La Settimana - n. 9 del 6 marzo 2011

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IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

6 marzo 2011

di Eleazar

L’amicizia si purifica realmente –ne ho fatto l’esperienza- avvicinandoci all’amico, mediante un incontro più intimo con lui; e ciò significa avvicinarsi insieme a Dio. Si tratta in definitiva di un’altra maniera di comprendere che per avvicinarsi all’amico occorre avvicinarsi a Dio (E. van BROECKOVEN) L’amicizia è la relazione forse più profonda che possiamo sperimentare. E può attraversare e fecondare ogni rapporto: da quello fra i coniugi a quello tra l’uomo e Dio. Non a caso Gesù in uno slancio di massima confidenza, alla vigilia della sua morte, dice ai suoi discepoli: “Non vi chiamo più servi….ma vi ho chiamato amici” (Gv 15, 15), misurando allo stesso tempo il grado dell’amicizia dalla capacità di offrire se stesso per l’altro: “nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15, 13). E allora è proprio vero che un’amicizia è autentica quando nella relazione si fa spazio al Signore Gesù, quando cioè gli amici possono guardarsi in Lui e a partire da Lui imparare a prendersi cura di se stessi e l’uno dell’altro. E’ questa la nostra esperienza?

ALLA CHIESA DI SANTA CATERINA

Due ali per volare oltre la morte

Una Messa per l’Italia Il messaggio di Quaresima di monsignor Giusti er oltrepassare i confini della morte Dio ci ha donato due ali: l’amore e la verità, ma non sempre riusciamo a volare… dobbiamo imparare ad usarle e la Quaresima è il tempo propizio per farlo. Il dramma più grande di Dio è quello di vedere i suoi figli rassegnati alla morte, come se essa fosse invincibile, un limite invalicabile, un confine estremo. Proviamo in questo tempo che ci prepara alla Pasqua a fare un cammino insieme. Proviamo a camminare con Gesù verso Gerusalemme. Abbiamo quaranta giorni a disposizione.

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Il cammino di Gesù è deliberato e consapevole, cosciente nelle sue tappe, doloroso anche nel giorno dell’acclamazione perché preludio drammatico al tradimento e alla passione, ma anche premessa necessaria alla morte e resurrezione. Gesù non ha cercato il sacrificio né la morte bensì la liberazione del suo popolo e di tutte le genti dalla morte. La Quaresima è il tempo della rivelazione piena di Gesù al suo popolo, il tempo della manifestazione dell’avvento, promesso da secoli dai profeti, del Regno di Dio e del Messia.

L’amore e la verità sono le due ali che Dio ci ha donato per varcare i confini della morte. Nel messaggio del vescovo Simone, l’invito ad «imparare a volare» durante questo tempo di Quaresima pura follia di un uomo e la resurrezione dai morti diventa un evento incredibile perché per me, che sono senza amore, la morte rappresenta l’ultimo passo della vita. Se invece amo, non posso accettare che la morte di chi ho amato sia l’ultimo atto della sua vita. Anche per me infatti questo significherebbe l’impossibilità ad essere felice, perché chi amo non c’è più. Mentre la felicità è possibile soltanto nell’amore. Se amo comprendi Gesù e la sua determinazione a vincere la nemica di sempre: la

morte. Se amo chi mi è stato strappato dalla morte, capisco perché Gesù accettò qualunque sacrificio pur di liberare dalla morte tutti suoi amici, tutti i suoi fratelli. Cosa farebbe una mamma per liberare dalla morte suo figlio? Tutto. Non si può essere pienamente felici se anche gli altri che amiamo non lo sono e non sono con noi. Questo è Dio: un amore senza limiti perché un padre, una mamma di smisurato affetto per i suoi figli. Questo è il dramma di Dio: non essere riconosciuto buono e non essere amato;

Affinché noi tutti avessimo la vita e l’avessimo in abbondanza Gesù ha donato la propria vita. Da qui l’insegnamento che noi dovremmo cogliere per la nostra esistenza: solo chi ama e sa perdersi per l’altro, volerà oltre la morte. Se esisto solo io e gli altri non sono altro che un paesaggio mutevole, che passa con il trascorrere dei giorni, degli anni, e nessun volto si imprime in maniera indelebile nel mio cuore, la Quaresima per me diventa incomprensibile: la passione e morte di Gesù sono solo la

vedere dimenticate le parole di Gesù Cristo e con esse il suo dono estremo sulla croce. Questo il dramma di Dio: vedere i suoi figli rassegnati alla morte, che cercano la felicità solo nella vita terrena e niente più. Ma l’uomo che in Ulisse ha un prototipo, non accetta confini invalicabili. Le colonne di Ercole sono state varcate da secoli, così la morte, in Gesù Cristo. Essa è stata vinta dall’uomo di Nazareth e innumerevoli sono i testimoni di questa vittoria. Oggi anche noi ne siamo i testimoni: ogni qual volta la Chiesa per proclamare un beato, chiede segni chiari e inequivocabili dell’essere vittoriosi sulla morte. Così come ha fatto anche Papa Giovanni Paolo II, che a maggio sarà beatificato: egli ha gridato, ha segnato la sua vittoria, vincendo, come Gesù, il male e la morte che aveva attanagliato nella sua tragica presa tante persone, fra le quale quella donna a Bordeaux, miracolosamente guarita proprio per intercessione di Papa Wojtyla. Per lei sembrava ormai imminente la fine ed invece è stata di nuovo la pasqua di Resurrezione, è stata la vittoria della vita sulla morte. Il 1 maggio Giovanni Paolo II verrà proclamato vincitore sulla morte: beato! L’uomo non accetta confini al suo desiderio di conoscenza, né al suo desiderio di vita ed ha ragione, perché egli è stato creato per essere, per la conoscenza, per la verità, creato per l’amore.

A PAGINA 6 E 7 I SERVIZI SUL CONVEGNO «TUTTI DALLA PARTE DELLA VITA»

Viviamo la Quaresima come il tempo propizio per imparare a volare oltre i confini della morte, le ali ce le ha donate Dio stesso: sono l’amore e la verità, esse sono e saranno per sempre. + Simone Vescovo

150 anni dall’avvento dell’unità d’Italia, la A Chiesa che è in Livorno vuole innalzare a Dio una preghiera corale affinché benedica il nostro Paese, le nostre famiglie e doni saggezza ai nostri governanti e lavoro dignitoso a tutti. Da qui l’idea di celebrare una Messa solenne anche nella nostra città, per ringraziare il Signore per questi ultimi 65 anni di storia Patria vissuti in pace con tutti i popoli vicini e lontani. La pace è una conquista irrinunciabile e va costantemente difesa incrementando lo spirito europeo e l‘educazione alla mondialità e alla fraternità fra i popoli e tutti gli uomini. La concelebrazione insieme ai fratelli sacerdoti della Diocesi, che presiederò il prossimo 16 marzo alle 18 nella chiesa di S. Caterina, e a cui sono inviatati a partecipare tutti i livornesi con le autorità, sarà anche l’occasione per ricordare e pregare per tutti coloro che ieri e oggi hanno dato e danno la vita per il nostro paese, per la sua difesa e la salvaguardia del suo territorio. + Simone, Vescovo

Venerdì 25 marzo alle 16.30 in via delle Galere

HA ANCORA SENSO IL MATRIMONIO CIVILE? Il convegno organizzato dalla Commissione giuridica del Progetto culturale diocesano a Commissione giuridica del Progetto culturale diocesano ha organizzato per venerdì 25 marzo al centro culturale in via delle Galere, un convegno per approfondire il tema delle unioni di fatto e del matrimonio civile. Al convegno interverranno il professor Francesco Busnelli, ordinario di diritto privato presso la Scuola superiore S. Anna di Pisa, che illustrerà gli aspetti civilistici della questione e il professor Francesco Dal Canto, vice preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa, che presenterà invece gli aspetti costituzionali. L’inizio del convegno è previsto per le 16.30.

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