualcuno dirà ‘Padre, io sono peccatore’… Ma tutti lo siamo. Quello si sa. Il problema è: peccatori, andare avanti col Signore, andare avanti con quella promessa che ci ha fatto, con quella promessa di fecondità e dire agli altri, raccontare agli altri che il Signore è con noi, che il Signore ci ha scelto e che Lui non ci lascia soli, mai! Quella certezza del
cristiano ci farà bene. Che il Signore ci dia, a tutti noi, questa voglia di andare avanti, che ha avuto Abram, in mezzo ai problemi; ma andare avanti, con quella sicurezza che Lui che mi ha chiamato, che mi ha promesso tante cose belle è con me!”. IL PAPA: I PRETI ABBIANO LA GRAZIA DELLA PATERNITÀ SPIRITUALE Dio vuole che i sacerdoti vivano con pienezza una speciale grazia di “paternità”: quella spirituale nei riguardi delle persone loro affidate. La “voglia di paternità” è iscritta nelle fibre più profonde di un uomo. E un sacerdote, ha affermato Papa Francesco, non fa eccezione, pur essendo il suo desiderio orientato e vissuto in modo particolare: “Quando un uomo non ha questa voglia, qualcosa manca, in quest’uomo. Qualcosa non va. Tutti noi, per essere, per diventare pieni, per essere maturi, dobbiamo sentire la gioia della paternità: anche noi
celibi. La paternità è dare vita agli altri, dare vita, dare vita… Per noi, sarà la paternità pastorale, la paternità spirituale: ma è dare vita, diventare padri”. Lo spunto di riflessione è offerto a Papa Francesco dal brano della Genesi di oggi, nel quale Dio promette al vecchio Abramo la gioia di un figlio, assieme a una discendenza fitta come le stelle del cielo. Per suggellare questo patto, Abramo segue le indicazioni di Dio e allestisce un sacrificio di animali che poi difende dall’assalto di uccelli rapaci. “Mi commuove – commenta il Papa – guardare questo novantenne con il bastone in mano”, che difende il suo sacrificio. “Mi fa pensare a un padre, quando difende la famiglia, i figli”: “Un padre che sa cosa significa difendere i figli. E questa è una grazia che noi preti dobbiamo chiedere: essere padri, essere padri. La grazia della paternità, della paternità pastorale, della paternità spirituale. Peccati ne avremo tanti, ma questo è di commune sanctorum: tutti abbiamo peccati. Ma non avere figli, non diventare padre, è come se la vita non arrivasse alla fine: si ferma a metà cammino. E perciò dobbiamo essere padri. Ma è una grazia che il Signore dà. La gente ci dice così: ‘Padre, padre, padre…’. Ci vuole così, padri, con la grazia della paternità pastorale”. A questo punto, lo sguardo di Papa Francesco si posa con affetto sul cardinale De Giorgi, giunto al traguardo del 60.mo anniversario di sacerdozio. “Io non so cosa ha fatto il caro Salvatore”, ma “sono sicuro che è stato padre”. “E questo è un segno”, prosegue rivolto ai tanti sacerdoti che hanno accompagnato il porporato. Ora tocca a voi, è l’esortazione finale di Papa Francesco, che osserva: ogni albero “dà il frutto da sé e se lui è buono, i frutti devono essere buoni, no?”. Dunque, soggiunge con simpatia, “non fategli fare brutta figura…”: “Ringraziamo il Signore per questa grazia della paternità nella Chiesa, che va di padre in figlio, e così… E io penso, per finire, a queste due icone e a una in più: l’icona di Abramo che chiede un figlio, l’icona di Abramo con il bastone in mano, difendendo la famiglia, e l’icona dell’anziano Simeone nel Tempio, quando riceve la vita nuova: fa una liturgia spontanea, la liturgia della gioia, a Lui. E a voi, il Signore oggi vi dia tanta gioia”.
dalla CASA
Una semplice chiamata d’amore
S. MARTA
LE OMELIE DI...PAPA FRANCESCO.........
VI
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
7 luglio 2013
A SAN FERDINANDO
Il nuovo parroco padre Emilio
Guastagno 2013
Ragazzi e animatori tre settimane insieme
Si potrebbe scrivere un libro...
omenica 30 giugno a San Ferdinando, D padre Lorenzo e padre Michele hanno presentato padre Emilio, il ventottenne sacerdote polacco, che fra qualche giorno sarà nominato ufficialmente parroco della chiesa. È stato padre Moretti a presentare il giovane sacerdote: con voce rotta dall’emozione l’anziano parroco si è così rivolto ai fedeli: “invito voi tutti a continuare la collaborazione con la parrocchia come per trent’anni avete fatto con me anzi, con padre Emilio dovrete essere più attivi e a lui più vicini, per aiutarlo ad inserirsi al meglio nella comunità, sotto lo sguardo della Madonna del Buon Rimedio”.
la processione CELEBRATA LA MADONNA DEL BUON RIMEDIO
rima di fare rientro alla chiesa di San Pdella Ferdinando, da dove la processione Madonna del Buon Rimedio, aveva preso l’avvio, monsignor Giusti ringraziando padre Lorenzo Moretti per l’impegno profuso nei trent’anni di parroco di S. Ferdinando, ha presentato ai fedeli, assieme al ministro provinciale dell’Ordine Trinitario fra Gino Buccarello, il polacco padre Emilio Kotaczyk, che dalla prima settimana di luglio subentrerà a padre Lorenzo nella guida pastorale dell’antico e storico quartiere della Venezia. È stato nel corso della processione della Madonna del Buon Rimedio, accompagnata dalle note della banda Città di Livorno, dall’associazione Marinai, dalla Svs e da tantissimi fedeli, che il Vescovo Giusti, giunto davanti al comando della Capitaneria, ricevuto dal comandante Capitano di Vascello Arturo Faraone, ha ricordato le vittime del disastro di Genova dove hanno perso la vita nove marinai fra cui sei della Capitaneria del capoluogo ligure. I loro nove nomi sono stati ricordati con il lancio in mare di altrettante rose bianche. Parlando di quella tragedia, il vescovo Giusti ha ricordato quanto sia effimera la nostra vita, dove basta un errore, una distrazione, una leggerezza per perderla. Quello che è ancora più tragico è perdere la vita durante il lavoro, quando si pensa che tutto sia sotto controllo ed invece la morte è sempre in agguato, per strapparci agli affetti dei nostri cari senza alcun preavviso. Lo strazio di quelle famiglie potrà trovare conforto solo nella preghiera e nell’amore in nostro Signore e nella Madonna, che ci ha dimostrato come pure col cuore trafitto dal dolore, come lei ha avuto, si possa ascendere al cielo per godere dell’amore di Dio assieme a tutti i nostri cari, per la vita eterna”. Dopo la breve sosta la processione è proseguita sino al porto Mediceo dove il vescovo Simone ha benedetto il mare ricordando le vittime di alcune sciagure che hanno toccato Livorno nel corso di questi ultimi anni: i Paracadutisti precipitati alla Meloria, i Carabinieri caduti a Capraia e le vittime della Moby Prince. Roberto Olivato
e l’estate felice vuoi iniziar, al Guastagno devi andar…» canticchiava giorni fa una ragazzina di dieci anni che partecipa al Guastagno 2013. E così, finita la scuola, il primo lunedì libero è ripartito il Guastagno, l’oratorio feriale estivo che si svolge nella parrocchia S. Luca a Stagno e che accoglie bambini e ragazzi del paese, di Guasticce, di Nugola, di Vicarello, di Collesalvetti, di Castel Anselmo e di Livorno. Dietro il Guastagno 2013 c’è una bella organizzazione che progetta da mesi: lo staff, costituito da don Pietro, Monica, Alessio, Michela e i ragazzi della pastorale giovanile; gli animatori parrocchiali e quelli del Progetto GuastagnoAmichiamoci; l’equipe dei laboratori. Da gennaio gli animatori hanno seguito un corso di formazione e dai loro incontri con lo staff è nata a giocare, Gli animatori (nella foto al tavolo) giardino la formula del Guastagno aspettando i genitori alle sono davvero un dono: nessuno 2013. I nostri animatori 17.30. I laboratori del 2013 sono un dono d’amore per sono stati: Spettacolando, si è fermato, nessuno si è arreso! tutti i bambini e ragazzi e canto, manualità, Sono loro la forza della parrocchia, decorazione, disegno da questo concetto è nato il tema “Noi testimoni artistico, bigiotteria, il futuro, il cambiamento: d’amore” , raccontato creatività in cui viene veri testimoni d’amore! attraverso un filo logico lavorato il legno, il vetro, la che va dal passato al carta e il giardinaggio. C’è futuro, attraverso la storia di tre genitori al lavoro, ma le attività anche lo sport, calcio, pallavolo e personaggi rappresentanti di iniziano alle 9.30: riuniti in basket; ogni giorno una caccia al questo dono. Un viaggio dal gruppi in chiesa ascoltano il tesoro , oppure olimpiadi e passato, con Giovanni Bosco, al personaggio della settimana giochi a squadra: per ogni presente, con Madre Teresa di raccontare la propria storia, vincitore un bel gelato! I Calcutta, al futuro con papa seguono i laboratori mattutini, partecipanti al Guastagno sono Francesco. Giovanni Bosco è stato alle 11.15 tutti in giardino a divisi in gruppi dalla 1° scelto perché ha fatto nascere giocare. Alle 12.00 i bambini elementare alla 2° media; ogni l’oratorio e per il suo progetto vanno a casa, resta a pranzo chi gruppo ha un personaggio dei educativo basato su ha i genitori al lavoro, è garantito cartoni animati come simbolo, autorevolezza, ragione e un servizio di baby sitter di due partendo dai più piccoli religione; Madre Teresa è la beata ore e mezzo da parte della abbiamo: Puffi, Ape Maia, che si è fatta povera tra i poveri, pastorale giovanile; alle 14.30 Monsters & co, Scooby-Doo, che ha donato la sua vita al riapre l’oratorio, i ragazzi sono Spongebob, Flinstones, prossimo; papa Francesco, invece, accolti in chiesa a gruppi per una Simpsons. E le gite? La 1° viene visto come il futuro della preghiera, poi di nuovo nei settimana al parco di Pinocchio a Chiesa, l’uomo della Speranza laboratori fino alle 16.30, Collodi, la 2° settimana alla che parla a tutti, ma soprattutto momento dell’Albero della fattoria didattica La Serra, dove i infonde coraggio ai giovani e merenda: tutti vanno all’albero più piccoli hanno costruito una porta il cambiamento. Guastagno che rappresenta il loro gruppo, in candela di cera d’api e i più grandi 2013 è un arcobaleno di colori: tattesa di essere chiamati a fare hanno fatto il pane, la 3ª shirt arancione per lo staff, rossa merenda…è un momento settimana all’Acqua Village di per gli animatori, gialla per buffissimo…è bellissimo vedere Cecina con le famiglie. Ogni anno l’equipe dei laboratori e verde per molti bambini con le mani colme al Guastagno ci sono delle novità, i ragazzi. di fette di nutella, di marmellata, perché lo staff e l’equipe vogliono Una giornata tipo del Guastagno? pane e olio, dolcetti e biscotti… il sempre colpire con l’effetto L’oratorio apre alle 8.00 per loro viso diventa di mille colori! sorpresa, creando stupore in ogni accogliere i bambini che hanno i Dopo la merenda tutti stanno in partecipante. Quest’anno la prima settimana, grazie all’invito della Casa famiglia Scotto, abbiamo avuto un incontro con i giocatori del Livorno e con gli ospiti del Centro disabili a Stagno. E’ stato un momento fantastico: l’emozione dei bambini davanti ad alcuni loro miti sportivi è stata incontrollabile, ma si sono comportati benissimo…è stato semplice tenere sotto controllo 140 bambini e una quarantina di animatori! Bravissimi! La 2ª sorpresa è avvenuta lunedì scorso: il gemellaggio “Nord & Sud” con la parrocchia S. Giovanni Battista e Ilario di Rosignano Marittimo. La nostra amica Elisa, educatrice del gruppo dei giovanissimi, è venuta a trascorrere una giornata con noi, portando 3 ragazzi e facendo giocare due gruppi, uno al mattino e uno al pomeriggio;
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Si è appena concluso l’oratorio feriale estivo che si svolge nella parrocchia S. Luca a Stagno e che accoglie bambini e ragazzi del paese, di Guasticce, di Nugola, diVicarello, di Collesalvetti, di Castel Anselmo e di Livorno
sono stati momenti bellissimi, i ragazzi si sono divertiti tanto e il giorno dopo cercavano ovunque i nuovi animatori. Il Guastagno 2013 è durato 3 settimane ed è terminato con una bellissima festa: alle ore 18.00 rappresentazione sportiva di basket, alle 19.00 finale della Confederation Cup Guastagno 2013, segue la cena condivisa tra le famiglie e subito dopo “Spettacolando” a cura di Elisa, Ilaria, Irene. In scena due recite, “ La gabbianella e il gatto” e “Il libro della giungla”, molti balletti, il saggio di chitarra del gruppo di Michela e non dimentichiamo la sigla iniziale “La canzone dell’amicizia” che ha risuonato nelle stanze per tutto questo tempo. Ci sarebbero tantissime altre cose da raccontare sul Guastagno: aneddoti, i tre d, ginocchia sbucciate, dentini caduti, il campino, gli addormentati, i troppo svegli, i pierini, i giocherelloni, i cuccioloni, i golosi, la stanchezza, i sorrisi…si potrebbe scrivere un libro! Ma se chiudo gli occhi e penso a ciò che abbiamo vissuto in questi giorni, oltre a sentire moltissime voci che chiamano ora un nome ora un altro, vedo i bambini, i ragazzi, e gli animatori…staff e non staff. Li vedono correre per mano, in braccio, li vedo ballare, cantare, a volte molto stanchi, a volte più rilassati, ma tutti felici. Vedo bambini che abbracciano il loro animatore dicendogli –ti voglio bene-. Io, don Pietro e Michela il loro punto di riferimento, ma gli animatori sono davvero un dono: nessuno si è fermato, nessuno si è arreso! Sono loro la forza della parrocchia, sono loro il futuro, il cambiamento: veri testimoni d’amore! E non finirò mai di dire che il vero Guastagno sono proprio loro: i nostri giovani! Monica Calvaruso Il video con le testimonianze dei ragazzi e degli animatori è pubblicato sul sito www.diocesilivorno.it; le foto si possono trovare sulla pagina facebook Quelli che il guastagno"
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
7 luglio 2013
UNA CRISI NON SOLO ECONOMICA
Emergency A LIVORNO
«Siamo in una società che fa la guerra ai poveri!» EMERGENCY: Dati choc, nove milioni di italiani costretti a rinunciare alle cure del SSN «Ticket ormai alle stelle, con la crisi molti non possono più permetterseli. Risparmi? Si comincino a tagliare le convenzioni con i privati. Il profitto sulla salute è immorale» no spettro si aggira per le corsie degli ospedali italiani, ed è lo spettro del denaro. Non ha dubbi Gino Strada, fondatore di Emergency, l’associazione che, in occasione del suo convegno nazionale svoltosi proprio a Livorno, vuol dire la sua nel dibattito in corso sui tanti problemi da cui è afflitto il nostro Servizio Sanitario Nazionale. E lo fa dal punto di vista di chi, dal 2006, è attivo non solo- come crede la maggior parte dell’opinione pubblica - nei teatri di guerra di tutto il mondo per curare i feriti nei suoi ospedali da campo. Perché ormai la guerra è arrivata anche nelle nostre strade, e così sono ormai sette anni che Emergency gestisce poliambulatori mobili anche nel nostro paese, inizialmente rivolti ad immigrati privi di assistenza ma, specialmente da quando la crisi ha cominciato a colpire duro, anche verso molti nostri connazionali. Gente che non ce la fa più a pagarsi le cure e che è costretta a rivolgersi al volontariato. Ma come è possibile, viene da chiedersi? Il SSN non dovrebbe garantire i bisogni di tutti? L’accesso alle cure mediche, come ci hanno insegnato a scuola nell’ora di educazione civica, non è universale, gratuito e per di più garantito dalla Costituzione? «In realtà- ricorda Gino Strada - ormai da tempo non è più così: si calcola che circa 9 milioni di italiani, ad oggi, non possano permettersi di pagare i sempre più esosi ticket imposti dalle regioni e sono costretti a fare quello che fino a poco tempo fa era impensabile: rinunciare a curarsi». Il 15% della popolazione. Nonostante tutti costoro abbiano in tasca una tessera sanitaria e una copertura garantita, almeno nominalmente, dallo Stato. Ma come è possibile tutto questo?
“Diritti o privilegi” è stato il tema dell’ultimo incontro nazionale di Emergency, l’associazione umanitaria italiana onlus e non governativa che si occupa, su scala internazionale, della cura e della riabilitazione delle vittime di guerra e della povertà. Quattro giornate dedicate ad approfondire la situazione dei diritti in Italia, come il diritto ad avere un posto di lavoro e cure mediche. La manifestazione è iniziata con la mostra fotografica “Qui Emergency Italia” in Fortezza Nuova, inaugurata da Cecilia Strada, figlia del fondatore di Emergency, per poi continuare, in serata, con lo spettacolo di Ascanio Celestini al Teatro Goldoni. Giovedì e venerdì due serata di interventi, che hanno visto sul palco allestito sul parquet del “Modigliani Forum”, oltre a Gino Strada, professori, medici, giornalisti e giuristi, come Antonio Bonaldi, presidente di Slow Medicine, da Marco Cattaneo, direttore di Le Scienze, Stefano Rodotà, giurista di fama nazionale, Maurizio Landini, segretario della Fiom-Cgil, e molti altri, con serate musicali conclusive con personaggi come Fiorella Mannoia, Litfiba, Daniele Silvestri e il nostro Bobo Rondelli. Nella giornata di sabato infermieri e medici di Emergency hanno dato testimonianza del loro lavoro nei Paesi colpiti dalla guerra. F.F
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È colpa solo della crisi economica, che costringe molti a tirare la cinghia? O c’è qualcosa di più? «Il problema in realtà, prima che economico, è di natura culturale» spiega Gino Strada «Fin dai primi anni del 2000 si è assistito ad una marcia indietro dello stato rispetto al welfare, con taglio dei finanziamenti ai servizi sociali, e in particolare a quelli sanitari. Il motivo è semplice: si guarda alla sanità solo come a un elemento contabile, una cifra di spesa fra le tante presenti nel bilancio statale, e non come a un diritto della persona: motivo per cui si tende ad applicare una logica di continuo contenimento dei costi, con conseguente riduzione dei diritti dei cittadini». Un esempio di questa mentalità è il fatto che già da tempo si è diffusa l’espressione di“aziende ospedaliere” per definire i nosocomi: «L’uso del termine “azienda”non è casuale” incalza Gino Strada “evidentemente è spia di una visione della sanità come una impresa che deve produrre profitto riducendo i costi. Ma è un’idea sbagliata e distorta: la sanità è un diritto, non si può dire che costa troppo: costa il necessario, e se ci vogliono più soldi, dopo aver eliminato ovviamente gli sprechi, occorre trovarli come
avviene per tutte le cose necessarie.» Ma non è tutto: di fronte alla retromarcia dello stato nei confronti del welfare sanitario, a detta di Emergency, si nasconde anche altro: l’interesse dei privati per un mercato, come quello della salute, che vale miliardi. Lo spiega l’economista Nerina Dirindin:«Contrariame nte a quanto si cerca di far credere attraverso i media, dove si parla sempre di eccessiva spesa sanitaria, il nostro sistema, in rapporto al PIL, costa molto meno che negli altri paesi europei, come Francia e Germania. Non solo: nonostante l’enfasi sugli scandali della cosiddetta “malasanità”, tutte le classifiche internazionali uscite negli ultimi anni sono concordi nel dire che in nostro servizio sanitario è uno dei migliori al mondo, e funziona meglio, o almeno alla pari, di quello di Francia e
Germania». «E allora, dice la Dirindin, il problema sta altrove. «Il SSN italiano, come struttura universalistica, ha un solo grosso difetto: non produce abbastanza profitti per i privati. E la sanità, specialmente in un momento di crisi, è un mercato che fa gola: ed è per questo che, da parte di molte lobby, dalle assicurazioni private, alla finanza, agli operatori sanitari si cerca di avvalorare la tesi che il pubblico è inefficiente, che privato è bello e costa meno, e che converrebbe smantellare il sistema attuale per passare ad uno interamente privato. Non è un caso che sempre più economisti sostengano che, anziché prelevare soldi ai cittadini con le tasse per poi offrire servizi sanitari pubblici, sarebbe più conveniente non far pagare le tasse e far poi pagare direttamente al cittadino le cure
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mediche dai privati. Questo nonostante qualsiasi analisi comparata svolta a livello internazionale fra i sistemi sanitari dei diversi paesi mostri esattamente il contrario: i sistemi privati sono meno efficienti e costano di più, sia perché sulla spesa pesa il ricarico del profitto degli operatori, l’accumulo delle riserve matematiche delle assicurazioni, e soprattutto il fatto che il privato non ha alcun interesse a contenere le spese sulle quali guadagna, e tende anzi a oberare il paziente di cure tanto superflue quanto per lui profittevoli». La soluzione ai problemi della sanità,a questo punto, secondo Emergency, appare semplice, purché ci sia la volontà di farlo: riportare la sanità al centro come diritto della persona, allontanando ogni idea di risparmio a scapito dei servizi e soprattutto eliminando ogni logica di profitto legata alla fornitura dei servizi sanitari: «Se proprio si vuole risparmiare, si comincino a tagliare le troppe convenzioni con i privati che guadagnano con la sanità pubblica» attacca Strada. «La logica del profitto in medicina non è solo dannosa da un punto di vista economico per il sistema. È qualcosa di assolutamente vergognoso. Significa che si specula sulla sofferenza dei nostri simili per generare profitto. Quasi sperando che le sofferenze aumentino perché così ci sarà più guadagno. L’unico guadagno che un medico dovrebbe ricevere è quello del proprio stipendio: ogni altra forma di profitto sulle spalle dei pazienti è indecente e immorale». Giampaolo Donati
Di fronte ad un palazzetto gremito, Gino Strada ha parlato di «Guerra ai diritti», insieme a Stefano Rodotà, giurista di fama nazionale, Maurizio Landini, segretario della Fiom-Cgil, con Lella Costa moderatrice. Il saluto iniziale del sindaco di Livorno Alessandro Cosimi i fronte ad una crisi “conclamata e «introducendo Dprogrammata” - spiega Lella Costa, l’argomento della serata non possiamo fare a meno di domandarci se sia possibile parlare ancora di diritti: quello ad avere un lavoro, quello ad uscire dalla nebbia, a conoscere la verità, il diritto ad avere cure e istruzione."Perché non ci troviamo solo di fronte ad una crisi economica, ma anzitutto siamo di fronte a una crisi culturale e di valori". «Alcuni diritti non possono essere messi in discussione spiega Rodotà - le persone sembrano diventate numeri, oggetti: siamo “merci” del mercato del lavoro, la stessa salute è diventata una merce. Assistiamo a una vera e propria regressione». È un quadro sconcertante, in cui pare non si riesca a trovare l’uscita. «Qui è a rischio la democrazia - dice Landini - a causa di una cattiva politica, figlia della deriva culturale che viviamo, e di alcuni operatori economici senza scrupoli, ci troviamo in queste condizioni: pensavamo che il mercato libero avrebbe portato un miglioramento delle condizioni economiche di tutti, e oggi ci troviamo che i lavoratori sono costretti ad accettare il lavoro, quando c’è, alle condizioni imposte da grandi aziende e multinazionali, perché pare che “facciano un favore” ad assumere personale. Il lavoro è calpestato. E in Parlamento abbiamo gente che vorrebbe cambiare una Costituzione, sulla quale giura, che sancisce i diritti inalienabili delle persone e la dignità del lavoro, e i lavoratori sono costretti a scendere in piazza a manifestare per difendere la Costituzione di cui dovrebbero occuparsi i loro eletti continua riferendosi alla manifestazione della FIOM tenutasi proprio quel giorno per questo bisogna che lo Stato intervenga per limitare l’azione di questi operatori, ripristinando delle regole.« Bisogna pensare alla produzione della ricchezza, ma anche a come la si produce, per non ripetere casi come l’ILVA, in cui perdita di lavoro, distruzione dell’ambiente e gravi problemi di salute si sono combinati a causa di una serie di scelte sbagliate. In Italia siamo in guerra, ma con i nostri poveri - continua Gino Strada, fondatore di Emergency - è un conflitto subdolo, che lede la dignità umana, che esalta le caste e i privilegi a discapito dei diritti veri. Un esempio: almeno il 15% degli Italiani non può curarsi perché non ha la possibilità di pagare i ticket sanitari. E spendiamo in armamenti una cifra pari a quella che sarebbe sufficiente a sfamare 2 miliardi di persone nel mondo. E c’è chi continua a lucrare su questa situazione, chi continua ad accumulare privilegi. E molti si ritrovano in strada, spesso ad affrontare una situazione a loro sconosciuta, spesso a morire. Ma che società è quella che fa la guerra ai poveri? Come possiamo vivere in un’Italia piena di privilegi per pochi? E la guerra va abolita, in ogni sua forma, è questo la vera battaglia dell’Umanità. Oggi il ruolo di Emergency non è solo di ergersi contro la guerra all’estero, ma di intervenire anzitutto nel suo Paese, l’Italia» LA FRASE Una cosa è avere dei diritti sulla carta. Tutt’altra è analizzare i contenuti di quelli che vengono chiamati diritti. Dopo tanti anni di lavoro in Paesi in guerra mai ci saremmo aspettati di dover intervenire nel nostro Paese. Eppure anche in Italia c’è una guerra continua, spietata e atroce contro i poveri. Fabio Figara
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TOSCANA OGGI 7 luglio 2013
LA SETTIMANA DI LIVORNO