FESTA DI SAN JACOPO Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
Domenica 25 Luglio ore 19.00 Messa presieduta dal Vescovo mons. Simone Giusti ore 21.15 Concerto della corale parrocchiale ore 22.30 Processione dal mare ed omaggio floreale del quartiere a San Jacopo
25 luglio 2010
Il valore del pellegrinaggio in Terra Santa nelle parole di don Piergiorgio Paolini
I pellegrinaggi e i luoghi della fede: in Gerusalemme sarete consolati DI
FLAVIA MARCO
i è appena affacciata l’estate e ormai le nostre ferie sono già state, certamente, tutte organizzate. Qualcuno forse ha inserito nel bel mezzo della calura estiva al posto delle famigerate Seicelle, delle conservavano nonché coste egiziane, della l’indulgenza stabilita dalla gettonatissima crociera o di Chiesa. un salubre soggiorno Tra tutti i pellegrinaggi quello montano, un pellegrinaggio verso la Terra Santa e verso luoghi di culto della Gerusalemme è il cristianità. Ma qual è il vero significato pellegrinaggio per eccellenza. del pellegrinaggio? Che cosa A proposito di Gerusalemme spinge a trascorrere le proprie nel salmo 86 recitiamo: «Le ferie in viaggio verso un sue fondamenta sono sui santuario? E poi, quale spirito monti santi (…) di te si deve accompagnare il dicono cose stupende, città di pellegrino nel suo andare? Dio». Per capire l’importanza Quale importanza ha nella di questo pellegrinaggio vita di fede il pellegrinaggio? abbiamo intervistato don Pier Fin dai primi secoli e poi Giorgio Paolini, attuale soprattutto nel Medioevo i parroco della comunità del piedi dei cristiani hanno Rosario, che in passato ha calcato le vie che portavano vissuto per 7 anni a verso Roma, Santiago di Gerusalemme e che, dal 1977, Compostela e, naturalmente, ha organizzato molti la Terra Santa e Gerusalemme. pellegrinaggi diocesani in Il pellegrino intraprendeva il Terra Santa essendo convinto viaggio per scopo che il devozionale od pellegrinaggio espiatorio, più con il Vescovo sia frequentemente un’occasione per entrambe le importante: cose, ed aveva pregare insieme ben chiara la ed insieme percezione di riflettere nei porsi, così, luoghi di Gesù ha nell’attitudine di un riflesso sulla colui che è in vita della Chiesa esilio su questa diocesana terra (dobbiamo Lo scopo di tutti i considerare che i pellegrinaggi, ci pellegrinaggi ha spiegato, è venivano fatti quello di don Piergiorgio Paolini per lo più a piedi ravvivare la fede e spesso attraverso impiegavano l’arco di tutta l’esperienza concreta di un una vita), prospettiva che luogo dove si ricordi un dovrebbe concernere l’essere evento in cui Dio si è rivelato cristiano ma che, per la facilità anche se per la mediazione di che ha l’uomo di stabilizzarsi Maria o di qualche santo. Il e di costruirsi attorno ad una pellegrinaggio nella Terra casa il suo piccolo «regno», Santa ha, però, un di più spesso viene dimenticata e rispetto agli altri perché persino ignorata. L’arrivo nel conduce ai luoghi santi per luogo prefissato segnava eccellenza, cioè laddove si è l’approfondimento e compiuto il mistero della l’appropriazione da parte del salvezza che è il centro della pellegrino di quelle verità che fede cristiana: vita, morte e il luogo e la storia resurrezione di Gesù.
S
RICORDANDO LA MAMMA DEL VESCOVO
Lo scopo di tutti i pellegrinaggi, ci ha spiegato, è quello di ravvivare la fede attraverso l’esperienza concreta di un luogo dove si ricordi un evento in cui Dio si è rivelato anche se per la mediazione di Maria o di qualche santo Fondamentale è la disposizione d’animo e lo spirito col quale l’«aspirante pellegrino» si appresta ad affrontare il cammino: don Paolini ci ha spiegato come necessaria condizione sia l’umiltà di poter rivedere tutti i fondamenti della fede alla luce della concretezza storica mentre, per chi non ha fede, indispensabile è la disponibilità a lasciar sorgere quelle domande che i luoghi suscitano; fondamentale è anche il rapporto con la Parola del Vangelo che rende eloquenti luoghi altrimenti muti o poco significativi; terza condizione del pellegrino è l’attitudine alla preghiera e l’apertura attuale (qui ed ora) del cuore a Cristo per una percezione di Dio più profonda che questi luoghi permettono. Quando ci rechiamo in Terra Santa è necessario, dal punto di vista logistico, stilare un itinerario e può essere fruttuoso e chiaro farsi guidare in questo dai Vangeli attraverso i quali, come ci ha illustrato don Paolini, possiamo ricavare diverse riflessioni, vivere ciò che questo o quell’evangelista ha voluto esprimere attraverso la compilazione del Vangelo. In ogni itinerario, però, Gerusalemme rappresenta sempre il punto finale, con il Sepolcro di Cristo, l’arrivo del viaggio e dei Vangeli ma, nello stesso tempo, con l’Anastasis, il punto di partenza, l’inizio
ANGIOLINA: UNA MADRE COME TANTE, CIOÈ UNICA on è facile ricordare Angiolina, per chi come me N l’ha conosciuta solo in questi ultimi anni della sua vita. Io, come la maggior parte dei livornesi l’ho
nuovo della Storia. La città di Gerusalemme offre, poi, una riflessione più complessa ed anche più problematica rispetto a quella di altri luoghi in cui l’elemento cristiano è prevalente (Betlemme e Nazaret potrebbero esserne un esempio): Gerusalemme è città santa per i cristiani ma anche per gli ebrei ed i musulmani. Questa difficile realtà interroga il pellegrino e lo invita a leggere tutto questo alla luce del mistero di salvezza di Dio. Si può concludere riprendendo il salmo 86: «Il Signore scriverà nel libro dei popoli:”Là costui è nato”. E danzando canteranno: ”Sono in te tutte le mie sorgenti”». Queste parole esprimono la fede dell’Antico Testamento in Gerusalemme come luogo della presenza del Dio dell’alleanza; per noi esprimono il significato della Chiesa: esse però possono anche rappresentare un invito ad andare a Gerusalemme per ritrovare qui il significato più profondo della nostra appartenenza al popolo di Dio.
incontrata che era già la «mamma del Vescovo», ma proprio in questa definizione può dirsi racchiuso il grande amore di una madre verso il figlio, cresciuto nella fede e accompagnato nella vocazione presbiterale e poi episcopale. Angiolina era una donna semplice, abituata all’atmosfera del paese in cui aveva vissuto da sempre, che faceva fatica a stare a Livorno, ma che si sacrificava per trascorrere un po’ di tempo insieme al «suo Simone». Non era difficile incontrarla nei lunghi corridoi del vescovado, camminava lentamente al braccio di suor Valeria, di suor Maria o suor Marisa, gli angeli che l’hanno accudita in questi anni e con cui spesso anche si scontrava, facendo mostra del suo carattere deciso e della sua ancora viva voglia di autonomia. Immancabile alla Messa celebrata dal figlio e ai pellegrinaggi da lui guidati, appena poteva però si faceva accompagnare al suo amato paese, Cascine di Buti, per starsene nella «sua» casa, vicino ai suoi ricordi più cari e ai suoi amici che spesso la venivano a trovare a Livorno. Era una persona riservata, che parlava solo quando ce n’era bisogno, ma quando lo faceva era schietta e diretta. Aveva occhi grandissimi, dietro cui celava un’immensa forza e dolcezza, le gioie di tutta una vita ed un dolore infinito, di quelli che non ti lasciano neppure per un attimo. Cos’altro dire di Angiolina? Ogni persona che l’ha conosciuta ne serberà un proprio ricordo, ma per tutti resterà la «mamma del vescovo Simone», anzi…semplicemente una mamma, come tante altre, cioè unica. Chiara Domenici