IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217
Da come vi amerete... ra tanti problemi che si agitano oggi nella famiglia, questa missioFrisolti ne di evangelizzazione non è un problema ultimo, che suppone tutti gli altri; non è neppure un problema di lusso o di raffina-
lasettimana.livorno@tiscali.it
tezza religiosa ceh possa essere preso in considerazione solo dai più buoni o dai santi. Le parole del Signore "dal modo con cui vi amerete conosceranno che siete miei discepoli", danno alla evangelizzazione una ampiezza tale da raggiungere e coinvolgere il matrimonio e ogni suo momento per farne un messaggio che traduce Dio e arricchisce l’uomo. Così diventano "messaggio" tutti i momenti della coppia, dal fidanzamento, al matrimonio, all’educazione dei figli.
Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
21 ottobre 2012
La veglia di preghiera in Cattedrale per i 50 anni del Concilio e l’inizio dell’Anno della Fede, raccontata da una protagonista d’eccezione!
La Chiesa bella DEL CONCILIO ono la luce di un cero. O meglio, sono qualcosa di più: sono la fiamma di una fiaccola, sono un simbolo, un segno della fede in Dio che anima milioni di persone nel mondo. Sono stata accesa una prima volta 50 anni fa, l’11 ottobre 1962, a Roma. Era una tiepida serata di inizio autunno, io ero tenuta in mano da una bambina tutta occhioni e guance morbidose, aggrappata con l’altra mano al suo babbo. Intorno a noi migliaia di altre fiaccole in processione, da Castel S.Angelo su su fino a S.Pietro, un fiume tremolante di luce che sotto la luna si è raccolto proprio sotto la finestra del papa. Era la sera della prima giornata del Concilio, e tutti speravano in una parola del papa. E papa Giovanni, in modo del tutto improvvisato, si affacciò e parlò: Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero; qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera . . . osservatela in alto, a guardare questo spettacolo . . . Gloria a Dio, e pace agli uomini di buona volontà... Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: "Questa è la carezza del Papa". Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza... La bambina che mi teneva in mano guardava ora il Papa, ora il suo babbo, e non si accorgeva nemmeno che pian piano mi stavo consumando e colavo cera sulla sua manina... Sono passati 50 anni e questa sera, 11 ottobre 2012, mi hanno acceso di nuovo. Il luogo è diverso, certo: mi trovo a Livorno, in piazza della Repubblica, non fa freddo anche se sento un po’ di umido addosso. Rispetto a 50 anni fa ho anche un piccolo paravento bianco intorno a me, per ripararmi dal vento che ogni tanto cerca di spengermi. Mi tiene in mano una donna adulta, non so se è la bambina di allora, di certo le somiglia molto. Si è fatta grande e con l’altra mano si tiene legata al marito. Intorno c’è un po’ meno gente, meno fiaccole accese, ma la fede in Dio è la stessa, i volti illuminati dal basso sono gli stessi, il canto che intonano è lo stesso. Dopo una piccola preghiera iniziale ci incamminiamo in processione verso il Duomo, il tragitto è breve, il gruppo di persone è un piccolo rivolo su un lato della strada, canta in mezzo a portici bui e semideserti, la mano della donna adulta a volte si distrae e rischio di incendiare il mio paravento. Il portone del Duomo è socchiuso e dentro, nel buio della chiesa, intravedo solo il crocifisso illuminato. Il piccolo gruppo di persone
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Quella fiammella che non si spegne indugia sul sagrato, poi il portone si apre pian piano e finalmente entriamo. Le fiaccole si dirigono tutte verso il Cristo illuminato, come attratte da Lui, poi si sparpagliano di qua e di là nelle panche: è bello non vedere le persone, ma solo queste fiammelle che riempiono tutta la chiesa! Ed ecco, improvvisa dagli altoparlanti, la voce di papa Giovanni che ripete il discorso di 50 fa. Da qua sotto vedo il viso della
donna adulta che si increspa, si commuove, la sua mano mi stringe più forte mentre io lentamente mi consumo di nuovo, ma anche ora la mia cera calda sulla sua mano non sembra farle tanto effetto... Poi le luci del Duomo si accendono: io non servo più e la donna mi spenge con un soffio dolce. Vengo raccolta con le altre fiaccole in un bel cestino, ma anche così sdraiata partecipo alla veglia dedicata alla “Chiesa
bella del Concilio”. All’altare ora è apparso il vescovo Simone che saluta i presenti e dà inizio alla serata. Questa sera – dice è l’anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II e l’inizio dell’anno delle Fede, e noi vogliamo celebrarli entrambi con questa veglia di preghiera organizzata dalle nostre aggregazioni laicali. Mi metto con tutti in ascolto della parola di Dio e della parola del Concilio,
proclamata dai rappresentanti di Azione Cattolica, Agesci, Apostolato della preghiera, Comunione e Liberazione, Comunità di S.Egidio, Cooperatori Paolini, Movimento dei Focolari, Movimento per la vita, Misericordie. Colgo qualche frase: Cristo è la luce delle genti: questo santo Concilio, adunato nello Spirito santo, desidera ardentemente, annunciando il Vangelo ad ogni creatura,
50 anni fa UN EVENTO STORICO
Oggi come ieri i segni della Grazia 11 ottobre 1962 si aprì il più parLmenici. ’tecipato tra tutti i 21 concili ecuA ciascuna delle quattro sessioni del Vaticano II presero parte fino a 2500 vescovi. Fu chiamato primavera della Chiesa. Pietra angolare nella storia della salvezza lo definì Papa Giovanni Paolo II. Eppure, oggi, tanti che furono testimoni di quell’evento fanno fatica a spiegare ai giovani (anche preti e seminaristi) non solo quanto esso abbia inciso sulla loro vita di fede, ma la sua stessa importanza per la chiesa tutta. Credo che il significato del Concilio non stia solo nei 16 documenti che ne sono scaturiti. Il Concilio è importante anche perché è stato momento esemplare di Chiesa; ci ha mostrato ciò che la Chiesa è e dovrebbe essere, almeno sotto due aspetti: 1) Quel gran numero di vescovi, cardinali, preti, teologi – e anche qualche laico, che si incontrarono e discussero in quei tre anni di lavoro, dicono di una Chiesa grande, universale, unita
nelle diversità. Un plastico esempio di cattolicità dialogante, capace di ricomprendere differenti prospettive e punti di vista. Il Concilio ci mostra una Chiesa che dialoga, in cui tutti si sentono discepoli. Il Papa in ascolto dei vescovi, i vescovi in ascolto gli uni degli altri, i pastori in ascolto dei teologi, ministri ordinati e laici in ascolto vicendevole. Il Concilio ci insegna che la precondizione di un vero discernimento è la convinzione che nessuno di noi possiede tutte le risposte. Ogni cristiano è obbligato al dialogo rispettoso con quanti possono pensarla anche molto diversamente, consapevole che ognuno porta un frammento di quella verità che tutta intera si rivelerà nel compimento ultimo delle parole di Dio. 2) Il Concilio ci indica la strada dell’apertura al mondo. Ha guardato e ci dice di guardare al mondo con gli occhi della fede, che non sono quelli dei profeti di sventura, ma quelli di chi sa
leggere i segni dei tempi. I padri conciliari, pur senza arrendersi al male, rifiutano di porsi su un piedistallo di fronte al mondo in atteggiamento di giudizio severo. Oggi, come ieri, ancora ci sono troppi profeti di sventura, troppo ripiegati a vedere dappertutto “cultura di morte”, “un mondo senza fede” , “la scomparsa dei valori” e così via. È vero, il male è presente nel mondo, ma non possiamo chiudere gli occhi verso i segni della grazia presenti dove gli uomini e le donne di questo mondo cercano giustizia e verità, e si interrogano sul senso ultimo della loro esistenza. Ricordare oggi quell’evento non è nostalgia di vecchietti un po’ fissati, prigionieri dei loro giovanili entusiasmi. È testimoniare la volontà di vivere una Chiesa povera di potere, ma ricca della Parola di Dio; una chiesa popolo che valorizza la responsabilità di ciascuno; una chiesa strumento della misericordia di Dio per tutti. Roberto Pini
illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul volto della Chiesa... Il sacro Concilio con viva premura si rivolge ai fedeli laici, dei quali ha già ricordato il ruolo proprio e assolutamente necessario che essi svolgono nella missione della Chiesa... I nostri tempi non richiedono un minor zelo da parte dei laici, anzi le circostanze odierne richiedono assolutamente che il loro apostolato sia più intenso e più esteso... Il mondo che il Concilio ha presente è quello degli uomini, ossia l’intera famiglia umana nel contesto di quelle realtà entro le quali essa vive... Sarà decisivo nel corso di quest’Anno ripercorrere la storia della nostra fede... In questo tempo terremo fisso lo sguardo su Gesù Cristo: in Lui trova compimento ogni travaglio ed anelito del cuore umano. La gioia dell’amore, la risposta al dramma della sofferenza e del dolore, la forza del perdono davanti all’offesa ricevuta e la vittoria della vita dinanzi al vuoto della morte, tutto trova compimento nel mistero della Sua Incarnazione... Poi prende la parola il Vescovo: fa una piccola cronistoria del Concilio, parla di Giovanni XXIII e di Paolo VI, spiega la Chiesa bella del Concilio, che senza deviare dalle verità immutabili della Fede vuole guardare anche al presente, misurarsi con il mondo moderno, operare una lettura dei segni dei tempi per proseguire la missione affidatale da Gesù Cristo. Tutto questo si è poi tradotto nei frutti abbondanti del Concilio, come la riscoperta della Scrittura; una rinnovata visione della Chiesa e del suo legame costitutivo con Cristo, per cui essa è a servizio del disegno salvifico di Dio per tutta l’umanità che in Gesù ha avuto la manifestazione definitiva; l’introduzione della liturgia in lingua corrente; il confronto su tematiche particolari legate al momento storico quali l’economia, la politica, la cultura, la famiglia, la promozione della pace; la valorizzazione del dialogo ecumenico e del confronto con i non credenti. Canti, invocazioni, preghiere, poi la veglia finisce: le persone chiacchierano un po’ fra loro, poi escono di chiesa, anche il Vescovo se ne va, il parroco spenge le ultime luci. Io rimango qui nella cesta, spenta come le altre mie compagne, rivolta con lo sguardo verso il crocifisso rimasto illuminato. Perché io non sono solo la luce di un cero, sono qualcosa di più: sono la fiamma di una fiaccola, sono un simbolo, un segno della fede in Dio che anima milioni di persone nel mondo. E nessuno può spengermi. E quest’anno sarò pronta a riaccendermi tutte le volte che qualcuno vorrà mostrare la sua Fede. Gabriele Maremmani
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TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
21 ottobre 2012
Calendario delle Lezioni della Scuola di Formazione Teologica per l’anno 2012-2013 Iº ANNO – Iº QUADRIMESTRE 1. Martedì 23 ottobre ore 19: Teologia Morale 1. Giovedì 25 ottobre ore 19: Introduzione al Pensiero Cristiano 2. Martedì 30 ottobre ore 19: Teologia Morale 2. Mercoledì 31 ottobre ore 19: Introduzione al Pensiero Cristiano 3. Martedì 6 novembre ore 19: Teologia Morale 3. Giovedì 8 novembre ore 19: Introduzione al Pensiero Cristiano 4. Martedì 13 novembre ore 19: Teologia Morale 4. Giovedì 15 novembre ore 19: Introduzione al Pensiero Cristiano 5. Martedì 20 novembre ore 19: Teologia Morale 5. Giovedì 22 novembre ore 19: Introduzione al Pensiero Cristiano 6. Martedì 27 novembre ore 19: Teologia Morale 6. Giovedì 29 novembre ore 19: Introduzione al Pensiero Cristiano 7. Martedì 4 dicembre ore 19: Teologia Morale 7. Giovedì 6 dicembre ore 19: Introduzione al Pensiero Cristiano 8. Martedì 11 dicembre ore 19: Teologia Morale 8. Giovedì 13 dicembre ore 19.30: Introduzione al Pensiero Cristiano • Giovedì 13 dicembre ore 18.30: Celebrazione Eucaristica nella Cappella del Vescovado presieduta dal Vescovo e scambio degli auguri di Natale 9. Martedì 18 dicembre ore 19: Teologia Morale 9. Giovedì 20 dicembre ore 19: Introduzione al Pensiero Cristiano • Da venerdì 21 dicembre 2012 a lunedì 14 gennaio 2013 Vacanze di Natale 10. Martedì 15 gennaio ore 19: Teologia Morale 10. Giovedì 17 gennaio ore 19: Introduzione al Pensiero Cristiano 11. Martedì 22 gennaio ore 19: Teologia Morale 11. Giovedì 24 gennaio ore 19: Introduzione al Pensiero Cristiano 12. Martedì 29 gennaio ore 19: Teologia Morale 12. Giovedì 31 gennaio ore 19: Introduzione al Pensiero Cristiano 13. Martedì 5 febbraio ore 19: Teologia Morale 13. Giovedì 7 febbraio ore 19: Introduzione al Pensiero Cristiano 14. Martedì 12 febbraio ore 19: Teologia Morale 14. Giovedì 14 febbraio ore 19: Introduzione al Pensiero Cristiano • Da lunedì 18 febbraio a lunedì marzo 4 febbraio: Esami sessione invernale Iº ANNO – IIº QUADRIMESTRE 1. Martedì 28 febbraio ore 19: Ecclesiologia 1. Giovedì 1 marzo ore 19: Introduzione alla Sacra Scrittura 2. Martedì 5 marzo ore 19: Ecclesiologia 2. Giovedì 7 marzo ore 19: Introduzione alla Sacra Scrittura 3. Martedì 12 marzo ore 19: Ecclesiologia 3. Giovedì 14 marzo ore 19: Introduzione alla Sacra Scrittura 4. Martedì 19 marzo ore 19: Ecclesiologia 4. Giovedì 21 marzo ore 19: Introduzione alla Sacra Scrittura 5. Martedì 26 marzo ore 19: Ecclesiologia 5. Giovedì 28 marzo ore 19: Introduzione alla Sacra Scrittura • Da venerdì 29 marzo a lunedì 15 aprile: Vacanze di Pasqua 6. Martedì 16 aprile ore 19: Ecclesiologia 6. Giovedì 18 aprile ore 19: Introduzione alla Sacra Scrittura 7. Martedì 23 aprile ore 19: Ecclesiologia 7. Mercoledì 24 aprile ore 19: Introduzione alla Sacra Scrittura 8. Martedì 30 aprile ore 19: Ecclesiologia 8. Giovedì 2 maggio ore 19: Introduzione alla Sacra Scrittura 9. Mercoledì 7 maggio ore 19: Ecclesiologia 9. Giovedì 9 maggio ore 19: Introduzione alla Sacra Scrittura 10. Martedì 14 maggio ore 19: Ecclesiologia 10. Giovedì 16 maggio ore 19: Introduzione alla Sacra Scrittura 11. Martedì 21 maggio ore 19: Ecclesiologia 11. Giovedì 23 maggio ore 19: Introduzione alla Sacra Scrittura 12. Mercoledì 28 maggio ore 19: Ecclesiologia 12. Giovedì 30 maggio ore 19: Introduzione alla Sacra Scrittura 13. Martedì 4 giugno ore 19: Ecclesiologia 13. Giovedì 6 giugno ore 19: Introduzione alla Sacra Scrittura 14. Martedì 11 giugno ore 19: Ecclesiologia 14. Giovedì 13 giugno ore 19: Introduzione alla Sacra Scrittura • Da lunedì 17 giugno a venerdì 28 giugno: Esami sessione estiva
La Scuola di Formazione Teologica Diocesana
Al via il nuovo anno della SFOP esperienza di questi ultimi anni ha ribadito che una Scuola di Formazione Teologica Diocesana è destinata principalmente a coloro che intendono crescere nella conoscenza e nell’incontro con Gesù anche attraverso l’approfondimento della Fede personale e nell’assunzione della piena consapevolezza dell’impegno ecclesiale. Una formazione a livello cosiddetto “popolare” è certamente pensabile e va assolutamente sollecitata ma non rientra negli obiettivi di questa Scuola. La nuova proposta scaturita dall’analisi dei dati raccolti in questi anni, dalle istanze raccolte dagli studenti che l’anno frequentata, da un confronto tra alcuni docenti, ed anche sulla base della collaudata esperienza passata, presenta un’offerta formativa articolata in tre anni (un anno propedeutico e due di ulteriore approfondimento). Il curricolo pensato considera e ed è orientato a soddisfare le seguenti esigenze: 1. Riguardo agli obiettivi quello di offrire un livello medio di conoscenza degli elementi fondamentali della Fede e nel contempo di stimolare all’approfondimento personale e alla crescita del proprio itinerario spirituale. 2. Riguardo ai contenuti il fine è quello di offrire una serie di percorsi mirati a
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conoscere innanzitutto la preparazione, la realizzazione e le conseguenze della Rivelazione (primo anno); Successivamente, e a partire da questi percorsi, offrire vie di ulteriore approfondimento su questo tema che dovrebbe alla fine essere il denominatore comune di tutto il curricolo scolastico. 3. Riguardo ai destinatari la Scuola, da sempre, è diretta a quanti sono davvero interessati a formarsi come operatori pastorali delle singole parrocchie e, in generale, a coloro che vogliono pensare e approfondire la propria fede. Inoltre, prepara quanti, su indicazione dei parroci, vogliono prepararsi a svolgere i Ministeri di Lettore e di Accolito. Le grosse novità di quest’anno sono due. Innanzitutto è stato fatto un accordo con don Roberto Filippini, preside dell’ISSR “Nicolò Stenone” di Pisa, per il riconoscimento di alcuno corsi della Scuola. Poi la sperimentazione di un orario, 19.00-21.00 che dovrebbe favorire quanti escono tardi da lavoro e nel contempo terminare in un orario più comodo. IL PRIMO ANNO Il primo anno è articolato in quattro percorsi fortemente connessi tra loro di 28 ore l’uno (14 lezioni a
gruppo che si crea a partire da questa Fede e che si costituisce come Chiesa, popolo di Dio che fonda il suo essere proprio nella Rivelazione.
corso a cadenza settimanale nell’ambito di un semestre): 1. Teologia Morale (Chiamati ad essere conformi al Cristo nel portare frutti di Carità per la vita del mondo) 2. Introduzione al pensiero cristiano 3. Ecclesiologia 4. Introduzione alla Sacra Scrittura I titoli sono indicativi di quattro vie che dovrebbero orientare verso i fondamenti della conoscenza della Scrittura, verso la ricerca del senso di Dio e del Dio di Gesù Cristo, verso la conoscenza l’ecclesiologia e della morale cristiana. L’obiettivo specifico è quello di porre al primo posto dell’approfondimento teologico tutta la Rivelazione di Dio, aspetto fondamentale della nostra fede, la centralità di Gesù Cristo, centro di questa Rivelazione; le conseguenze che l’accoglienza della Rivelazione comporta per la vita del credente e, infine, la considerazione del
IL SECONDO ANNO E IL TERZO ANNO Il secondo anno e il terzo anno, hanno l’obiettivo di approfondire quanto già sedimentato nel primo e potrebbero essere attivati o a seguire cronologicamente. Il secondo anno sarà articolato in quattro percorsi, tre dei quali collegati direttamente a quelli del primo anno. In particolare, dopo la riflessione sulla preparazione e sul compimento della Rivelazione di Dio in Gesù Cristo ci si sofferma sull’identità trinitaria di Dio; alla riflessione sulla Chiesa segue quella sulla Liturgia e alla morale fondamentale segue l’approfondimento su alcuni specifici, attuali e delicati aspetti della vita del credente come quelli riguardanti la morale sessuale e matrimoniale oppure quelli riguardanti i vari temi della bioetica. A completare il programma sono previsti, in alternativa e attivabili in base al numero degli iscritti, di due corsi monografici: uno di Sacra Scrittura e uno di Teologia Dogmatica. Il terzo anno, anch’esso articolato in quattro percorsi, stimola all’indagine sull’aspetto pastorale di alcune parti
del Diritto Canonico che riguardano specialmente i laici. Permette inoltre di approfondire l’identità di Gesù, unico Dio e vero uomo, nell’ambito della riflessione cristologica più profonda e specifica e di pensare a Lui come il riferimento esclusivo di tutta l’antropologia. La riflessione sulla Chiesa si conclude ponendo l’accento sull’economia sacramentale. Nel varo di tale revisione, inevitabilmente selettiva, abbiamo considerato la necessità di offrire un percorso generale utile per assicurare una formazione di base organica e di elevato livello. L’urgenza della sfida educativa, nel cui ambito si colloca l’educazione alla Fede, e i problemi ad essa connessa derivanti prevalentemente dal contesto storico attuale, impongono di stimolare quanti vogliono oggi impegnarsi a vari livelli nella Chiesa locale all’acquisizione di conoscenze adeguate a dire la Fede cristiana, oltre che con la coerenza della testimonianza autentica, anche con verità e consapevolezza. Il dato della Rivelazione, così pensato nell’approfondimento cristologico, teologico ed ecclesiale, rappresenta la via preferenziale per il raggiungimento di tale obiettivo. Il Direttore diac. Franco Caccavale
LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA PER L’INIZIO ANNO SCOLASTICO
La scuola di Gesù «costa» una donazione totale iscrizione alla scuola di Gesù costa “cheLaveva ’molto”: con questa espressione come punto di riferimento il Vangelo della liturgia della domenica della XXVIII Settimana, il vescovo Simone ha introdotto la celebrazione eucaristica per l’inizio dell’anno scolastico presso la Parrocchia di S. Agostino, organizzata dall’Ufficio scuola della Diocesi e dalla Pastorale Scolastica. Infatti l’evangelista Marco nel narrarci l’incontro tra un uomo senza nome ma che è sincero e appassionato che desidera avere la vita eterna, inizia il dialogo con Gesù chiamandolo “Maestro buono”, e chiede “cosa deve fare” per ereditare la vita eterna, quasi accampando dei diritti come se si trattasse semplicemente di fare qualcosa che lui doveva scegliere con un atteggiamento di presunzione nei confronti di Dio, e non si preoccupa invece di “chi deve essere”. Per questo fariseo osservante è sufficiente osservare la seconda parte del decalogo, quella che riguarda i rapporti con il prossimo e quando Gesù nel proseguo del dialogo gli fa capire che si trova nella condizione non di “salvarsi”, ma di lasciarsi “salvare da Dio”, di fare pertanto quell’ulteriore passo per il quale non abbiamo dato nulla a Dio se non siamo pronti a dare tutto, ecco che si rattrista e se ne va afflitto perché aveva molti beni. Monsignor Giusti ha sottolineato l’attualità di questo brano evangelico: mettersi alla “scuola” di Gesù vuol dire fidarsi di Lui, della sua bontà; amandolo, rinunciamo a tutti gli idoli e rispondiamo alla prima parte del Decalogo. È l’invito ad un dono totale, che si concretizza in una chiamata
precisa: “vieni e seguimi”. Non si tratta più di legge morale, o di ascesi, ma di una sequela per cui non ha più senso distinguere tra i precetti e i consigli, ma lasciare che sia Lui a trasformarci e molti sono gli esempi luminosi: Madre Teresa di Calcutta che considerò gli ultimi abbandonati come se fossero Gesù o Francesco d’Assisi che solo dopo aver baciato il lebbroso divenne capace di lasciare alle sue spalle “il mondo Cortese” e amò il prossimo certo solo che perdendo tutto in questa vita, avrebbe guadagnato tutto nei cieli. Mo.C.
LA SETTIMANA DI LIVORNO
L’INTERVISTA AL DIACONO Paolo Bencreati
Una presenza serena vicino a chi soffre Per il diacono Paolo il servizio in ospedale è un vero e proprio lavoro, ma la presenza amica e il coinvolgimento nella preghiera fanno parte della sua vocazione urante l’estate abbiamo intervistato il cappellano della chiesa di San Giuseppe che si trova all’interno dell’ospedale, don Placido Bevinetto. Il suo lavoro di aiuto ai malati è supportato dalla presenza di altri sacerdoti, ma anche dalla presenza di due diaconi:il diacono Paolo Bencreati ed il diacono Massimo Bartolini. Abbiamo incontrato anche loro cercando di capire come svolgono il loro servizio. Ecco l’intervista al diacono Paolo.
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tempo di permanenza nei reparti è condizionato molto sia da quanto i malati vogliono parlare, sia dalla situazione che c’è in quel momento, quindi è difficile poter fare una stima precisa di questo impegno».
In quale modo si avvicina ai pazienti? «Cerco sempre di mettere in pratica il “mio” metodo: entro nella stanza salutando, chiedendo come stanno, (soprattutto quando il giorno precedente stavano male o hanno avuto un intervento «Prima di rispondere alle chirurgico). Mi presento se domande - tiene a precisare persone ricoverate che mi malati di altre religioni? noto qualcuno che è entrato Bencreati- vorrei precisare riconoscono perché anni il giorno prima e «Non ho mai avuto problemi che, svolgendo il prima (quando facevo che quindi non con i malati delle altre ministero a servizio al Cimitero mi ha mai visto. religioni: con tutti ho sempre tempo pieno, la Il primo incontro Comunale) ho celebrato le Poi una battuta avuto dialogo e talvolta mia presenza in con un malato esequie a un loro caro. tira l’altra e si abbiamo anche pregato ospedale, è finisce per parlare Un episodio che ricordo con insieme. Ho incontrato Ebrei, diversa da quella non cristiano particolare affetto è quello un po’ di tutto. Musulmani, Cristiani non del diacono è stato con legato ad una signora anziana Ovvio che ormai cattolici e perfino un Sikh! Massimo, in il Rabbino Isidoro l’esperienza fatta ricoverata in ortopedia: a Gli unici con i quali c’è quanto legata a distanza di due anni dal dal 2004 ti porta sempre stato appena un obblighi Kahn proprio precedente ricovero, mi a riconoscere chi saluto, (e talvolta nemmeno contrattuali a pochi mesi salutò calorosamente ha bisogno di quello) sono stati alcuni dovuti dal nostro ingresso una parola in più dicendomi: “ecco il mio appartenenti ai Testimoni di all’assunzione Diacono!!”. E in risposta al o a riconoscere Geova. Il primo incontro con come assistente in ospedale mio: "mi scusi, ma non mi chi, magari un malato non cristiano è religioso in base e con lui e sua ricordo di lei”, mi disse: “Ma vergognandosi di stato con il Rabbino Isidoro alla convenzione moglie ho pregato chi ha intorno, si come, non mi riconosce? Kahn proprio a pochi mesi tra la CET e la Sono la sua sorella perita a chiedere dal nostro ingresso in Regione Toscana. maggiore!” riferendosi al una preghiera, ospedale e con lui, alla Tali obblighi fatto che era di religione una benedizione oppure la presenza della moglie, ho principali sono la presenza Ebraica». Comunione. Ma devo dire pregato». minima giornaliera e la che, salvo pochi casi, le reperibilità 24 ore su 24, di Qualche malato ha rifiutato la Ed i rapporti con il personale persone che lo desiderano conseguenza il mio oltre che sua presenza? dell’ospedale? chiedono apertamente di un servizio è un vero e «Non ricordo un vero rifiuto, «Generalmente i rapporti pregare insieme o di fare la proprio lavoro». se non quello di un uomo sono buoni: con molti ci Comunione e le loro richieste Ma come si svolge la giornata che ogni volta che entravo sono anche momenti di spesso sono seguite da altre». dei diaconi che operano in nella stanza a portare la dialogo, sia di carattere Ospedale? C’è un episodio che ricorda in Comunione ad un altro che religioso, sia generale, mentre «Il mio lavoro in ospedale modo particolare? la desiderava ogni giorno, si con altri ci salutiamo sia in consiste principalmente nella «Di episodi da ricordare ce ne metteva il lenzuolo sulla testa ospedale sia quando ci visita agli ammalati dei sarebbero diversi: tante girandosi dall’altra parte e incontriamo fuori. Pochi reparti che mi sono stati persone visitate in ospedale mugugnando qualcosa». continuano a mostrare affidati e cioè Ortopedia, per strada mi fermano e mi soltanto indifferenza». Neurochirurgia, Ospedale di salutano. Altre volte trovo Come sono i rapporti con E.C. Comunità, Medicina Generale e questo occupa praticamente tutta la DAL 9 NOVEMBRE 2012 giornata. Il rimanente tempo lo dedico aiutando il Cappellano nella gestione delle iniziative svolte dalla Cappellania e nella cura liturgica delle celebrazioni. Tenendo conto che andando opo due puntate speciali dedicate alla logo e nuove sigle che caratterizzeranno la ogni giorno negli stessi celebrazione dell’8 settembre e alla trasmissione e la sezione finale della reparti ed essendo a ripresa dell’anno pastorale, andate in onda trasmissione chiamata «Chiesa informa conoscenza dei momenti in il mese scorso, il prossimo 9 novembre flash», andrà in onda anche nel Tg runner in cui non conviene andare riprenderà la trasmissione televisiva «Chiesa programmazione su Granducato TV, ed in (vedi quando il personale informa», curata dalla redazione de «La una versione diversa nella settimana in cui lava e cambia i degenti), la Settimana» in collaborazione con la trasmissione non è presente nel mia presenza si aggira «Granducato TV». palinsesto, il tutto per garantire una intorno alle tre-quattro ore L’appuntamento quindicinale con le notizie maggiore tempestività nell’informare sugli giornaliere distribuite sui e gli approfondimenti dalla diocesi di eventi ecclesiali. quattro reparti. A questo Livorno tornerà con qualche novità: La prima puntata di «Chiesa Livorno vanno aggiunte le eventuali anzitutto la prima messa in onda avverrà il informa» sarà interamente dedicata Comunioni da portare a venerdì sera alle 20.00 (e non il sabato all’apertura dell’anno della Fede in diocesi quelle persone di altri reparti come avvenuto fino ad ora) e poi sarà (in programma il 4 novembre in cattedrale, nei quali, quel giorno, un replicata il sabato alle 14.15 e alle 21.05 e la vedi locandina pag VIII ndr) con altro Assistente Religioso non domenica alle 10.15; ci saranno un nuovo un’intervista in esclusiva al cardinal Ruini. può portarle. È ovvio che il
Torna «Chiesa informa» su Granducato Tv Qualche novità e una presenza settimanale
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LE BUONE maniere di Elena Cerini
L’INIZIO DELLA CELEBRAZIONE E LA COMUNIONE uando inizia il canto, o il Q sacerdote e i chierichetti si recano all’altare, ci si alza in piedi e si partecipa al canto. Si risponde ai dialoghi con il celebrante. Si partecipa ai canti, seguendoli sull’apposito libro, cercando di uniformare la propria voce con quella degli altri. Durante la celebrazione si sta in piedi, seduti, in ginocchio secondo i momenti liturgici. Si ascoltano attentamente le letture e l’omelia, evitando di disturbare. «La Parola del Signore è paragonata al seme che viene seminato in un campo: quelli che l’ascoltano con fede e appartengono al piccolo gregge di Cristo hanno accolto il Regno stesso di Dio; poi il seme per virtù propria germoglia e cresce fino al tempo del raccolto» (Concilio Vaticano II). Al momento della consacrazione resta in ginocchio, senza paure e Durante la “vergogne”. celebrazione Evita di accostarti al si sta in piedi, seduti, Sacramento della in ginocchio Riconciliazione durante la secondo Messa. Puoi i momenti confessarti prima o in altri liturgici. momenti Si ascoltano opportuni. Al attentamente momento della Comunione le letture accostati e l’omelia, all’altare in modo ordinato, evitando la di disturbare mantenendo fila. Se vi fossero anziani o disabili, si faranno volentieri passare avanti. Chi intende ricevere l’Ostia in bocca, si avvicina al celebrante il quale dice «Il Corpo di Cristo», il fedele risponde «Amen», poi apre la bocca per ricevere l’Ostia consacrata e ritorna al posto. Chi intende ricevere l’Ostia sulla mano, si avvicina al celebrante con la mano destra sotto la sinistra alle parole «Il Corpo di Cristo» risponde «Amen», alza un poco le mani verso il celebrante, riceve l’Ostia sulla mano, si sposta di un passo a lato, porta l’Ostia in bocca con la mano destra e poi ritorna al posto. In ambedue i casi non si devono fare segni di croce o genuflessioni. Cerca di usare in modo fruttuoso il tempo di silenzio che segue la distribuzione della Santa Comunione: vivi il consiglio di S. Teresa che esortava a vivere con la maggiore intensità d’amore il ringraziamento dopo la Comunione: appena comunicati chiudete gli occhi del corpo e aprite quelli dell’anima per fissarli in fondo al vostro cuore dove il Signore è disceso. Vi dico, vi torno a dire e ve lo ripeterei all’infinito, che se vi abituate a questa pratica ogni volta che vi accostate alla Comunione, il Signore non si nasconderà mai (Cammino di perfezione cap. 34, a.12).
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LA SETTIMANA DI LIVORNO
21 ottobre 2012
Agenda del VESCOVO
VENERDÌ 19 OTTOBRE Nella mattina, convegno a Fiuggi 20.00 incontro con monsignor Gervas, Vescovo di Dodoma SABATO 20 OTTOBRE 8.00 pellegrinaggio mensile diocesano al Santuario di Montenero e a seguire S. Messa 17.00 S. Messa per il pellegrinaggio del vicariato Pian di Pisa al Santuario di Montenero 21.00 veglia di preghiera per la festa patronale alla parrocchia di S. Rosa DOMENICA 21 OTTOBRE 11.00 S. Messa e cresime in occasione della festa patronale di S. Luca (Stagno) 16.00 S. Messa e cresime alla chiesa del Sacro Cuore (Salesiani) 21.00 processione di Santo Stefano a Castelnuovo della Misericordia
Diocesi informa CONSULTA REGIONALE DELLE AGGREGAZIONI LAICALI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
LUNEDÌ 22 OTTOBRE Nella mattina, udienze clero in vescovado MARTEDÌ 23 OTTOBRE 9.30 incontro con il clero giovane, in vescovado 21.00 incontro con il consiglio pastorale del VI vicariato per la presentazione della seconda parte della lettera pastorale, alla parrocchia di S. Luca (Stagno) MERCOLEDÌ 24 OTTOBRE 9.30 in vescovado, incontro con i vicari foranei Nella mattina, udienze clero in vescovado 18.00 il Vescovo è a Fabriano in occasione dell’apertura dell’Anno della Fede GIOVEDÌ 25 OTTOBRE Nella mattina, il Vescovo è a Fabriano in occasione dell’apertura dell’Anno della Fede 17.45 Il Vescovo partecipa al convegno “Niccolò Stenone e Theilard de Chardin: tra scienza e spiritualità in tensione verso Dio” all’ITIS Galilei (vd. Brevi) VENERDÌ 26 OTTOBRE Nella mattina, udienze laici in vescovado 18.30 incontro con i cresimandi in vescovado 21.00 il Vescovo partecipa al consiglio pastorale parrocchiale della parrocchia dei Sette Santi DOMENICA 28 OTTOBRE 11.00 a Fornacette, per il decimo anniversario della chiesa progettata da monsignor Giusti 15.30 S. Messa e ingresso del nuovo parroco, don Cristian Leonardelli, alla chiesa di San Giovanni Gualberto (Valle Benedetta) In serata il Vescovo è a Roma per la commissione CEI per i Beni Culturali
Libri da LEGGERE
di Mo.C.
Militello G. – Papa Luciani ci insegna a pregare. Commento agli atti di fede, speranza, carità- Ed. San Paolo, pp.83, euro 6,50 Il 17 ottobre 2012, ricorre il centenario della nascita di Albino Luciani, divenuto Papa Giovanni Paolo I per soli trentatré giorni di pontificato. A Canale d’Agordo, saranno numerosi i pellegrini che si recheranno per ricordarlo e per pregare nella Chiesa che lui frequentava negli anni giovanili. Lo stesso Giovanni Paolo II, ad un anno dalla sua elezione, volle recarsi in questi luoghi e rimarcò le doti di grande pastore e di impareggiabile catechista, dalla profonda interiorità e dalla parola semplice e chiara per tutti. Il teologo Giuseppe Militello, a partire dalle catechesi da lui tenute nel breve pontificato e facendo riferimento al testo del Catechismo della Chiesa Cattolica, presenta le preghiere dell’atto di fede, speranza e carità, illuminati dal pensiero di Papa Luciani, caratterizzato dalla freschezza di verità e di attualità che offre anche all’uomo contemporaneo ancora alla ricerca di valori profondi, la possibilità di riscoprire sempre più profondamente cosa vuol dire credere, sperare e amare.
Convegno annuale della Consulta
BREVI DALLA DIOCESI
Livorno 18 novembre 2012, Villa Alma Pace (Viale Vespucci 50, Antignano) "Il contributo dei cattolici nella scuola" relazione dott.ssa Rosa De Pasquale, componente della commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei Deputati PROGRAMMA 9.30 Accoglienza 9.45 Preghiera e saluto di S.E. Mons. Simone Giusti, Vescovo di Livorno 10.00 Relazione della dott.ssa Rosa De Pasquale 11.00 Pausa 11.15 Testimonianze a confronto: AGESC, dott.ssa Maria Grazia Colombo MSAC, sig. Paolo Rametta AIMC, prof.ssa Cristina Giuntini UCIIM, prof. Pierangelo Coltelli 12.15 Interventi e dibattito 13.00 pranzo 14.30 Assemblea della Consulta 16.30 Santa Messa celebrata da S.E. Mons. Giovanni De Vivo, Vescovo di Pescia, delegato regionale CET per il laicato
Serata Concilio
La partecipazione è libera e gratuita Contributo per il pranzo 20,00 euro
Lunedì 29 ottobre alle 21.15
L’organista del Papa torna a Livorno distanza di soli due anni l’organista del Papa, il Maestro Gianluca Libertucci, torna a Livorno. Fu invitato, infatti, nell’aprile 2010 in occasione dell’annuale Convegno Diocesano per Animatori Musicali della Liturgia e già allora, oltre a due splendide relazioni, deliziò gli spettatori con la sua arte musicale su un piccolo ma delizioso organo montato appositamente per lui in una giornata dalla Ditta Chichi in Santa Giulia. Questa volta avremo però l’occasione di gustare nella sua interezza l’abilità tecnica e artistica del maestro su di un organo maestoso, polivalente e adatto all’esecuzione di un ampissimo repertorio, dotato d’innumerevoli registri, colori, timbri e di una peculiare potenza evocativa: l’organo di Coteto. Lunedì 29 ottobre alle ore 21.15, a conclusione dei festeggiamenti per il 50° anniversario di erezione della Parrocchia di San Giovanni Bosco in Coteto, il Maestro Libertucci, fortemente desiderato per questo concerto dal parroco don Luciano affinché i suoi fedeli possano godere a pieno dell’armonie celestiali dell’organo, eseguirà un programma entusiasmante e molto diversificato nei generi dei vari autori. Per tutti coloro che intendono elevare la loro anima fino al cielo e godere di un’eccellente serata di elevato livello musicale, sarà certamente un’occasione da non farsi sfuggire. Il Maestro Libertucci, fra i numerosi suoi titoli è Organista del Vicariato della Città del Vaticano nella Basilica di San Pietro, della Guardia Svizzera Pontificia, delle Udienze Generali del Santo Padre, della Chiesa di Santa Maria dell’Orto in Trastevere; dal 2001 è titolare della cattedra di "Organo e composizione organistica" presso il Conservatorio statale di Musica "Agostino Steffani" di Castelfranco Veneto (Treviso); svolge inoltre un’intensa attività concertistica solistica nell’ambito dei maggiori festivals organistici nazionali ed internazionaliCollabora come organista con il Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania, con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e, sotto la direzione di Riccardo Muti, con il Teatro dell’Opera di Roma. Per gli amanti della musica organistica, inseriamo di seguito il programma della serata: J. S. Bach, Toccata e fuga in re minore "Dorica" BWV 538 (1685-1750); G. Böhm, Vater unser im Himmelreich (16611733); N. Moretti, Rondò ad uso orchestra (1763-1821); M. E. Bossi, Ave Maria Op. 104 n. 2 (1861-1925); F. Liszt, Präludium und Fugue über B-A-C-H (1811-1886); J. G. Rheinberger, Cantilena (1839-1901) (da "Sonata op. 148 n. 11"); F. Mendelssohn-Bartholdy, Allegro moderato maestoso (1809-1847); G. Thalben-Ball, Elegy (1896-1987); Lefébure-Wély, Sortie in E flat major (1817-1869).
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DOMENICA 22 OTTOBRE, ALLE 21.00 Alla parrocchia dei salesiani, incontro dal titolo "Serata Concilio. La storia e le idee". Saranno presenti Riccardo Burigana esperto di ecumenismo nonché autore, per la casa editrice Lindau, di una pubblicazione sul Vaticano II; e Claudio Frontera, Presidente della Fondazione Sistema Toscana. L’incontro verrà coordinato da Alessandro Longobardi, giornalista.
Niccolò Stenone e Teilhard de Chardin tra scienza e spiritualità in tensione verso Dio GIOVEDÌ 25 OTTOBRE 2012 ALLE 17.45 AULA MAGNA - I.T.I.S GALILEI Relatori: Monsignor Simone Giusti, Vescovo di Livorno Ludovico Galleni, prof. Zoologia Naturale- Università di Pisa, Valfredo Zolesi, ingegnere, fondatore Kaiser Livorno, Fabio Caporali, prof. Ecologia Agraria- Università della Tuscia, Marco Bacci, IdR Liceo Scientifico F. Cecioni, Piero Tani, M.e.i. c. Introduce e coordina Enrica Talà, dir. Ufficio Scuola Diocesi di Livorno. In Collaborazione con Progetto Culturale Diocesi di Livorno; Gruppo Amici di don Renato Roberti, Progetto permanente “Il coraggio della Ricerca”(IdR)
Incontro Diaconi SABATO 27 OTTOBRE ALLE 16.00 Presso il salone parrocchiale di S. Rosa, confronto sulla lettera apostolica "Porta Fidei" di Papa Benedetto XVI. Alle 18.15 primi vespri della domenica presieduti dal diacono Carlo Vivaldi
Una giornata per mons. Pio Alberto Del Corona SABATO 3 NOVEMBRE ALLE 16.30 Il coro polifonico “Pio Alberto del Corona” e la Schola Cantorum Gregoriana organizza presso la chiesa di San Ferdinando la S. Messa XII Pater Cuncta con canti gregoriani concelebrata da monsignor Tardelli Vescovo di San Miniato e monsignor Giusti Vescovo di Livorno. Canto finale composto e interpretato dal soprano Rosalia Gallardo Gonzalez Alle 17.30 Tavola Rotonda: "Mons. Pio AlbertoDel Corona. Primo centenario della morte di un livornese illustre". Relatori: Angelo Montonati, giornalista, agiografo: “Fare la carità della verità. Un esempio luminoso: mons. Del Corona”; Riccardo Novi, direttore generale Fondazione Madonna del Soccorso di Fauglia: “mons. Del Corona e le “Figlie” del Quilici”; moderatore Marco Marrocchini, curatore della nuova biografia
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Gli anni difficili della guerra: un Vescovo a fianco del suo popolo «Rilanciò la catechesi convinto che l’educazione dei primi anni influisce potentemente sul corso della vita. Per ovviare alla scarsità dei catechisti si rivolse alle associazioni cattoliche perché affiancassero i parroci» d amministrare la Diocesi durante la sede vacante venne inviato dalla S.Sede Mons. Andrea Masera Vescovo di Colle . Poco prima di esaurire il suo mandato egli chiuse il giornale diocesano Fides il giornale fondato dal vescovo Matteoli nel 1899. Il nuovo vescovo fu Giovanni Piccioni. Nato il 30 maggio 1876 a Longone Sabino (Rieti) I suoi genitori erano maestri nella scuola del paese. All’età di nove anni andò a Pistoia a frequentare il Collegio Eugeniano dove scoprì la vocazione sacerdotale. Proseguì gli studi nel Convitto Enrico Bini e nel Seminario diocesano. Nel 1901 si interessò al Movimento democratico Cristiano e venne eletto nel 1903 nel Consiglio Comunale di Pistoia. Divenne direttore del settimanale diocesano La Difesa . Nel 1909 fu nominato Canonico e parroco della Cattedrale. Istituì la Congregazione della dottrina cristiana
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dedicandosi a diffondere la cultura religiosa. Curò dopo la fine della prima guerra la ripresa dell’Azione cattolica. Venne nominato Vicario generale della diocesi di Pistoia nel 1920. Dopo la sua designazione alla diocesi di Livorno, venne consacrato Vescovo il 7 ottobre 1921 nel duomo di Pistoia. Il giorno della sua consacrazione indirizzò una lettera al clero e popolo di
Livorno nella quale ricordava ai cattolici l’importanza di accogliere il Vangelo nella sua essenza. Il 23 ottobre fece il suo ingresso a Livorno. Erano presenti i membri della associazioni Cattoliche,
molto popolo, alcune autorità. Assente il Sindaco. Poiché il problema del Seminario era grave mons. Piccioni nella sua notificazione di ingresso esorta a pregare: perché il Signore mandi operai per la sua messe. La formazione del clero fu sempre in cima ai suoi pensieri. Fu insegnante di lettere nel Seminario e si dedicò alla formazione dei Seminaristi intessendo con loro quotidiani rapporti personali. Rilanciò la catechesi convinto che l’educazione dei primi anni influisce potentemente sul corso della vita. Per ovviare alla scarsità dei catechisti si rivolse alle associazioni cattoliche perché affiancassero i parroci. Fondò il Bollettino diocesano nel 1923. Fondò pure le Piccole Missionarie del S.Cuore che aprirono ad Antignano l’Istituto S. Giuseppe che ospitava l’asilo, il ricreatorio ed una scuola di cucito e ricamo. I temi delle sue lettere pastorali del 1922 e 1923 furono La Fede. l’Eucarestia e la devozione alla Vergine. Nel 1924 venne incaricato di reggere anche la diocesi di Massa Marittima e Populonia. Nel 1927 indisse il primo sinodo della Chiesa livornese che promulgò le leggi riguardanti il culto e la cura pastorale. Nel 1927 e 28 lanciò un
richiamo sulla difficile situazione religiosa. Nel 1931 vennero chiusi da parte del regime i circoli cattolici e il Vescovo sul bollettino protestò vivacemente prendendone le difese. Nel 1938 venne indetto il secondo sinodo nel quale oltre alle leggi riguardanti i sacerdoti, il Catechismo, le Confraternite, la formazione dei Chierichetti, vennero emanate regole per la cura degli archivi parrocchiali. Nel tempo delle leggi razziali e della guerra del 1940-45 mons. Piccioni aiutò molti ebrei a sfuggire alla persecuzione ed i cattolici a formarsi una coscienza civica più consapevole. Aiutò il lavoro di don Roberto Angeli che formava le coscienze con il Cenacolo di Studi di S. Giulia e la FUCI. Nel periodo bellico, al tempo dei bombardamenti e dello sfollamento e nella faticosa ripresa dopo la liberazione, fu sempre al fianco del suo popolo. Fu amato e rispettato da tutti i livornesi. Fino dal 1955 gli era stato affiancato a causa dell’età, un vescovo ausiliare, con diritto di successione, mons. Andrea Pangrazio, che resse la diocesi dal 1955 al 1959 come Amministratore Apostolico. Morì il 10 febbraio 1959 nel compianto unanime. a cura di Maria Luisa Fogolari
I nostri VESCOVI
MONS. GIOVANNI PICCIONI, UNDICESIMO VESCOVO DI LIVORNO.........
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La comunità Salesiana in assemblea
LA PRIMA SERATA: I GIOVANI
■ PARROCCHIA SS. PIETRO E PAOLO L’accoglienza al parroco e l’inizio dell’anno pastorale
Tagliamo tutto ciò che ci divide
er tre giorni la parrocchia del Sacro Pdiscutere Cuore dei Salesiani si è riunita per il progetto: “Una comunità che educa alla vita buona del Vangelo”, alla cui stesura avevano partecipato sia i giovani che gli adulti e sia i membri delle varie Commissioni parrocchiali. Aprendo il primo incontro il parroco, don Gino Berto, si è chiesto: Perché un progetto? Perché -ha detto- per una comunità ci sono sempre due rischi: il rischio della ripetizione, cioè di fare le cose che si sono sempre fatte, e quindi della passività; il secondo rischio è quello dell’attivismo sfrenato, del fare per il fare in modo inconcludente. Il progetto vuole invece prospettarci delle idee e delle linee d’azione che vogliamo calare nel nostro vissuto. Nel farlo si sono tenute presenti alcune istanze. Quali? Prima di tutto il carisma salesiano, poi il contesto socioambientale in cui siamo inseriti e naturalmente la Diocesi con le sue indicazioni. Il progetto tiene presente una doppia realtà: quella sociale e quella ecclesiale, non ha pretese scientifiche, ma mette in primo piano l’esigenza dell’evangelizzazione. Le sei Commissioni che compongono il Consiglio Pastorale Parrocchiale sono luoghi fondamentali di formazione e di azione educativa e sono essenziali per compiere un cammino di fede. Ci sono poi -ha terminato don Gino- delle nuove frontiere da esplorare, dove si vive il limite, sono i giovani poveri, la famiglia minacciata da un diffuso relativismo etico, la comunicazione sociale con le sue novità. La prima serata ha visto al centro i giovani e don Marco Cimini, responsabile dell’oratorio, ha ricordato che bisogna tendere alla ricerca di un rapporto continuo e personale con Cristo, perché non ha senso proporre iniziative se al centro non c’è Cristo e se queste non portano a Cristo. Hanno poi preso la parola i giovani: Antonella, Andrea, Anna Carla, Lisa e Chiara. Dai loro interventi è emerso che i genitori sono i primi soggetti da incontrare e la comunità ecclesiale deve venire loro incontro a partire dalla Ludomessa, proseguire nell’iniziazione cristiana e nel dopo-cresima. Ai catechisti devono essere proposti dei cammini di formazione e per i genitori momenti di servizio attivo, ma al centro di tutto è la Messa che è il momento in cui si attinge per poter vivere nella fede. Animare un gruppo del dopo-cresima significa impegnarsi in un percorso che dura sei anni e nel processo formativo si deve puntare all’omogeneità dei gruppi ed agire in modo organico. Tre sono i capisaldi su cui lavorare: la fede, la vita morale, l’attenzione al prossimo, tre dimensioni che dovranno permeare tutto il cammino del dopo-cresima. Ci sono poi tre aree da valorizzare: l’area della identità personale e il rapporto con il prossimo, l’area della presenza ecclesiale che vede la Chiesa come senso di appartenenza, l’area del rapporto con Dio. Gli animatori hanno notato che nei giovani ci sono grosse lacune riguardanti le stesse basi del cristianesimo, bisogna perciò formarli sulla figura di Cristo, togliere i dubbi che possono avere, dar loro delle indicazioni sulla vita morale con l’obiettivo di svegliare i ragazzi dalla passività per metterli in gioco e farli partecipi della comunità giovani. Dai 18 anni in poi l’accompagnamento dei giovani si attua attraverso tematiche di attualità e di fede per dotarli di certezze. I giovani possono così venire impegnati nel volontariato, con i disabili, nell’aiuto ai Rom, tutti elementi che contribuiscono alla loro crescita personale. A questo fine sono programmati anche gli incontri a livello diocesano e ispettoriale, intanto sono in atto tre laboratori: fede, salesianità, morale cristiana. Particolare attenzione viene dato al disagio giovanile (droga, alcol, aids) con le iniziative del Ceis Tre Ponti e con il Cantiere Giovani per farli studiare e divertire. Il progetto Rom oltre all’aiuto si prefigge di portare la loro civiltà all’interno del nostro vivere. C’è bisogno anche di laici cristiani con una apertura di cuore animata dalla fede a dimostrazione di una “comunità che ama”. Gi.Gi.
a comunità parrocchiale dei Ss. Pietro e Paolo ha vissuto un momento importante di fede, fraternità e comunione. Don Annibale Reyes, il nuovo parroco colombiano, ha infatti presentato il programma dell’anno pastorale. La serata è cominciata con la celebrazione dell’Eucaristia e all’interno della Messa è stato celebrato il Battesimo di una bambina di nome Costanza. È stato significativo iniziare l’anno pastorale con la celebrazione di un Battesimo, perché ha dato la possibilità alla comunità di rinnovare la propria professione di fede ed invocare il dono dello Spirito Santo. E questo perché la parrocchia possa “tagliare” tutto ciò che le è di ostacolo a vivere con coerenza la propria fede. Invocare incessantemente il dono dello Spirito Santo è fondamentale perché si possa realizzare una vera conversione – come ha sottolineato don
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Annibale – lo Spirito Santo è in ciascuno di noi e spinge ad abbandonarci a Dio nel cammino della nostra vita. Il Signore – ha detto ancora – terminando la sua omelia – ci aiuti a tenere presente la Parola di Dio perché come dice il ritornello del Salmo, i precetti del Signore fanno gioire il cuore. Nel continuare la celebrazione, don Annibale ha scelto la preghiera eucaristica della riconciliazione, perché è importante che la comunità
viva la dimensione della comunione e la propria missione all’interno della Chiesa, all’insegna della Riconciliazione. Il Signore pieghi la durezza dell’uomo con la forza dello Spirito, entri nei cuori…l’Amore vince l’odio. Al termine dell’Eucaristia ha preso la parola don Annibale: «Sono arrivato due mesi fa – ha detto il parroco – sono venuto a prestare servizio a tutte le persone. Il parroco deve essere disponibile verso tutti ed è per
Gli appuntamenti per la FESTA DI SANTA ROSA GIOVEDÌ 18 OTTOBRE 18.00 Santa Messa del triduo 21.00 Giosy Cento in concerto
VENERDÌ 19 OTTOBRE 18.00 Santa Messa del triduo 21.00 Santa Messa con mons. Giovanni D’Ercole,Vescovo ausiliare de L’Aquila, con presentazione del libro “Nulla andrà perduto”
SABATO 20 OTTOBRE 18.00 Santa Messa del triduo 21.00 Adorazione Eucaristica alla presenza di mons. Simone Giusti
DOMENICA 21 OTTOBRE 11.00 Santa Messa solenne e benedizione del pane di S.Rosa 18.00 Eucarestia presieduta da Sua Eminenza card. Silvano Piovanelli
tutti. Il parroco deve essere il punto di riferimento, non deve fare preferenze di persone. Io non vi conosco, stiamo cercando di conoscerci. La parrocchia deve essere aperta a tutti e non ci devono essere gruppi chiusi: i gruppi devono collaborare insieme perché l’unità fa la forza e due teste pensano più di una. Dobbiamo combattere il nostro egoismo, dobbiamo andare oltre le nostre fragilità per tagliare tutto ciò che ci divide. La gelosia è il peccato più grave! Tutto quello che viene fatto, deve essere fatto nel nome del Signore: tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo per alimentare la dimensione della comunione all’interno della comunità: tutto questo è possibile se viviamo l’amore, la fede e la carità. Come dice il Papa sarà la porta della nostra fede a metterci in contatto con Dio. Come la Samaritana, siamo chiamati ad avvicinarci per prendere l’acqua viva dell’Eucaristia e dell’ascolto della Parola. L’Eucaristia come sottolinea il Papa è il culmine della nostra vita cristiana: la nostra comunità parrocchiale è chiamata a vivere questo momento e a rendere testimonianza di esso attraverso i propri atti personali e comunitari». Dopo questo significativo intervento don Annibale ha presentato le varie iniziative che si snoderanno in calendario da ottobre a giugno e che accompagneranno il cammino della parrocchia: iniziative che ruoteranno intorno all’ascolto della Parola e alla dimensione della preghiera. La serata si è conclusa all’insegna della convivialità e della fraternità con la cena insieme. Durante la serata la parrocchia ha donato al parroco un calice ed una patena segno del desiderio della comunità di crescere in comunione con il suo nuovo pastore, accostandosi ad uno stesso calice, segno della passione, morte e resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo.
LUTTO ei giorni scorsi è venuta a mancare la sorella di PaN dre Maurizio De Sanctis. La redazione, anche a nome dei lettori de La Settimana è vicina al parroco della chiesa di S. Rosa.
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Lo Scoutismo è un gioco, che progressivamente, seguendo il naturale e personale percorso di maturazione del bambino e del ragazzo, diventa uno stile di vita, un modo di approcciarsi alla realtà ed al mondo che ci circonda e forma ad essere uomini e donne, cristiani e cittadini completi
L’AGESCI si racconta
Un gioco che aiuta a crescere L’intervista a Elena Marini e Andrea Monachini, responsabili di Zona “Agesci Livorno”. La realtà degli Scout vista da chi la vive in prima persona
La realtà degli scout sembra in crescita: i numeri dicono che sono molti i bambini che vi si affacciano. Voi che siete Capi zona riscontrate questo aumento? «Possiamo senza dubbio dire che la proposta scout è ancora oggi attuale, per cui molte famiglie e molti ragazzi scelgono di entrare in questo clima fraterno e gioioso per “imparare da piccoli a cittadini completi. diventare grandi”: era uno slogan Non manca chi inizia a giocare di un progetto nazionale agesci di questo gioco come se fosse uno qualche anno fa, ma in effetti è dei tanti impegni che riempiono davvero un’ottima sinesi dello la vita dei nostri bambini, ma spirito che sostiene il nostro senza fare col tempo un salto di percorso educativo. qualità nell’approccio Come numeri possiamo dire che difficilmente si riesce a seguire le richieste di ingresso dei tutto il percorso con serenità ed bambini nella fascia 8-10 anni, serietà, per questo è quella con cui si inizia il fondamentale che la proposta cammino scout, sono sempre educativa dei Capi, sia numerosissime e spesso conosciuta, condivisa e purtroppo non riusciamo, tra supportata dalle famiglie». tutti gli 8 gruppi sul territorio della Diocesi, a far fronte a tutte queste richieste perché il numero Cosa è cambiato nella realtà dei Capi, volontari impegnati nei scout negli ultimi anni? vari gruppi del territorio, è Riuscite a fare un quadro di ciò limitato e per offrire un buon che è rimasto uguale e dei servizio a tutti preferiamo cambiamenti? mantenere rapporti Capi/ragazzi «Quello che rimane sempre ben proporzionati che siano originale ed attuale sono, e garanzia di qualità. Sul territorio devono essere, i valori e lo stile: della Diocesi abbiamo ovvero tutto quello che è attualmente 10 branchi -ognuno rappresentato per tutti, Capi e di circa 20/25 lupetti- tra Livorno, ragazzi, dal riconoscersi nella Guasticce e Rosignano Solvay. promessa e nella legge scout. La fascia dei ragazzi di 11-15 anni E poi, per i Capi, dall’adesione al è quella che subisce maggior patto associativo che è oscillazioni perché le difficoltà fondamento per riconoscere che dei ragazzi nella la propria fase vocazione come L’Associazione adolescenziale educatori possa ha una struttura spesso mettono essere spesa in crisi la attraverso la organizzata in continuità proposta 4 livelli: nazionale, dell’impegno che educativa viene richiesto dai dell’agesci. regionale, zona e Capi. Tuttavia è sotto gruppo, tutti sono Attualmente sono gli occhi di tutti collegati tra loro in attività 8 che sono reparti di 25 da organismi elettivi cambiate le realtà ragazzi ciascuno. sociali sia dei e questo è garanzia La fascia dei Capi che dei ragazzi più ragazzi: i primi, i di democrazia grandi, quella 16Capi, sono e di partecipazione 20 anni, è invece spesso vittime alle scelte ed ormai della precarietà storicamente sul lavoro, che alle proposte stabile su numeri non consente a tutti i livelli medi che si loro di progettare aggirano intorno a lungo termine ai 15 ragazzi per gruppo, il servizio e la loro formazione attualmente suddivisi in 6 clan su come educatori realizzando tutto il territorio diocesano». quella stabilità economica e affettiva che fino agli anni Ma i bambini che vengono da novanta consentiva invece ai voi sono consapevoli della Capi di garantire una lunga realtà scout o la prendono continuità che si traduceva in come una delle tante attività a maggior esperienza, solidità e cui vengono spesso "portati"? presenza con i ragazzi; i secondi «La consapevolezza cresce con sono molto più “stressati” da l’età: lo scoutismo è un gioco, che impegni di ogni genere e tipo che progressivamente, seguendo il troppo spesso riempiono le loro naturale e personale percorso di giornate senza lasciar loro il maturazione del bambino del tempo e lo spazio per dare ragazzo, diventa uno stile di vita, profondità agli stimoli che un modo di approcciarsi alla vengono loro offerti. realtà ed al mondo che ci Questi cambiamenti, che stanno circonda e forma ad essere interrogando l’Associazione nel uomini e donne, cristiani e
suo complesso, trovano risposte a diversi livelli: * nella nostra zona, organismo di coordinamento di tutti i Capi del territorio diocesano, che nel nuovo progetto per il quadriennio 2012-2016 hanno deciso di mettere al centro dell’attività proprio la cura della figura dell’adulto, favorendo occasioni di formazione confronto che sappiano fornire ai Capi strumenti nuovi ed efficaci per vivere con maggior consapevolezza e serenità e miglior risultati la gestione della precarietà senza alcun pregiudizio per l’azione educativa; * nei singoli gruppi, che attraverso i rispettivi progetti educativi quadriennali cercano di focalizzare l’attenzione su quelle emergenze educative che i ragazzi dimostrano come più delicate ed emergenti in riferimento al proprio territorio». Vi siete incontrati a Castiglioncello. Quanti eravate? Da dove venivate? Perchè proprio a castiglioncello? «Il convegno di Castiglioncello è stato il convegno di tutti Capi della regione toscana, circa 600 presenti provenienti da tutte le comunità Capi della regione. La scelta di castello Pasquini a Castiglioncello è seguita ad una proposta che noi responsabili di zona di Livorno abbiamo lanciato ai responsabili del livello regionale dell’Associazione: la nostra zona in questi ultimi anni ha dato grandi contributi alla regione, sia in termini di persone che dal nostro territorio sono andate a ricoprire incarichi regionali e nazionali; sia in termini di attività e proposte per cui la partecipazione dei nostri Capi è stata occasione di crescita reciproca ed allora ci sembrava una buona dimostrazione di accoglienza e spirito di servizio offrire la nostra collaborazione e proporre il nostro territorio come teatro dell’incontro più importante che l’Associazione propone a tutti i propri Capi a livello regionale, ogni 4 anni». Quando vi incontrate quali sono gli argomenti di cui parlate? Le cose da decidere? I programmi da fare? «Il convegno regionale è la massima occasione di democrazia associativa, in cui tutti i Capi insieme sono
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chiamati a sviluppare le idee progettuali per il quadriennio a venire: in termini di formazione per i Capi, di eventi educativi per i ragazzi e di condivisione di esperienze e proposte che possano essere di stimolo alla crescita di tutti; questo è quello di cui abbiamo discusso a castello Pasquini: ed il frutto del nostro lavoro è il progetto regionale 2012/2016 che è già disponibile sul sito dell’agesci regione Toscana». Ogni realtà cammina autonomamente o si seguono programmi nazionali o regionali? Vi sentite "radicati" in città o essere a Livorno è indifferente e sarebbe uguale essere in una qualsiasi altra città? «L’Associazione ha una struttura organizzata in 4 livelli: nazionale, regionale, zona e gruppo, tutti questi livelli sono collegati tra loro da organismi elettivi rappresentanti del livello inferiore e questo è garanzia di democrazia e di partecipazione alle scelte ed alle proposte a tutti i livelli. Ovviamente ogni livello ha compiti e funzioni diverse e quindi i progetti nazionali, regionali e di zona impattano sulle realtà dei gruppi ognuno secondo la propria competenza: identità associativa ed orizzonti educativi il progetto nazionale; formazione Capi il livello regionale; coordinamento, confronto e condivisone di buone prassi il livello di zona. Ogni comunità Capi poi agirà secondo il proprio progetto educativo di gruppo per l’educazione dei ragazzi, integrando e completando il quadro della proposta all’interno dei progetti dei livelli superiori. Il territorio è un elemento fondamentale del nostro fare educazione, ed anzi l’intenzione emersa in questi anni dai gruppi della nostra zona – in cui abbiamo la fortuna, rara in associazione, di vivere tale dimensione in un territorio che combacia perfettamente con quello di una sola Diocesi - è quella di valorizzarlo sempre di più: l’esperienza del convegno regionale appena svoltosi a castello Pasquini grazie all’essenziale intervento e servizio dei due gruppi scout Rosignano 1 e Rosignano 2, è esemplare di un proficuo rapporto di identità e scambio reciproco con la comunità civile che ci ospita». c.d.
Ancora due domande
Il futuro cosa riserva?
Nelle foto, quì sopra, Elena Marini e Andrea Monachini e, in alto, un momento del convegno regionale svoltosi a Settembre a Castiglioncello,
Dopo il Convegno regionale di Castiglioncello quale sarà il prossimo incontro? «Il prossimo convegno regionale sarà tra 4 anni, ma il progetto che abbiamo creato in questa occasione è denso di proposte per Capi e per ragazzi; i nostri calendari sono fittissimi di incontri: d’altra parte si sa, la passione educativa che ci anima non deve conoscere fatica nell’impegno a migliorarci continuamente per il bene dei ragazzi che nostro signore ha affidato alle nostre cure». Qual è il futuro degli scout secondo voi? «Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio: - per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio paese; - per aiutare gli altri in ogni circostanza; - per osservare la Legge scout Questo recita la nostra promessa e questo è il nostro impegno per il futuro di tutti, ragazzi ed adulti: promuovere una civiltà in cui ogni individuo faccia la sua parte per costruire una cultura di legalità, solidarietà e rispetto, lasciando il mondo migliore di come l’abbiamo trovato, sicuri che il regno di Dio inizia a costruirsi con un gran sorriso, giorno dopo giorno, qui sulla terra».
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