RURAL INDIE THEATRE IV
7-8-9 Settembre 2012 San Bartolomeo di Valle Calda / Besolagno (Savignone)
Elisabetta Granara Direzione Artistica Rural Indie Theatre Wooh Primo spettacolo, venerdì 7 alle 20.00: mi aggiro per i tavoli con il megafono per avvisare gli avventori della ruràl-cena che è ora di andare a vedere lo spettacolo. Si alzano, alcuni subito, altri dopo qualche insistenza. Ci incamminiamo verso la location, “Ruscello con grotte-San Bartolomeo”, lungo un sentiero nel bosco, con i lumini a segnalare il percorso; già si abbassa la voce. All’arrivo, buio nero. C’è il rischio di mettere i piedi nell’acqua, di inciampare nei rami e cadere. Tutti si sistemano. Gli scettici pensano “avrò freddo”, altri pensano “si può fumare”, e c’è ancora buio. Poi, la prima battuta dello spettacolo: «Non cucino mai senza bere niente». Un clic. E la luce investe Massimiliano Ferrari e le grotte dietro di sé. Il pubblico, appollaiato tra gli alberi e i sassi, nel silenzio della notte rurale risponde: «Wooh».
grafica e composizione grooppo.org
In ogni paese c’è un posto bellissimo dove fare teatro, e spesso quel posto non è un teatro. Abbiamo fotografato dieci location e le abbiamo pubblicate su un blog: abbiamo proposto ai giovani teatranti italiani di sceglierne una e di farci uno spettacolo.
pubblicazione legata alle iniziative dell’Associazione Culturale DisorderDrama e indirizzata ai propri associati; il materiale contenuto è rilasciato in licenza Creative Commons.
Così le immagini di San Bartolomeo e Besolagno, mio paesetto natio, hanno fatto il giro dell’Italia. Le hanno scelte da Padova, Roma, Taranto e da Genova. Teatri della Viscosa saltano da uno scalino
all’altro della chiesa e lottano, vincendo, contro il pubblico chiassoso della notte. Amor Vacui recitano davanti al ristorante del paese con un pubblico pomeridiano dai diciotto ai novant’anni, Isabella Mongelli chiude gironzolando nel campetto abbandonato e replica lo spettacolo per i soci del Club Bocciadoro. Non sapete cos’è il Club Bocciadoro? Venite al Rural Indie Camp il prossimo anno
Don Marco Granara Parroco San Bartolomeo Rural... un tenativo riuscito di “ritorno alle radici”. Quando la poliedricità che viene fuori dall’intelligenza si coniuga con un ambiente “rurale”, volutamente scelto perché “arcaico”, “originale”... allora c’è a aspettarsi il sicuro successo. Sì, perché l’intuizione di partenza è evidentemente quella di “ripartire - per le esigenze espressive dell’arte - dall’anima della realtà”. Cercare persone e cose alla loro “origine”, il più possibile come vengono fuori dalle mani di Dio, “centrare” e far scattare lo stupore di come si possa gustare il gustabile ricercando il prototipo di ogni cosa. Evviva allora che un modesto paese di provincia - San Bartolomeo e i suoi contorni - scelto come contesto e fonte ispirativa, abbiano potuto far emergere questo “miracolo”. Sì, quando e nella
misura in cui, riusciamo a percorrere l’incontaminato - nelle coscienze di alcuni giovani protagonisti, nella storia umile e grandiosa di una comunità già di contadini - arriviamo facilmente alla vibrazione. Io, vecchio prete del paese, parziale protagonista e registratore stupito di queste meraviglie, devo dire che sono ben contento del Rural, delle persone che lo hanno messo in piedi e che di anno in anno lo plasmano, con mani rispettose e delicate. Mi auguro che la giovinezza riscoperta alla radice, possa continuare a parlare all’anima - anche alla mia oltre che alla vostra - e che si possa continuare a proclamare con Dostoevskij che, alla fine “sarà sempre il Bello che salverà il mondo”! E... guai a chi sporca! Buon cammino, ragazzi! Con affetto
Nanna Granara aiuto cuoco al Rural Indie Camp Circolo ANSPI San Bartolomeo Il Rural Indie Camp è finito da un pezzo, con l’inverno alle porte mi piace ricordare quelle serate estive in mezzo a tutti quei ragazzi pieni di entusiasmo e voglia di fare. Da tempo non vedevo la piazza del mio paese così viva e piena di giovani, è stata una bella sorpresa. Forza ragazzi! Continuate a stupirci e a credere nelle vostre capacità. Siete davvero bravi.
Cinque domande per il Rural Indie Theatre 2012 Abbiamo posto a ciascuna compagnia le stesse cinque domande per presentare sĂŠ stessi e il loro lavoro e per raccontarci la loro esperienza al Rural Indie Theatre
1. Raccontaci di quando hai trovato il bando Rural Indie Theatre 2. Se accostiamo la parola Teatro alla parola Liguria, cosa ti viene in mente (oltre al Rural)? 3. Raccontaci di quando hai visto dove avresti fatto lo spettacolo e di come è andata quando lo hai fatto. 4. Cosa ne pensi del Rural, cosa ne pensi del Rural rispetto agli altri posti dove sei stato con il ruo progetto? 5. Spesso in teatro si lamentano. Tu?
Sabato 8 Settembre 2012 Ristorante Chiara – Besolagno
Amor Vacui “C0B0’“ tratto da Aldo Palazzeschi regia Lorenzo Maragoni con Nicola Andretta, Jacopo Pagliari e Giulia Veronese
Amor Vacui nasce a padova nel maggio 2010: 10 attori diplomati alla scuola del Teatro Stabile del Veneto si uniscono in un progetto di ricerca scenica che ha l’obiettivo di indagare le relazioni tra testo, immagine e spazio, tra singolarità e coro, contemporaneo e accademia.
1 Incontrando Elisabetta, già conosciuta nel suo omonimo Granara Teatro Festival, ai Carichi Sospesi di Padova, dove aveva appena partecipato al Next>Generation festival a cui partecipavamo anche noi! 2 Beh Marco Sciaccaluga e lo Stabile di Genova, Vittorio Gassman, Giannini, Popolizio e Pippo del Bono. 3 (Nicola) Arriviamo dopo 5 ore di macchina circa e il primo pensiero è: ci siamo persi. Non c’è nessuno! E in effetti non c’era ancora nessuno. Grazie alle nuove tecnologie abbiamo raggiunto gli organizzatori vicino alla chiesa, dove si teneva il grosso del festival, poi insieme siamo tornati nel luogo dello spettacolo. Bello rural: in mezzo a un vicolo col ghiaino e circondato da piante e prati. Siamo stati raggiunti da un bus di spettatori più o meno giovani. I meno giovani si sono messi in prima fila e lì sono riuscito a farmi scattare la mia foto di copertina su fb, in cui sembra che mi stia dichiarando a una signora settantenne mentre le accarezzo la guancia. Giuro che è solo un effetto ottico! Lo spettacolo è andato bene, durava 15 minuti circa, ma quando riesci a far ridere tre generazioni vuol dire che non hai fatto il viaggio a vuoto. (Giulia) Una stradina alberata ai piedi del campetto da calcio è stata l’ambientazione prescelta per il nostro spettacolo; una scelta ottimale per il tipo di messa in scena, che richiedeva un ambiente
raccolto, intimo, silenzioso. Il pubblico, contenuto ma curioso e partecipe, si è disposto all’imboccatura della via, di fronte all’unico elemento scenico: un grande scatolone. Abbiamo subito avuto la piacevole sensazione che ci fosse grande partecipazione da parte di tutti, nonostante l’eterogeneità di pubblico. Ragazzi, bambini e adulti si sono fatti coinvolgere dalla nostra storia, una rivisitazione della poesia “la morte di Cobò” di Aldo Palazzeschi. Non si sono risparmiati, hanno accolto il nostro lavoro con estremo entusiasmo, contribuendo a pieno alla buona riuscita dello spettacolo. Siamo soddisfatti e colpiti dal calore ricevuto. 4 (Giulia) Il Rural è stata un’esperienza nuova e stimolante. Abbiamo trovato un ambiente accogliente e una gestione giovane e professionale. Gli spazi, questi bellissimi luoghi immersi nel verde della Valle Scrivia, a noi prima sconosciuti, hanno decisamente contribuito a rendere l’evento particolarmente suggestivo ed informale. Abbiamo avuto l’occasione di ascoltare buona musica, bere un buon bicchiere di vino, e condividere una splendida esperienza con ragazzi che lavorano con grande passione, nonostante le enormi difficoltà che offre questo settore. (Nicola) Un bel posto con bella gente e una bella festa, ci tornerei subito! 5 A parte aver vagato per 2 ore a Genova in cerca di un distributore di metano e dell’ingresso giusto per l’autostrada (No! non voglio andare a Ventimiglia o
ad Alessandria!), devo dire che la vita è dolore e poi si muore. Ma non mi piace lamentarmi, una volta sopportavo i piccoli disagi quotidiani con contegno Eastwoodiano, ovvero inclinando la bocca e chiudendo un po’ un occhio. Poi mi sono reso conto che sembrava imitassi Bossi, così ho smesso del tutto…
http://www.facebook.com/amorvacuiteatro
Venerdì 7 Settembre 2012 Grotte – San Bartolomeo di Vallecalda
Massimiliano Ferrari “Macbeth al Nebbiolo“ tratto da “Macbeth” di W.Shakespeare con libertà di e con Massimiliano Ferrari
Attore indipendente ligure tra il teatro e la piazza. Il continuo studio nel LGSAS di Claudio Morganti arricchisce la sua formazione personale fatta di incontri e laboratori.
1 Appena l’ho letto ho sperato di esserci, sembrava scritto per il “Macbeth al Nebbiolo”. Lì è partito il lavoro autarchico sullo spettacolo, portarlo alla sua semplice autonomia e vedere che funzionava mi ha regalato grandi soddisfazioni. 2 A malincuore molto poco, o niente. Una regione blindata da dentro. 3 “Che meraviglia, è perfetto”, ho pensato subito. Il rumore dell’acqua, l’odore di bosco, le caverne, i lastroni, gli alberi dietro e sopra di me, luce gialla e luce rossa dla basso: “Che meraviglia”, ho pensato dopo. 4 Il Rural è il posto migliore dove abbia portato il “Macbeth al Nebbiolo”. Per i luoghi, per le persone, per il pubblico e per l’idea che lo anima: l’indipendenza è un valore. 5 Sì in teatro ci si lamenta molto, anche con ragioni più che ottime. Io non amo molto farlo anche se a volte ci casco, più che altro mi adatto, mi industrio e porto avanti il mio lavoro indipendentemente.
https://www.facebook.com/massimiliano. ferrari.376
Sabato 8 Settembre 2012 Campo Sportivo – Besolagno
Isabella Mongelli “Park #8 [per fortuna qui c’è anche il grigio]“ di e con Isabella Mongelli
Isabella Mongelli (Taranto 1982) performer e videomaker. unica attrice e autrice del progetto di teatro e video Irina Produktjions. Vive e lavora tra Taranto e Roma.
1 Era già estate. L’ho trovato sul sito teatroecritica.net, sezione ‘opportunità’. Ho pensato facesse al caso mio e intravedevo una valutazione slegata da dinamiche di affiliazione. Ho scritto il progetto con molto brio, trovando la domanda stimolante e consona al mio modo di lavorare. 2 Quasi niente. Mi viene in mente solo il Teatro della Tosse ma per vecchie reminiscenze. Conoscevo Disorder Drama e avevo una vaga impressione potesse avere a che fare col teatro, venendo al Rural poi ho capito che si occupano di musica. Li ho trovati molto simpatici e baldanzosi. 3 L’ex campo da beach volley mi è piaciuto a prescindere da tutto come luogo ‘ex’. Ho molta familiarità con i luoghi abbandonati, vivo a Taranto e tra abbandono e incompiutezza ci sto bene. In particolare l’ho scelto perché in mezzo al verde c’era quel grigio della sabbia, e il grigio mi piace. Lo immaginavo più grande, non ho mai giocato a beach volley, non avevo idea. Ma anche gli spazi adiacenti erano interessanti, alberi e piante rampicanti e una recinzione di metallo (grigia anche quella) e soprattutto il campo da calcio! Quindi ho pensato di usare tutto lo spazio, dislocando la performance su più punti nello spazio e così facendo muovere il pubblico insieme a me. E’ stato bello, ho potuto adattare la performance e arricchirla proprio grazie al luogo.
4 Nell’ ‘ambiente’ cioè nella situazione, nella gente, nei paesi, ho trovato molta cura, disponibilità, attenzione, efficienza , accoglienza, genuinità, e tranquillità su tempi e numeri. Credo che gli organizzatori ci tenessero molto al festival, non erano lì solo per fare un evento. Mi sembrava che ci fosse una reale volontà, felicità e cura nel portare degli artisti in quei luoghi. Personalmente do molta importanza a questi fattori. 5 Dipende in che punto del teatro mi trovo. In generale non mi piace lamentarmi. Come spettatrice se uno spettacolo non mi piace, ironizzo dicendo con enfasi: ‘basta’, ‘basta mutande’, ‘te prego’, ‘no ma che noia’, ‘vabbè inclassificabile’, ‘niente da dire’, ‘non riesco a seguire quello che dicono - vedo solo un attore che recita’. Come attrice non mi lamento neanche. Per me il teatro è una cosa molto seria, niente chiacchiere. Qualche volta mi viene da piangere, solo questo.
http://irinapks.altervista.org/
Venerdì 8 Settembre 2012 Chiesa – San Bartolomeo di Vallecalda
Teatri della Viscosa “No Tavevo detto” di e con Laura Pece e Stefano Greco con la musica di Francesca Iacoboni Bertozzi
Teatri della Viscosa nasce dal basso, dalla piazza, da luoghi occupati, dalla realtà che ci appartiene, da una continua necessità di evolvere ed essere parte di un processo che non intende chiudersi dentro un ingranaggio arrugginito, bensì oliarlo, modificarlo o scardinarlo ma che esista per rispondere alle esigenze concrete e non del mercato.
1 “Nell’Infinito” mondo degli zero uno, che cattura con le sue immagini e la sua a-temporalità, ecco, tra i mille pixel si scatena un corto nel cervello, come se una sinapsi non fosse saltata ma avesse tentato di prendere un altro percorso. Non teatri, sipari, quinte, luci e nemmeno spazi urbani, underground, capannoni, ex fabbriche, cimiteri di ferro; un tutto di cui noi facciamo largamente uso e che ci accompagna nella difficile quotidianità dell’essere teatrante. Ecco allora, delineato sullo schermo una nuova prova, una nuova sfida, il Rural Indie. Luoghi tanto semplici quanto complessi, vicini alla genuinità di un presente chiaro, limpido, in spazi veri, vissuti, quotidiani..IL sagrato della chiesa, il capo da calcio, il fiume e il bosco. Con un misto di curiosità e voglia di metterci alla prova tutto è stato possibile. Noi che abbiamo voluto fare del teatro di strada un’esperienza, abbiamo rivisto nel Rural Indie questo, il ritorno del teatro nelle piazze, nelle strade, nei boschi, ma non solo come performance, immagini, attimi e momenti, ma teatranti che agiscono ognuno la propria storia. E noi abbiamo scelto la nostra e abbiamo scelto il Rural Indie. 2 Vorrei tralasciare le cose più note che nella testa uniscono la Liguria al teatro. Non abbiamo avuto molte esperienze in questa terra ma la prima cosa che mi viene in mente, che ci riguarda come gruppo, sono i viaggi verso la Val di Susa. Per andare a vedere con i nostri occhi cosa accade in una terra contestata. L’ultima volta, la scorsa estate, abbiamo deciso di non prendere l’autostrada ma percorrere le provinciali e le statali sulla costa ovest della
nostra penisola. Entrando in Liguria tutto è stato una scoperta, in un sali e scendi, curve e stradine, il mare da una parte e la montagna dall’altra, un percorso non facile, nuovo, ma che ha incrociato la nostra vita come un ponte che unisce per andare oltre. 3 All’inizio abbiamo scelto lo spazio meno Rural o “extrime” (come mi piace definirlo)dal punto di vista ambientale, pensando che ci avrebbe facilitato le cose per le esigenze del nostro spettacolo, ma nonostante questo, la difficoltà di agire in uno spazio vicino ai luoghi di socializzazione, dei concerti, e soprattutto del bivacco ha reso la nostra azione non meno Rural delle altre! Ci siamo sentiti come antichi teatranti che arrivano allestiscono sul sagrato della chiesa e agiscono per coloro che ascoltano e no, interagendo con tutto quello che può accadere in una situazione di piazza! Cani, cellulari, brindisi e chiacchiere Ci ha divertito, abbiamo giocato sull’ironia e sul momento, scoprendo ancora una volta le potenzialità dell’improvvisazione, di entrare e uscire dall’extra-quotidianità teatrale. 4 Impossibile fare paragoni. Dalle nostre esperienze prima e dopo la formazione di Teatri della Viscosa abbiamo imparato che Rural come ogni altri luogo ed evento è speciale per alcune cose e deve sempre migliorare su altre. I musicisti molto bravi e validi ma avevano bisogno, secondo noi, di uno spazio dove la loro arte potesse essere meglio apprezzata. Rural Indie è un evento in crescita che ha bisogno di tante persone che ci credono. Penso che sia stata una possibilità, un modo di interfacciarsi con un
luogo e un pubblico non determinato fino all’ultimo momento. Il tutto condito da un bel po’ di vino e una buona cucina! 5 Lamentarsi è sintomo di un malessere, di una mancanza. Ma non ci si può fermare a questo. Succede certo, di lamentarsi per qualcosa che vorremmo andasse meglio o in modo diverso, ma in generale il mestiere del teatrante ti mette di fronte a delle situazioni da risolvere. La parola d’ordine è risolviamo. Niente è mai come pensi. Nulla deve essere dato per scontato. Se hai delle aspettative che non si realizzano è certo che lamentarsi diventa quanto meno uno sfogo e una richiesta. Ma poi si guarda oltre. Nel mio piccolo ho perso la visione romantica del teatro di quando lo studiavo, agendolo oggi, lo lego più ad un’atmosfera Spleen che però non sia passiva..come dirlo meglio? Un bicchiere mezzo vuoto ma di vino. E buona salute a tutt@.
http://www.teatridellaviscosa.com/
Ass. Cult. DisorderDrama musica live, produzioni e altro DisorderDrama è un gruppo informale, nato nel 2003 e attivo dal 2000 sotto altri nomi. Dal gennaio 2009 il collettivo è diventato Associazione Culturale. La principale attività è l’organizzazione di concerti di gruppi stranieri e italiani a Genova: più di 500 eventi con quasi 700 gruppi e artisti ospitati è il totale aggiornato all’anno in corso. Oltre alla collaborazione con Fitzcarraldo, Milk Club, Lab.Buridda, La Madeleine Cafè, La Claque in Agorà / Teatro della Tosse Disorder Drama si è distinta per il ruolo assunto nella progettazione di eventi in collaborazione con i Comuni Di Genova Savignone e Varazze, con la Comunità Montana Alta Valla Scrivia e la Pro Loco di Pegli, Arci Genova e Liguria. DisorderDrama autoproduce il proprio materiale promozionale, con linguaggi graficamente consoni ai progetti, collaborando e offrendo spazi ai giovani artisti locali; dedica grande attenzione alla scoperta di nuovi talenti nei campi della musica, della fotografia e dell’immagine. DisorderDrama stampa una fanzine in 200 copie numerate, Compost, distribuita gratuitamente e disponibile on line in free download, dedicata ad interviste e reportage sugli ultimi trent’anni di cultura underground a Genova. Grazie al portale http://www.disorderdrama.org e alla mailing list raccolta dal 2000 ad oggi riesce giornalmente ad informare su quanto di buono succeda in città. Per info e contatti: disorderdrama.org ddrama@disorderdrama.org
Rural Indie Camp un festival per la Valle Scrivia
Giunto, ormai, all’ottava edizione, il festival culturale dedicato alle produzioni giovani, non allineate alle mode televisive del momento, continua ad ottenere uno splendido successo portando giovani in Valle Scrivia da tutta la regione Liguria e dal Piemonte. Poche scelte precise per delineare delle direzioni artistiche che prediligono un’atmosfera a misura d’uomo, volumi sonori abbordabili, spazi rilassanti e aria naturale. Ringraziando per l’ottima risposta ottenuta dalle iniziative svolte fino ad oggi. 7-8-9/9/2012 RURAL INDIE CAMP VIII Quasiviri - Modotti - You And Me and The Coffin - Animols - Persico - I Camillas Bobsleigh Baby - The Colours Seen From Behind - Morning Telefilm - Lemmins Perfect Pop - Samsara Means War - 3sh - Berna
Laura Avarino (foto di Alberto Terrile) Laura Avarino nasce a Genova il 16 giugno 1990. Fotograficamente parlando si forma sulla strada dal 2005, portando sempre con sé la macchina fotografica durante manifestazioni di stampo politico ed eventi del panorama street ed underground. Ama fotografare tutto ciò che è lotta, rumore, movimento, silenzio, ombra e luce allo stesso tempo. Il suo punto di forza è la poliedricità. http://www.molokoart.tumblr.com/
si ringraziano Comune di Savignone Comune di Casella Comune di Ronco Scrivia Comune di Vobbia Comune di Valbrevenna Regione Liguria Vittoria Assicurazioni - filiale di Sampierdarena Superbrico Edilblu srl Ristorante Chiara Emporio Rossi Vuscià e Nonsolopasta Scuola Guida Cordone Bisio Macchine Agricole Coltelleria Guala Bar Nanny grooppo.org
Per la quarta volta in quattro anni, quattro giovani compagnie di teatro si sono date appuntamento sul fiume Scrivia dando vita alla nuova edizione del Rural Indie Theatre. Quest’anno la novità del festival è stata il bando nazionale indetto attraverso il quale sono state selezionate le compagnie. Parte integrante del festival Rural Indie Camp, giunto all’ottava edizione, è un’iniziativa dell’Associazione Culturale DisorderDrama. Questa è una piccola introduzione al lavoro delle compagnie, illustrata dalle fotografie di Laura Avarino.
un’iniziativa organizzata da
ASSOCIAZIONE CULTURALE DISORDERDRAMA http://www.disorderdrama.org