ies Trieste Lifestyle #4

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Città da scoprire

Quando soffia ‘il fiato di Trieste’, scopri l’anima della città – When “Trieste breathes”, it is time to discover the city’s soul

TRIESTE LIFESTYLE

IES

N °4 — De c em b er 2 0 1 8

di /by Rino Lombardi

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F

atevi piccoli!” è un buon suggerimento per affrontare la bora. “Tornate bambini” è il mio consiglio per vivere appieno questa incredibile esperienza multisensoriale. Il vento per me più che un fenomeno fluidodinamico, è semplicemente “aria che gioca”. La bora non c’è sempre, ma è evocata un po’ ovunque. Guardate la città dall’alto: è disegnata dal vento. Il Molo Settimo, per esempio, è proprio in direzione Est-Nord-Est. La bora soffia da là. Arriva in città dalla “Porta di Postumia”, in Slovenia, tra il Monte Nanos (Monte Re) e il gruppo del Monte Snežnik (Monte Nevoso). Senza confini, spirito libero. Certo, è un po’ violenta, ma perdonatela: ha solo voglia di tuffarsi nel golfo con i suoi disegni “a ventaglio”, magari facendo un po’ di fumo (“effetto spray”, mica spinelli!). Sulle salite troverete spesso i tientibene: servono per non finire a terra nel caso di bora e ghiaccio. In Largo Pestalozzi, luogo della bora per antonomasia, c’è perfino una barriera pronta ad abbracciarvi in caso di super raffiche. E se la bora imperversa? Concerto di serrande, con effetto surround! E i triestini? Mutuando da Giani Stuparich: “Non è escluso che la bora abbia dato anche lei, qualche colpo di pollice plasmatore all’indole dei triestini. È sempre arrischiato generalizzare in tale campo, ma seduce il pensiero che quel tanto di scabro e di guardingo, quel gusto del contrasto, quella tenacità disuguale, che c’è in loro, derivi dalla bora.” La bora è invisibile, la si vede quando nevica o quando fa volar cose, dai sacchetti ai divani: qui ogni triestino ha più fantasia di me. Eppure, malgrado ciò, la bora ha tanto da dire e da mostrare, da meritarsi un museo. Spira e ispira. È “il fiato di Trieste. Per sempre”, come ha scritto Claudio Grisancich sul libro delle visite al Magazzino dei Venti. Adoro i limpidi cieli di bora, quando mi pare di toccare le montagne. La sua stagione è adesso. Amate la bora chiara (col bello). Siate pazienti con quella scura (con la pioggia, che di solito “poco dura”), ma approfittatene per vedere come si vestono i triestini, sarà il lato divertente della cosa. Già, il sense of humour. Al vento che fa paura preferisco il vento che fa ridere.


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