La Settimana - n. 7 del 21 febbraio 2010

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IL CONVEGNO DIOCESANO DI QUARESIMA

Dalla paura alla sicurezza: per una spiritualità dell’accoglienza Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

21 febbraio 2010

iovedì 18 e venerdì 19 febbraio, due giornate preparate dalla G Caritas diocesana per trattare il tema della Sicurezza, nei suoi diversi aspetti. La Chiesa ha il compito di far emergere le paure che nascono dai bisogni quotidiani e che turbano la gente; paure che, mancando di risposte positive, generano insicurezze da combattere per contribuire a disegnare un futuro di speranza e di convivenza serena. Il convegno si conclude VENERDÌ 19 FEBBRAIO con questo programma: alle 17,30 preghiera guidata dal Vescovo; alle 17,45 intervento di mons. Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes: «Aspetti pastorali (rif. Dottrina sociale della Chiesa e Caritas in veritate); alle 18,45 Testimonianze, alle 19,15 chiusura del Vescovo.

LA GIORNATA DEL MALATO

LA FEDE, UN SUGGERIMENTO ALLA RAGIONE ella giornata del malato, l’11 febbraio, che coinciN de con il giorno dell’apparizione della Vergine Maria a Lourdes, nella cappella dell’ospedale è stata

Le ragioni della fede attraverso la scienza DI

FLAVIA MARCO

l filo che corre tra la «settimana della vita» e l’Accademia Navale è costituito dall’attenzione alla persona, dalla centralità della dignità umana, dall’amore per la scienza, per la ragione e per la ricerca della Verità: questo il cuore del discorso introduttivo dell’ammiraglio Pierluigi Rosati che ha voluto sottolineare come l’Accademia sia stato veramente il teatro più adatto ad ospitare la conferenza «Dalle stalle alle stelle». Gli ha fatto eco il vescovo monsignor Simone Giusti, ringraziando l’Accademia per aver ospitato questa iniziativa e tracciandone la finalità: la nostra società è in continuo movimento ma questo non deve spaventare bensì spronare tutti nella ricerca di un’etica condivisa, assolutamente necessaria per costruire una nuova civiltà. La scienza viene decisamente in aiuto riuscendo a fornirci delle evidenze (dei concetti o dei fatti che non è possibile negare), dei punti di riferimento su cui poter costruire. La Chiesa, che da sempre è stata promulgatrice di cultura, sta lavorando proprio per creare questa «base comune».

I

DALLA STALLA DI BETLEMME ALLE STELLE Il professor Piero Benvenuti, astrofisico, docente all’Università di Padova, ha aperto la conferenza spiegando la necessità di far sì che la via conoscitiva della scienza possa integrarsi con altre vie, quali la filosofia e la fede, la quale, sola può portare alla Verità. Dopo questa importante premessa, il professore si è volto verso l’astronomia, la scienza che più porta verso la trascendenza perché invita a guardare verso l’alto, ed anche i magi ed i pastori guardarono verso l’alto e, vedendo la cometa, si misero in cammino. Questo, spiega il professore, è proprio l’attitudine dello scienziato il quale, di fronte ad un fatto che non sa spiegare si mette in cammino fino a giungere alla fede. Ma quali sono i fatti che oggi spingono lo scienziato a «mettersi in cammino»? Anzitutto il cielo stellato, così alto e immenso, di

fronte al quale tutti gli uomini hanno provato meraviglia ed inquietudine o vera e propria paura, esso è un limite per l’uomo, come la siepe leopardiana, costringe l’uomo a pensare oltre, a Qualcuno che sia responsabile di tutta questa vastità. Anche il moto erratico ma ordinato dei pianeti è sempre stato fattore di ansia per l’uomo di tutti i tempi che ha cercato di capire come questa regolarità fosse possibile. Attraverso una corsa nel tempo il professore ha spiegato tutti i modelli elaborati dagli scienziati soffermandosi su quello aristotelico integrato nella Scolastica che fu capace di soddisfare le istanze dell’uomo tanto da permettere l’integrazione delle scienze ad esempio attraverso la poesia di Dante. Tale equilibrio sarà rotto, poi, dalle scoperte di Galileo ed il problema dell’uomo si ripresenterà: perché la natura, così essenziale e funzionale nelle sue manifestazioni, mostra tanta sfarzosità nel cielo? Qual è il rapporto tra questa immensità e l’uomo? La risposta ci viene suggerita dalla scienza che è riuscita ad andare indietro nel tempo fino a 14 miliardi di anni fa riuscendo a scoprire che «siamo figli delle stelle», così si è espresso il professore, perché ogni elemento trae la sua origine dalle stelle. Ed infine, il terzo segno incomprensibile per la scienziato oggi è dato dalla composizione dell’Universo stesso: il 70% della «materia astronomica» non ha neanche nome perché nessuno sa che cosa sia, probabilmente non è neanche materia. Anche questo spinge ad andare oltre: la scienza non riuscirà mai a comprendere tutto il mistero dell’Universo che è inesauribile. La relazione del professor Benvenuti si è conclusa con un riferimento allo Spirito il quale, solo, rivela il vero significato della Creazione ed il senso della vita specificando, poi, come non dobbiamo mai correre il rischio di identificare l’atto creativo con il big-bang in quanto l’atto creativo crea anche il tempo e lo spazio mentre il big-bang si riferisce a tutta la vita dell’universo ed unisce le dimensioni spazio temporali. Soltanto l’incarnazione di Cristo ha

Nella Settimana della vita la conferenza dell’astrofisico Benvenuti, promossa dalla commissione scientifica del Progetto culturale. La potenza creatrice è un mistero anche per gli scienziati

celebrata una Messa molto partecipata: la chiesa gremita ha cantato insieme al gruppo del «Rinnovamento nello Spirito», ha ascoltato attenta l’omelia del Vescovo ed ha mostrato, attraverso la presenza di medici, infermieri, volontari PAV e semplici fedeli, quanto sia fondamentale riconoscere nel malato Cristo stesso. L’amore materno di Maria per i suoi figli rivela al mondo intero che la morte è vinta: questo il cuore dell’omelia del Vescovo. Che senso hanno i 64 miracoli riconosciuti dalla Chiesa avvenuti a Lourdes e le 753 apparizioni di Maria, anch’esse accertate dalla Chiesa, cui sempre si accompagnano molte grazie, di fronte al mistero della malattia e della morte? Il Vescovo risponde con una dimostrazione quasi matematica ad indicare come «la fede sia un suggerimento alla ragione», riprendendo le parole del Santo Padre Benedetto XVI: come nessuno di noi teme di addormentarsi poiché è sicuro di risvegliarsi al mattino così l’uomo può morire con la certezza che questa non segni la fine della vita bensì sia la porta aperta ad una vita senza fine. Ma come possiamo essere sicuri di questo? Il Vescovo risponde, citando una frase del Vangelo, «se non credete alle mie parole credete almeno alle mie opere»: l’uomo ha bisogno di segni visibili e che cosa sono i tanti miracoli che Maria compie per i suoi figli se non segni tangibili della vittoria sulla morte e sulla malattia? E quando un fenomeno si ripete più volte e non vi è altra spiegazione se non la fede nel Signore Gesù allora possiamo razionalmente credere alle sue Parole. La giornata del malato è proseguita con l’adorazione eucaristica, adorazione di quel pane di vita che permette di non temere la morte, di chiamarla anche «sorella», come faceva San Francesco, o parto al cielo perché sicuri che non finisce niente ma che, anzi, veniamo dati alla vita. F.M.

creato un contatto tra il tempo ed il Logos (il principio creatore) indicando così come la salvezza riguardi tutti gli uomini di tutto lo spazio e di tutti tempi. L’UOMO AL FIANCO DI DIO Il secondo intervento è stato condotto dall’ingegner Valfredo Zolesi fondatore di Kayser Italia nonché diacono della nostra Diocesi che ha specificato come la probabilità che nell’Universo siano esistite o esistano altre forme di vita sia molto alta: infatti tutto l’Universo è orientato verso una trasformazione continua che permette la vita per cui l’uomo non può pensare di essere uno scherzo di Dio ma, piuttosto chiamato ad essere cocreatore. LA NATURA E LE FORME DI COOPERAZIONE Il professor Ludovico Galleni, docente di zoologia all’Università di agraria a Pisa, sempre in tema di «opera creatrice dell’universo, ha fornito una rapida spiegazione di come l’evoluzionismo darwiniano non abbia quei caratteri di casualità e di competizione, di lotta per la sopravvivenza, tanto accentuati dallo scienziato inglese, bensì si basi su forme di cooperazioni tra gli organismi e di evoluzioni temporali della natura, proprio come ipotizzò lo scienziato Niels

Nelle foto: a lato, il tavolo dei relatori e, sopra, la platea presente alla conferenza (foto Accademia Navale); in alto l’affresco di Giotto (Adorazione dei Magi) della Cappella degli Scrovegni in cui è evidente una cometa disegnata secondo le conoscenze astronomiche del tempo

Stensen, ovvero il beato Niccolò Stenone. Vediamo, infatti, molti esempi per cui per sopravvivere si è dato vita a forme di cooperazione ed altri esempi di modulazione. Senza contare che la vita è possibile perché si mantiene la biosfera, l’unica che permette la vita e non grazie alla lotta per la sopravvivenza. Per questo occorre che l’uomo oggi più che mai

salvaguardi l’ambiente che lo circonda e rispetti questi equilibri della natura. A conclusione di questi interventi il Vescovo ha tirato le fila della conferenza: evidenziando come esista un principio creatore fuori dal tempo, la vera domanda allora da porsi è «Chi è questa realtà increata e creatice?».


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