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SISSI UN MITO E IL SUO VIAGGIO
SISSI UN MITO E IL SUO VIAGGIO
Le mete dei miei viaggi sono interessanti, soltanto perché frammezzo c’è il viaggio. — Destinations are only desirable because a journey lies in between.
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di /by Isabella Franco
l mito della felicità negata si materializza lì, sul promontorio di Miramare, fra il ciglione carsico e le profonde acque del golfo, fra il bianco del castello, il verde del parco e il blu del Mediterraneo nel suo punto più settentrionale. È la principessa Sissi che incarna quel mito e, nell’immaginario collettivo, continua a esserne l’icona immortale. Generosa e coraggiosa, bella e colta, moderna ed emancipata, Elisabetta d’Austria amava viaggiare anche se nella corte dell’Impero, le sue destinazioni erano oggetto di riprovazione. Eppure, a parte i primi anni di matrimonio, non smise mai di viaggiare, di esplorare nuove mete, per diletto, per cura, per villeggiatura.
Quando Sissi arrivò a Miramare per la prima volta nel 1856, prima tappa di un viaggio dell’imperatore Francesco Giuseppe nel riottoso Lombardo- Veneto, fu accolta da una Trieste vestita a festa per lei e il suo augusto consorte. Il castello era ancora in costruzione ma era già chiaro il suo profilo di edificio proteso verso il mare e l’orizzonte. Da qua la tormentata principessa poteva spingere lo sguardo lontano, immaginando nuove mete. E in quel giardino in riva al mare realizzato dal cognato Massimiliano, creò uno dei luoghi dove far trovare attimi di quiete alla anima. Da questo porticciolo ai piedi del Carso, Sissi salpava per quegli anelati viaggi che la portavano lontano da Vienna. E anche dopo la fucilazione di Massimiliano in Messico, Elisabetta tornò spesso a Miramare, da dove partiva per le sue escursioni in incognito in città, nelle baie lungo la costa o per partire alla volta dell’amata Grecia.
The myth of denied happiness materialises here, on the promontory of Miramare, between the Karst shoulder and Gulf ’s deep waters, where the white of the castle meets the green of the park and the blue of the Mediterranean Sea at its northernmost point.
Princess Sissi is the incarnation of this myth and, in everyone’s mind, she represents the myth’s immortal icon to this day. Generous and brave, beautiful and cultured, modern and empowered, Empress Elisabeth of Austria loved to travel, although her destinations were considered disreputable at court. And yet, with the only exception of her first years of marriage, Sissi never gave up travelling and exploring new places – for pleasure, for health, or on vacation.
The first time she saw Miramare in 1856, first stop on Franz Joseph I’s journey through the unruly Kingdom of Lombardy–Venetia, she was welcomed to Trieste by a city eager to celebrate her and her august consort’s arrival. The castle was still under construction, although its profile was already visible, a majestic structure reaching out to the sea and the horizon. There the Princess’ tormented spirit could wonder, her gaze cast out to the horizon, dreaming of new destinations. And in the garden overlooking the sea, the garden her brother-in-law Maximilian I had made, she found a place where her soul could enjoy brief moments of respite. From that little marina at the feet of the Karst Plateau Sissi used to sail off on her yearned-for journeys that took her far away from Vienna.
Even after Maximilian I was executed in Mexico, Elisabeth kept coming back to Miramare, where she planned her incognito trips to the city and the little bays along the coast, or where she stopped before sailing off to her beloved Greece.