IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
27 ottobre 2013
Dare speranza a Livorno, con il lavoro
scoltare è una delle azioni più difficili dell’uomo. Ascoltare quello A che una persona dice senza farle dire quello che pensiamo noi. Ma non basta: chi sa ascoltare, ascolta anche quello che la persona non dice. Perché ci sono tante maniere per dire un bisogno. E dirò di più: ascoltare, nel senso vero, che obbedienza! Volete dirmi che questa non è obbedienza? Significa addirittura ascoltare il contrario di quello che quella persona dice. Quante volte troviamo (lo notiamo nella vita familiare) persone che dicono una cosa, che urlano una cosa perché in fondo vogliono soltanto l’opposto! (…) La vera obbedienza è proprio questo ascoltare, perché solamente ascoltando io posso far crescere. (Evangelizzazione e catechesi. Autorità e obbedienza- Una missione d’accoglienza)
Progetto Culturale Diocesano
Nell’auditorium dell’Istituto Mascagni il confronto con i protagonisti del porto di Livorno:Venerdì 25 ottobre alle 17.30. Far ripartire la realtà portuale per far ripartire la città. In diretta streaming sul sito diocesano
Auditorium dell’Istituto Mascagni, al Palazzo della Gherardesca (via Galilei), farà da splendida cornice al primo degli incontri di quest’anno promossi dal Progetto Culturale Diocesano. In coerenza con gli appuntamenti proposti negli ultimi anni e in sintonia con le proposte dal servizio nazionale, le commissioni del Progetto Culturale intendono offrire nei prossimi mesi alcuni confronti pubblici riguardanti le realtà produttive più importanti del territorio, nei quali saranno coinvolti i protagonisti locali. Questo perché come dice la Dottrina Sociale della Chiesa, compito della Chiesa è occuparsi dell’uomo in tutte le sue dimensioni, non solo in quella spirituale. Dunque è interesse della comunità ecclesiale provare a capire le dinamiche che muovono alcuni ambiti dell’economia cittadina e, insieme a chi ne è quotidianamente protagonista, offrire occasioni di incontro e confronto per trovare soluzioni che possano essere realizzate nel breve tempo e così donare nuovamente serenità a tante famiglie che vivono nella precarietà e nell’indigenza. Il lavoro quindi come priorità, il lavoro come diritto dell’uomo, il lavoro come primo argomento per approfondire i temi della dottrina sociale della Chiesa e formare così le nuove generazioni all’impegno politico e sociale, per prendersi a cuore il futuro degli
L’
uomini e delle donne che vivono nella comunità. Il primo ambito lavorativo che viene preso in esame è quello del porto: l’industria più importante della città, quella da cui occorre ripartire per far crescere le opportunità di lavoro a Livorno e l’intera economia locale. Un settore di cui spesso sentiamo parlare dai Media, ma di cui non conosciamo bene tutte le dinamiche: l’incontro proverà a far dialogare alcuni dei protagonisti di questo universo (Roberto Piccini, presidente della Porto Livorno 2000;
Mauro Provinciali, vice presidente Autorità Portuale; Bruno Picchi, vice sindaco di Livorno, insieme ad altri ospiti quali l’imprenditore Andrea Palumbo, il presidente dell’Interporto Federico Barbera e il presidente della Compagnia Portuali Enzo Raugei), sollecitati da provocazioni dirette secondo lo stile del talk show televisivo, da due giornalisti Mauro Zucchelli e Antonello Riccelli, per mettere in luce le potenzialità reali del porto livornese e, possibilmente, indicare quali sono i nodi da
sciogliere per dare concretezza alle tante speranze di un nuovo sviluppo. Chi non riuscirà ad essere presente, potrà seguire l’evento in diretta streaming sul sito della Diocesi www.diocesilivorno.it, con il collegamento specifico in home page; una nuova opportunità dettata anche dal desiderio di allargare la riflessione del progetto culturale diocesano alle nuove generazioni, principali fruitrici dei nuovi mezzi di comunicazione. c.d.
Trent’anni fa il vescovo Simone veniva ordinato sacerdote DURANTE LA MESSA A GUASTICCE IL 6 NOVEMBRE SARÀ RICORDATO ANCHE IL SUO ANNIVERSARIO l giorno 5 Novembre viene ricordato Ipresbiterale, l’anniversario dell’ordinazione trenta anni fa, del nostro Vescovo Mons. Simone Giusti. È l’occasione per esprimergli la nostra gratitudine per il suo intenso impegno pastorale ed è anche l’occasione per riflettere sull’importanza della testimonianza evangelica della funzione di cui è rivestito un sacerdote. È una ricorrenza, però, questa, che, rispettando i desideri di del vescovo Simone, sarà celebrata con grande sobrietà. Ci ritroveremo quindi con gioia intorno al Vescovo per celebrare con lui il ricordo della sua chiamata ad una donazione totale a Dio e ai fratelli, e per implorare su di lui la protezione,il conforto e l’illuminazione che provengono dall’alto. Per questa circostanza il Vescovo celebrerà la S. Messa il 6 Novembre nella chiesa di Guasticce alle ore 18,30, durante la quale ci sarà, in modo significativo, anche il rito di ammissione al sacro ordine del diaconato e presbiterato del seminarista Francesco Paone. Sono invitati, quindi, tutti quanti vorranno innalzare a Dio il loro ringraziamento per la vocazione e la presenza di pastore tra noi del nostro Vescovo e per chiedere a Dio numerose vocazioni sacerdotali per la nostra Diocesi. Don Ivano Costa, vicario generale
ALCUNI BRANI TRATTI DAL COMPENDIO
Tutto ciò che riguarda la comunità degli uomini è interesse della Chiesa Dalla Dottrina sociale della Chiesa l’importanza di sostenere il bene comune n. 66 La dottrina sociale è parte integrante del ministero di evangelizzazione della Chiesa. Tutto ciò che riguarda la comunità degli uomini — situazioni e problemi relativi alla giustizia, alla liberazione, allo sviluppo, alle relazioni tra i popoli, alla pace — non è estraneo all’evangelizzazione e questa non sarebbe completa se non tenesse conto del reciproco appello che si fanno continuamente il Vangelo e la vita concreta, personale e sociale dell’uomo. Tra evangelizzazione e promozione umana ci sono legami profondi: « Legami di ordine antropologico, perché l’uomo da evangelizzare non è un essere astratto, ma è condizionato dalle questioni sociali ed economiche. Legami di ordine teologico, poiché non si può dissociare il piano della creazione da quello della Redenzione che arriva fino alle situazioni molto concrete dell’ingiustizia da combattere, e della giustizia da restaurare. Legami dell’ordine eminentemente evangelico, quale è quello della carità: come infatti proclamare il comandamento nuovo senza promuovere nella giustizia e nella pace la vera, l’autentica crescita dell’uomo? ». n. 71 [...] Per la rilevanza pubblica del Vangelo e della fede e per gli effetti perversi dell’ingiustizia, cioè del peccato, la Chiesa non può restare indifferente alle vicende sociali: « è compito della Chiesa annunciare sempre e dovunque i principi morali anche circa l’ordine sociale, e così pure pronunciare il giudizio su qualsiasi realtà umana, in quanto lo esigono i diritti fondamentali della persona umana o la salvezza delle anime».
n. 81 L’oggetto della dottrina sociale è essenzialmente lo stesso che ne costituisce la ragion d’essere: l’uomo chiamato alla salvezza e come tale affidato da Cristo alla cura e alla responsabilità della Chiesa. Con la sua dottrina sociale, la Chiesa si preoccupa della vita umana nella società, nella consapevolezza che dalla qualità del vissuto sociale, ossia delle relazioni di giustizia e di amore che lo intessono, dipende in modo decisivo la tutela e la promozione delle persone, per le quali ogni comunità è costituita. Nella società, infatti, sono in gioco la dignità e i diritti della persona e la pace nelle relazioni tra persone e tra comunità di persone. Beni, questi, che la comunità sociale deve perseguire e garantire. n.168 La responsabilità di conseguire il bene comune compete, oltre che alle singole persone, anche allo Stato, poiché il bene comune è la ragion d’essere dell’autorità politica. Lo Stato, infatti, deve garantire coesione, unitarietà e organizzazione alla società civile di cui è espressione, in modo che il bene comune possa essere conseguito con il contributo di tutti i cittadini. L’uomo singolo, la famiglia, i corpi intermedi non sono in grado di pervenire da se stessi al loro pieno sviluppo; da ciò deriva la necessità di istituzioni politiche, la cui finalità è quella di rendere accessibili alle persone i beni necessari — materiali, culturali, morali, spirituali — per condurre una vita veramente umana. Il fine della vita sociale è il bene comune storicamente realizzabile.