IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
di mons. Alberto Ablondi
legge dominante di ogni vocazione il «gratuito da accogliere». Direi È però che nel prete questa dimensione è accentuata, tanto da dover diventare esemplare. È importante perciò che il prete ed il laico siano consapevoli che nella vita il «gratuito» si presetna in un orizzonte veramente vasto ma non sempre facile. Perché «gratuito» non è affatto sinonimo di facilità. Il Padre che me lo offre, spesso, ha la mano vellutata dei momenti facili, ma anche la mano ruvida dei momenti faticosi. Oggi in questa giornata che ricorda l’istituzione del Ministero Presbiterale, voglio pensare che nel panorama del «gratuito da accogliere» si presenta anzitutto il gratuito della vocazione al presbiterato. (MESSA DEL CRISMA 1987)
2 dicembre 2012
I primi cinque anni del vescovo Simone
Testimone della speranza cristiana Il 2 dicembre del 2007 cominciava l’episcopato di monsignor Giusti DI
NICOLA SANGIACOMO
ono passati cinque anni da quando monsignor Giusti ha fatto il suo ingresso come Pastore della Chiesa livornese: era infatti il 2 dicembre del 2007, prima domenica del tempo di Avvento, quando il nuovo Vescovo si presentò alla diocesi. Erano i giorni in cui i livornesi conoscevano monsignor Simone soprattutto come il prete pisano mandato dal Papa a fare il Vescovo a Livorno, pochi lo conoscevano davvero o avevano provato ad approfondire la sua personalità, almeno sulla base del ricco bagaglio di esperienze ecclesiali già fatte. Ma fin dalla sua prima uscita pubblica livornese monsignor Giusti seppe smentire questo luogo comune a cui fece riferimento
S
anche nella sua prima omelia: “Sono felice ma con qualche tremore, e non certamente per essere un pisano a Livorno: conosco troppo bene la vostra ospitalità e la vostra fede per preoccuparmi di questo”. In quel primo discorso da Vescovo di Livorno disse che avrebbe voluto essere, prima di tutto, testimone della speranza cristiana (“quella che vince il dolore e la morte a vantaggio della vita, della vita eterna”) e tracciò le linee di quella che sarebbe stata la sua missione episcopale: “occorrerà promuovere una Chiesa viva in mezzo al popolo, una Chiesa che è casa aperta a tutti, una Chiesa missionaria, una Chiesa segno e strumento visibile ed efficace di liberazione dell’uomo”. In questo senso colpì molto la sua prima
L’EVENTO DI DICEMBRE DEL PROGETTO CULTURALE DIOCESANO
Tra cielo e terra: aperti al Mistero Giovedì 6 Dicembre al Museo di Storia Naturale (via Roma) due momenti per andare oltre i confini terrestri: appuntamento con gli scienziati per capire le nuove scoperte e riflettere sulla vita nell’universo. Il professor Piero Benvenuti, astrofisico, docente all’Università di Padova e l’ingegner Valfredo Zolesi, ricercatore aerospaziale, fondatore della Kayser Italia, incontrano gli studenti degli Istituti superiori al mattino (ore 10.30) e nel pomeriggio (ore 17.30), insieme a monsignor Giusti, aprono il dialogo tra scienza e fede n questo momento in cui le scoperte scientifiche si moltiplicano, occorre avere il coraggio di ripensare i modelli scientifici interpretativi. Oggi il rischio è di avere una scienza che cade nell’accademismo, che si è data delle definizioni di cosa è scientifico e cosa non lo è, ma dinanzi alle novità dirompenti non è capace di rimettere in discussione certe definizioni e vorrebbe comprimere la realtà in esse. Un eccesso di accademismo che arriva anche ad affermazioni
I
paradossali quali ad esempio: è reale solo tutto ciò che è riproducibile in laboratorio; ma se pensiamo alla vita, essa è un’opportunità che nella storia si è manifestata solo una volta e non è ancora di fatto riproducibile in laboratorio, questo forse significa che la vita non sia reale e quindi che non sia vera? Ecco quindi il coraggio di “rivedere” certe definizioni ed i modelli interpretativi. La scienza ha bisogno di nuovi schemi che le aprano ad ulteriori orizzonti e quale significativa apertura sarebbe quella
al Mistero? Alla fede? E poi ancora: Ciò che sappiamo non è il Tutto, ma solo ciò che crediamo di sapere? Ed ancora: qual è l’uso che l’uomo fa della conoscenza? Quanto quest’uso incide sui suoi comportamenti per il bene comune? Interrogativi diversi e ampi che saranno sollevati nel corso della giornata di studi promossa dal Progetto Culturale diocesano per il 6 dicembre, nelle sale del Museo di Storia Naturale (per gentile concessione della Provincia).
Nell’occasione saranno presentati anche due libri, editi dalla casa editrice diocesana Pharus editore librario, nella collana Stenone (le copertine qui sopra ndr): TRA IL FIORE E IL COMPUTER di Valfredo Zolesi, che si arricchisce di una storyboard disegnata da Lorenzo Bernardini e di schede didattiche preparate dal professor Filippo Arru e IN SAECULA SAECULORUM di Piero Benvenuti sulle dinamiche spazio temporali.
intervista televisiva, al termine della Messa, in cui affermò che si sarebbe impegnato perché a Livorno fossero concretamente riconosciuti i diritti biblici alla casa e al lavoro. Mi piace sottolineare, proprio in occasione di questo anniversario, come quell’annuncio sorprendente abbia avuto un seguito negli anni successivi. Questo aspetto non esaurisce ovviamente il ministero del vescovo Giusti, ma è indicativo di come abbia voluto affrontare il suo servizio in questi cinque anni. Si era all’inizio (ma pochissimi se ne erano già accorti) di una drammatica crisi economica, la più grave del dopoguerra; una crisi che non è ancora finita e che sta spiegando ancora oggi i suoi effetti più gravi, allargando moltissimo la fascia della popolazione che possiamo considerare povera. Cosa significhi per qualunque persona avere una casa dove abitare e un lavoro con il quale sostenersi è diventato oggi ancora più evidente. In questi primi anni di episcopato monsignor Giusti si è impegnato, tra le altre cose, per rendere concreti questi diritti attraverso segni efficaci realizzati direttamente dalla Chiesa livornese, ma anche con il coinvolgimento dei vari soggetti politici ed istituzionali cittadini nella difesa dei diritti dei più poveri. Proprio un anno fa, in questi giorni, lanciò pubblicamente l’idea di dare vita a una lobby per i poveri di cui si cominciano a vedere oggi le prime realizzazioni concrete. Per tanti livornesi, anche tra coloro che non frequentano abitualmente le chiese, monsignor Giusti non è più quindi il parroco pisano mandato a fare il Vescovo a Livorno, ma è una persona autorevole che si impegna con fede e passione per il bene della comunità cristiana e della città tutta, soprattutto, dei suoi concittadini più poveri.