La Settimana n. 37 del 23 ottobre 2011

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IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217

di monsignor Ezio Morosi

I passi del mio vagare Tu li hai contati, le mie lacrime nell’otre tuo raccogli, non sono forse scritte nel tuo libro? (SALMO 55,9)

lasettimana.livorno@tiscali.it

uomo è un essere vangante, sempre in movimento, con i passi del suo L’ corpo ed ancor più con quelli del suo spirito. Lo è per natura, perché è un essere intelligente e quindi un cercatore, un assetato alla scoperta di

Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

23 ottobre 2011

Cattolici, è ora di servire insieme il bene comune

“pozzi” che possano saziare la sua sete, un affamato di pane per il corpo e pane dell’anima: il pane della pace, dell’amore, della vita, della giustizia, della verità. Non sempre riesce l’uomo però a camminare sulla via che porta alla salvezza, questa è una sola e si chiama Gesù Cristo. Il Signore conta tutti i passi che facciamo per avvicinarci a Lui.

Progetto culturale diocesano

In questi giorni particolari, interviene a Livorno un osservatore autorevole, Dino Boffo Nuovo impegno politico dei cattolici e cambiamento demografico LINEA di pensiero di Luca Lischi DI

NICOLA SANGIACOMO

ono giorni di grande fermento nel «mondo cattolico»: sono giorni in cui i laici credenti sono scrutati con attenzione dai media che si occupano di politica, gli stessi che, per quasi vent’anni, li avevano relegati in una specie di riserva indiana dove osservarli, molto raramente, solo per farne un quadro funzionale a qualche idea del momento; sono giorni in cui tanti guardano e raccontano gli incontri delle associazioni cattoliche come possibili incubatori di nuovi soggetti politici; sono giorni complessi, nei quali la rinnovata voglia di impegno dei cattolici nell’agone politico viene guardata ora con speranza, ora con sospetto, a volte con malcelato timore. Proprio in questi giorni, Livorno ha l’opportunità di ospitare uno degli osservatori cattolici più autorevoli della stagione post democristiana, Dino Boffo, direttore di Avvenire dal 1994 al 2009, attuale direttore di rete di Tv2000, la televisione promossa e sostenuta dai Vescovi Italiani. Suo malgrado, Boffo diventò notissimo all’opinione pubblica nazionale proprio nell’estate del 2009, quando, dopo aver preso posizione in modo netto contro lo stile di vita del Presidente del Consiglio Berlusconi, fu attaccato violentemente dal

S

Giornale che, con documenti palesemente falsi, ne infangò la dignità personale fino a costringerlo alle dimissioni da direttore di Avvenire. Questa vicenda è diventata esemplare di un certo modo di fare giornalismo tanto che oggi si parla

comunemente di “metodo Boffo”, quando si fa riferimento a chi vuole eliminare un avversario politico con campagne di stampa diffamatorie. Boffo svolge a Livorno uno dei suoi rari interventi pubblici partendo da un tema di grande importanza

come quello del cambiamento demografico, recentemente portato all’attenzione nazionale dal rapporto – proposta pubblicato dal Progetto Culturale della Chiesa Italiana. Il noto giornalista, membro anche del Comitato nazionale per

IL DOCUMENTO DEL COMITATO PER IL PROGETTO CULTURALE NAZIONALE

Prima che sia troppo tardi COSA C’È NEL RAPPORTO el Rapporto-proposta vengono presi in attento esame la diminuzione delle nascite e i mutamenti delle strutture familiari, la sconfitta della mortalità precoce e l’invecchiamento della popolazione, le conseguenze demografiche dell’aborto, il ritardo nel passaggio all’età adulta, la disoccupazione giovanile e le difficoltà delle giovani famiglie e di quelle numerose, in particolare la fatica delle donne nel conciliare cura dei figli e lavoro. Si affronta anche il tema del rapido aumento dell’immigrazione, con la sua incidenza ma anche con i suoi limiti nel contrastare il declino demografico dell’Italia. Per ciascuno di questi sviluppi l’analisi quantitativa è accompagnata dall’indagine sulle motivazioni, sia socioeconomiche sia culturali e ‘simboliche’.

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PROPOSTE CONCRETE L’intento principale del Rapporto-proposta è presentare proposte, anche molto concrete, che sembrano in grado di poter correggere, più o meno profondamente, il declino demografico in atto in Italia ormai da alcuni decenni. Non ci si nasconde la grandissima difficoltà e i possibili rischi di un simile compito, ma non lo si ritiene a priori irrealizzabile. Il confronto con altre nazioni non troppo dissimili da noi – come in particolare la Francia – che si sono mostrate in grado di affrontarlo, aiuta a non cedere alla rassegnazione, sebbene il Rapporto-proposta non trascuri di mettere in luce le profonde differenze tra le due situazioni italiana e francese. Per il card. Ruini che ha curato la prefazione, «rimane in ogni caso la certezza che, se non si pone rimedio al declino demografico, l’Italia, già nel medio periodo, non potrà far fronte utilmente ad alcuna delle altre impegnative sfide che stanno davanti a lei». Il cambiamento demografico. Rapporto-proposta sul futuro dell’Italia (Editori Laterza)

il Progetto Culturale, svolge il tema come «Macroquestione sociale e schermo di contraddizioni» facendo emergere i rischi connessi a quello che nel Rapporto è stato definito come «l’inverno demografico» italiano. Nuovo impegno politico dei cattolici e cambiamento demografico sono anche aspetti connessi tra loro se si pensa che il “suicidio demografico” verso il quale si sta avviando la società italiana dipende anche da politiche che vanno evidentemente contro la famiglia e la sua capacità di generare i figli desiderati, e promuovono scelte contrarie alla vita. È proprio questo uno dei terreni comuni su cui far convergere il nuovo impegno politico dei cattolici, come già auspicato dal Papa proprio un anno fa a Reggio Calabria nel suo messaggio alla Settimana Sociale. In questa direzione si muove anche il Progetto Culturale diocesano che, secondo la felice intuizione di monsignor Giusti, sta lavorando per costituire a Livorno una «lobby dei poveri» dove i cristiani impegnati in politica si uniscano per difendere gli interessi degli ultimi della nostra società e così servire il bene comune.

Una maggiore gratuità L’attenzione ai visibili e agli invisibili intorno a noi l Vescovo invita tutte le forze della città ad essere unite per far fronte alla crisi e a dare vita ad una «lobby per i poveri». Partire dai poveri, quelli veri, quelli che ogni giorno sono visibili e che tanti samaritani sanno accoglierli. Ma essere anche attenti ai tanti poveri invisibili. Ovvero quelli non codificati dalle statistiche perché gli indicatori su cui si basano non tengono conto delle «furbizie» che hanno portato ad essere poveri i ricchi e a figurare come ricchi tanti che non ce la fanno ad arrivare a fine mese. E tra questi sempre più famiglie. Certo occorre rivedere i nostri stili di vita e la Chiesa ha il compito di richiamare alla sobrietà, ai consumi consapevoli, a non esagerare con i beni superflui (calano i consumi, anche quelli alimentari ma non si rinuncia alle spese per telefonare e navigare in internet e a tentare la fortuna con gratta e vinci). Occorre saper ritornare a gustare il pane e soprattutto a saperlo spezzare insieme. Maggior condivisione e più gratuità per nuovi stili di vita: ognuno deve fare la sua parte. Diamo speranza alla famiglia e mettiamola veramente al centro. Il futuro di una città dipende da un patto tra le generazioni. Da una fiducia degli adulti nei confronti dei giovani. Occorre che chi ha di più rinunci al di più e lo doni ha chi non ha. Se la ricchezza non è condivisa e chi può investire tiene «nascosti i suoi tesori» senza farli circolare per sviluppare lavoro quale futuro per i giovani? Quale futuro per una città che invecchia?

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