La Settimana n. 33 del 23 settembre 2012

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IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo

di mons. Alberto Ablondi

alattie fisiche e morali; povertà materiale e sociale; solo questo M il clima in cui vive il missionario? Solo questo abbiamo veduto? Si impone certo questa dominante di dolore allo sguardo cristiano che deve essere preferenziale per le povertà e per i bisogni di un popolo. Abbiamo però visto anche un paese che sta riprendendosi anche economicamente, una popolazione che ha una sua cultura, un popolo che vive in forme diverse, il profondo senso religioso o di fede. Anche per questo le nostre esperienze di celebrazione sono state tante e tutte solenni; pure nella semplicità. (Dagli scritti dopo il viaggio in Africa)

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

23 settembre 2012

ANNUS FIDEI

Perché un ANNO della FEDE? ispondendo alla semplice domanda «Perché un anno della fede?», Benedetto XVI ha così risposto: «La missione della Chiesa, come quella di Cristo, è essenzialmente parlare di Dio, fare memoria della sua sovranità, richiamare a tutti, specialmente ai cristiani che hanno smarrito la propria identità, il diritto di Dio su ciò che gli appartiene, cioè la nostra vita. Proprio per dare rinnovato impulso alla missione di tutta la Chiesa, di condurre gli uomini fuori dal deserto in cui spesso si trovano verso il luogo della vita, l’amicizia con Cristo che ci dona la vita in pienezza». Questa dunque è l’intenzione principale di questo anno, come suggerisce anche monsignor Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione): «Non far cadere nell’oblio il fatto che caratterizza la nostra vita: credere. Uscire dal deserto che porta con sé il mutismo di chi non ha nulla da dire, per restituire la gioia della fede e comunicarla in modo rinnovato». Sarà un anno importante dunque, soprattutto per chi la fede la professa già, a cui è chiesto un di più di impegno perché «dinanzi alla drammatica crisi di fede che tocca molti cristiani sia capace di mostrare ancora una volta e con rinnovato entusiasmo il vero volto di

R

Un anno per rinvigorire la fede cristiana e far incontrare Cristo a chi ancora non lo conosce o l’ha relegato all’ultimo posto della sua vita Cristo che chiama alla sua sequela». Sarà un anno di evangelizzazione e di testimonianza dunque per tutti i cristiani, ma anche un anno di energia nuova perché quella fede a volte “scontata” possa ritrovare ancora vigore e divenire più consapevole e forte; sarà un anno significativo anche per riscoprirsi parte di una Comunità «vero antidoto alla sterilità dell’individualismo dei nostri giorni», giorni colpiti da una «crisi complessa che aumenta gli interrogativi ed eclissa la speranza». «Un anno – ha spiegato ancora monsignor Fisichella - durante il quale la preghiera e la riflessione potranno più facilmente coniugarsi con l’intelligenza della fede di cui ognuno deve sentire l’urgenza e la necessità. Non può accadere, infatti, che i credenti abbiano ad eccellere nei diversi ambiti della scienza, per rendere più professionale il loro impegno lavorativo, e ritrovarsi con una debole e insufficiente conoscenza dei contenuti della fede. Uno squilibrio imperdonabile che non consente di crescere nell’identità personale e che impedisce di saper

dare ragione della scelta compiuta». La diocesi di Livorno inizierà questo anno con un ospite d’eccezione: il cardinale Camillo Ruini che sarà presente in Cattedrale Domenica 4 Novembre. Nel pomeriggio (inizio previsto ore 15.30), partiranno dalle chiese della Madonna, dei Ss. Pietro e Paolo e da S. Benedetto, tre gruppi a piedi che confluiranno processionalmente verso piazza Grande. Ad attenderli ci sarà il Vescovo che secondo il rito prestabilito aprirà la porta del Duomo come segno di apertura ufficiale delle celebrazioni per l’Anno della fede. Dopodichè tutti entreranno in chiesa e saranno recitati i Vespri. Successivamente (inizio previsto verso le 17) prenderà la parola il cardinale Ruini che offrirà ai presenti una Lectio magistralis sul tema. Al termine dell’intervento del Cardinale ci sarà spazio per un approfondimento sul suo libro “Intervista su Dio”, appena uscito nelle librerie (conclusione prevista per le 19). c.d.

«Nella questione di Dio è in gioco tutto l’uomo, il senso e il destino della nostra vita»: ecco un assaggio di «Intervista su Dio», il testo in cui il cardinal Ruini offre le ragioni per incontrare e seguire la fede cristiana. Il Cardinale sarà a Livorno il prossimo 4 novembre

APPROFONDIRE PER CRESCERE il libro del Cardinale

Per incontrare Dio: intelligenza, cuore e libertà er diciassette anni vicario del Papa per la diocesi di Roma e per 16 anni presidente della Conferenza episcopale italiana, dal 2008 presidente del Comitato Cei per il Progetto culturale, il cardinal Camillo Ruini pone oggi tra i suoi impegni principali proprio quello di ripresentare le ragioni della fede, come fa nel libro «Intervista su Dio» (Mondadori), rispondendo alle domande di Andrea Galli, giornalista di Avvenire. Un volume approdato nei giorni scorsi nelle librerie,presentato ufficialmente questa settimana in Campidoglio. Al termine della Lectio magistralis che il Cardinale terrà in Duomo il prossimo 4 novembre ci sarà tempo per parlare con lui anche di questo nuovo libro, nel frattempo pubblichiamo una parte dell’intervista apparsa su «Roma sette», il settimanale online della diocesi di Roma

P

«Le parole della fede, il cammino della ragione» è il sottotitolo del libro-intervista in cui Lei, Eminenza, accompagna il lettore sulle tracce di Dio. Due espressioni che mettono già in chiaro il senso del percorso del credente. Fede e ragione unite insieme. «Unite ma anche distinte. Le vie di accesso a Dio, infatti, sono fondamentalmente di due tipi: quelle che dal basso, cioè da noi, risalgono verso Dio, e quelle dall’alto, costituite cioè dal manifestarsi o rivelarsi di Dio a noi. La nostra ragione può rendersi conto dell’esistenza di Dio ma è in grado di dire chi Dio non sia piuttosto che chi Dio sia. La rivelazione di Dio in Gesù Cristo, invece, ci permette di conoscere il volto di Dio, il suo atteggiamento verso di noi: è questa la grandezza del cristianesimo». Quello della ragione è dunque un cammino, che dà il senso del divenire, del non fermarsi mai. Quali sono gli strumenti che utilizza l’uomo in questo cammino alla ricerca di Dio? «Le vie di Dio sono infinite, dato che possiamo entrare in rapporto con lui attraverso le più diverse circostanze della vita. Se ci riferiamo agli argomenti razionali che conducono verso Dio, in

essi entra in gioco certamente la nostra intelligenza, ma anche il nostro cuore e la nostra libertà. Nella questione di Dio, infatti, è in gioco tutto l’uomo, il senso e il destino della nostra vita». Tornando a parlare dei credenti, Lei indica nel libro l’insufficienza delle statistiche sulla pratica religiosa rispetto al discorso della fede. È vero però che si accentua un distacco dalla mediazione della Chiesa. A cosa attribuisce questo atteggiamento? E quanto pesano alcune questioni «eticamente sensibili» presenti nel dibattito culturale e anche il ruolo dei media? «Dobbiamo guardare anzitutto dentro noi stessi, al nostro operato e ancor più alla qualità della nostra testimonianza di credenti: le inadempienze in questo campo purtroppo pesano molto. Pesa anche, però, la mentalità apparentemente libertaria e anti-istituzionale, che porta all’atteggiamento del «fai da te» anche in ambito religioso. In particolare gioca un ruolo negativo il pansessualismo, che asservisce la persona e in realtà divide l’uso del sesso dalla persona stessa. La pervasività che hanno oggi i vari mezzi di comunicazione tende inoltre a soffocare quello spazio interiore nel quale è più facile ascoltare la voce di Dio». Oggi in Italia l’espressione pubblica della fede ha uno spazio che Lei giudica adeguato? O c’è una difficoltà con cui fare i conti? «In Italia lo spazio c’è, ma bisogna saperlo mantenere, con pazienza e umiltà cristiana ma anche con fermezza e determinazione, non avendo paura di quelle che in un’occasione chiamai scherzosamente «pallottole di carta»”. Si parla molto degli effetti della secolarizzazione, eppure si notano i segnali di una ripresa dell’interesse verso il sacro. Come interpreta questa ripresa? «È una ripresa in atto da tempo e, in ultima analisi, è l’espressione di come noi siamo fatti. Non basta però affidarsi ad essa, bisogna stimolarla, sostenerla e anche «evangelizzarla», nel senso che la ripresa del sacro può andare anche verso forme deviate come la superstizione, il fanatismo o la magia».


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