La Settimana n. 40 del 11 novembre 2012

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IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

11 novembre 2012

di mons. Alberto Ablondi

a grande responsabilità del cristiano sorge in tutte le dimensioni, LLa personali e comunitarie. sua testimonianza e la sua presenza nel mondo deve saper tradurre in gesti di carità e in gesti di giustizia forti una autentica presentazione di Gesù. Ma questo potrà avvenire solo con una Chiesa che, nella carità forte e nella evangelizzazione seria, sappia provocare sempre l’uomo con le stesse parole dell’episodio di Cesarea di Filippo “e voi chi dite che io si?”. Di fronte ad una Chiesa così testimoniante e così provocante, come lo è stato Gesù di fronte a Pietro, io non ho troppi dubbi di fronte all’uomo di oggi. (1980, Come annunciare Gesù oggi)

NELL’ANNO DELLA FEDE

La Diocesi ha aperto ufficialmente l’Anno della Fede, accompagnata dalle parole del cardinal Ruini. Centinaia di fedeli hanno partecipato all’evento, seguendo i tre gruppi in processione e poi in duomo.

Solo la Fede può renderci veramente liberi! DI FABIO

FIGARA

entinaia di Livornesi si sono ritrovati di fronte all’entrata del Duomo cittadino per assistere alla Lectio magistralis tenuta dal Cardinale Camillo Ruini, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana fino al 2007 e, attualmente, Vicario Generale emerito per la diocesi di Roma. Alla presenza del clero livornese, dei rappresentanti di varie associazioni ed autorità civili, il Vescovo di Livorno Mons. Simone Giusti, insieme al Cardinale, ha inaugurato l’“Anno della Fede” con l’apertura simbolica della porta principale della Cattedrale. Dopo la celebrazione dei Vespri e il saluto del Vescovo e delle Autorità, e l’introduzione della Lectio da parte di Nicola Sangiacomo in qualità di moderatore, mons. Ruini ha preso la parola di fronte all’assemblea, rispondendo alle domande di vari interlocutori proprio sul tema della Fede ai giorni nostri. «Il tema della Fede – ha spiegato il cardinale, riprendendo quanto già scritto nel suo ultimo libro Intervista su Dio è un argomento difficile, ma di estrema attualità. Non possiamo affrontare le sfide della nostra società se non ci poniamo il problema del rapporto tra Uomo e Dio. E il “non pensare a Dio” è quanto di più contrario alla stessa natura umana esista: è dalla Preistoria che l’Uomo cerca la

La Cattedrale gremita, ha visto la presenza anche delle autorità cittadine. La sfida più grossa e il pericolo più grande per il Cristianesimo oggi è la Scienza fine a sé stessa, che non dialoga con la Fede, ma che pretende di porsi fuori dal rapporto con Dio. La realtà nasce da un dono, non da una legge della Natura!

C

Divinità. Sono passati popoli interi, ma in ognuno di questi troviamo la traccia di questa ricerca verso l’Alto». E da qui si arriva al concetto della ierofanìa, cioè la manifestazione del sacro, anche grazie alla ricerca di Dio, con il Suo ingresso nelle vicende umane. «Porsi delle domande su Dio è ciò che ci rende non solo Uomini, ma soprattutto liberi, poiché la Fede stessa è un atto di libertà che ha soltanto l’Uomo, e solo tramite essa possiamo trovare il coraggio di guardare al futuro. Il Nuovo Testamento è un messaggio di amore e di missione, e la libertà religiosa è necessaria per la stessa vocazione missionaria della Chiesa». Nel corso dei secoli la filosofia ha cercato risposte a molte di

queste domande. «Nella loro ricerca grandi filosofi come Heidegger arrivarono a porsi il problema del rapporto Uomo-Dio in questi termini: perché esiste qualcosa piuttosto che nulla?” Ma Cristo è Dio che s’inserisce nella Storia umana facendoci scorgere pienamente la Sua presenza, dandoci la possibilità di contemplare il Suo “Volto d’amore” e la speranza della vita eterna sconfiggendo la Morte». Oggi purtroppo manca un contesto culturale omogeneo in cui possa esistere un dialogo con la Fede. «La sfida più grossa e il pericolo più grande per il Cristianesimo oggi è la Scienza fine a sé stessa, che non dialoga con la Fede, ma che pretende di porsi fuori dal

rapporto con Dio. L’Uomo non è un mero “oggetto” da studiarsi con semplice rigore scientifico: ciò impedisce questo dialogo. La realtà nasce da un dono, non da una legge della Natura». La nostra crisi di Fede rispecchia una crisi di valori, che ha portato anche alla crisi economica, e bisogna trovare la giusta chiave di lettura per questi tempi di cambiamento. «L’evoluzione dell’Uomo è la

competizione, ma vince solo chi sa cooperare con gli altri all’interno di una comunità». In questa realtà caotica, i modi per incontrare Dio sono infiniti, ma la vera conoscenza di Dio è impossibile perché Lui è inconoscibile. «Soltanto quando capiremo che Dio è inarrivabile, che è un pensiero troppo più grande di quanto possiamo comprendere, allora saremo pronti a metterci in umile ascolto».

UN EVENTO

Quando la cultura diventa popolare DI

NICOLA SANGIACOMO

ella giornata di apertura diocesana delN l’anno della fede si è realizzato un incontro felice: quello tra cultura e popolo. Non sempre le due realtà incrociano i loro percorsi. A Livorno è successo: un avvenimento che ha visto una grande partecipazione popolare, la celebrazione di apertura dell’anno della Fede appunto, è stato caratterizzato dall’intervento di alto contenuto culturale del cardinale Camillo Ruini, uno dei pastori più autorevoli della Chiesa di oggi. Una vera e propria lezione di filosofia e teologia insieme sulla grande questione dell’esistenza di Dio: la cattedrale era gremita da un migliaio di persone, la questione non era banale e di facile comprensione, ma l’attenzione è stata altissima per oltre due ore a giudicare dal silenzio assoluto che ha accompagnato l’intervento. Gli applausi spontanei che hanno sottolineato la conclusione dei passaggi più importanti della relazione hanno testimoniato anche il gradimento generale. Un fatto sorprendente che ci incoraggia a non aver paura di ragionare con tutti sui temi essenziali della fede. Lo ha detto anche il cardinale Ruini che ci sono tanti cristiani che hanno una cultura adulta, ma che sui temi religiosi sono rimasti alle nozioni apprese nell’infanzia. Si tratta forse di saper creare le occasioni opportune perché la cultura, anche quella religiosa, possa incontrare la gente di fede, quella che il Concilio ha definito “il popolo di Dio”. Ha fatto piacere sentire da un maestro tanto autorevole che uno dei principali motivi di speranza per il futuro del nostro Paese è la fede profonda che è radicata nel popolo italiano. L’incontro tra cultura e popolo avvenuto domenica scorsa nella cattedrale livornese sembra confermarlo: alimentare in modo sostanzioso la fede può fare tanto bene a tutta la nostra società.

A PAG. III IL FOTORACCONTO DELLA GIORNATA


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