La Settimana n. 27 del 14 luglio 2013

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IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

14 luglio 2013

di mons. Alberto Ablondi

arlare di missione significa sempre prendere in considerazione due Pestremi: estremi: colui che manda e colui verso cui si cammina. Ecco i due dal Padre agli uomini, come il Cristo. Un cammino dunque fra due volti: dal volto di Dio al volto di tutti gli uomini, che cercheremo di cogliere nelle loro presenze, nelle loro lontananze, nelle loro difficoltà; un cammino che va dall’amore di Dio, che l’azione missionaria sempre annuncia alla provocazione di una risposta da parte dell’uomo, risposta che dell’azione missionaria è il fine costante. [..] per scoprire questo orizzonte missionario, proprio come la Chiesa, dovremo farci pellegrini in questo cammino di riflessioni e di attenzione. Pellegrini non tanto attraverso categorie di uomini quanto attraverso i momenti di vita di uomini, poveri nella loro credenza e poveri nella loro non credenza. Disponiamoci ad incontrarli e a riconoscerli. (maggio 1979 L’impegno missionario della Chiesa)

L’evento: Papa Francesco a Lampedusa

Contro la globalizzazione dell’indifferenza mmigrati morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte. Così il titolo nei giornali. Quando alcune settimane fa ho appreso questa notizia, che purtroppo tante volte si è ripetuta, il pensiero vi è tornato continuamente come una spina nel cuore che porta sofferenza. E allora ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare, a compiere un gesto di vicinanza, ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta, non si ripeta per favore. Prima però vorrei dire una parola di sincera gratitudine e di incoraggiamento a voi, abitanti di Lampedusa e Linosa, alle associazioni, ai volontari e alle forze di sicurezza, che avete mostrato e mostrate attenzione a persone nel loro viaggio verso qualcosa di migliore. Voi siete una piccola realtà, ma offrite un esempio di solidarietà! Grazie!".

«I

Dio chiede a ciascuno di noi: «Dov’è il sangue di tuo fratello che grida fino a me?». Oggi nessuno nel mondo si sente responsabile di questo; abbiamo perso il senso della responsabilità fraterna; siamo caduti nell’atteggiamento ipocrita del sacerdote e del servitore dell’altare, di cui parlava Gesù nella parabola del Buon Samaritano: guardiamo il fratello mezzo morto sul ciglio della strada, forse pensiamo “poverino”, e continuiamo per la nostra strada, non è compito nostro; e con questo ci tranquillizziamo, ci sentiamo a posto. La cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l’illusione del futile, del

È stata una lezione di umanità. Non è andato a fare prediche, non è andato a proporre ricette. Si è inginocchiato davanti a una realtà che l’aveva colpito “come una spina nel cuore”. Ha gridato il suo dolore, ha pregato, ha chiesto perdono, ha risvegliato le coscienze. Francesco è stato maestro di umanità perché prima di spiegarci “cosa fare”, ci ha testimoniato “come stare” di fronte a quelle ventimila invisibili bare che giacciono in fondo al mare e di fronte alle moltitudini che partono dall’Africa sognando un destino migliore. Per non diventare tutti “innominati”, responsabili senza nome e senza volto di tragedie che si consumano sotto i nostri occhi - a volte sulla stessa spiaggia dove prendiamo il sole - bisogna anzitutto “stare”, “patire con”.

Le parole di Papa Francesco nell’omelia a Lampedusa Il commento del vescovo Simone a questo viaggio significativo

provvisorio, che porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza. In questo mondo della globalizzazione siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza! Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!” Signore in questa Liturgia, che è una Liturgia di penitenza, chiediamo perdono per l’indifferenza verso tanti

fratelli e sorelle, ti chiediamo, Padre, perdono per chi si è accomodato, si è chiuso nel proprio benessere che porta all’anestesia del cuore, ti chiediamo perdono per coloro che con le loro decisioni a livello mondiale hanno creato situazioni che conducono a questi drammi. Perdono Signore!» Da http://it.radiovaticana.va/new s/2013/07/08/lomelia_del_pap a_a_lampedusa:_ho_sentito_c he_dovevo_venire_qui_a/it1708481

GIORGIO PAOLUCCI (Avvenire)

Ricordiamoci le parole del Vangelo

trovano nelle zone di confine e che si trovano ad accogliere questa umanità disperata. Il Papa con questa visita, la prima del suo pontificato e quindi così simbolica, così ricca di significato, ha voluto allo stesso tempo pregare per i morti e farsi vicino a questi popoli che affrontando il mare e mille difficoltà cercano un futuro migliore da offrire ai propri figli, ma il Papa ha voluto anche scuotere le coscienze di molti,

troppo spesso "addormentati" o semplicemente concentrati sulle proprie piccole miserie. Qualcuno ha voluto polemizzare su questa visita, dicendo che il Papa con questo viaggio farà incrementare l’immigrazione clandestina...a me sembrano davvero stupidaggini: questa gente che spesso scappa dalla morte e sceglie di mettere in gioco la propria vita pur di seguire la speranza è un’umanità ferita e bisognosa di aiuto e noi uomini e donne, e soprattuto cristiani, non possiamo rimanere indifferenti. Ricordiamoci i nostri antenati quanta strada hanno fatto nelle loro migrazioni e ricordiamoci le parole del Vangelo: quello che farete ad uno di questi poveri lo avete fatto a me!»

IL PENSIERO DI MONSIGNOR GIUSTI «Questo gesto di Papa Francesco richiama tutta l’Europa ad un problema grave e fin troppo spesso dimenticato. L’immigrazione non è un problema solo dell’Italia! Non possiamo far finta di non vedere queste situazioni di grave sofferenza e non possiamo lasciare da sole le popolazioni che si

NUOVE NOMINE l Vescovo ha nominato: Ipastorale - don Luigi Falanga vicario parrocchiale all’unità dei Tre Arcangeli - padre Gabriele Bezzi parroco della comunità dei Ss. Pietro e Paolo. Il Capitolo della Cattedrale ha eletto monsignor Pietro Basci nuovo Rettore della Cattedrale e Proposto del Capitolo.


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