La Settimana - n. 33 del 26 settembre 2010

Page 1

Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

Grazie ALBERTO L’ARCHEOLOGO DEI CUORI e ne è andato in cielo un “pezzetto” dell’Immacolata. Monsignor Alberto Ablondi ha lasciato la sua Livorno : noi ora ci sentiamo un po’ orfani, abbiamo perso un Padre, anzi un babbo perché così si sentiva lui.

S

30 anni fa nasceva la prima cooperativa sociale a Livorno pensata e creata da don Carlo Leoni

Un sogno diventato... IMPEGNO MARCIS

è una storia che non vedi e non leggi nei libri, ci sono persone comuni, idee e sogni che si realizzano con sforzi collettivi e quasi all’ombra della società c’è un mondo, una realtà sociale con molteplici problematiche, una vita in salita, in difficoltà, spesso dimenticata, spesso evitata dagli egoismi. A chi importa di questo tessuto sociale, chi cura e segue persone malate che tutti i giorni necessitano assistenza domiciliare, offrire una mano da tenere forte per non cadere, per non restare soli? 30 anni fa il sogno di don Carlo Leoni diventava realtà e perché questa idea, questa speranza non restasse semplicemente qualcosa di personale, ma crescesse come una creatura, oggi diventata grande e matura, la cooperativa è giorno dopo giorno, un progetto di lavoro condiviso per il futuro ed irrinunciabile allo stesso tempo. La Società Cooperativa Sociale «Comunità Impegno» è frutto di una ispirazione che don Carlo ebbe prendendo come riferimento i progetti di solidarietà del terzo mondo (“Pensare globalmente ed agire localmente“: globalmente con la nascita del Centro Mondialità e localmente con la cooperativa)ed il motto di don Milani «I care». Infatti il verbo inglese racchiude in se un concetto importante che ci fa capire l’importanza del progetto-sogno di don Carlo. «I care» significa che ho a cuore qualcosa o qualcuno, quindi mi interessa e mi impegno per non perderlo, ecco la ragione per la quale nasce la comunità, di base cristiana che aveva già un’identità dieci anni prima, nel 1970, quando don Carlo Leoni ricopriva il

C’

La Coperativa Sociale Comunità Impegno ha compiuto 30 anni. La festa dibattito al Parco del Mulino ruolo di cappellano in Cattedrale ed era insegnante all’Istituto Vespucci e al Liceo Cecioni di Livorno, un periodo in cui era riuscito a coinvolgere molti giovani. Nel 1979 nasceva il Centro Mondialità Sviluppo Reciproco, un’associazione di volontariato, non lucrativa (ONLUS) per cooperazione di progetti di sviluppo in Tanzania, Bolivia e Marocco (don Carlo ricopre oggi il ruolo di assistente del Centro). Fu il 14 maggio del 1980,

durante una visita al Santuario di Montenero, che don Carlo capì che era il momento di agire per affrontare quei disagi sociali di cui ancora oggi la cooperativa si occupa, soprattutto per quegli anziani soli a domicilio, spesso non autosufficienti. I primi tempi furono caratterizzati da pareri contrari, perché in molti non riuscivano a distinguere la funzione laica della comunità, distinta da quella del Centro Mondialità, più ecclesiale. Da un piccolo gruppo di volontari, nasceva quella che oggi è la più grande ed importante cooperativa sociale operante sul territorio livornese, assumendo quella funzione socio-sanitaria che nel corso degli anni, con il progresso e la formazione

Le parole del VESCOVO UN ESEMPIO PER LA CITTÀ Le parole del Vescovo e di don Leoni «La Cooperativa è un esempio per la città – ha detto monsignor Giusti ai presenti - da 30 anni ben radicata sul territorio, essa rappresenta sia l’idea di un’azione solidale che può offrire tante opportunità di lavoro, ma anche uno strumento prezioso di assistenza a molte persone bisognose. Bisogna ringraziare don Carlo per quanto ha fatto» «L’obiettivo che mi sono posto è stato quello di mettere la persona al centro di tutto – ha raccontato don Carlo Leoni, ripercorrendo la storia della Cooperativa - sia a Livorno che in Tanzania, per essere al servizio dei bisognosi. La soddisfazione più grande è stata quella di vedere nel tempo e nella storia della comunità, giovani laici motivati ed ispirati. Oggi sono 90 le persone che lavorano in città, 450 quelle che in 30 anni hanno scritto la storia della cooperativa. Ho sempre avuto validi collaboratori ed ho sempre cercato di far fare agli altri, perché qui non ci sono manager, ma idee da progettare insieme».

Domenica 26 settembre la Messa per Guano

DI SUOR LETIZIA LUNGHI

26 settembre 2010

DI SIMONE

18.30 IN DUOMO

(continua a pagina 5)

Alle ore 18.30 in cattedrale monsignor Simone Giusti celebrerà la S. Messa in ricordo dei 40 anni dalla scomparsa di mons. Emilio Guano, Vescovo di Livorno dal 1962 al 1970

Le parole della PRESIDENTE UNA SFIDA QUOTIDIANA la nostra cooperativa, afferma la presidente PunaerElisabetta Ferretti, lavorare nel presente «è sfida che quotidianamente affrontiamo in questo territorio, che ci ha visto nascere, crescere, progredire e che vorremmo più attento alle sollecitazioni, agli input che giungono dal nostro mondo. Abbiamo bisogno di una “politica” che prenda coscienza delle proprie criticità per attuare azioni di miglioramento, abbiamo bisogno di una politica che impari ad “ascoltare”, che sia trasparente. La realtà quotidiana ci racconta tutta un’altra storia, lo dico prima di tutto come cittadina e come donna, colgo la necessità e l’urgenza di recuperare un confronto democratico, civile, la “passione” per la comunità dove viviamo, la fiducia nelle istituzioni, un ritorno ai valori per arginare la disgregazione, il qualunquismo che dilaga, abbiamo bisogno di ritrovare forti motivazioni, equità, giustizia».

La TESTIMONIANZA

professionale, corsi continui di aggiornamento, lavora a stretto contatto con le ASL locali. I presidenti della cooperativa ad oggi sono stati 4: Marco Cannito il primo nel 1980, Rossella Del Taglia dal 1981 al 1989, Giusy D’Agostino dal 1989 al 1991 e da 19 anni l’attuale presidente Elisabetta Ferretti. DOMICILIARITA’ E AREE DI INTERVENTO La cultura della domiciliarità è stata in questi 30 anni il contesto sul quale la comunità ha sviluppato le proprie attività, intendendo per domiciliarità tutto il mondo che ruota intorno alla persona ed alle sue relazioni. La casa che identifica il soggetto è lo spazio dove si colloca l’intimità, ma la domiciliarità è l’obiettivo da mantenere laddove il soggetto non è più autosufficiente e deve essere messo in condizione di continuare le proprie relazioni sociali e quindi la propria quotidianità. Le Aree di cui si occupa la comunità Impegno sono quattro: i servizi domiciliari, quelli residenziali, minori ED infanzia ed infine i disabili. Per operare oggi in tutte le aree è necessario essere qualificati, essere in continuo aggiornamento, preparati ad assistere al meglio le persone. Uno dei punti di forza della comunità è il servizio domiciliare per i malati di Alzheimer, per i pazienti che con questa patologia grave, necessitano un recupero ed un mantenimento delle potenzialità residue e c’è bisogno di salvaguardare la salute dei familiari oltre alla cura del malato. La cooperativa ha rappresentato per molti soci dipendenti una seconda famiglia perché essa non ha rappresentato solo un’occasione di lavoro, ma anche un’esperienza di formazione profonda che ha cambiato la vita di molti.

IN PRIMA LINEA A COMBATTERE IL DISAGIO

V

eramente molti 30 anni per una realtà nata da giovani che cercavano alle fine degli anni ’70 di concretizzare nel territorio il binomio “fede e politica” attraverso la Comunità Cristiana di base “Impegno”, la quale sempre accolta nella Chiesa livornese, dall’allora vescovo Alberto, sintetizzò l’impegno sociale e politico attraverso le particolari intuizioni di don Carlo Leoni, dando vita, alla fine del 1979 al Centro Mondialità Sviluppo Reciproco, come segno di attenzione e solidarietà con il sud del mondo, ed agli inizi del 1980 alla Cooperativa “Comunità Impegno” come segno di presenza nel territorio verso le problematiche sociali e del disagio. Ed anch’io come tanti dei giovani della Comunità Impegno mi sono “buttata” nelle “palestre” del Centro Mondialità Sviluppo Reciproco e della Cooperativa “Comunità Impegno” per assaporare la bellezza dello stare con l’altro e con lui condividere le tante situazioni di ingiustizia, di povertà, di diversità. Le realtà sono cresciute, e la Cooperativa si è rafforzata nel territorio attraverso i servizi che sempre ha offerto, ma che si sono rinnovati nel rispetto delle normative, della realtà sociale, delle esigenze delle persone che cambiano. Oggi ben 90 sono le donne che lavorano nella Cooperativa, e nel quotidiano sono nel territorio del nostro comune con l’assistenza domiciliare integrata, il servizio domiciliare ai malati di Alzheimer e laboratori di attività con loro, sostegno domiciliare ai malati terminali, sostegno ad alunni disabili in alcune scuole pubbliche, gestione di scuole di prima infanzia, presenza in casa famiglia per madri e gestanti e nella RSA di “Coteto”, il tutto sempre in collaborazione con altre Cooperative Sociali e con Consorzi, ed in convenzione con l’ente pubblico e realtà della società civile. Oggi tutto questo è prima di tutto una lode al Signore per come si è servito di giovani, allora, per comunicare la bellezza del donare per ricevere il centuplo! Questa è la forte esperienza di tutti coloro che sono passati dalla Cooperativa, per me la Cooperativa è stato “un ponte”, dalla sua fondazione fino alla metà degli anni ’90 mi sono impegnata nel Consiglio di Amministrazione, per poi dedicarmi con più attenzione ai lontani geograficamente, per poi ancor più comprendere ed accogliere che la gioia dello stare con gli altri è la gioia dello stare per sempre con Gesù, ecco la mia consacrazione nell’Ordo virginum, ed oggi, attraversando ancora il “ponte” sono qui a servizio del vescovo Simone, della Chiesa di Livorno, con tanta gratitudine al Signore. Giusy D’Agostino


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
La Settimana - n. 33 del 26 settembre 2010 by Diocesi di Livorno - Issuu