Officine Fotografiche | Retro

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PRESENTAZIONE OFFICINE FOTOGRAFICHE | RÉTRO è un circolo di studio, realizzato grazie ai finanziamenti della Provincia di Genova. Il circolo è composto da sei persone di varie fasce d’età, dai 24 ai 57 anni. La nostra attività è partita nella seconda metà di ottobre 2008 e termina con la mostra fotografica del 18 dicembre 2008, presso Anyway Gallery in via Bertani 1, Genova. L’intento del nostro circolo è quello di approfondire la conoscenza nel campo della fotografia e dell’immagine, attraverso il ri-utilizzo di fotocamere amatoriali a pellicola; si, proprio quelle che venivano utilizzate per fotografare i figli, le vacanze, gli animali domestici e che ora sono a prendere polvere nei mercatini e nelle case dei nonni. Non abbiamo bisogno di immagini precise, ad alta fedeltà: vogliamo fotografie lo-fi, umane, speciali, che contengano

un racconto anche nella patina che le costituisce. OFFICINE FOTOGRAFICHE non è soltanto questo.E’ anche un laboratorio fotografico che ha trovato casa presso il L.S.O.A. Buridda, che nasce con l’idea di colmare la mancanza di spazi gratuiti o a basso costo nei quali praticare/apprendere la tecnica fotografica in modo [semi]professionale. Basato sulla condivisione dei saperi, il laboratorio è aperto a chiunque necessiti di uno spazio o voglia mettere in comune esperienze. officinefotografiche[at]yahoo.it http://www.flickr.com/officinefotograficheburidda/ Per maggiori informazioni sui circoli di studio della Provincia di Genova: www.circolidistudioge.it


INDICE

Le macchine fotografiche che abbiamo usato:

Questa piccola pubblicazione vuole essere un invito ad approfondire le tematiche che abbiamo trattato e che ci divertono. Ci piace pensare di poter condividere la nostra esperienza, senza avere pretese scientiďŹ che.

Agfa Billy Record ............................. Eho-Box 180 ...................................... Canon Dial 35 .................................. Lomo Holga ...................................... Illy Pinhole ......................................... Pinhole ..............................................

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Come si costruisce una pinhole camera?

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Glossario

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AGFA BILLY RECORD 1933 obiettivo Agfa-Anastigmat-Jgestar lunghezza focale 105mm diaframma f/6.3 otturatore 1/25-1/100 sec + B, T pellicola 120

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Fotocamera a soffietto fabbricata in Germania a partire dal 1933. Il corpo è in metallo rivestito di pelle e il soffietto in cuoio. Leggera e robusta, con messa a fuoco manuale con spostamento della lente anteriore e visore chiaro e reversibile. Produce fotogrammi 6x9 e 4x5.


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EHO-BOX 180 1937 obiettivo Duplar lunghezza focale 135mm diaframma f/11 otturatore 1/60 sec + B pellicola 120

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Tipica e semplice boxcamera per il formato 6x9, fabbricata in Germania a partire dagli anni ‘30. È dotata di un corpo in metallo rivestito in pelle; sono presenti due mirini. La messa a fuoco è fissa e l’avvolgimento della pellicola completamente manuale.


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CANON DIAL 35 1963 obiettivo Canon SE lunghezza focale 28mm diaframma f/2.8 otturatore 1/30-1/250 sec. + B pellicola 135

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Fabbricata in Giappone a partire dal 1963, è una fotocamera 35mm in metallo, che produce fotogrammi half-frame 18x12 e avanza la pellicola con un meccanismo automatico-manuale. Il nome deriva dal suo particolare design, che richiama il disco dei vecchi telefoni ďŹ ssi.


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LOMO HOLGA 2004 obiettivo Lomo lunghezza focale 60mm diaframma f/8 otturatore 1/125 sec + B pellicola 120 - 135

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Fotocamera low-tech nata dal restyling di vecchi apparecchi russi. Sul mercato giapponese nella nuova edizione dal 1982. Fotocamera ampiamente versatile, leggerissima, con corpo e lente in plastica e messa a fuoco manuale. Produce fotogrammi 6x6 e 6x4.5


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ILLY PINHOLE 2008 obiettivo non presente lunghezza focale 75mm diaframma f/300 otturatore nastro adesivo nero pellicola qualunque formato

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Apparecchio autocostruito a partire da una scatola di metallo recuperata. Il foro stenopeico può essere utilizzato sia con pellicola sia con carta fotosensibile. Vista l’esigua apertura del diaframma, i tempi di posa spesso possono superare il minuto.


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PINHOLE 2008 obiettivo non presente lunghezza focale 75mm diaframma f/160 otturatore sportello in legno pellicola qualunque formato

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Apparecchio autocostruito in legno compensato, cartoncino nero e nastro adesivo nero. Il foro stenopeico può essere utilizzato sia con pellicola sia con carta fotosensibile. Vista l’esigua apertura del diaframma, i tempi di posa spesso possono superare il minuto.


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a destra: esempio di camera oscura per la realizzazione di disegni

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COME SI COSTRUISCE UNA PINHOLE CAMERA1? Ma che cos’è? È lo strumento più elementare per formare immagini fotografiche e discende direttamente dalle camere oscure usate a partire dal Rinascimento dai pittori come ausilio per rendere correttamente la prospettiva nei loro disegni. È un apparecchio che presenta, al posto dell’obiettivo, un piccolissimo foro [stenos opaios, dotato di un piccolo foro], che lascia passare i raggi luminosi in linea retta. La profondità di campo è determinata dalla distanza tra il foro e la pellicola, mentre le dimensioni dell’immagine dalla distanza tra il foro e il soggetto. L’immagine che si ottiene non è molto nitida, ma tutti gli oggetti compresi nell’angolo di campo

sono resi con eguale nitidezza: in poche parole il foro stenopeico ha una profondità di campo praticamente illimitata. Come si costruisce? Esistono molti modi per costruire una pinhole camera e mettendoci un po’ di fantasia si possono ottenere oggetti veramente particolari. Un metodo piuttosto semplice per realizzarla consiste nel riutilizzo di una scatola di metallo, come per esempio quelle del caffè2. Materiale: una scatola di metallo spray nero opaco un ago da cucito resistente cartavetro fine nastro adesivo nero

qui sopra: la pinhole camera costruita da noi con una scatola di caffè

1. forse più noto come ‘foro stenopeico’ 2. vedi Illy Pinhole a pag.12

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sopra: l’interno della scatola è annerito per evitare che la luce si rifletta sulle pareti sotto: l’otturatore, realizzato con nasto adesivo nero e il foro, cerchiato in nero per ritrovarlo con facilità

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La prima cosa da capire è com’è fatta la scatola e come funziona. Minore è la distanza tra il lato in cui si pratica il foro e quello in cui si mette la carta fotosensibile [o la pellicola], maggiore sarà l’immagine inquadrata. Questo dipende anche dalle dimensioni del materiale fotosensibile, ovviamente. Una volta scelto dove praticare il foro, segnarlo con un pennarello e iniziare a bucare con l’ago dall’esterno verso l’interno. Più piccolo è il foro, migliore è la nitidezza dell’immagine; è consigliabile rimanere sotto 0,5 millimetri di diametro [mi raccomando di non farlo eccessivamente piccolo, altrimenti non viene nulla!]. Utilizzare la cartavetro per eliminare le piccole emergenze che si sono create intorno al foro all’interno della scatola. Proteggendo il buco dall’interno con un piccolo pezzo di scotch,


iniziare a spruzzare un sottile strato di nero [anche sul coperchio!]. Se necessario, ripetere. Questo passaggio è importante, perché se la superficie della scatola rimane lucida la luce si riflette sulle pareti, andando a incidere sul risultato [l’immagine finale sarà ‘velata’]. Ricordarsi di rimuovere lo scotch! Bisogna ora costruire l’otturatore col nastro adesivo. È consigliabile evitare che la parte adesiva si attacchi direttamente al foro, perché i residui di colla potrebbero ostruirlo. Quindi al centro del pezzo di nastro adesivo, che sarà l’otturatore, si può mettere un quadratino di scotch più piccolo ‘colla contro colla’. Per intenderci, una specie di cerotto. Ora, con un po’ di fantasia, si può iniziare a fotografare. come supporto fotosensibile si può usare sia la carta da stampa sia una pellicola, da attaccare con lo scotch

sul lato opposto a quello del foro. Se si va in giro, una camera oscura portatile potrebbe essere utile per cambiare la carta/pellicola una volta esposta. Come si usa? Il problema principale del foro stenopeico riguarda la durata dell’esposizione, in genere molto lunga, anche di qualche minuto. Ci si può servire di calcoli teorici per stabilirla con una certa attendibilità, arrivando a determinare il diaframma effettivo del foro, tenendo però anche conto del difetto di reciprocità della pellicola, causato proprio dalle lunghe esposizioni necessarie. Un altro efficace metodo è quello di servirsi di un esposimetro esterno o di quello di un’altra macchina fotografica oppure procedere per mezzo di qualche prova empirica.

per maggiori informazioni: it.wikipedia.org/wiki/ Stenoscopia en.wikipedia.org/ wiki/Pinhole_camera

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GLOSSARIO


BOX CAMERA La box camera, fatta eccezione per il foro stenopeico, è la più semplice forma di macchina fotografica. La classica forma della box camera è più o meno quella di una scatola, da cui il nome. Il suo sistema ottico è piuttosto semplice, e spesso è costituito solo da una semplice lente a menisco. Generalmente è priva di un sistema di messa a fuoco [messa a fuoco fissa] e non è possibile controllare né l’apertura del diaframma né il tempo di esposizione; questo fa sì che possa essere usata solo in piena luce e all’aperto [non nel caso in cui si possa usare la posa B]. Dagli anni ‘50, con l’introduzione del flash, è stato possibile fotografare con la box camera all’interno. [fonte: wikipedia] DIFETTO DI RECIPROCITÀ Il rapporto di reciprocità, definito come la relazione tra diaframma, tempo di esposizione e velocità della pellicola, è sempre lineare tranne che nelle situazioni in cui il tempo di esposizione è particolarmente lungo [o molto breve]. Questo significa che quando si fanno esposizioni molto lunghe [da 4 secondi o superiore] la risposta del

materiale fotosensibile può risultare insufficiente e andare a creare un’immagine sottoesposta. È necessario perciò compensare aumentando l’esposizione. [fonte: wikipedia] FORO STENOPEICO o PINHOLE CAMERA [vd. scheda dedicata a pag.16] La stenoscopia è un procedimento fotografico che sfrutta il principio della camera oscura per la riproduzione di immagini. La fotocamera utilizza un foro stenopeico [dal greco stenos opaios, dotato di un piccolo foro], in pratica un semplice foro posizionato al centro di un lato della fotocamera, come obiettivo. [fonte: wikipedia] HALF-FRAME Letteralmente ‘mezzo fotogramma’. Si tratta di un fotogramma 18x24mm realizzato su una pellicola 135, il cui formato intero è 24x36mm. [fonte: wikipedia] HOLGA [vd. scheda dedicata a pag.10] Holga è la macchina fotografica economica [definita anche col termine inglese

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toy camera] prodotta dall’azienda russa LOMO per il mercato cinese a partire dal 1982 e fabbricata ad Hong Kong. Proprio perché pensata per il mercato cinese, utilizza pellicole formato 120, allora il formato più popolare del paese. La costruzione poco costosa e la semplice lente a menisco della fotocamera Holga spesso produce foto che presentano vignettature, sfocature, scarsa illuminazione ed altre distorsioni. Il corpo di plastica della Holga, inoltre, non è del tutto stagno e spesso lascia passare la luce nella parte interna, così da compromettere la qualità della foto. Tecnicamente, quindi, la macchina è piena di difetti, anche se questi sono stati visti come un’occasione creativa da parte dei suoi possessori. Sfocatura, vignettatura, infiltrazioni di luce ne costituiscono la cifra stilsitica. Holga è una fotocamera molto aprezzata soprattutto fra i fotografi giovani che utilizzano ancora la pellicola. [fonte: wikipedia]

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LENTE A MENISCO Lente concavo-convessa le cui superfici hanno uguale raggio. Il termine è a volte

usato in maniera più generica per indicare una lente concavo-convessa. [fonte: wikipedia] LOMO – LOMOGRAFIA La lomografia è un fenomeno fotografico di culto a livello mondiale. Deve il suo nome alla fabbrica sovietica di materiale ottico LOMO, che è l’acronimo di Leningradskoye Optiko-Mechanichesckoye Obyedinenie. Il costo originalmente contenuto delle fotocamere che produceva ne aveva favorito la diffusione nell’ex URSS. Il fenomeno lomografia nasce quando due studenti austriaci trovano in un mercatino alcune macchine fotografiche 35mm compatte di marca LOMO [le ormai celeberrime LC-A]. Le caratteristiche che rendono la LC-A così speciale sono racchiuse nell’obiettivo, progettato da un ingegnere ottico sovietico. È relativamente luminoso [f/2.8], il che, unito alla dimensione ridotta della lente, fornisce immagini estremamente sature e con una vignettatura di sottoesposizione tutt’intorno. La lomografia, che presuppone l’uso della pellicola, si propone come un’alternativa possibile alla fotografia digitale.


Le dieci regole della lomografia ° Usala sempre di giorno e di notte ° La lomografia non è un’interferenza nella tua vita ma ne è parte integrante ° Scatta senza guardare nel mirino ° Avvicinati più che puoi ° Non pensare ° Sii veloce ° Non preoccuparti in anticipo di quello che verrà impresso ° Non preoccuparti neppure dopo ° Non ti preoccupare di queste regole http://www.lomo.com/ http://www.lomography.com/ [fonte: wikipedia] LOW-TECH Si riferisce a tecnologie superate e a basso costo, in netta contrapposizione all’hi-tech. Spesso, con connotazione positiva, si relaziona al mondo del Do-It-Yourself [ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia in merito al DIY, si consiglia pertanto di fare una ricerca su internet – e non sui siti di bricolage! Per intenderci, tutto il lavoro di autoproduzione che è stato fatto, dalle foto alla mostra, a questa fanzine, rientra nel magico mondo del DIY].

LUNGHEZZA FOCALE In fotografia, è la distanza tra il centro ottico dell’obiettivo e il piano pellicola alla quale viene messa a fuoco l’immagine di un punto posto all’infinito. In campo fotografico è espressa in millimetri. Per il foro stenopeico si considera la distanza tra il foro e la pellicola. Dalla lunghezza focale e dalle dimensioni della superficie sensibile dipende l’angolo di campo dell’obiettivo. A parità di dimensioni della superficie sensibile, più la focale è lunga, più stretto è il campo inquadrato. [fonte: wikipedia] PELLICOLA La pellicola fotografica è il supporto atto a conservare le immagini riprese con una macchina fotografica analogica [a pellicola]. Quando la pellicola viene sottoposta ad una esposizione controllata di luce, su di essa si imprime una immagine, chiamata immagine latente. È necessario applicare alla pellicola i processi chimici di rivelazione per creare un’immagine stabile e insensibile ad ulteriori esposizioni alla luce, mediante i processi di sviluppo e fissaggio. A colori o in bianco e nero, la pellicola

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fotografica può essere negativa o invertibile [diapositiva]. La prima trasforma l’immagine latente in negativo, quindi viene stampata su carta fotografica per ottenere il positivo, mentre nella pellicola invertibile il processo di sviluppo trasforma l’immagine in positiva, da proiettare o stampare. Una delle principali caratteristiche della pellicola è la sua sensbilità alla luce, che si misura in ISO [che sostituisce ASA] o DIN. Il formato delle pellicole è vario. La classificazione per formato si basa sulla dimensione del fotogramma. 135 [conosciuto come 35mm, il piccolo formato generalmente 24x36mm] APS [Advanced Photo System] 110 [13 x 17 mm, fuori produzione] 120/220 [il medio formato, dal 56x41.5mm] pellicola in fogli [grande formato, dal 10x12cm] [fonte: wikipedia]

PROFONDITÀ DI CAMPO In fotografia, la profondità di campo nitido o semplicemente profondità di campo è la distanza davanti e dietro al soggetto principale che appare ragionevolmente nitida [a fuoco]. Per ogni impostazione dell’obiettivo, c’è un’unica distanza a cui gli oggetti appaiono perfettamente a fuoco; la nitidezza diminuisce gradualmente in avanti [verso il fotografo] e indietro [in direzione opposta]. Il campo nitido è quell’intervallo di distanze davanti e dietro al soggetto in cui la sfocatura è impercettibile o comunque tollerabile. Ci sono molti fattori che incidono sulla profondità di campo in uno scatto. I più importanti sono la lunghezza focale, la distanza del soggetto, e l’impostazione del diaframma della fotocamera [più questo è chiuso, maggiore è la profondità di campo]. [fonte: wikipedia]

POSA B Si intende l’uso di un tempo di esposizione personalizzato mediante specifica impostazione della macchina fotografica. [fonte: wikipedia]

PUSH PROCESSING È possibile esporre una pellicola ad una sensibilità diversa da quella nominale, con una tecnica chiamata trattamento spinto o push processing. Con il tratta-


mento spinto si utilizza la pellicola come se avese una sensibilità superiore, ovvero si realizza una sottoespozione che, in fase di sviluppo, richiede un aumento del tempo di sviluppo [o della temperatura dei liquidi] per compensare la scarsa esposizione. Questo procedimento aumenta il contrasto e la grana del’immagine. [fonte: wikipedia] TOY CAMERAS Si tratta di macchine a pellicola molto semplici e poco costose, costruite quasi interamente in plastica; spesso anche la lente è in plastica. Il termine toy camera è fuorviante perché queste fotocamere non sono giocattoli, ma strumenti in grado di fotografare. Alcune macchine fotografiche, come la LOMO LC-A o la Holga, pur essendo nate come prodotti di consumo sul mercato, sono state successivamente identificate come toy cameras. Anche molti fotografi professionisti usano queste macchine, proprio per le loro caratteristiche low-tech. [fonte: wikipedia]

VIGNETTATURA In fotografia e ottica indica la riduzione della luminosità dell’immagine alla periferia rispetto al centro. Questo difetto può essere causato dalla cattiva qualità delle ottiche. A volte la vignettatura è utilizzata per effetti creativi. [fonte: wikipedia] X-PROCESS o X-PROCESSING È un tipo di sviluppo della pellicola. La pellicola viene consapevolmente sviluppata in una soluzione chimica destinata a un tipo di pellicola differente. La diapositiva può essere sviluppata come un negativo e viceversa. L’immagine risultante è spesso caratterizzata da colori innaturali e da un alto contrasto, e dipende da molti fattori, tra cui il tipo di pellicola [varia anche in base alla marca e alla sensibilità], i chimici e l’esposizione. [fonte: wikipedia]

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Testi a cura di Giulia Repetto, Anna Positano e Matteo Casari. Still-life a cura di Anna e Francesco Positano. Fotografie di Anna Positano, Elena Soave, Francesco Positano, Giulia Repetto, Giulio Olivieri, Matteo Casari. Impaginazione Anna Positano. Copertina Matteo Casari. NOTA Il materiale contenuto in questa fanzine, impaginazione compresa, è soggetto a una licenza creative commons ed è liberamente riproducibile con ogni mezzo per scopi non commerciali; è inoltre possibile realizzare materiale derivativo [integrazioni etc.]. È necessario che vengano citati sempre gli autori.

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Ăˆ una produzione Disorder Drama.

Si ringrazia l’associazione Liska e il L.S.O.A. Buridda per il supporto.



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