La Settimana - n. 41 del 21 novembre 2010

IL GRANELLO DI SENAPE Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

21 novembre 2010

» come GMG, che si svolgerà ad agosto a Madrid, ma «G» anche come gemellati, con la diocesi di Valencia, un gemellaggio che potrebbe prolungarsi anche dopo la Giornata Mondiale della Gioventù, come monsignor Giusti ha auspicato, nel messaggio inviato all’Arcivescovo di Valencia e consegnato insieme a un’immagine della Madonna di Montenero dalla delegazione regionale di cui ho fatto parte.

Fin dallo scorso anno la consulta regionale della pastorale giovanile ha lavorato perché l’occasione della prossima GMG consentisse di sviluppare un progetto che consentisse ai giovani toscani di vivere l’esperienza insieme e di conoscere delle realtà di un paese come la Spagna. I circa 2000 toscani quindi si gemelleranno con i giovani di Valencia nella settimana precedente alla GMG. I numeri straordinari dei giovani coinvolti richiedono ovviamente un notevole sforzo organizzativo, sia per chi ci ospita ma anche per la consulta regionale che deve garantire un viaggio e un soggiorno rispondenti a criteri di economicità ma anche di sicurezza e di comfort, oltre ovviamente a un progetto pastorale di spessore.

Per far questo già da un anno la consulta regionale lavora in stretto contatto con i responsabili locali della pastorale giovanile, in particolare il direttore regionale don Oscar. Il viaggio di questi giorni che ha visto sbarcare a Valencia rappresentanti di quasi tutte le diocesi partecipanti al progetto Valencia, lo scopo era quello di incontrare i vertici dell’organizzazione locale per approfondire i dettagli organizzativi e rappresentare tutte quelle considerazioni e domande che in queste settimane di lavoro stanno emergendo.

Nei locali degli uffici pastorali dell’Arcidiocesi di Valencia ci siamo quindi confrontati su tutte le questioni grandi e piccole riguardanti il gemellaggio, apprendendo così che l’organizzazione ha fatto tesoro dei consigli che nel precedente viaggio erano stati dati dai toscani decidendo di concentrare le attività nelle parrocchie che provvederanno ad ospitare le diocesi toscane. Don Oscar ci ha anche rassicurati che la Toscana è stato il primo

Quanta gente c’era? a tentazione di cercare subito il grande successo, di cercare i LDiograndi numeri. E questo non è il metodo di Dio. Per il regno di vale sempre la parabola del grano di senape. Il Regno di Dio ricomincia sempre sotto questo segno. Noi o viviamo troppo nella sicurezza del grande albero gia esistente o nell’impazienza di avere un albero più grande, più vitale dobbiamo accettare il mistero che la Chiesa è nello stesso tempo grande albero e piccolissimo grano (J.Ratzinger) «Com’è andata ieri sera? Quanta gente c’era?». Questa è solitamente la domanda che facciamo per valutare un’iniziativa. Sì, i numeri sono importanti. Ma non sono tutto. Forse ci dovremmo anche domandare: «C’è stato ascolto, accoglienza, confronto serio e sereno?», «È stato un momento bello di approfondimento, di riflessione?». La ricerca della quantità rischia di farci cedere alla tentazione mondana che vede nei grandi numeri la realizzazione della logica del «più siamo, più contiamo e più facciamo valere le nostre ragioni». Cercare la qualità fa stare nella logica del Regno per la quale vale di più la maturazione e la crescita delle persone, su cui si potrà far conto per coinvolgere con passione e convinzione anche altri a condividere la stessa esperienza.

Il viaggio a Valencia del delegato della Consulta di Pastorale giovanile di Livorno

Speciale Giovani LIVORNO - VALENCIA Consegnato all’arcivescovo diValencia il messaggio di monsignor Giusti e l’icona della Madonna di Montenero

di Eleazar

«G» COME GEMELLATI

Centinaia di giovani arriveranno in Spagna da tutto il mondo, la delegazione toscana si prevede numerosissima IL LOGO GMG

«G

Josè Gil-Noguès ha disegnato il nuovo simbolo Madrid il 30 A luglio 2009, si è reso pubblico il logo

In preparazione alla GMG gruppo ad ufficializzare il gemellaggio per cui sarà il primo a vedere organizzata la propria sistemazione avendo allo stesso tempo la conferma che i toscani saranno ospitati dalle famiglie valenciane.

Un altro momento importante è stata la partecipazione alla veglia di preghiera dei giovani di Valencia presieduta dall’Arcivescovo dove è stata consegnata ai giovani un’immagine di Gesù che

farà il giro di tutte le parrocchie della Diocesi di Valencia in preparazione della Giornata Mondiale della Gioventù.

Nella Basilica della Vergine, dopo la Liturgia della Parola e l’Adorazione Eucaristica, la delegazione toscana ha consegnato all’Arcivescovo della città spagnola l’immagine della Madonna di Montenero e il messaggio del vescovo Simone in cui si invoca la protezione della Madonna sul cammino della

GMG e si auspica che il legame tra le due Diocesi continui anche dopo la GMG. ll viaggio è stata un’importante occasione per visitare la città e godere delle bellezze che essa offre come le chiese e il mercato coperto e la meravigliosa città della scienza e della tecnica, dove si trovano edifici e infrastrutture architettonicamente innovative che ospitano musei e mostre.

LE DUE PROPOSTE per partecipare alla Giornata

IN CAMMINO...VERSO MADRID …passando per VALENCIA

…diretti a MADRID

8-23 Agosto

14-23 AGOSTO

La Diocesi di Livorno propone ai giovani di vivere il “gemellaggio” delle Diocesi Toscane con Valencia, per andare alla GMG carichi di esperienza Programma di massima: Partenza in nave da Livorno alla volta di Valencia “gemellaggio in famiglia” nella Diocesi di Valencia fino al 15 Agosto.

Dal pomeriggio del 15 Agosto fino al 22 JMJ Rientro in nave da Barcellona il 23 Agosto Costo: 600 euro (escluso i pasti: pranzi e cene dell’8 e 22 Agosto)

Vivere a pieno la JMJ un’esperienza già ricca di incontri e condivisione Programma di massima: Partenza in pullman GT da Livorno alla volta della Costa Brava, alloggio in mezza pensione.

Pomeriggio del 15 Agosto fino al 22 Agosto JMJ Rientro sosta in albergo mezza pensione.

Rientro 23 Agosto a Livorno Costo: 500 euro (escluso i pranzi del 14-15-22-23)

*SOLO 100 POSTI

*SOLO 50 POSTI

La delegazione toscana ha anche invitato i giovani di Valencia a venire in Toscana nei prossimi mesi, ospiti delle nostre diocesi per saldare ancora di più l’eccellente rapporto che si sta creando e arrivare ad agosto già strettamente legati e pronti ad un gemellaggio che possa dare i suoi frutti anche nei prossimi anni.

Questo breve ma intenso viaggio ha convinto ancora di più dell’importanza del progetto regionale di unirsi alla città Valencia e se a questo aggiungiamo la particolarità della modalità di viaggio: centinaia di giovani sulla stessa nave, si tratta sicuramente di un’iniziativa nuova e che promette buoni frutti.

Sempre a proposito della GMG si ricorda che i termini per comunicare le proprie adesioni sono strettissimi: la pastorale giovanile diocesana, attraverso i sacerdoti responsabili per ognuno dei sei vicariati, è a disposizione di tutti i giovani e di tutte le parrocchie per raccogliere le iscrizioni ai due viaggi che l’organizzazione della nostra diocesi ha predisposto e che potete leggere in questa stessa pagina.

Gianluca Testi

che rappresenterà la prossima giornata Mondiale della Gioventù., che si celebrerà dal 16 al 21 agosto 2011. Il suo autore è Josè GilNoguès, disegnatore grafico che lavora a Madrid e a Oviedo.

L’autore José GilNogués, ha spiegato che lo sfondo del disegno simboleggia «giovani di tutto il mondo che si uniscono per celebrare la propria fede accanto al Papa, ai piedi della Croce, e formano la corona della Vergine di Almudena, patrona di Madrid».

Nella corona, ha aggiunto il disegnatore, spicca la «M» di Maria, iniziale anche di Madrid, luogo dell’incontro.

La Croce, segno del cristiano, presiede l’appuntamento del Papa con i giovani, che rendono visibile con la loro testimonianza il tema della GMG: «Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede».

Il messaggio del logo, ha aggiunto GilNogués, è «una catechesi, un’opportunità di evangelizzazione: la via rapida e sicura per arrivare a Cristo è la Vergine Maria, Madre di Dio e degli uomini. I giovani hanno, nella fede di Maria, l’esempio e il modello per arrivare a Cristo e realizzare la finalità prioritaria della GMG: far conoscere al mondo il suo messaggio».

II

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

21 novembre 2010

Il fenomeno del bullismo

L’«operatore amico»: il progetto nelle scuole cittadine lla fondazione Lem sono stati presentati i risultati del progetto «Crescere con fatica» rivolto ad alcune classi delle scuole medie cittadine. L’incontro è stato aperto dall’assessore comunale allo Sviluppo della Persona, Carla Roncaglia, che ha detto che il progetto, sostenuto per quattro anni dal Comune, si colloca nelle strategie di prevenzione del disagio scolastico con il proposito di intervenire efficacemente prima che i problemi si manifestino concretamente. Il progetto è partito da una indagine conoscitiva sul mondo adolescenziale (10-15 anni) interessato dal fenomeno dei comportamenti violenti come quello del bullismo. L’idea costruttiva ha continuato l’assessore- è stata quella di dare alla scuola degli strumenti affinché questi comportamenti negativi potessero essere governati con l’invenzione di una figura particolare: l’Operatore amico. È per me – ha concluso Carla Roncaglia - una grande soddisfazione presentare i risultati di questa esperienza che può divenire un modello da diffondere più capillarmente nell’ambito scolastico, un ringraziamento a coloro che vi hanno preso parte, specialmente agli operatori, che hanno messo in questa impresa pathos e sentimento. È stata poi la volta delle Dirigenti Scolastiche Giusti, della scuola media G. Borsi, e Mariani, dell’Istituto comprensivo Don Angeli, le due scuole in cui l’esperienza si è realizzata, che hanno rilevato come il progetto sia stato colto con entusiasmo e la necessità di continuarlo con l’adesione e il coinvolgimento di studenti, genitori e insegnanti.

La professoressa Ersilia Menesini, dell’Università di Firenze, ha relazionato sul tema: «Dalla conoscenza agli interventi: la sperimentazione dell’Operatore amico», in cui ha evidenziato i meccanismi che regolano i fenomeni di bullismo nella scuola che possono ricondursi a due ruoli tipici: quello del prevaricatore e quello degli spettatori.

Bisogna perciò scalfire l’indifferenza e l’apatia degli «spettatori», attivare cioè i ragazzi che non sono direttamente coinvolti al fine di cambiare il clima di tensione presente nella classe, cambiare cioè una situazione di disagio in quella di un benessere per tutti. Per arrivare a questo è stata inventata una figura particolare: l’Operatore amico, che è un ragazzo della classe che si presta all’ascolto dei problemi di ciascuno, che aiuta gli altri ma che è anche destinatario dell’aiuto, per cui tutti i ragazzi diventano protagonisti di un percorso in cui viene potenziata l’autostima e nello stesso tempo vengono proposti modelli positivi da imitare.

Insegnanti e ragazzi delle scuole medie Michelangelo, Borsi e Pazzini hanno poi reso noto le loro esperienze in cui è emerso che il percorso di socializzazione e di relazione ha creato fiducia in loro stessi e negli altri, consapevolezza nelle azioni svolte, benessere all’interno della classe e clima più sereno per tutti. È stato un piacere ascoltare i giovani studenti narrare le loro esperienze, i problemi che avevano dovuto affrontare, le soluzioni trovate insieme, l’instaurazione di un clima nuovo e positivo per tutti. Le operatrici del CIAF (Centro Infanzia Adolescenza e Famiglie) del Comune, hanno sottolineato il bisogno dei ragazzi di confrontarsi, di esprimersi, emozionarsi, è stato infatti compito delle operatrici formare gli «Operatori amici» che, eletti dai compagni di classe, hanno potuto svolgere pienamente e con passione il loro incarico.Da tutti gli interventi è scaturita la necessità di continuare questa esperienza anche per gli anni futuri.

Gianni Giovangiacomo

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Nella festa di S. AGOSTINA

La patrona di tutti gli infermieri

«L’ascolto è un umile pellegrinaggio» Monsignor Simone Giusti in visita agli infermieri dell’ospedale, in occasione della patrona, ricorda l’importanza dell’ascolto e dell’amore ella chiesa dell’ospedale di Livorno monsignor Giusti ha celebrato la S. Messa in occasione di Sant’Agostina Pietrantoni, patrona degli infermieri d’Italia.

Alla celebrazione, oltre a un discreto numero di infermieri e capo sala, erano present gli studenti dei tre anni del Corso di laurea in Scienze Infermieristiche, che hanno animato la liturgia con i canti, proclamando le letture e le preghiere dei fedeli.

Inoltre all’offertorio, oltre al pane e al vino, hanno presentato gli strumenti del loro lavoro: la divisa, i guanti e il fonendoscopio. Il vescovo Simone nell’omelia ha sottolineato in modo particolare l’importanza dell’aspetto umano e spirituale che deve accompagnare gli infermieri nel contatto con le persone che ogni giorno vivono il dramma della malattia.

Al termine della celebrazione eucaristica, oltre al saluto del presidente dell’IPASVI, la rappresentante del II anno di corso, a nome di tutti gli studenti, ha voluto portare il saluto e il ringraziamento al Vescovo della sua presenza e per “il suo

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spirito vitale attraverso il quale è riuscito a trasmettere agli studenti i valori dell’amore e della vicinanza alla persona che soffre”.

Inoltre, ricordando la figura di monsignor Ablondi, che tutti insieme hanno incontrato poco prima della sua morte, e che in quell’occasione ha donato loro il suo ultimo libro, ha voluto sottolineare che “attraverso i suoi insegnamenti di vita, la sua semplicità e la sua forza, ci resterà sempre accanto”.

Concludendo il suo intervento, la rappresentante ha voluto leggere un brano tratto dal libro del vescovo Alberto che è parso particolarmente significativo agli studenti: «È tanto più facile dire che ascoltare perché io dico quanto voglio, se voglio, dove voglio. Il dire è un atteggiamento “scapigliatamente” ricco ed immediato.

L’ascolto, invece, che lungo itinerario deve fare, per diventare vero ascolto! Il dire è un soggetto che domina e porta con sé l’autorità della voce. Ma l’ascolto, che lungo e umile pellegrinaggio deve percorrere! Allora seguitemi, per favore, perché per avere un

giusto ascolto innanzi tutto bisogna “udire”.

Qui si apre la responsabilità di tanti ambienti in cui la parola viene sciupata e, anche se ripetuta mille volte, non è accolta perché non è udita.

Qui emerge anche la responsabilità di tanti, sul piano tecnico sia economico, e vorrei aggiungere, anche di fede. È un problema che non può essere trascurato, perché svuota tutti gli altri momenti. Questo udire così incerto deve dunque gravarsi di un dovere: ascoltare, perché la parola è così delicata, così povera e nello stesso tempo così ricca che ha bisogno di essere accolta in tante forme di ascolto.»

Diacono Paolo Bencreati, Assistente Religioso Ospedale di Livorno

ASSOCIAZIONE VOLONTARI OSPEDALIERI: FORMAZIONE

Tutte le tappe per diventare un volontario AVO

CURIOSITÀ’

CHI ERA S. AGOSTINA ivia Pietrantoni nacque a Pozzaglia Sabina (Rieti) il 27 LGiàMarzo 1864, secondogenita di una numerosa famiglia. nei primissimi anni di vita mostrò un inclinazione naturale alla preghiera ed alla contemplazione in solitudine, ci sono molte testimonianze che la ritraggono nella Cappellina della Rifolta e nelle altre chiese di Pozzaglia.Vicino alla Cappellina appena citata scorre il torrente Lasso.

Questo corso d’ acqua la vide tuffarsi nelle sue acque per salvare un fratello che vi stava per annegare. Prima ancora di aver compiuto 10 anni lavorò come portatrice di secchielli di ghiaia sulla strada in costruzione da Poggio Moiano ad Orvinio, a 14 e 15 anni fece l’olivarola negli oliveti intorno a Tivoli.

Lavorò sia in casa che fuori fino a quando non intraprese la vita religiosa, mentre nei ritagli di tempo accudiva i malati e gli infermi di Pozzaglia. Il 23 Marzo 1886 fu accolta nella Casa Generalizia delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret. Il 13 agosto 1887 vestì l’abito religioso con il nome di Suor Agostina. Il giorno dopo entrò in servizio all’ospedale Santo Spirito di Roma come infermiera, prima nella corsia dei bambini, poi in quella dei tubercolotici dal 1889 al 1894. Proprio nel 1894 contrasse la tubercolosi, ma dopo un breve riposo chiese di rimanere nella stessa corsia degli ammalati. Il 13 Novembre 1894 venne assassinata a pugnalate da Giuseppe Romanelli, da lei assistito. Con le sue ultime parole chiese pietà per lui.

Nonostante fosse stata invitata dai superiori a guardarsi bene dal Romanelli (che la minacciava continuamente), ella continuò a servirlo fino all’ultimo. Il 12 Novembre 1972 fu proclamata Beata da Paolo VI, mentre il 18 Aprile 1999 fu santificata da Giovanni Paolo II. Proclamata Patrona degli infermieri con Decreto del 29 aprile 2003.

2 Dicembre ore 16 Cenni di Igiene e Organizzazione Ospedaliera (Alessio Petronici Unità Operativa Assistenza Infermieri di Livorno)

Ricordando Paolo Castignoli

Giovedi 9 Dicembre ore 16 Comunicare per aiutare (Dott. F. La Rocca, Palliativista) La lezione si focalizzerà sulla conoscenza del proprio stile di comunicazione, in particolare nella relazione d’aiuto

a quando mi sono affacciata al mondo D dell’archivistica, e per tanti anni, il dott.

Paolo Castignoli ha rappresentato per me

Giovedì 16 Dicembre ore 16 Il Volontario e i Bisogni Spirituali e Materiali del Malato (Padre Placido Bevinetto Cappellano dell’Ospedale di Livorno) Giovedì 13 Gennaio ore 16 Psicologia e comportamento dell’Anziano Ricoverato (Dott.ssa C.Giolli Psicologa) Prove in Ospedale per gli Aspiranti Volontari (L’aspirante volontario AVO si inserisce nella vita del reparto in cui opererà con spirito di servizio, per realizzare la “centralità” del malato) Giovedì 20 Gennaio ore 16 AVO: organizzazione e fisionomia del servizio, norme comportamentali e Decalogo (Maria Pace Ferraù Vice Pres. Consigliera Avo Regionale e Federavo). L’impegno che il volontario AVO assume è gestito con professionalità costanza e gratuità Giovedì 27 Gennaio ore 16 Associazione Vita Associativa come sostegno al volontario (Pres. Pina Di Nardo) L’azione del singolo volontario va inserita in una struttura associativa: ciascuno singolarmente e tutti i volontari insieme. così potremo essere una presenza efficace e costante accanto ai malati Giovedì 3 Febbraio ore 16 Conclusioni del Corso. Le Responsabili parlano delle proprie esperienze Alcune relazioni saranno seguite da testimo-nianze di volontari in servizio Il corso si svolgerà presso l’AUSER Viale Carducci, 10. Per informazioni tel.0586/223455 tutte le mattine dalle ore 10 alle ore 12, presso l’uff. dell’Ospedale; mentre il martedì e giovedì mattina dalle ore 9,30 alle ore 11,30 presso l’uff. di Via Verdi, 63 tel.0586/829018.

l’Archivio di Stato di Livorno.

Punto di riferimento non solo mio ma di tanti studiosi livornesi, e non, ci ha sempre accolti, nel suo ufficio, con la squisita cortesia di un gentiluomo di altri tempi, e con la competenza e la professionalità che lo distinguevano.

Quando l’avanzare dell’età lo ha costretto all’abbandono del suo posto di lavoro, non ha smesso di occuparsi della sue amate carte. Lo ha fatto con il consueto garbo con la passione di sempre dedicandosi alla pubblicazione della rivista degli «Studi Livornesi».

Talvolta per completare i suoi studi si è rivolto anche al nostro archivio per ricerche anagrafiche su personaggi famosi o importanti per la storia cittadina. In queste occasioni si è sempre dimostrato grato e riconoscente per quel poco aiuto che siamo stati in grado di offrirgli. È stato un privilegio averlo conosciuto e frequentato e serberò per sempre nel cuore il suo ricordo sforzandomi di imitarlo se non nella competenza almeno nel tratto gentile e nella signorilità Maria Luisa Fogolari direttore Archivio diocesano

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

L’Ordo Viduarum in DIOCESI

21 novembre 2010

III

L’intervista a Flora Ciulli, incaricata diocesana per l’Ordine

Il dolore per la perdita diventa affidamento al Signore

L’ordine delle vedove, secondo lo Statuto, accoglie donne sposate nel Sacramento e rimaste senza il coniuge, che abbiano superato un certo limite d’età e un determinato numero di anni di vedovanza e che vogliano consacrare la loro vita al servizio del Signore BENEDETTA AGRETTI orna ad essere praticata oggi la consacrazione delle vedove, consacrazione nota fin dai tempi apostolici come si evince dalle lettere di San Paolo a Timoteo e ai Corinzi.

Tali persone consacrano la loro vita, mediante voto di castità perpetua, alla preghiera e al servizio della Chiesa.

L’ordo viduarum, in ambito livornese non è ancora una realtà concreta. Per saperne di più incontriamo la referente, una signora che ha saputo convertire il profondo dolore per la perdita del marito nella gioia, altrettanto profonda del servizio a Dio e agli altri, Flora Ciulli.

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determinato numero di anni di vedovanza, specificati dallo statuto, che vogliano consacrare la loro vita al servizio di Nostro Signore. Lo scopo è quello di permettere

alle vedove di vivere più pienamente la vocazione battesimale e al matrimonio, vivendo la perdita del coniuge nel totale affidamento all’amore di Dio».

«Fondamentalmente le consacrate si mettono al servizio del popolo di Dio, nei tempi e nei modi previsti dal Vescovo diocesano, dal quale dipende l’ordine.»

Sacramento della Riconciliazione e alla direzione spirituale.

Inoltre è doveroso garantire la presenza ai momenti di formazione previsti dall’Ordo».

QUAL È L’ITER PER ACCEDERE ALL’ORDINE? «La candidatura, espressa per iscritto, viene vagliata dal Vescovo. Sono necessari due anni di discernimento e orientamento della propria vita spirituale, quindi il Vescovo ammette la candidata alla consacrazione temporanea, della durata di un anno. La consacrazione comporta di assumere i tre principi evangelici di povertà, castità ed obbedienza. Una volta rinnovata la consacrazione temporanea per cinque anni consecutivi, si accede alla consacrazione perpetua».

QUALI SONO GLI IMPEGNI ASSUNTI DA UNA CONSACRATA DELL’ORDINE? «Sicuramente l’impegno comporta una grande fedeltà alla preghiera liturgica e personale, al tempo da dedicare alla parola di Dio e alla contemplazione così come all’adorazione eucaristica, al ricorso al

SIGNORA FLORA, PUÒ SPIEGARCI PIÙ DETTAGLIATAMENTE CHE COS’È L’ORDINE DELLE VEDOVE E QUAL È IL SUO SCOPO? «Quest’ordine accoglie vedove, sposate nel Sacramento, che abbiano superato un certo limite d’età e un

E QUALI SERVIZI VENGONO RESI AL PROSSIMO? «Fondamentalmente le consacrate si mettono al servizio del popolo di Dio, nei tempi e nei modi previsti dal Vescovo diocesano, dal quale dipende l’ordine.

All’interno dell’ordine stesso esiste poi il Ministero della Consolazione, attraverso il quale le consacrate più anziane accolgono le più giovani aiutandole a superare i primi momenti della perdita del marito, che sono comprensibilmente più dolorosi. Si crea così una vera e propria fratellanza in cui ognuna aiuta le altre, così come ho potuto appurare nella realtà milanese, nella quale l’ordo viduarum è profondamente radicato».

E QUI A LIVORNO A CHE PUNTO SIAMO? «Giuridicamente l’iter la costituzione dell’ordine è completo, ora dobbiamo aspettare che il Vescovo trovi delle candidate che risultino idonee … coscienti che, come in ogni opera, è lo Spirito che agisce per mano nostra».

Domenica 21 novembre alle 10 alla parrocchia del Sacro Cuore (Salesiani)

Mamma Margherita e monsignor Ablondi ella tradizione salesiana l’anniversario della morte di mamma Margherita (25 novembre 1856) costituisce un’occasione di incontro per ricordare - insieme alla madre di don Bosco prima cooperatrice dell’opera salesiana - i sacerdoti, gli ex allievi e i cooperatori defunti.

Tutti gli anni viene organizzato un momento di riflessione e di preghiera in cui possiamo esprimere il ricordo e i sentimenti di affetto e di riconoscenza verso coloro che ci hanno fatto del bene e a cui abbiamo voluto bene, consapevoli che il nostro «fare memoria» è rendere presente e attuale il significato dell’esistenza di questi nostri amici, ciò che essi possono ancora dire oltre l’evidenza della morte fisica.

Per noi cristiani il dialogo non

N

è interrotto, continua in altro modo. Possiamo ancora parlare, pregare, interrogare e ricevere risposta. Gesù vivo e presente è il garante e il mediatore di questo legame. Durante l’incontro viene anche affrontato un tema formativo adatto alla circostanza.

Quest’anno la ricorrenza di Mamma Margherita si terrà domenica 21 novembre alle 10 nella biblioteca della parrocchia del Sacro Cuore (Salesiani) e nell’occasione sarà dedicata particolare attenzione al vescovo Alberto Ablondi a tre mesi esatti dalla sua morte.

Avremo modo di riflettere su chi è stato Ablondi per la diocesi di Livorno, per la Chiesa universale e per le tante persone che hanno avuto la fortuna di incontrarlo. Un grande uo-

mo nel campo della fede e della cultura, di più, un profeta, pioniere dell’ecumenismo, divulgatore della Bibbia nel mondo. E ricorderemo insieme la carica di umana simpatia, il sorriso, la risata contagiosa.

Penso che si debba raccogliere

la sua eredità per andare oltre, lavorando al fine di attuare e sviluppare le indicazioni del Concilio Vaticano II senza chiusure e paure. Il vescovo Alberto non aveva paura di guardare il domani con l’ottimismo della fede e della ragione.

Guiderà l’incontro Maria Enrica Senesi, insegnante di lettere nella scuola superiore, teologa e docente alla scuola di formazione teologica diocesana. Ci parlerà di Ablondi e soprattutto del suo ultimo libro «A passo d’uomo verso il divino» (ed. Morcelliana, Brescia), che contiene le idee e le esperienze per un progetto di nuova catechesi, a cui il vescovo ha lavorato negli ultimi anni della sua vita.

Luciano Pannocchia

IL 4 NOVEMBRE INSIEME AI BAMBINI DELLE SCUOLE a celebrazione del 4 novembre si è Lmune conclusa anche quest’anno al Codi Livorno con il saluto dell’assessore Walter Nebbiai, infatti il Sindaco, Alessandro Cosimi, era assente dalla città in quanto impegnato a Roma in un incontro con il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, riguardante alcune aziende in crisi del nostro territorio. Nel giorno della festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, alla presenza di tutte le autorità civili, militari e delle associazioni combattentistiche, l’assessore ha ricordato il sacrificio delle Forze Armate italiane che si è prolungato dalla I Guerra Mondiale alla Liberazione: oggi – ha aggiunto – stiamo attraversando momenti difficili dove l’unità del Paese e i suoi valori vengono continuamente messi in discussione indebolendo così anche la formazione e la crescita culturale delle giovani generazioni.

Nella nostra città – ha concluso Nebbiai – sono presenti importanti realtà militari che contribuiscono a formare «l’eccellenza» delle Forze Armate: la Brigata Paracadutisti Folgore, il cui legame fu a suo tempo rafforzato con il cambiamento del basco, da verde ad amaranto, colore che contraddistingue la nostra città, e l’Accademia Navale, che, istituita nel 1881, contribuisce a formare una parte della migliore classe dirigente del Paese, e a tutti questi militari non possiamo che porgere un sincero ringraziamento».

L’Ammiraglio Rosati, Comandante dell’Accademia Navale e del Presidio Militare di Livorno ha voluto sottolineare come il legame esistente con la città sia particolarmente avvertito da tutti i militari. Mi piace anche ricordare – ha aggiunto – tutti coloro che hanno dato la vita per la Patria, non solo i personaggi famosi ma anche coloro che non hanno un nome e che sono rappresentati dal Milite Ignoto, persone che sono tutte meritevoli del nostro profondo rispetto. Il ricordo non deve essere oblio ma costituire sempre qualcosa di assolutamente positivo, per questo mi sento di ringraziare il Provveditore la dottoressa Elisa Amato Nicosia che ha voluto la presenza dei bambini delle scuole alla cerimonia dell’omaggio alla lapide dei Caduti, infatti dobbiamo tener sempre presente che le nuove generazioni sono il nostro futuro. L’Ammiraglio ha terminato invitando la cittadinanza livornese a una «vicinanza continuativa» verso le Forze Armate e non solo in occasione delle feste o delle celebrazioni.

Gi. Gi.

IV

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

21 novembre 2010

Agenda del VESCOVO

VENERDÌ 19 NOVEMBRE - 9.30 incontro con i direttori degli uffici di pastorale per il territorio - 16.00 al Parco del Mulino presentazione attività della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno - 18.30 in vescovado incontro con tutti i cresimandi del mese di novembre SABATO 20 NOVEMBRE - 8.00 pellegrinaggio mensile a Montenero; 9.00 S. Messa al Santuario - 10.30 saluto al Forum “Toscana strategie per il futuro” alla camera di commercio - 17.00 celebrazione delle Cresime a S. Martino (Salviano) DOMENICA 21 NOVEMBRE - 11.00 celebrazione delle Cresime a S. Croce (Rosignano Solvay) LUNEDÌ 22 NOVEMBRE - 9.00 Messa Virgo Fidelis al Santuario di Montenero Dal pomeriggio del 22 Novembre alla mattina del 26 Novembre il Vescovo guida gli esercizi spirituali per i sacerdoti della diocesi a Massa Marittima SABATO 27 NOVEMBRE - 10.00 in vescovado, riunione dei membri dei Consigli Affari Economici (CPAE) di tutte le parrocchie della diocesi - 17.00 intervento all’iniziativa “Società e Bene comune nel pensiero del Beato Jhon Henry Newmann” (vedi locandina nella pagina) - 18.00 Veglia per la vita nascente alla chiesa di San Jacopo (vedi box nella pagina) DOMENICA 28 NOVEMBRE - 10.00 S. Messa maturità cristiana nella chiesa di San Giovanni Bosco – Coteto - 15.00 saluto al convegno dei capi AGESCI a Rosignano Marittimo - 17.00 rito di ammissione dei catecumeni in cattedrale

Diocesi informa Verso la GMG

La lettera di monsignor Giusti ai sacerdoti della nostra diocesi

Andiamo insieme a Madrid C arissimi sacerdoti della Diocesi, Il prossimo anno a Madrid si svolgerà la GMG con la partecipazione del S. Padre e di moltissimi vescovi del mondo. È un evento ecclesiale di primaria importanza per una educazione alla Cattolicità e Apostolocità della fede cristiana. È un evento che mette a contatto giovani cristiani provenienti da tutte le parti del mondo e li invita a sperimentare l’unità della Chiesa nella comune fede, nella concreta carità, nell’unica preghiera.

Per questi e tanti altri motivi che potete con facilità immaginare, chiedo a tutti voi che

ogni Comunità Parrocchiale sia rappresentata da almeno un giovane.

Vi invito a verificare se il giovane individuato per presenziare a questo evento abbia la

possibilità di sostenere la spesa per la partecipazione alla GMG o se ci fosse

necessità, di sostenerlo con la cassa parrocchiale e se vi fossero comunque difficoltà a pagare il viaggio, la Curia è pronta ad intervenire.

Ringraziandovi per il vostro interessamento, vi prego di segnalare il nome del giovane partecipante ai responsabili della pastorale giovanile.

Se poi alcuni sacerdoti volessero partecipare sarò ben contento di averli al mio fianco a Madrid.

Con gratitudine mons. Simone Giusti

Nella parrocchia di San Jacopo, sabato 27 Novembre alle 18.00

IL NUOVO ANNO PASTORALE

Il calendario USMI

UNA VEGLIA PER LA VITA NASCENTE lla vigilia della prima domenica di Avvento in tutte le parrocchie A Il Santo padre nell’angelus di domenica scorsa ha chiesto a tutte le parrocchie di organizzare una veglia per la vita nascente. Queste le sue

5 DICEMBRE 2010 ORE 16 All’Istituto Maria Ausiliatrice Via Don Bosco il Vescovo terrà la riflessione su: “Il verbo si fece carne e venne ad abitate in mezzo a noi”

parole: «Sabato 27 novembre prossimo, nella Basilica di San Pietro, presiederò i Primi Vespri della Prima Domenica di Avvento e una veglia di preghiera per la vita nascente. L’iniziativa è in comune con le Chiese particolari di tutto il mondo e ne ho raccomandato lo svolgimento anche in parrocchie, comunità religiose, associazioni e movimenti. Il tempo di preparazione al Santo Natale è un momento propizio per invocare la protezione divina su ogni essere umano chiamato all’esistenza, anche come ringraziamento a Dio per il dono della vita ricevuto dai nostri genitori».

Il Vescovo celebrerà la veglia nella parrocchia di S. Jacopo, ogni comunità è chiamata a preparare un evento su questo tema.

16 GENNAIO ORE 15.30 Presso l’Istituto Maddalena Don Piergiorgio Paolini tratterà il tema: "La Parola di Dio dono alla vita consacrata"

BREVI DALLA DIOCESI

2 FEBBRAIO 2011 Giornata mondiale della vita consacrata (da definire) 6 MARZO 2011 All’Istituto Immacolata Via Serafino de’ Tivoli, Don Gino Berto tratterà il tema : “La chiamata alla fraternità” 3 APRILE 2011 ORE 16 Presso l’Istituto Maddalena il Vescovo terrà la meditazione su: “Vivere la Passione e la Compassione con Gesù” 29 MAGGIO 2011 ORE 16 A Villa Tirrena S. Messa celebrata da Monsignor Vescovo, per gli anniversari del 2010 e del 2011 ( 25°, 50°, 60°, 70° ) 19 GIUGNO 2010 ORE 16 All’Istituto s. Giuseppe delle Suore Vincenziane a Quercianella, Pomeriggio di fraternità.

SABATO 20 NOVEMBRE ALLE 21.00 La compagnia La Mansarda presenta il musical “Caino e Abele” alla parrocchia della Seton DOMENICA 21 NOVEMBRE ALLE 21.00 Nella biblioteca dei Salesiani, incontro per ricordare l’anniversario della morte di mamma Margherita (25 novembre 1856) prima cooperatrice dell’opera salesiana (vedi pag 3) LUNEDÌ 22 NOVEMBRE “L’etica nello sport, un progetto ancora attuale” relatore dott. Piero Dinelli – Associazione Panathlon, per il ciclo di incontri organizzati dal Serra Club VENERDÌ 26 NOVEMBRE ALLE 14.00 A Piombino presso l’ Hotel Phalesia incontro dal titolo: “Il diritto ad una vi-

ta dignitosa”; convegno organizzato dall’Associazione Vita Indipendente della Val di Cornia SABATO 27 NOVEMBRE ALLE 10.00 CPAE in vescovado Il Vescovo e l’economo diocesano sabato 27 novembre alle 10 incontreranno i membri dei Consigli Affari Economici (CPAE) di tutte le parrocchie della diocesi, insieme ai parroci. Durante la riunione sarà presentato il bilancio di previsione della Diocesi per l’anno 2011 e il fondo solidarietà per le parrocchie DOMENICA 28 NOVEMBRE ALLE 17.00 IN CATTEDRALE Rito di ammissione al Catecumenato e incontro del Vescovo con i catecumeni che desiderano ricevere il battesimo

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

21 novembre 2010

V

Monsignor Pio Alberto del Corona io Alberto Del Corona nacque a Livorno in quello che oggi si chiama viale Caprera il 5 luglio 1837, quarto ed ultimo figlio di Giuseppe e Ester Bucalossi, umili negozianti di calzature.

Frequentò il collegio dei Barnabiti dove si distinse per il profitto in lettere e filosofia e maturò la sua vocazione con la devozione alla Madonna di Montenero.

Il 4 dicembre 1854 si fece accompagnare dal padre al convento fiorentino dei Domenicani di S. Marco. Qui si dedicò con umiltà e obbedienza allo studio della teologia, della filosofia, della letteratura e lingue antiche e orientali Il 1 febbraio 1855 vestì l’abito domenicano e pronunciò la sua professione religiosa il 3 novembre 1859. Nella Basilica di S. Marco a Firenze ricevette la sacra Ordinazione il 5 febbraio 1860 con dispensa pontificia di due anni dall’età canonica di 25 anni e celebrò la sua prima Messa il 12 febbraio successivo.

P

SACERDOTE SCRITTORE La predicazione del giovane sacerdote si caratterizzò subito per le straordinarie qualità oratorie e per lo stile molto personale che attingeva a quello dei Padri greci e latini, da lui accostati nella lingua originale, così anche negli scritti rivelava una straordinaria capacità di utilizzare una varietà inesauribile di espressioni nel trattare uno stesso soggetto.

La sua acuta sensibilità si manifestava nella celebrazione eucaristica quando molti notavano il suo volto tutto coperto di sudore e di lacrime. Si è scoperto che sollevando il calice rinnovava ogni giorno il sacrificio della sua vita unendolo a quello di Cristo, per la salvezza delle anime.

Quanto alla sua straordinaria attività di scrittore è sufficiente ricordare alcune tra le innumerevoli opere da lui composte come Le elevazioni sul mistero dell’eucaristia, I quattro cardini della felicità, Le Ricreazioni evangeliche, La catena d’oro, La piccola Somma Teologica, I Misteri della vita di Cristo, Rose di Maria, in cui è evidente lo sforzo di rendere accessibili al popolo le dottrine di S. Alberto, S. Tommaso d’Aquino e in genere quelle dei padri della Chiesa di cui era profondo conoscitore.

P. Pio fu molto apprezzato anche come confessore e direttore spirituale tanto che il suo confessionale in san Marco si popolò di ogni genere di persone che accorrevano a lui per attingere alla sua sapienza che trasfondeva con il dono del consiglio e la santità della vita.

L’ASILO Tra i tanti che beneficiarono del suo illuminato consiglio una menzione tutta speciale merita Elena Bruzzi vedova Bonaguidi cofondatrice del Monastero dello Spirito Santo che visse per tutta la vita con P. Pio una speciale intimità spirituale quale si trova nella vita dei più grandi santi.

Dalla comunione di queste due anime nacque l’intuizione del carisma della nuova istituzione, detta comunemente l’Asilo, che da un lato doveva permettere una contemplazione e studio assiduo della parola di Dio e dall’altro curare la formazione umana e spirituale di fanciulle povere. Era la traduzione

Una pagina intera periodica dedicata ai beati, santi, servi di Dio, di «casa nostra», perché queste figure di uomini e donne non siano dimenticate, ma anzi rappresentino un esempio vivo da seguire anche ai nostri giorni

In corso il processo di canonizzazione l processo di Beatificazione di monsignor Del Corona è stato aperto dalla Diocesi di S. Miniato nel 1942.Terminata la fase diocesana, negli anni ISessanta gli atti del Processo sono stati inviati alla Congregazione Vaticana che vaglia i candidati al titolo di beato o santo.

Con la costituzione «Divinus perfectionis Magister »(25-1-1983) Giovanni Paolo II ha riformato il modo di procedere nelle cause di canonizzazione. I Processi istruiti prima di tale riforma hanno subìto un’interruzione, e anche gli Atti relativi a monsignor Pio sono stati rimandati alla Diocesi di S.Miniato per un supplemento d’indagine storica. Il Vescovo di San Miniato ha nominato due periti storici, i quali hanno concluso il loro lavoro nel mese di maggio 2002.

Attualmente tutta la documentazione è in corso di valutazione presso la Congregazione per le Cause dei Santi. Per arrivare alla Beatificazione sarà necessario accertare un miracolo attribuito all’intercessione di monsignor Pio (e verificatosi dopo la sua morte). Generalmente i miracoli che vengono presi in considerazione sono le guarigioni miracolose; spetta ad una Consulta Medica valutare se le guarigioni sono o non sono scientificamente spiegabili ricorrendo a cause naturali. Se almeno una guarigione verrà dichiarata inspiegabile (da un punto di vista scientifico), prima un congresso speciale di teologi, poi una congregazione di Cardinali e Vescovi la esamineranno da un punto di vista teologico; in caso di valutazione positiva il Papa promulgherà il Decreto sul miracolo. Contemporaneamente alla promulgazione del Decreto sul miracolo, il Papa deciderà la data della solenne cerimonia di Beatificazione.

Suore Domenicane dello Spirito Santo

concreta dell’ideale domenicano Contemplari et contemplata aliis tradere che avrebbe trovato una sua espressione pratica e giuridica nella forma di vita delle Suore Domenicane di vita attiva allora nascenti nella Francia del Lacordaire. Con la benedizione del P. Jandel, allora Maestro Generale e del S. Padre Pio IX l’opera vide la luce l’11 novembre 1872 ed è tutt’ora, alla vigilia della beatificazione del P. Pio del Corona, attiva a Firenze, in Via Bolognese, 111.

VESCOVO A S. MINIATO Nel 1874 il Papa Pio IX, ricevutolo in udienza privata, gli comunicò la sua intenzione di nominarlo vescovo coadiutore di S. Miniato.

Egli si prostrò al S. Padre supplicandolo «Per amore di Dio, della Vergine e di San Pietro, per il bene della Chiesa» di liberarlo da tale gravoso incarico, ma il Papa imponendo le mani sul suo capo rispose «Per amore di Dio, della Vergine, e di S. Pietro, per il bene della Chiesa

e anche per amore di questo povero vecchio andate e state: Ibis et Statis».

Ricevette la Consacrazione Episcopale a Roma il 3 gennaio 1875 nella chiesa di S. Apollinare per mano del Cardinale Patrizi. Giunse a S.Miniato il 18 gennaio 1875.

Appena arrivato volle subito cominciare la vista pastorale alle 98 parrocchie della Diocesi iniziando da quella di S. Croce sull’Arno accolto e festeggiato con calore dalla popolazione.

Da vescovo di S. Miniato pur privilegiando le visite pastorali, la cura personale dei seminaristi come insegnante, l’attenzione speciale ai poveri, ammalati, carcerati, la direzione spirituale di innumerevoli persone, continuò la sua attività di studioso, scrittore fecondissimo, oratore rinomatissimo ricercato in tutta Italia e ovviamente di fondatore delle suore dell’asilo.

Il tutto inserito in un programma di vita spirituale personale che lascia ancora stupefatti per l’austerità e

intensità.

Predicò anche a Livorno dove si distinse in occasione delle celebrazioni del secondo centenario dell’incoronazione della Madonna di Montenero e del primo congresso nazionale mariano del 1895.

Divenne il 18° vescovo di S. Miniato nel 1897 alla morte del vescovo titolare. Per 32 anni esercitò il suo magistero: molti gli episodi di carità che si ricordano di lui. Ad un mendicante che, scalzo nei rigori dell’inverno, gli chiedeva la carità donò le sua scarpe e fece ritorno a casa indossando i soli calzini.

Ad una povera mendicante non avendo denaro con sé donò le fibbie d’argento delle sue scarpe.

Durante una visita a Bagni di Casciana in una notte tempestosa un uomo dall’aspetto burbero chiese di confessarsi dal vescovo; il parroco del luogo fece notare al vescovo che quell’uomo non si vedeva mai in chiesa: monsignor Del Corona gli andò incontro e lo invitò a salire in camera sua.

Dopo pochi minuti l’uomo se ne andò asciugandosi gli occhi. Il parroco meravigliato gli chiese «Ha fatto così presto?» Il Vescovo rispose: «Lui ha pianto, io ho pianto: il battesimo era bell’e fatto!»

LA MALATTIA E LA MORTE Nel 1906 si ammalò gravemente e chiese al papa Pio X di essere esonerato dall’incarico, ma il Papa non accettò le sue dimissioni e gli affiancò come Amministratore l’Arcivescovo di Pisa monsignor Maffi. Si ritirò da S. Miniato nel convento Domenicano di Fiesole dove per cinque anni si dedicò, nonostante la malattia, alla preghiera e all’istruzione delle suore e dei frati, nonché al conforto dei poveri nel giorno in cui il convento distribuiva le elemosine.

Al peggiorare della malattia volle ritirarsi a Firenze nel Monastero dell’ «L’Asilo» da lui fondato. Il 10 agosto 1912 ricevette l’estrema unzione e la benedizione papale in articulo mortis. La sua vita si spense, in concetto di santità, il 15 agosto 1912. Venne sepolto nel cimitero della Misericordia di Firenze. La sua tomba fu sempre meta di pellegrinaggi da parte di molti fedeli provenienti anche da S. Miniato e da Livorno Il 21 ottobre 1925 il suo corpo venne traslato nella cripta del Convento delle suore Domenicane in via Bolognese nel luogo che lui stesso aveva indicato Nel 1942 si è aperto il processo di beatificazione presso la Diocesi di S. Miniato. Nel febbraio 2001 venne effettuata la Ricognizione canonica dei suoi resti mortali del servo di Dio, alla presenza del Prefetto della Congregazione per le cause dei Santi cardinale José Saraiva Martins e del vescovo di Fiesole Giovannetti. La sua salma fu trovata in parte mummificata.

L’8 febbraio 2001 è stata posta dalla Madre generale della Congregazione da lui fondata, suor Osanna Tesi, una lapide a Livorno sulla casa natale in viale Caprera 51 e gli è stata dedicata una strada.

M.L. Fogolari Alcune notizie sono tratte dalla biografia di P.Angelo Belloni O.P e dal sito www.suore.it, curato dalla congregazione fondata da monsignor Del Corona

SANTI e BEATI

UN UOMO, UN VESCOVO, UN SANTO.........

VI

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

21 novembre 2010

AZIONE CATTOLICA Giovani

L’appuntamento dei DIACONI

L’incontro con monsignor Mario Meini, Vescovo di Fiesole

di Chiara Nobili

NUOVE PROPOSTE PER «ESSERE LUCE DEL MONDO» gni anno il Settore Giovani di Azione Cattolica della Diocesi di Livorno offre una serie di occasioni per incontrarsi. Incontrarsi nell’amicizia, nel confronto, nel dialogo, nella riflessione, nella preghiera, nell’azione. L’obiettivo è unico e cioè cercare come Cristo, la Parola di Dio, parla nella nostra vita: come essere luce del mondo e sale della terra, veri e autentici giovani cristiani nelle cose del mondo che viviamo, nel quale siamo chiamati ad essere protagonisti.

Non è semplice, lo sappiamo. La fascia d’età che copre il settore giovani infatti, va dal ragazzo che frequenta le scuole superiori al trentenne che, se al giorno d’oggi è fortunato, lavora. Tra questi i diplomandi, gli studenti universitari, i giovani che non hanno continuato gli studi e che magari non riescono a trovare un lavoro. È per questo che si cerca il più possibile di offrire varietà di proposte, per cercare di andare incontro a tutte le esigenze.

Una volta al mese a partire da novembre, la domenica alle 19,30, ci ritroviamo presso la sede diocesana AC (via sant’Andrea 71) per cenare insieme e passare il resto della serata alla luce di un tema: le modalità della serata potranno variare di volta in volta. Questi incontri sono aperti a giovani (18-30) e giovanissimi (1417).

Per il periodo di Natale, sempre per giovani e giovanissimi, ci sarà la possibilità di passare due giorni insieme (18-19 dicembre); presto disponibili i dettagli.

Solo ai giovani stavolta è rivolto l’invito per un weekend lungo ad Assisi ad aprile.

Ed infine, come sperimentato negli anni passati, l’esperienza della Convivenza. Non si fraintenda il termine, questo è certo. Si tratta di esperienza di vita comune presso il Seminario.

La proposta si prefigge di far sperimentare una forma di vita comune e di preghiera possibile e conciliabile con i propri ritmi di vita di studente o di lavoratore. Lo scopo è dunque quello di dare qualità alla propria vita , facendo si il seme del Vangelo e della fede in Cristo possa maggiormente germogliare e dare frutto nel concreto svolgersi della propria esistenza. In particolare vuole essere un laboratorio di vita animata dal vangelo del giorno in cui fare esperienza di ascolto, di sobrietà, di condivisione…

Il luogo del seminario chiarisce ulteriormente questa esperienza come la possibilità di interrogarsi e riflettere sulla forma stabile da dare alla propria vita in risposta al Dio di Gesù Cristo che chiama a spendersi per lui e per gli altri.

Di seguito tutte le date di quanto appena detto.

“Il diacono: uomo della Parola di Dio comunicata all’uomo”

O

RITROVI MENSILI PER GIOVANI E GIOVANISSIMI dalle ore 19,30 presso la Sede Ac, in via Sant’Andrea 71 con cena al sacco Domenica 14 NOVEMBRE 2010 Domenica 23 GENNAIO 2011 Domenica 20 FEBBRAIO 2011 Domenica 27 MARZO 2011 Domenica 29 MAGGIO 2011 RITIRI, WEEKEND E MOLTO DI PIU’…

18-19 DICEMBRE 2010 ritiro di Natale per giovani e giovanissimi 8-9-10 APRILE 2011 tre-giorni ad Assisi per giovani GIUGNO 2011 Camminata di più giorni tra i sentieri di montagna ESPERIENZA DI VITA COMUNE IN SEMINARIO 16-29 GENNAIO 2011 (giovani) 13-25 MARZO 2011 (giovanissimi) 22 MAGGIO- 3 GIUGNO 2011 (giovani) *Chiara Nobili, Vicepresidente Giovani Ac di Livorno, chianob@hotmail.it

Nella parrocchia di S. Teresa a Rosignano Solvay, la prima tappa del cammino di formazione dei diaconi permanenti della nostra Diocesi DI ANTONIO

DOMENICI

alorosamente accolti dai “padroni di casa” don Willy e il diacono Luigi i diaconi permanenti della Diocesi si sono ritrovati per il primo incontro del percorso di formazione 2010/2011 presso la Parrocchia di S.Teresa di Rosignano Solvay.

Ogni incontro è sempre l’occasione per farsi festa l’un con l’altro e ritrovarsi in un’atmosfera di famiglia. Questa volta alla gioia dello stare insieme si è aggiunto anche un bellissimo momento di crescita grazie all’intervento di monsignor Mario Meini, vescovo di Fiesole, che ci ha offerto una serie di spunti interessanti sulla figura del “diacono: uomo della Parola di Dio comunicata all’uomo”.

Il Vescovo ha iniziato la propria relazione partendo dalla Parola di Dio ed in particolare con la lettura del brano: Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l’hai appreso e che fin dall’infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.( 2 Tim 3, 14-16) Sottolineando la centralità di Cristo per la nostra vita di fede e l’importanza in questo della lettura e dell’approfondimento della Sacra Scrittura il vescovo di Fiesole ha suddiviso il proprio intervento in tre argomenti principali: la

C

Parola venerata, la Parola fondamento, la Parola annunciata.

LA PAROLA VENERATA Come teniamo la Bibbia nelle nostre case? Partendo da questa domanda provocatoria monsignor Meini ha voluto evidenziare come la Sacra Scrittura (“quella scrittura al termine della cui lettura diciamo “è Parola di Dio” e nessun altra”), debba essere considerata come “reale presenza del Signore in mezzo agli uomini” e per questo debba essere debitamente onorata. È proprio da questo che discende l’accurata “gestione” dell’Evangeliario durante le nostre celebrazioni e quindi la sua intronizzazione,la sua incensazione ed il bacio che viene dato dal ministro o dal Vescovo al termine della lettura del Vangelo.

La Parola oltre che essere onorata deve essere anche ascoltata.

Un’altra domanda provocatoria ha aperto questa seconda annotazione: quanto ascoltiamo la Parola nella nostra giornata?

La Parola dovrebbe essere letta continuamente; essendo “cibo spirituale” non dovrebbe essere quantitativamente inferiore al “cibo materiale” (“come non c’è giorno senza nutrimento materiale così non dovrebbe esserci giorno senza nutrimento spirituale”). Così come a seconda di chi incontriamo cambia il nostro modo di pensare, l’incontro con la Parola può cambiare la nostra vita. È Dio che può mettere le Sue parole sulla nostra bocca se sappiamo ascoltarlo.

Il semplice ascolto a volte non è sufficiente

I prossimi INCONTRI SABATO 27 NOVEMBRE ORE 16.00-19.00 Salone Parrocchia S. Luca a Stagno Mons. Basilio Petrà – Teologo Dogmatico – «Il ministero diaconale in persona Christi: differenze e concordanze tra il codice di Diritto Canonico della Chiesa ortodossa e quello della Chiesa latina» DOMENICA 19 DICEMBRE ORE 9.00-17.00 Parrocchia S. Elisabetta Anna Seton - Ritiro di Avvento (con pranzo offerto dalla comunità) Meditazione offerta da Mons.

Simone Giusti. Nel pomeriggio confronto

per cui dobbiamo anche parlare di Parola studiata nel senso che la Parola va compresa; dobbiamo ad esempio, sottolineava il vescovo di Fiesole, sfruttare le occasioni che ci dona la liturgia nell’offrirci la lettura di moltissimi libri della Bibbia, che potremmo di volta in volta approfondire e questo per essere a nostra volta più capaci lettori della Parola.

La Parola deve essere anche creduta. Che differenza c’è infatti tra un non credente che, pur nel suo ateismo, conosce a perfezione la Bibbia ed un cristiano che invece la pone a fondamento della propria vita di fede? La differenza è che per il cristiano la Parola deve essere “lampada ai suoi passi”, deve informare completamente la propria vita ed essere la bussola per ogni sua azione La Parola deve essere meditata. La meditazione, è diversa dallo studio; lo presuppone in quanto le basi di partenza sono sempre indispensabili ma, a differenza dello studio, la meditazione è il tentativo di rapportare la Parola letta con la mia vita, con la cultura contemporanea; lo studio mi porta a conoscere la parte letterale, la meditazione mi porta a conoscere “il mistero” e l’insegnamento che quella Parola letta può portare nella mia vita.

In continuità con la meditazione la Parola deve essere quindi conservata, nel senso che prima di metterla

in pratica dobbiamo fare memoria della Parola perché essa possa penetrare la nostra realtà La Parola infine deve essere attuata, dobbiamo cioè fare tesoro della “parte dinamica” della Parola; la Parola non è letta per fare cultura ma deve essere il vero criterio ispiratore della nostra vita; solo in questo modo “costruiamo sulla roccia”.

LA PAROLA DI DIO POSTA A FONDAMENTO Nella seconda parte del suo intervento monsignor Meini si è soffermato sulla centralità che la Parola deve avere nella nostra vita nel senso che essa deve essere la base di ogni nostro ragionamento, di ogni criterio di giudizio, essere l’energia che mi spinge ad impegnarmi.

Siamo in grado di ascoltare e “citare” la Parola nel confronto con la cultura moderna? Non per chiudermi nel fondamentalismo ma per entrare in dialogo!

Quanto della nostra morale viene dalla Parola di Dio? Ogni singola domanda portava ad eseguire un approfondito esame di coscienza riguardo al nostro rapporto con la Parola.

LA PAROLA PROCLAMATA Infine alcune altre sottolineature sulla lettura della Parola. La Parola deve essere letta “bene”, con calma. Le persone vengono in Chiesa con il “diritto” di essere colpiti dalla

Parola, è per questo che le letture devono essere fatte nel migliore dei modi; da come è letta, inoltre, si deve capire quanto il diacono l’ha capita e quanto creda in essa!

La Parola deve essere “predicata”. Altra domanda al “peperoncino”…

Quanto c’è di Bibbia nelle omelie e nelle catechesi? Così come fanno le api il compito di noi ministri è quello di assimilare per ridonare: luce (la cera), dolcezza (il miele) ed nutrimento (la pappa reale); ma soprattutto, come fanno le api, dobbiamo fare questo tutti insieme, vivendo cioè la nostra vita di fede in comunione.

Altra similitudine: se la Parola di Dio è il pane nell’omelia dobbiamo affettarla per poter dare a ciascuno la fetta giusta per lui; è proprio da questa capacità di poter donare a ciascuno il cibo di cui ha bisogno che possiamo toccare i cuori di ognuno e far si che possa tornare al Signore; spesso l’omelia può diventare il punto di partenza per una confessione!

La Parola deve essere confrontata; dobbiamo cioè proclamare la Parola innanzitutto confrontandosi con il mondo (“dobbiamo leggere il Vangelo ma anche il giornale!”). La Parola va calata nella vita concreta, dobbiamo toccare le corde sensibili delle persone, quello che stanno vivendo; dobbiamo tener conto anche della comunità che ci sta ascoltando, dobbiamo tener conto della “cultura diversa” di certe assemblee (es. la messa dei fanciulli e quella dei grandi); chi ci ascolta si deve sentire conosciuto!

Il pomeriggio è trascorso davvero molto velocemente. Le parole del Vescovo di Fiesole sono state, nella loro semplicità, illuminanti e ricche di spunti; sta a noi il cercare di applicarle nello svolgimento del nostro servizio, quando ce ne viene data la possibilità.

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

i fili della MEMORIA

21 novembre 2010

GLI SCRITTI DI DON ANGELI di Gianluca della Maggiore

Quando De Gasperi bacchettò i cattolici livornesi...

Nel 1944 una sua lettera dette la spallata decisiva alla fine dello scontro tra i cristiano sociali e la DC livornese i si riferisce che in seguito ad una deplorevole scissione il Partito della Democrazia Cristiana, non è rappresentato in codesto Comitato.

Confido che si vorrà rimediare quanto prima a questa situazione evidentemente anomala e in contrasto con la collaborazione dei partiti governativi e di tutti gli altri comitati di collegamento fra gli stessi partiti; e che non ci sia quindi bisogno di appellare al Comitato Centrale. Voglia avere la cortesia di darmene assicurazione». Era il 20 settembre del 1944 quando sul tavolo del presidente del Comitato di Liberazione Nazionale di Livorno, conte Lorenzo Ruelle, arrivò questa lettera dai toni molto duri. L’indirizzo del mittente non lasciava spazio a dubbi: Piazza del Gesù 46, Roma. A scrivere era infatti Alcide De Gasperi in persona (nella foto con Giorgio La Pira), il politico trentino che da poche settimane era stato eletto all’unanimità Segretario politico della Dc (era il 30 luglio ‘44) nel IV congresso del partito a Napoli. A non andar giù al futuro Presidente del consiglio era trovare i cattolici rappresentati nel Cln livornese dal Partito Cristiano Sociale e non dalla Democrazia Cristiana (che a Livorno però era nata tre giorni dopo la liberazione della città, il 22 luglio del ’44).

«C

L’UNITÀ DEI CATTOLICI PRIMA DI TUTTO La lettera in questione è uno dei rarissimi interventi diretti di De Gasperi

nella vita politica livornese: com’è noto i ponti “romani” con la Dc livornese furono poi in gran parte dominati nell’immediato dopoguerra dal reatino Attilio Piccioni (fratello di Giovanni, allora vescovo di Livorno) e, soprattutto, dai pontederesi Giovanni Gronchi e Giuseppe Togni. Ma perché un intervento così duro da parte di De Gasperi? Perché quella era una fase clou per ridisegnare il futuro democratico di un Paese ancora in guerra e per mettere le basi al ruolo dei cattolici nella ricostruzione. E De Gasperi aveva le idee molto chiare già da tempo: in quella fase serviva un partito cattolico che non alimentasse la spaccatura del Paese, ma che, al contrario, tentasse di ricucirla attraverso l’unità.

Già nel 1938 scriveva ad Adriano Ossicini, il maggiore leader della Sinistra Cristiana: «Abbiamo bisogno dell’unità di tutti i cattolici per avere la pos-

sibilità di prendere il potere, perché non esiste ancora una forza in Italia che alla caduta del fascismo possa garantire il passaggio senza traumi dalla situazione alla quale il fascismo ci ha portati ad una situazione democratica». Concetti che in quell’estate del ’44 con la liberazione di Roma (4 giugno) e Firenze (11 agosto) e l’assestamento degli alleati sulla linea gotica, sembrarono sempre più chiari anche nelle stanze della Santa Sede, dove da tempo De Gasperi aveva un alleato prezioso nel futuro Paolo VI,

allora sostituto alla segreteria di Stato, monsignor Giovanni Battista Montini. Tra il ’44 e il ’45 si posero dunque le fondamenta per l’unità dei cattolici nella Dc: e a farne le spese furono quelle forze politiche cattoliche troppo caratterizzate a destra o a sinistra come la Sinistra Cristiana, il Movimento dei cattolici comunisti e appunto il Partito cristiano sociale.

LA DISPUTA LIVORNESE TRA DC E PCS Certo è che su Livorno l’intervento di De Gasperi se non fu immediata-

L’INIZIATIVA DEL "CENTRO" FINO AL 22 NOVEMBRE

In via della Madonna una mostra sullo statista l politico pensa ai voti, lo statista pensa ai nipoti». Citando queste parole di De «consiliare IGasperi il presidente della Provincia Giorgio Kutufà ha presentato nella sala della Provincia la mostra che l’associazione culturale “Il Centro” sta dedicando in questi giorni al grande statista cattolico (nella foto l’inaugurazione). «Alcide De Gasperi: dalla ricostruzione dell’Italia alla costruzione dell’Europa» è il titolo della mostra che sarà visitabile fino al 22 novembre nella ex Chiesa degli Armeni in via della Madonna. «Questa iniziativa de Il Centro – spiega il presidente Enrico Dello Sbarba – è rivolta, in via prioritaria, agli studenti che frequentano gli Istituti superiori (la mostra proseguirà in altre località della provincia): vogliamo veramente augurarci che sia loro possibile visitare questa mostra per comprendere il ruolo essenziale che lo statista trentino ha mirabilmente svolto in quel decennio così difficile non solo per i problemi legati alla ricostruzione morale e materiale del paese ma anche per la grave situazione internazionale che si era inopinatamente creata nel dopoguerra e che provocò una gravissima spaccatura dell’Europa con due zone di influenza, quella occidentale e quella orientale dominata dal comunismo sovietico». All’inaugurazione della mostra (22 pannelli che riproducono gli aspetti più salienti dell’impegno di De Gasperi nel decennio 1944-1954) erano presenti oltre al presidente della Provincia anche gli onorevoli Enzo Carra, Egidio Pedrini, Ivo Butini.

mente risolutore, dette una spallata decisiva al futuro politico dei cattolici livornesi. Il conte Ruelle ebbe altri colloqui con Attilio Piccioni e il 14 novembre arrivò alla Dc la lettera che tutti aspettavano nella sede del partito in via dell’Indipendenza: «Vi comunichiamo – si leggeva che il C.L.N. Federazione di Livorno, ha deliberato di ammettere a far parte del Comitato stesso i rappresentanti della Democrazia Cristiana in quanto tale Partito fa parte di quelli componenti il Comitato Centrale del C.L.N». Una missiva che poneva fine ad uno scontro che dall’estate del ’44, con l’arresto del "comandante" don Angeli da parte della Gestapo, aveva messo l’uno contro l’altro le due correnti livornesi dei cattolici in politica. I cristiano sociali, tassello clou della resistenza e cofondatori del Cln livornese il 9 settembre del ’43, dovettero soccombere: le ragioni della storia avevano macinato il loro slancio ideale nel tritatutto del necessario pragmatismo degasperiano.

L’articolo di questa pagina è tratto in gran parte dalle notizie contenute in G. DELLA MAGGIORE, Dio ci ha creati liberi, Livorno, Editasca, 2008.

IL CLIMA DELLE ELEZIONI DEL 18 APRILE NEI RICORDI DEI LIVORNESI

E nel ’48 i livornesi tutti a Pisa ad ascoltare il politico trentino in piazza dei Miracoli ome sventolava la bandiera del nostro circolo a fianco di De Gasperi in quel lontano comizio del ’48 in piazza dei Miracoli a Pisa davanti a 100mila persone!». Così ricordava di recente Arnaldo Paggetti, da poco scomparso: allora era presidente del circolo di Azione Cattolica “Guido Negri” di S. Andrea che fu tra i più attivi nella campagna per le elezioni spartiacque del 18 aprile. Di fatto quella giornata con De Gasperi a Pisa ai primi di aprile del ’48 è rimasta scolpita nella memoria di chi allora si impegnò a fondo nei comitati civici pro-Democrazia Cristiana. «Nel ricordo di tutti rimane più impresso il comizio di De Gasperi a Pisa», rievocava-

VII

«C

Anni ’50: Dino Lugetti stringe la mano a De Gasperi alla stazione di Livorno

no Dino Lugetti, allora ai vertici della Dc e della Ac, e Mario Razzauti, a capo dei comitati civici diocesani, nel 1987. «Tutte le associazioni di Ac – aggiungevano – parteciparono in massa alle propaganda per le elezioni: dai più piccoli ai più grandi».

Il clima da guerra fredda

era infuocato e i pericoli non mancavano: «Distribuire volantini e vendere giornali, fare comizi e tenere riunioni in un clima che, a dir poco, richiedeva coraggio. Attaccati in pieno giorno i manifesti in una strada, arrivati in fondo dovevi ricominciare perché i “compagni” li

avevano, nel frattempo, tutti staccati». Ecco perché, continuavano nel racconto, «alcuni genitori non permettevano ai figli di cimentarsi in simili imprese». E allora si ricorreva ad uno stratagemma (non proprio ortodosso…): «per l’occasione alcuni assistenti ecclesiastici – raccontavano Lugetti e Razzauti - promisero l’assoluzione ad alcuni giovani che facevano credere in famiglia di andare a qualche festa di amici: si usciva in abito scuro e cravatta (allora si usava così) e si indossavano gli abiti da attacchino in casa del parroco. Compiuto il lavoro di propaganda elettorale, una buona ripulita, cambiamento di vestito e di nuovo a casa». Anche questo accadeva nel memorabile ’48.

La formula degasperiana nei rapporti Chiesa-Dc Negli anni ’50 don Roberto Angeli scrisse diversi articoli riguardanti Alcide De Gasperi sui giornali cattolici italiani. Il più importante è quello che pubblico nell’agosto del 1957 sul Corriere della Valtellina, settimanale della Democrazia Cristiana di Sondrio. L’articolo venne poi inserito anche nel libro di don Angeli: Pionieri del movimento democratico cristiano, Roma, Cinque Lune, 1959. Di seguito riportiamo un interessante stralcio di quell’articolo che riguarda i rapporti tra la Dc e la Chiesa secondo il disegno degasperiano.

De Gasperi tracciava con limpida precisione (ed era questa una delle sue preoccupazioni maggiori) i rapporti tra gli organi politici - partiti e Stato - e l’organizzazione religiosa: «nell’azione politica futura ci proponiamo di dare a Dio quello che è di Dio e a Cesare quello che è di Cesare... Lo Stato deve essere consapevole del vincolo eminentemente etico che lo lega alla vita individuale e sociale, e dell’essenziale dipendenza che lo unisce alla volontà del Creatore... Il Partito è uno strumento organizzativo atto a fungere su di un solo settore della nostra comunità nazionale, quello dello Stato, ed è consapevole che altri organi sociali agiscono nello stesso tempo e nello stesso spazio su diversi piani:... al di fuori e al disopra la società religiosa, cioè la Chiesa con le sue forze spirituali e organizzative (Azione Cattolica); al di sotto le società culturali con le loro autonomie». E soggiungeva per maggiore precisione: «La questione della aconfessionalità - intesa come tendenza a non impegnare in rivendicazioni di politica concreta l’autorità ecclesiastica - non ha più risonanza dopo che i nuovi statuti di Pio XII circoscrivono esattamente la sfera di attività dell’Azione Cattolica, e i Trattati lateranensi hanno tolto per sempre ogni riserva richiesta in passato dal mancato accordo fra l’Italia e la S. Sede».

De Gasperi rimase sempre tenacemente fedele a questi principi, nonostante le ripetute campagne denigratorie condotte dai gruppi di «laicisti» (sia di parte liberale che socialista), che non riuscivano a concepire uno statista cattolico se non in funzione di braccio secolare della Chiesa; vi rimase fedele, nonostante la larvata ostilità di alcuni ambienti cattolici, «integralisti» o meno, incapaci di capire le grandi lezioni della storia, incapaci di sganciarsi dalla vecchia retorica e dai vecchi idoli di uno sterile clericalismo. Vi rimase fedele al punto di rammaricarsi quando l’Azione Cattolica o i Comitati Civici assunsero posizioni politiche estranee ai loro compiti anche se, talvolta, in appoggio al governo. Una delle sue maggiori benemerenze fu quello di trarre i cattolici italiani fuori «dello storico steccato politico» che li aveva opposti - come i guelfi ai ghibellini - allo Stato ed alle istituzioni civili nate dal Risorgimento.

VIII

TOSCANA OGGI 21 novembre 2010

LA SETTIMANA DI LIVORNO