Assemblea DIOCESANA DOMENICA 7 NOVEMBRE A S. LUCIA ORE 15.30
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
31 ottobre 2010
Verso un Progetto Educativo Diocesano: la soglia dei Giovani e della Famiglia arà ancora Assemblea diocesana domenica 7 novembre nei locali parrocchiali di S. Sgiovani Lucia ad Antignano e questa volta il tema dell’educazione approfondirà l’aspetto e la famiglia. Seguendo l’icona biblica dell’apostolo Paolo, trasformato dall’incontro con Cristo Risorto, obiettivo dell’Assemblea sarà lo studio critico e propositivo delle tracce n. 3: “La soglia delle decisioni per dare un volto al futuro” e n. 4 : “Il matrimonio? Solo per chi sa amare! Proposta di itinerario educativo per coppie che scelgono di imparare ad amare e di vivere la famiglia da cristiani”. Inizio ore 15,30 Preghiera allo Spirito e meditazione Vescovo; ore 16.00 Introduzione ai lavori a cura del Segretario del Consiglio Pastorale Diocesano; ore 16.10 Presentazione schede 3 e 4 e illustrazione del lavoro in atto nelle due Consulte, a cura dei Direttori delle Consulte di Pastorale Giovanile e di Pastorale Familiare; ore 16,30 18.30 Lavoro per Commissioni Vicariali. Al termine dell’assemblea sarà celebrata la Messa per i sacerdoti defunti.
È aperta la nuova struttura a Quercianella per malati in disagio sociale
Semplicemente «LA CASA» In collaborazione con la Asl e con il Comune di Livorno la struttura di accoglienza sarà inserita nella rete di assistenza socio sanitaria del territorio. Suor Costanza Galli, è la responsabile dell’Associazione di volontari «La Casa» che gestirà il servizio stata inaugurata a Quercianella, la nuova casa per ammalati che si trovano in una situazione di disagio sociale. La struttura, che sarà gestita in collaborazione con la Asl, si trova all’interno dell’Istituto S. Giuseppe delle suore Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli. Suor Costanza Galli (nella foto) figlia della Carità, medico, primario del reparto Cure Palliative dell’ospedale di Livorno, racconta come si è giunti alla realizzazione di quest’opera.
È
Nello spirito di S. Vincenzo de Paoli le suore della Congregazione a lui dedicata inaugurano una nuova casa, questa volta dedicata agli ammalati? «Direi agli ammalati e non solo perché la “mission” della casa famiglia e dell’associazione che le sta dietro è un aiuto al disagio sociale che si accompagna alla malattia». Come si è arrivati a questa idea e chi ha contribuito alla realizzazione di quest’opera? «Abbiamo ricevuto l’aiuto di tante persone. È stata una bellissima sinergia tra la società civile, intesa come associazione di volontariato, la Chiesa diocesana, la Congregazione religiosa delle Figlie della carità, le istituzioni: l’ASL di Livorno, la Regione e il Comune. Devo dire che l’ASL in particolare ci ha seguito molto nel
progetto e ci ha aiutato a perfezionarlo, oltre a darci un fattivo contributo economico. Da parte delle suore è ovviamente una concretizzazione del carisma vincenziano che serve ed ama nel povero lo stesso Gesù Cristo». A chi è destinata questa struttura? Quanti sono i posti a disposizione? «È destinata a malati oncologici gravi che potrebbero essere seguiti comunque al loro domicilio, ma ciò non è possibile perché il domicilio è insufficiente o insufficiente è il supporto familiare e sociale. Ha 6 posti letto con possibilità di ospitare un congiunto». Come sarà gestita la casa e da chi? «Sarà gestita dall’associazione di
volontariato onlus “La Casa”, quindi da un gruppo di persone e naturalmente da personale ad hoc per le necessità degli ospiti, inoltre vi sarà sempre la presenza di una suora». Avete anche delle convenzioni con la ASL? «Non si tratta di una vera convenzione ma di un protocollo d’intesa a cui si è unito anche il Comune: un protocollo che definisce le modalità di accesso degli ospiti alla casa, i contributi economici e l’inserimento della struttura nella rete socio sanitaria del territorio». È stato durante il tuo lavoro in ospedale che hai visto che c’era bisogno di quest’opera? Secondo la tua esperienza quali altre
sono le necessità a cui la sanità pubblica non riesce a far fronte? «In verità è così: in 12 anni di oncologia e cure palliative questo bisogno si è davvero imposto alla mia attenzione, poi l’ho condiviso con la comunità delle suore, che sono sempre state attente alla nuove povertà e generose nel donare ciò che avevano, infine l’ho condiviso con i dirigenti ASL che hanno accolto questo progetto. Credo che la sanità pubblica si faccia carico anche di troppo di certe
situazioni, mi spiego: molte persone vengono in ospedale perché non vi sono alternative sociali e abitative sufficienti, così vi è un utilizzo improprio dei posti letto con le spese che sappiamo. Magari persone che potrebbero giovarsi ancora di un ambiente familiare sono costrette invece ad ospedalizzarsi per aver un tetto e qualcuno che si occupi di loro. È quindi chiaro e non più rimandabile l’impegno delle istituzioni per rafforzare i servizi socio sanitari a livello domiciliare, mettendo in rete, cioè condividendo le risorse di tutti». Come può la Chiesa sostenere questi bisogni? «Credo che il nostro Vescovo abbia più volte analizzato pubblicamente la situazione: la Chiesa può entrare a far parte di questa rete di servizi con opere direttamente o meno gestite dalle parrocchie o dai volontari, laici e religiosi, ma può fare molto anche sul piano della formazione alla carità, formando cioè le coscienze dei nostri concittadini ad una vera solidarietà sociale, ad accogliere e aiutare chi è nel bisogno; può far da tramite tra società civile e istituzioni, insomma può e deve fare tantissimo». c.d.
Gli orientamenti pastorali
Continua la «Sfida educativa» ono appena usciti a cura della CEI gli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020 dal titolo Educare alla vita buona del Vangelo. Essi intendono offrire alcune linee di fondo per una crescita concorde delle Chiese in Italia nel delicato compito dell’educazione. La pubblicazione dei documenti pastorali dell’intero episcopato, negli ultimi quarant’anni ha fornito alla comunità ecclesiale italiana molti spunti di riflessione e di azione che hanno avuto una sua ricaduta sotto il profilo sociale e culturale. Per la prima volta negli anni Settanta con il titolo Evangelizzazione e Sacramenti si dette avvio a questa riflessione comune. Con tale riflessione pastorale iniziò anche la stagione dei Convegni ecclesiali nazionali: il primo di questi si aprì a Roma nell’ottobre del ’76. Successivamente fu la volta di Comunione e comunità varato per gli anni ’80 sulla scia dei quali venne organizzato il Convegno ecclesiale di Loreto (913 aprile 1985). Gli anni ’90 sono stati segnati da Evangelizzazione e testimonianza della carità, una vera e propria bussola per il Convegno ecclesiale di Palermo (20/24 novembre 1995). Gli anni Duemila si sono aperti con gli Orientamenti dal titolo Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia e si sono intrecciati con il Convegno Ecclesiale nazionale di Verona svoltosi nell’ottobre del 2006. Fu proprio in quest’occasione che si decise di dedicare un’attenzione specifica al campo educativo.
S