10 Settembre 2010 Parco Fluviale dello Scrivia
Elisabetta Granara Direzione Artistica Rural Indie Theatre
grafica e composizione grooppo.org pubblicazione legata alle iniziative dell’associazione culturale disorderdrama e indirizzata ai propri associati; il materiale contenuto è rilasciato in licenza Creative Commons.
Al fiume non si comanda Il Rural Indie Theatre è arrivato alla seconda edizione e ha aperto le porte al Rural Indie Camp VI, che ha creato una felice oasi musicale nel freddo fine estate dell’entroterra. Nonostante tutto, l’uomo, da bravo eroe romantico, continua a combattere contro la furia della natura: e infatti all’alba di venerdì 10 settembre la piena del fiume Scrivia aveva portato via con sé la possibilità di proporre gli spettacoli all’aperto. Dalla siccità dell’edizione 2009 al nubifragio del 2010, abbiamo cercato spazio altrove perché, è il caso di dirlo, al fiume non si comanda. San Bartolomeo di Vallecalda ha così spolverato il suo caro vecchio rural-palco per ospitare, in meno di tre ore, un assaggio di quattro diversi tipi di teatro. Il libretto del Festival è un album di questo “teatro d’emergenza”, vuole fornire gli spunti per una riflessione, di questi tempi, in questi luoghi insoliti, su cosa nasce e fermenta tra la città e i suoi dintorni. Grazie a tecnici, grafici, fotografi, organizzatori e attori: questa pubblicazione è il risultato di tante ore spese a fare bene un lavoro per il semplice ‒ ma non scontato ‒ gusto di fare bene.
Antonio Bigotti Sindaco Comune di Savignone Ci separa solo una consonante dal luogo in cui ha luogo l’evento teatrale più affascinante del mondo e che si svolge durante il periodo estivo. Avignone, la città storica dei Papi, cornice di una Provenza ricca di storia, arte e cultura ha cominciato quasi per gioco e con l’entusiasmo di pochi una kermesse che oggi cattura le emozioni di artisti di teatro e spettatori di ogni genere e tipo. Savignone, la città storica dei Fieschi, che vanta ben due Pontefici Romani, cornice di una terra di Liguria, tanto aspra quanto generosa di bellezze naturali ed artistiche, insegue il sogno di sciogliere un giorno quella consonante e di stupire quanto la sua quasi omonima cittadina francese, nota anch’essa per un Ponte ed un Castello. L’entusiasmo che i ragazzi del Rural Indie Theatre lascia ben sperare perché essi, anno dopo anno, pongono nuovi mattoni e linfa vitale per un progetto dalla riuscita assicurata. L’Amministrazione Comunale non li abbandonerà come altre ben più alte istituzioni stanno facendo con la cultura in genere. E si rivedranno ancora covoni di grano, balle di paglia dalle polveri autentiche e carri rustici su cui i giovani artisti potranno esprimere le loro pièces d’avanguardia del XXI secolo, con l’auspicio che ben presto anche due qualsiasi Giulietta e Romeo, sebbene circuiti dalla tecnologia moderna, possano in futuro rendere davanti a grandi platee le stesse intimità passionali che qualche giovane come loro, un tempo, al Globo di Londra, aveva saputo fare sotto la supervisione di un tale appassionato di teatro che di nome faceva William.
Claudia Garrè Assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili Comune di Savignone
La volontà, l’intenzione, la passione. Queste le parole che richiama in me il “Rural Indie Theatre”, giunto alla seconda edizione. La volontà di portare in mezzo alle gente, al pubblico dei semplici curiosi come a quello degli appassionati, tra gli addetti ai lavori e chi non è mai entrato in un teatro, alla faccia dei tagli e delle strutture inadeguate, del tempo perso o guadagnato, del lavoro a titolo volontario, dello studio che non paga, dei sogni nel cassetto. L’intenzione di chi pronuncia ogni parola amandola, e ne porge tutte le sfumature a chi è in grado di coglierle, e a chi non lo è, l’intenzione delle parole che vivono del legame con il pensiero, che le partorisce, le anima e le nutre. La passione di giovani che hanno saputo regalare emozioni e intensità attraverso voci, corpi, gesti, provocazioni e classici riferimenti alla più alta tradizione letteraria. In questi giorni di cupezza assoluta sul fronte della cultura, in cui i parla solo di tagli e di- doverose- proteste, in cui si fatica, obbiettivamente, a intravvedere la via d’uscita, i giovani attori che hanno realizzato il festival di teatro a San Bartolomeo sono la viva scommessa che ce la si potrà fare. Buon lavoro!
Dieci domande per il Rural Indie Theatre 2010 Abbiamo posto a ciascuna compagnia le stesse dieci domande per presentare sé stessi e il loro lavoro e per raccontarci la loro esperienza al Rural Indie Theatre
1. Partiamo con voi. Chi siete? Cosa fate nella vita oltre al teatro? Da quale formazione teatrale provenite? 2. Cos’è il Teatro per voi, a questo punto? Quale percorso immaginate come compagnia? 3. Raccontate il percorso che vi ha condotti a questo spettacolo. 4. Se doveste spiegare a un non-genovese come funziona il teatro a Genova, cosa direste? 5. Conoscevate il Rural Indie Camp e il Rural Indie Theatre? Come avete reagito alla proposta di partecipare?
6. Quest’anno gli imprevisti fluviali sono stati tanti, il nostro teatro naturale ci ha traditi e abbiamo dovuto spostare tutto al chiuso. Come avevate immaginato il vostro spettacolo sul fiume? Come avete provveduto all’adattamento nel piccolo teatro parrocchiale di San Bartolomeo? 7. Parliamo del 10 settembre 2010, scaletta, risposta del pubblico, assistenza tecnica, rapporto con gli altri colleghi. Siete soddisfatti? 8. Se doveste, in breve, recensire gli altri spettacoli, cosa scrivereste? 9. Parliamo dell’organizzazione del Festival. Pecche? Aspetti positivi? 10. Il Rural Indie Theatre nasce come punto di incontro tra compagnie appena formate che operano nella stessa città e il pubblico dell’entroterra. Pensate che possa essere un appuntamento annuale utile? In cosa lo migliorereste?
Irma Ensemble “Saffo (Blesa)“ di Massimo Sannelli tratto da Frammenti di Saffo con Massimo Sannelli, Elisa Calvi
Allievo di Sanguineti, Massimo Sannelli opera dal 1994 come scrittore, traduttore e filologo mediolatino. È editor della casa editrice internazionale La Finestra di Trento. Ha curato nel 2010 per Fara Edizioni un nuovo commento alla Comedìa di Dante. Si occupa di cinema e teatro come autore, attore e regista: è uno dei collaboratori del film La bocca del lupo di Pietro Marcello e recentemente ha interpretato Lorenzo Calogero al Teatro Belli di Roma, con il contributo di Carlo Emilio Lerici. Elisa Calvi è nata nel 1984. Diplomata al CRT di Milano, ha avviato una sua ricerca vocale e fisica, personalissima. A teatro è stata protagonista dell’Allodola di Anouilh e delle Serve di Genet. Di Sannelli ha interpretato i testi Saffo e Cassandra. 1. Siamo due, e un cane. Nella vita facciamo tutto: tutto quello che può esserci di più lontano dal teatro, ma vivendolo come se gli fosse vicino. Elisa è Ispirata Attrice, Massimo è Sospirato Autore. Elisa si è diplomata presso una scuola di Milano, con altri stages; Massimo ha una formazione umanistica.
2. Non siamo una compagnia. Ci facciamo compagnia. Il percorso che si immagina non è mai quello che si fa veramente. Qualcosa di bello c’è, e se non ci sarà si immaginerà. 3. Non era uno spettacolo, all’inizio: era solo un montaggio dei frammenti di Saffo. Poi si sono aggiunti altri frammenti, ma non classici, e a quel punto è nata l’idea di una resa teatrale. Nello spettacolo Saffo è blesa, come se la sua stessa voce dovesse frammentarsi fin dall’inizio. 4. Il teatro a Genova funziona così: si va al botteghino, si compra un biglietto, si guarda uno spettacolo e alla fine si applaude. All’esterno, l’idea che ci siamo fatti è questa: è un teatro formato da grandi realtà, in cui coesistono piccoli gruppi che premono per uscire, spesso delusi. Darwin non è di aiuto: in questa selezione non c’è niente di naturale. 5. No. Abbiamo reagito bene: era un’occasione gradita per presentare il nostro spettacolo. 6. I luoghi non sono problemi, ma occasioni. Questo spettacolo vive di adattamenti al luogo, e anche il copione stesso lascia spazio ad una certa libertà. Nel teatro parrocchiale abbiamo potuto giocare meglio con le luci: forse è stato anche meglio, perché Saffo agisce in un ambiente intimo, come la sua casa.
7. La scaletta ci ha riservato un posto importante, e ne siamo stati felici. La risposta del pubblico ci è parsa un po’ straniata. L’assistenza tecnica è stata valida e precisa. Il rapporto con i colleghi ha rispecchiato la nostra natura solitaria. 8. Gli spettacoli erano molto diversi, sia nell’esecuzione che nella scrittura. Un punto in comune c’era: una grandissima fiducia nella parola o nel semplice fonema, data la rinuncia agli interventi scenografici. In pratica tutto ricadeva sugli interpreti, e questo comportava una responsabilità enorme, di cui gli interpreti di Romeo e Giulietta si sono fatti carico in modo particolare. 9. L’organizzazione è stata ottima, anche nella comunicazione e nell’accoglienza. Peccato per il disastro fluviale. 10. La risposta è contenuta nella domanda, e la domanda rispecchia l’ottimo proposito. Aggiungiamo solo: è sempre utile proporre qualcosa di buono, soprattutto qui, nella fredda Liguria. Le cose migliorabili sono diverse, ma dipendono da aspetti che l’organizzazione non può controllare: la disponibilità del pubblico, il clima (perché non anticipare il festival a giugno?). Non abbiamo notato programmi di sala: sarebbe bene che il pubblico potesse averne a disposizione. A chi si impegna in una bella idea auguriamo tanta forza.
massimosannelli.splinder.com massimo.sannelli@gmail.com
Jacopo Sabar Giacchino e Quattro sul tetto (Flusso di libero suono) “Finalmente Nessuno“ di Jacopo Sabar Giacchino con Quattro sul tetto
I quattro sul tetto, quartetto vocale difuorista sperimentale fondato nel 2006, sono: Luca Albrecht Praussello – Praux (basso, tecniche estese), Simona Ugolotti la “cantadina” (contralto), Stefano Bertozzi (tenore), Sara De Vecchi (soprano) e Fabio De Luca. Jacopo Sabar Giacchino, attore e poeta, è attivo in tre città, Genova, Atene e Roma, con diversi progetti sperimentali. Dal 2008 scrive, recita e musica diversi spettacoli che propone in Italia e all’estero. Dal 2010 inizia una collaborazione fonetica con Luca Albrecht Praussello e il quartetto vocale diforista sperimentale “4^sul tetto”, con cui realizza “Finalmente Nessuno!”, radiodramma per voci detonate e intonarumori.
1. * 2. * 3. * 4. Non abbiamo idea di che cosa sia o debba essere il teatro (o’ teatr... che asclepio vi protegga) né tantomeno di come funzioni. Ribaltiamo la domanda? Ad ogni modo pare un teatro del torpore. 5. Sì - Sì – Partecipando. 6. Dal fiume ci si aspettava un contributo essenzialmente acquatico, esotico e mistico, nulla più. Il teatro paraocchiale invece è stato come un ricordare improvviso la dominazione della natura, il potere ecclesiastico, l’ horror vacui d’accatto (in un epoca in cui sarebbe invece l’horror pleni a fastidiare dando prurito) e de - sì ci fermiamo no. 7. La soddisfazione è solo un momento, come un altro. Non perdura.
8. Non riusciamo purtroppo a dare una risposta univoca nÊ plurivoca. Ora ci sono solo io che a teatro non c’ero che in versione proiettata e i miei occhi non vedevano l’altra parte. 9. Pare sia riuscita 10. Benvenga.
www.myspace.com/jacoposabargiacchino jacoposabargiacchino@gmail.com www.myspace.com/4sultetto
Compagnia Opera Dei Fantasmi “Short Message Service 2010 Romei e Giuliette“ di Arianna Comes Tratto da “Romeo e Giuletta” di W. Shakespeare con Sarah Nicolucci e Federico Giano Attori professionisti diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Genova, si presentano così: «“L’opera dei Fantasmi” non è un nome che abbiamo scelto a caso... i Fantasmi siamo noi: invisibili, leggeri ma in qualche modo simpatici ed accattivanti, sicuramente ostinati a dar vita e corpo ai nostri personaggi. L’Opera è ovviamente il Teatro... espressione di un’arte che inizia nelle caverne preistoriche con i nostri avi che inscenavano cacce propiziatorie, fingendosi prede e cacciatori» Arianna Comes, regista dello spettacolo, è partita da Romeo e Giulietta di Shakespeare per indagare l’incapacità dei giorni nostri di trovare una vera comunicazione e relazione con l’altro. Recitano Sarah Nicolucci e Federico Giano. 1. Siamo la Compagnia teatrale dell’Opera dei fantasmi, nella vita cerchiamo di fare teatro e siamo formati tutti alla Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova; anche se è arduo farlo come lavoro ci stiamo provando in tutti i modi, lavorando in compagnie teatrali, insegnando in laboratori teatrali… e un altro modo per noi è proprio quello di riunire le nostre forze per mettere in gioco le nostre possibilità di attoriregisti-drammaturghi, in una compagnia nostra.
2. Siamo una compagnia composta da diversi elementi, ognuno con un carattere e un’idea molto forte del teatro, credo che proprio questa sia la nostra forza, mantenere nella stessa piattaforma di compagnia una volontà di fare teatro, a volte rompendo gli schemi altre volte no, con l’obiettivo comune di arrivare al pubblico: siamo un po’ stufi delle classificazione di teatro classico e teatro d’avanguardia, noi vogliamo semplicemente con i nostri mezzi arrivare al pubblico, può essere qualsiasi tipo di teatro ma se non arriva a emozionare lo spettatore è inutile farlo 3. (parlaArianna) era qualche mese che rimuginavo sulle relazioni, sulla parola “amicizia” (svalutata da facebook), sull’amore…ed entrando in contatto con i ragazzi di oggi (adolescenti e preadolescenti) a cui insegno teatro mi son resa conto di come la relazione tra persone si stia profondamente modificando: mentre noi cresciuti negli anni ’80 siamo comunque stati educati ad un certo tipo di comunicazione, molto più diretto e sociale; i ragazzi di oggi si relazionano quasi sempre attraverso un filtro tecnologico che sia internet o il cellulare (anche a noi capita spesso..)che tende ad alienarli sempre di più dalla vera socialità. Da qui è nato lo spunto, se i due più famosi innamorati della storia del teatro non avessero come ostacoli solo la famiglia ma la loro incapacità di essere diretti e di dover rinchiudersi in una stanza per amare attraverso internet?Ecco come è nata l’idea, non era quindi tanto raccontare la storia di Romeo e Giulietta (che in tanti l’hanno già raccontata) ma prenderla come spunto. Le altre due componenti di non-comunicazione sono la droga e l’alcool come mezzo per superare l’imbarazzo del primo incontro (non accade forse così in discoteca?) e il cellulare e internet come mezzo per dirsi “ti
amo..””ci sono.”per dire al mondo” esistiamo”. Nel mentre stava nascendo quest’idea di gruppo, e così tutto è entrato nel meccanismo, Sarah e Federico li conoscevo già e attraverso questo lavoro abbiamo potuto approfondire i nostri modi di essere, di vedere e vivere questa tematica e condividendoeriscoprendounmododifareteatro. 4. Nota dolente…io direi a compartimenti stagni, i teatri più grandi lavorano come macchine per gli “abbonati”, e poi ci sono vari satelliti che ogni anno cercano di sopravvivere mantenendo una propria linea.. una cosa è certa manca qualcosa, ed è il teatro off, una finestra dove far vedere quello che già solo andando a Milano puoi vedere, il teatro di ricerca fatto da compagnie nuove, giovani in esplorazione, il teatro che si evolve quello vero, vivo che sviluppa innova cambia. 5. No, sinceramente sapevo del Rural Indie Camp come piattaforma concerti, non della rassegna teatrale… Abbiamo reagito in modo positivo, è sempre una bella occasione quella di avere la possibilità di mettersi in gioco e di conoscere altre realtà. Veramente stimolante. 6. Sinceramente non abbiamo avuto alcun problema di cambiamenti, forse era un po’ piccolo il palco quello si… per il resto sarebbe stato suggestivo il fiume ma forse più freddo e rumoroso… se è andata così doveva andar così… è stato bello comunque. 7. La scaletta è partita un po’ in ritardo, e all’inizio, essendo ultimi credevamo il pubblico non sarebbe
resistito, invece poi la risposta ci è sembrata molto positiva nonostante l’ora tarda e il rischio abiocco, anche il supporto tecnico nulla da dire ottimo, i colleghi li abbiamo visti poco, indaffarati come eravamo tutti nel preparare le nostre cose. 8. Il primo non l’ho seguito molto… Quello del gruppo campestre l’ho trovato sottile e ironico, uno studio molto interessante sul tema della morte, gli attori molto vivi e un’attenzione al ritmo fenomenale, veramente bravi. Il terzo gruppo l’ho trovato molto interessante dal punto di vista vocale, tanto che la parte del video e ciò che diceva me la son persa, tanto ero attratta da ciò che facevano improvvisando il gruppo in scena, un uso della voce incredibile, uno dei partecipanti usava gli armonici come è usanza in Mongolia, una tecnica molto difficile da imparare, mi hanno affascinata. 9. C’è stato il qui pro quo del fiume chi lo poteva immaginare? Secondo me nel complesso è andata più che bene, visto gli imprevisti. Aspetti positivi esser riusciti a far lo spettacolo, e aver incontrato nuove realtà. 10. Sarebbe una bella opportunità quella di creare un evento annuale, lo migliorerei dal punto di vista divulgativo, molti mesi prima spargere la voce, e migliorerei anche l’aspetto organizzativo degli spostamenti, per chi è sprovvisto di macchina non è semplice venire a vedere la rassegna. www.operadeifantasmi.it compagnia@operadeifantasmi.it info@operadeifantasmi.it
Il Gruppo Teatro Campestre “Studio Campestre“ di e con Elisabetta Granara, Carlo Strazza, Chiara Valdambrini
Il GTC, questa l’abbreviazione di Il Gruppo di Teatro Campestre, è nato nel 2008 tra Genova l’entroterra. Le principali linee di ricerca dei tre attori sono l’adattamento allo spazio scenico convenzionale e nonconvenzionale (come l’ambiente naturale, da qui l’aggettivo “campestre”), l’uso del testo come fonte inesauribile di interpretazioni e suggestioni registiche, l’idea di un teatro agile che esula da apparati tecnici e spese inaccessibili. Studio campestre parla della morte. La morte intesa non come fine della vita, ma come crollo quotidiano, in un mondo che corre troppo in fretta e non dà il tempo di prendere fiato, dove il lavoro a lungo termine spaventa, la vita eterna non si capisce, la ricerca uccide, l’entusiasmo manca. Un racconto tragicomico. 1. Siamo una letterata dalle vaghe aspirazioni (boh), una pittrice (aaah) e un ingegnere atipico (eh sì). Se ci volete assumere costiamo poco. Proveniamo tutti dal laboratorio di teatro e libera espressione Gruppolimpido e quando possiamo facciamo seminari ed altre esperienze artistiche.
2. Per noi il teatro è il teatro. La nostra compagnia, che per scaramanzia si chiama gruppo (“band” per gli anglofoni) (oh yeah), si pone come obiettivo una crescita che non comprende solo la recitazione, ma tutte le fasi di uno spettacolo: dall’ideazione, alla regia, all’apparato scenico, all’organizzazione e promozione. 3. Abbiamo fatto per due anni l’Orso di Cechov per darci il tempo di trovare il nostro “modo”. Da lì abbiamo deciso di essere un Gruppo di Teatro Campestre, cioè non propriamente una compagnia, ma un trio che ogni tanto cerca l’ispirazione nei ruscelli, nei prati e nelle braghe di velluto. Alla settima versione abbiamo capito che era l’ora di fare qualcosa di tutto nostro. E siamo tornati in campagna. 4. C’è un francese, un tedesco, un americano e un italiano. 5. Sì, l’abbiamo fatto noi. Ma prima di noi, c’era Disorderdrama con il festival musicale. 6. Lo spettacolo doveva svolgersi sulla piattaforma e sfruttare un pedalò come seconda postazione; i silenzi li avrebbero riempiti il fiume e le macchine sulla statale. Un po’ di questo “esterno” è rimasto perché era con noi al momento della creazione. In più, il nostro lavoro da sempre si basa
sull’agilità, che significa anche adattamento alle esigenze del luogo. Il teatro parrocchiale, poi, ha comunque un che di campestre. Abbiamo lasciato in proscenio gli stivali di gomma che avremmo dovuto indossare e ce la siamo cavata con l’immaginazione. 7. È andato tutto bene, i gruppi erano ben assortiti e ben alternati (tanto la scaletta l’abbiamo decisa noi). 8. Erano spettacoli molto diversi, potremmo riassumere dicendo: Saffo Blesa lirico, Finalmente Nessuno tecnologicoprimitivo, SMS 2010 Romei e Giuliette classicontemporaneo. 9. La mancanza del fiume è stata probabilmente una perdita per quanto riguarda la curiosità del pubblico, ma è anche vero che ci siamo risparmiati il freddo! Possiamo dire che, da sopra il palco, il clima era tutt’altro che glaciale. 10. Anche da questo punto di vista ci piacerebbe crescere, e sarebbe bello che il festival fosse un appuntamento creativo oltre che ricognitivo (dice betta). Il prossimo anno, comunque, lontani dalla Notte Bianca! (olééé olé olé olééé…e la bresà…e la bresaola)
gruppoteatrocampestre@gmail.com www.myspace.com/gruppoteatrocampestre
Ass. Cult. Disorderdrama musica live, produzioni e altro Disorder Drama è un gruppo informale, nato nel 2003 e attivo dal 2000 sotto altri nomi. Dal gennaio 2009 il collettivo è diventato Associazione Culturale. La principale attività è l’organizzazione di concerti di gruppi stranieri e italiani a Genova: 400 eventi con circa 550 gruppi e artisti ospitati è il totale aggiornato all’anno in corso. Oltre alla collaborazione con Fitzcarraldo, Milk Club, Lab.Buridda, La Madeleine Cafè, Disorder Drama si è distinta per il ruolo assunto nella progettazione di eventi in collaborazione con i Comuni Di Genova Savignone e Varazze, con la Comunità Montana Alta Valla Scrivia e la Pro Loco di Pegli, Arci Genova e Liguria. Disorder Drama autoproduce il proprio materiale promozionale, con linguaggi graficamente consoni ai progetti, collaborando e offrendo spazi ai giovani artisti locali; dedica grande attenzione alla scoperta di nuovi talenti nei campi della musica, della fotografia e dell’immagine. Disorder Drama stampa una fanzine in 200 copie numerate, Compost, distribuita gratuitamente e disponibile on line in free download, dedicata ad interviste e reportage sugli ultimi trent’anni di cultura underground a Genova. Grazie al portale http://www.disorderdrama.org e alla mailing list raccolta dal 2000 ad oggi riesce giornalmente ad informare su quanto di buono succeda in città. Per info e contatti: disorderdrama.org ddrama@disorderdrama.org
Rural Indie Camp un festival per la Valle Scrivia Giunto, ormai, alla quinta edizione, il festival culturale dedicato alle produzioni giovani, non allineate alle mode televisive del momento, continua ad ottenere uno splendido successo portando giovani in Valle Scrivia da tutta la regione Liguria e dal Piemonte. Poche scelte precise per delineare delle direzioni artistiche che prediligono un’atmosfera a misura d’uomo, volumi sonori abbordabili, spazi rilassanti e aria naturale. Ringraziando per l’ottima risposta ottenuta dalle iniziative svolte fino ad oggi. Rural Indie Camp I - 10/09/05 Toxic Picnic, Adele, Jamadda Experience, Denize, Rocktone Rebel Rural Indie Camp II - 30/09/06 En Roco, Green Like July, Starfish, Adele, Hermitage, Esmen Rural Indie Camp III - 22/09/07 Blown Paper Bags, Vanessa Van Basten, Rocktone Rebel, Overmood, Japanese Gum, Neve Su Di Lei Rural Indie Camp IV - 20/09/08 I Camillas, Polish Child, 2Novembre, June Miller, Dresda, Cartavetro, I Bosio, Ceanne Mc Kee Rural Indie Camp V - 08/08/09+19/09/09 Le Man Avec Les Lunettes, My Little Pony, Tom Ton Band, Kramers, Karmatest, Tarick1, Caso, Second Bus Home, Bob Corn, Les Mange-Tout Rural Indie Camp VI - 13/08/10+24-25/09/10 Nadine Khouri, Meanwhiles, Rella, Above The Tree, The Big White Rabbit, Rice On The Record, A Classic Education, Maybe Happy, Dresda, Still Leven, Gatti di Marmo, Comaneci, Denize.
(foto di Matteo Casari)
Anna Positano
Vive e lavora tra Genova e Londra, dove nel 2009 ha completato i suoi studi con un Master of Arts in fotografia, presso il London College of Communication. Nel 2008 si è laureata in Architettura all’Università degli Studi di Genova. Parallelamente alla sua pratica artistica e di ricerca, svolge lavori su commissione per conto di architetti e musicisti. Le sue opere sono esibite in Italia e all’estero. www.theredbird.org anna@theredbird.org
si ringraziano Comune Di Savignone Provincia Di Genova Extreme Kayak Salomon Vittoria Assicurazioni - filiale di Sampierdarena Panificio Gian Maria Surace - Besolagno MaReLab Di Massimo Repetto Impresa Edile Lentini Paolo Edilizia Garrè di Alessandro Edilblu srl Albergo Garrè grooppo.org
Per la seconda volta in due anni, il 10 Settembre del 2010 quattro giovani compagnie di teatro si sono date appuntamento sul fiume Scrivia dando vita alla nuova edizione del Rural Indie Theatre. Parte integrante del festival Rural Indie Camp, giunto alla sesta edizione, è un’iniziativa dell’Associazione Culturale Disorderdrama realizzata grazie al contributo del Comune di Savignone, con il patrocinio della Regione Liguria e della Provincia di Genova. Questa è una piccola introduzione al lavoro delle quattro compagnie, illustrata dalle fotografie di Anna Positano.
una iniziativa di
con il sostegno di
con il patrocinio di
ASSOCIAZIONE CULTURALE DISORDER DRAMA http://www.disorderdrama.org
COMUNE DI SAVIGNONE
PROVINCIA DI GENOVA
REGIONE LIGURIA