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Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
18 settembre 2011
di monsignor Ezio Morosi
Ho visto l’empio trionfante, ergersi come cedro rigoglioso; sono passato e più non c’era, l’ho cercato e più non si è trovato (Salmo 36 35-36) ella sua vita l’uomo può accogliere il progetto di Dio, oppure rifiutarlo, N agire come se Dio non fosse. In questo caso, dal punto di vista religioso, è chiamato “empio”. Ascoltando queste antiche parole ci vengono in mente i nomi di “empi trionfanti”, uomini che si sono creduti padroni del mondo, della storia, che hanno tenuto nelle loro mani le sorti della vita dei popoli e poi sono svaniti. Anche nella nostra vita abbiamo sicuramente incontrati “empi trionfanti” e ci chiediamo amareggiati perché a chi è disonesto, prepotente, violento e se ne infischia di Dio tutto sembra andar bene. Ma gli empi non hanno futuro, se lo stanno distruggendo in questa vita, mentre il giusto se lo sta costruendo: il successo della vita dell’uomo in questo mondo sta nel realizzare liberamente quanto il Signore ha pensato per lui. Lontani da Dio si finisce nel nulla.
Domenica 25 settembre alle ore 18 il vescovo Simone, alla presenza dei parrocchiani, del clero e della autorità cittadine, consacrerà l’antica Pieve di san Jacopo in Acquaviva, al termine del lungo intervento di restauro
La chiesa del mare consacrata a Dio
bbiamo intervistato don Alberto Vanzi, parroco di San Jacopo dal 2006, per saperne di più sulla
A
prossima consacrazione di una delle chiese più antiche e caratterische della città. DON ALBERTO, POSSIBILE CHE LA CHIESA DI S. JACOPO NON FOSSE ANCORA CONSACRATA? «Si. In effetti può sorprendere il fatto che l’antica Chiesa di san Jacopo debba ancora essere consacrata. Ricordo ancora lo stupore quando lo scorso giovedì santo, portando solennemente il santo olio crismale, annunciai ai parrocchiani presenti alla celebrazione che al termine dell’estate la Chiesa sarebbe stata consacrata dal nostro Vescovo: “Una chiesa antica - dissero in molti - e per di più di fondazione millenaria deve essere ancora consacrata?” Certo la meraviglia era prevedibile e comprensibile tra i parrocchiani, c’era proprio d’aspettarselo, tuttavia la Chiesa non è stata effettivamente consacrata, almeno dopo i massicci interventi di ampliamento che si sono susseguiti negli ultimi tre secoli».
predecessore, don Vittorio Vital, me ne aveva parlato. Suppongo che l’evento della consacrazione sia stato sempre rimandato a causa dei diversi interventi di ampliamento che la Chiesa ha subito dalla fine del 1700 ad oggi. Quelli più determinanti furono due. Il primo alla fine del 1761, quando la Chiesa fu ampliata e “ruotata” la facciata verso l’attuale piazza san Jacopo. Il secondo intervento, invece, fu fatto prima e dopo la seconda guerra mondiale, a Chiesa fu, invece, ampliata verso il mare.
«I livornesi la chiamano affettuosamente la “chiesa del mare”»
MA CI SONO DEI FONDAMENTI STORICI DA CUI SI EVINCE QUESTO? «Si, nella relazione che l’allora Pievano di san Jacopo, don Giovanni Maria Guiggi, parroco dal 1898 al 1936, scrisse al Vescovo nel 1906 nell’occasione della visita pastorale per il terzo centenario della fondazione della Parrocchia, tra le note negative scrisse: la Chiesa necessita di essere ancora consacrata. Del fatto della non consacrazione della Chiesa, anche il mio più prossimo
Anche alla fine del 1800 la Chiesa fu interessata da un intervento di ampliamento: fu infatti innalzata e costruita l’attuale facciata. La Chiesa di san Jacopo, dopo la costruzione dei due transetti e del presbiterio, allora inesistenti, nel 1950 assunse la forma a croce latina come anche oggi la possiamo vedere». TUTTO QUESTO HA RITARDATO E POI MAI DATO LA POSSIBILITÀ DI CONSACRARLA… «Esatto. I vari ampliamento della Chiesa, gli eventi bellici, nonché il cambiamento di diversi parroci sono stati, con molta probabilità, i motivi per i quali il ricco e suggestivo rito della consacrazione della Chiesa è stato
CENNI DELLA STORIA DELLA chiesa di San Jacopo econdo lo storico padre Nicola Magri, l’apostolo Giacomo il Sto Maggiore, in viaggio da Giaffa verso la Spagna, si sarebbe fermalungo la costa tirrenica nel luogo detto «Acquaviva», dove avrebbe dimorato. E’ probabile che tale ipotesi si leghi, non tanto ad una reale presenza dell’apostolo nel luogo, ma al passaggio dei pellegrini diretti a Santiago di Compostela. Si racconta ancora che Sant’Agostino, dopo il suo battesimo avvenuto a Milano nel 389 per mano di Sant’Ambrogio, si dirigesse verso Ostia per imbarcarsi alla volta dell’Africa. Durante il viaggio si sarebbe fermato a Livorno nel 387. Alla notizia si aggiunge l’esistenza di un toponimo, «speco di Sant’Agostino», che vuole ricordare la possibile presenza del santo. Anche se non possediamo una prova sicura di tale transito, possiamo invece documentare con certezza la successiva nascita di un eremo agostiniano in epoca medioevale. (…) L’attuale chiesa di San Jacopo è opera della famiglia dei Medici che arrivarono a Livorno nel 1421; la cripta è oggi la testimone di quell’opera che poi nel corso dei secoli si è sviluppata. Le notizie storiche sono state tratte dal libro a cura del Comitato “il gioiello dimenticato” «Tra storia e leggenda. La cripta di San Jacopo ed il suo territorio.» Editasca 2010
differito nel tempo. Recentemente la Chiesa necessitava di un altro intervento di restauro per portare all’antico splendore l’antica pieve, nonché per mettere in sicurezza alcune zone dell’edifico. Se da un lato il mare rende bella e caratteristica la Chiesa di san Jacopo, tanto che i livornesi la chiamano affettuosamente la “chiesa del mare”, dall’altro costituisce un evidente problema per la conservazione dell’edificio. Il termine dei lunghi lavori di restauro iniziati nel gennaio del 2009 e conclusi all’inizio dell’estate di quest’anno ha rappresentato l’occasione propizia per pensare ad una data in cui consacrare la Chiesa al culto di Dio». QUAL È IL SIGNIFICATO DELLA CERIMONIA DI CONSACRAZIONE? «Il rito della dedicazione della Chiesa, molto ricco di segni e suggestivo, per mezzo del quale l’edifico viene “consacrato” ovvero “riservato” al culto di Dio, vuole anche ravvivare, soprattutto nella comunità parrocchiale che lo celebra, il senso di appartenenza alla Chiesa. La Chiesa edificio, infatti, è il segno della Chiesa Popolo di Dio presente in un determinato luogo. La comunità parrocchiale di san Jacopo si sta preparando a questo evento ormai da mesi ed ha in programma, dopo il 25 settembre, alcune iniziative comunitarie finalizzate a vivere ciò che è stato celebrato durante il rito di consacrazione della Chiesa». m.b.
Il rito della
consacrazione
a celebrazione della Messa Lmolto di consacrazione è un rito suggestivo: si inizia nella chiesa poco illuminata, con la benedizione dell’acqua e l’aspersione sul popolo di Dio e sull’altare. Poi si procede con la liturgia della Parola e con l’omelia. È dopo la riflessione del parroco che inizia la cerimonia di dedicazione vera e propria: prima le litanie dei santi e poi la deposizione delle reliquie nell’altare. L’altare poi viene unto con il Crisma e con esso simbolicamente alcuni punti delle pareti della chiesa. Dopo c’è l’incensazione dell’altare, che viene ricoperto con la tovaglia, e della chiesa, dopodiché si dà illuminazione a tutto l’ambiente, le candele vengono accese. Con la chiesa tutta illuminata si continua la celebrazione eucaristica. Al termine della Messa il Vescovo si reca sul sagrato della Chiesa per scoprire la lapide ricordo della consacrazione.