IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo
di mons. Alberto Ablondi
ue mani: quanta avventura può essere racchiusa in due mani! D Esse possono significare l’amore e l’amicizia, la fiducia e l’aiuto qualche volta anche il contrasto. Ma due mani, quando il Vangelo è fra di loro, acquistano tanti altri significati; e allora vorrei dirle che le due mani, la mia e la sua, col Nuovo Testamento anzitutto sono "mani di cristiani". Si, come Vescovi, anzi proprio perché Vescovi noi abbiamo bisogno della Parola di Dio per essere veri cristiani. È veramente bello dunque e significativo aiutarci a vicenda a divenire sempre più cristiani con la Parola di Dio, offrendoci il Vangelo. (Marzo 1985, consegna al Vescovo di Malta dell’edizione critica del Nuovo Testamento da parte della Società Biblica)
Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
7 ottobre 2012
Niccolò Stenone e PierreTeilhard de Chardin: religiosi e scienziati raccontati dal professor Ludovico Galleni.
CURIOSITÀ E VERITÀ: due uomini in ricerca udovico Galleni, docente di Zoologia generale ed Etica Ambientale presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Pisa, e insegnante di Scienze e Teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “N. Stenone” di Pisa, nonché membro del comitato direttivo della Società Europea per lo studio di Scienza e Teologia (ESSAT) e del comitato consultivo europeo del Centro di Teologia e Scienze Naturali (CTNS) di Berkeley, in California, sarà uno dei relatori del convegno promosso dall’Ufficio scuola della Diocesi, lo abbiamo incotrato per conoscere in anteprima i temi della conferenza. Il convegno di fine ottobre prenderà in esame due figure particolari: Nicolò Stenone e Teilhard de Chardin, che cos’hanno in comune questi due uomini? qual è stato il loro percorso di studi e il loro carisma spirituale? «Ambedue sono stati importanti scienziati e, anche se separati da più di due secoli hanno, portato avanti le scienze della natura proprio sottolineando la presenza dei cambiamenti che avvengono nel tempo. Stenone descrisse l’evoluzione del paesaggio geologico della Toscana, Teilhard de Chardin lavorò a lungo sull’evoluzione paleontologica dapprima in Europa e poi in Cina. Ma ambedue furono uomini di profonda fede che non trovarono difficoltà ad essere grandi scienziati e ottimi religiosi. Se differenza vi fu è che Stenone lasciò poi la scienza attiva per concentrarsi sulla sua attività di pastore, mentre Teilhard per tutta la vita fu insieme paleontologo e sacerdote. Ma va detto che anche da pastore mai Stenone rinnegò la sua esperienza di scienziato. Ma un altro aspetto importante fu la loro attenzione, forte, al rinnovamento della vita della Chiesa. E se per Stenone divenuto prete e poi vescovo si trattò fondamentalmente di un rinnovamento pastorale, per Teilhard di trattò di una prospettiva culturale e teologica, cercare cioè gli strumenti per riconciliare la chiesa con il mondo moderno e in particolare con le scoperte della scienza. E, grazie a Teilhard, l’evoluzione da problema diviene una importante risorsa per il cristiano perché in effetti apre ad una nuova sintesi, che rivaluta fortemente le realtà terrestri e il cammino dell’umanità su questa terra verso il futuro, ad una evoluzione del cosmo, della vita e dell’Uomo che giunta all’alleanza con Abramo continua per costruire
L
Il Progetto Culturale diocesano, in collaborazione con l’Ufficio Scuola e con altre realtà culturali, promuovono il convegno del 25 ottobre prossimo
la Terra per la seconda venuta di Cristo». Proviamo ad immaginare se vivessero oggi queste due figure: quale sarebbe secondo lei il loro pensiero sul nostro vivere? Sulla scienza che è messa costantemente in contrasto con la fede? Sul nostro sistema di studi? «Credo che sia Stenone che Teilhard de Chardin si entusiasmerebbero nel leggere i documenti del Concilio in particolare le splendide parole con cui la costituzione conciliare Gaudium et Spes sottolinea la necessità e il dovere del dialogo con il moderno e in particolare con la scienza. Purtroppo ormai troppo spesso vediamo rinascere punti di attrito con la scienza ed in particolare con l’evoluzione, ma vengono soprattutto da ambienti che ancora non hanno capito fino in fondo l’importanza dottrinale del concilio. Il Concilio, considerando la scienza una risorsa per comprendere meglio la natura stessa dell’uomo e uno strumento che ci aiuta a percorre nuove vie verso la verità, ha aperto ad un rinnovamento indubbiamente faticoso e difficile ma necessario. Purtroppo è molto più facile ripetere formule che studiare per capire e comprendere meglio e poi per cambiare tutto ciò che va onestamente e doverosamente
LINEA di Pensiero di Luca Lischi
La persona e la solidarietà
Nelle foto: in alto, Niccolò Stenone; a fianco PierreTeilhard de Chardin e al centro il professor Ludovico Galleni
cambiato. Posso dire per esperienza personale, ottenuta percorrendo l’Italia a spiegare l’evoluzione e la sintesi teilhardiana in parrocchie e centri culturali cattolici, che chi contesta l’evoluzione e la scienza in fondo non ha voluto accettare la lezione del Concilio. Ma mettere in discussione il Concilio apre ad un relativismo dottrinale veramente preoccupante. E da questo punto di vista rischiamo di perdere uno strumento per dialogare con i giovani in particolare con quelli che sono onestamente e seriamente interessati alla scienza. Occorre mostrare come sia proprio la teologia cattolica la
La figura del beato Toniolo, professore, marito e padre esemplare, ricordato nella prima Domenica di Ottobre iuseppe Toniolo, economista e sociologo G proclamato Beato il 29 aprile 2012, ogni anno sarà ricordato il 7 ottobre.
prima ad accettare le capacità conoscitive della scienza e a farne uno strumento per meglio sviluppare la sua azione culturale e pastorale. E da questo punto di vista occorre formare meglio i catechisti e lavorare ancora a lungo con i docenti di religione delle scuole in particolare delle superiori».
Non poteva esserci miglior inizio per commemorarlo la domenica 7 ottobre, giorno in cui la liturgia ci ricorda la grandezza dell’unione tra uomo e donna e il prezioso dono della famiglia: un’occasione di riflessione e di preghiera per fare memoria del professore, marito e padre esemplare che ha messo al centro il primato della persona e della solidarietà. La persona si completa nella famiglia, perché ognuno è strettamente legato agli altri, ha bisogno degli altri. “Non è bene che l’uomo sia solo”: i due, uomo e donna, saranno una carne sola. E poi la solidarietà si alimenta dell’amore tra uomo e donna. La famiglia dilata il suo amore all’esterno, allarga i confini in un dono aperto verso gli altri. Quel poco o tanto ricevuto, comunque, sempre messo in comune, per essere solidali e generosi nella condivisione.
Che cosa hanno ancora da insegnare uomini come loro? «Fondamentalmente l’onestà intellettuale e scientifica e il coraggio di seguire nuove piste di sintesi sia dal punto di vista pastorale che culturale e teologico». c.d.
Dai nuovi progetti dell’Ufficio scuola della Diocesi
LA SCIENZA, LA FEDE E GLI INSEGNANTI al 2008, nell’ambito della formazione professionale degli insegnanti di religione che operano nei Licei è nata la scelta D di approfondire tramite un percorso di ricerca-azione il segmento scienza e fede, un ambito trasversale ad altre discipline curricolari. Nel 2011 poi l’Ufficio Scuola e l’Ufficio di Pastorale scolastica della diocesi, a conclusione di un percorso biennale di ricerca/azione sul rapporto scienza e fede strutturato per gli Insegnanti di religione cattolica dei licei livornesi, presentano e offrono alle scuole secondarie di secondo grado una Mostra itinerante su Galileo dal titolo “Cose mai viste” per coinvolgere tutti i docenti interessati e la cittadinanza. La Mostra inizia all’ Istituto Magistrale Niccolini Palli, continua al Liceo Cecioni, a gennaio sarà al Liceo Enriquez. Il materiale multimediale e didattico prodotto è di elevata qualità e vi è il progetto di pubblicarlo e socializzarlo sul sito dell’ Ufficio. Ci siamo avvalsi soprattutto della competenza di L.Galleni e V. Zolesi. Da qui l’idea di un convegno su Niccolò Stenone e Teilahrd de Chardin: due scienziati in momenti storici particolari, nel ‘600
l’uno e nel’900 l’altro, secoli di importanti svolte scientifiche e interdisciplinari. Due uomini di Dio e della Chiesa, anche se con due storie personali diverse: Stenone, protestante, diventa cattolico dopo aver visto la processione del Corpus Domini a Livorno,Teilhard gesuita. Due uomini appassionati di Cristo e del Vangelo che sono stati l’avanguardia per ciò che riguarda il rapporto scienza e teologia, rapporto di complementarietà nell’ autonomia disciplinare. Uomini di grande spiritualità,Teilhard è un mistico che sembra dialogare col mondo contemporaneo. Stenone vive una dimensione evangelica radicale provocatoria; ambedue lasciano aperte delle vie di ricerca sia nell’ambito scientifico, filosofico, esegetico e antropologico di grande respiro. L’incontro, realizzato in collaborazione con il Progetto Culturale della Diocesi, con il Gruppo Amici di don Renato Roberti, Progetto permanente “ Il coraggio della Ricerca”, con l’Ufficio Scuola diocesano ed il Centro Studi “R.Angeli”, sarà anche un momento di breve celebrazione del 50° del Concilio Vaticano II soprattutto attraverso la rilettura della Gaudium et Spes. Si darà inoltre spazio al ricordo di due sacerdoti diocesani, don Angeli
che ha scritto la biografia di Stenone e di don Renato Roberti che ha dedicato a Teilhard de Chardin molti articoli di giornale, omelie e lezioni alla scuola di teologia diocesana negli anni’ 80. Il Progetto Didattico ha messo in luce come le nuove generazioni siano notevolmente affascinate da queste due figure e dal tema scienza e teologia. Enrica Talà, direttore ufficio scuola diocesano Relatori dell’incontro saranno: - Monsignor Simone Giusti, Vescovo di Livorno - Ludovico Galleni, prof. Zoologia Naturale- Università di Pisa - Valfredo Zolesi, ingegnere, fondatore Kaiser Livorno - Fabio Caporali, prof. Ecologia Agraria- Università della Tuscia - Marco Bacci, IdR Liceo Scientifico F. Cecioni (Il luogo del convegno sarà comunicato nei prossimi numeri del settimanale ndr)
II
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
7 ottobre 2012
Un container per il S.Gemma Galgani Hospital
LA SOLIDARIETÀ CON DODOMA SI MUOVE
Tutti i NUMERI dei livornesi
L’iniziativa di solidarietà sarà presentata anche durante il convegno missionario diocesano di domenica 7 Ottobre (locandina in ultima pagina) razie al viaggio del Vescovo in Tanzania G dello scorso agosto, la collaborazione con la Diocesi di Dodoma ha già fatto dei passi importanti. Oltre ai vari propositi in ambito pastorale si è mossa anche la macchina della solidarietà. Il primo obiettivo è quello di andare in aiuto all’Ospedale Missionario “S. Gemma Galgani” diretto dalla dottoressa suor Gemma Mkondoo Kitiku (della quale La Settimana ha pubblicato un’intervista in uno degli ultimi numeri). Questa struttura sanitaria, pur essendo una struttura della Chiesa Locale, è stata promossa dal Governo Tanzaniano a Ospedale Distrettuale in riconoscimento del grande servizio che offre alla popolazione (oltre 300.000 persone) in un territorio che sarebbe altrimenti scoperto. In questo senso le necessità sono tante e negli ultimi anni da Livorno, a cura del Centro Mondialità Sviluppo Reciproco, sono partiti molti aiuti. Ma ancora tanto c’è da fare per ampliare le possibilità di cura e per sostenere ciò che è già stato avviato. È per questo che mons. Giusti ha lanciato l’idea, come intenzione del mese missionario di ottobre, di raccogliere del materiale sanitario che verrà spedito via mare in un container. Di cosa c’è bisogno? Innanzitutto del container stesso (da 40 piedi) che poi rimarrà all’ospedale come magazzino. Poi il materiale sanitario: medicine, disinfettanti, lenzuola, ecc. (vedi elenco). E infine servono i soldi per la spedizione, lo sdoganamento ed il trasporto del container fino a destinazione. Rivolgiamo perciò un appello a tutti perché collaborino a questa “impresa”.
MATERIALE UTILE PER L’INVIO DEL CONTAINER * Medicinali (integri e con scadenza non inferiore ai sei mesi) * lenzuoli, asciugamani e biancheria in genere (anche usata, purchè in buono stato) * Gel per Ecografia * Disinfettanti * Bende, cerotti e materiali sanitari in genere * Camici e divise per medici e personale sanitario in genere (anche monouso) * Deflussori, sacchetti per urine, siringhe, guanti, mascherine, lancette ed altre forniture sanitarie monouso (in particolare per uso: ostetrico e ginecologico, chirurgico, odontoiatrico, otorinolaringoiatrico, oculistico, pediatrico, ortopedico) * Materiali d’uso per sala operatoria * Pannolini per bambini * Pannoloni per adulti * Traverse ATTREZZATURE * Ecografo * Microscopio a fluorescenza e microscopio binoculare * Provette, vetrini per laboratorio d’analisi * Ferri chirurgici * Elettrobisturi * Computer portatile * Altre attrezzature e strumenti da ospedale anche se usati, purché funzionanti Il materiale va conferito presso il Centro Mondialità Sviluppo Reciproco in via della Madonna 32 a Livorno. In caso di necessità, e soprattutto per grandi quantità, è possibile concordare il ritiro telefonando allo 0586 887350. N. B.: Per la legge tanzaniana bisogna stilare una lista dei medicinali che si vogliono importare dalla quale risulti il “nome commerciale”e il “principio attivo”di ogni medicinale. Questa lista può essere preparata dai volontari del Centro Mondialità, ma se chi dona i medicinali la fa autonomamente è un ulteriore aiuto alla preparazione del container.
Alcuni dati sulla popolazione residente
I dati provvisori del Censimento nazionale presentati in anteprima. La popolazione resta stazionaria nel numero ma non nella composizione
ispetto agli ultimi due censimenti la R popolazione risulta stazionaria, con 156.914 abitanti, 74.579 maschi e 82.335
lcuni comuni italiani hanno femmine. Lo scarto tra maschi e femmine, aderito alla nei tre anni di censimento (1991, 2001 e possibilità di 2011), si mantiene a favore delle donne con pubblicare in anteprima un margine medio di oltre 7.500 unità in assoluta i dati più. provvisori riguardanti il Se il 2001 segnava un calo sulla fascia di età recente censimento 0-4 anni, il 2011 registra una ripresa sul ’91 della popolazione, tra con il +16,1 % e del 7,5 % sul 2001. questi troviamo la Anche le classi di età 0.14 nel 2011 si nostra città, che ha così riportano a 19.239 rispetto ai 17.350 del deciso di trasmettere 2001 con un calo però rispetto ai 20.223 del sostegno della famiglia, con un notevole alcuni dati importanti ’91. e che richiedono aumento della licenza per capire quali sono le Gli ultra settantacinquenni nel 2011 si sempre più spesso superiore e un tendenze in atto sul portano a +41,6 sul ’91 e a + 9,0 % sul 2001. residenze di soccorso. I raddoppio dei laureati, nostro territorio. Si vive di più: l’incremento degli ultra dati evidenziano quindi anche se rispetto ad Alla conferenza stampa ottantacinquenni nel 2011 sul ’91 è +117,8 una crescita elevata altre città della Toscana, di presentazione hanno % e sul 2001 è + 29,7 %. delle famiglie con una come Prato e Firenze, partecipato l’assessore Se nel 1991 per ogni giovane esistevano sola persona ( +95 % Livorno esce con il Daria Majidi, insieme circa due anziani, negli ultimi venti anni il sul ’91 e + 41 % sul livello più basso di ad Alessandro Valentini, rapporto di 1 a 2 si è consolidato 2001), una crescita delle laureati. Nella fascia dai funzionario Istat, pienamente. Calano i coniugati con il 7,7 % 20 ai 24 anni Federico in meno sul 2001 e il 15,4 % in meno sul predomina Giuntoli, ‘91. Aumentano i divorzi con il 99,4 % in nettamente la responsabile più sul 2001 e il 246 % in più sul’91. Oltre il La crescita in città è garantita scuola superiore dell’ufficio 37 % della popolazione locale è nata fuori dal dato dall’immigrazione, con un 67, 4 % di statistico e Livorno. Antonio i cittadini stranieri residenti diplomati, e solo 5,1 % di lauree Picchianti, a Livorno hanno contribuito iltriennali; mentre dirigente dei all’aumento della natalità nella fascia che va servizi dai 25 ai 29 anni misurazione sono internazionale. Risulta demografici. È e della forza lavoro riscontriamo un mutati nel tempo, nel infatti calata la stata condotta aumento delle 1991 infatti era il percentuale di una famiglie con due lauree triennali e cittadino che rilasciava disoccupati, superiore comparazione con le componenti e la magistrali. all’Istat una propria nell’auto-percezione del risultanze dei due simultanea contrazione Per quanto riguarda i auto-percezione della ’91, ma che rimane precedenti censimenti, delle famiglie oltre tre dati sulla condizione sua categoria; dal 2011 comunque a livelli quello del 1991 e del persone. Troviamo però lavorativa dobbiamo ci basiamo molto alti. Aumenta la 2001. la popolazione tenere presente che i esclusivamente sulla partecipazione al È emerso uno livornese più istruita, parametri di classificazione oggettiva mercato del lavoro, stazionamento del aumentano i pensionati numero degli abitanti e diminuiscono le della nostra città, con casalinghe, permane una significativa però il divario tra diminuzione delle fasce Il grado di istruzione maschi e femmine, a giovani e con un discapito delle donne, conseguente aumento essun titolo di studio e non sa leggere o scrivere: 0,8 % nel ’91; 0,5 % che partecipano poco al dell’invecchiamento nel 2001; 0,8 % nel 2011. mondo del lavoro e della popolazione, Nessun titolo di studio ma sa leggere e scrivere: 9,5 % nel ’91; 7,9 % nel spesso non si attenuato in parte 2001; 6,1 % nel 2011. impegnano nella ricerca dall’ingresso degli Licenza di scuola elementare: 32,1 % nel ’91; 24,9 % nel 2001; 19,0 % di un’occupazione, immigrati che hanno nel 2011. rivelando forse una contribuito ad una Licenza di scuola media: 30,9 % nel ’91; 29,1 % nel 2001; 28, 9 % nel scarsa cultura lavorativa. leggera ripresa delle 2011. Un’importante nascite. «A Livorno Diploma di scuola secondaria superiore: 22,0 % nel ’91; 29,0 % nel opportunità di crescita troviamo un giovane su 2001; 32,4 % nel 2011. per la nostra città è dato due anziani-afferma Laurea: 4,8 % nel ’91; 8,7 % nel 2001; 10, 9 % nel 2011. dall’immigrazione, i Daria Majidi- un Dal confronto con altre realtà urbane che divulgano i dati provvisori si cittadini stranieri sistema che non potrà ricava che per i giovani delle fasce di età fra i 20-34 anni Livorno esce con residenti a Livorno reggere ancora per il livello più basso di laureati: 19%, mentre Firenze ottiene il 25 % , hanno contribuito molto». Dato Cagliari 26,0 %, Trieste 27,5 %, Perugia 28,5 %. all’aumento della preoccupante risulta il natalità e della forza calo delle persone lavoro e sono diventati coniugate, con un un bene importante per notevole aumento dei la rinascita della nostra divorziati e di una città, contribuendo a nuova categoria, i mantenere giovane la separati di fatto, popolazione. Si portando un elevato conferma una tendenza incremento delle alla proprietà famiglie dell’abitazione, con monocomponenti: complementare caduta persone che vivono da arissimi giovani, si ricomincia! QUANDO: 20-21 ottobre 2012; arrivi degli affitti. La sole, spesso in una L’anno pastorale è al suo inizio, il sabato entro le 15.30; partenze la superficie media delle condizione assai entriamo insieme nell’anno della fe- domenica dopo il pranzo; abitazioni è di circa 80 difficile. Un quadro di de, lasciamoci interrogare dalle do- PREZZO: offerta libera mq, pochissime sono estrema fragilità che mande dell’uomo su Dio, prendia- PRENOTAZIONI: entro il 12 ottobre gli appartamenti al di interessa soprattutto gli moci un tempo per capire come stia- 2012 sopra dei 200 mq. Sulla uomini, sempre più mo, dove andiamo, in cosa realmen- ps. sarà anche l’occasione per ascol- base del censimento soli. te crediamo... tare la testimonianza dei giovani di 2011 risulterebbero Molto frequenti sono i È per questo che vi invitiamo al pri- ritorno dall’esperienza missionaria vuote 2.370 abitazioni, casi di pensionati mo incontro intitolato: "IL SALTO in Eritrea. in netto calo rispetto al rimasti vedovi, oppure DELLA FEDE" Vi aspettiamo, fate girare la voce... dati del 1991 (5.151) e di persone che hanno perso il lavoro e non DOVE: Quercianella (LI), casa S. Sr Raffaella e Sr Cristina FdC, p del 2001 (3.304). Alice Carpentiere possono contare sul Giuseppe, via M. Puccini, 68 Francesco
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Per i giovani ecco il «salto della fede»! Il 20 e 21 ottobre a Quercianella C
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
7 ottobre 2012
III
LE BUONE maniere
A TU PER TU CON don Luciano Cantini
di Elena Cerini
Quando il galateo si applica in chiesa
In cammino con il popolo dei circensi Don Luciano Cantini racconta la sua affascinante esperienza con i nomadi circensi, arrivando anche ad esordire in spettacoli con il nome del clown Pompelmo DI FABIO
FIGARA
on Luciano ha sempre prestato grande attenzione agli “altri”, agli emarginati, a coloro che appartengono a situazioni “ai limiti” o poco conosciute, sapendo che queste realtà possono comunque essere ricche e vivaci, piene di tradizioni e di significati. In particolare, sin da piccolo rimane affascinato dal Circo e dalla magia che sembra avvolgere quell’ambiente pieno di feste, di spettacoli e di colori; ma sarà durante gli anni di studi da seminarista che verrà nuovamente, e più intensamente, a contatto con la realtà circense, dalla quale non vorrà più separarsi. Ha la fortuna di conoscere don Franco Baroni, all’epoca incaricato nazionale per la pastorale del circo, che lo introduce nei principali complessi circensi che hanno fatto tappa a Livorno. Entra a far parte dell’O.A.S.N.I. (l’Opera Assistenza Spirituale ai Nomadi in Italia) fondata da don Dino Torreggiani, trasferita poi nella fondazione “Migrantes”, costituita dalla CEI per assicurare l’assistenza religiosa ai migranti italiani e stranieri. Nel frattempo l’attività parrocchiale lo vede costantemente impegnato, portandolo ad incrementare l’assistenza agli ultimi sviluppando i centri Caritas prima di Rosignano Solvay, nella chiesa di S. Croce, e poi di S. Agostino, a Livorno, la parrocchia dove aveva trascorso l’adolescenza e dove si trova così a raccogliere l’eredità di don Betti. Poi, dal 2006 fino all’estate scorsa, don Luciano viene nominato “Direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale dei Fieranti e Circensi” e trascorre cinque anni vivendo nei
D
circhi italiani, celebrando Messe e impartendo Sacramenti, insegnando Catechismo e… Facendo da spalla come clown con il nome d’arte Pompelmo. «Effettivamente - spiega don Luciano - si potrebbe parlare di un vero e proprio “popolo”, piuttosto particolare e con tradizioni profonde, con migliaia di sfaccettature, composto da persone di varie nazionalità che, quando imparano a conoscerti, possono accoglierti come se ti conoscessero da sempre. Essi portano spesso una maschera ma, proprio per questo, hanno una capacità introspettiva eccezionale, e non si fermano mai alle apparenze. E il loro rapporto con la natura, con gli animali, è
veramente di reciproco affetto e di dignitosa collaborazione. Questo insieme di persone si muove, con sempre maggiori difficoltà, all’interno di uno spazio abitato da un altro popolo, quello che io definisco “sedentario” e “stabilizzato”, che lo pone ai margini di una società che cambia a
velocità incredibile.» Quando osserva il loro modo di vivere, don Luciano pensa subito alle chiocciole, che portano tutta la casa sulle spalle. Ma per coloro che vivono una vita di questo tipo, il vero problema oggi non è certo adattarsi alla vita “in carovana”, ma potersi adeguare in brevissimo tempo alla realtà circostante a causa dei continui spostamenti: i bambini ogni dieci o quindici giorni sono costretti a cambiare scuola e compagni; per ottenere o presentare dei documenti bisogna adeguarsi alla burocrazia del Comune ospitante; è difficile sapere dove si trovi la farmacia più vicina quando si ha necessità di medicinali. E questi, e molti altri problemi, don Luciano ha potuto viverli in prima persona con i membri di questa grande comunità. Inoltre c’è da considerare che quell’atmosfera di mistero e di magia, «per il quale il Circo, invece, affascinava» si sta perdendo, e le grandi famiglie circensi trovano più terreno fertile all’estero, dove i circhi sono accolti in grandi parchi o in zone vicine ai centri cittadini, «mentre nelle nostre città hanno autorizzazione a sostare in zone periferiche o abbandonate.» Questo perché sono vittime di pregiudizi
In alto:Montecarlo con Bello Nock, la mamma Aurelia Canestrelli e il gruppo di Preti che in euripa operano nel circo - Qui sopra: Pompelmo - al centro: don Luciano con don Franco al Circo Folloni - In basso: Battesimo Circo Harrison
atavici, che portano ad associare il nomadismo alla delinquenza: si sentono così dei veri emarginati dalla società. «Recentemente, a causa di un omicidio che ha avuto risalto a livello nazionale, la prima verifica che le forze dell’ordine locali hanno compiuto è stata la compatibilità del DNA di tutti i membri del circo “Bellucci”, che in quei giorni si trovava in quella zona per spettacoli, al fine di scoprire se tra di essi si nascondesse l’assassino!» Ma è proprio in situazioni di marginalità come queste che interviene l’azione della Chiesa. «Molti di noi sono cresciuti “all’ombra di un campanile”, frequentando oratori e facendo catechismo ma, se per un nomade è difficile riuscire a trovare subito una farmacia,
figuriamoci una chiesa! E perché dovrebbero rimanere “pecore senza pastore”, lontani dalla parola di Dio?» Don Luciano, oggi viceparroco di S. Pio X, tornerebbe volentieri ad occuparsi ancora delle comunità circensi, con alcune delle quali intrattiene ancora ottimi rapporti: spesso è chiamato da suoi amici per celebrare matrimoni e battesimi in ogni parte d’Italia. Purtroppo l’ufficio di cui era direttore è stato incorporato in altri. «È difficile per me stare lontano dal modo di vivere di questa gente, nel quale riesco a cogliere un grande messaggio che mi riporta agli albori della nostra religione, al cammino fisico e spirituale dell’Esodo: d’altra parte Giovanni Battista abitava i deserti, non aveva dimora, e Gesù stesso è sempre stato in continuo movimento durante la Sua predicazione.» Scrittore e giornalista, sul suo sito www.lucianocantini.it sono disponibili articoli e pensieri sull’attività pastorale del prelato. Nel suo ultimo libro Pompelmo, don Luciano ed il Circo – gente del viaggio gente di Dio, per le Edizioni Dehoniane di Bologna, don Cantini racconta proprio tutta la sua esperienza nei Circhi, con l’auspicio che la sua diffusione possa «suscitare una maggiore attenzione nei confronti della vita, della cultura e delle esigenze di questi artisti straordinari».
In occasione dell’anno della fede proponiamo una piccola rubrica a puntate sul giusto comportamento da tenere alle celebrazioni educazione ed il "galateo" non più di moda quasi da Lnessuna ’sono parte, ma le belle maniere, in chiesa, dovrebbero essere espressione della fede che abbiamo e del rispetto che nutriamo per il Signore. Per questo motivo abbiamo pensato di proporre una piccola rubrica (a puntate) che vuole essere un "ripasso" di quello che dovrebbe essere il modo più adeguato di stare in chiesa, sia durante le celebrazioni, ma anche quando entriamo nella casa del Signore. a chiesa è la «casa di Dio», Lcristiana simbolo della comunità che vive in un determinato territorio. È prima di tutto un luogo di preghiera, in cui si celebra l’Eucaristia e si adora Cristo realmente presente nelle Specie Eucaristiche, riposte nel tabernacolo. I fedeli vi si riuniscono per pregare, per lodare il Signore e per esprimere, attraverso la liturgia, la loro fede in Cristo. È necessario che impariamo a "prepararci" ad entrare in chiesa. Bisogna organizzarsi in modo tale da arrivare in chiesa con qualche minuto di anticipo, evitando ritardi che disturbano l’assemblea. Dobbiamo verificare che il nostro modo di vestire sia adatto ad un luogo sacro. Prima di entrare il fedele deve cercare di concentrarsi in modo da lasciare alle spalle i rumori e le banalità che spesso distraggono il nostro cuore e soprattutto "assicurarsi che il cellulare sia spento" perché, come sempre più spesso vediamo scritto sulle porte di entrata delle nostre chiese: il Signore chiama in molti modi, ma mai con il cellulare. Ed è piuttosto fastidioso il pensiero che ci sia gente così dipendente da questo oggetto da non poterlo spengere neppure quando prega. Così come è bene non entrare masticando caramelle o altro. In questo modo il cristiano si predispone ad iniziare la preghiera in modo adeguato e nel rispetto del luogo in cui entra.
IV
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
7 ottobre 2012
Agenda del VESCOVO
VENERDÌ 5 OTTOBRE Nella mattina, udienze laici in vescovado SABATO 6 OTTOBRE 9.00 saluto al convegno SAIS alla Circoscrizione 1 18.00 S. Messa in occasione del 50° della fondazione della parrocchia di San Giovanni Bosco a Coteto DOMENICA 7 OTTOBRE 11.00 S. Messa alla chiesa di S. Leopoldo a Vada; a seguire cerimonia di intitolazione di una strada del paese a don Antonio Vellutini 15.30 alla chiesa di S. Andrea Apostolo, convegno missionario (vedi locandina pag.8) LUNEDÌ 8 OTTOBRE 9.30 incontro con i direttori degli uffici diocesani del centro di pastorale di formazione cristiana in vescovado MARTEDÌ 9 OTTOBRE Nella mattina, udienze clero in vescovado 18.00 incontro dei coordinatori delle commissioni del Progetto Culturale in vescovado MERCOLEDÌ 10 OTTOBRE 17.45 S. Messa in occasione dell’inizio dell’anno scolastico, all’istituto Sacro Cuore GIOVEDÌ 11 OTTOBRE 21.00 in cattedrale, veglia di preghiera organizzata dall’AC in occasione del 50° anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II VENERDÌ 12 OTTOBRE Nella mattina, udienze laici in vescovado 21.00 alla chiesa di S.Croce a Rosignano Solvay, presentazione della seconda parte della lettera pastorale del Vescovo al V vicariato SABATO 13 OTTOBRE 19.00 S. Messa per la scuola alla chiesa di S. Agostino DOMENICA 14 OTTOBRE 10.00 S. Messa, Cresime e Comunioni alla chiesa di S. Giuseppe a Nibbiaia 16.00 S. Messa e Cresime alla chiesa del Sacro Cuore (Salesiani)
Libri da LEGGERE
di Mo.C
Zattoni M. T., Gillini G. – Oltre il vestito. Provocare e conformarsi.- Ed. San Paolo, pp.94, euro 8,00 Posso permettere a mio figlio di essere in tutto e per tutto come gli altri? Che cosa fare quando il figlio fa il “pecorone”, scambia il look per una maschera che lo mimetizza in mezzo agli altri? Come gestire le feste e i ritrovi dei figli? Come comportarsi quando i figli credono più al “virtuale” che al reale? E’ proprio vero che oggi bisogna lasciar liberi i figli di fare sesso, accettando il tabù culturale di stare in silenzio? I coniugi Zattoni, Gillini, docenti all’Istituto Giovanni Paolo II sul matrimonio ed esperti nella Consulta Nazionale della Famiglia della CEI, provano a rispondere a questi ed altri quesiti, affrontando in modo schietto e diretto i temi legati all’influsso delle mode , della pubblicità, delle attrazioni esterne sul mondo familiare. Propongono numerosi esempi tratti dall’esperienza concreta degli autori, che professionalmente da tanti anni sono impegnati nel campo educativo familiare.
Diocesi informa COOPERATORI PAOLINI Programma PROGRAMMA ANNO DELLA FEDE 2013 Ottobre 2012 - venerdì 12 ore 17.00 Sala della Provincia in collaborazione con l’ Associazione “Il Centro”, presentazione del libro “Una settimana a Cuba” di Don Antonio Tarzia, direttore di Jesus e Luciano Vassapollo prof. di Economia Università Sapienza a Roma e Avana a Cuba Novembre 2012 - sabato 3 presso Chiesa di San Ferdinando Testimoni della Fede: Monsignor Pio Alberto del Corona. Ore 16.00 Messa in gregoriano con la Corale Pio Alberto del Corona. Ore 17.30 Conferenza con Monsignor Tardelli, Monsignor Giusti e Angelo Montonati. In collaborazione con AIMC e CIF - sabato 10 ore 16.00 presso Chiesa S.S. Pietro e Paolo “L’evento Concilio Vaticano II, dialogo tra uno storico e un giornalista” In collaborazione con AIMC e CIF Intervengono: dr Marco Roncalli, dr. Angelo Montonati, Monsignor Simone Giusti Ore 18.00 S. Messa con le aggregazioni laicali - venerdì 23 ore 16,30 Sala Parrocchia S. Andrea Presentazione del Decreto Conciliare Inter Mirifica sugli strumenti della comunicazione sociale Relatori: Don Ampelio Crema PSSP Direttore Nazionale Centro Culturale San Paolo, Dr. Massimo Lucchesi, Direttore RAI 3 Toscana, Monsignor Simone Giusti, Dr.ssa Chiara Domenici direttore Ufficio Comunicazioni Sociali diocesi di Livorno. In collaborazione con AIMC e CIF Dicembre 2012 - Sabato 15, ore 15,45 Figlie di San Paolo, Via Corcos 64 Don Bruno Simonetto, PSSP direttore Ufficio Comunicazioni sociali Diocesi di Firenze. Gennaio 2013 - Martedì 15 ore 17.00 Vescovado “Dire la fede con l’arte” Messa commemorativa per Don Franco Patruno al VI anno dalla sua morte. Presentazione del trattato sull’ Estetica di don Patruno. Intervengono: Prof. Pietro Lenzini direttore Accademia delle Belle Arti di Bologna, Dr. Andrea Nascimbeni filosofo, Monsignor Giusti. In collaborazione con AIMC e CIF
BREVI DALLA DIOCESI
La giornata mondiale dell’insegnante VENERDÌ 5 OTTOBRE ALLE 17.00 Alla chiesa di S. Ferdinando, nell’ambito dell’ iniziativa CENTO PIAZZE, per festeggiare la "Giornata mondiale dell’insegnante".l’AIMC (Associazione Italiana Maestri Cattolici-sezione di Livorno) organizza venerdi 5 Ottobre, alle ore 17.00 presso la Chiesa di S. Ferdinando (Pzza Luogo Pio) un “Reading – stop and go”:Letture di passi scelti sull’educazione e musica. L’ iniziativa organizzata da Aimc sezione di Livorno, Cooperatori Paolini, Insegnanti di Religione, Family Lab Italia sarà accompagnata dall’ Ensable Bacchelli orchestra di giovani musicisti e dalla cantante Rosalia G.Gonzales. La partecipazione è aperta a tutti gli interessati, in particolare ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado, ai componenti delle associazioni professionali e dei movimenti che si occupano dell’educativo.
Don Antonio Tarzia VENERDÌ 12 OTTOBRE 2012 ORE 17.00 Nella sala della Provincia, in collaborazione con l’ Associazione "Il Centro", presentazione del libro "Una settimana a Cuba" scritto a quattro mani da di Don Antonio Tarzia, direttore della rivista Jesus e Luciano Vassapollo prof. di Economia Università Sapienza a Roma e Avana a Cuba. Coordinerà l’incontro il giornalista Antonello Riccelli di Tele granducato.
Lectio in Seminario OGNI VENERDÌ ALLE 19,15 ( A PARTIRE DAL 12 OTTOBRE) Nella Cappella del Seminario, lectio divina sul tema della Fede. Venerdì 12 Ottobre presiede mons. Simone Giusti
Giovedì 18 OTTOBRE
Febbraio 2013 - Sabato 23, ore 15,45 Figlie di San Paolo, Via Corcos 64 Don Bruno Simonetto.
LA FESTA DI SAN LUCA IL PATRONO DEI MEDICI
Aprile 2013 - Sabato 13, ore 15,45 Figlie di San Paolo, Via Corcos 64 Don Bruno Simonetto.
l 30 marzo di quest’anno si è costituita la sezione diocesana dell’ACOS, sigla che sta per Associazione Cattolica Operatori Sanitari con sede nazionale a Roma. È composta da persone che operano nell’ambito socio-sanitario a tutti i livelli, comprendendo anche coloro che sono nella fase formativa. Lo spirito è quello di impegnarsi a perfezionare gli aspetti etici delle professioni sanitarie alla ricerca di soluzioni conformi al progresso sociale e scientifico, nel rispetto della giustizia e della dignità della persona umana. I soci si impegnano ad agire per l’affermazione dei valori cristiani nella legislazione e nelle istituzioni, costituendo gruppi per l’animazione cristiana degli ambienti socio-sanitari, passando anche attraverso la testimonianza e l’esempio personali. Nell’ambito delle iniziative di quest’anno il 18 ottobre alle 15,30 celebreremo presso la Cappella dell’ospedale di Livorno il Patrono dei medici, San Luca evangelista. Alle 15,30 ci sarà il ricordo della figura di San Giuseppe Moscati, il medico santo; alle 16 Santa Messa e a seguire momento conviviale di condivisione fraterna. Tutti i fedeli sono invitati a partecipare.
Maggio 2013 - 3-4-5 Maggio Esercizi Spirituali a La Verna - Celebrazione Giornata delle Comunicazioni Sociali in collaborazione con l’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali e UCSI (data da concordare)
UN AIUTO IN TEMPO DI CRISI on la ripresa dell’anno pastorale, rinnoviamo il nostro impegno a servizio della chiesa locale, attraverso la nostra missione con gli strumenti della comunicazione. C In modo specifico, nell’ambito della catechesi e dei diversi ambiti della pastorale, ricordiamo che presso la nostra libreria è disponibile tutto il materiale necessario. In particolare segnaliamo la produzione relativa all’anno della fede che i nostri editori: Paoline e San Paolo stanno pubblicando. Per offrire un aiuto concreto, in questo tempo difficile, abbiamo pensato di concedere la possibilità di uno sconto del 15% sugli acquisti in libreria. Nel ringraziare per la cortese attenzione, contiamo sulla reciproca preghiera per migliorare il nostro e vostro servizio nell’opera di evangelizzazione e cultura nella chiesa locale. Paoline Libreria - Via Indipendenza, 19 57126 LIVORNO Tel. 0586.899534 - Fax 0586.887227 E-mail: libreria.li@paoline.it
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11. Per accedere a una conoscenza sistematica dei contenuti della fede, tutti possono trovare nel Catechismo della Chiesa Cattolica un sussidio prezioso ed indispensabile. Esso costituisce uno dei frutti più importanti del Concilio Vaticano II. Nella Costituzione Apostolica Fidei depositum, non a caso firmata nella ricorrenza del trentesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, il Beato Giovanni Paolo II scriveva: “Questo Catechismo apporterà un contributo molto importante a quell’opera di rinnovamento dell’intera vita ecclesiale… Io lo riconosco come uno strumento valido e legittimo al servizio della comunione ecclesiale e come una norma sicura per l’insegnamento della fede” [21]. E’ proprio in questo orizzonte che l’Anno della fede dovrà esprimere un corale impegno per la riscoperta e lo studio dei contenuti fondamentali della fede che trovano nel Catechismo della Chiesa Cattolica la loro sintesi sistematica e organica. Qui, infatti, emerge la ricchezza di insegnamento che la Chiesa ha accolto, custodito ed offerto nei suoi duemila anni di storia. Dalla Sacra Scrittura ai Padri della Chiesa, dai Maestri di teologia ai Santi che hanno attraversato i secoli, il Catechismo offre una memoria permanente dei tanti modi in cui la Chiesa ha meditato sulla fede e prodotto progresso nella dottrina per dare certezza ai credenti nella loro vita di fede. Nella sua stessa struttura, il Catechismo della Chiesa Cattolica presenta lo sviluppo della fede fino a toccare i grandi temi della vita quotidiana. Pagina dopo pagina si scopre che quanto viene presentato non è una teoria, ma l’incontro con una Persona che vive nella Chiesa. Alla professione di fede, infatti, segue la spiegazione della vita sacramentale, nella quale Cristo è presente, operante e continua a costruire la sua Chiesa. Senza la liturgia e i Sacramenti, la professione di fede non avrebbe efficacia, perché mancherebbe della grazia che sostiene la testimonianza dei cristiani. Alla stessa stregua, l’insegnamento del Catechismo sulla vita morale acquista tutto il suo significato se posto in relazione con la fede, la liturgia e la preghiera. 12. In questo Anno, pertanto, il Catechismo della Chiesa Cattolica potrà essere un vero strumento a sostegno della fede, soprattutto per quanti hanno a cuore la formazione dei cristiani, così determinante nel nostro contesto culturale. A tale scopo, ho invitato la Congregazione per la Dottrina della Fede, in accordo con i competenti Dicasteri della Santa Sede, a redigere una Nota, con cui offrire alla Chiesa ed ai credenti alcune indicazioni per vivere quest’Anno della fede nei modi più efficaci ed appropriati, al servizio del credere e dell’evangelizzare. La fede, infatti, si trova ad essere sottoposta più che nel passato a una serie di interrogativi che provengono da una mutata mentalità che, particolarmente oggi, riduce l’ambito delle certezze razionali a quello delle conquiste scientifiche e tecnologiche. La Chiesa tuttavia non ha mai avuto timore di mostrare come tra fede e autentica scienza non vi possa essere alcun conflitto perché ambedue, anche se per vie diverse, tendono alla verità [22]. 13. Sarà decisivo nel corso di questo Anno ripercorrere la storia della nostra fede, la quale vede il mistero insondabile dell’intreccio tra santità e peccato. Mentre la prima evidenzia il grande apporto che uomini e donne hanno
Cercare la FEDE La terza ed ultima parte della lettera di Papa Benedetto XVI offerto alla crescita ed allo sviluppo della comunità con la testimonianza della loro vita, il secondo deve provocare in ognuno una sincera e permanente opera di conversione per sperimentare la misericordia del Padre che a tutti va incontro. In questo tempo terremo fisso lo sguardo su Gesù Cristo, “colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12,2): in lui trova compimento ogni travaglio ed anelito del cuore umano. La gioia dell’amore, la risposta al dramma della sofferenza e del dolore, la forza del perdono davanti all’offesa ricevuta e la vittoria della vita dinanzi al vuoto della morte, tutto trova compimento nel mistero della sua Incarnazione, del suo farsi uomo, del condividere con noi la debolezza umana per trasformarla con la potenza della sua Risurrezione. In lui, morto e risorto per la nostra salvezza, trovano piena luce gli esempi di fede che hanno segnato questi duemila anni della nostra storia di salvezza. Per fede Maria accolse la parola dell’Angelo e credette all’annuncio che sarebbe divenuta Madre di Dio nell’obbedienza della sua dedizione (cfr Lc 1,38). Visitando Elisabetta innalzò il suo canto di lode all’Altissimo per le meraviglie che compiva in quanti si affidano a Lui (cfr Lc 1,46-55). Con gioia e trepidazione diede alla luce il suo unico Figlio, mantenendo intatta la verginità (cfr Lc 2,67). Confidando in Giuseppe suo sposo, portò Gesù in Egitto per salvarlo dalla persecuzione di Erode (cfr Mt 2,13-15). Con la stessa fede seguì il Signore nella sua predicazione e rimase con Lui fin sul Golgota (cfr Gv 19,2527). Con fede Maria assaporò i frutti della risurrezione di Gesù e, custodendo ogni ricordo nel suo cuore (cfr Lc 2,19.51), lo trasmise ai Dodici riuniti con lei nel Cenacolo per ricevere lo Spirito Santo (cfr At 1,14; 2,1-4). Per fede gli Apostoli lasciarono ogni cosa per seguire il Maestro (cfr Mc 10,28). Credettero alle parole con le quali annunciava il Regno di Dio presente e realizzato nella sua persona (cfr Lc 11,20). Vissero in comunione di vita con Gesù che li istruiva con il suo insegnamento, lasciando loro una nuova regola di vita con la quale sarebbero stati riconosciuti come suoi discepoli dopo la sua morte (cfr Gv 13,34-35). Per fede andarono nel mondo intero, seguendo il mandato di portare il Vangelo ad ogni creatura (cfr Mc 16,15) e, senza alcun timore, annunciarono a tutti la gioia della risurrezione di cui furono fedeli testimoni. Per fede i discepoli formarono la prima comunità raccolta intorno all’insegnamento degli Apostoli, nella preghiera, nella celebrazione dell’Eucaristia, mettendo in comune quanto possedevano per sovvenire alle necessità dei fratelli
(cfr At 2,42-47). Per fede i martiri donarono la loro vita, per testimoniare la verità del Vangelo che li aveva trasformati e resi capaci di giungere fino al dono più grande dell’amore con il perdono dei propri persecutori. Per fede uomini e donne hanno consacrato la loro vita a Cristo, lasciando ogni cosa per vivere in semplicità evangelica l’obbedienza, la povertà e la castità, segni concreti dell’attesa del Signore che non tarda a venire. Per fede tanti cristiani hanno promosso un’azione a favore della giustizia per rendere concreta la parola del Signore, venuto ad annunciare la liberazione dall’oppressione e un anno di grazia per tutti (cfr Lc 4,18-19). Per fede, nel corso dei secoli, uomini e donne di tutte le età, il cui nome è scritto nel Libro della vita (cfr Ap 7,9; 13,8), hanno confessato la bellezza di seguire il Signore Gesù là dove venivano chiamati a dare testimonianza del loro essere cristiani: nella famiglia, nella professione, nella vita pubblica, nell’esercizio dei carismi e ministeri ai quali furono chiamati. Per fede viviamo anche noi: per il riconoscimento vivo del Signore Gesù, presente nella nostra esistenza e nella storia. 14. L’Anno della fede sarà anche un’occasione propizia per intensificare la testimonianza della carità. Ricorda san Paolo: “Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!” (1Cor 13,13). Con parole ancora più forti - che da sempre impegnano i cristiani - l’apostolo Giacomo affermava: “A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta. Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede»” (Gc 2,1418). La fede senza la carità non porta frutto e la carità senza la fede sarebbe un sentimento in balia costante del dubbio. Fede e carità si esigono a vicenda, così che l’una permette all’altra di attuare il suo cammino. Non pochi cristiani, infatti, dedicano la loro vita con amore a chi è solo, emarginato o escluso come a colui che è il primo verso cui andare e il più importante da sostenere, perché proprio in lui si riflette il volto stesso di Cristo. Grazie alla fede possiamo riconoscere in quanti chiedono il nostro amore il volto del Signore risorto. “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40): queste sue parole sono un monito da non dimenticare ed un invito perenne a ridonare quell’amore con cui Egli si prende cura di noi. E’ la fede che permette di riconoscere Cristo ed è il suo stesso amore
che spinge a soccorrerlo ogni volta che si fa nostro prossimo nel cammino della vita. Sostenuti dalla fede, guardiamo con speranza al nostro impegno nel mondo, in attesa di “nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia” (2Pt 3,13; cfr Ap 21,1). 15. Giunto ormai al termine della sua vita, l’apostolo Paolo chiede al discepolo Timoteo di “cercare la fede” (cfr 2Tm 2,22) con la stessa costanza di quando era ragazzo (cfr 2Tm 3,15). Sentiamo questo invito rivolto a ciascuno di noi, perché nessuno diventi pigro nella fede. Essa è compagna di vita che permette di percepire con sguardo sempre nuovo le meraviglie che Dio compie per noi. Intenta a cogliere i segni dei tempi nell’oggi della storia, la fede impegna ognuno di noi a diventare segno vivo della presenza del Risorto nel mondo. Ciò di cui il mondo oggi ha particolarmente bisogno è la testimonianza credibile di quanti, illuminati nella mente e nel cuore dalla Parola del Signore, sono capaci di aprire il cuore e la mente di tanti al desiderio di Dio e della vita vera, quella che non ha fine. “La Parola del Signore corra e sia glorificata” (2Ts 3,1): possa questo Anno della fede rendere sempre più saldo il rapporto con Cristo Signore, poiché solo in Lui vi è la certezza per guardare al futuro e la garanzia di un amore autentico e duraturo. Le parole dell’apostolo Pietro gettano un ultimo squarcio di luce sulla fede: “Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco – torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime” (1Pt 1,6-9). La vita dei cristiani conosce l’esperienza della gioia e quella della sofferenza. Quanti Santi hanno vissuto la solitudine! Quanti credenti, anche ai nostri giorni, sono provati dal silenzio di Dio mentre vorrebbero ascoltare la sua voce consolante! Le prove della vita, mentre consentono di comprendere il mistero della Croce e di partecipare alle sofferenze di Cristo (cfr Col 1,24), sono preludio alla gioia e alla speranza cui la fede conduce: “quando sono debole, è allora che sono forte” (2Cor 12,10). Noi crediamo con ferma certezza che il Signore Gesù ha sconfitto il male e la morte. Con questa sicura fiducia ci affidiamo a Lui: Egli, presente in mezzo a noi, vince il potere del maligno (cfr Lc 11,20) e la Chiesa, comunità visibile della sua misericordia, permane in Lui come segno della riconciliazione definitiva con il Padre. Affidiamo alla Madre di Dio, proclamata “beata” perché “ha creduto” (Lc 1,45), questo tempo di grazia. Dato a Roma, presso San Pietro, l’11 ottobre dell’Anno 2011, settimo di Pontificato.
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La consulta delle Aggregazioni Laicali
ADOPERIAMOCI PER «DIRE LA NOSTRA FEDE» dal Vescovo Simone GiuPsultastiresieduta si è riunita in vescovado la Condelle Aggregazioni laicali, i cui membri hanno illustrato le iniziative per l’Anno della Fede. L’Associazione dei Cooperatori Paolini ha presentato un vasto programma che parte da venerdì 12 ottobre con la presentazione in Provincia del libro di don Antonio Tarzia: «Una settimana a Cuba». I Cooperatori Paolini in collaborazione con i Maestri Cattolici e con il Cif faranno a novembre una serie di incontri in cui verrà privilegiato lo Ogni studio del aggregazione Concilio Vatiha illustrato cano II. Il 18 novembre alla le proprie Villa Alma Painiziative ce si terrà, per per il prossimo la prima volta a Livorno, la anno. Su Consulta Re«La Settimana» gionale delle Aggregazioni saranno periodicamente Laicali. Il 18 ottobre pubblicizzate nella Chiesa dei Salesiani si terrà il convegno nazionale sull’Apostolato della Preghiera. E nello stesso giorno anche gli Operatori Sanitari si incontreranno per ricordare il loro patrono San Luca e la figura del medico Giuseppe Moscati. I rappresentanti del Serra Club hanno illustrato il loro programma di incontri (tra i quali quello che avrà come relatore monsignor Paolo Razzauti che illustrerà la Dei Verbum) ed hanno inoltre annunciato che presto sarà messa una lapide in ricordo del soggiorno del Cardinale Newman a Livorno. Il Movimento per la vita sta predisponendo una mostra sul medico genetista Jerome Legend, famoso per le sue battaglie contro l’aborto ed ha proposto una raccolta di firme per l’iniziativa europea "Uno di noi", affinché il Parlamento Europeo legiferi a favore della vita a partire dall’embrione. Il SAE ha evidenziato la possibilità di tenere una serie di incontri sul "Padre nostro" con il coinvolgimento delle altre confessioni cristiane, tale coinvolgimento potrebbe anche avvenire in occasione della Pentecoste. Il Centro Mondialità ha proposto di vivere la fede con una Chiesa sorella come quella di Dodoma in Tanzania, in uno scambio tra le due comunità. Di tutte queste iniziative naturalmente sarà data notizia attraverso questo giornale. Parlando di questo Anno della fede il Vescovo ha detto che bisogna andare al "cuore della fede", alla "radice del credere", andare cioè all’evento fondamentale, al kerigma, alla dimensione escatologica, che è "la morte e resurrezione di Cristo". La meta del cristiano è quella di vincere la morte, in questo senso bisogna saper sconfiggere la rassegnazione che è invece nell’animo di tante persone. Spetta allora al cristiano ricercare nuove categorie per rendere credibile la resurrezione, bisogna trovare i mezzi e i modi per saper argomentare questo avvenimento, creare delle occasioni per "dire il cuore della fede" con termini che siano sensibili alla società d’oggi. Sarebbe opportuno -ha aggiunto monsignor Giusti- riprendere in esame alcuni documenti conciliari come la Gaudium et spes, la Lumen gentium, la Sacrosamtum concilium. Dobbiamo poi chiederci: la Chiesa livornese sa generare la fede? C’è perciò la necessità di rinnovare il processo formativo nel quale si devono impegnare le parrocchie, ma anche le aggregazioni. Il Vescovo riferendosi al prossimo Convegno Missionario ha ricordato la necessità di cambiare il volto delle comunità per arrivare veramente ad una "comunione di comunità". Si tratta anche di comunicare il Vangelo ai non battezzati, specialmente bambini e giovani, che nonostante questo seguono però l’ora di religione, per questo motivo sarebbe importante potenziare la pastorale scolastica. Gianni Giovangiacomo
11 ottobre IN DUOMO L’iniziativa promossa dall’Azione Cattolica nazionale avverrà in contemporanea con la veglia di Roma ottobre 2012, la Chiesa bella del Concilio: è questo il titolo della bella iniziativa che l’Azione Cattolica nazionale, in collaborazione con la diocesi di Roma, ha organizzato per l’inizio dell’anno della Fede e a 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II. Un momento di festosa presenza e di preghiera in piazza San Pietro insieme a Papa Benedetto XVI, preceduto da una fiaccolata che partirà da Castel Sant’Angelo e che ricorderà la fiaccolata promossa dall’Azione Cattolica e dalle Acli che la sera dell’11 ottobre 1962 chiuse il primo giorno di Concilio e fu l’occasione dell’indimenticabile "discorso della luna" di Papa Giovanni XXIII. Secondo il presidente nazionale di AC Franco Miano, quel discorso "cambiò in qualche modo la percezione stessa del Papa da parte del popolo di Dio. Il punto è proprio questo: noi dobbiamo ricreare questa capacità della Chiesa di essere segno. Essere noi testimoni delle esperienze di una Chiesa viva, di una Chiesa che è bella e che sa comunicare agli altri questa sua bellezza. Testimoni di esperienze di essenzialità, servizio, condivisione, gioia. Per ciascuna di esse c’è un modo di essere nella Chiesa, e anche un modo di essere nella società, testimoniando i nostri valori e impegnandoci per realizzarli in tutti i campi." Sulla scia di quest’iniziativa nazionale, nella stessa serata anche l’Azione Cattolica diocesana di Livorno, in collaborazione con la Consulta delle aggregazioni laicali, ha organizzato una Veglia di preghiera in Cattedrale tra storia – il mezzo secolo trascorso dall’apertura del Concilio – e attualità – l’apertura dell’anno della Fede. La veglia, presieduta dal Vescovo, avrà inizio alle ore 21 anch’essa con una fiaccolata, che porterà i fedeli in Duomo: le fiaccole sono il segno di una fede viva, ricca, intensa, che ha qualcosa da dire al mondo, e il percorso che si fa è il cammino che si compie alla luce di quella fede, e che si compie insieme. Una volta in Cattedrale, la veglia farà memoria del Concilio, dono dello Spirito alla Chiesa, attraverso la
L’Azione Cattolica diocesana promuove una veglia per celebrare l’anno delle Fede
In preghiera tra passato e presente
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meditazione e la preghiera su alcuni brani del Magistero conciliare e della Parola di Dio. La serata sarà anche l’occasione per riascoltare il famoso "discorso alla luna", o "della carezza ai bambini" come viene più popolarmente ricordato, di Giovanni XXIII, un discorso del tutto improvvisato e che pose i fedeli in piena simbiosi con il Pontefice, come se il Papa fosse entrato nelle loro case. Come è stato
La serata sarà anche l’occasione per riascoltare il famoso "discorso alla luna", o "della carezza ai bambini" come viene più popolarmente ricordato, di Giovanni XXIII giustamente detto, un primo, inimmaginato esito di comunione di quel Concilio Vaticano II al suo avvio, che dai Padri conciliari si dilatava all’’orizzonte senza attendere l’alba. La veglia intende dunque essere un
momento altamente simbolico rivolto a tutta la comunità diocesana, una sorta di ponte che unisce due epoche, quella del Concilio e quella attuale che si apre con l’anno della Fede, nel segno dell’evangelizzazione.
"Tutto il popolo di Dio – conclude sempre Miano – è oggi invitato ad assumersi nuovamente e con rinnovato vigore questo impegno di evangelizzazione, che il prossimo Sinodo dei Vescovi di ottobre vuole rilanciare. E il modo migliore per rivivere l’esperienza del Concilio è riviverla in questo nostro tempo, a misura del nostro tempo, proprio secondo l’insegnamento conciliare." Gabriele Maremmani
Ricordando MONSIGNOR ABLONDI
Tante voci per un unico coro l secondo anniversario della Itoscomparsa di monsignor AlberAblondi è stato ricordato in Diocesi con la concelebrazione eucaristica nella Chiesa di S. Andrea presieduta da monsignor Giusti, con l’inaugurazione della Casa del clero intitolata al Vescovo Alberto e con la serata di “parole, musica, immagini e ascolto” presso l’Istituto Mascagni di via Galilei. La veglia, organizzata congiuntamente dall’Associazione Alberto Ablondi e dalla Diocesi di Livorno, ha visto la proiezione di un filmato realizzato da Granducato TV e in questo modo tutti i presenti hanno potuto vedere tante immagini, anche inedite, del Vescovo e risentire, con una certa emozione, le sue parole, prima forti e potenti, poi lente e smorzate a causa della malattia. Il direttore dell’Istituto Mascagni, Agostini, nel dare il benvenuto ai presenti, ha letto un messaggio del Presidente Ricci, nel quale veniva sottolineato che i giovani sono stati sempre una priorità per monsignor Ablondi. Prima della parte canora della Corale Domenico Savio, diretta dal maestro Paolo Rossi, è stato ricordato come il Vescovo Ablondi avesse fatto della parola il veicolo fondamentale
della sua missione; fu un cesellatore, un giocoliere della parola, che sapeva far vivere in tutta la sua bellezza, finalizzata sempre al dialogo, quel dialogo che lo ha accomunato al Cardinal Carlo Maria Martini. Sono quindi iniziate le testimonianze delle diverse realtà laicali presenti all’incontro: i Cooperatori Paolini hanno letto la lettera di presentazione alla comunità livornese redatta dal parroco della Chiesa di S. Maria degli Angeli di San Remo, dove Ablondi aveva iniziato il suo cammino, poi una cantante spagnola ha recitato alcuni brani cari al Vescovo. L’Azione Cattolica ha letto alcuni periodi tratti dal libro: “No, una predica no”, dove la famiglia e il matrimonio venivano individuati come elementi essenziali per la nostra società. Invece l’Agesci dalla lettera “Due passi insieme” ha rilevato come il credente deve essere sempre “un cercatore”. Il gruppo SAE ha evidenziato come Ablondi abbia accelerato il cammino ecumenico. La Comunità di S. Egidio, riprendendo le argomentazioni del Sinodo ha messo in risalto come la Chiesa debba essere “un albero che ospita nidi di vita”. Il Movimento dei Focolari dall’ultimo libro del vescovo Alberto “A passo d’uomo verso il divino” ha mostrato che l’eredità più grande che ci ha lasciato è stata quella del dialogo, dialogo con gli uomini e con Dio, e che il dialogo non può esistere senza l’accoglienza. L’Arciconfraternita della Misericordia ha portato a conoscenza una lettera scritta dal Vescovo di Pistoia, Mansueto Bianchi, che diceva che Ablondi ha saputo “leggere in positivo le
vicende umane sapendole interpretare secondo Dio”. Il Serra Club ha ricordato che era stato proprio il Vescovo Ablondi a fondare il Club, una associazione di persone finalizzate a incrementare le vocazioni e dirette a una nuova evangelizzazione. L’Unitalsi ha ripreso ancora il testo “A passo d’uomo verso il divino” per sottolineare come egli avesse il dono “di vedere e di ascoltare” tutti coloro che gli stavano vicino. Gli interventi sono stati conclusi da Maria Enrica Senesi dell’Associazione Ablondi che nella sua riflessione ha sottolineato la capacità di monsignor Ablondi di “voler andare oltre”, un andare oltre per giungere a Dio Padre. I vari interventi sono stati inframezzati dai brani della Corale Domenico Savio e da alcuni pezzi musicali eseguiti dall’Istituto Mascagni con interventi al piano di Alessandro Riccardi e con la partecipazione della soprano Maria Salvini. La serata è stata conclusa da monsignor Giusti: monsignor Ablondi - ha detto il Vescovo - è stato autore di una musica simbolica, ha saputo creare una sinfonia tra tanti attori, cosa non facile, ma è riuscito a creare un unico coro. Bisogna -ha raccomandato il Vescovo- rileggere e attuare uno dei suoi frutti più importanti: il Sinodo diocesano, che mostra ancora tutta la sua carica profetica. È un esempio che va ripreso e portato avanti, un disegno completo, per una chiesa in cammino, un impegno non solo per la chiesa ma anche per la città e per il suo territorio. Gianni Giovangiacomo
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO Le impressioni, le emozioni e i pensieri di chi ha partecipato per la prima volta ad Amichiamoci
omenica 30 Settembre, chiesa di San Matteo: cala il sipario su Amichiamoci. Nella chiesa di via provinciale pisana, i ragazzi si salutano, si abbracciano e cantano; dopo tre settimane trascorse insieme tra sfottò, grida dei tifosi, panini a tarda sera, è giunta l’ora di tornare ognuno nella propria parrocchia, con un velo si di malinconia, ma con la gioia e la voglia nel cuore di ricominciare. Ogni anno Amichiamoci "acquista" nuovi amici; quest’anno la parrocchia di San Matteo è stata una di questi. Ci siamo fatti raccontare da Andrea Risaliti, responsabile dello staff per la parrocchia, questa nuova esperienza.
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Andrea, come avete deciso di partecipare ad Amichiamoci? «Tutto è nato dalla "ricostruzione" del nostro Circolo Anspi Centro Don Renato Roberti: c’era bisogno di "dare di nuovo movimento" a tutto il nostro ambiente con nuove iniziative ed incontri, ma soprattutto c’era una forte necessità di interessare e incuriosire nuovamente i giovani. Dopo la formazione del nuovo consiglio a dicembre, ci siamo dati da fare organizzando cineforum, serate con i giochi da tavolo, cene e gite. Abbiamo riattivato dopo ben 9 anni di assenza il torneo di calcio "Memorial don Renato" ed infine abbiamo voluto provare a partecipare ad Amichiamoci, cercando di coinvolgere tutta la parrocchia e tutti gli iscritti al Circolo, dai più piccoli ai più grandi…e direi che quaranta iscritti sono stati una buona risposta» Come hai vissuto questa esperienza? «Quando si prende parte a qualcosa di già ben strutturato è necessario "entrare in punta di piedi", mettersi a disposizione e ad ascoltare per cercare di capire certi meccanismi; solo in seguito si può
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Speciale AMICHIAMOCI
Fotogallery 2012
Uno spirito che ti travolge
pensare forse a portare le proprie idee ed il proprio contributo. Fare parte dello staff è una grande responsabilità, la tua presenza è sempre necessaria perché se non ci sei e non porti a termine il tuo lavoro non hai rispetto né per chi lavora insieme a te né per la tua parrocchia del quale sei il punto di riferimento, il portavoce e il responsabile. Non comportarsi così, non fa passar male solo te, ma anche tutto l’ambiente di cui rappresenti il nome. In questi giorni ho visto tanti ragazzi, forse troppo spesso i soliti, darsi da fare senza freni per far quadrare tutto e non scontentare nessuno; è una vera macchina, ma per farla funzionare correttamente ha bisogno di tutti i suoi elementi» Come hanno vissuto Amichiamoci i partecipanti della tua
parrocchia? «Dopo averne parlato con don Cornelio e col Consiglio abbiamo fatto una riunione provando ad invitare tutti quelli che potevano essere interessati, oltre ad annunciarlo alle varie messe. Abbiamo di seguito creato un gruppo su facebook, per organizzarci, condividere e commentare le nostre imprese. Amichiamoci ci ha regalato l’opportunità di fare gruppo come parrocchia, con amici vecchi e nuovi abbiamo potenziato il nostro stare insieme uscendo dalle "mura di casa" per incontrare altri ragazzi come noi per vivere un’esperienza comune. Direi che i ragazzi, me compreso, sono rimasti gasati da questa esperienza! Abbiamo ottenuto il primo posto nel calcio a 8 e il terzo nella pallavolo, siamo arrivati quinti e sesti nella caccia al tesoro….come debutto non c’è male credo!». Che cosa manca secondo te ad Amichiamoci? «Purtroppo, credo che la mancanza più forte sia quella dei sacerdoti; qualcuno ha
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partecipato, non lo nego, sarebbe ingiusto non riconoscerlo, ma sono ancora troppo pochi. È brutto dirlo ma a mio parere si perdono un momento che potrebbe essere condiviso con i propri ragazzi, accompagnandoli, tifando per loro, giocando con loro e allo stesso tempo richiamandoli se necessario ad un comportamento più corretto. E’ necessario che la parrocchia tutta "esca" dal suo contesto e stia vicina ai propri giovani in certe occasioni. Non solo i sacerdoti quindi. Ma anche i diaconi, i ministri dell’eucarestia, i catechisti, i genitori e tutti coloro che hanno delle responsabilità in parrocchia. Perché star vicino ai propri giovani durante il gioco o le loro passioni, è una responsabilità, che non deve e non può essere trascurata. Tutto questo però potrà essere possibile attivando un nuovo dialogo con i parroci, mirato a renderli nuovamente partecipi e coinvolti in fase di preparazione, iniziando magari con alcuni con l’obiettivo di arrivare a tutti. Cosa cambieresti? «Amichiamoci dovrebbe essere parte di un progetto di diocesano, dovrebbe esistere all’interno di un programma di pastorale giovanile. Trovandomi a contatto con nuove persone, ho capito che è necessario per ognuno di noi allargare lo sguardo, condividere, scambiare i problemi, i segreti e i progetti; in fin dei conti siamo tutti sulla stessa barca. Dovremmo trovare la forza nella conoscenza e nel lavoro dell’altro perché nella diversità si diventa complementari. Se questo non accade, rischiamo di chiuderci e
di rimanere abbandonati a noi stessi. Amichiamoci è l’occasione per incontrarsi. E non solo con le altre parrocchie, ma anche con altre realtà come gli Evangelici. La serata di preghiera avvenuta "in casa loro" è stato un vero e proprio incontro ecumenico. Cosa ti auguri per il futuro di Amichiamoci? « Tante sono le cose che mi piacerebbe vedere realizzate per Amichiamoci 2013! A livello di organizzazione e di staff, anche se parlo da nuovo arrivato, penso che forze nuove e maggiori non farebbero male, più siamo più riusciamo a distribuire il carico di lavoro e di responsabilità. Ma la cosa che probabilmente mi piacerebbe di più sarebbe quella di vedere che anche le persone e i ragazzi meno abili trovassero ancora più spazio in futuro.» Cosa porti con te da questa esperienza? «Innanzitutto devo ringraziare don Cornelio per averci permesso di partecipare e condividere con altri ragazzi questi giorni. Personalmente poi torno a casa e nella mia parrocchia con un bagaglio arricchito e pieno di cose belle, di sorrisi e di gioie ma soprattutto pieno di nuove amicizie che spero crescano nel futuro. Ho conosciuto ragazzi speciali e molto capaci che si donano anima e corpo per questa manifestazione, lavorando tutto l’anno con gioia per organizzare un evento di tre settimane molto dispendioso, collaborando tutti insieme a un solo obiettivo comune che è quello di incontrarsi condividendo la fede attraverso lo sport e il passatempo. E tutto questo viene fatto sempre con grande spirito di gruppo e col sorriso stampato sulle labbra, quel sorriso che anch’io ho provato a distribuire rimanendone contagiato, quel sorriso che mi hanno trasmesso e di cui vado fiero!» Martina Bongini
Podi AMICHIAMOCI CALCIO A 5 FEMMINILE 1.Caritas 2.Cappuccini 3.Rosario CALCIO A 5 UNDER 1.San Jacopo 2.Sant’Agostino 3.Soccorso PALLAVOLO UNDER 17 1.San Luca 2.San Jacopo 3.Rosario PALLAVOLO OVER 17 1.Seton 2.Santi Pietro e Paolo 3.San Matteo BASKET 3VS3 1.San Jacopo 2.Rosario 3.Seton CALCIO A 8 OVER 1.San Matteo 2.Santi Cosma e Damiano 3.San Luca MARATONA 1 Michele Launaro 31,50 2 Matteo Citti 32,02 3 Riccardo Tommasini 33,48
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TOSCANA OGGI 7 ottobre 2012
LA SETTIMANA DI LIVORNO