IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi di mons. Alberto Ablondi
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217
bello cercare: perché chi non cerca è ormai un sazio che non sa anÈ dare al di là dei bordi del proprio piatto; perché chi cerca, invece, sente il bisogno di cercare persino quando ha già trovato: dal momen-
lasettimana.livorno@tiscali.it
to che qualunque cosa, qualunque persona e innanzitutto Dio hanno sempre nuovi orizzonti da svelare.
Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli
Anche un credente deve sempre cercare: sì, per verificare la sua fede o per alimentare la sua vita di nuove profondità, di nuovi modi con cui Dio si presenta. Non basta una vita per esaurire una persona! Figuriamoci se basta una vita per esaurire la presenza di Dio!
Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
(Due passi… insieme, 1992)
2 settembre 2012
DIO? CHE SORPRESA!
Progetto culturale diocesano
Il calendario delle iniziative del Progetto Culturale diocesano nell’anno della Fede. Tre trimestri incentrati sull’uomo
IL 1 SETTEMBRE
La giornata del Creato elebrare la Giornata per la salvaguardia del creato signiC fica, in primo luogo, rendere grazie al Creatore, al Dio Trino che dona ai suoi figli di vivere su una terra feconda e
Verso un nuovo Umanesimo molto intenso il programma di iniziative previste nell’ambito del Progetto Culturale diocesano per il prossimo anno pastorale, quello che coincide con l’anno della Fede indetto dal Papa. Il tema generale a cui si ispirano i diversi appuntamenti è “Dio? Che sorpresa!” e fa esplicito riferimento alla fede nel Dio di Gesù Cristo, una sorpresa continua per i credenti. L’anno del Progetto Culturale diocesano sarà suddiviso in tre blocchi di incontri: il primo, che avrà inizio a ottobre per concludersi a dicembre, tratterà il rapporto uomo e fede; il secondo, che partirà a gennaio per concludersi a marzo, proporrà di rivolgere l’attenzione al rapporto uomo e città; il terzo infine, che si realizzerà da aprile a giugno, si concentrerà sulla relazione tra uomo e diritti. Al centro dell’attenzione vi sarà quindi sempre l’uomo in coerenza con uno degli obiettivi dichiarati del Progetto Culturale di contribuire alla costruzione di un nuovo umanesimo. Nel corso dell’anno troveranno poi spazio gli ormai tradizionali ritiri spirituali per credenti impegnati in politica programmati nei tempi forti di Avvento e Quaresima. Qui di seguito pubblichiamo il programma dettagliato delle iniziative già in programma di cui vi daremo puntuale notizia nei prossimi mesi in prossimità dei vari eventi
È
IL PROGRAMMA ANNUALE DEL PROGETTO CULTURALE NAZIONALE
Educare a una fede consapevole, cittadina del nostro tempo l cuore del programma nazionale del Progetto Culturale è la responsabilità di educare a "Una fede consapevole, che abbia piena cittadinanza nel nostro tempo", che gli Orientamenti pastorali della Chiesa italiana per il decennio 2010-2020, al n. 41, attribuiscono alle finalità del progetto culturale e che trova ulteriore motivazione nella scelta di Benedetto XVI di indire un Anno della Fede, dall’11 ottobre 2012 al 24 novembre 2013, affinché la Chiesa possa riprendere "esatta coscienza della sua fede, per ravvivarla, per purificarla, per confermarla, per confessarla" (Porta Fidei, n. 4). L’Anno della fede, con il richiamo alle due ricorrenze che lo hanno suggerito, offre al compito educativo due riferimenti fondamentali nel Concilio Vaticano II e nel Catechismo della Chiesa Cattolica. Il modo migliore di celebrarlo è quello di far crescere la vita di fede delle nostre comunità dentro il cammino ordinario. Nel prossimo anno pastorale è quindi prevista la realizzazione dell’XI Forum del
A
1. UOMO E FEDE L’uomo e l’esperienza del sacro: convegno a partire dalla figura di Pierre Teilhard de Chardin (Ottobre) Apertura dell’anno della fede (Novembre) La ricerca della vita nell’universo (Novembre) L’uomo un ricercatore della
progetto culturale, originale luogo di confronto fra gli intellettuali cattolici. Un contributo per la crescita della società italiana è la ragione del rapporto-proposta sul lavoro che il Comitato per il progetto culturale pubblicherà nei primi mesi del 2013, dopo le felici esperienze de ’La sfida educativa’ (Laterza, 2009) e ’Il cambiamento demografico’ (Laterza, 2011). Prosegue infine l’attenzione verso "la ricerca di nuovi linguaggi, non autoreferenziali e arricchiti dalle acquisizioni di quanti operano nell’ambito della comunicazione, della cultura e dell’arte" (CEI,Educare alla vita buona del Vangelo, n. 41). Ne sono un segno eloquente la terza edizione del progetto ’I Teatri del Sacro’, che culminerà nel giugno 2013 col III Festival di Lucca, e altre iniziative sul rapporto tra fede, arte e bellezza - come il convegno nazionale del 19-20 aprile 2013 - e sulla custodia del Creato, su cui si terrà un convegno nazionale nel marzo 2013 ad Assisi.
bellezza, della felicità, dell’amore (Dicembre) 2. UOMO E CITTÀ Uomo, urbanistica, felicità (Gennaio) La famiglia naturale nella sociologia e nella psicologia (Febbraio) Società secolarizzata o
società idolatrica: è possibile una nuova solidarietà ? (Marzo) 3. UOMO E DIRITTI Il desiderio, fonte del diritto ? (Maggio) I diritti dell’embrione (Maggio) n.s.
meravigliosa. La nostra celebrazione non può, però, dimenticare le ferite di cui soffre la nostra terra, che possono essere guarite solo da coscienze animate dalla giustizia e da mani solidali. Guarire è voce del verbo amare, e chi desidera guarire sente che quel gesto ha in sé una valenza che lo vorrebbe perenne, come perenne e fedele è l’Amore che sgorga dal cuore di Dio e si manifesta nella bellezza nel creato, a noi affidato come dono e responsabilità. Con esso, proprio perché gratuitamente donato, è necessario anche riconciliarsi quando ci accorgiamo di averlo violato. Dal messaggio delle Commissioni Episcopali per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso, per i Problemi sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace link: http://www.chiesacattolica.it/documenti/2012/08/000158 81_messaggio_per_la_7_giornata_per_la_salvag.html
LINEA di Pensiero di Luca Lischi
Questione di punti di vista n politico guarda alle elezioni, uno statista alle prossime generazioni. Questa frase di De Gasperi, recentemente citata dal premier Monti pone il grande problema della crisi antropologica, più che economica, che stiamo vivendo. Milano conquista il registro delle unioni civili, con l’astensione dei cattolici al voto. Una operazione di immagine perché davanti a noi abbiamo le esperienze di altre realtà dove i registri sono scarsamente utilizzati e non comportano concreti vantaggi alle coppie conviventi. Guardare alle prossime generazioni è urgente. Per questo occorrono azioni concrete per mettere al centro la famiglia che ha un ruolo sociale e civile evidentissimo e purtroppo scarsamente valorizzato. Sono le famiglie che stanno dando un contributo importantissimo alla tenuta complessiva del nostro paese e che quindi dovrebbero essere maggiormente sostenute in questa fase di crisi. Sono i giovani che hanno bisogno di statisti che sappiano guardare loro come una risorsa. Statisti che siano animati da una vera carità e premurosi nello scoprire le cause della crisi e quindi nel trovare i mezzi per superarla per dare speranza alle prossime generazioni.
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TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
2 settembre 2012
Il saluto di don Fabio alle Suore di Shangay
Una storia nella storia irete, ma allora c’hai il vizio! Eh sì, D ma questa volta è il saluto più sofferto! Le “Giuseppine”, le “Suorine” lasciano Shangay! Non voglio entrare nelle questioni di quanto è stato detto, scritto o fatto negli ultimi tempi, anche se non nascondo il piacere che mi ha fatto vedere Shangay, la rossa, la magia-preti come molti la descrivono, in subbuglio perché le suore vanno via! Questo significa che loro hanno fatto quello che altri non sanno fare: “entrare nel cuore dell’uomo!” Comunque da prete e da “shangaino”è mio dovere porgere a chi è stato parte della mia vita un saluto speciale, magari con le lacrime agli occhi! Ho voluto intitolare l’articolo in modo diverso, perché la storia di queste suore che nascono nell’ ‘800 in Francia a Gaillac, si è intrecciata per più di trent’anni con la storia di un quartiere della nostra Livorno, degradato, ma anche bello e accogliente. Avevo due anni quando sono arrivate a Shangay e da allora hanno segnato non solo la vita del quartiere ma anche la mia! Le suore con il loro lavoro silenzioso, così imponeva loro S. Emilia, la fondatrice, hanno saputo donare l’Amore di Cristo a chi hanno incontrato. Ma c’è un perché, perché S. Emilia trova il carisma in S. Giuseppe, l’uomo silenzioso che opera per la Sacra Famiglia, affinché il piano di Dio si realizzi. Ecco le suore sono state questo, e guarda caso lo hanno fatto proprio nella Parrocchia intitolata alla Sacra Famiglia..un caso… Dio non fa le cose a caso. Ecco allora il mio GRAZIE! Un grazie per avermi insegnato ad amare i poveri, i carcerati, i malati, i ragazzi e i giovani, grazie perché insieme a don Teodoro Biondi hanno fatto sì, che dicessi il mio sì alla Chiesa Livornese! Un grazie a tutte quante… e quante ne sono passate… non voglio fare torti a nessuna se nominerò alcune e per altre dirò un po’ di più. Il primo grazie va a Suor Grazia, la “madre superiora” come mi divertivo a chiamarla, forse la più silenziosa, la più “giuseppina”, ma colei che accoglieva i carcerati, anche quando erano malati... e li ha sempre trattati con dignità e ha fatto sì che la parrocchia fosse aperta ad essi, quante cene con gli ergastolani! Il secondo, a Suor Teresa, compagna di tante avventure… Shangay tra Fantasia e Realtà è nato con lei e tutto il quartiere. E poi a Suor Fiorelisa, compagna nell’educazione dei bimbi, le estati e i corsi biblici… la catechesi e i doposcuola! Accanto a loro si sono susseguite tante altre: suor Liliana che ha aperto la casa con suor Teresa e oggi si trova a chiuderla, ma anche le altre suore infermiere: Suor Chiara, Suor Gesuina, Suor Maddalena. Manca ancora Suor Iolanda, che si è occupata, negli anni d’oro di Shangay, dei ragazzi. Mi direte basta così, no!!!! E non me ne sono dimenticato, ma come dice il proverbio dulcis in fundo! Un ultimo grazie va a due suore, una dell’inizio vocazione e una degli ultimi tempi: Suor Enza, il furore che ha travolto la mia vita, e mi ha fatto sperimentare la bellezza di seguire il Signore, e Suor Pasqualina che mi è stata vicina sempre nel silenzio, ma con la sua presenza nell’Ufficio Catechistico Diocesano. Dopo questa carrellata, il Grazie più grande va al Signore! Il Signore ce le ha donate per un tempo, ora la loro storia cambia, ma la storia di Shangay continua, loro hanno dato l’esempio, ora a noi continuare! Ci lasciano un mandato, che in me è presente: far Ardere dentro noi un fuoco! Non un fuoco qualunque ma il fuoco dell’amore di Cristo che arde in ognuno, per riscaldare chi incontriamo sulla nostra strada! Grazie Signore per S. Emilia, per le sue suore, per la loro vita che ha riscaldato il cuore di Shangay! Ti chiediamo di accompagnarle verso altri luoghi dove il cuore dell’uomo è freddo, e aiutaci a mantenere acceso questo fuoco tra di noi! Solo così potremo vivere nel tuo Amore, così come diceva la scritta in Chiesa prima dei restauri… “Ci ha riuniti tutti insieme Cristo Amore”! Don Fabio Menicagli, shangaino e prete di Livorno
La parola alla... CARITAS DIOCESANA
Le proposte per l’anno che verrà a Caritas diocesana e la Fondazione Caritas, che opera nei servizi e sostiene anche gli aspetti più specificamente pastorali, prima delle vacanze di agosto, hanno riflettuto su possibili itinerari formativi da proporre alla comunità diocesana per il prossimo anno pastorale. Le indicazioni della Chiesa italiana in merito, rimangono al centro delle iniziative che intendiamo proporre; la educazione alla carità dunque resta imprescindibile, necessaria al singolo credente e fulcro per la crescita delle comunità Cristiane. La Chiesa italiana, proclamando l’anno delle Fede ci ha suggerito poi di approfondire il rapporto tra carità e fede, per rafforzare il radicamento del nostro agire nell’esperienza del Risorto oggetto della nostra fede. Nelle proposte si è cercato di tener di conto delle diverse aspettative diversificandole, affinché ciascuno possa trovare risposta ai propri bisogni formativi. Il metodo formativo che utilizzeremo privilegerà, anche se non in maniera esclusiva, il dialogo, il coinvolgimento e il mettersi in gioco. Ci sembra che questo sia in linea con lo stile evangelico che Gesù ha usato ampiamente con i suo discepoli. Nel nostro essere cristiani non di rado prevale l’aspetto individuale; io e la mia fede, io e la mia carità. Se certamente l’aspetto personale è importante, sappiamo anche che questo deve essere collocato in ambito comunitario. Per questo l’obiettivo che desideriamo raggiungere, per questo anno, è di far crescere il senso della fede e della carità nei suoi aspetti comunitari. Comprendere sempre più come la fede, la speranza e la carità sono doni del Signore da vivere insieme.
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PROPOSTE FORMAZIONE OFFERTA ALLE PARROCCHIE La proposta è indirizzata alle Caritas parrocchiali, ai Centri di Ascolto e a tutta la Comunità parrocchiale nelle sue articolazioni
parrocchie e in diocesi, dove poter conoscere:. Identità Caritas Stile e metodo Promozione e animazione alla carità FORMAZIONE AVANZATA: QUELLO CHE VI STA A CUORE… Incontri mensili a tema: immigrazione, carcere, disabilità, tossicodipendenza, diritti. Alcuni dei servizi della Caritas diocesana vengono approfonditi insieme a coloro che sono impegnati direttamente nell’attività di volontariato; sarà così possibile confrontarsi con la loro esperienza. Gli incontri si terranno da gennaio a maggio ogni primo martedì del mese.
di gruppi Associazioni ecc.. CARITAS E CENTRI ASCOLTO Saranno offerti momenti di approfondimento e percorsi esperienziali specifici della Caritas che riprendono gli elementi essenziali su cui si è costruito questo organismo nel tempo. Le comunità parrocchiali potranno usufruirne per la formazione di volontari e per le ricerche vocazionali. LABORATORI DELLA CARITÀ Prosegue la proposta di incontri laboratoriali che hanno l’obiettivo di rafforzare il senso della carità cristiana. Il coinvolgimento personale nella costruzione degli incontriper mette di approfondire il nostro rapporto con i valori, con la carità, con la fede, con gli altri, diversi da noi, con i mondi lontani …. I percorsi, personalizzati
a secondo delle esigenze, sono rivolti alle Caritas, ai Gruppi parrocchiali, ai Gruppi di Catechesi e saranno e saranno attivi da Settembre a Maggio. FORMAZIONE CENTRO ASCOLTO Non mancherà un aggiornamento che rinnovi motivazioni e stile dell’operatore del centro di ascolto, fulcro imprescindibile della presenza della Caritas nelle parrocchie. La proposta è: Il senso della relazione: n. 4 incontri per comprendere il senso cristiano dell’Ascolto. Tutti i giovedì di novembre 2012: 1) Ascolto: Luogo di promozione e di condivisione 2) Ascolto e comunicazione 3) La relazione di aiuto 4) Il lavoro in Equipe FORMAZIONE DI BASE: INIZIAZIONE CARITAS Vi sarà ancora un proposta di base per coloro che si avvicinano per la prima volta alla Caritas nelle
GIOVANI E CARITÀ - Prosegue il progetto Giovani e Scuola nelle scuole superiori della diocesi. Saranno coinvolte: a) n. 10 Quarte classi dei diversi istituti superiori: percorso annuale previsti due incontri in aula ed una festa finale: - Incontra le fragilità - Incontra la diversità (disabilità) - Festa finale : tutti gli alunni coinvolti nel percorso saranno invitati a partecipare ad un evento in una delle aule magne disponibili, dove verrà proposto uno spettacolo a tema e una riflessione che si concluderà con un dibattito finale. b) n. 2 classi terze: percorso triennale: due incontri più tre esperienze - Incontra le fragilità - Incontra la diversità - tre esperienze di servizio: 1. Caritas, servizio alla mensa dei poveri o altri servizi; 2. Salesiani, servizio in oratorio; 3. Commissione Handicap, servizio
presso il centro in via Liverani. - Esercizi della carità, in collaborazione con L’Ufficio di Pastorale Giovanile: Capodanno alternativo FORMAZIONE STILI DI VITA In collaborazione con la Delegazione regionale delle Caritas diocesane saranno proposti tre incontri a livello regionale di cui uno a Livorno. Tema: «Povertà, globalizzazione e salvaguardia del Creato».
EVENTI Martedì 23 ottobre 2012 L’Economia di Comunione partecipa il prof. Luigino Bruni (pomeriggio), evento proposto in collaborazione con la Fondazione Cassa Risparmi Livorno per il ventennale di attività. L’incontro si svolgerà pomeriggio e sera. Mercoledì 5 dicembre 2012 La Carità nella Fede 1 Incontro con il vescovo in preparazione all’Avvento Giovedì 21 febbraio 2013 Incontro inizio Quaresima La proposta è rivolta a tutta la comunità diocesana. Il tema: «Intuizioni della dottrina sociale della Chiesa, dal Concilio Vaticano II ad oggi» La Carità nella Fede 2 Incontro con il Vescovo in preparazione alla Quaresima Sabato 18-19 maggio 2013 Festival della Carità Giovedì 20 giugno 2013 Alle 17,30 Volontari in festa Enrico Sassano, direttore Ufficio diocesano di Pastorale della Carità
LA SETTIMANA DI LIVORNO
TOSCANA OGGI 2 settembre 2012
III
L’INTERVISTA A Padre Fabrizio Civili
Un dolce scorbutico Una figura molto importante non solo per la nostra Diocesi ma anche per la città che dopo venti anni di servizio nella parrocchia della SantissimaTrinità si appresta a lasciare la sua comunità; abbiamo provato con lui a fare un piccolo bilancio di questa lunga esperienza C’è stata la scuola di teologia e la collaborazione con Telegranducato che mi ha aperto a tante nuove conoscenze. Ho amici nella pubblica amministrazione, in ospedale mi salutano in tanti, ho cercato insomma di vivere tutti gli aspetti di Livorno e in tutti ho trovato un’accoglienza particolare, come se ci fossi sempre stato.» Non ti sei chiuso nella tua Piazza Gavi quindi? «Assolutamente. La mia comunità mi piace e ci sono affezionato, ma ho sempre sentito il bisogno di uscire fuori a incontrare la gente, conoscere le loro abitudini, ampliare gli spazi.»
DI
GIULIA SARTI
adre Fabrizio Civili: il suo cognome già dà qualche suggerimento sulle sue origini. Livornese di nascita, adozione e temperamento, Padre Fabrizio a settembre lascerà la Santissima Trinità, la sua parrocchia degli ultimi 20 anni e la sua fraternità cappuccina, per diventare Superiore del convento di Ponte a Poppi e parroco della vicina Porrena. Abbiamo provato a ripercorrere con lui questi anni a Livorno.
P
Da Livorno te ne eri andato a 12 anni per entrare in seminario proprio a Poppi. Ti senti comunque livornese? «Moltissimo. Anzi, quando sono arrivato qui nel ’92 è stato come riacquistare la mia cittadinanza «Se mi dicono livornese. Mi sono un nome, ci devo trovato bene subito, fuori da pensare qualche questa città sentivo minuto, ma poi sempre che mi riesco a individuare qualcosa mancava, qui mi e collocare sento a casa.»
la famiglia. Il quartiere mi ha aiutato con la sua naturalezza, spontaneità e apertura e quando passo in macchina è un continuo salutare»
Quando sei arrivato hai avuto impressioni, aspettative o paure che poi si sono dimostrate sbagliate o diverse? «Venivo da una parrocchia fiorentina e mi preoccupavo di dover rifare tutto quello che avevo fatto lì in nove anni. Mi sono accorto presto che era un’idea senza senso perché diverso era il popolo e diversa la sua spiritualità.» Qui a Livorno avevi solo alcuni cugini e zii. La tua comunità è diventata in qualche modo la tua famiglia? «Credo che i vincoli di fede siano molto più forti di quelli di sangue e sì, la mia comunità e la mia fraternità sono stati per me come una famiglia, con pregi e difetti sopportati a vicenda, proprio come in quelle vere.» In 20 anni ai Cappuccini, come tutti chiamano la tua parrocchia, hai visto crescere persone e famiglie. Come le hai accompagnate? «Questo è uno degli aspetti che mi ha più gratificato perché ho visto formarsi tante famiglie come le avrei desiderate,
con principi sani. Ho investito molto nella preparazione al matrimonio con l’aiuto di alcuni parrocchiani e forse questa è la cosa di cui vado più fiero.» E una che invece avresti voluto fare, ma non ci sei mai riuscito? «La preparazione al battesimo. Non l’ho mai fatta come avrei voluto, non per colpa dei genitori, ma perché non ho mai trovato le strade adatte.»
Chi ti conosce o ti ha conosciuto dice che hai un carattere un po’ particolare… «E’ vero. Il primo impatto con me in genere è negativo. Ho un carattere apparentemente un po’ "scorbutico", anche se in 20 anni mi sono molto addolcito. C’è chi si ferma a quello e chi invece ha la pazienza di capire che in fondo sono uno scorbutico ma buono, con il mio carattere così come ogni uomo. Con tanti ho litigato, ma poi da buoni livornesi ci siamo perdonati. E allora sono nate grandi amicizie.»
Regali la calza ai bambini (e anche ai più grandi) il giorno dell’Epifania, i ragazzi preparano la cioccolata calda per tutti la notte di Natale. Come mai questi "vizi"? «Forse è legato a un ricordo di infanzia: ero un bimbo e mi avevano ricoverato per una setticemia. Credo che per un bambino passare l’Epifania all’ospedale sia una delle cose più desolanti che ci possano essere. Però mi portarono tante calze della befana e quello è uno dei ricordi più felici che ho. Vedere un bimbo contento mi dà tanta soddisfazione, ecco perché ho continuato con queste tradizioni per loro. Mi piace chiacchierarci, forse perché ritrovo in loro la semplicità. E poi mi sembra di essere sempre rimasto un po’ "figliolo".»
Il ricordo più bello che hai di questi anni? «Ne ho vissuti talmente tanti che non saprei dire. Diciamo che potrei finire anche qui!»
È vero che ogni domenica invii un messaggio al cellulare di tanti parrocchiani? «120 SMS con scritto "Buona domenica", o con gli auguri della solennità che si festeggia. Non tutti mi rispondono, ma so che è un appuntamento fisso che aspettano. Magari lo vedono uno spreco di soldi, ma a me piace sentirmi vicino a loro.»
Il tuo rapporto col clero livornese come è stato? «Ho un buonissimo ricordo di tutti i vescovi che si sono succeduti in questi anni. Ognuno di loro, chi più chi meno, mi ha illuminato in qualche modo. Mi sono fatto anche tanti amici tra i sacerdoti. Quelli a cui ho voluto più bene purtroppo se ne sono andati, Don Antonio Marini, Don Vincenzo Savio, Don Betti e Don Leonello Barsotti.»
Nel quartiere di Borgo ti conoscono tutti. Come hai tessuto queste relazioni? «La benedizione delle case, una fatica che mi occupava circa sei mesi l’anno, mi ha permesso di entrare nelle case dei miei parrocchiani, di parlare con loro e farmi conoscere. Se mi dicono un nome, ci devo pensare qualche minuto, ma poi riesco a individuare e collocare la famiglia. Il quartiere mi ha aiutato con la sua naturalezza, spontaneità e apertura e quando passo in macchina è un continuo salutare.» Ma anche in città "Padre Civili" è noto a molti. Come sei entrato in contatto coi livornesi fuori dalla tua parrocchia? «Mi sono sempre sentito parroco non solo del quartiere, ma della città e l’ho vissuta attraverso diverse esperienze.
Cosa ti porti via e cosa speri di aver lasciato? «Porto via l’affetto reciproco di tante persone e il rafforzamento dei miei desideri. Mi spiego: ero arrivato con la voglia di approfondire la Bibbia e me ne vado con una voglia ancora maggiore. La stessa che sento per l’attenzione ai fatti di attualità e all’essere sempre aggiornato su come va il mondo e la chiesa. Credo che questo sia stato apprezzato dalla mia comunità e quello che vorrei aver lasciato è un buon ricordo di me.»
Come vivi questa partenza? «Quando sono venuto a Livorno da Firenze, l’ho fatto volentieri. Adesso non vado via felice, anche perché la decisione di spostarmi è stato un fulmine a ciel sereno, ma per obbedienza alla fine ho detto sì. Mi mancherà il popolo "squinternato", la mia sacrestia, la mia comunità e chiesa.» Fra Fabrizio si scusa, ma deve andare perché deve comprare il gelato a Padre Leopoldo, il suo confratello più anziano che oggi ha patito tanto caldo ed è tanto goloso. Padre Fabrizio è così. Un omone burbero e brontolone che poi da livornese doc sa farsi apprezzare per la sua generosità.
Il progetto del Centro Mondialità
DAI TAPPI ALLE BRICIOLE ane e acqua. Due beni indispensaPMondialità bili per sopravvivere. E se il Centro Sviluppo Reciproco non può portarli direttamente in Africa, si adopera quaggiù per provare a garantirgli almeno condizioni di vita migliori. Dopo “Dall’acqua per l’acqua”, la campagna di raccolta dei tappini di plastica per costruire pozzi in Tanzania, stavolta saranno le “Briciole di solidarietà”, il nome di quella pronta a partire, a sostenere nuovi progetti. Anche in questo caso il gesto è semplice anche se sarà solo una categoI panifici ria a poterlo fadella nostra re:quella dei palivornesi. A città insieme nifici fine giornata il per dar vita pane invenduto e tutti i prodotti al nuovo alimentari che progetto non contengono pesce o carne, sadel CMSR ranno raccolti in per aiutare apposite ceste i bambini dal colore partiper distinorfani della colare guerle da quelle Tanzania che contengono il pane fresco. Da Livorno partiranno per Coltano dove il prodotto sarà conservato in appositi recipienti come previsto dalle norme USL. Sarà la ditta Molino di Catorcio di Anghiari che verrà a ritirare gli alimenti per trasformarli in mangimi per animali. Il meccanismo è il solito dei tappi: a tanta quantità di cibo, e a seconda del tipo, corrisponderà una cifra che la ditta di Anghiari verserà al CMSR. Sarà il Centro a investirla così in un progetto nella città di Dodoma per la costruzione di un dispensario per orfani di genitori morti per HIV. Per adesso l’80% dei panifici contattati ha dato la propria adesione e sarà possibile riconoscerli dal cartello appeso all’interno. Per loro non solo pubblicità sui canali del CMSR, ma anche un ritorno in termini di immagine come supporter di un progetto di solidarietà. Solidarietà che si unisce a educazione al riutilizzo e, non meno importante, alla possibilità di dare lavoro a una persona che si occuperà di fare il giro dei panifici C’è già l’idea di estendere la raccolta alla città di Pisa. Un pane in fondo non è altro che l’unione di tante piccole briciole... Giulia Sarti
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TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
2 settembre 2012
Agenda del VESCOVO
Diocesi informa Per ricordare GIANLUIGI artedì 4 Settembre alle M ore 8.00 al DOMENICA 2 SETTEMBRE 10.30 S. Messa in occasione dell’incontro AGESCI a Rosignano Marittimo Nel pomeriggio partenza per gli esercizi spirituali con i seminaristi fino al 7 settembre SABATO 8 SETTEMBRE 10.00 incontro con i catechisti della diocesi di Massa Carrara Pontremoli 17.00 Pellegrinaggio e S. Messa al Santuario di Montenero in occasione dell’inizio dell’anno pastorale DOMENICA 9 SETTEMBRE 11.30 S. Messa e cresime dei ragazzi e degli adulti alla chiesa della SS.ma Trinità 18.00 S. Messa in occasione dell’inizio di Amichiamoci alla parrocchia della SS.ma Trinità
Libri da LEGGERE
Monastero del Carmelo Padre Leopoldo (carmelitano) celebrerà la S. Messa in occasione del primo anniversario della rinascita a nuova vita del diacono Gianluigi Merlo
Le proposte di PHARUS VIAGGI
Lourdes 4-7 Settembre
di Mo.C.
Volo in partenza da Pisa Pasquali E. -La leggenda dei tre alberi. - Ed. Paoline, pp. 32, euro 9,00 Illustrazioni di Sophie Windaham. Molto tempo fa, su una collina, tre alberi svettavano alti verso il cielo e sognavano le cose meravigliose che avrebbero voluto fare un giorno. Furono abbattuti tutti e tre, e ognuno di essi pensò che il proprio sogno fosse infranto. Poi, quando il loro grezzo legname ebbe un ruolo importante in momenti diversi della vita di Gesù, tutto cambiò… E’ questo un suggestivo racconto di fede e di speranza, semplice e commovente, che offre spunti di riflessione sul significato da attribuire alle prove che ogni persona inevitabilmente deve affrontare nella vita. La realtà dei fatti spesso sembra non realizzare i nostri sogni, le nostre attese. Ma alla fine possiamo constatare che in vari modi si compiono le promesse di Dio. Un testo coinvolgente che presenta anche delle illustrazioni molto belle per trasmettere un messaggio universale, sempre attuale e di grande intensità.
4 Settembre: ITALIA - LOURDES: Ritrovo all’aeroporto e partenza per Lourdes. Arrivo e trasferimento all’albergo. sistemazione. Apertura del Pellegrinaggio e saluto alla Grotta. Partecipazione alle celebrazioni religiose. Cena e pernottamento. 5 e 6 Settembre: Permanenza a Lourdes Trattamento di pensione completa in albergo. Giornata dedicata alla partecipazione alle celebrazioni religiose ed alla visita dei luoghi di Santa Bernardetta. 7 Settembre: LOURDES ITALIA. Colazione. Trasferimento in pullman all’aeroporto e partenza per il rientro. Quota di partecipazione: euro 630,00 per persona Quota individuale gestione pratica:euro 35,00 per persona Supplementi: camera singola euro 35,00 a notte
Gutman C. - Rose non è una tartimolla.- Ed. Paoline, pp.88, euro 10,00. Lo scrittore francese Colas Gutnam con un linguaggio assai divertente, ci presenta una storia che aiuta i ragazzi ad acquisire fiducia in sé stessi. Ci presenta la bambina Rose che per una difficoltà di linguaggio, pronuncia parole strane e tutti ridono di lei. Neppure gli insegnanti hanno capito i suoi problemi e così si trova costretta a cambiare spesso la scuola. Nella sua ultima nuova scuola però qualcosa cambia. Infatti Rose, che ha un coraggio da leoni, diventa il nemico numero uno dei bulli delle medie e si attira le simpatie dei compagni. Anche il nuovo maestro comprende le sue difficoltà, ma soprattutto riconosce il suo valore e la vita comincia a sorriderle.
La quota comprende: Passaggio aereo in classe turistica Italia / Lourdes / Italia con voli noleggiati - Tasse d’imbarco - Trasferimento da e per l’aeroporto di Lourdes in pullman - Alloggio in alberghi di 3 stelle in camere a due letti con bagno o doccia - Pensione completa in base all’orario dei voli (6 pasti per 4 giorni) - Assistenza sanitaria, assicurazione bagaglio e annullamento viaggio Europ Assistance. La quota non comprende: Bevande / Mance/ Ingressi/ Extra Personali /tutto ciò non specificato in "la quota comprende". INFO: segnaliamo che il costo del carburante incide per il 20% sul prezzo della quota base di partecipazione. Esso è calcolato utilizzando il valore di 800 USD/tonnellata metrica al cambio di 1 euro = 1,35 USD
Le celebrazioni in CATTEDRALE Orari 7.30 S.Messa 9.00 S. Messa internazionale 10.30 S.Messa 18.00 Vespri 18.30 S.Messa Confessioni Tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00
LE INIZIATIVE DELL’UNITÀ PASTORALE DEI TRE ARCANGELI
Alla festa dell’Uva ell’ambito della XXI Festa dell’Uva di Collinaia, N la Comunità Pastorale dei Tre Arcangeli organizza per venerdì 7 Settembre alle ore 21:15 presso la chiesa di Collinaia, una serata dal titolo: "Arte per la fede: le pitture del maestro G.Cocchia nella chiesa di Collinaia", nella quale interverrà la professoressa Enrica Talà ad illustrare il messaggio che l’artista ha voluto lasciare con la sua opera. Un percorso attraverso le tavole che completano la chiesa parrocchiale volto a ricostruire il legame tra l’osservatore ed il discorso pittorico. La serata va ad inserirsi nel percorso dei festeggiamenti per la ricorrenza nel 2012/2013 del cinquantesimo anniversario dell’erezione della parrocchia Nostra Signora di Lourdes.
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
2 settembre 2012
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L’Anno della fede, risposta alla povertà spirituale di oggi “L’ultimo Anno della fede fu tenuto nel 1968 per ricordare il martirio di Pietro. Oggi siamo in un’epoca di "crisi di fede” e il Papa ha voluto che celebrassimo questo speciale anno di preghiera e d’impegno per trovare un rimedio alla stessa crisi. Il momento è critico ma non deve mancare la fiducia che Dio darà alla sua Chiesa tutti gli aiuti per superare questa difficoltà": lo ha detto mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, durante la presentazione alla stampa dell’Anno della fede, che si aprirà ufficialmente giovedì 11 ottobre 2012 in piazza San Pietro e si chiuderà il 24 novembre dell’anno successivo. Si terrà una solenne concelebrazione con i padri Sinodali, i presidenti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo, i padri Conciliari ancora viventi (35 al momento). Il vasto programma dell’Anno della fede è consultabile sul nuovo sito internet: www.annusfidei.va. nel cammino del secolo che si apre". Io pure intendo ribadire con forza quanto ebbi ad affermare a proposito del Concilio pochi mesi dopo la mia elezione a Successore di Pietro: "se lo leggiamo e recepiamo guidati da una giusta ermeneutica, esso può essere e diventare sempre di più una grande forza per il sempre necessario rinnovamento della Chiesa".
In vista di questo evento pubblichiamo la prima parte della lettera del Pontefice in questa pagina dedicata alla catechesi 1. La "porta della fede" (cfr At 14,27) che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa è sempre aperta per noi. E’ possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma. Attraversare quella porta comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita. Esso inizia con il Battesimo (cfr Rm 6, 4), mediante il quale possiamo chiamare Dio con il nome di Padre, e si conclude con il passaggio attraverso la morte alla vita eterna, frutto della risurrezione del Signore Gesù che, con il dono dello Spirito Santo, ha voluto coinvolgere nella sua stessa gloria quanti credono in Lui (cfr Gv 17,22). Professare la fede nella Trinità - Padre, Figlio e Spirito Santo - equivale a credere in un solo Dio che è Amore (cfr 1Gv 4,8): il Padre, che nella pienezza del tempo ha inviato suo Figlio per la nostra salvezza; Gesù Cristo, che nel mistero della sua morte e risurrezione ha redento il mondo; lo Spirito Santo, che conduce la Chiesa attraverso i secoli nell’attesa del ritorno glorioso del Signore. 2. Fin dall’inizio del mio ministero come Successore di Pietro ho ricordato l’esigenza di riscoprire il cammino della fede per mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia ed il rinnovato entusiasmo dell’incontro con Cristo. Nell’Omelia della santa Messa per l’inizio del pontificato dicevo: "La Chiesa nel suo insieme, ed i Pastori in essa, come Cristo devono mettersi in cammino, per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo della vita, verso l’amicizia con il Figlio di Dio, verso Colui che ci dona la vita, la vita in pienezza". Capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti, questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato. Mentre nel passato era possibile riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente accolto nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati, oggi non sembra più essere così in grandi settori della società, a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone. 3. Non possiamo accettare che il sale diventi insipido e la luce sia tenuta nascosta (cfr Mt 5,13-16). Anche l’uomo di oggi può sentire di nuovo il bisogno di recarsi come la samaritana al pozzo per
ascoltare Gesù, che invita a credere in Lui e ad attingere alla sua sorgente, zampillante di acqua viva (cfr Gv 4,14). Dobbiamo ritrovare il gusto di nutrirci della Parola di Dio, trasmessa dalla Chiesa in modo fedele, e del Pane della vita, offerti a sostegno di quanti sono suoi discepoli (cfr Gv 6,51). L’insegnamento di Gesù, infatti, risuona ancora ai nostri giorni con la stessa forza: "Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la via eterna" (Gv 6,27). L’interrogativo posto da quanti lo ascoltavano è lo stesso anche per noi oggi: "Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?" (Gv 6,28). Conosciamo la risposta di Gesù: "Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato" (Gv 6,29). Credere in Gesù Cristo, dunque, è la via per poter giungere in modo definitivo alla salvezza. 4. Alla luce di tutto questo ho deciso di indire un Anno della fede. Esso avrà inizio l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, e terminerà nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, il 24 novembre 2013. Nella data dell’11 ottobre 2012, ricorreranno anche i vent’anni dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, testo promulgato dal mio Predecessore, il Beato Papa Giovanni Paolo II, allo scopo di illustrare a tutti i fedeli la forza e la bellezza della fede. Questo documento, autentico frutto del Concilio Vaticano II, fu auspicato dal Sinodo Straordinario dei Vescovi del 1985 come strumento al servizio della catechesi e venne realizzato mediante la collaborazione di tutto l’Episcopato della Chiesa cattolica. E proprio l’Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi è stata da me convocata, nel mese di ottobre del 2012, sul tema de La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Sarà quella un’occasione propizia per introdurre l’intera compagine ecclesiale ad un tempo di particolare riflessione e riscoperta della fede. Non è la prima volta che la Chiesa è chiamata a celebrare un Anno
della fede. Il mio venerato Predecessore il Servo di Dio Paolo VI ne indisse uno simile nel 1967, per fare memoria del martirio degli Apostoli Pietro e Paolo nel diciannovesimo centenario della loro testimonianza suprema. Lo pensò come un momento solenne perché in tutta la Chiesa vi fosse "un’autentica e sincera professione della medesima fede"; egli, inoltre, volle che questa venisse confermata in maniera "individuale e collettiva, libera e cosciente, interiore ed esteriore, umile e franca". Pensava che in tal modo la Chiesa intera potesse riprendere "esatta coscienza della sua fede, per ravvivarla, per purificarla, per confermarla, per confessarla". I grandi sconvolgimenti che si verificarono in quell’Anno, resero ancora più evidente la necessità di una simile celebrazione. Essa si concluse con la Professione di fede del Popolo di Dio, per attestare quanto i contenuti essenziali che da secoli costituiscono il patrimonio di tutti i credenti hanno bisogno di essere confermati, compresi e approfonditi in maniera sempre nuova al fine di dare testimonianza coerente in condizioni storiche diverse dal passato. 5. Per alcuni aspetti, il mio venerato Predecessore vide questo Anno come una "conseguenza ed esigenza postconciliare", ben cosciente delle gravi difficoltà del tempo, soprattutto riguardo alla professione della vera fede e alla sua retta interpretazione. Ho ritenuto che far iniziare l’Anno della fede in coincidenza con il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II possa essere un’occasione propizia per comprendere che i testi lasciati in eredità dai Padri conciliari, secondo le parole del beato Giovanni Paolo II, "non perdono il loro valore né il loro smalto. È necessario che essi vengano letti in maniera appropriata, che vengano conosciuti e assimilati come testi qualificati e normativi del Magistero, all’interno della Tradizione della Chiesa … Sento più che mai il dovere di additare il Concilio, come la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso ci è offerta una sicura bussola per orientarci
6. Il rinnovamento della Chiesa passa anche attraverso la testimonianza offerta dalla vita dei credenti: con la loro stessa esistenza nel mondo i cristiani sono infatti chiamati a far risplendere la Parola di verità che il Signore Gesù ci ha lasciato. Proprio il Concilio, nella Costituzione dogmatica Lumen gentium, affermava: "Mentre Cristo, "santo, innocente, senza macchia" (Eb 7,26), non conobbe il peccato (cfr 2Cor 5,21) e venne solo allo scopo di espiare i peccati del popolo (cfr Eb 2,17), la Chiesa, che comprende nel suo seno peccatori ed è perciò santa e insieme sempre bisognosa di purificazione, avanza continuamente per il cammino della penitenza e del rinnovamento. La Chiesa "prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio", annunziando la passione e la morte del Signore fino a che egli venga (cfr 1Cor 11,26). Dalla virtù del Signore risuscitato trae la forza per vincere con pazienza e amore le afflizioni e le difficoltà, che le vengono sia dal di dentro che dal di fuori, e per svelare in mezzo al mondo, con fedeltà anche se non perfettamente, il mistero di lui, fino a che alla fine dei tempi esso sarà manifestato nella pienezza della luce". L’Anno della fede, in questa prospettiva, è un invito ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo. Nel mistero della sua morte e risurrezione, Dio ha rivelato in pienezza l’Amore che salva e chiama gli uomini alla conversione di vita mediante la remissione dei peccati (cfr At 5,31). Per l’apostolo Paolo, questo Amore introduce l’uomo ad una nuova vita: "Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una nuova vita" (Rm 6,4). Grazie alla fede, questa vita nuova plasma tutta l’esistenza umana sulla radicale novità della risurrezione. Nella misura della sua libera disponibilità, i pensieri e gli affetti, la mentalità e il comportamento dell’uomo vengono lentamente purificati e trasformati, in un cammino mai compiutamente terminato in questa vita. La "fede che si rende operosa per mezzo della carità" (Gal 5,6) diventa un nuovo criterio di intelligenza e di azione che cambia tutta la vita dell’uomo (cfr Rm 12,2; Col 3,910; Ef 4,20-29; 2Cor 5,17).
CATECHESI
LA LETTERA DEL PAPA/1.........
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TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
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GUASTAGNO 2012: UN SUCCESSONE! L’esperienza estiva dei giovani delle comunità di San Luca - Stagno e San Ranieri - Guasticce l Guastagno 2012 è stato un successone. Ii bambini Il tema è stato "Madre della Speranza" e hanno ascoltato ogni giorno la storia di Maria di Nazareth, dalla nascita alla salita in cielo. Grazie ad un’equipe consolidata e preparata, che ringraziamo di tutto cuore, i bambini hanno costruito con le loro mani collane, statuine e quadretti della madonna e hanno decorato sassi e bottigliette: dei veri capolavori! A intrattenerli nel gioco, invece, c’erano circa 40 animatori, ragazzi volontari che si sono appassionati ogni giorno di più restando dalla mattina alla sera con i bambini. Tra gli animatori abbiamo: il gruppo della pastorale giovanile, il gruppo dei giovanissimi, sia gli aiuto catechista che i ragazzi dei gruppi, e i ragazzi del Progetto GuastagnoAmichiamoci (PGA), coloro che hanno lasciato la parrocchia oppure non frequentano, ma che ci tengono a stare con noi...un legame proprio bello! Bellissime le tre gite: alla fattoria didattica "Tra i fili d’erba", al parco Gallorose e all’Acquavillage di Cecina. E che dire dello spettacolo: entusiasmante! Tutto curato nei minimi particolari, dai costumi ai testi, da una ragazza della pastorale giovanile e da due del PGA. La parrocchia S. Luca ha una particolarità: è una parrocchia con due chiese, S. Luca e S. Leonardo. Dopo il Guastagno l’equipe di S. Leonardo,come fa da molti anni, ha organizzato e curato la festa dell’Avis e che bellezza vedere la continuità del servizio dei nostri ragazzi..prima al Guastagno...poi al servizio all’Avis, qui hanno partecipato anche i ragazzini delle medie! Ed ora...che emozione vedere stamattina partire 3 animatrici con l’equipe del campeggio per un campo catechistico a Cerreto Alpi...che gioia, che entusiamo e che amore mettono tutte queste persone per gli altri. Domani partirò anche io con la 4° animatrice e alcuni ragazzini di 5ª elementare e 1ª media. Tema del campo: "Rispondere all’Amore si può". Niente di più indovinato visto la risposta d’amore dei nostri ragazzi...che sono "il più grande spettacolo dopo il Big Bang"! M.C.
Amichiamoci 2012
Novità di quest’anno: l’inno da cantare
È più bello insieme DI
GIULIA SARTI
ragazzi riescono a smuoverne altri 500. Mica si vede tutti i giorni. E mica è facile. Come una grande azienda, con il suo budget da rispettare, gli sponsor da ricercare, i campi da prenotare, il sito da gestire, i partner, i premi… Amichiamoci è la dimostrazione di come sia possibile dar vita a qualcosa di bello con un po’ di volontà e dei sani principi. Il metodo per riuscire al meglio? Le commissioni: sei in tutto, ognuna dedicata a qualcosa e in cui i membri staff si dividono in base a quello per cui si sentono più portati: Festa iniziale, Tornei, Caccia al tesoro, Biliardino/Ping pong e 100 chitarre, Preghiera, Festa finale, più la novità 2012, la commissione Maratona in programma per Domenica 16. Tutto a Amichiamoci è fatto in piena regola: ci sono da cercare gli arbitri di calcio e pallavolo direttamente al’AIA e alla FIPAV, chiedere i permessi per le serate, pagare la SIAE, mettere i cartelli di divieto di sosta qualche giorno prima, sottoscrivere l’assicurazione per tutti i partecipanti….informazio ni preziose e necessarie che i membri più "anziani" dello staff passano come un testimone ai nuovi arrivati. E dopo mesi di riunioni, telefonate, email, discussioni, votazioni e cene insieme nasce una grande festa che ormai si può dire cittadina visto
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Dal 9 al 30 settembre: tre settimane da vivere per centinaia di ragazzi che a partecipare sono 14 parrocchie, addirittura 6 in più dello scorso anno, più tre realtà coinvolte in qualche modo in diocesi, per un totale di 523 dai 13 anni in su iscritti ai tornei. Quest’anno più che mai l’atmosfera che Amichiamoci vorrebbe riuscire a creare è espressa nel tema "È più bello insieme" che ognuno potrà leggere sulle magliette colorate di tutti i partecipanti. Perché sia ancora più bello la novità dell’edizione di quest’anno è l’inno della manifestazione: "La sfida mia più bella", testo di Margherita Roffi (presto diplomata in oboe) e musica di Francesco Menici (diplomato in pianoforte all’Istituto Mascagni), voce e piano dei Rocchettari di Cristo (RdC). "Già lo scorso annoracconta Margherita-mi sarebbe piaciuta l’idea e quest’anno c’è stata la possibilità di farlo davvero". Dopo aver scritto il testo, è stato Francesco a trovare la musica più adatta: "Avevo già composto canzoni pop -dice- ma mai di questo tipo. Volevo che fosse una melodia orecchiabile, semplice e facile da imparare". E così è stato. Quello che lo ha colpito è stata la spontaneità e naturalezza con cui la musica prendeva vita dall’unione delle note: "Sono partito da quello che poi sarebbe diventato il ritornello e poi leggendo il testo così com’era ho composto la musica della
strofa, senza troppe schematizzazioni musicali". Il tutto nato nel giro di due settimane da quando Margherita ha buttato giù il testo a quando una parte degli RdC ha registrato il pezzo. "Dati i tempi stretti non abbiamo potuto coinvolgere tutto il gruppo, che comunque ci ha incoraggiato e consigliato, ma l’emozione più grande sarà cantarla insieme a tutti loro alla festa iniziale dopodiché entrerà nel nostro repertorio" conclude Margherita a cui è stato chiesto da qualcuno come mai il testo non citi mai espressamente Dio, dato il tipo di manifestazione a cui è destinato. "È vero non parla di Dio in modo diretto, ma dello spirito che Amichiamoci vorrebbe trasmettere e cioè quello dello scoprire la bellezza dello stare insieme divertendosi, pregando e mettendosi in gioco. Nel vivere tutto questo con gli altri, vedi in loro la presenza di Gesù e valorizzando la persona che ti sta accanto è come se lo facessi anche con Dio". Questo non lo dice solo Margherita…"Dove due o tre sono riuniti nel mio nome…" "La sfida mia più bella" è già sul sito di Amichiamoci (www.amichiamoci.it) e sulla pagina Fb del Signor Amichiamoci, chissà che emozione per Margherita e Francesco sarà sentirla fischiettare a bordo campo!
LA SFIDA MIA PIÚ BELLA Testo di Margherita Roffi, musica di Francesco Menici Penso intensamente alle cose più belle Per volare a rubar manciate di stelle Penso al mare, al vento caldo d’estate La musica e le sue note infinite Ad un tratto mentre penso a te Capisco che in questo forse un senso ora c’é Sotto un cielo fatto a spicchi da chi Cerca sempre in te la sua realtà È più bello se tu sei insieme a me Nelle vie della vita Le foto del mio viaggio Raccontano di te Sei parte del mio sogno Il mio sguardo si perde dentro al tuo Mentre parli del mondo Ho voglia di rischiare Mi fiderò di te La sfida mia più bella la sfida mia più bella Cerco in questo cielo la rotta del destino Ascolto nel silenzio il tuo desiderio Disegno il volto del nostro orizzonte Per colorarlo di felicità È più bello se tu sei insieme a me Nelle vie della vita Le foto del mio viaggio Raccontano di te Sei parte del mio sogno Sei la sfida più bella Dai luce a questa mia stella Riempi di te il presente Sei il senso di ogni istante In ogni ora,ogni giorno Sarai tu il mio traguardo È più bello se tu sei insieme a me Nelle vie della vita Le foto del mio viaggio Raccontano di te Sei parte del mio sogno Il mio sguardo si perde dentro al tuo Mentre parli del mondo Ho voglia di rischiare Mi fiderò di te, la sfida mia più bella la sfida mia più bella
Un’estate a Villamagna Il campeggio dei ragazzi della parrocchia S. Giovanni Bosco elle prime ore del mattino del 2 luglio 2012 il piazzale davanti alla chiesa di San Giovanni Bosco in Coteto lentamente si popola di bambini e ragazzi emozionati ed entusiasti, di genitori premurosi, preoccupati, ma nello stesso tempo contenti, di nonni apprensivi e pieni di raccomandazioni da fare. Molti trascinano un bagaglio ed in poco tempo il pullman si riempie di valigie, sacchi a pelo e chitarre. È arrivato il momento tanto atteso di partire: il campeggio 2012 dedicato a bambini ed adolescenti di San Giovanni Bosco sta per cominciare. Verso le 8.00 l’autista mette in moto e tante mani si alzano in gesto di saluto; il viaggio comincia con una preghiera per affidarsi a Dio durante il tragitto per arrivare al convento Incontro, a Villa Magna, nelle colline fiorentine. Il posto è bello ed accogliente, le stanze sono pulite, lo spazio fuori è molto ampio: i ragazzi hanno a disposizione un grande prato confinante con un boschetto che deve essere attraversato per poter raggiungere un campo di calcio. L’unico incoveniente è l’acqua da bere, che deve essere presa ogni giorno da una fontanella situata in paese. Non si scoraggia nessuno però: basta inclinare un pò la tanica, infilare un imbuto nella bottiglia o nella borraccia ed il gioco è fatto! In questo scenario trascorrono dieci giorni una quarantina di ragazzi seguiti dall’attentissimo don Luciano, da alcuni giovani animatori e da qualche adulto destinato a trascorrere il proprio tempo in cucina. Le giornate sono scandite con un ritmo semplice e preciso. Ci si sveglia alle otto, si saluta il nuovo giorno con il rituale dell’"Alzasole", si fa colazione e poi l’incontro di preghiera nella cap-
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Nelle foto: in alto i giovani animatori del Guastagno e sotto i ragazzi durante un momento di preghiera nella chiesa di San Luca
pella. La mattina prosegue con le pulizie e poi con i giochi che vedono fronteggiarsi quattro squadre con i nomi dei protagonosti del cartone Disney "Up". Ogni giorno le squadre devono compiere una missione ben precisa dettata dal misterioso Mister X che tutte le mattine si affaccia da una finestra e dice in quale parte del mondo si svolgerà l’avventura. La squadra che durante i vari giochi accumulerà più punti sarà la vincitrice del campeggio. La mattina a Villa Magna si conclude con il pranzo. I ragazzi e le ragazze sono poi subito impegnati con i laboratori; ce ne sono tantissimi ogni giorno e per tutti i gusti: chitarra, origami, balli di gruppo, collane, esperimenti scientifici, teatro..... E’ molto bella l’asperienza dei laboratori perché permette agli animatori di mettere a disposizione di tutti il proprio talento, il sapere e l’abilità nel fare determinate cose, mentre per chi partecipa è un interessante momento di apprendimento o approfondimento di una tecnica, un gioco, una creazione. Dopo i laboratori tutti sono di nuovo impegnati nei giochi: dal calcio al baseball, dalla pallavolo alla palla avvelenata, dai giochi d’acqua alla caccia al tesoro dell’ultimo giorno. Il pomeriggio è intervallato dalla merenda e poi prosegue con momenti di riposo e pulizia personale fino alle 19.30 quando i ragazzi si danno appuntamento nel prato per dare il benvenuto alla notte che si avvicina attraverso il canto dell’"Alzaluna". Alle 20.00 si cena e poi c’è l’ incontro per parlare delle parabole di Gesù. Dopo l’incontro avviene uno dei momenti più suggestivi: il falò. Davanti al fuoco scoppiettante, sotto un cielo brulicante di stelle, i
ragazzi cantano a squarciagola canzoni e bans, facendo giochi che poi proseguono nel salone fin quasi a mezzanotte. Prima di andare a letto si legge il diario, si Saluta il Creatore con una bella preghiera e ci si augura la buona notte con baci e abbracci. I ragazzi vanno a dormire stanchi ma felici; le loro giornate sono intense e ricche di cose da fare, ma c’è sempre spazio per l’amicizia, il dialogo, l’incontro con persone che normalmente no si frequenterebbero mai. Al campeggio nascono amicizie destinate a durare nel tempo..... e qualcuna di queste amicizie può sfociare a volte anche in vero e proprio amore! La gioia e la vivacità dei ragazzi che hanno partecipato a questo campeggio non si è mai spenta. Certo qualcuno ha avuto momenti di sconforo dovuti soprattutto alla nostalgia di casa, ma certe cose sono normali e si superano quando chi ti sta intorno ti vuole bene. Quella del campeggio è sempre un’esperienza che rimane: le cose che si fanno, i momenti che si vivono, le sensazioni che si provano nell’intensità di quei giorni difficilmente si dimenticano. Tornando a casa qualcuno sente già insinuarsi un senso di nostalgia; lo si legge negli occhi dei ragazzi che cantano nel pullman durante il viaggio di ritorno e lo si percepisce anche dai discorsi che fanno. Una volta scesi però è bello riabbracciare i familiari e gli amici che sono rimasti a casa. Il bello comincia adesso: al campeggio sono stati gettati tanti semi che devono germogliare e dare tanto frutto. Forza ragazzi......fate vedere a tutti quello di cui siete capaci con l’aiuto del Signore!!! Laura Marchini
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LA SETTIMANA DI LIVORNO I CINQUANT'ANNI .........
2 settembre 2012
di vita sacerdotale di don Mario Ametta
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Tutti i nomi
Nuovi responsabili nei settori Acli ell’ultima riunione della Presidenza N provinciale delle ACLI, alla quale ha partecipato anche per il Comitato
«Con i campi estivi riuscivo ad amalgamare le famiglie, ad instaurare un rapporto diretto con loro, ai campi partecipavano tutti, genitori e figli, con lo stare insieme e nell’amicizia si può far conoscere il Signore» DI
GIANNIGIOVANGIACOMO
on Mario Ametta ha compiuto 50° anni di ordinazione sacerdotale: un avvenimento importante sia per lui che per l’intera comunità diocesana di Livorno, per questo vogliamo far conoscere ai nostri lettori quelli che sono stati gli avvenimenti salienti della sua vita. A Roma, all’Università Lateranense, don Mario ha acquisito il Baccellierato in Teologia, e nella Basilica di San Giovanni in Laterano è stato ordinato sacerdote il 7 aprile 1962 dalle mani del Cardinale Traglia. Da Roma si è trasferito a Massa Carrara per essere vicino ad un suo parente e per la conoscenza del Vescovo di quella città che gli affidò la parrocchia di Montignoso e l’insegnamento nelle scuole, compito che ha poi continuato anche a Livorno. Lo abbiamo incontrato per scambiare quattro chiacchiere.
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Don Mario come è arrivato a Livorno? «Sono venuto qui grazie all’amicizia che avevo con monsignor Roberto Angeli che, il 20 aprile 1968, mi affidò la direzione della sua Casa dei ragazzi che aveva in Borgo San Jacopo: si trattava di guidare 120 studenti, ragazzi molto giovani, alcuni con problemi, ed in questo ero aiutato dalla signora Locatelli e da alcuni studenti dell’Università di Pisa. Alla morte di don Angeli la Casa cessò l’attività e fu venduta al Comune di Livorno. Divenni così vice parroco a Santa Maria del Soccorso di cui era titolare don Vannozzi. Incominciai a prendermi cura dei giovani e dei gruppi famiglia e penso di essere stato il primo a sperimentare i campi estivi. Poi divenni parroco a Salviano, una esperienza molto significativa perché è durata 17 anni. L’ambiente non era come è adesso, c’era pregiudizio verso la Chiesa, molta conflittualità e nel quartiere c’erano problemi sociali come la droga. A questo proposito ho avuto la fortuna di avere in
Dio cammini in mezzo a noi parrocchia la presenza di don Gigi Zoppi che mi ha dato una mano nell’affrontare la situazione. Sono poi stato cinque anni nella parrocchia di S. Luca a Stagno dove, grazie anche alla cooperazione, a tutti livelli, delle famiglie, sono riuscito a ricostruire gli ambienti parrocchiali. Per finire sono stato parroco nella parrocchia dei Sette Santi Fondatori, dopo la partenza dei padri Servi di Maria, qui ho riorganizzato il Consiglio Pastorale e mi sono prodigato, ancora una volta, nell’organizzare i campi estivi. Poi la situazione della mia salute è peggiorata e ho dovuto abbandonare a causa di un infarto e di una operazione alla spina dorsale». Anche a livello diocesano ha avuto degli incarichi? «Si, dal 1996 sono stato Economo della Diocesi e ho avuto anche l’incombenza della presidenza dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento al Clero. Nel 2005 sono stato nominato
“monsignore” dal vescovo monsignor Diego Coletti». Quale pensa sia stata la cosa più significativa che ha fatto? «Senz’altro quella dei campi estivi che ho organizzato in tutte le parrocchie in cui sono stato. Con i campi estivi riuscivo ad amalgamare le famiglie, ad instaurare un rapporto diretto con loro, ai campi partecipavano tutti, genitori e figli, con lo stare insieme e nell’amicizia si può far conoscere il Signore. È stata una esperienza che è rimasta nel tempo, infatti i giovani di Salviano vengono ancora oggi a trovarmi, e mi ritrovo anche con coloro che avevano frequentato la Casa dei ragazzi di don Angeli e che ora hanno una famiglia. Il mio attaccamento è sempre stato per i giovani e per le famiglie, recentemente una persona mi ha detto: Ho conosciuto Cristo attraverso di lei! Sentire queste parole è stata per me una grande emozione».
Don Mario Ametta, insieme al vescovo Coletti e ad altri sacerdoti della diocesi, il giorno in cui hanno ricevuto il titolo di “monsignore”
Qual è stato il momento più difficile che ha vissuto? «Quando andai a Stagno: C’era una situazione di particolare disagio dovuta ai contrasti tra i fedeli della vecchia parrocchia (S. Leonardo) con quelli della nuova. Ho dovuto superare con amore e pazienza alcune condizioni difficili, anche quando si è trattato di ricostruire gli ambienti parrocchiali. Poi con la creazione di un unico Consiglio Pastorale sono emersi i valori condivisi e la voglia di crescere insieme con la partecipazione di tutti. Allora è iniziato un discorso di vera comunione». Attualmente quali sono i suoi impegni? «Dico Messa tutte le mattine alle 7 all’Istituto Santa Caterina di Viale Italia. Il sabato vado a trovare le persone malate che non si possono muovere e mi trattengo in colloquio con loro, cercando di dare un messaggio di conforto per la Domenica, dove ufficio la Messa alle 10.30. Alle 9.30 della Domenica celebro la Messa anche al Cimitero della Misericordia, dove per nove anni ho sostituito monsignor Ricciardiello. Inoltre il sabato, alle 16 in inverno e alle 17 in estate, dico Messa al Cimitero dei Lupi». Monsignor Ametta, in conclusione, ci lasci un messaggio per i nostri lettori… «Vorrei fare un augurio, a tutte le persone che ho incontrato e incontro nella vita e magari anche attraverso il giornale, vorrei poter dire le parole che Mosè pronunciò nell’Esodo: che Dio cammini in mezzo a voi!».
regionale toscano Giacomo Martelli, il presidente provinciale Antonio Melani, dopo la discussione su alcuni avvenimenti interni all’Associazione, ha provveduto a distribuire gli incarichi agli aclisti che li vedranno impegnati nelle attività del movimento per il prossimo quadriennio. Il Vice Presidente, Anacleto Banchetti, sarà incaricato della presidenza del Consiglio d’amministrazione di Acli Service, Presidente di Acli Solidarietà e Presidente della Fap; Valerio Luci: responsabile dell’amministrazione e della tesoreria e Presidente del Comitato del Patronato; Riccardo Rossato: responsabile del personale dell’intero sistema aclista; Cecilia Pamio: responsabile del Patronato e delle politiche sociali, dell’immigrazione e dei rapporti con le badanti; Lucrezia Draicchio: responsabile di Acli Service; Gianni Giovangiacomo: responsabile per la stampa e la propaganda e per i rapporti con la Curia Vescovile; Carmelo Triglia: responsabile per l’ambiente e l’ecologia; Vincenzo Gentile: responsabile per la sanità e la sicurezza sociale; Vincenzo Graziani: responsabile per lo sviluppo delle politiche dei Circoli; Lorenzo Resta: responsabile della viabilità cittadina e per le convenzioni; Sergio Mannari: responsabile delle Acli di Piombino. È stato anche formato un comitato che si occuperà dei problemi del lavoro di cui fanno parte il Presidente Antonio Melani, Ettore Bettinetti, Paolo Burgalassi e Carmelo Triglia. Don Edoardo Medori, già designato dal Vescovo, è il responsabile della vita spirituale delle Acli di cui curerà il progetto spirituale. Gianni Giovangiacomo
Ritiro interdiocesano per catechisti
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