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Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
18 luglio 2010
DUE APPUNTAMENTI DIOCESANI PER IL FINE SETTIMANA Venerdì 16
Il vescovo monsignor Simone Giusti celebra la Santa Messa alle ore 9 al monastero delle suore del Carmelo ad Antignano per la tradizionale festa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo
Sabato 17
Alle 8.10 ritrovo in piazza delle Carrozze per il tradizionale pellegrinaggio diocesano mensile al Santuario di Montenero. Alle 9 la celebrazione eucaristica
LE REAZIONI/1
LA STELLA MARIS: «UN SEGNO PER I TANTI MARINAI FILIPPINI» a statua della Madonna all’imboccatura del «accoglienza LPorto? Sarebbe un bellissimo segno di anche per i numerosissimi marittimi
Alla Vegliaia una statua di Maria proteggerà tutto il porto? ivorno come Rio de Janeiro o Messina? Non sarà come l’imponente "Cristo Redentor" che domina sulle colline di Rio o come la famosa Madonnina dorata del porto siciliano, ma anche Livorno presto potrebbe avere una grande effigie religiosa a guardia del suo porto. Una statua di Maria alta circa 5 metri fra qualche tempo infatti potrebbe accogliere le navi che entrano in porto dall’imboccatura sud. Non è solo un pour-parler estivo, perché dopo un anno di colloqui sottotraccia tra la Diocesi, il Corpo Piloti del Porto e la Capitaneria di Porto di Livorno non è detto che l’idea alla fine non si concretizzi per davvero.
L
IL SOPRALLUOGO ALLA VEGLIAIA Nei giorni scorsi il vescovo Simone Giusti ha effettuato un sopralluogo (nella foto sotto) sulla diga della Vegliaia per prendere visione del luogo dove la statua potrebbe essere installata. Sulla pilotina del Corpo Piloti insieme al vescovo c’erano il comandante del Porto l’ammiraglio Ilarione Dell’Anna, il capo piloti Cino Milani e il suo vice Salvatore Vasta. E proprio dai piloti livornesi che è partita l’idea di una statua della Madonna a protezione di tutto il mondo portuale. «Circa un anno fa racconta Milani - il vescovo venne a benedire la nostra stazione al Molo Mediceo e facemmo un giro del porto con la pilotina. Fu lì che gli proponemmo l’idea: volevamo rifarci all’antica tradizione livornese della Madonna del Saluto, ma soprattutto ci piaceva l’idea di una protezione speciale per tutti i portuali visto che c’è chi, come noi piloti, spesso rischia la vita nel proprio lavoro affrontando il mare con qualunque condizioni metereologica».
L’idea partita dal Corpo dei Piloti del Porto potrebbe concretizzarsi. La statua, alta 5 metri accoglierebbe le navi al fanale verde dell’imboccatura del porto. Il Vescovo: «I passi da fare sono ancora molti, ma già è bello vedere esponenti importanti del porto lavorare al progetto» SI ASPETTA IL SÌ DELLA PORT AUTHORITY Il Vescovo tira il freno a mano, ma non nasconde che l’idea gli piacerebbe molto: «Siamo ancora alle fasi preliminari afferma - ma fa piacere che alcune componenti importati del porto come i Piloti e la Capitaneria stiano lavorando perché questa idea si concretizzi davvero. È segno, come ho ribadito più volte, che Livorno è una città molto
L’ANTICA TRADIZIONE IN PORTO
Quando c’era la Madonnina del Saluto rima che i bombardamenti la buttassero giù, presso l’entrata del Praffigurante vecchio porto mediceo nella Dogana Vecchia c’era un antico quadro la Madonna del Saluto, risalente al ‘500. Marinai e operatori portuali ne avevano fatto il proprio luogo di culto: in molti passavano a salutarla prima di partire e vi ritornavano per ringraziare al rientro dai viaggi. Poi la chiostrina fu ridotta a un cumulo di macerie dopo il passaggio dei bombardieri alleati durante la seconda guerra mondiale. «Ma da allora – afferma Cino Milani – la devozione di molti marittimi non è venuta meno. Anche noi del Corpo Piloti conserviamo una Madonnina incastonata nelle pietre del fortino al Molo Mediceo dove c’è la nostra stazione. Con la nuova statua all’imboccatura del porto si rinnoverebbe così anche una antica tradizione».
religiosa». L’idea dei Piloti sta pian piano passando negli altri ambienti del porto creando un certo dibattito. La voce è poi circolata anche nelle stanze delle istituzioni locali: così le autorità di Comune e Provincia, sentite in maniera informale, sembrano voler avvallare il progetto. Certo è che manca ancora l’autorizzazione più importante, quella dell’Autorità Portuale: «I passi da fare sono
ALL’OPERA LO SCULTORE PAOLO GRIGO’
SI STUDIANO GIÀ I PRIMI BOZZETTI ove verrà collocata? Sarà in vetro resina oppure in marmo? DQuanto sarà alta? E chi la scolpirà? Posto che siamo ancora alle fasi di studio del progetto, resta il fatto che gli eventuali nodi da sciogliere per la realizzazione dell’opera sono ancora molti. E se per la collocazione sembra aprirsi qualche spiraglio concreto alla diga della Vegliaia, si sa già che la Diocesi ha dato incarico allo scultore e pittore di Cascina (Pisa) Paolo Grigò per studiare un progetto e provare a buttar giù un preventivo di massima. I primi bozzetti dovrebbero essere pronti per i primi di settembre. Grigò è uno scultore di fama internazionale e di recente, tra le altre cose, ha realizzato un ciclo scultoreo per la chiesa di Fornacette disegnata da monsignor Simone Giusti. Per il materiale le ipotesi al vaglio sembrano per ora ridursi a due: o marmo o vetroresina, c’è infatti da tener conto dell’esposizione continua agli agenti climatici che riducono di molto i materiali di cui è possibile servirsi. E se tutto l’iter procedesse filato? Non è un mistero che al Vescovo piacerebbe inaugurare la statua il giorno della Festa della Madonna di Montenero, l’8 settembre prossimo.
ancora molti - continua il Vescovo - e non è detto che alla fine l’opera si realizzi. Però sembra che si stia creando un sodalizio importante teso alla realizzazione dell’opera. E già questo mi sembra un fatto molto positivo». E I MARINAI AVREBBERO DUE «LUCI» NELLA NOTTE Certo è che la macchina si è messa in moto: la Capitaneria è in contatto con l’Autorità Portuale per le prime pratiche burocratiche. La Diocesi è invece al lavoro per commissionare l’eventuale opera (si veda il box in pagina). Quanto alla collocazione in un primo tempo era stata vagliata l’ipotesi di posizionare la statua sul pilozzino di cemento, conosciuto come "biribisso" davanti al faro: poi i costi troppo elevati hanno fatto indirizzare l’obiettivo verso un’altra collocazione. Ma non certo meno significativa: in cima al braccio ovest della diga della Vegliaia, sotto al grande faro verde. Quella luce per le navi è il segnale dell’approdo magari dopo lunghi giorni di navigazione ostacolati da qualche burrasca. «La luce verde - commenta il capo piloti Milani - indica a tutte le navi che lì c’è la porta d’ingresso del porto. Mi parrebbe davvero ricco di significato se sotto a quel faro venisse posizionata una statua della Madonna». (g.d.m.)
filippini che ogni giorno attraccano nel nostro scalo». È un aspetto poco noto, ma un’indagine condotta dall’associazione “Stella Maris” lo scorso anno rivela numeri che parlano da sé: il 43% dei marittimi che ogni giorno attraccano con gli equipaggi nel nostro porto sono filippini, e dunque, in gran parte, di religione cattolica. «È proprio così – spiega il responsabile della “Stella Maris” livornese Federico Sgherri – solo il 50% dei marittimi è italiano, poi vengono i filippini e infine il restante 7% se lo spartiscono in buona misura indiani, indonesiani e ucraini». Nei 135 metri quadri del centro di accoglienza della “Stella Maris” livornese situato all’interno del porto commerciale in via Michelangelo passano ogni anno circa 2000 marittimi («1900 lo scorso anno e già 880 nel primo semestre di quest’anno»). Sono i lavoratori globe-trotter degli equipaggi delle navi di tutto il mondo (traghetti, navicrociera, grandi porta container). «È gente – fa notare Sgherri – che sta fuori da casa per mesi e mesi, e il disagio è avvertibile nei loro volti, nelle loro domande: il distacco dalle famiglie e dagli affetti è difficile». Ecco allora che diventa preziosa l’opera dei 3 volontari della “Stella Maris”: «I marittimi vengono qui per telefonare, usare internet, guardare la tv, bersi una birra, leggere i giornali dei loro paesi, ma anche per essere trasportati in centro. Da questo punto di vista il nostro porto è molto carente: non ci sono adeguate strutture di accoglienza». Soprattutto alla “Stella Maris” si cerca anche una assistenza spirituale: «Offriamo loro dei momenti di preghiera, distribuiamo vangeli e corone del Rosario. Come un marinaio sente il nome della nostra associazione si rasserena subito. Ora con l’immagine della Madonna all’entrata del porto l’accoglienza potrebbe essere anche migliore. Sarebbe un piccolo segno, ma significativo».
LE REAZIONI/2
IL CONSORZIO NAUTICO: «L’IDEA NON CI DISPIACE» ivornesi mangiapreti? «Macché. Magari per una Lbuonforma di superstizione più che di religiosità, ma ogni livornese un cero alla Madonna di Montenero non manca mai di andare ad accenderlo». Lo attacca con queste premesse Piero Mantellassi il suo commento al progetto della statua di Maria al porto. Lui da poco rieletto a capo del Consorzio Nautico che riunisce i 60 circoli dei diportisti livornesi conosce bene gli umori del “popolo delle barchette”: «Non credo che l’idea della statua dispiacerebbe a qualcuno, come Consorzio posso dire che non siamo assolutamente contrari. Probabilmente – dice poi con sincerità - l’idea lascerebbe nell’indifferenza gran parte dei diportisti, ma sono convinto che nessuno farebbe le barricate per opporvisi». A Livorno il diportismo non è un hobby è una filosofia di vita: e sono migliaia le barche che affollano i fossi e ogni angolo della Dogana Vecchia e del porto mediceo: «Sarebbe interessante – afferma Mantellassi – sapere quante immagini di Santa Giulia o della Madonna di Montenero sono appese nelle cantine sui fossi. Perché checché se ne dica in fondo i livornesi sono legati a doppio filo anche alle loro tradizioni religiose». Magari non in bella vista, magari un po’ polverosa o sgualcita nel portafoglio, ma ogni livornese la sua immaginetta sacra la conserva sempre. «Diro di più - conclude Mantellassi - la mia sensazione è che ogni livornese, anche i non credenti come me, conservano sempre in un angolo del proprio animo un’idea o una domanda di sacro. E anche un’iniziativa come questa della statua può segnare l’apertura di un dialogo con questa parte un po’ nascosta».